NOTE DELL'AUTRICE:
Ringraziamenti: E ringrazio Cla, Mika, Akane e Naika per la bellissima giornata che ho passato *_*
Dedica: *La dedico alle ragazze già citate oltre a Arslan, Seimei,
Kieran che non sono potute venire e Ise che non siamo riusciti a contattare :P
Avvertenze: Ringraziate per questo aborto da scrittrice a Cla, Mika, Akane e Naika... si e' tutta colpa vostra se mi so messa a scrivere questa storia... prendetevela con loro non con me, sono solo una vittima innocente...
Note: Sinceramente... non... so cosa dire... bhe si… vorrei che il
mondo fosse come l’ho descritto, che i professori fossero simpatici,
e che nessuno fosse omofobo… bhe si avete ragione… impossibile… ma
nelle fic no… beccatevi sta storia…
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QUELLA SERA AL PALO
Tutto iniziò un sabato mattina.
Almeno
cosi sembrava a Gianluca, un ragazzo al quanto semplice che frequentava la
quinta liceo e amava la vita per quello che era accettando sia le cose belle che
quelle brutte. Non si poteva definire un ragazzo alto, ma non era nemmeno basso,
però i suoi un metro e settanta quattro se li portava più che bene, con un
fisico allenato in palestra. Come tutti i sabati, Gianluca si svegliò con un
atroce mal di testa e con, ancora addosso, i vestiti della sera prima. Di
malavoglia si alzò dal letto dirigendosi in bagno, chiudendo la porta a chiave
dietro di lui, non voleva che la sorella minore, petulante, entrasse a rompergli
le scatole a cominciare dalla prima mattina. Guardandosi allo specchio ebbe la
conferma, che prima di andare a scuola, doveva decisamente farsi una doccia
fredda, non aveva scelta, sembrava uno zombie. Velocemente si spogliò dei
vestiti che puzzavano di fumo, alcol e sudore, lasciandoli senza troppi problemi
per terra. Aprì l'acqua regolandola alla giusta temperatura ed entrò nel box.
Le piccole goccie per prime toccarono i suoi folti capelli neri, ricci, per poi
scivolare sul suo viso perfetto, facendo chiudere al ragazzo i suoi due
smeraldi. Le piccole gemme accarezzavano dolcemente la pelle delle spalle,
scivolando per le braccia muscolose, toccando con innocenza il tatuaggio sul
bicipide destro, per poi finire lungo il braccio, sulle dita, e finalmente
scivolare e cadere, per terra, vicino ai piedi. (ecco come direbbe Cla sono già
partita per la tangente con questa doccia -.- ndSaya continua ndGL) Si passò le
mani sul petto lavando via la stanchezza e il sonno, lavando infine anche i
capelli. Sapendo che era tardi, si sbrigò ad uscire e ad asciugarsi, non
dimenticandosi dei suoi ricci ribelli. Si vestì di corsa prendendo il primo
paio di jeans attillati che gli capitarono sotto mano ( *_* ndSaya), una
maglietta a caso, a maniche lunge, e scese le scale quasi cadendo, per la fretta
di mettersi le scarpe senza fermarsi, come avrebbe fatto ogni essere umano
normale...
"Gianluca era ora che tu scendessi, sei in ritardo."
"Caffe."
Appena il ragazzo pronunciò quella parola, la madre gli porse una tazza con il
liquido scuro fumante, che il moretto prontamente buttò giù. La madre si
riprese la tazza passandogli lo zaino e la giacca.
"E adesso corri, se no fai tardi..."
Lo
scacciò la donna benevolmente, e finalmente il ragazzo mostrò il suo splendido
sorriso che avrebbe rallegrato anche la giornata più buia:
"A più tardi ma'..."
"Si, si, vai..."
Con
ancora addosso la post sbornia entrò nel liceo linguistico che frequentava da
ormai sei anni, finalmente era all'ultimo, anche se era stato bocciato due anni
prima per troppe assenze. Ma questo non gli aveva mai dato fastidio, vista la
classe che aveva trovato... non c'era paragone con quella dell'anno precedente.
Si sedette, stanco, davanti all'aula numero dieci del primo piano e chiuse gli
occhi appoggiando la testa al muro. La professoressa non c'era ancora e non era
arrivata nemmeno la sua migliore amica Sara. Aprì gli occhi sentendo la
presenza di qualcuno, riconoscendo il viso sorridente del suo compagno di
classe: Andrea. Gli sorrise in risposta, anche se non sapeva cosa doveva farsene
dello sguardo divertito che gli lanciava il biondino.
"Cosa c'e?"
Chiese curioso Gianluca, guardando Andrea, cercando di capire cosa c'era che non
andava, visto che il ragazzo gli stava lanciando degli sguardi indagatori, e
finalmente Andrea aprì bocca:
"Dove hai lasciato Daniele?"
Il moretto corrugò la fronte fissando il compagno di scuola, di fronte a lui,
non comprendendo:
"In che senso?"
"Su via Gianlu' lo sai no..."
A quel punto il ragazzo fu salvato dal arrivo provvidenziale della sua amica, che si presentò con la chiave della classe datale dalla professoressa che era in ritardo. Gianluca salutò Andrea e
senza
aspettare che quest'ultimo dicesse qualcosa si alzò sorridendo alla rossa, che
lo guardò al quanto divertita. Si diresse all'ultimo banco, che normalmente
occupava con il suo amico Daniele. Si accomodò soddisfatto per poi trovarsi di
fronte due occhi azzurri che lo fissavano con interesse. Sentì un rumore vicino
a lui e senza guardare seppe che era arrivato anche il suo compagno di banco,
che si lasciò cadere di peso sulla sedia, facendo notare la stanchezza della
sera di prima. Si girò per un attimo:
"Ciao Danie’, tutto bene?"
"Sì sì, solo un mal di testa atroce..."
"Ti capisco, anch'io ho questo problema..."
La rossa che era seduta nel banco di fronte guardò i due spaesata:
"Voi due vi ricordate quello che e' succeso ieri sera?"
Chiese quasi timorosa di sapere. Il ragazzo dai capelli rossi fuoco la fissò
con i suoi due pozzi grigi, un sopracciglio alzato:
"Se non me lo ricordo sarà perché non era importante."
A quel punto Sara sorrise a trentadue denti:
"Ne sei sicuro Daniele?"
Qui si intromise Gianluca, sospettoso per il comportamento del intera classe,
che li guardava sorridendo e sussurrando:
"Cosa dovremmo ricordarci Sara?"
La
ragazza si sedette sul banco in mezzo ai due ragazzi fissandoli, sempre con un
sorriso divertito, ma al quanto inquietante per i due.
"Ieri, al "Cream", ad un certo punto vi ho persi di vista, sulle
poltrone era rimasta solo Lucia. Mi sono avvicinata a lei chiedendo se vi aveva
visti ma mi ha detto di no. Mi sono guardata in giro e... abbiamo notato una
coppia che ci dava dentro con la lingua, seduta vicina, nascosta dall'ombra...
mi sono avvicinata... e devo dire che voi due siete un spettacolo bellissimo.
Soprattutto quando tu, Gianluca, stai sulle ginocchia di Daniele, e Daniele
tiene le sue mani appoggiate sul tuo sedere..."
Il rosso sgranò gli occhi fissando incredulo Sara, mentre Gianluca a ogni
parola sbiancava scuotendo la testa. Ma sembrava che la ragazza non avesse
ancora finito il discorso, e continuò con le braccia incrociate:
"Ah ci davate dentro alla grande!!! Solo che questo non e' il meglio miei
due piccioncini! Per niente... vi ho lasciato stare, non volevo disturbarvi, e
mi son allontanata, per andare a prendere un po' d'aria fresca... non l'avessi
mai fatto!! - risatina repressa...- quando sono tornata non eravate più sui
divanetti... ma, tu, mio caro Gianluca - disse accarezzandogli la guancia,
sorridendo con compassione, - tu, con solo i tuoi boxer neri attillati stavi
ballando la Lap Dance sul nostro caro Daniele. Davanti a tutta scuola..."
