Note: Finalmente sono riuscita a terminare
questa fic. L’avevo iniziata prima delle vacanze di Natale,
ma per un motivo o per un altro, non sono più riuscita a
terminarla. Metteteci anche che con i miei parenti per casa il computer
è praticamente sequestrato. Pian piano mi
rimetterò in pari… _
_’’’ L’idea per questa fic mi
è venuta grazie ad una doujinshi. Purtroppo i dialoghi erano
in giapponese, quindi mi sono dovuta un po’ arrangiare in
questo senso ed ho fatto un pò di testa mia ^^''' A
differenza di quanto faccio di solito, questa fic non è
legata alla precedente, ma non ho abbandonato affatto il progetto di
scrivere un seguito di ‘Compagni’. Come sempre
spero di aver fatto un discreto lavoro, di sicuro
c’è la mia buona volontà e la voglia di
divertirmi un po’.
Dediche: Dedico questa fic alla mia sensei
Akane, che ne è completamente
all’oscuro. Spero che ti piaccia la sorpresa! -___^
Ringraziamenti: Ringrazio Swwtcicia:
Sono contenta che ‘Compagni’ ti sia piaciuta anche
se non è il tuo genere preferito. Spero che anche questa fic
possa risultare di tuo gradimento ^^ Vegeta4ever:
Per adesso ‘Compagni’ resta una one-shot, ma, come
ho detto sopra, non dispero di scrivere un seguito. Grazie comunque ^^ SweetBulma:
Ti ringrazio, sono felice di essere riuscita a trasmettere i sentimenti
che legano Vegeta a Goku ^o^ Yaoina: Grazie anche a
te. Una volta di più mi sono resa conto di essere riuscita
nel mio intento. ^o^ Gokuccia: Ho letto le tue fic
su questa coppia e le ho trovate tutte stupende: davvero hai smesso di
scrivere? È un vero peccato, ti prego ripensaci! Sono
comunque felicissima ti sia piaciuta ‘Compagni’ ^o^
Antote: Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!! *.* Floriana33:
addirittura? Mi fai arrossire se dici così! -__^ Spero di
aver rimediato con questa fic, almeno un po’ ^^ Kety_chan:
Anche a me sarebbe piaciuto che DB terminasse con una bella
dichiarazione d’amore tra Goku e Vegeta *.* E per
l’Italia sarebbe stata una bella sveglia ^^.
Ringrazio Allgood_cla,
Amicamia, Hay_Chan, Miristar,
Okami the best, Roxa, Saruz1986,
SuperEllen e Vivinana che hanno
inserito ‘Compagni’ tra i loro preferiti ed anche
chi ha solo letto ^^
Ora vi lascio alla lettura. Un bacione,
alla prossima gente \^o^/
Prima della battaglia
Vegeta
sollevò lo sguardo incrociando il morbido color indaco di
quella tiepida serata di inizio maggio. Un brivido di eccitazione lo
percorse al pensiero che di li a poco sarebbero comparsi i cyborg di
cui aveva parlato quello strano ragazzo. Si chiese se fossero davvero
forti come li aveva descritti…
…
probabilmente si, se erano riusciti ad uccidere il se stesso del futuro!
Un ghigno gli
aprì le labbra a quel pensiero: a lui non interessava nulla
di quello stupido pianeta né dei suoi abitanti! Per quanto
gli riguardava potevano benissimo scomparire quella notte stessa: a lui
interessava soltanto combattere, diventare sempre più
potente, riuscire a trasformarsi in Super Sayan e battere Kakaroth una
volta per tutte!
A quel pensiero strinse
i denti fino a farsi sanguinare le gengive: non era mai stato umiliato
tanto!
Essere superato da
quell’idiota, da quel guerriero di infimo livello era la cosa
peggiore che potesse essergli capitata! Dove era finito il temuto e
famigerato principe dei Sayan che vagava da un lato all’atro
della galassia, mettendo a ferro e fuoco ogni pianeta che incontrava?
Era si alle dipendenze di Freezer, ma almeno era ancora se stesso!
Si perché
l’umiliazione infertagli da Kakaroth non si fermava
all’averlo battuto, era una cosa molto più
profonda, di cui si rifiutava persino di prendere atto. Era strisciata
silenziosamente dentro di lui, filtrando attraverso i pori della sua
pelle, insinuandosi in ogni recesso del suo corpo, anche quelli che
nemmeno lui sapeva di avere, e li era rimasta a covare in silenzio,
come una malattia infettiva.
Se n’era
accorto solo quando ormai era troppo tardi per tornare indietro, quando
non poteva più combatterla, ma solo abbandonarsi ad essa,
lasciarsi cullare e crogiolarsi. Per fortuna per lui il suo orgoglio
Sayan era stato molto più forte dei suoi desideri, lo aveva
scosso quel tanto che bastasse a farlo riprendere e… fargli
commettere la più grossa stupidaggine della sua vita!
- Ehilà
Vegeta!- .
La voce allegra di Goku
lo raggiunse in contemporanea al suo volto comparso dal nulla con la
tecnica del teletrasporto a pochi centimetri dal suo. Vegeta rimase
alcuni istanti a fissarlo inebetito, completamente sopraffatto dal
profumo dolce e fresco che sentiva filtrare dalla pelle
dell’altro. Solo quando si rese conto che l’altro
lo stava guardando curioso, stupito dalla quella strana reazione,
riuscì ad uscire dallo stato contemplativo in cui era caduto
ed a reagire.
