Questa è La Mia Vita
GianAle
MarekSam


CAPITOLO 3:

BENE E MALE
 
‘Fra due così strano, fra gli altri due così terribile. Alla fine, chi vivrà vedrà!’
 
/ Acida – Prozac +/
L’uomo si stava davvero penando per mostrare la nuova tecnica difficile ai suoi ragazzi seduti attenti a guardarlo. Non aveva la palla, mimava lento i movimenti per farli vedere e apprendere. Non gradì quindi notare Alessandro accanto a lui che con la sfera di cuoio eseguiva la mossa ripetutamente in esempio ai compagni seccati, lo faceva nel modo più semplice e giusto del mondo lasciando Jack disarmato. Che diavolo aveva fatto per meritarselo? Glielo diceva un sacco di volte, non doveva fare le dimostrazioni se non glielo chiedeva, ma lui No…doveva per forza farsi vedere superiore…finendo per ridicolizzarlo!
- ALESSANDRO! SMETTILA IMMEDIATAMENTE O TI BUTTO FUORI DALLA SQUADRA! E’ DA QUANDO ERI UN POPPANTE CHE MI FAI QUESTO SCHERZO ED E’ DA QUELLA VOLTA CHE TI DICO SEMPRE DI NON FARLO CHE MI URTA TERRIBILMENTE!-
In tutta risposta il biondo senza smettere di palleggiare sul posto passandosi la palla sotto le gambe in un cambio continuo di mano, mutò il sorriso sbieco e strafottente in uno casto e innocente, da perfetto lecchino quale era:
- Ma io…veramente…volevo solo rendermi utile…non volevo farla arrabbiare!-
Convinse poco tutti avendo solo il potere di farsi odiare maggiormente da un nome specifico, nonché dal resto della squadra!
Gianluca seduto con gli altri aveva smesso di guardare la scena da quando si era alzato in piedi per prendersi gioco di tutti.
Mantenendo uno sguardo freddamente irato, aveva spostato la sua preziosa attenzione altrove, senza vedere esattamente nessuno dei presenti. Detestava queste manifestazioni inutili, specie chi leccava. Perché quel tipo doveva essere così insopportabile?
Ogni gesto che faceva lo irritava, ogni espressione, movimento, persino la sua bravura.
“Certo che anche io sono capace di fare quella mossa, è facile, sono capace di fare un sacco di altre cose, cosa credi, deficiente. Ma mica lo sbandiero ai quattro venti! Agli altri frega poco se sono capace o No….penso che importi meno di zero di me…come ne importa di te. Quando la smetterai di fare lo scimmione esibizionista sarà sempre troppo tardi! Spero che un giorno ci libererai della tua idiozia e pesantezza!”
Pensava così gelidamente il biondo.
- Gianluca, ripeti l’esercizio veloce andando poi a canestro, mostralo ai tuoi compagni…-
Sentitosi chiamare in causa scosse gli occhi verdi dal nulla in cui erano fissati e li posò controllato su quelli dell’allenatore che aveva parlato.
- Cosaaaa?! Perché lui si? Perché lui? Io l’ho pur fatto vedere e non andava bene!-
La verità era che Jack aveva paura di sbagliarlo facendolo veloce e gli seccava ammettere che Alessandro aveva fatto qualcosa di buono per una volta.
Gianluca piantò un sorrisino quasi impercettibile sulle labbra sottili e strette, si alzò e prendendo la palla a terra con disinvoltura e semplicità aliene eseguì la nuova tecnica difficile con classe ed eleganza, e sempre con la stessa classe andò a canestro segnando il punto. Infallibile, ovviamente!
All’altro biondo parvero andare a fuoco le sinapsi coi neurotrasmettitori dentro, vista l’espressione che fece squadrandolo malamente. Lui quando c’era qualcosa che non gli piaceva aveva il vizio di darlo maledettamente a vedere nel modo più fastidioso possibile, al contrario del rivale che spostava la sua attenzione senza dare soddisfazioni.
Nuovamente infatti senza farsi notare incurvò l’angolo sinistro della bocca in un ghigno che fu solo un lampo.
Era soddisfatto.
E lo fu maggiormente quando Jack disse:
