CAPITOLO
24:
RITORSIONI
“Tutti
si aspettarono di sentirgli dire una delle sue solite uscite scherzose
che avevano un fondo importante di verità, tutti, nessuno escluso.
Quando invece lui prese la bottiglia di vodka bianca e se la scolò fino
alla fine senza la minima piega, anzi con una strana luce nello
sguardo, quasi malefica, rimasero di stucco. Quasi rabbrividirono
realizzando il suo reale stato interiore. Alessandro aveva un enorme
difficoltà a capirsi. Era questa l’unica verità."
/Stone
the crow – System of a down /
Gli
occhi azzurri di Alessandro brillavano di una luce malefica mentre
fissavano intensamente ed insistenti quelli verde bosco di Gianluca,
sembrava che stillasse chiaramente una serie di domande cattive adatte
ad inchiodare il compagno al muro. Lui era così, pensava fino ad un
certo punto, le conseguenze delle sue azioni non erano per lui… era
convinto che sarebbe sempre scappato ai suoi doveri!
In
quel caso i suoi doveri erano dettati dal fatto che, nel caso in cui
avrebbe torchiato Gianluca affinché si scoprisse nei suoi confronti e
dicesse una buona volta che lo voleva da impazzire, sicuramente poi gli
sarebbe toccata la stessa sorte. No, lui non arrivava al dopo, solo al
‘ora’!
Così
ne avrebbe pagato le conseguenze, gli si sarebbe certamente ritorto
tutto contro.
“Sono
certo che piuttosto berrai, pur di dirmi come stanno le cose, ma tanto
prima o dopo parlerai ugualmente, che sia l’alcool o le tue facoltà
mentali, io otterrò quel che voglio! ”
Qua
si fermava, non arrivava all’ovvia reazione di Gianluca, sarebbe
bastato che capisse che l’avrebbe ripagato con la stessa moneta ma così
non fu e il biondo dai capelli mossi scompigliati, si sistemò col suo
sorrisino malefico in quel bel volto da schiaffi, poi guardando il
ragazzo accanto a lui iniziò con faccia tosta e con cattiveria:
-
Allora, inizierò io! –
-
Tanto per cambiare! –
Sbottò
Daniel senza pensarci, si beccò un dito medio che ricambiò
cordialmente, poi Ale proseguì ignorando tutti, senza staccare lo
sguardo da Gianluca che già temeva la domanda:
-
Mi vuoi? –
Sia
Marek che Trystin assorbirono con attenzione la domanda, avrebbero
fatto caso anche a quella di Gianluca ad Alessandro, successivamente,
notando la diversità dei due che li caratterizzava. Ale aveva chiesto
‘mi vuoi?’ dando per scontato un sacco di cose, pensando direttamente
ed unicamente al lato fisico, per lui era solo una questione di ormoni,
di sesso, di voglie… non c’era posto per altro. Il suo primo passo non
era assolutamente il sentimento, il rapporto e la relazione.
Gianluca
si trovò a trattenere il respiro mentre un po’ tutti si aspettavano
qualcosa dal genere visto l’ormai chiaro tira e molla dei due che
ancora, forse, non si era concluso in nulla di definitivo.
Forse.
Il
giovane si morse il labbro e si concesse di mostrare l’imbarazzo in
quel modo, non era una statua come Trystin, freddo e controllato che
non mostrava mai nulla, lui era sempre fin troppo chiaro nel suo
mantenere le distanze allontanando tutti, era scorbutico con chiunque
per partito preso e non prendeva mai in considerazione l’idea di
concedere il beneficio del dubbio ad anima viva e mostrarsi quindi
disponibile nei suoi confronti. A suo avviso nessuno era degno dei suoi
sentimenti intimi, dei suoi dubbi, delle sue confessioni… tuttavia
c’erano eccezioni, raramente si concedeva questo straordinario lusso e
se trovava qualcuno che secondo lui, dopo un attenta analisi ed uno
scontato scontro violento, poteva aiutarlo, parlava con questo
individuo senza tuttavia essere mai del tutto chiaro. Fin’ora era
capitato che lo facesse con Trystin perché l’aveva circa passata anche
lui, era gay, insomma… era stato presente anche Marek in
quell’occasione ma non l’aveva considerato. Con Max parlava, certo, ma
non di QUELLE cose, era Sam la sua ombra, non lui. In conclusione
preferiva farsi divorare dai dubbi per odiare il mondo, anzi,
disprezzarlo, piuttosto che provare ad indagare e vedere sa almeno uno
su mille era decente.
Quando
questo evento succedeva significava che era al limite massimo e che
poteva star per giungere all’apocalisse!
Cercò
boccheggiante una risposta, si chiese se parlare o meno ma poi
semplicemente lo insultò mentalmente… lo fece così tanto che i pensieri
non bastarono più quindi iniziò anche a parole, non poteva credere che
volesse parlare di una cosa del genere lì, davanti a tutti, quando
ancora per definire i propri sentimenti doveva conoscere quelli di Ale!
Certo
che lo voleva, fisicamente lo voleva da morire, non era una novità…
quel che gli sarebbe piaciuto che gli chiedesse e che magari gli
dicesse a sua volta, era cosa provava per lui e non cosa voleva!
Era
seccato, molto. Il suo tasso di sopportazione stava giungendo al limite.
-
Sei uno stupido idiota che ha perso l’uso del cervello! Privo
di tatto e di senso! –
Alessandro
si divertiva e con un ghigno si avvicinò a lui ed al suo viso seccato:
-
Non è una risposta, sai? –
-
Infatti questa non è la risposta, deficiente! –
Fece
presto a ribattere per non accorgersi della sua vicinanza che avrebbe
potuto facilmente essere motivo di blocco, Ale apprezzò questa reazione
ma non demorse:
-
Devo dedurre che è un si? –
-
No, devi dedurre che sei uno stronzo! –
-
Perché? –
A
Gianluca non sembrava vero che gli chiedesse veramente perché, che
razza di domanda era? Era ovvio, no?
Sentiva
gli sguardi di tutti su di sé e non erano tanto quelli a bruciargli
quanto il fatto che Ale agiva così solo per torturarlo. Ma questo gli
si sarebbe ritorto contro, eccome!