- Dannato idiota ti
sembra il caso di saltare fuori dal nulla così
all’improvviso?- gli ringhiò contro, rosso di
rabbia e vergogna, facendo un balzo indietro per allontanarsi.
Goku
spalancò gli occhi sorpreso da quella reazione: aveva
sperato che quella visita a sorpresa facesse piacere a Vegeta, ma a
quanto sembrava era ancora più scorbutico del
solito…
Sospirò
senza farsi sentire dall’altro e con un movimento veloce e
fluido si sedette sulla ringhiera della terrazza. Vegeta, scrutandolo
guardingo di sottecchi, non aveva perso nessun suo movimento. Solo dopo
si rese conto che era la prima volta che vedeva l’altro Sayan
con un abbigliamento diverso dalla solita tuta arancione. Goku
indossava un maglione azzurro che fasciava alla perfezione il suo
fisico imponente e faceva risaltare il colore ambrato della sua pelle,
ed un paio di pantaloni beige che sembravo essere stati cuciti attorno
alle sue gambe ben tornite. Un basso gemito frustrato vibrò
nella gola del principe.
In quel momento in
terrazza uscì Bulma, ancora in tuta da lavoro, sorpresa
dalla visita improvvisa dell’amico. Sotto lo sguardo
sospettoso di Vegeta, Bulma si avvicinò all’altro
Sayan e lo abbracciò calorosamente scoccandogli, poi, un
sonoro bacio sulla guancia. Un ringhio rabbioso sfuggì dalle
labbra del principe, stupendo gli altri due. Bulma si
allontanò dall’amico ridendo civettuola, Vegeta
sbuffò: probabilmente quella sciocca credeva che si fosse
comportato in quel modo perché era geloso di lei…
… lo era si,
ma non nel modo in cui credeva!
Davanti quel pensiero
Vegeta sussultò, rendendosi conto una volta di
più di quanto in basso fosse caduto! Lui, proprio lui!, che
faceva simili pensieri, che desiderava simili cose! Era inconcepibile!
Furente
spostò lo sguardo sugli altri due occupanti della terrazza
che chiacchieravano ignari del turbamento che lo stava straziando.
Goku, chissà perché, proprio in quel momento
spostò lo sguardo su di lui, sorprendendolo a fissarlo, e,
con sua grande meraviglia, gli sorrise, un sorriso ampio, solare,
dolce, che non gli aveva mai visto fare, ma che gli sciolse un qualcosa
di denso e caldo all’interno del petto.
Spaventato da quella
reazione imprevista e dal cupo martellio del suo cuore, Vegeta
agì di puro istinto: richiamò l’aura
necessaria, caricò sulle ginocchia e spiccò un
salto verso l’altro, allontanandosi all’istante
dalla Capsule Corp. Volò a lungo nella notte, maledicendo
costantemente se stesso e Kakaroth.
Intanto Goku era
rimasto a fissare allibito il punto in cui Vegeta era scomparso: che
gli era preso da andarsene in quel modo improvviso?
- Dai non prendertela,
lo sai com’è fatto, no?!- cercò di
blandirlo Bulma, poggiandogli una mano sulla spalla.
Goku annuì
distrattamente. Bulma sorrise comprensiva: conosceva Goku sin da quando
era un bambino, insieme avevano attraversato il mondo affrontando
decine di pericoli mortali; l’aveva visto crescere, maturare,
diventare l’uomo che era ora…
… Per natura
Goku era fiducioso, chiunque lo conoscesse non poteva fare a meno di
essere affascinato da lui, dal suo carattere…
Vegeta era
l’ultimo rappresentante del suo popolo rimasto,
l’unico legame che possedeva con un passato ignoto ma che
comunque, in qualche modo contorto, sentiva suo; per questo cercava in
tutti i modi di avvicinarsi allo scostante principe, di far breccia
nelle sue spesse barriere ed avvicinarsi. Bulma gli scoccò
un altro bacio, incoraggiandolo a non arrendersi, prima di rientrare in
casa.
Goku sospirò
scendendo dalla ringhiera e rimettendosi in piedi. Fu in quel momento
che una scossa elettrica gli percorse il petto costringendolo a
piegarsi in due per il dolore. In un istante si ritrovò in
un bagno di sudore e con il respiro affannato. Gli sembrava che il suo
cuore si fosse accartocciato su se stesso… che una mano
glielo stesse strizzando forte… A fatica si portò
due dita tremanti alla fronte e si teletrasportò lontano da
li, in un luogo lontano da tutto e tutti dove avrebbe potuto affrontare
quella nuova crisi da solo.
Il cielo quella mattina
aveva un colorito grigio perla, mentre l’alba era
un’eruzione di luce dorata all’orizzonte. Vegeta
osservò il suo incedere, quella luce rinvigorire fino a
scacciare le tenebre; vide i colori intensificarsi, diventare
più corposi e brillanti. Vagamente si rese conto dei rumori
che stavano riempiendo il boschetto in cui si era rifugiato, man mano
che gli animali si destavano.
Era seduto con la
schiena contro il tronco di un albero, a gambe incrociate sul prato,
mentre le mani torturavano i ciuffi d’erba.