La ragazza osservava i due al quanto sconcertata, non sapeva chi dei due era più
pallido, potevano fare comodamente a gara. Scosse la testa sedendosi al suo
posto, visto che in quel momento era entrata la professoressa Lombardi che
squadrò la classe con un sorriso. Quando poggiò i libri sulla cattedra il suo
sguardo si fermò sul ultimo banco vicino alla finestra e incontrò gli occhi
verdi di Gianluca che la fissava, ancora sotto shock per le rivelazioni di Sara.
La donna squadrò un altra volta la classe e tornò a guardare il moretto:
"Visto che ti piace esibirti in pubblico... che ne dici Gianluca, vieni
alla lavagna?"
Nella classe scoppiò l'ilarità'
assoluta, ridevano tutti, tranne Gianluca e Daniele. Il moretto si alzò di
malavoglia, l'emicrania gli faceva scopiate la testa, non ricordava niente di
quello che gli era successo la sera prima e, tanto meno, riusciva a ricordarsi
quello che gli aveva raccontato la sua migliore amica... c'erano solo sensazioni
piacevoli. Mentre il moretto era trattenuto di fronte alla lavagna, gli occhi
grigi di Daniele erano puntati su di lui, cercando di ricordare almeno
qualcosa... aveva una vaga immagine del bacio, quando lo teneva tra le braccia
stretto a se. Erano solo frammenti... il suo sguardo accarezzò la figura di
fronte alla lavagna che stava cercando di finire l'esercizio, poi Daniele di
scatto si girò verso Sara che lo stava guardando con la sua solita aria
divertita.
"Cosa?"
"No, niente non ti preoccupare..."
"Beltrami, che cosa hai in mente?"
L'azzurro si posò sul grigio e un sorriso increspo le labbra della ragazza:
"Chi io? Niente."
Come sempre Gianluca non fece bella figura con la matematica e tornò a sedersi
vicino a Daniele senza riuscire a guardarlo negli occhi, sbattendo la testa sul
tavolo e chiudendo gli occhi, cercando di non pensarci, ignorando completamente
i due ragazzi che lo fissavano al quanto preoccupati. Il resto della lezione
prosegui normalmente, senza commentini strani da parte della prof, ma i ragazzi
comunque continuavano ogni tanto a guardare le due star del giorno ridacchiando,
poi suonò la campanella della fine dell'ora. Gianluca in tutta fretta rimise la
sua roba nello zaino correndo fuori dalla classe, lasciando Daniele e Sara
completamente sorpresi dal suo comportamento. La ragazza guardò il rosso
cercando di capire se lui sapeva qualcosa, ma sembrava che Daniele, dopo esserci
rimasto male per qualche secondo si fosse completamente perso nel aggiustarsi i
pantaloni neri, larghi, che aveva addosso. Sara scosse la testa e gli passò
dietro prendendo il cappuccio della sua felpa, coprendogli la testa:
"Ma mi vuoi dire che cosa c'e' che non va Daniele?"
Il ragazzo la fissò al quanto sconvolto dalla domanda:
"Che cosa c'e' che non va? E te lo chiedi pure?"
La rossa sospirò:
"Ma mica è la fine del mondo, su via Daniele, non mi vorrai dire che non
hai mai pensato di baciare Gianluca quando eri completamente sobrio."
A quella domanda Daniele non rispose, prese le sue cose e con un leggero rossore
sulle guance lasciò la classe, seguito dallo sguardo soddisfatto della ragazza.
Gianluca che era corso per primo fuori dalla classe piombò nel corridoio ignorando gli sguardi dei ragazzi delle altre classi. In fretta e furia si diresse al secondo piano per scappare da quei sorrisi divertiti e dagli sguardi maliziosi. Ma cosa credevano, che erano andati a letto? Bhe non lo sapeva nemmeno lui se erano andati fino in fondo. Non appena girò l'angolo al secondo piano andò a sbattere contro qualcuno. Alzò lo sguardo fissandolo in due occhi color coccolato, capelli lungi e neri, e un sorriso al quanto beffardo:
"Ciao Gianluca. ci vediamo."
Disse
il ragazzo proseguendo la sua strada, ma il ragazzo dai capelli ricci non poteva
permettergli di continuare, così lo prese per il polso:
"Simone."
Il ragazzo più alto che si sentì strattonare, si girò dopo che la voce
candida di Gianluca gli era giunta alle orecchie:
"Si?"
"Vedi di non dirlo a tua madre. Non voglio che la mia lo scopra."
Simone si mise a ridere e liberò il proprio polso facendo poi due carezze sulla
testa del più piccolo.
"Non ti preoccupare Gianlu', so bene quanto le nostre madri sono pettegole.
adesso devo andare." Gianluca annui guardando Simone scomparire dietro al
angolo e si lasciò scivolare per terra vicino alla porta dell'aula. Iniziò a
pensare, infondo non c'era niente di male no? Daniele era un bel ragazzo, e lui
da sempre sapeva che infondo più che le ragazze gli piacevano i ragazzi, voleva
ricordare, voleva sapere esattamente cos'era successo la sera prima in
discoteca. Tirò le ginocchia al petto nascondendo il viso, sapeva benissimo che
infondo non c'era bisogno di rimanere così male per gli sguardi, i sorrisi e le
prese in giro, in quel momento anche a lui si arricciarono le labbra ripensando
a Sara che tutta eccitata gli raccontava quello che era successo, alla sua
migliore amica piaceva l'idea che ci fosse qualcosa tra lui e Daniele, e poi
infondo era un gran pezzo di gnocco. Il suo corpo perfetto e muscoloso lo
nascondeva sempre sotto i vestiti larghi da HipHop che indossava, ma lui sapeva
che quando faceva scivolare la mani su quel petto ampio si fermava sempre al
capezzolo destro dove il rosso aveva il piercing, che era collegato con quello
del ombelico con una catenina. e sapeva che sulla schiena aveva un tatuaggio che
rappresentava due ali stilizzate di una fenice, e sapeva che quella pelle era
morbida e dolce. Sgrano gli occhi alzando il viso rendendosi conto che quella
non era immaginazione, ma solo un frammento di quello che aveva fatto a Daniele
la sera precedente. Alzando lo sguardo si ritrovò due zaffiri che lo fissavano:
"Ricordato qualcosa Gianlu?"
Chiese curiosa la ragazza che era di fronte al amico già da un bel po', il
moretto arrossì fino alla punta dei capelli:
"No."
"Se lo dici tu tesoro. Su la prof e' arrivata entriamo."
Sara gli porse la mano facendolo alzare ed entrarono dividendosi, visto che la
ragazza stava al terzo banco, mentre Gianluca sedeva al primo banco di fronte
alla cattedra. Dallo zaino tirò fuori il suo astuccio e il libro, alla fine alzò
lo sguardo ritrovandosi a fissare negli occhi della professoressa d'Inglese:
"Tutto bene Loli?"
Chiese
con premura la donna, con il suo accento inglese, ma Gianluca già sospettava
cosa sarebbe successo:
"Si professoressa Laylong."
La donna infine si guardò introno, era normale che al inizio di ogni ora
cambiasse di posto ai ragazzi:
"Conti non vorresti sederti vicino al tuo fidanzato?"
Chiese con un sorriso fissando Daniele che sgranò gli occhi, Gianluca si girò
a guardarlo completamente rosso in viso, mentre la classe per la seconda volta
rideva di loro. Il ragazzo dai capelli rossi, sparati, si alzò dalla sedia
dov'era seduto prendendo quello che aveva. Passando tra i vari banchi lanciò
qualche occhiataccia ai presenti, che decisero di smettere di ridere per non
farlo incavolare di più di quello che gia era. Non appena si sedette vicino al
moretto senti un sussurro:
"Scusami."
Daniele sospirò rispondendogli a voce bassa:
"Non e' colpa tua Gianlu’. lo sai bene."