Era
decisamente stufo di quella situazione, l’avrebbe messo con le spalle
al muro!
-
Perché non ne parlerò mai qua davanti a quattro deficienti
qualunque! Sono cazzi nostri, anzi, MIEI! –
Fu
acido nel rispondere, molto incisivo. L’aveva guardato negli occhi
senza paura di arrossire o imbarazzarsi; certo, l’aveva vicinissimo e
lo fissava come se fosse una torta da mangiare, con tanto di nutella e
smartis sopra, ma non avrebbe ceduto, non quella volta.
-
Allora devi bere, caro mio! –
Avrebbe
voluto chiedergli perché faceva così ma era sicuro che avrebbe
risposto: ‘non è il mio turno di rispondere! ’, per cui avrebbe saputo
aspettare il momento migliore… oh, se l’avrebbe fatto. Sarebbe stato
pericolosamente vendicativo!
Non
rispose ma si avvicinò a sua volta, completamente lucido, al bel viso
con ghigno divertito, lo scrutò cupo e contrariato provando a mettergli
soggezione, poi senza ottenere nulla prese la bottiglia di vodka e
bevve il suo sorso continuando a guardarlo freddo. Quando si staccò
ancora non si parlarono e il biondo ribelle non si era tolto
quell’espressione furba e compiaciuta dal viso.
Era
seccante. Molto.
Disprezzabile
se non fosse che lo desiderava così tanto.
“Lui
vuole tutto da me ma non mi concede nulla, non si scopre, non ne parla,
non dice la sua in tutto questo. Pretende che io ceda e ammetta quel
che voglio ma lui non lo fa e non lo farà mai! Mi odia così
tanto? Oppure… ?”
Non
capiva bene, del resto non lo conosceva a fondo quindi era un tabù
addentrarsi nel mondo di Ale, sarebbe stato difficile, una tortura
continua!
A
scuoterlo dalle sue considerazioni disastrose sul compagno accanto che
continuava a squadrarlo malefico, fu la voce di Marek che cercò di
intervenire con la sua domanda per quietare gli animi, l’atmosfera che
si era creata era improvvisamente pesante, strana… quasi irrespirabile…
e l’idea di essere di troppo era enorme, nonostante fossero tutti
accoppiati, a modo proprio.
-
Cosa cerchi? –
La
sua domanda arrivò a bruciapelo e non pensava che sarebbe stata in
grado di metterlo così in crisi. Nelle sue considerazioni personali era
una domanda psicologica innocente, o quasi. Certamente nulla di grave.
Ma forse, tutto sommato, fu pesante anch’essa in modo diverso.
Si
riconduceva ad un discorso che aveva fatto con Jack, nel quale gli
aveva parlato di Gianluca analizzandolo nei dettagli.
“Lui
cerca, cerca sempre qualcosa, è dalla nascita che cerca qualcosa e non
ha mai smesso di farlo poiché non l’ha ancora trovato. Lui non è
soddisfatto nonostante la fortuna che ha, una vita perfetta con una
famiglia che lo ama ed è affiatata… non è del tutto soddisfatto ed è
anzi inquieto. Cerca sempre qualcosa e non sa cosa sia. E’ un mistero
quel ragazzo poiché di lui fa capire solo questo, non altro. Spero solo
che capisca presto cosa vuole cosicché riesca a prenderselo! ”
Erano
state queste le parole del coach, un uomo bizzarro che sembrava un
omosessuale fuori di testa, in realtà era profondo ed acuto… e sposato!
Gianluca
spostò la sua attenzione su Marek colto di sorpresa, era stato così
concentrato su Ale che una domanda simile lo sbatteva completamente
fuori fase. Che domanda era?
-
Come? –
Chiese
infatti disorientato. Non dava mai troppa confidenza, nemmeno dopo
tutto quello che era stato e la pace sancita. A nessuno la dava
completamente. Questo indicava che Jack aveva ragione.
-
Hai ragione, è una domanda strana… cosa cerchi, simbolicamente
parlando? Io e Jack ti osserviamo da molto, come facciamo con tutti i
membri della squadra, e ci siamo fatti un idea precisa su di voi, a
livello di personalità, di testa… tu fra tutti sei un mistero. La tua
chiave è che cerchi qualcosa ma cosa sia non lo si può capire poiché
non lo sai nemmeno tu. –
Trystin
se fosse stato uno che parlava avrebbe detto che tutti cercavano
qualcosa ma non era da lui, quindi stette zitto.
Gianluca
respirò meglio tornando in sé, era meglio messa così anche se non aveva
ancora idea di cosa parlasse; per lui era una novità, non si era mai
accorto di nulla… un analisi psicologica che non era stata richiesta
poteva essere pericolosa oppure decisiva. Per come era fatto Alessandro
sarebbe stata pericolosa, per come era fatto Gianluca, invece, era
decisiva.
Rimase
in silenzio con la testa piegata di lato a pensare a quella domanda,
poi stringendosi nelle spalle rispose sinceramente vago:
-
Io… non so. Mi giunge nuova questa… non mi sono mai reso conto di
questo mio aspetto. Credo che sia normale cercare qualcosa… -
-
Si, lo fanno tutti altrimenti non si vive. Ma tu lo fai in modo diverso
dagli altri, è quasi un ossessione inconscia… -
-
Non so… non so cosa rispondere, mi spiace… -
Ci
fu un lungo attimo di silenzio in cui né Sam né Ale e perfino Daniel
non ebbero nulla da dire. Pensavano a loro stessi, cosa cercavano loro?
Chi amore, chi felicità, chi stabilità… tutte cose normalissime che non
prendevano così tanta attenzione da parte di terzi. Era strana quella
domanda e forse nessun’altro avrebbe potuto farla tranne Marek.
-
Anche a me mi spiace, caro… ma che devi bere! –
Intervenne
dopo un po’ il biondo accanto che, senza attendere oltre e per evitare
che l’atmosfera si rovinasse, agganciò il collo di Gian con il suo
braccio e, portandolo all’indietro col busto, gli ficcò in fretta la
bottiglia in gola per farlo bere ancora della vodka bianca.