C’era stato
un tempo in cui aveva creduto fermamente che fosse lui quello destinato
a diventare il leggendario Super Sayan. Era il principe dei Sayan, era
potente e crudele… aveva tutte le caratteristiche necessarie
per diventarlo. Era una cosa che gli era dovuta, più che
concessa. Ed invece la realtà era stata ben più
dura. Svegliandosi aveva scoperto che a lui, nonostante il suo titolo e
la sua forza, era stato riservato solo il secondo posto. Che il suo
posto era stato usurpato da un guerriero di infimo livello, uno di
quelli che, se fosse stato ancora esistente il loro pianeta
d’origine, non avrebbe avuto nemmeno il diritto di
avvicinarsi a lui. Suo padre avrebbe distolto lo sguardo da lui
disgustato se avesse saputo che lui, il principe dei Sayan, si era
lasciato superare da un completo idiota!
Kakaroth
era…era… era…
… era al di
fuori di ogni schema di comprensione! Non aveva mai conosciuto un tipo
più assurdo di lui! Nonostante fosse un Sayan sembrava non
essere stato dotato della ferocia e della disumanità di quel
popolo, era invece gentile e così ingenuo da rasentare
l’ottusità…
A volte, quando
l’altro lo guardava, si sentiva come avvolto da una coperta
calda. Sorrise a quel pensiero, ma sobbalzò davanti tutti
quelli che seguirono, e cercò di scacciarli con un gesto
violento dalla sua testa. Era quel maledetto pianeta ad averlo
infettato, non poteva essere altrimenti! Praticare con quegli sciocchi
buonisti gli stava facendo male! Per un attimo prese in considerazione
l’idea di costringere quella donna a costruirgli una
navicella e partire alla conquista dello spazio: dopo la scomparsa di
Freezer e della sua famiglia sarebbe stato un gioco da ragazzi regnare
su tutto l’universo. Ma allontanò l’idea
infastidito: fare una cosa del genere in quel momento sarebbe equivalso
ad una sua fuga, e lui non sarebbe mai fuggito, non avrebbe dato quella
soddisfazioni a Kakaroth; sarebbe rimasto ed avrebbe combattuto anche
lui contro quei maledetti cyborg, dimostrandogli una volta per tutte
chi era il migliore loro.
Scendendo
dall’albero a cui era appoggiato il principe, uno scoiattolo
gli saltò prima sulla testa e poi sulla spalla, atterrando
elegantemente sul prato davanti a lui. Vegeta lo osservò un
attimo prima di afferrarlo nella mano in un gesto così
veloce da non consentirgli alcuna via di fuga.
Sollevò
l’animale fino a portarlo davanti il suo volto e strinse la
presa delle dita su di lui, lo scoiattolo iniziò a squittire
ed ad agitarsi nel tentativo di liberarsi. Sarebbe bastato poco per
ucciderlo, pensò il principe aumentato ancora un
po’ la stretta, sarebbe bastato così poco per
recidere quella vita…
- Lascialo! Lo stai
uccidendo!- una voce dolorosamente familiare lo sorprese alle spalle.
Vegeta
avvertì solo all’ultimo la sua presenza, lo
sentì piegarsi su di lui, sentì il volto
dell’altro affiancarsi al suo, la sua mano stringersi
delicatamente attorno al suo polso. La consapevolezza di essere
così vicino a Goku fu come un pugno in pieno stomaco per
Vegeta. La pelle di Goku era calda e lieve, invitava ad accarezzarla.
Il suo odore lo avvolse completamente impregnando le sue narici, i suoi
polmoni, intossicandolo. Si sentì bruciare e cogliere dalle
vertigini. Soltanto la consapevolezza che l’altro
l’avesse quasi abbracciato, riuscì a riportarlo in
sé.
- Allontanati subito da
me Kakaroth!- gli ringhiò contro scacciandolo sgarbatamente.
Goku si
allontanò da lui di alcuni passi fissandolo sbalordito:
Vegeta era sempre stato un tipo chiuso ed irritabile, ma non lo aveva
mai visto reagire in quel modo!
Notando lo sguardo
dell’altro una morsa gelida strinse lo stomaco del principe:
non sapeva perché, ma non gli piaceva quando vedeva quella
luce ferita in quegli occhi sempre sereni, ed ancor meno gli piaceva la
consapevolezza che era stato lui a provocarla. Eppure il suo smisurato
orgoglio riuscì a prevalere anche quella volta su qualsiasi
altra emozione che stava provando, rifiutando e scacciando i sentimenti
dolorosi che lo stavano torturando ora che poteva fissare quegli occhi
neri sempre dolci e pacati, quel bel volto dai lineamenti regolari.
- Smettila di fissarmi
in quel modo! – gli ringhiò contro furente
– Cos’è ti credi migliore di me? Credi
di essere il migliore solo perché sei riuscito a diventare
un Super Sayan prima di me? Beh, goditela adesso, perché
presto diventerò anch’io un Super Sayan e ti
ucciderò!- .