Gianluca alzo lo sguardo sorridendo con quella dolcezza che gli invidiavano
anche le ragazze incantando Daniele, che scosse la testa scacciando quei
pensieri strani dalla sua mente, come il profumo di vaniglia e il sapore
dolciastro della pelle del compagno di banco, si morse leggermente il labbro,
quando nella sua mente si aprì un cassetto mostrandogli scene sconnesse.
***Le
luci psichedeliche non gli facevano vedere molto tranne un corpo sensuale che si
muoveva di fronte a lui. I suoi occhi grigi fissavano le gambe avvolte
strettamente in dei jeans neri o blu scuro, il suo sguardo lentamente si alzò,
continuando ad accarezzare quelle gambe per arrivare a un sedere da urlo,
continuando a osservare il ragazzo di fronte a lui e quando questo si girò, per
un attimo si fermò sullo stomaco scoperto. Fino a quel punto quel corpo era
perfetto, così Daniele curioso continuò la sua ricerca facendo scivolare in su
lo sguardo, notando i muscoli disegnati dal dolce vita bianco, attillato. Un
sorriso dolce. E poi il grigio cielo incontrò il verde prato. Il rosso si passò
la lingua sulle labbra fissando colui che riconobbe come Gianluca, quel ragazzo
che lo faceva impazzire da quando era entrato a far parte della loro classe, così
gentile e simpatico. Senza rendersene conto si avvicinò a lui sorridendo
maliziosamente prendendolo per la vita attirandolo a se. Gianluca sorrise ancora
di più strusciandosi su di lui. Poi il buio totale.
Seduto sul divano osservava quelli che ballavano e finalmente gli si avvicinò
di nuovo Loli guardandolo deliziosamente, sembrava volergli dire qualcosa, ma
non riusciva a sentirlo, così senza pensarci troppo lo attirò a se facendolo
sedere sulle ginocchia stringendoselo contro, continuando a sorridergli, il
moretto ridacchiò per poi catturare le labbra di Daniele tra le proprie
avvolgendolo in un bacio pieno di passione al quale il rosso si lasciò andare,
le sue mani scivolarono sul sedere del ragazzo che stava seduto sopra di lui e
le appoggiò sui glutei sodi avvolti con quella stoffa così dura.
Silenzio introno a loro due che questa volta erano da soli, stretti uno al altro
in un abbraccio possessivo fuori dalla discoteca, stavano facendo finta di
prendere un po' d'aria fresca. Volevano rimanere soli senza essere guardati. Le
mani del più piccolo scivolarono sotto la maglietta retata che aveva addosso il
rosso toccando gentilmente il piercing che decorava l' ombelico seguendo curioso
la catenina che lo collegava al capezzolo destro, accarezzandolo con innocenza
facendo gemere leggermente Daniele, che affondò la testa vicino al collo del
moretto leccandolo e baciando dolcemente la pelle sensibile ripagandolo con la
stessa moneta. Gianluca alzò le mani affondando le dita tra i capelli ribelli
del compagno cercando la sua bocca e le loro lingue si incontrarono di nuovo e a
Daniele venne da pensare che quel piercing che Gianluca aveva sulla lingua era
divertente quando si baciavano, facendolo pensare a come sarebbe stato
sentirselo sulla propria virilità.***
"Signor Conti!"
Daniele
con occhi sgranati fissava la professoressa che lo stava chiamando:
"Si?"
Chiese mezzo assonnato e la Laylong gli rispose:
"La prossima volta stia attento a quanto beve, che oggi e inutilizzabile.
Loli, legga lei la frase." Gianluca fissò per un attimo spaesato il
compagno di banco e poi si mise a leggere la frase:
"If I hadn't drink that much yesterday night, today I would have remebered
what happened."
Il silenzio assoluto calo
sulla classe ma Gianluca sorrise e continuò anche se non c'era una seconda
frase:
"If I had rembered what happened yesterday night, today I wouldn't have had
problems with Professors having fun with me and my best friend telling me what
happened."
La donna sorrise:
"Touché Gianluca, ti meriti un bel voto."
Il moretto si lecco le labbra contento, senza notare come questa sua lingua
veniva seguita con strana attenzione, senza rendersene conto, Gianluca stava per
ipnotizzare Daniele, ma per la loro fortuna suonò la campanella. Il ragazzo dal
capelli rossi si alzò iniziando a mettere apposto le cose nella sua borsa, non
c'e' la faceva più, aveva bisogno di una sigaretta, aveva bisogno di fumare, di
rimettere insieme i suoi pensieri.
"Chi abbiamo la prossima ora?"
Chiese girandosi verso Sara che era sempre informata su tutto:
"Nessuno, abbiamo un ora di buco, il professor Clementi sta a casa con la
febbre e non sono riusciti a trovare nessun sostituto."
Gianluca arrivò vicino ai due sentendo quello che stavano dicendo:
"Bene ho proprio bisogno di un caffe e una sigaretta."
Si diresse fuori dalla classe per fermarsi di nuovo e guardare i due amici:
"Volete venire? Nya?"
"Arriviamo. Daniele tu vieni con noi, no?"
Chiese la ragazza dal perenne sorriso senza nemmeno guardarlo in faccia seguendo
il suo migliore amico, che sembrava aver ritrovato la sua iperattività e
scherzare sopra sull'accaduto, facendo tacere le malelingue. Seguiti dagli
sguardi curiosi, i tre uscirono da scuola senza girarsi nemmeno una volta,
facendo finta che non fosse successo niente, anche se i due ragazzi non
riuscivano a essere molto disinvolti in compagnia uno del altro. Come sempre si
sedettero al bar sotto il liceo, dove facevano il migliore cappuccino della città,
a prezzo basso, oltre al fatto che Sara conosceva più che bene il cameriere.
Infatti il ragazzo moro si avvicinò ai tre, salutando la sua ragazza che gli
sorrise dolcemente, così i due finirono presto per ignorare completamente
Gianluca e Daniele. Adriano era la fortuna di quel locale, un dio dagli occhi
blu chiaro, capelli corti neri, portati all'ultima moda. E come gli stava quella
divisa da cameriere addosso, faceva sbavare dietro di lui, non solo le ragazze,
ma anche i ragazzi. e Sara soddisfatta pensò mentre lo baciava che lui era solo
suo.
"Allora cosa prendete?"
"Capuccino."
Dissero i due ragazzi insieme, per poi guardarsi e sorridersi.
"A me porta un caffe allungato con il latte tesoro."
"Certo principessina."
Mentre Adriano se ne andava a preparare le loro ordinazioni Sara fissava i due
ragazzi che avevano le sigarette in mano:
"Allora?"
Chiese curiosa di sapere se i due si erano ricordati qualcosa:
"Allora cosa?"
Chiese Gianluca fissandola senza comprendere, come sempre:
"Bhe, avete ricordato qualcosa? A me sembrava che voi due vi piaceste, e
anche tanto per quello che ho visto, perché va bene essere ubriachi, ma
sicuramente non sceglieresti una persona che detesti, non credi? Anzi credo che
quando si è ubriachi si sia più sinceri di quando non lo si è
normalmente."
Daniele stava osservando la sigaretta, ma perché Sara doveva dire tutte quelle
cose, lo sapeva già da solo che infondo Gianluca gli piaceva più del dovuto,
è poi arrivava lei a buttare la benzina sul fuoco. Poi la voce morbida del
moretto:
"Lo credi sul serio Sara?"
"Mado, quanto sei scemo Gianlu’, lo sai che ci credo se l'ho detto. Sei
proprio andato."
In quel momento arrivò anche Adriano con le loro ordinazioni e il ragazzo dai
capelli ricci si perse nel suo cappuccino con un sorriso beato sulle labbra,
mentre Daniele lo guardava come incantato per la seconda volta quel giorno.
Gianluca bevette un sorso dalla tazza che aveva tra le mani e poi con quella sua
lingua sensuale iniziò a leccare il bordo di ceramica, facendo intravedere il
piercing che aveva sulla lingua. Intanto i due non si resero nemmeno conto che
erano osservati da Adriano e Sara, il cui unico pensiero era che erano veramente
irrecuperabili. così la ragazza si girò verso il fidanzato sorridendo, che si
sedette vicino a lei, visto che ormai non c'erano clienti.
