Questa è La
Mia Vita
CAPITOLO
7:
SPICCHI
DI CIELO TRA BAFFI DI FUMO
'Ammirati,
Disprezzati, Derisi, Invidiati. Ma mai ignorati o indifferenti.'
/
Easy – Faith No More /
Gli
allenamenti erano in pieno svolgimento anche quel giorno.
La
palestra piena di ragazzi era allegramente vivacizzata da voci,
rumori di palle di cuoio sul parquet, urla di incitamenti e anche
litigi, i soliti.
La
partita d'allenamento vedeva come al solito Gianluca contro
Alessandro.
I due
finivano come sempre per essere al centro dell'attenzione anche
contro la loro volontà. Non che ad Alessandro dispiacesse,
in
fin dei conti ci godeva a sentir parlare di sé e i suoi
compagni di squadra lo accontentavano puntualmente.
Tuttavia
fra tutti non erano gli unici due validi.
C'era
una grande coppia in quel gruppo, una combinazione che faceva invidia
a molti poiché non era affiatata come squadra ed era
difficile
trovare certe combinazioni.
Questa
coppia era composta dal playmaker e dalla seconda guardia.
Ma
nonostante la loro amicizia e il loro affiatamento nel gioco, non
potevano essere più diversi come persone.
Dopo
l'ennesimo scambio di passaggi dei due fu Francesco, il playmaker, a
passarla per primo a Gianluca lanciandolo a canestro, ovviamente fu
prontamente inseguito da Alessandro, presto si inscenò un
magnifico uno contro uno che tutti osservarono incuriositi.
Nessuno
era certo sull'esito dello scontro, si alternavano le loro vittorie
eppure… eppure Francesco al contrario degli altri aveva una
forte
convinzione.
Era
sempre stato con Gianluca in squadra e aveva potuto studiarlo bene
nel corso degli anni; sin da piccolo aveva avuto la dote di riuscire
ad inquadrare gli altri, figurarsi poi potendolo fare sin da bambino.
Non
erano amici, solo compagni di squadra al di fuori della quale erano
sconosciuti.
Non
sapevano nulla l'uno dell'altro, eppure era un talento naturale.
Francesco dai ricci capelli castani che gli coprivano morbidamente il
collo incorniciandogli il bel viso e dagli occhi cioccolatosi, aveva
inquadrato perfettamente il biondino introverso e freddo.
C'era
una sostanziale differenza fra Alessandro e Gianluca nonostante di
pasta fossero uguali, ovvero detestabili per la loro idiosincrasia.
Ribelli
tutti e due, uno era chiuso e serafico, l'altro esplosivo e
iperattivo.
Ma non
solo.
Ne era
convinto.
Fra i
due avrebbe sempre vinto Gianluca a meno che non si sarebbero messi a
collaborare.
Perché?
Non
riusciva a spiegarsi bene nonostante le parole le sapesse usare
eccome. Era un istinto, una sensazione.
Era
superiore ad Alessandro di non molto, vero, ma lo era.
Forse
dipendeva dal fatto che nel gioco entrambi erano individualisti ma al
momento giusto, se serviva, Gianluca sapeva fare gioco di squadra e
chiedere aiuto, Alessandro non l'avrebbe mai fatto, infatti spesso
finiva fregato dai trucchetti di Jude e dallo stesso suo rivale.
Il
ribelle biondo che non sapeva stare fermo un secondo e si prendeva
gioco di chiunque, era più immaturo.
Immaturo
sotto il punto di vista cestistico perché nella vita non
aveva
idea di chi fosse.
Gianluca
al contrario era solo molto irrequieto e tormentato... insolitamente,
visto che aveva tutto quel che uno poteva desiderare.
Non
l'avrebbe psicoanalizzato anche se avrebbe potuto tranquillamente,
per quello c'era Manuel sicuramente più indicato per quel
ruolo.
Nel
basket, però, Gianluca era superiore e avrebbe vinto il loro
confronto generale, non gli scontricini frettolosi di poco conto. Ne
era sicuro.
Alessandro
doveva ancora maturare e capire la vera mentalità del
‘basketman’.
/
Talk show host – Radiohead /
-
Francy, ti sei addormentato? -
Jude
scosse dalle sue considerazioni l'amico. Sicuramente stava
scommettendo con sé stesso sulla vittoria di Gianluca.
A lui
non interessavano per nulla quei due, tutto sommato potevano giocare
come volevano, tanto erano geniali con una palla in mano. Potevano
anche farsi di cose pesanti per essere così stupidi e
antipatici, a lui non lo toccavano, ma c'era una cosa che gli dava
profondamente fastidio.