Nemmeno si era reso
conto di aver urlato. In quel momento Vegeta aveva buttato fuori tutta
la rabbia e la frustrazione che lo stavano animando, senza preoccuparsi
del peso delle proprie parole, né di quello che avrebbero
scatenato nell’altro. Poi, dietro lo spesso velo di collera
che gli offuscava la mente, vide l’espressione di Goku mutare
dal sorpreso all’addolorato, fino ad arrivare ad un misto di
tristezza ed amarezza straziante. Quando lo sguardo del principe si
scontrò con quello dell’altro Sayan, fu come se
qualcuno gli avesse improvvisamente strappato tutta l’aria
dai polmoni: non aveva mai visto tanta furia mal trattenuta colorare
gli occhi di Goku.
- È davvero
questo che pensi di me? – chiese con un tono mesto, privo di
qualsiasi accusa – Ti sbagli! Se è questo quello
che pensi, allora non hai capito proprio niente di me!- la sua voce
sfumò in un ringhio, mentre distoglieva lo sguardo da lui
deluso.
Vegeta sentì
freddo senza quel caldo color nero a scaldarlo. Vide le labbra di Goku
schiudersi in un sospiro sconfitto, prima che questi assumesse, per un
attimo, una posa rigida. Improvvisamente si piegò in avanti
in un rantolo soffocato, tenendo la stoffa della maglia
all’altezza del cuore stretta tra le dita. Tremava ed
ansimava pesantemente, preda di quel dolore che iniziava a farsi
sentire sempre più spesso.
In poco tempo si erano
trasformate da leggere fitte passeggere in stilettate improvvise che lo
trapassavano da parte a parte, lo piegavano in due dal dolore. Goku
sentiva la pelle del petto bruciare, ogni fascio nervoso vibrare
disperatamente, gli sembrava che il cuore si fosse accartocciato su
stesso all’improvviso.
L’attimo di
allarmato stupore passò nello stesso istante in cui Vegeta
lo vide faticosamente portarsi una mano alla fronte e sparire nel nulla
senza una parola.
- Kakaroth…-
mormorò appena sulle labbra facendo un passo avanti,
raggiungendo il punto in cui era stato l’altro fino
all’istante prima.
Il sospetto che la
malattia cardiaca predetta dal ragazzo del futuro avesse colpito
Kakaroth lo trafisse dolorosamente. Un senso di ansia
cominciò a serpeggiare in lui insieme al più
terribile dei sospetti.
Era notte inoltrata
quando Vegeta finalmente uscì dalla Gravity Room e si
diresse verso la sua stanza. L’intero edificio era vuoto ed
in penombra, il silenzio era rotto di tanto in tanto solo dal rumore
dei macchinari proveniente dai laboratori. Evidentemente quello
scienziato svitato ne stava inventando un’altra delle
sue…
Si sentì
stramente sollevato, ultimamente si sentiva più irritabile
del solito, e la compagnia di quegli sciocchi Terrestri era
l’ultima cosa che desiderasse. Erano trascorse due settimane
dalla discussione che aveva avuto con Kakaroth in quella radura, e da
allora il suo umore aveva iniziato a peggiorare giorno dopo giorno.
Odiava ammetterlo, anche con se stesso, ma era preoccupato per le
condizioni di salute di quello zuccone! Era stato avvertito che correva
un rischio mortale, eppure non aveva preso quella stramaledetta
medicina, era pronto a scommettere qualsiasi cosa. Aveva provato a
convincersi che pensava in questo modo solo perché
quell’idiota era il suo rivale e voleva essere lui, con le
sue stesse mani, a batterlo: non ci sarebbe stato alcun gusto a vederlo
morire per una malattia. Ma la verità era ben diversa e, per
quanto facesse, non avrebbe potuto ignorarla ancora a lungo. La
verità era che era preoccupato per lui e basta, senza
secondi fini. Si era allenato fino allo stremo delle forze, fino a
svuotarsi di ogni energia, per non pensare a Kakaroth. Per impedirsi di
pensare ad una qualsiasi scusa che gli desse
l’opportunità di andare a casa sua per assicurarsi
che stesse davvero bene. Quella donnetta isterica che aveva preso in
moglie era stato l’unico motivo che lo aveva fatto desistere:
non avrebbe mai sopportato di vederla girare premurosa attorno a lui,
di occupare quel posto accanto a lui che non le spettava! Scosse la
testa stancamente per scacciare quei pensieri: lo stava facendo ancora,
si stava lasciando andare a pensieri pericolosi che non avrebbero
portato a nulla di concreto.
Aprì la
porta ed entrò nella sua stanza, subito colse quel
particolare odore dolce di pulito che ben conosceva. Si
fermò un istante dando le spalle alla porta chiusa,
consapevole della sua presenza nella stanza, del suo sguardo su di
sé, assaporando quell’odore fino a lasciarsi
trasportare dalla sua fantasia. Avrebbe dato qualsiasi cosa per
sentirlo sulla sua pelle nuda, per lasciarsene avvolgere, annegare in
esso fino a perdere la coscienza di se stesso…
- Ciao Vegeta!- lo
salutò la voce allegra ma stranamente pacata di Goku.
Lentamente
riaprì gli occhi e si volse verso la finestra, trovando
l’altro Sayan esattamente dove aveva previsto che fosse:
poggiato con le spalle contro il vetro in una posa rilassata,
l’intera sua figura illuminata dalla pallida luce della luna.
Vegeta si ritrovò incapace di distogliere lo sguardo da
quelle linee d’ombra che disegnavano impietosamente il suo
corpo perfetto.