***"Lasciami
stare. Non voglio avere a che fare con te!"
Disse
Gianluca cercando di liberarsi dalle braccia di un ragazzo molto più alto di
lui:
"Gabriele, non hai sentito? Ti ha detto di lasciarlo."
Disse Daniele dietro al ragazzo biondo che si girò:
"E perché dovrei farlo, eh Daniele?"
Il rosso prese il braccio di Gabriele con forza fissandolo seriamente:
"Perché è proprietà privata. Basta come motivazione?"
Il biondino fisso i due, poi sbuffando se ne andò via:
"Tutto bene Gianluca?"
Chiese al quanto preoccupato Daniele, finché non notò le lacrime negli occhi
del moretto e che questi si mordeva le labbra:
"Che cosa ti ha fatto?"
Il rosso stava per andare a seguire il bastardo, quando due braccia esili e un
sussurro che quasi non riuscì sentire lo fermarono.
"Grazie."
Il ragazzo con i pantaloni bianchi si girò alzando con un dito il viso di
Gianluca per rispecchiarsi in quei due smeraldi verdi e sorrise:
"Non ti preoccupare, ok?"
Il più piccolo annuì sorridendo, per poi alzarsi sulle punte dei piedi
catturando le labbra del ragazzo più alto tra le sue. La punta della sua lingua
passò sopra di esse chiedendogli di più e Daniele non seppe fare altro che
stringere il moretto a se e approfondire il bacio socchiudendo le labbra,
incontrando la lingua tanto bramata.***
Gianluca
alzò lo sguardo fissando gli occhi grigi del suo amico, come se qualcosa gli
fosse venuto in mente, sorrise:
"Grazie."
Daniele si riscosse dai suoi pensieri e guardò sorpreso Gianluca:
"Per cosa?"
"Per avermi salvato dalle grinfie di Gabriele."
Sara attizzò l'orecchio:
"Che c'entra adesso quel idiota della sezione F?"
"Ha cercato di costringermi a baciarlo, ma e arrivato Daniele e mi ha
salvato."
"Oh, e poi?"
"Bhe mi ricordo solo che l'ho baciato. Poi niente."
Disse come se niente fosse Gianluca, mentre Daniele sgranò gli occhi fissando
il ragazzo vicino a lui:
"Cosa?"
"Bhe, tu mi hai difeso dicendo che ero una tua proprietà privata."
Sara si mise a ridere scuotendo la testa.
"Siete proprio una forza voi due, lo sapete?"
Disse la ragazza bevendo il suo caffe osservandoli divertita, come faceva
dall'inizio. Lei sapeva molte più cose di quello che sembrava in fondo assieme
ad Adriano li avevano tenuti d'occhio tutta la serata, e se vogliamo essere
precisi Sara era stata un gigantesco aiuto all'ubriacarsi dei due. Infondo
entrambi avevano la magica bottiglia di birra sempre piena. Daniele nascose la
testa tra le mani non sapendo cosa dire o fare, sembrava che per Gianluca fosse
tutto facile, sapeva più che bene che nessuno dei compagni di scuola li
accusava per essere entrambi ragazzi, visto che la scuola era piena di tutti e
tre i tipi di coppie (ma si vede che e' una fanfic -.- ndSaya bhe almeno non c'e
nessuno omofobo ndDaniele), ma sembrava che il moretto iniziasse ad essere
felice della situazione, ne parlava con troppa disinvoltura e poi quei movimenti
sensuali, come leccare la tazza oppure giocare con il cucchiaio. Sembrava che lo
facesse apposta per fargli perdere la pazienza, più lo guardava più voglia gli
veniva di scaraventarlo al muro e possederlo li, di fronte agli altri. Così si
accese l'ennesima sigaretta al quanto nervoso:
"Daniele così ti si alza il colesterolo. Non stressarti per cose inutili,
lascia perdere gli altri. Sono solo invidiosi della nostra relazione."
Disse Gianluca sbattendo le ciglia, facendo di nuovo sbiancare il rosso a cui la
sigaretta stava per cadere, così il moro la prese facendo un tiro
sorridendogli.
"Relazione?"
Chiese sconcertato e questa volta Sara non riuscì a non ridere fino alle
lacrime, osservata dai due amici che la guardavano con un sopraciglio alzato:
"Che c'e' di divertente?"
Intanto
Daniele si alzò mentre Gianluca cercava di capire cosa faceva ridere Sara:
"Ci vediamo in classe. Credo che abbiamo storia con il professor
Bianchi."
"Ma perché te ne vai?"
Volle sapere Gianluca, ma Daniele alzò solo il braccio in saluto proseguendo
per la sua strada, intanto Sara fermò la risata non appena notò l'espressione
del viso del amico:
"Che c'e' Gianluca."
Il moretto la guardò:
"Credo che adesso mi odi. Non voglio."
Gianluca era più grande di lei e Daniele, ma non aveva mai incontrato un
ragazzo così ingenuo da non capire nemmeno i propri sentimenti, ormai era
chiaro che Gianluca era cotto di Daniele e quando ne aveva la possibilità, da
ubriaco, si era lasciato andare cercando quello che desiderava di più. Mentre
quello che aveva capito di Daniele era che il ragazzo era completamente insicuro
per quanto si trattava dei sentimenti verso il moretto, si lo desiderava, e non
come amico, ma come qualcosa di più. La paura però lo fermava dal dichiararsi
al ragazzo dolce che aveva incontrato per la prima volta tre anni prima.
"Gianluca cosa provi? Intendo
cosa provi sul serio per Daniele."
Era seria, voleva aiutare il suo amico ad avere la felicità che si meritava.
"Gli voglio bene."
"Questo l'ho capito tesoro, ma in che modo. Come amico? O qualcosa di più?"
Il moretto la guardò senza sapere come rispondere, poi tornò a fissare la sua
tazza:
"Fino a qualche mese fa. come amico. Ma dopo che, l'ultima volta che ci
siamo fatti la doccia insieme… ecco… ho iniziato a desiderarlo."
Era tutto rosso in viso, non sapeva cosa fare e dove guardare.
"E ieri quando hai capito che forse avevi una possibilità ci hai dato
dentro con la birra per prendere coraggio?"
Avverti un leggero movimento di testa:
"Prima di stasera conquisterai Daniele... quanto ci scommetti?"
Gianluca alzò la testa:
"Tu mi fai paura quando dici così. Le ultime sette volte che l'hai detto
ci hai azzeccato… tipo quando Luca portava in braccio Marta e tu hai detto:
mo' cadono… e son caduti.(questa cosa e' successa sul serio 4 giorni fa e l'ho
detto io ai miei due amici ndSaya) oppure… quando hai detto a mia sorella di
non lasciare la bici in quel modo... e mamma ci e passata sopra con la macchina
perché non l'ha vista… oppure..."
"Si ho capito Gianluca. ho capito… smettila."
***"Sai
di dolce, lo sai Daniele?"
Il
rosso sorrise:
"Mhm
e di che dolce saprei?"
Gianluca
si strinse ancora di più a lui guardandolo con quei suoi occhi da cucciolo:
"Cioccolata...
quella che preferisco."
"Ne
sono contento."
"Bhe
ne voglio ancora."
Dicendo
così poggiò di nuovo la propria bocca su quella del rosso aspettando che
questo approfondisse il bacio. Infatti non tardò ad arrivare la lingua del
ragazzo sotto di lui a leccare le sue labbra ed intrufolarsi dentro a cercare la
compagna di quella serata indimenticabile… quando il bacio finì Gianluca
sorrise a Daniele:
"Ti amo."
E un sorriso increspò le labbra del rosso:
"Anche io Gianluca."