Molto.
Specie
in Gianluca. Dal suo punto di vista faceva la vittima ed era una cosa
altamente detestabile.
Più
ben visto era Alessandro. Tutti sapevano che era povero in canna e
anche se avrebbe avuto motivo di auto commiserarsi, non lo faceva. Si
dava da fare per avere tutto quel che desiderava e girava a suo
favore ogni colpo basso che riceveva dalla vita. Lui, nonostante il
caratteraccio da prendere a pugni, gli stava più a genio.
Certo,
se non fosse stato per la sua bellezza selvatica che gareggiava
troppo con la sua da 'gran pezzo di gnocco', sarebbe stato ancora
meglio!
Era un
suo rivale nel campo delle donne, per questo anche lui, alla fine,
era segnato sul suo libro nero.
Questo
gli bastava.
Separava,
però, queste motivazioni futili personali di odio, dal
basket.
Faceva
sempre il gioco giusto al momento giusto e questo importava.
Francesco
e Jude si rimisero in posizione, il loro compagno aveva vinto lo
scontro mettendo a segno altri due punti.
Quello
che gli importava era giocare in combinazione con Francesco, andare a
letto con le donne che voleva, sentirsi quindi amato e ammirato e
fare una vita da gatto, come quella che effettivamente conduceva.
Quello
che guardava negli altri non era il carattere o le loro
capacità,
tanto meno le qualità ma solo ed esclusivamente i punti che
lo
infastidivano tanto da invidiare.
Alla
fine verso Gianluca si riduceva tutto all'invidia, perché
lui
aveva tutto e non apprezzava nulla mentre c'erano persone che, come
lui stesso, non avevano avuto nulla dalla vita ma si erano date da
fare per tirarsi fuori dallo schifo e, nonostante ci fossero ancora
dentro, si prendevano quello che volevano essendo altamente
soddisfatti del risultato finale ottenuto.
Questa
visione di Gianluca che molti avevano, era superficiale e sbagliata.
L'avrebbero
imparato lentamente grazie ad Alessandro che stava sulle scatole a
Jude esclusivamente per la sua bellezza maledetta!
/
Session – Linkin Park /
Toccò
quindi all'altra squadra impostare l'azione.
Alessandro
già piazzato sotto canestro attese il passaggio di Manuel,
il
playmaker dell'altra squadra. Convinto che sarebbe arrivato subito.
Il
moretto minuto e magro non era più pettinato e perfetto come
in ogni santo momento della giornata, ora aveva i capelli spettinati
e il sudore gli colava ai lati del viso, disordine voluto anche dagli
occhiali plastici con l'elastico che portava per la vista.
Da
dietro quelle lenti trasparenti osservò veloce e schematico
i
compagni e gli avversari riflettendo a modo di tema argomentativo
sulle possibilità attuali.
Analizzò
la posizione dei singoli giocatori e con la sua mente quadrata ed
efficiente arrivò alla soluzione che Alessandro era marcato
troppo stretto da Gianluca, essendo così inutile visto che i
due si annullavano a vicenda, aveva facilmente scartato il poco
intelligente compagno che si sbracciava gridando in maniera
imbarazzante.
Fece
finta di non vederlo, quindi, e mantenendo a fatica il possesso di
palla visto che Francesco ci dava dentro, optò per un'altra
azione vincente.
Fece un
tiro lungo, ben calibrato su qualche centimetro più corto
rispetto al canestro, non ci fu bisogno di dirlo, il passaggio fu
capito e il falco della squadra spiccò il volo prendendo la
sfera e buttandola subito direttamente nel cerchio di ferro in una
schiacciata maestra.
Perfetto
così.
Tuttavia
ora gli toccò inevitabilmente spiegarsi al fastidioso
Alessandro che a passo di carica era arrivato ad insultarlo per il
non passaggio.
- Senti
incompetente imbranato! Dovevi passarla a me! -
Manuel
puntò i suoi occhi verdi brevemente in quelli azzurri
fiammeggianti dell'altro. Freddo e tagliente, con una grande aria
superiore, rispose laconico ed incisivo.
-
Gabriele era messo meglio di te, ha segnato e non aveva Gianluca a
marcarlo! -
Detto
ciò ignorò il resto dei rimbrotti riprendendo la
sua
posizione di gioco.
Manuel
era il cervello della squadra nonostante Francesco fosse il playmaker
ufficiale, il primo era quello degli schemi il secondo quello che li
applicava. Aveva uno schema per ogni situazione e tutti vincenti
anche se poi dipendeva dagli altri la buona riuscita dei suoi
piani... se non erano all'altezza era difficile vincere comunque!