- Sembra che tu abbia
preso gusto con le improvvisate!- brontolò cercando di
nascondere così il suo stato d’animo.
Goku rispose con un
ampio, disarmante, sorriso. Vegeta sospirò sconfitto: non
sarebbe mai riuscito a capire cosa passasse veramente in quella testa!
- Piuttosto
Kakaroth… - cominciò così un discorso
che non avrebbe mai dovuto iniziare, ma che nemmeno poté
evitare – Che accidenti ti sta succedendo?- chiese fissandolo
dritto negli occhi deciso a non concedergli nessuna via di fuga.
Neanche in quel momento
Goku rispose, ma il principe vide quel sorriso sfumare in
un’espressione preoccupata, il volto dell’altro
impallidire appena.
- Non hai mai preso la
medicina che ti ha dato quel ragazzo, vero?! – un lampo
passò negli occhi neri di Goku – Ed ora i sintomi
della malattia iniziano a farsi sentire: che credevi di fare, si
può sapere?!- .
Un sorriso divertito
sfiorò le labbra dell’altro Sayan, prima che si
voltasse verso la finestra.
- Avrei dovuto
immaginarlo che avresti capito subito…- sospirò
con un sorriso quasi sollevato.
Vegeta
corrugò la fronte contrariato vedendo quel sorriso,
incrociò le braccia al petto attendendo impazientemente che
l’altro iniziasse a parlare.
- In effetti
è da un po’ di tempo che soffro di questi
attacchi, ma all’inizio erano così veloci e lievi
che non ci ho fatto nemmeno caso. – esordì il
Sayan con lo sguardo basso e sempre quel sorriso irritante ad
incurvargli le labbra – Quel ragazzo aveva detto che mi sarei
ammalato poco dopo essere ritornato sulla Terra, invece il tempo
passava ed io non sentivo alcun sintomo. Alla fine ho pensato che
quello fosse solo uno dei cambiamenti portati dal suo intervento, che
non mi sarei mai ammalato e non ci ho più pensato.- .
Aveva confessato tutto
con estrema semplicità, come se fosse una cosa naturale,
come se non ci fosse nulla di cui preoccuparsi. Vegeta restò
in silenzio: sapeva che se solo avesse provato ad aprire bocca
l’ira lo avrebbe fatto parlare più del dovuto.
Davanti al silenzio dell’altro a Goku non rimase che
continuare.
- Solo da qualche
settimana le fitte sono diventate violente. Ma a questo punto credo che
non ci sia più nulla da fare. – Vegeta
spostò lo sguardo su di lui, attratto dal tono rassegnato
che aveva usato – Speravo che mi rimanesse il tempo per
affrontare quei cyborg.- sospirò pesantemente.
A quel punto la furia
che Vegeta aveva cercato di trattenere fino a quel momento esplose,
violenta ed incontrollabile. Totalmente irrazionale.
- Smettila di
comportati così! – gli urlò contro,
perdendosi in quei caldi occhi appena sgranati dalla sorpresa
– Smettila di comportarti da eroe tragico! Smettila con
quell’atteggiamento perfetto, con quell’aria da
superuomo!- .
Continuò il
suo attacco sempre più aggressivo, lasciando che la furia lo
sommergesse completamente, che lo guidasse, lo aiutasse a riversare su
di lui tutta la sua frustrazione. La sua mente era come un circuito
chiuso che continuava a rimandare sempre lo stesso, straziante
pensiero: quell’idiota non poteva morire per una stupida
malattia, solo lui aveva il diritto di ucciderlo!
- Vegeta… ma
cosa…?- provò, quindi, Goku per arginare e
comprendere la sua reazione.
Non lo aveva mai visto
così fuori di sé, nemmeno durante il loro primo
incontro, quando si era reso conto che era stato battuto da lui.
- Sta zitto!- gli
intimò furibondo.
Poi non fu
più tempo per i pensieri. Scattò in avanti
veloce, con il pugno sinistro sollevato, pronto a colpirlo.
Apparentemente senza fatica, Goku lo bloccò nella sua mano,
imprigionandolo quindi contro di sé. Vegeta storceva il
polso nel vano tentativo di liberarsi da quella presa
d’acciaio: possibile che l’altro in quegli ultimi
anni fosse diventato ancora più forte? Sembrava non avere
limiti!
- Non starai ancora
pensando a quello vero?! – chiese Goku incredulo e abbattuto
– Non penserai ancora che mi creda migliore di te, vero?!- un
ringhio basso e rabbioso che colpì Vegeta più che
se avesse urlato.
- Perché,
non è forse così?- cercò di ribattere
il principe nello stesso tono.
- Non hai capito
assolutamente niente di me Vegeta!- urlò allora Goku
veramente furioso ora, torcendogli il braccio all’indietro.
Vegeta avrebbe dovuto
essere furibondo con Kakaroth e se stesso, avrebbe dovuto cercare di
liberarsi dalla presa dell’altro e vendicarsi di quel
trattamento, avrebbe dovuto mettere in chiaro una volta per tutte chi
era che comandava tra loro…
Invece il calore di
quel colpo perfetto contro il suo, quell’odore dolce e
penetrante che lo stava intorpidendo, la consapevolezza che in quel
momento erano vicini come non gli sarebbe stato concesso mai
più di essere...