Di nuovo il moretto fu avvolto nel abbraccio del compagno e chiuse gli occhi con
un sorriso.***
Daniele
non seppe cosa pensare quando l'ultimo flashback terminò. Si guardò in giro
vedendo che era da solo e scosse la testa sedendosi per terra vicino ad un
muretto a caso, accendendosi la sigaretta. Quelle parole appena ricordate gli
risuonavano nella mente... alzò lo sguardo verso il cielo cercando di ricordare
di più, ma l'uniche cose che in quel momento riusciva a ricordare erano le
parole dolci e i baci del suo amico… si stiracchiò quando senti qualcuno
fermarsi di fronte a lui:
"Ciao Dany."
Disse una voce famigliare. Daniele aprì un occhio:
"Ciao Nikky."
"Posso?"
Chiese il ragazzo dai capelli viola, e senza aspettare la risposta si sedette
vicino al rosso accendendosi una sigaretta:
"Fai pure."
Rispose sconsolato il rosso:
"Ti vedo un po' giù di morale amico mio."
"Credo che tu sappia che cosa e successo ieri?"
"Si tu e Luccy vi siete messi finalmente insieme."
Sorrise Nicola guardando l'amico che si girò fissandolo negli occhi:
"Non ci siamo messi insieme."
"Ah no... bhe sinceramente a me sembrava così, alle quattro di mattina
quando tutti se ne andavano a casa… tu l'hai accompagnato a casa sua… vi
tenevate per mano sorridendo come due scemi uno al altro, e non ricordo chi ha
gridato dietro di te, di stare attento, che qualcuno avrebbe potuto rubarti il
ragazzo e tu ti sei girato dicendo che nessuno avrebbe mai osato toccare il tuo
orsacchiotto."
“Cosa?”
“Ma sul serio non ti ricordi nemmeno questo… povero Gianluca che razza di
ragazzo si è trovato…”
“Guarda che anche Gianluca non si ricorda.”
Nicola si mise a ridere:
“Allora e’ vero che Dio prima li fa poi li accoppia.”
Daniele per la prima volta quella giornata si mise a ridere… Nicola aveva
ragione lui e Gianluca erano strani, ma infondo pensando a quel discorso che si
era ricordato, forse un po’ di speranze c’è l’aveva e finalmente capì
perché tutti li prendevano in giro, infondo tutti pensavano che stavano
insieme:
“Hai ragione Nikky.”
Nicola si alzò dopo aver finito la sigaretta porgendo la mano a Daniele per
farlo alzare il quale accettò volentieri:
“Stasera ci sei?”
“Guarda che Zio non c’è, oggi niente allenamenti,…”
“Menomale che me l’hai detto, ci sarei andato…”
Nicola alzò un sopraciglio:
“Non credo che oggi saresti venuto…”
Disse ridacchiando.
“Ci vediamo Nikky, io devo andare a lezione…”
Il ragazzo dai capelli viola si diresse nella direzione opposta che aveva preso
Daniele alzando la mano in segno di saluto.
Quando Daniele arrivò in classe erano già tutti ai propri posti, notò con
piacere che Gianluca era seduto da solo e senza farsi troppi problemi si sedette
vicino a lui nel ultima fila… facendo girare Anna e Carlotta che ridacchiarono
per poi tornare a quello che facevano prima. Quando entrò il professore i
ragazzi rimasero un po’ confusi, dovevano avere Storia, non Filosofia… Il
professor Pollari sorrise sedendosi alla cattedra fissando tutti i ragazzi e poi
con la sua voce melodiosa iniziò a parlare:
“Oggi parleremo di Freud e delle sue analisi…”
Alzò i suoi stupendi occhi chiari fissando i due ragazzi nel ultima fila:
“Freud dice anche che inconsciamente siamo tutti omosessuali…”
I ragazzi della classe indiziarono a guardarsi sconvolti, poi dietro, proprio di
fronte a Daniele e Gialuca alzò la mano una ragazza di un colore non ben
definito di capelli… metà mori metà biondi:
“Questo perché dobbiamo amare noi stessi?”
L’uomo sorrise annuendo alla ragazza:
“Certo… infondo amando te stessa, ami una persona del tuo stesso sesso,
no?”
“In parole povere siamo tutti gay?”
Il professore si sedette sulla cattedra sorridendo:
“Si…”
Daniele continuava a fissare il prof chiedendosi se qualcuno gli aveva lanciato
una maledizione contro, visto che ogni ora che avevano, qualcuno se ne usciva
con qualcosa che aveva a che fare con lui e Gianluca e quello che era successo
il giorno prima…
***“Vuoi
fare l’amore con me?”
Daniele alzò lo sguardo verso Gianluca che lo guardava con quei due pozzi verdi
completamente perso nel contemplarlo.
“Perché me lo chiedi?” Chiese un po’ titubante
“Perché io voglio farlo… voglio donarmi a te… perché ti amo…”
“Dici cosi perché sei ubriaco…”
“Si sono ubriaco, se no, non avrei il coraggio di chiedertelo…”
“Gianluca ma ti rendi conto di quello che mi stai chiedendo…”
“Si…non sono stupido e sono anche più grande di te…”
Daniele sorrise attirando a se il ragazzo abbracciandolo dolcemente,
avvolgendolo nel suo abbraccio e sussurrò nel suo orecchio:
“Preferirei farlo quando entrambi siamo sobri… almeno siamo sicuri di
ricordarci, non credi?”
“Si forse hai ragione, ma in questo momento, Dany, sei talmente trombabile…”
Daniele rise di gusto al ultima affermazione del moretto che si strinse ancora
di più a lui nascondendo il suo viso vicino al collo del moro trattenendo la
risata.***
“Ti
sei ricordato qualcosa?”
Chiese sotto voce Gianluca avvicinandosi anche troppo per i gusti di Daniele:
“Si…”
“Qualcosa di importante?”
Daniele sorrise dolcemente:
“Si, molto…”
“E me lo vuoi dire?”
“Si, ma dopo…”
Daniele tornò a disegnare cose strane sul suo quaderno mentre Gianluca lo guardò
ancora per qualche secondo, chiedendosi se fosse una cosa giusta dichiararsi
finite le lezioni, anche se sembrava che questa volta la giornata sarebbe finita
molto prima di quello che si aspettavano. La sua mente cerco di andare indietro
trovando qualche cosa che gli desse il coraggio di fare il passo, di
dichiararsi.
***“E
non trattarmi così, sai che io sono un anima debole… potrei mettermi a
piangere…”
Disse con voce quasi piagnucolosa Gianluca guardando Daniele:
“Mhm… no…”
“E dai voglio la cioccolata… che ti costa…”
Disse il moretto aggrappandosi al braccio del rosso guardandolo con occhi
supplichevoli:
“Hm… sei impossibile…”
“Infondo è per questo che mi ami… no?”
Chiese con tono allegro e un sorriso sulle labbra Gianluca… Daniele lo guardò
per un attimo:
“No… e per le tue gambe…”
Gianluca fece la finta espressione triste:
“Come per le mie gambe…”
“Bhe, io mi sono innamorato prima delle tue gambe…”
“Sei solo un feticista delle gambe…”
“Si ma sono il tuo feticista delle gambe…”
I due si sorrisero baciandosi dolcemente.***
Gianluca
si girò verso il compagno di banco e con lo sguardo malizioso si avvicinò al
ragazzo, facendo si che la sua gamba sfiorasse quella di Daniele, il quale si
fermò senza guardare verso il moro, abbassò lo sguardo verso dove le loro
gambe si toccavano, seguendo al linea della coscia perfetta di Gianluca, che
faceva finta di prendere appunti fissando l’amico con la coda del occhio.
Sotto voce Daniele chiese:
“Gianluca cosa fai?”
Il ragazzo si giro con un sorriso spaesato:
“In che senso?”
“Lascia perdere…”
Gianluca lo guardò con finta ingenuità (come se servisse -.- ndSaya che vuoi
dire? NdGL niente ndSaya):
“Cosa ho fatto?”
Mentre Daniele continuava ad arrossire, diventando quasi dello stesso colore dei
suoi capelli:
“La tua gamba…”
“La mia gamba?”