- Molto bene, visto che Marek me l’ha rubato tu sorella, farai le sue veci e ti prendi un gruppo insegnando la mossa per bene, io lo farò con gli altri.-
Gli parve di riprendersi la sua grande rivincita, sentiva le onde negative di Alessandro colpirlo e maledirlo. Quanto stava bene sentendole…esprimendo solo calma e pacatezza, con determinazione si avviò in un angolo della palestra aspettando che arrivassero i menomati a cui doveva insegnare. Aveva una bassissima considerazione dei compagni di squadra seppur molti di loro capaci.
- MA MAESTRO! PERCHèèèèèèèè PROPRIO LUIIII! COS’HA LUI CHE IO NON HO? POSSO FARLO ANCHE IO! NE SONO CAPACE!-
Ci rimase malissimo Alessandro notando la chiara preferenza dell’allenatore, non gli piacque. Sgranò gli occhi non potendo credere ai suoi orecchi, senza pensarci su si permise di fare subito una storia lunghissima per questa imparzialità!
- Io faccio quello che voglio, ho più anni di te per molti motivi, fra i quali poterti trattar male e sminuirti! Il mio compito è quello di sgonfiarti un po’! e poi è vero! Preferisco Gianluca a te…è meno fastidioso, lui fa e basta!-
Si permetteva eccome di essere così sincero. Era nel suo carattere, per questo ai ragazzi della sua squadra piaceva così tanto!
Riuscì a lasciare senza parole l’interlocutore, ma quando aggiunse:
- E tu vai nel suo gruppo ad imparare, che non ti sopporto più alle mie costole!-
Qui la felicità trionfale di Gianluca cadde con i gioielli di famiglia, mentre quella di Alessandro risalì notevolmente. Con aria sadica corse accanto al capo gruppo che avrebbe voluto volentieri uccidersi.
Lo odiava. Cosa aveva fatto per meritarsi una tale punizione?
Non mostrò nemmeno qua la sua immensa contrarietà e disperazione, lo ignorò totalmente, o ci provò. Al contrario l’altro lo fissava e lo provocava in tutti i modi, a spiegare si era messo accanto a lui e ripeteva correggendolo quel che diceva, una vera disgrazia. All’ennesima occhiataccia non considerata, Gianluca fece partire la palla nella sua direzione colpendolo in piena nuca. Non ne poteva più di lui e normalmente non aveva pazienza, poi quando si trattava di avercela con Alessandro, spariva del tutto. Finiva sempre per mostrarsi come realmente era. Terribilmente suscettibile e permaloso.
- Ehi idiota, cosa fai?-
- Quello che vedi, ritardato!-
Intavolarono subito una discussione accesa che sfociò alle mani se non fosse stato per l’intervento di un loro compagno che di natura andava d’amore e d’accordo con tutti tranne che con loro due, poiché nessuno andava d’accordo con loro due…Era Francesco, non un altezza notevole e nemmeno un fisico asciutto e muscoloso, diciamo non scheletrico e spigoloso. Quel che piaceva era il viso, classico bel ragazzo, semplice e interessante. Proprio quel tipo di bellezza che piaceva bene o male a tutti. Ogni ragazza era almeno un po’ innamorata di lui. Pacifista di natura, simpaticissimo, allegro, artista, disarmante, sempre al centro dell’attenzione e ben voluto da tutti. Aveva mille amici e ci sapeva fare in ogni cosa. Sport, studio, socializzazione, bello, famiglia affiatata…era il classico ragazzo perfetto con un buon carattere che faceva ridere e andava d’accordo con tutti, da sposare. Non pesava la sua perfezione se non a tipi sadici e odiabili come Alessandro. A Gianluca gli stava indifferente.
Come tutti.
- Ragazzi, direi di smetterla!-
I due lo guardarono, uno senza vederlo e l’altro irritato per l’interruzione. Gli sarebbe piaciuto spaccargli la faccia!
Ma anche lì la cosa era caduta, come sempre, e rimandata alla partita dove sicuramente Jack li avrebbe messi l’uno contro l’altro…insieme sarebbero stati troppo forti, no? Insieme sarebbero stati magnifici ed utopici!
 