… tutto
quello lo immobilizzò, facendo svaporare la sua furia
rapidamente, rendendolo veramente cosciente per la prima volta della
sua definitiva sconfitta.
Non era caduto in
battaglia, non aveva perso in un combattimento, ma si sentiva
ugualmente sconfitto dall’uomo che ancora lo teneva bloccato
e da se stesso che non era riuscito ad impedirsi di arrivare fino al
punto di non ritorno. Scosso e turbato riuscì solo a
lasciarsi cadere contro Goku, poggiando la fronte sudata contro il suo
torace ampio.
Fu in quel momento di
assoluta vulnerabilità dell’altro che Goku vide
una cosa sorprendente: a Vegeta era spuntata all’improvviso
la coda!
- Ma tu hai la coda!-
esclamò quindi allarmato ricordando all’improvviso
che quella notte c’era luna piena.
Sarebbe stato un
disastro se si fosse trasformato in quel momento: Vegeta era capace di
controllarsi a differenza sua, ma in quello stato aveva la forza
sufficiente per annientarlo, soprattutto visto che si sentiva parecchio
debilitato a causa della malattia. Forse trasformato in Super Sayan
avrebbe potuto tenergli testa, ma aveva scoperto che le sue condizioni
peggioravano nettamente, forse a causa del carico che quello stato
comportava al suo fisico.
Vegeta nel frattempo si
rifiutava di guardarlo. Lui sapeva bene cosa significava una cosa
simile proprio in quel momento e sarebbe stato troppo imbarazzante
spiegarlo. Ma allo stesso tempo sapeva che l’altro non
l’avrebbe lasciato andare senza una spiegazione esauriente su
quel bizzarro fenomeno. Stettero in quella posizione per un lungo
istante, Goku attese pazientemente che l’altro Sayan si
tranquillizzasse e cominciasse a parlare. Lentamente il principe si
allontanò a malincuore da lui ed iniziò a parlare
senza mai guardarlo negli occhi.
- Credo che succeda
quando siamo molto eccitati…- mormorò appena
udibile con la voce pesantemente velata di vergogna.
- E…
eccitati…?- balbettò confuso Goku.
- Eccitati si!
– confermò l’altro scontroso –
Eccitato come lo può essere solo un Sayan!-
brontolò incrociando le braccia al petto, ancora senza
trovare il coraggio di guardarlo.
Lui, il principe dei
Sayan, non trovava il coraggio di guardare negli occhi un guerriero di
infimo livello, una nullità, come Kakaroth! Come si era
ridotto…
Eppure quello era il
momento più imbarazzante della sua intera vita. Stava per
ammettere la sua debolezza più grande, di essere umano come
tutti gli altri esseri dell’universo, di avere anche lui un
cuore che funzionava ampiamente…
… e non era
affatto certo della reazione dell’altro. Sapeva per istinto
che Kakaroth era troppo leale per scoppiargli a ridere in faccia, ma
come lo avrebbe guardato quando gli avrebbe confessato cosa voleva
veramente da lui? Era quel… timore dell’ignoto a
paralizzarlo!
- Eccitato da cosa?-
chiese l’altro Sayan curioso.
Lui provava eccitazione
soltanto quando combatteva contro avversari sempre più
potente, ma non gli sembrava quello il loro caso… Vegeta
sollevò appena la testa, quel tanto che gli bastava per
poterlo guardare di sottecchi, e quello che vide lo
tranquillizzò un po’: ogni traccia di furia era
scomparsa, i suoi lineamenti erano tornati ad essere dolci e calmi,
solo forse appena accigliati perché non riusciva a capire
bene cosa stesse accadendo. Il principe sospirò e decise di
buttarsi: magari era così fortunato che l’altro
non gli avrebbe rifiutato quello che chiedeva… valeva la
pena tentare!
- Da… da
te…- rispose a volto basso, rosso di vergogna,
così piano che Goku non fu del tutto sicuro di quello che
aveva sentito.
Non ricevendo alcuna
risposta si arrischiò a guardare l’altro per nulla
certo di quello che avrebbe trovato sul suo volto. L’unica
emozione presente sul volto di Goku era la sorpresa. Non riusciva a
credere a quello che aveva appena sentito. Non riusciva a credere che
Vegeta lo avesse detto proprio quello che intendeva lui. Eppure quelle
poche lettere erano uscite dalle sue labbra vibranti di disagio e
timore. Per la prima volta da quando era iniziata
quell’assurda conversazione, Goku si fermò ad
osservare attentamente l’altro Sayan: Vegeta era in piedi,
accanto a lui, eppure sembrava ritrarsi come se lui scottasse, la sua
postura era rigida e guardinga, sotto le braccia incrociate i pugni
erano serrati fino allo spasmo, ma la cosa più incredibile
era il suo volto, quel volto di pietra, che non veniva mai attraversato
da emozioni diverse dalla rabbia o dall’arroganza, ora invece
era contratto in una smorfia imbarazzata, pesantemente colorato di
rosso, e si ostinava a guardare altrove, come se cercasse una via di
fuga…
… Nel
complesso dava l’idea di essere completamente a disagio, sul
punto di attaccarlo da un momento all’altro. Ma proprio per
questo lo trovò decisamente delizioso.