Non c’e’ la faceva più o prima della sera se lo portava a letto
marchiandolo come la proprietà sua, oppure impazziva e lo mandavano al
manicomio…
“Oh, scusa, non avevo notato, la tolgo visto che ti da fastidio…”
“Non mi da fastidio…”
Rispose Daniele ormai rassegnato al ingenuità (sei deficiente ndSaya c’è
sarai ndDaniele non noti nemmeno quando ti prendere per il culo… ndSaya posso
farlo in verso senso della parola? NdGL siete due deficienti -.- ndSaya) del
ragazzo accanto e al fatto che ormai era completamente cotto di lui. Si girò
verso destra per non guardare Gianluca, incontrando uno sguardo divertito che li
guardava, era Sara, che al posto di seguire la lezione seguiva le vicende dei
due innamorati cronici… il rosso la guardo male, mentre il sorriso della rossa
si allargò ancora di più. Era troppo divertente osservarli quando non si
rendevano conto di essere guardati… poi le facce che faceva Daniele,… era
troppo divertente… finalmente l’ennesimo campanello che annunciava la fine
delle lezioni suonò. Gli studenti
iniziarono ad alzarsi e rimettere apposto:
“Ci vediamo nel aula numero 6, visto che c’e’ di nuovo Filosofia…”
Disse il prof con il suo solito sorriso:
“E siate felici e’ anche la vostra ultima ora…”
Tutti i ragazzi iniziarono a commentare la cosa felici (Happy and Gay
ndUkeDiSaya … nd Saya), era ora che ogni tanto finissero la scuola prima e poi
era sabato… Gianluca prese la sua roba correndo fuori dalla classe al quanto
felice, in realtà stava nascondendo il suo nervosismo, e quando girò
l’angolo arrivò addosso a una persona che lo strinse tra le braccia con
forza… Gianluca alzò gli occhi fissando la persona e con orrore scoprì che
era Gabriele, mentre cercava di liberarsi:
“Ciao cucciolo…”
“Gabriele, smettila, lasciami in pace…”
Il ragazzo lo strinse di più a se, prendendo il suo mento tra le proprie dita:
“Sarei scemo, se non cogliessi l’occasione mentre non ci sono quei due rompi
dei tuoi amici…”
Gianluca cercava di liberarsi da quella presa, ma Gabriele era molto più forte
di lui, e vedeva il viso del altro avvicinarsi, quasi perdendo la speranza,
quando vide un pugno arrivare e prendere direttamente il bel viso del biondino,
scaraventandolo lontano per la sorpresa.
“Gianluca
tutto bene?”
Chiese preoccupato Daniele che era vicino a lui, e senza accorgersene lo
abbracciò fissando con odio il ragazzo dai capelli dorati che
si stava alzando e ringhiò verso di lui:
“Quante volte devo ripeterti di stargli lontano… sei scemo o cosa?”
Gabriele si aggiustò i capelli fissando i tre, e stava per dire qualcosa quando
Sara come una furia gli saltò addosso sibilando:
“Io ti avverto per la seconda volta idiota, tocca ancora Gianluca e io ti
ammazzo… la terza volta che dovrò avvertirti ti rompo qualcosa, la quarta ti
ammazzo… hai capito!”
Anche se sembrava esile, lo spinse con forza contro il muro:
“E non farci ripetere le cose, fattele bastare due volte…”
Ormai era pieno di spettatori. Gianluca stava quasi piangendo, naturalmente per
finta, nascondendo il viso nella maglietta di Daniele che sembrava non sapere
cosa fare, Gabriele stava finalmente afferrando il concetto di proprietà
privata. Lentamente Daniele passò la mano sui capelli ribelli del moretto,
sospirò, e si spostò di qualche millimetro facendo alzare il viso di Gianluca
guardandolo nei occhi, vedeva che Gianluca si era spaventato (mazza che attore
ndSaya bhe devo fare il debole se voglio Daniele ndGL ¬_¬ ndSaya) al idea di
dover baciare quel biondino impertinente… gli sorrise dolcemente:
“Adesso va meglio?”
Entrambi ignoravano completamente i presenti introno a loro. Gianluca annui
continuando a fissarlo… si passò la lingua sulle labbra in anticipo, mentre
Daniele continuò fissando i movimenti di quel organo sensuale… Chiuse gli
occhi abbassandosi catturando quelle labbra così bramate tra le sue, prendendo
di sorpresa sia Gianluca che i presenti, la sorpresa mori quasi subito.
(*saltellando* era ora… 13 pagine… ma quanto ci avete messo, siete due scemi
deficienti ndSaya *baciandosi ignorando anche Saya* ndGl&Dn) Il moretto alzò
le braccia poggiandole al inizio sulle spalle del rosso, per poi abbracciarlo e
stringersi di più a lui… la lingua del rosso con curiosità chiese il
permesso di entrare, il quale gli venne subito conferito e la lingua di Gianluca
gli venne incontro… come la prima volta si toccarono si riconobbero e
iniziarono a giocare… un gioco vecchio millenni… poi si senti un applauso
introno a loro e i due si stancarono sorpresi:
“Era ora… ci avete messo un po’ troppo…”
Disse Sara sorridendo ai due.
“Ho vinto la scommessa… è successo prima della sesta ora…”
“Mhm,… io l’ho persa, pensavo che subito quando si vedevano si saltavano
addosso…”
“Ma mica sono tutti come Andrea e Simone…”
“Menomale che sono stati più veloci di Lucia e Carlotta…”
Gianluca osservava tutti con un rossore sulle guance… mentre Daniele rottosi
di avere sempre attorno qualcuno che li controllava fisso la rossa:
“Sara di al professore che siamo dovuti andare al pronto soccorso, che mi sono
slogato la mano colpendo Gabriele…”
Dicendo questo prese per mano Gianluca tirandolo dietro di se, il quale sembrava
andato in trans, e lo seguì senza obbiettare… così uscirono dalla scuola,
senza dire una parola… Daniele trascinava dietro a se Gianluca che se ne stava
zitto, non sapendo come reagire… si, voleva conquistarlo, ma non si aspettava
che sarebbe successo cosi presto… Alzò lo sguardo fissando la schiena larga
del suo ragazzo… infondo poteva chiamarlo così no? Infondo erano innamorati.
Arrivarono a un palazzo al quanto alto entrando dentro, era il palazzo dove
viveva Daniele, a dieci minuti di cammino dalla scuola. Daniele spinse Gianluca
nel ascensore e non lo guardò nemmeno una volta in viso, si girò verso i
bottoni premendo l’ottavo, senza mai lasciare la mano del moretto. Arrivarono
al piano uscendo, Gianluca stava guardando per terra, mentre Daniele si mise a
cercare le chiavi, infine aprì la porta invitando Gianluca gentilmente dentro
l’appartamento, che lo segui senza una parola. Il ragazzo dai capelli rossi
buttò lo zaino dove gli capitò per andare in cucina e perdersi dentro il frigo
e per sciogliere il ghiaccio urlo:
“Mettiti comodo, vuoi bere qualcosa?”
Gianluca si guardò introno, la casa era un disastro, poi si ricordò che
infondo Daniele qualche giorno fa gli ha detto che i suoi genitori erano andati
per due settimane alle isole Fiji. Scavò tra la roba buttata sul divano e
finalmente arrivò al divano sedendo ci si sopra… in quel momento arrivò
anche Daniele con una bottiglia di succo di frutta in mano e lo guardò:
“Noi due dobbiamo parlare…”
Il moretto fisso le proprie mani:
“Si dobbiamo…”
“Di quello che è successo ieri e di quello che sta succedendo oggi…”
I capelli di Gianluca nascosero completamente il viso che aveva un espressione
tesa, visto che non sapeva cosa pensare… Daniele sembrava così freddo. Il
rosso osservo per un momento il moro, poi poggio la bottiglia dove gli capitò,
infine si avvicinò a Gianluca poggiando le mani sulle sue ginocchia
accucciandosi di fronte a lui:
“Gianluca guardami…”
Quando il moretto alzo lo sguardo rispecchiandosi in quei due pozzi grigi,
Daniele sorrise alzando la mano accarezzando la guancia del ragazzo di fronte a
lui:
“Inutile nascondere adesso, quando ormai ho capito che non potremo mai tornare
a quello che eravamo prima… semplici amici… e da tanto tempo che si nasconde
in fondo al mio cuore… che non riuscivo nemmeno io a vedere o che non volevo
vedere per paura di perderti… se ieri e’ successo tutto quello che e’
successo e se oggi ti ho baciato… e perché ti amo…”
La voce tagliava con dolcezza l’aria giungendo alle orecchie di Gianluca che
non sapeva cosa fare o dire, mentre Daniele stava parlando, ammettendo che lo
amava e che lo amava già da un bel po’ di tempo, non riuscì a fermare le
lacrime che gli annebbiarono la vista…
“Non piangere, tesoro…”
Gianluca si strinse a Daniele con le lacrime di felicità agli occhi, non
riusciva a credere che lo amava, doveva convincersi che questo non era solo un
sogno.