Era
il solito… fuggiva in continuazione dalle situazioni scomode che
prendevano tempo per pensare seriamente. Anche questo gli si sarebbe
ritorto contro, presto.
Ok,
la testa cominciava a girare e non era un gioco, non era abituato a
bere ed anche se lo fosse stato comunque reggeva poco l’alcool. Era
pericoloso continuare, sentiva che i sensi gli si annebbiavano
lentamente e che Ale stava per ottenere quello che voleva, la cosa gli
bruciava assolutamente. A dire il vero avrebbe voluto pensare di più
alla domanda di Marek, una cosa interessante su cui, deciso, ci sarebbe
tornato una volta libero da quel pazzo e da quel gioco insensato!
Fu
il turno di Daniel che non era tipo da subire intimità lese senza
vendicarsi. Gianluca non gli aveva fatto alcun torto direttamente, a
fare domande imbarazzanti erano stati altri, che poi comunque non
l’avevano imbarazzato davvero, ma volle fare il carogna perché farlo
bere era una cosa spiritosa, così chiese diretto:
-
Che esperienze sessuali hai avuto? –
Bene,
il torchiato cominciava ufficialmente a seccarsi, sembrava che tutti ce
l’avessero con lui, era allucinante, da parte sua… che si fossero messi
d’accordo? Fra il mondo che girava, i sensi così confusi e le vampate
di calore dovute alla vicinanza pericolosa di Alessandro, non sapeva
chi insultare per primo e cosa lo preoccupasse maggiormente.
La
risposta a quella domanda non l’avrebbe mai data poiché riguardava
unicamente ad Ale e non si sarebbe dato la zappa sui piedi, questo,
ancora, lo capiva… non si sapeva per quanto però!
Così
prese da solo l’oggetto ormai odiato dalle mani del compagno accanto
che ridacchiava divertito e se l’attaccò alla bocca che ormai si
abituava al bruciore di quel liquido per lui di fuoco. Molti rimasero
stupiti da quel gesto, non si sarebbero aspettati una cosa simile, in
fondo era una domanda abbastanza ‘rispondibile’!
Eppure
a quanto pare non lo era e, ancora una volta, il motivo era un bel
mistero.
-
Amore, vedo che ci stai prendendo gusto! Fra poco farò fatica
a tenerti fermo… penso che sarai così inibito da saltarmi addosso… temo
per la mia incolumità! –
Gianluca
lo guardò male mordendosi la lingua per non parlare, sapeva che stava
per partire con la testa e non sapendo cosa avrebbe potuto dire,
avrebbe fatto di tutto per star fermo e zitto; ecco perché alle
semplici e per nulla crudeli domande di Trystin e Samantah non disse
nulla, preferendo così bere ancora piuttosto che parlare e fare
sicuramente qualche figuraccia o compromettersi da solo.
Era
una creatura strana, Gianluca… pochi sarebbero riusciti a capirlo,
anzi… forse solo uno ce l’avrebbe fatta, ma non subito!
Risultato?
Un Gianluca ubriaco che tentava di combattere questo suo stato
pericolosamente pietoso con tutte le sue forze… riuscendoci solo
all’inizio!
/
Should I stay or go now – The Clash /
Ed
ecco… era proprio il turno di Alessandro, l’ultimo a star sotto a quel
fantomatico gioco della verità!
Il
giro era stato completato ed ora non ci sarebbero state scuse a tenere
fermi i concorrenti che fremevano per vendicarsi, il biondo non era
stato molto gentile ed urgeva vendetta!
Gianluca
lo guardava sfacciatamente poiché i freni inibitori stavano
definitivamente per andare a quel paese nonostante i suoi sforzi per
stare fermo e zitto, quando sarebbe stato il suo turno di parlare cosa
avrebbe detto?
Se
lo chiedeva e mentre lo faceva mordendosi con forza la lingua, sudando
come un disperato per la vicinanza e la vista di quella visione così
sexy ai suoi occhi di quel momento (ma anche di sempre), era così
concentrato su sé stesso che non aveva udito la domanda di Marek e fece
una considerevole fatica a capirla dalla sola risposta. La domanda era
stata:
-
Hai fatto, o fai, altri sport o passatempi sani? –
La
parola ‘sani’ non era lì a caso visto che lui in quanto secondo
allenatore conosceva più o meno a fondo, per quanto si potesse, i
ragazzi della squadra; Marek sapeva da Jack un po’ della vita di
Alessandro ed era consapevole che fosse un tipo particolare,
sicuramente poco normale e ‘sano’!
Quindi
alcuni si stupirono ascoltando la domanda poco cattiva ma il diretto
interessato no, lui aveva capito subito che sarebbe stata dura
sopravvivere a quei diavoli vendicatori… certo, lui era il capo diavolo
ma loro non erano da meno. In quel momento capì che si sarebbero
vendicati tutti, a modo proprio.
Marek
non era crudele e nemmeno volgare, quindi non avrebbe mai potuto
chiedere cose sconce, sapeva che non si sarebbe fatto problemi a
rispondere alla sua domnanda.
I
problemi li avrebbe avuti dopo ad affrontare cose inaspettate come, ad
esempio, quelle che rievocavano il suo oscuro e sicuramente insano
passato.
Puntò
i suoi occhi azzurro chiaro in quelli blu scuro di Marek osservandolo
con cura, si fece indecifrabilmente serio tanto da impressionare
l’ingenua Samantah, infine rispose consapevole del fatto che i suoi
allenatori sapevano più di quanto lui stesso fosse disposto a far
sapere di sé stesso.
-
Ballavo break dance! –
Disse,
fu una risposta apparentemente normale, senza tensione o altro, così la
mora sospirò tranquilla pensando che l’idea che ci fosse qualcosa che
non andava, fosse solo un errore!
-
Forte! Facci vedere qualcosa! –
Lei
cominciava già a stravedere per quel ragazzo così solare ed allegro
eppure particolare, sapeva che anche se faceva la parte del teppista
carogna in realtà era buono ed in gamba, ci teneva a stringere i
rapporti con lui, l’avrebbe fatto con ogni mezzo, tutti pacifici,
ovviamente!