Era
veramente fastidioso quel tipo e dire che lo conosceva da un
po'…
erano sempre stati compagni di squadra e grazie a questo aveva un
quadro perfetto della sua mente.
La
testa di Alessandro non era un tabù per lui, per gli altri
si
ma non per lui.
Era
effettivamente immaturo e molto fastidioso; furbo, altamente furbo.
Non si
poteva dire che non era intelligente, però usava il cervello
solo quando lui voleva, cioè poche volte. Era un ribelle
nato
e non si lamentava, sapeva rimboccarsi le maniche, il suo problema
era comunque che usava il cervello per i motivi sbagliati, mentre
quando serviva veramente era come in black out!
L’arrogante,
prepotente e iperattivo Alessandro aveva solo bisogno di amore, tutto
lì. Non aveva avuto nulla dalla vita, se lo era dovuto
prendere da sé con calci e pugni ed ora sentiva sempre
più
il bisogno di una vita più semplice e normale, ricevere
attenzioni mai avute, qualcuno che si prendesse cura veramente di
lui.
Ad ogni
modo di errori ne faceva tanti e come tipo era troppo stancante.
Gianluca
lo aveva incontrato da poco e poteva dire che di base erano uguali,
anche se in realtà diversi. Appariva freddo e chiuso,
scostante, introverso ed indecifrabile eppure aveva la medesima
arroganza e prepotenza dell'altro biondo ma meno pesante e stancante.
L'intelligenza sapeva usarla meglio. D’altro canto pareva non
essere mai contento nonostante avesse tutto.
Lui
cercava, era tutto lì.
Cercava
qualcosa e nel frattempo si limitava a non ascoltare niente e nessuno
escludendo ogni cosa.
Non
sapeva cosa cercava, tanto meno perché trattasse male tutti.
Non era nel suo interesse capirlo ma qualunque cosa fosse quella che
lo tormentasse, l'avrebbe portato a crescere sicuramente diversamente
rispetto ad Alessandro.
Ne era
certo.
/
Poison – Alice Cooper /
Per
lamentarsi ed insultare a ruota libera, Alessandro non seguì
adeguatamente il gioco, finendo per farsi tagliare fuori dall'azione.
Risultato?
Gianluca
in una splendida azione a canestro, solo ed incontrastato per colpa
del marcatore.
-
Deficiente... -
Solo
questo, poi un lampo passò accanto ad Alessandro indignato,
una figura velocissima lo sorpassò per poi saltare subito.
Eccolo.
Il falco spiccava nuovamente il volo e con un abilità
incredibile fece la cosa che sapeva far meglio: rubò la
palla
dalle mani di Gianluca con uno schiaffo alla sfera schiacciandola a
terra davanti ad Ale.
Questo
provocò una forte irritazione nel giocatore fermato ma del
resto contro il re della difesa e del salto non si poteva pensare di
aver sempre la meglio.
Tornò
a terra e l'alto ragazzo talmente biondo da sembrare albino
lanciò
uno dei suoi famosi e tipici sorrisini velenosi e si passò
una
mano fra i capelli ordinati nonostante l'allenamento. La frangia era
domata da un po’ di gel che li separava sulla fronte senza
lasciar
nemmeno un capello fuori posto.
Gabriele
era uno di razza, figlio unico, un serpente ma con un gran talento
per il basket e il salto.
Gianluca
gli andò incontro parandoglisi davanti, non aveva gradito,
detestava essere fermato ma non si era ancora abituato a quel 're
della difesa'... tutti lo chiamavano così oppure 'falco'
perché sembrava volare e i suoi modi erano tipici di un
falco,
tuttavia come personalità sembrava proprio un serpente, una
vipera.
L'argento
contenuto nei suoi occhi assorbì quelli di Gianluca, ai
fatti
cosa poteva dirgli? Aveva fatto il suo dovere!
- Non
riderei se fossi in te! -
Una
specie di minaccia verso l'acidità delle labbra incurvate in
un sorriso.
Nessuno.
Gabriele non aveva assolutamente nessun amico.
-
Deficiente tua nonna, cretino del cazzo! -
Questo
era invece Alessandro che non gli era andato giù l'insulto e
l'essere stato umiliato in quel modo...
Affiancò
il rivale che ancora voleva squartare, per una volta erano d'accordo.
L'opinione
di Gabriele verso i due?
Semplice...
li detestava dal profondo ma la differenza era che oltre all'odio
verso loro c'era l'invidia pura, la gelosia e l'ammirazione.
Contrastante.
Totalmente contrastante.