“Anche io Daniele, anche io ti amo… e anche da tanto tempo, credo dalla
prima volta che ti ho visto, anche se me ne sono accorto solo quella volta dopo
la lezione di educazione fascia che abbiamo fatto la doccia insieme…”
Daniele sorrise:
“Sei un maniaco…”
“E tu feticista delle gambe…”
“EH?”
“Tra le cose che mi ricordo è quando mi dici che ti piacciono le mie gambe, o
meglio che ti sei innamorato di loro…”
Daniele sorrise alzandosi e attirando a se anche Gianluca:
“Bhe non posso farci niente, hai due gambe da urlo…”
Il moretto sorrise e inizio a sbottonarsi i pantaloni, lasciando Daniele senza
parole, quando questi scivolarono giù mostrando quelle gambe che al rosso
piacevano tanto… lasciando si che Gianluca rimanesse in soli boxer e una
maglietta attillata. Daniele iniziò a respirare con fatica osservando i
movimenti sensuali del suo ormai ragazzo che si avvicinava a lui come fosse un
gatto. Si passo la lingua sulle labbra aspettando che Gianluca si avvicinasse
abbastanza attirandolo a se, baciandolo con foga.
“Mhm… Gianlu’ andiamo in camera mia…”
Disse Daniele fissando il compagno, che in tutta risposta allacciò le braccia
dietro il suo collo attaccandosi a lui, e di nuovo entrambi erano persi in un
vortice di emozioni che si provocavano a vicenda… Le mani di Daniele
scivolarono lentamente sul sedere sodo di Gianluca alzandolo, al che il moretto
allacciò le gambe introno alla vita del rosso, che lo portò in camera sua,
senza preoccuparsi di chiudere la porta dietro di loro. Il rosso gentilmente posò
il moro sul grande letto morbido a due piazze. Si staccò da quelle labbra
intossicanti… sorridendo dolcemente affondando in quei due oceani verdi che si
ritrovava come occhi Gianluca… Daniele stava per commuoversi vedendo tutta
quella fiducia nei occhi del ragazzo sotto di lui, nessuno mai l’aveva
guardato con espressione del genere… sembrava un cucciolo che guarda il
proprio padrone. Gli sorrise baciando gli delicatamente le labbra:
“Gianluca, ne sei sicuro?”
Chiese incerto il rosso, fissando il moretto, al che Gianluca sorrise affondando
le dita tra i capelli spettinati di Daniele attirandolo a se, sussurrando
direttamente sulle labbra:
“Non sono ubriaco, non ho bevuto niente, non è contro la mia volontà, ti
desidero, cavolo e da mesi che ti desidero…”
Dicendo questo prese la mano di Daniele nella sua, poggiandola sulla propria
virilità e il rosso capì che il moro stava dicendo la verità, lo
desiderava…
Daniele
sorrise dolcemente al ragazzo sotto di lui ammirandolo
e Gianluca colse l’occasione per ribaltare la posizione, prendendo di
sorpresa il rosso, che si ritrovò schiacciato tra le morbide lenzuola dal dolce
peso del moretto. Il verde si rispecchiò nel grigio cielo e Gianluca catturò
di nuovo le labbra del compagno tra le sue, cercando la sua lingua quasi con
disperazione. Daniele alzò le mani facendole scivolare sulla schiena del
moretto per poi posarsi sul sedere sodo del suo amante. Gianluca sorrise
passando la punta della lingua sulle labbra gonfie del rosso per infine
staccarsi:
”Diavoletto!”
Gianluca sorrise al commento passando sensualmente le mani sul petto del rosso
per poi fermarsi alla vita alzando la maglietta, finalmente toccando la pelle
bollente di Daniele, che chiuse gli occhi godendosi i tocchi leggeri delle dita
sottili, che esplorarono il territorio sconosciuto, scoprendo punti interessanti
che facevano sospirare il compagno.
”Gianluca se continui così, non potrò più fermarmi.”
”E chi ti dice che devi farlo?”
Chiese
con tono innocente il moro prima di strappargli di dosso la maglietta, infine si
abbassò poggiando le proprie labbra vogliose sul collo di Daniele succhiando
leggermente. Il rosso cercò di dire qualcosa ma quando senti la lingua del
moretto scivolare fino ai capezzoli, le parole gli morirono in gola. Gianluca
posò le punte delle dita della mano sinistra sul piercing del ragazzo sotto di
lui, mentre poggiò le labbra sul gemello non bucato. Si dedicò completamente a
dare piacere al suo ragazzo con il suo organo bagnato facendolo gemere. Il rosso
strinse tra le sue dita i fili di seta nera, inarcando la schiena per chiedere
di più. Gianluca sorrise soddisfatto del effetto che le sue carezze avevano sul
suo amante. Spinto da questa scoperta, ma ancora più dal desiderio scivolò più
in basso, passando la lingua introno al ombelico, per iniziare a succhiare e
giocare con il piercing. Le sue mani si mossero con lentezza, soffermandosi sui
fianchi, guizzando sul bordo dei pantaloni fino al bottone, slacciando e
tirandoli giù insieme ai boxer, lasciando Daniele completamente nudo. Gianluca
per un attimo lasciò la pelle scottante del compagno, alzandosi ad ammirarlo. I
suoi occhi verdi passarono dal basso in alto, venerando ogni piccola parte di
quel corpo sensuale. Daniele osservò i movimenti lenti del ragazzo sopra di
lui, per infine udire la sua voce in un soffio:
”Daniele sei bellissimo!”
Poi si abbassò al altezza del bacino del rosso. I loro sguardi erano incollati,
infine Gianluca posò le sue labbra rosse sulla punta della virilità e Daniele
chiuse gli occhi tagliando il contato visivo assaporando le sensazione di quella
bocca calda sul suo membro duro. Il rosso appoggiò le mani sul letto,
stringendo le lenzuola tra le dita, alzando il bacino, chiedendo di più.
Gianluca staccò per un momento le labbra, sorrise dolcemente avvolgendo la
virilità con la lingua, passando con il suo piercing sul asta, facendo
diventare le fantasie di Daniele realtà. Il rosso gemette a voce alta il nome
del compagno, dando una carica in più a Gianluca, che lentamente con le dita
iniziò a massaggiare i testicoli, mentre continuava a torturarle il membro con
la sua lingua vogliosa. Stufatosi solo di leccare infine lo prese in bocca
succhiando con foga, giocando con la punta, e con la mano stringendo i testicoli
ritmicamente con il suo abbassare la testa. Daniele sgranò gli occhi, non
capendo quasi cosa stava succedendo, il moretto lo stava ipnotizzando con quelle
carezze cosi intime:
”Gianlu’… non c’è la faccio più.”