In
effetti lei era l’unica a non avercela con lui, tuttavia storse la
testa alla sua risposta veloce e secca ma sempre apparentemente serena:
-
No, per me il ballo è un capitolo chiuso. –
Non
avrebbe ammesso repliche, né ne avrebbe parlato. Era partito con questo
ma Marek non si perse d’animo volendo fargli capire perché spesso non
si doveva mettere il naso in questioni personali altrui.
-
Il basket l’hai riaperto, però… –
Ale
alzò un sopracciglio cominciando in cuor suo a seccarsi… e si sapeva,
quando gli succedeva non si sprecava certo in reazioni e parole!
-
Che ne sai? –
Chiese
infatti sulla difensiva, l’altro con pazienza e pacatezza si spiegò,
facendogli capire che lui sapeva certe cose solo in quanto
co-allenatore di Jack.
-
Jack mi ha spiegato qualcosa di te, mi ha solo detto che quando ti ha
trovato non volevi giocare a basket pur tu ne fossi ben capace. Deduco
che fosse anch’esso un capitolo chiuso ma l’hai riaperto… -
“Quel
chiacchierone! Sapevo che non sarebbe stato zitto… dovrò
fargli uno dei miei scherzi cattivi per vendicarmi! ”
Pensò
mordendosi il labbro inferiore, non gli piaceva ricordare quel periodo,
era stato il più brutto della sua vita, ad eccezione del suo incontro
con l’allenatore che l’aveva salvato ridonandogli il basket.
-
Il basket è diverso, me l’ha restituito Jack… mi ha ridato il mio
tesoro perduto. Nessuno è stato capace di ridarmi il ballo così è una
cosa off! –
-
Ma non è definitivo. –
Insistette
il moro con una psicologia molto acuta, era serio e delicato al tempo
stesso, fermo.
-
Che ne sai? –
Ribatté
nuovamente Ale continuando ad infastidirsi maggiormente. Era solo uno
eppure ci stavano già dando dentro con la vendetta!
-
Come qualcuno è riuscito a ridarti il basket, ci può sempre essere
qualcuno che ti ridarà il ballo. –
Concluse
in tutta tranquillità e calma il ragazzo più grande, non voleva
risposte, solo farlo riflettere… il suo doppio scopo era stato
raggiunto, era certo che non si sarebbe dimostrato più impiccione e
maligno con gli altri per non avere nuove ritorsioni e, inoltre, gli
aveva fatto fare un probabile passo in avanti nel suo cammino
interiore, tutti ne avevano bisogno, Ale era stato fermo a lungo in
quel punto della sua strada.
-
Però mi piacerebbe che ci mostrassi qualcosa, mi piace un sacco la
break! –
Intervenne
Samantah sognante con un tocco di malinconia poiché sapeva che non
l’avrebbe fatto nemmeno per lei. Aveva capito che era una cosa serie e
l’intuito le suggeriva che Marek era una persona non solo acuta ma
anche da tenere sotto osservazione poiché sapeva riservare diverse
sorprese… questo le piaceva, ovviamente!
-
Un giorno magari… quando l’angelo del ballo verrà da me e mi dirà di
farlo. Fino ad allora resto sul basket. –
Disse
quindi Alessandro tornando normale, con un fondo di serietà che
straniva i presenti ammutoliti; la mora non si perse d’animo e, con
tatto, azzardò:
-
Jack è stato il tuo angelo del basket? –
Alessandro
non se la prese con lei, Samantah non era un impicciona né una
vendicativa, era sinceramente interessata a lui ed alla sua amicizia,
quindi si limitò a stringersi nelle spalle. Non conosceva proprio la
risposta, così Daniel a sorpresa parlò dicendo la sua, breve ed
incisiva, due parole che dicevano molto:
- E
Gian? –
L’altro
non si smentì tornando alla velocità della luce in sé, scartando
ricordi e risposte serie: la sua l’aveva data ed era stato sincero, per
cui era salvo!
Dunque
a quel punto abbracciò Gianluca scherzosamente dicendo:
-
E’ il mio angelo! –
Ma
fu spinto via malamente dall’infastidito interessato che sbottò a denti
stretti, con la paura di dire cose incontrollabili:
-
Non prendermi in giro. –
Che
fu ribattuto da un insensato:
-
Ma io sono serio, baby! –
In
effetti lo era più di quanto non sembrasse… del resto quello era il suo
modo di fare, prendere o lasciare!
-
Cosa aspetti ad arrenderti a lui, allora? –
Non
si sarebbe aspettato una domanda simile, non da Daniel in apparenza
così menefreghista!
Ale
sgranò un attimo gli occhi ma fu impercettibile, veloce la ripresa che
con aria di sadismo tipica sua alzò le mani in segno di resa dicendo
candido:
-
Non me lo ha ancora chiesto! –
Menzogna
o verità?
Con
lui ci si poneva fin troppo spesso quella domanda!
-
Tu me l’hai già fatta la domanda! – Fece poi indicando Daniel
che mostrò la lingua… non era una gran vendetta ma confidava in
Trystin! – Avanti il prossimo… - Continuò quindi guardando
l’indifferente biondo, quasi albino, inglese. Il bel Trystin, l’unico
dalla tipica bellezza d’angelo lì dentro, diverso quindi da tutti gli
altri, diede l’idea di non essere crudele e di non voler vendicarsi,
aveva la solita espressione senza espressione quindi non fu facile
capire le sue intenzioni ma quando parlò capì che anche lui era solo un
diavolo bianco!
-
La stessa domanda che hai fatto prima… come sei sessualmente parlando?
A livello di prima volta e di posti strani… -
Questo
fu molto ascoltato da tutti ma ovviamente maggiormente da Gianluca che,
con tutto l’alcool che aveva in corpo, aveva fatto una fatica bestiale
a non saltargli addosso per ringraziarlo con un bel bacio! Non era
facile stare fermo, la testa gli girava molto e sapeva che se avrebbe
solo alzato un braccio sarebbe caduto lungo disteso a terra.
Ale
lo guardò un attimo serio stupendosi di quella creatura che aveva
innanzi, poi si leccò le labbra e si accinse a rispondere con faccia
tosta e sincerità disarmante. Andava fiero del suo lato sessuale,
stranamente, anche se, tornando indietro, avrebbe fatto tutto
diversamente.