Forse Kami aveva deciso
di concedergli un’occasione con quell’essere
inafferrabile e sensuale che popolava da un bel po’ di tempo
i suoi sogni. Sorrise a quel pensiero, poi passò
all’azione.
Lentamente, cercando di
non fare movimenti bruschi, allungò la mano e la pose sotto
il mento di Vegeta, costringendolo, con un gesto fermo e gentile, a
voltare la testa verso di lui. L’altro fu troppo sorpreso da
quel contatto inaspettato ed insperato per reagire come avrebbe dovuto:
di tutte le reazioni di Kakaroth che aveva ponderato in quei minuti,
quella era sicuramente la meno probabile, aveva creduto che
l’altro gli avrebbe lanciato uno sguardo di disprezzo e poi
sarebbe volato fuori dalla stanza senza mai voltarsi…
Appena il volto del
principe fu girato verso di lui, Goku si abbassò fino a
sfiorargli lo zigomo con un bacio leggero, che lasciò
comunque l’altro stordito per la violenta scossa che lo aveva
attraversato.
- K…
Kakaroth…!- cercò di ritrarsi allarmato da quel
gesto.
Goku fece scivolare la
mano dal mento alla guancia del principe, in una carezza lieve e dolce.
- Rilassati.- un
sussurro bollente sulle sue labbra, che gli annebbiò la
mente e gli sciolse all’istante tutto il corpo.
Ed in
quell’istante in cui le labbra di Goku si posarono guardinghe
sulle sue, Vegeta comprese che era stanco! Stanco di quel rigido
controllo che si imponeva giorno dopo giorno, di accontentarsi di
guardarlo da lontano, di saperlo tra le braccia di
quell’insulsa donnetta che non lo meritava…
… e decise
che era arrivato il momento di reclamarlo per sé!
L’istante
successivo si ritrovò a risponde al bacio
dell’altro Sayan, lasciandosi stringere dalle sue braccia
forti e stringendolo a sua volta a sé con le braccia attorno
al collo. Non sapeva cosa significasse per l’altro ma aveva
tutta l’intenzione di godere appieno di quel momento, di
lasciarsi travolgere e sommergere prima che Kakaroth potesse fuggire
via da lui. In quel momento non era più
l’orgoglioso principe dei Sayan, ma solo Vegeta, un uomo che
accoglieva l’uomo di cui era innamorato.
Senza allontanarsi
dalle sue labbra, Goku lo sollevò tra le braccia,
adagiandolo poi sul letto. Si strinsero l’uno
all’altro, le mani vagavano sui loro corpi liberandoli dei
vestiti che sembravano incandescenti, ritrovandosi in breve tempo nudi.
Goku si
sollevò tra le ginocchia, passando lo sguardo sul corpo di
Vegeta languidamente abbandonato sulle lenzuola già sfatte,
ridisegnato morbidamente dalla luce lunare che filtrava dalla finestra.
Era una visione pericolosamente seducente, di quelle che irretiscono
fino a far perdere la ragione. Deglutì più volte
a vuoto, per cercare di forzare quel nodo che gli stringeva la gola:
voleva fare le cose con calma, assaporare ogni momento, gioire di
quell’attimo che forse non si sarebbe mai più
ripresentato.
Con movimenti lenti e
rassicurante sollevò un piede di Vegeta cominciando a
baciarlo quasi con riverenza. Voleva fargli capire che quello non era
semplice sesso, quanto anch’egli lo avesse desiderato, quanto
importante fosse per lui. Persino Chichi scompariva di fronte a quello
che provava per lui. Vegeta inspirò un sospiro profondo e
spezzato sentendo le labbra dell’altro risalirgli lungo il
polpaccio e la coscia. Era una sensazione elettrica ed incandescente
che dilagava densa dentro il suo corpo, che gli impediva di pensare a
qualunque altra cosa che non fossero le labbra e le mani di Kakaroth,
di aprire gli occhi e smettere di gemere così
vergognosamente. Nemmeno si rese conto del dito che si era fatto strada
in lui per prepararlo. Continuava a fremere ed inarcarsi sotto le
attenzioni di Kakaroth che lo stavano portando velocemente alla follia.
Ormai succube di quel piacere sconvolgente, il principe dei Sayan
allacciò le gambe attorno ai fianchi dell’altro
invitandolo così a prenderlo.
Goku a quel gesto
sorrise, prima di chinarsi sul volto di Vegeta deliziosamente sudato ed
arrossato, e trascinarlo in un bacio passionale per distrarlo.
Lentamente iniziò a scavare dentro di lui, stando bene
attento ad ogni variazione di espressione sul viso
dell’altro. Vegeta spalancò gli occhi di scatto
inarcandosi contro il materasso. Le sue labbra spalancate in una
smorfia sorpresa liberarono un grido in cui dolore e piacere si
mescolava in parti uguali. Non riusciva a capire più nulla,
non sapeva più cosa stesse facendo…
l’unica cosa che in quel momento gli interessava era quel
piacere devastante che Kakaroth gli stava procurando. Un piacere che
inseguiva ferocemente, con una fame disperata, aggrappandosi alle
spalle ampie e forti dell’altro fino a conficcargli le unghie
nella pelle.
Sotto quelle spinte
Vegeta si sentì strappare violentemente dal corpo e
scaraventare in un bianco universo arroventato, dove tutti i suoi sensi
vibrarono sconvolti, prima di lasciarlo ansimante e sfinito sullo
stesso letto dov’era prima.
