#2
OPERAZIONE
DISTRAIAMO TOTO’
Antonio
non si sarebbe certo immaginato di ritrovarsi niente meno che il
capitano in persona -quello vero- a fargli quella richiesta.
Dapprincipio
credette d’aver sentito male, poi la mano di Gigi si posò sulla
sua spalla, intorno al suo collo, e strinse la presa per farsi dare
più retta. Quindi, mentre Antonio fingeva indifferenza salutando a
destra e a manca con un gran sorrisone sulla faccia, ripeté:
-
Allora, ne hai ancora di quei video? -
Antonio
in quel momento, mentre pensava come gestire quell’uomo strano -da
che pulpito-, ebbe un lampo di genio non da poco e, sempre facendo
finta di nulla, rispose naturale guardando altrove:
-
Se mi togli di mezzo Totò te ne do quanti ne vuoi e a buon prezzo…
è Totò l’impedimento! -
Gigi,
contento di sapere che non sarebbe stato escluso da quella festa di
DVD, gli scoccò un imprevedibile bacio sulla guancia che lasciò
interdetto Antonio che si mise istericamente a ridere, poi
borbottando un allegro ’Ci penso io!’ se ne andò lasciando il
compagno di squadra alle grinfie di Mario, subito accorso geloso. Chi
osava mettere zampe sporche -specie perché juventine- sul suo nuovo
giocattolo?
Quella
che ebbe inizio da lì in poi ebbe il nome di ‘operazione
distraiamo Totò’!
Un’operazione
che sarebbe valso molto imbarazzo al poveraccio in questione, l’unico
che, a quanto pareva, cercava di difendere i poveracci la cui dignità
veniva così pesantemente calpestata.
Totò
aveva preso seriamente la sua missione, quella di sequestrare tutti i
video porno delle notti focose dei suoi compagni e derivati, tanto
che con la testa dura che si ritrovava era diventato una vera e
propria maledizione per Antonio che nemmeno impegnandosi con tutto sé
stesso riusciva più a fare quello che gli pareva.
Fu
così che Gigi ordinò a tutti quelli che volevano quei video, di
distrarre Totò.
Tutti
gli ex dell’Udinese in prima fila, lo conoscevano bene, lo
adoravano e si divertivano a stuzzicarlo, specie Simone. Ad un certo
punto furono coinvolti persino Andrea e Claudio che, pur non capendo
perché diavolo dovessero stare tanto con Totò, lo facevano
volentieri.
Questo
non bastò.
Giampaolo
riuscì a farlo vacillare quando cercò di sedurlo, al che il litigio
furibondo con Riccardo l’aveva tolto dai ‘giochi’, seppure solo
in apparenza. Era in realtà molto interessato alla faccenda.
La
cosa migliore Gigi la pensò quando mise nel piatto di Totò del
lassativo.
Ovviamente
procurato da quel delinquente di Mario, ben lieto di dargli cose del
genere se era per divertirsi alle spalle di qualcuno.
Quella
sera Totò la passò tutto il tempo in bagno ad imprecare in
napoletano stretto di cui pochi furono quelli che capirono vagamente
qualcosa.
Eppure
non fu sufficiente nemmeno quello perché la vecchia volpe aveva ben
pensato di soffrire chiudendo fuori dalla camera i suoi due
inquilini, Antonio e Daniele. Dentro la camera, ovviamente, c’era
tutto il materiale.
Gigi,
esasperato, si ritrovò ad alzar bandiera bianca non sapendo proprio
più cosa fare.
-
E’ un osso troppo duro, quello… e chi l’avrebbe mai detto? -
Antonio,
che aveva una gran voglia di scambiare nuovo materiale interessante
coi suoi amici mentecatti, propose infervorato l’idea di chiuderlo
a chiave in magazzino ma fu Andrea ad opporsi il quale, pur non
capendo un emerito nulla di quello che stava succedendo, non poteva
permettere che il loro numero undici tanto saggio e buono finisse
traumatizzato a vita.
Non
che fosse tanto facile traumatizzarlo, insomma… era pur sempre
stato compagno di squadra -e non solo- di Alexis Sanchez… quello
era una calamità naturale. Superato lui si era pronti per tutto.
Appunto.
-
Basta, io mi arrendo, non so più che inventarmi! -
Fece
alla fine Gigi andandosene mezzo arrabbiato e mezzo sconsolato! Era
l’unico a non aver visto nemmeno uno di quei video, in qualche modo
Totò li aveva sequestrati tutti obbligando chi ne aveva -e solo lui
sapeva come ci era riuscito senza usare violenza- a farseli
consegnare.
-
Come diavolo ha fatto, poi? Quello non fa paura ad una mosca! -
Chiese Daniele senza capacitarsene.
-
Magari usa qualche strategia da bastardo dentro… - Replicò Mario
conscio che Totò era nei paraggi pronto per riprenderli severo.