-
La prima volta a 12 anni! Sono stato sedotto da una più grande di me di
due anni in un giorno di pioggia! –
Questo
fu motivo di profondo stupore e shock per Samantah che era ancora
vergine. Gli piaceva Ale come persona eppure erano assolutamente quelli
più diversi. Lo vedeva quasi fiero di raccontare che aveva battuto
sessualmente parlando tutti quanti, non capiva come potesse esserlo ma
si limitò ad ascoltarlo con tanto d’occhi.
-
Poi ne ho avute molte altre sia con ragazze che con ragazzi, non ho mai
fatto distinzioni… ho avuto troppi posti strani, come voi non potrei
sceglierne uno, scuola, locali, parchi, bagni pubblici, strade e
vincoli, case sconosciute e abbandonate… modestamente mi sono fatto le
mie esperienze e sono molto apprezzato e ricercato anche per
questo! –
-
Si, ricercato dalla polizia come maniaco sessuale! –
Ecco,
l’aveva fatto… Gianluca aveva parlato e per un attimo tutti si erano
guardati pensando che, visto l’evidente ubriacatura, potesse succedere
qualcos’altro ma le risa di Alessandro e la successiva palpatina al
fondoschiena sodo poggiato sul materasso, avevano alleggerito la
situazione:
-
Mi hai beccato, caro… dopo ti do il tuo premio! –
Non
gli piaceva essere trattato così poiché giocava e non faceva capire
quanto serio fosse, lui invece voleva solo la verità, per una volta!
-
Insomma sei veramente un sesso-dipendente! –
-
No, caro, sono il RE del sesso! –
-
Batti Jude? –
-
Yes Sir! –
Rideva
felice e rilassato, era nel suo genere, un argomento che non lo turbava
minimamente!
Pensarono
che, alla fine, le domande di vendetta erano state solo quelle di Marek
e Daniel… certo, ma anche se Sam stra vedeva per lui e non era cattiva,
mancava comunque anche Gianluca, oltre a lei. E visto il suo tasso
alcolico tutti attendevano quel momento impazienti!
-
Cosa ti viene bene bene benissimo, a parte il basket? – Disse Samantah
sorridente e allegre:
- A
parte il sesso… - Disse Daniel mentre Alessandro stava per saltare
addosso e Gianluca e rispondere.
- A
parte le risse… - Disse Marek mentre stava per tirare un pugno al moro
inglese, sempre con l’intento di rispondere.
A
quel punto si dovette fermare ancora imbronciato e pensare seriamente a
cosa rispondere, dopo alcuni istanti si illuminò vincente e
soddisfatto:
-
Usare i coltelli! –
-
Davvero? In che senso? – Samantah… la dolce ed ingenua Samantah che
pensava si riferisse al cucinare… quante esistevano come lei?
-
Ti mostro! –
In
un lampo il biondo dai capelli mossi tirò fuori un coltellino e con una
luce pericolosa negli occhi, ma sicura, lo lanciò piantandolo nel legno
della testiera del letto dietro la nuca della ragazza che si trovò con
la lama che, nel lancio, le aveva sfiorato la guancia senza ferirla,
anche se per poco (fu guardato male da Marek e Gianluca, per questo);
immediatamente ne uscì un altro facendo la medesima cosa, piantandolo
sotto il primo, sempre sfiorando Sam, infine un terzo, questa volta
sopra gli altri due.
Ci
fu il silenzio per lo stupore poi un ovazione da parte dei più
incoscienti, erano sicuramente esterrefatti anche i silenziosi,
tuttavia la più entusiasta era proprio lei che si era messa ad
applaudire dicendo:
-
Ancora! – Come una bambina!
-
Quanti ne hai? – Chiese invece ammirato Daniel che gli piacevano queste
cose.
-
Soprattutto dove li tieni? – Disse invece preoccupato Marek.
-
Soprattutto li tieni sempre tutti con te? – Sbottò allarmato per la
propria incolumità Gianluca che per lo shock era tornato
momentaneamente in sé.
-
Già, ci vai anche a letto? – Samantah, e chi se non lei?
-
Eheh… già! – Ale invece rideva compiaciuto e divertito, il
suo ego si era ingigantito di molto, pane per lui!
-
Gian stai attento! – Sempre Sam al fratello… bè, a questo
punto c’era ben poco da dire: a rispondere fu il rossore dal biondo
dagli occhi verdi liquidi!
/
Tell me baby – RHCP /
Iniziò
con calma, il silenzio.
A
cosa era dovuto, ora?
Semplicemente
ad un unico fatto importante: ora toccava a Gianluca fare la domanda ad
Alessandro!
Fu
un attimo di sospensione pacifica, i due si guardarono mentre nessuno
osava fiatare, questa volta il torchiatore era il poco in sé Gianluca e
con la testa che gli doleva girando vorticosamente, tentò di capire
quale fosse la domanda migliore da fare, ci provò veramente. Lo fissava
da poca distanza con un cipiglio tetro, come se guardasse un nemico
crudele che somigliava ad un verme deforme, in realtà pensava che era
solo troppo bello per essere preso a pugni. Capì quindi che non era più
in sé, specie quando la domanda che formulò era quella che ledeva
maggiormente la sua famosa privacy, colei per cui anche in precedenza
aveva insultato Alessandro!
-
Alessandro, cosa provi per me? –
Ed
ecco la domanda, la musica si amplificò improvvisamente diventando rock
e non più una calma pacifica solo apparente. Solo la domanda diede il
via alle danze!
Fu
come un pugno, un accusa, il suo sguardo si era piantato nel suo
indecifrabile come i coltelli avevano fatto nel legno,
Alessandro ricambiava lo sguardo rimanendo in sé mentre Marek capiva la
fondamentale diversità… Gianluca aveva introdotto il discorso personale
solo perché era ubriaco e, nonostante questo, cercava di controllarsi
quanto più poteva, lo dimostrava che comunque l’aveva fatto puntando
l’attenzione sui sentimenti e non sulle voglie fisiche, sugli ormoni
come aveva fatto Alessandro.