Goku, il più
delicatamente possibile, uscì da lui e gli scoccò
un bacio sulla fronte. A quel gesto intimo e gentile, così
diversi da quelli frenetici e passionali di poco prima, Vegeta si
irrigidì e lo scansò malamente.
- Adesso che hai fatto
la tua opera buona quotidiana puoi anche andartene! Non mi servi
più!- gli ruggì contro rannicchiandosi su un
fianco e coprendosi con gesti agitati con il lenzuolo.
Voleva finirla in quel
modo, senza dargli la possibilità di ferirlo mortalmente.
Sarebbe stato terribile sentire quelle labbra, che fino a pochi istanti
prima lo avevano baciato così appassionatamente, dirgli che
era stata solo una volta, dettata dalle circostanze, che loro erano
legati ad altre persone, che non avrebbe mai più potuto
averlo. Sarebbe stato orribile sentirlo pronunciare il nome della
moglie dopo il modo in cui lo aveva amato.
Il silenzio in cui era
avvolta la stanza fu per lui solo una conferma alle sue paure. Si era
lasciato umiliare in quel modo vergognoso davanti un guerriero di
infimo livello per nulla. Strinse i denti fino a sentire il sapore
metallico del sangue sulla lingua. Magari era già andato
via, lasciandolo da solo in quel letto che odorava ancora di
loro…
Fu solo in quel momento
in cui il dolore gli aveva fatto abbassare la guardia che
sentì due braccia muscolose stringersi attorno alla sua vita
e trascinarlo contro un petto ampio e solido.
Stupito Vegeta si
volse, girandosi appena in quell’abbraccio, incrociando il
volto sereno di Goku, i suoi occhi lo fissavano dolci e tristi.
Perché quel
testone si rifiutava di capire? Si chiese Goku.
Si sporse sul principe
coprendogli il volto e le spalle di tanti piccoli baci.
- Non vorrei essere in
nessun altro posto, ora. – disse in un basso mormorio sulle
labbra di Vegeta – Tutto quello di cui ho bisogno
è qui, tra le mie braccia. Non voglio altro, né
ora né mai.- .
E gli occhi neri e
limpidi di Goku si fissarono nei suoi, ed il principe poté
leggervi tutta la sincerità e tutti i sentimenti che
quell’uomo dolce e gentile provava per lui e che si era
sempre tenuto dentro, insicuro della sua reazione. Kakaroth aveva
sofferto esattamente come lui in tutti quegli anni di lontananza.
Vegeta forzò
appena la stretta dell’altro, portandosi di fronte a lui,
cingendogli il collo con le braccia, stringendolo forte a
sé, baciandolo.
Un bacio per dirgli che
aveva capito.
Un bacio per fargli
capire che ricambiava i suoi sentimenti.
Un bacio per cancellare
anni di astio che si erano inflitti per non dare all’altro
un’arma con cui avrebbe potuto ferirlo.
L’alba
colorava di rosa il cielo grigio. Canti d’uccelli
annunciavano l’arrivo del nuovo giorno. Seduto a gambe
incrociate sul letto, Vegeta osservava Kakaroth rivestirsi. Indossava
il suo maglione blu e ne ispirava a fondo l’odore fresco e
rilassante.
Era il dodici maggio.
Quel giorno sarebbero dovuti scendere in campo e combattere contro i
famigerati cyborg. Uno strano crampo di paura gli contorse lo stomaco.
Stando alle parole di quello strano ragazzo i cyborg erano potenti,
così potenti da averli uccisi tutti nel futuro. Non aveva
paura di combattere né di morire, quello che lo spaventava
era l’idea di poter perdere Kakaroth ora che lo aveva
trovato. La sua malattia cardiaca era ad uno stadio molto avanzato e
non avrebbe potuto combattere ai massimi livelli.
Sarebbero riusciti a
sopravvivere?
Finito di sistemarsi i
polsini, Goku si volse verso Vegeta, incontrando la sua espressione
straziata. Sorrise per incoraggiarlo e gli si inginocchiò
davanti. Prese il suo volto tra le mani e lo portò verso di
lui, fronte contro fronte.
- Vinceremo!-
sussurrò lasciando che il suo respiro tiepido gli carezzasse
la pelle.
Il principe socchiuse
gli occhi, poggiando le sue mani su quelle dell’altro. Goku
sollevò il suo volto per un ultimo bacio. Vegeta
sollevò le palpebre annegando negli occhi neri
dell’altro che lo fissavano che la stessa disperazione, le
labbra ancora sulle sue. Un ultimo istante rubato al destino e Goku
scomparve con la tecnica del teletrasporto.
Vegeta rimase un ultimo
istante sul letto, stringendosi forte nella maglia di Kakaroth, come
per trarne quella sicurezza e spregiudicatezza che lo caratterizzavano
e che quella volta tardavano ad arrivare.
Si sollevò
dal letto e si portò fino alla finestra. Guardò
l’avanzata del sole nel cielo, fino a che un sorriso non gli
incurvò le labbra.
Avrebbero vinto.
Avrebbero beffato il destino. Si sarebbero ritrovati al termine di
quella battaglia e sarebbero rimasti insieme per sempre.