A
quel punto Simone Pepe non poté staresene più buono ed in disparte
e decidendo che era ora di calare l’asso nella manica, intervenne
sicuro di sé e accattivante come sempre, uno strano sorrisino
inquietante sulle labbra:
-
Voi non lo conoscete bene come me! - Questo ebbe il potere di
catalizzare su di sé tutta l’attenzione dei tre. Antonio
soprattutto lo puntò e con sguardo anche fin troppo serio per i suoi
gusti, ruggì in barese:
-
Avanti, spara! - Simone comprese vagamente cosa gli aveva detto ma
temendo che Totò lo sentisse si prese l’amico milanista sotto
braccio e se lo portò in disparte.
Seduti
nelle sedie a bordo campo mentre gli altri continuavano gli
allenamenti, con sguardi di fuoco lanciati da Daniele e Mario, Simone
spiegò spigliato e preso dalla situazione che lo divertiva
parecchio:
-
Totò è buono ed ha un ascendente positivo su tutti perché è molto
fermo e con valori solidi. Lui per mettere gli altri in riga contro
la loro volontà non usa tattiche o forza. Lui semplicemente chiede,
gli altri, siccome è tanto buono, non hanno il coraggio di negargli
nulla. Sai, col discorso che è sempre quello più corretto e giusto
nessuno osa contraddirlo. È sempre quello più amato. Anche qua
nessuno ha veramente il coraggio di essere cattivo con lui. -
-
Questo l’ho notato anche io. Cioè, magari avere un potere psichico
simile, ma insomma… se è uno jedi è uno jedi! Che diavolo
c’entra, comunque, con l’annientarlo? - Antonio voleva sapere se
aveva una mossa vincente, ormai non riusciva a pensare ad altro.
Simone,
capendo che sarebbe morto se non gliene avesse parlato, disse
finalmente con occhi inquietanti e malvagi che facevano un baffo a
quelli di Satana in persona:
-
Devi colpirlo nel suo punto debole! - sul momento Antonio credette
fosse la rivelazione del secolo ma poi ne rimase deluso.
-
E grazie! Ci arrivo anche io! Quello sembra non avere punti deboli!
Sai da quanto cerco di fargliela? -
Simone
ghignò, poi parlò ancora:
-
Ma devi usare la giusta leva! -
-
Aò! ‘A Jack Sparrow! La pianti di fare tanto lo stronzo e parli? -
Questa
gli era uscita in un misto fra una serie di dialetti e accenti che
radunavano quelli di tutti i ragazzi presenti al ritiro. Un
accozzaglia di lingue strane!
Simone
rise poi lo accontentò:
-
La sua dignità! Lui è fissato con la sua dignità e la sua privacy,
no? E con quella degli altri, se è per questo… -
-
Ma lo so ma non ci sono video suoi con Alexis… come diavolo posso
ricattarlo? -
Simone
fece di nuovo quel suo ghigno satanico e perfino Antonio rabbrividì.
A questo punto pendeva completamente dalle sue labbra, incredulo che
avesse davvero qualcosa di utile in mano.
-
Io ho le mie spie dentro la mia ex squadra… -
-
Sei riuscito a filmarli?! - Non ci avrebbe mai creduto, quel video
avrebbe potuto venderlo a peso d’oro!
-
No ma lo farò presto! Ho contatti con Alex e l’ho invitato a
venire al ritiro a farci una sorpresina. Tanto non ha impegni in
questo periodo… - Antonio si illuminò come un albero di natale e
lo abbracciò di slancio, tuttavia Simone, ridendo, alzò il dito per
tornare ad avere la sua attenzione: - Ma non è questo il vero asso.
C’è una foto con cui lo puoi tenere a bada per un po’. Finchè
non scopre che quella foto gira sul web. Cosa che potrebbe accadere
anche mai visto che lui e la tecnologia sono nemici giurati. -
Antonio lo guardò interrogativo non capendoci più niente e Simone
spiegò ancora, sempre ridendo perché la situazione lo divertiva
parecchio: - Totò non ha molta pratica coi computer. Li odia. Non sa
che c’è questo gioiellino suo… - Quando Simone si decise a
mostrargli la foto dall’i-phone che aveva, Antonio ci morì dopo un
lunghissimo proverbiale e leggendario minuto di silenzio passato a
realizzare che con quello e l’arrivo di Alexis, avrebbe vinto
tutto!
Il
minuto dopo era lì ad abbracciarlo e stritolarlo di nuovo ricoprendo
il suo bel viso accattivante di baci.
Uno
finì perfino sulla bocca ma a Simone non diede fastidio, lui era
Antonio… insomma, a chi non piaceva? Solo a chi non l’aveva mai
conosciuto di persona poteva disprezzarlo ma alla fine piaceva
sempre.
Se
ci giocavi in squadra non potevi non avere un debole per lui!
Poco
più in là Daniele e Mario che vedevano la scena senza sapere bene
tutti i particolari, anzi, un bel niente, rosero cupi e furiosi più
che mai, uscendo dal campo.
Il
secondo successivo il protagonista di tanta gelosia di cui non si
sarebbe mai accorto -forse- volò di corsa da Totò e arpionandolo
col braccio gli mostrò la famosa foto.