Erano
molto diversi.
Samantah
si accigliò molto sentendolo chiedere una cosa simile davanti a tutti
dopo che aveva ammonito il compagno perché non voleva parlarne davanti
a ‘quattro deficienti qualunque’!
Trystin
fece un impercettibile sorrisino indecifrabile e Daniel invece accentuò
il suo ghigno naturale, gli piaceva la situazione anche se stare ad
assistere in quel modo era in effetti indelicato… era approfittare
dello stato disinibito del compagno di squadra.
Alessandro
e Gianluca si guardarono con attenzione, ignorando gli altri, si vedeva
che il giovane dagli occhi verdi ora quasi liquefatti per aver bevuto
troppo, non era molto in sé tuttavia era convinto, l’altro, che non
fosse completamente ‘andato’. Ne era perfettamente consapevole,
conosceva quel ragazzo abbastanza da sapere che aveva un auto controllo
incredibile perfino in certe situazioni. Lui quando insultava o si
lasciava andare in cattiverie verso chi lo intralciava (tutti), non lo
faceva perché perdeva il controllo ma perché era seriamente convinto
che andava fatto. Così in quel momento sapeva che Gianluca era
cosciente di ciò che stava facendo, seppure i suoi freni inibitori
fossero comunque molto allentati.
Non
fece nulla per un bel po’ mentre sentiva la musica immaginaria fare un
gran caos fuori e dentro di sé.
Come
poteva succedergli una cosa simile proprio a lui?
Non
aveva mai avuto problemi di alcun tipo, aveva sempre risposto
perfettamente a tutto, non si era dato pena a parlare anche di cose
personali, seppur a modo suo. Ora la confusione più totale albergava in
lui, come se quel famoso rock che era iniziato dolcemente, l’avesse
ingannato.
Il
punto era uno: gli aveva fatto la domanda giusta.
La
ritorsione!
Si
morse la lingua contraendo impercettibilmente i muscoli del corpo,
qualcosa che fu notata dal ragazzo davanti a lui che lo fissava
insistente e deciso, motivo anche questo di profonda attrazione. Era
dura stare fermo, anche parlare lo era stato ed infatti aveva detto
qualcosa che normalmente non avrebbe detto davanti a tutti.
Fu
così lungo quel momento che tutti si chiesero se per caso non si
stessero parlando telepaticamente, ma nessuno intervenne in quel loro
momento.
“Cosa
diavolo dico, ora? Perché deve metterla per forza sul lato
sentimentale? È presto, siamo giovani, che ne sappiamo noi dei
sentimenti? I miei sono morti coi miei genitori… certo, Jack è da un
po’ che sta facendo di tutto per ritirarmeli fuori, ma è ardua… ancora
non sono pronto per ammetterlo. Sono più simile a Marek di quel che
sembra. Non è un argomento che voglio affrontare ora, non a causa di
tutta questa gente. E' proprio una cosa mia, non ho alba di cosa io
provi, né per lui né per nessun altro. Per ora sono solo istinti, lo
voglio fisicamente e mi diverto a torturarlo perché so che mi vuole e
voglio che sia lui a violentarmi e non io, non lo bacerò finchè non
sarà lui a farlo. Però al di là di questo non so rispondere. Cosa provo
per lui?
Dannazione,
doveva per forza metterla sotto questo piano?
Proprio
lui?
Cazzo!
Sempre
lì si deve andare a parare… oh, al diavolo, non sono tenuto a
rispondere!
Il
silenzio, il mio silenzio, come risposta può dire tutto e niente,
vedremo come lo interpreta lui. Sarà interessante anche questo, tutto
sommato! ”
Così
decidendo riassunse lentamente la sua aria sicura con un fondo d’ironia
e malizia e, al culmine di quel famoso rock che irrompeva negli animi
di tutti ma soprattutto in quelli di Gianluca e Alessandro, non staccò
gli occhi dai suoi, strinse l’oggetto che aveva fra le mani e diede la
sua risposta.
Tutti
si aspettarono di sentirgli dire una delle sue solite uscite scherzose
che avevano un fondo importante di verità, tutti, nessuno escluso.
Quando invece lui prese la bottiglia di vodka bianca e se la scolò fino
alla fine senza la minima piega, anzi con una strana luce nello
sguardo, quasi malefica, rimasero di stucco. Quasi rabbrividirono
realizzando il suo reale stato interiore. Alessandro aveva un enorme
difficoltà a capirsi. Era questa l’unica verità.
/
Everybody get up – Five /
Che
la ‘risposta’ non fu gradita era scontato, quel che invece stupì fu che
a reagire per primo non fu Gianluca, bensì Daniel che si esibì in un
magnifico sputo in faccia al rivale di fronte a lui!
-
Vigliacco! Dovevi rispondere, altrimenti come ci vendichiamo
noi? –
Ecco
cosa gli premeva maggiormente a lui.
Tutti
si premettero le mani sul volto, consapevoli cosa sarebbe successo,
Marek pensò che la vodka avesse fatto effetto anche su di lui ma
Trystin sapeva bene che lui, così, era più che normale!
-
Che te ne frega a te, stronzo? –
Fu
la risposta veloce di Alessandro prima di buttarsi letteralmente sul
moro per atterrarlo, ci riuscì facendogli anche un considerevole male
ma non solo a lui… investì anche il compagno inglese che aveva pregato
di starne fuori. Si trovò con un labbro dolorante per la spallata
dell’impetuoso animale, Daniel lo notò subito e con un ringhio continuò
ad insultarlo spingendolo con un calcio che lo fece finire addosso a
Marek. Anche lui sperava di scappare da quella rissa scontata e
naturale visti i tassi alcolici e di incoscienza naturale, non ce
l’aveva fatta così ora si sorbiva un atterraggio sul letto con una
fitta di dolore al petto, grazie al dolce peso dell’ala della squadra!
-
Porca… -
Riuscì
a trattenersi nonostante avrebbe voluto lasciarsi andare, per lui
provvide Samantah che, come angelo protettore delle ingiustizie e del
suo amore, artigliò la caviglia di Alessandro per tirarlo via dal suo
adorato principe azzurro, una volta fatto lo deviò su Gianluca per non
farsi lei del male.