Il moretto si staccò guardando il suo ragazzo, che aveva le gotte arrossate e
stava respirando a fatica. Scivolò sopra quel corpo nudo e sensuale, fino ad
arrivare a quelle labbra adesso secche, per infine poggiare le proprie su di
esse, bagnandole in un tacito invito per un bacio più profondo. Daniele chiuse
gli occhi assaporando il bacio dolce, le sue mani si staccarono dal letto
poggiandosi sul sedere, ancora avvolto dal tessuto dei boxer, stringendo
leggermente le natiche tra le sue dita. Gianluca si staccò da poco, fissando
Daniele, perdendosi nei suoi pozzi grigi cielo, poi il rosso sorrise, infilando
le mani sotto l’elastico dei boxer, accarezzando dolcemente la pelle. Il
moretto sussurrò lentamente sulle labbra del compagno:
”Spogliami…”
Daniele continuò a sorridere, prendendo finalmente i bordi dei boxer, tirandoli
giù e spogliando Gianluca, con l’aiuto di quest’ultimo. Quando la pelle del
moretto venne in contatto con quella del rossino (pare quasi che sto scrivendo
Slam Dunk -.- ndSaya hai qualcosa contro di noi? ndRu&Hana no… solo che
questa è un original ndSaya continua ndDn&Gl) i due ragazzi non riuscirono
a trattenere un gemito di desiderio. Le loro bocce si unirono di nuovo in un
bacio pieno di passione e Daniele passò le dita sulla spina dorsale del
compagno, fino ad arrivare al sedere. Lentamente accarezzò i glutei del
suo ragazzo, per poi insinuare una mano tra essi, e iniziare a
massaggiare con l’indice l’apertura stretta del compagno.
Gianluca gemette nel bacio, strusciando la propria virilità su quella
del suo amante, chiedendo inconsciamente di più. Il rosso infine deciso, che i
muscoli si erano rilassati abbastanza, infilò il primo dito dentro di lui.
Gianluca chiuse gli occhi baciando con ancora più passione Daniele, il quale
continuò la preparazione aggiungendo anche il dito medio al indice, muovendo
lentamente. Il moretto si staccò gemendo il nome del compagno, muovendo
lentamente il bacino, chiedendogli di fare presto. Daniele aveva paura di fare
del male al suo tesoro, così preferì aggiungere un altro dito, muovendoli con
lentezza in profondità… sempre fissando il viso contorto di piacere del
ragazzo sopra di lui… Gianluca sgranò gli occhi senza riuscire a dire niente,
Daniele aveva trovato il punto magico dentro di lui donandogli un ondata di
piacere immensa.
”Danie… non c’è la faccio più, voglio sentirti dentro di me,
adesso…”
Disse ansimando il ragazzo moro… il rosso lo fissò per un attimo, sapeva che
non c’era verso di dissuaderlo, così sfilò le dita dal apertura, ma si trovò
inchiodato a letto, con la schiena in giù. Il rosso guardò il compagno al
quanto sorpreso, mentre Gianluca sorrise dolcemente, scivolando in basso, fino
al membro eretto di Daniele. Con il suo perenne sorriso, afferrò con la mano la
virilità del compagno posizionandolo alla sua apertura. I loro sguardi si
incontrarono, poi Gianluca senza pensarci più volte si abbassò sul membro
facendolo entrare in un solo colpo. Daniele
sgranò gli occhi sentendosi avvolto da quel calore trattenendosi di non venire
subito. Gianluca d’altra parte al intrusione violenta senti solo dolore, anche
se sapeva che era solo colpa della sua impazienza, si accasciò sul petto del
rosso respirando a pieni polmoni, cercando di abituarsi al invadenza nel suo
corpo. Daniele capendo lo sconforto del suo cucciolo, iniziò lentamente a
passarli le dita sulla schiena accarezzandolo dolcemente, cercando di fargli
dimenticare il dolore. Dopo qualche minuto, finalmente Gianluca alzò lo
sguardo, aveva ancora le lacrime agli occhi, ma c’era anche il sorriso, che il
rosso prontamente ricambiò. Il moretto piantò le mani sul petto del amante,
iniziando a muoversi lentamente al inizio per poi velocizzare il tempo. Daniele
intanto poggiò le sue mani sui fianchi di Gianluca aiutandolo a muoversi… le
sensazioni che entrambi sentivano li portavano lentamente in estasi, a toccare
il cielo con un dito. I loro movimenti erano guidati dalla loro passione
e il loro amore reciproco, facendoli ondeggiare su quel letto come se
fossero sulle onde del mare… il tempo si fermò, l’universo scomparve, solo
loro due esistevano, ed esistevano uno per l’altro, rendendosi finalmente contò
che se non stavano insieme erano nessuno… insieme finalmente creavano
l’essere perfetto… un corpo, un anima e un cuore… come al inizio dei
tempo. La stanza era avvolta dai rumori dei movimenti, dei loro corpi sudati che
si toccavano e si univano, dalle loro voci che sospiravano il nome del proprio
amante. Daniele infilò la mano tra i loro corpi, poggiando le dita sulla
virilità dura del compagno iniziando a muovere allo stesso tempo delle spinte.
Gianluca chiuse gli occhi assaporando ogni sensazione che gli veniva data, sia
da fuori che da dentro. Il membro del amante accarezzava le sue pareti fino a
toccare il punto magico dentro di lui che lo faceva urlare di piacere… poi
quella mano esperta che stava massaggiando con dolce forza la sua eccitazione,
lo faceva impazzire… non avrebbe resistito a lungo… strinse le dita in un
pugno fermandosi, mentre il suo corpo si inarcò e in quel momento Daniele pensò
che non aveva mai visto niente di più bello. Il seme del moretto si sparse
sulle dita e sullo stomaco del rosso, mentre anche Daniele lo seguì nel oblio,
quando i muscoli di Gianluca si contorsero introno al suo sesso, dandogli quel
ultima spinta che lo fece svuotare dentro il compagno, marchiandolo finalmente
come la sua proprietà privata. Gianluca aveva completamente esaurito le forze e
si accasciò su Daniele, ignorando completamente lo schifo che erano diventati.
Ma nessuno dei due se ne accorse. Daniele scivolò lentamente fuori dal corpo
del moretto, che stava già quasi dormendo… lo abbracciò teneramente,
coprendoli con un lenzuolo, seguendolo a ruota tra le braccia di Morfeo.
Aveva
detto ad Adriano, che si sarebbero visti più tardi, era preoccupata per i suoi
due amici, sperava che fosse finito tutto per il meglio, ma l’incertezza la
faceva impazzire… così Sara aveva deciso di fare un saltò a casa di Daniele
per controllare la situazione, sicura che Gianluca si trovasse ancora da lui.
Uscì con eleganza dal ascensore fermandosi di fronte alla porta con scritto
sopra il cognome Conti.
Suono il campanello… silenzio… infine la porta si aprì, portando in mostra
un Daniele assonnato e in soli boxer che la guardava con la sua solita aria da
duro. I due dai capelli rossi si fissarono per un lungo momento:
”Gianluca?”
Daniele sorrise:
”Sta a farse la doccia…”
Disse con disinvoltura… Sara sorrise entrando, anche se Daniele non l’aveva
invitata:
”Bene, bene, bene… credo che qualcuno mi dovrà raccontare qualcosa…”
Disse felice, sedendosi a tavola fissandolo, quando dal corridoio apparve anche
Gianluca, con addosso solo un asciugamano:
”Ciao Sara…”
”Su sedetevi ed enunciate…”
I due si guardarono esasperati, sapevano più che bene… che la ragazza non li
avrebbe molati, finché non avrebbero raccontato in dettaglio quello che era
successo…
”Per prima cosa… stiamo insieme…”
Sara sorrise:
”Era ora zucconi…”
-fine-
Saya:
O_O
Gianluca:
ha questa faccia, perché sono 18 pagine
Daniele: Anzi, mi sa che non riusciremo più a distoglierla dalla sua trans
Sara: Bhe allora tocca a noi annunciare…
Adriano: Credo proprio di Si…
Nicola: Bhe, la signora scrittrice che adesso sta in coma… ha deciso che
scriverà una storia a seguito di questa dove Adriano e Sara si sposeranno,
mentre Daniele e Gianluca faranno loro da testimoni…
Andrea: Se volete i disegni dei protagonisti, basta scrivere alla mail della
scrittrice lasciando un recapito
Simone: Sarebbero graditi dei commenti…