/Dreams – Cramberries/
Nell’altra stanza la situazione non procedeva meglio.
I grandi occhi scuri ed espressivi della mora svenuta si aprirono e la prima cosa che videro fu proprio il volto perfetto ed intrigante del suo Principe Azzurro sempre sognato, i suoi occhi azzurri acquatici, la sua bocca ben disegnata in un sorriso enigmatico. Dal pallore passò subito al rossore violento. Non trovò le forze di muoversi e parlare. Serrò la bocca, spalancò lo sguardo stralunato e si irrigidì. Cosa poteva dire?
Quanto avrebbe voluto che Gianluca fosse stato lì…
- Ti sei svegliata…-
Fu Marek il primo a parlare con quella sua voce sfumata e calda. Troppo per i gusti di Sam che non si era ancora ripresa del tutto. Forse stava sognando…era già la seconda volta che le parlava in un giorno…ed erano soli in una stanza..e così vicini.
Ora poteva morire felice!
A lui piacque la nuova espressione comica che assunse la ragazza, era buffa, riusciva sempre stupirlo.
- Come ti senti? Gianluca ha detto che hai cali di pressione…-
D’istinto, come per ogni cosa che faceva, rispose senza capire la copertura falsa del fratello.
- Ma veramente io sono sempre sana come un pesce….io cali? -
Poi però realizzò che avrebbe potuto essere una scusa per aiutarla a non fare una figura di merda. Solo dopo alcuni minuti realizzò l’ennesima figura di merda che aveva fatto.
Anzi, più di una!
Era svenuta quando lui l’aveva toccata, fra le sue braccia…e come se non bastasse era stato solo con lei per tutto il tempo e lei aveva dormito…e per finire…aveva buttato nel cesso l’ultima parvenza di normalità!
Erano cominciate le litanie mentali mentre i dava della stupida, senza saper cosa dire. All’ennesima visione buffa della ragazza, Marek fece un sorriso che a lei parve tenero e sexy insieme.
- Non preoccuparti, bevi del caffè, tieni.-
Così dicendo porse un bicchiere di caffè espresso ad una rossissima e ammutolita Sam che non sapeva se svenire nuovamente oppure se provare a spiccicare qualcosa di sicuramente stupido!
Prese l’oggetto sfiorando per sbaglio le dita affusolate del ragazzo che non le ritrasse e non parve nemmeno notarlo.
In compenso lei lo notò anche per lui. Persino i capelli sembravano ramati, attualmente. Cercava di far circolare in modo regolare il sangue, invano, ovviamente, visto che non riuscì nemmeno a dire grazie.
Entrambi avrebbero dato oro per poter leggere nelle menti dell’altro, per Marek sarebbe stato spasso assicurato, per Samantah forse sarebbe riuscita a decifrare almeno un po’ quel tipo così affascinante e misterioso.
- Stai meglio?-
Annuì energicamente sedendosi di scatto. Stava effettivamente benissimo, era una ragazza forte e piena di energie, altro che cali di pressione. Lui non era stupido e l’aveva capito da subito. Passandosi una mano fra i capelli sperando di non averli troppo impietosi, si alzò riuscendo finalmente a dire:
- Possiamo andare di là…-
Questa volta lui non parlò, le lanciò un ultima penetrante occhiata che la fece morire e resuscitare subito, poi si avviò uscendo dalla stanza facendosi seguire.
Era divertente. Tutti e due. Una super agitata che non riusciva a mascherare le proprie emozioni, iperinnamorata e abbonata a figure orrende; lui calmissimo e controllato, misterioso e affascinato da una tipa strana come quella. Si sarebbe divertito con lei. Lo sapeva. Per cui aveva deciso di vedere un po’ come fare per non ricacciarla nel suo posticino di vedetta lontano!
Mentre fra loro le cose andavano così stranamente, fra gli altri due la situazione era sempre più tesa e pessima.
Avrebbe visto chi sarebbe rimasto vivo!