Anche
lui aveva sperato di evitarlo, dopo tutto quello che aveva dovuto bere
sentirsi colpire con una testata della causa dei suoi mal stare
interiori, gli provocò un conato di vomito che non potè trattenere. Fu
comunque pronto a girarsi e beccare la prima cosa che gli venne in
mano: trattandosi del borsone di Alessandro, si potè immaginare come
continuarono le cose!
Quello
che aveva vomitato stava decisamente meglio riguardo alla sbornia,
stava peggio però riguardo il morso di vendetta del proprietario del
borsone che, dimentico della loro situazione, non si diede pena a
maltrattarlo. Non piacque nemmeno questo all’angelo protettore delle
ingiustizie che, senza pensarci di nuovo, lo artigliò con le gambe per
dietro, attorcigliandogliele intorno alla vita con forza, e facendo
leva sulle mani, lo strattonò per toglierlo dalla chiappa che stava
mordendo; riuscì nel suo obiettivo ma, come al solito, aveva fatto male
i calcoli dal momento che finirono entrambi addosso a Daniel e Trystin,
di nuovo!
Il
secondo cercò di sciogliersi dall’intreccio assurdo di copri, motivo di
grande dolore per lui, Daniel invece fece di tutto per non farseli
scappare: sì, insomma… doveva pur fargliela pagare, no?
Ecco
perché afferrò con ogni arto possibile tutti quelli che gli stavano
addosso, compreso, senza accorgersene, Trystin; si mise a stringere
indeciso su chi colpire per primo, questo fece diventare bluognoli
tutti e tre:
A
levarsi fu, a sorpresa, una lunghissima imprecazione in inglese di
cinque minuti abbondanti che fece bloccare tutti come in un ferma
immagine… era il compagno di quello che al momento sembrava un
giocatore di Wrestling, quando non ce la faceva più insultava in
inglese!
-
Ops… -
Disse
solo questo il colpevole mollando tutti, quando lo fece ovviamente si
beccò un pugno da Alessandro ed un calcio da Samantah che poi volò
dietro a Marek stufa di farsi male. Decisa a farsi difendere, si
abbracciò come un koala alla schiena del suo innamorato che cominciò a
pregare per la sua vita, fu buffo vederlo altamente preoccupato; quando
finirono per coinvolgere anche i rimanenti in una mega mossa dello
stesso sport sopra citato, le cose degenerarono del tutto e fra urla,
offese e lotte varie, tutti temettero di non uscire vivi da quel regno
infernale!
Le
teste giravano vorticosamente per quel goccio che bene o male tutti
avevano bevuto, i dolori che avevano ovunque ed i sensi rallentati ed
annebbiati fecero il resto… nessuno diede il colpo di grazia finale o
riuscì a farli smettere del tutto, semplicemente si spensero
lentamente, senza motivazioni particolari se non il sonno che cominciò
a prenderli dopo una nottata simile e le luci dell’alba che
cominciavano a farsi vedere fuori dalla finestra.
/
Per un’ora d’amore – Antonella Ruggero & Subsonica /
Il
sonno era calato su tutti e sei, incredibilmente si erano spenti,
lentamente ed inesorabilmente. Il risultato di quella nottata assurda
che aveva come sancito un nuovo forte legame amicale e oltre per
qualcuno, erano quelle tre coppie addormentate su quel letto
improvvisato matrimoniale.
Si
erano stesi ingarbugliandosi per essere più comodi e, visti alcuni
elementi, era normale vedere Samantah rimasta abbracciata alla schiena
di Marek per dormire; lo era anche vedere lo stesso rassegnato a quel
piccolo uragano che sapeva non l’avrebbe più mollato per una scusa o
per l’altra; era normale che il davanti di Marek fosse invaso da
Trystin e Daniel, sembrando che il moro abbracciasse i due; come era
normale perfino che un braccio di Trystin circondasse Daniel che gli
dormiva sopra e l’altro invece fungesse da cuscino a Gianluca che aveva
Alessandro sopra abbracciato a lui!
Non
era certo ancora mattina, tuttavia il chiarore cominciava a notarsi
all'orizzonte, la stanza era in penombra e il silenzio interrotto solo
dai respiri più o meno pesanti dei sei individui addormentati.
Alessandro
prima di mettersi a dormire stanco morto, aveva placcato Gianluca con
decisione e senza giustificarsi l'aveva abbracciato alla vita,
poggiando comodamente la testa al petto. Sembrava un bambino, in quel
momento. Eppure così non era viste tutte le esperienze che si intuiva
aveva già fatto. Forse però era un bambino che aveva avuto troppe
esperienze da adulto. Chi poteva dirlo.
Fatto
era che aveva solo un gran bisogno di calore umano, lo confondeva con
quello fisico ma era diverso. Non era bisogno di sesso ma di
sentimento, ecco perchè si intestardiva assurdamente con Gianluca, solo
per quel motivo. Ma non l'avrebbe ammesso facilmente.
Fu
Alessandro a svegliarsi per primo, notò Trystin e Daniel accanto a loro
su cui Gianluca era accoccolato, dormivano tranquillamente e non si
erano nemmeno fatti problemi a baciarsi prima di addormentarsi. Erano
da ammirare.
Li
invidiò, improvvisamente sentì quel moto netto che lo fece agire senza
riflettere, con la pesantezza del sonno che lo divorava mischiato alla
voglia, bisogno, di Gianluca. Di qualcuno che lo voleva a sua volta.
Cosa voleva? Lui? Il suo corpo? Cosa?
Era
assurdo che fosse così importante... era solo fisico, no?
Non
si rispose ma con la ragione impastata ed i sensi non del tutto attivi,
cominciò ad accarezzare il comodo corpo del ragazzo sotto di lui. Aveva
bevuto e probabilmente non si sarebbe svegliato ma anche se fosse
successo non gli sarebbe importato, come sempre. Lui aveva voglia e
basta.
Gli
infilò le mani sotto la maglietta alzandogliela fino alle ascelle,
scoprendogli il petto che si alzava e abbassava regolarmente. Per un
momento lo guardò dormire... era un tipo interessante ma non
bellissimo, non uno sexy e nemmeno un angelo. Era carino, si, ma non
era l'aspetto che l'accendeva a quel modo.
Forse
non era quello.
Smise
di guardarlo e cominciò a sfiorare il petto con le labbra, il respiro
leggero per non svegliarlo, le dita sui capezzoli che reagivano
inconsciamente, era eccitante anche così.
Sostituì
le labbra alla lingua per poter assaggiare la sua pelle calda, andò
così sui capezzoli al posto delle dita e si occupò di essi con lentezza
ed esperienza, senza essere troppo aggressivo, in modo da dare un
piacevole sonno al compagno che, sussultando, pensava il suo sogno
fosse erotico.
Ebbe
un sorrisino malizioso, se si sarebbe svegliato in quel momento sarebbe
stato comunque divertente...
Si
stava eccitando lui stesso, premendo il bacino contro le sue cosce
rilassate; sentirlo così abbandonato sotto di lui era terribilmente
piacevole, come una tortura per lui stesso. Andò infine, sempre con
movimenti languidi, alla cintola dei pantaloncini, non si era messo il
suo famoso pigiama, quella sera ma non era comunque in
intimo. Arrivò anche sotto gli slip e senza inibizioni o problemi
alcuni continuò l'esplorazione in quella parte del suo corpo maschile
che desiderava da un po'.
Per
Gianluca sentirsi riportare al risveglio in quel modo eccitante e
piacevole non fu affatto una tortura, anzi, fu il risveglio
migliore che fin'ora gli avessero riservato.
La
consapevolezza che fosse lui, Alessandro, per una volta non lo turbò,
né lo spaventò.
Pensò
solo che, forse, quello era il momento di parlarne o di lasciarsi
andare. Pensò che, magari, visto che era così bello poteva anche
ricambiare ignorando gli altri addormentati lì accanto a loro.
Sentì
anche il braccio sotto il suo collo, era di Trystin, sentì anche il suo
fianco contro di lui sul quale era stato appoggiato dormendo. Che
strana situazione, una situazione decisamente anomala e rischiosa.
Aveva
male alla testa ma il piacevole massaggio con mani e lingua del ragazzo
che voleva di più in assoluto gli impediva di preoccuparsi granché, di
stare eccessivamente male, insomma. Il piacere superava il dolore.
Provò
a fare attenzione. Aveva anche Trystin addosso a lui, il bel Trystin
che tutti potevano desiderare senza preoccuparsi di essere strani o
bestiali poiché era obiettivamente bello. Poi portò a fatica i sensi su
Alessandro che gli stava facendo quel lavoro con le mani lento e
sensuale. Non è che era diverso perchè uno lo eccitava fisicamente
mentre l'altro dormiva... non sentiva alcun desiderio o
accelerazione cardiaca per il bell'angelo. Niente se non un ammirevole
sentimento perchè doveva sopportare quella belva di Daniel!
Non
era gay, non lo pensava, non erano nemmeno ormoni... era solo
Alessandro.
Ora
c'era da capire cos'era per lui, invece!
Si
concesse di muovere le proprie mani sulle braccia forti del compagno,
giungere alle spalle e carezzarlo febbrilmente sulla schiena e sulla
nuca, scompigliandogli i capelli già ingarbugliati. Non voleva
smettesse.
Mosse
lievemente la testa all'indietro con un lontano timore di svegliare
l'amico accanto, pericolo che rendeva tutto ancor più eccitante.
Non
avrebbe mai voluto che smettesse e il mugolio glielo indicò, lo sentì
sorridere malizioso per la consapevolezza che era sveglio ma che voleva
continuasse.
Era
facile, così... troppo.
Ma
se si sarebbe fermato cosa avrebbe fatto Gianluca?
Esperimento
interessante, pensò che avrebbe dovuto sospendersi anche se
lo sentiva al limite e sapere di provocargli piacere a quel modo era
benzina sul fuoco, pensò ancora altre cose che rimasero solo nella sua
mente poiché non aveva assolutamente la forza di agire diversamente dal
continuare ad eccitarlo giocando con quella parte del suo corpo che
diventava dura, sempre più, fino al culmine in cui solo con lo
strofinarsi addosso a lui che gli stava sotto, vennero insieme senza
freni di alcun tipo se non i propri pensieri.
Non
avrebbero voluto lì, così, però una volta innescato il meccanismo non
sarebbero riusciti a fermarsi.
Quando
i loro corpi tremarono insieme fino a bagnarsi per l'orgasmo appena
raggiunto insieme, tendendosi fino allo spasmo, sospendendo ogni altra
funzione vitale, si accasciarono a peso morto l'uno sull'altro,
ansimanti ed ancora eccitati.
Sconvolti.
Già,
proprio sconvolti per la violenza di quelle SENSAZIONI nuove che via
via erano sempre diverse, sempre più forti ed impossibili da ignorare.
Si ritenevano come una droga l'uno per l'altro e se da parte di uno
c'era la disponibilità ad approfondire per avere qualcosa di decente e
di buono, da parte dell'altro in questo senso c'era la paura più totale.
Alessandro
aveva paura, paura dei sentimenti, dell'amore, di lasciarsi andare, di
sbagliare, di soffrire... paura.
Ecco
perchè quando Gianluca gli aveva preso il viso fra le mani
alzandoglielo vicino al suo per guardarlo e gli aveva sussurrato:
-
Perchè? E' solo un fattore sessuale? Cosa vuoi da me? -
Alessandro
aveva spalancato gli occhi azzurri trovandosi brevemente catapultato in
un vortice ingestibile, il suo panico, la sua paura. Cosa rispondere ad
uno sguardo così intenso e sincero? Diretto... troppo...
- I
- io... non so... avevo voglia di
farlo... -
Balbettò
vago il ragazzo mostrando questo suo stato pietoso.
Già,
le cose gli erano decisamente sfuggite di mano tanto che non poteva far
altro che scappare lui stesso, appoggiandosi svelto sul suo petto, di
nuovo comodo, per far finta di dormire e non parlare più di
quell'argomento, non ancora.
Era
vero, le cose si erano ritorte contro di lui.
Alessandro
non avrebbe dormito nemmeno le ore rimanenti.