Totò
che non si sarebbe mai e poi mai aspettato una cosa simile sbiancò
violentemente e barcollò. Per un momento credette di morire poi
stranamente si mise a ridere e ricambiando il braccio intorno al
collo al suo stesso modo illuse Antonio che non fosse tanto
preoccupato per quella foto, come invece Simone era convinto.
Antonio
guardò infatti l’amico poco più in là e gli chiese con uno
sguardo interrogativo che diavolo avesse e solo quando Simone gli
fece a gesti di stare attento, capì. Ma ormai era troppo tardi
perché Totò in reazione completamente isterica cominciò a
stringere e stritolarlo come un indemoniato, quasi che volesse
ucciderlo veramente.
Bè,
forse era proprio quello che voleva.
Divenne
inquietante, oltre che raggelante nella sua stranissima espressione
indecifrabile e non propriamente minacciosa -nemmeno mentre uccideva
sapeva far paura- ma Antonio credette di morire tanto che non poté
controllarsi bene nei movimenti volti a liberarsi. Qualche compagno
venne in suo soccorso e li separò ma proprio mentre Totò si
riprendeva dal suo raptus omicida e gli chiedeva isterico:
-
Come diavolo ce l’hai quella foto? - Antonio si rese conto d’averla
involontariamente spedita a tutti i numeri in rubrica. E non erano
pochi.
Pregò
ardentemente di non farsi notare e mentre si inventava una scusa
palesemente idiota a cui Totò non credette un istante, del tipo: -
E’ un tuo sosia, non sei tu! - pregava che nessuno dei presenti
prendesse il cellulare per guardarla e che, soprattutto, nessuno
ridesse.
Fu
abbastanza fortunato perché di quelli che stavano andando via dal
campo e che avevano il cellulare in mano, furono solo Daniele -che
non fece particolari espressioni perché doveva averla già vista-,
Andrea -che cercava di capire che cosa fosse-, Giampaolo -che aveva
capito perfettamente al volo e rideva come uno stronzo- e Alberto
-accanto a Giampaolo che gli chiedeva, comunque ridendo, se non fosse
un fotomontaggio.-
“Fa
che non li noti, fa che non li noti… cazzo ed io poi con cosa lo
ricatto?”
La
sua grande preoccupazione.
Fu
esaudito perché Totò notò solo Simone, poco più in là, che
rideva come uno stronzo e piantò in asso Antonio per planare addosso
al suo ex compagno di squadra e squartarlo con le sue mani.
Aveva
capito che era stato lui.
Non
ne uscì vivo, Simone, ed infatti dovette tornare a Torino per un
misterioso attacco polmonare di cui aveva scoperto di avere
un’insolita deficienza. L’unica deficienza era comunque nel suo
cervello.
Liberatosi
di quello che gli avrebbe potuto far perdere ulteriormente la faccia,
Totò passò in rassegna tutti i suoi compagni di squadra guardandoli
severi come un padre furioso, ordinando loro di cancellare quella
maledetta foto davanti ai suoi occhi.
Tutti
lo fecero sotto lo sguardo sbalordito di Antonio che non poteva
credere a quel che vedeva.
Come
potevano avere tanta paura di lui?
La
foto, comunque, lo ritraeva in mutante allo stadio. Mutande mutande,
cioè. Non boxer. E lui che faceva una sorta di balletto,
probabilmente ubriaco, dopo aver preso la posizione per accedere ai
preliminari di Champions.
Fu
così che nemmeno quello funzionò perché Totò riuscì a tenere
perfettamente ancora tutto sotto controllo.
-
Ok, quello è un mostro! Io ci rinuncio, non so proprio più come
fare! -
Sentirlo
arrendersi fu strano, Mario e Daniele si preoccuparono seriamente nel
sentirlo e guardandolo stralunati fissarono poi con lui Totò mentre,
trionfante, scendeva dal pulmino che li aveva portati al campo
d’allenamento come ogni giorno.
Sembrava
non ci fosse più niente da fare, che potessero solo gettare la
spugna, rinunciare per sempre ai loro adorati video porno live
quando…
Quando
l’espressione sul viso serafico di Totò cambiò repentina.
Fu
come vedere una scena in televisione al rallenty… da serio e
concentrato si trasformò nel vedere qualcosa oltre le loro spalle.
Divenne sempre più terrorizzato e angosciato fino a che, sbiancato
completamente, credettero di vederlo svenire davvero.
Per
un attimo effettivamente il napoletano dell’Udinese barcollò,
fecero per prenderlo ma non ci riuscirono perché una scheggia
velocissima li superò e… gli si fiondò addosso facendolo cadere
del tutto sul cemento!
Per
poco non si ruppe l’osso sacro. Fu merito dei piedi di Giampaolo
che era lì e fecero da cuscinetto.
Rompendoglieli,
probabilmente, vista la sua partenza del giorno dopo.
-
Oh mio Dio… allora Simone aveva ragione… anche lui ha un punto
debole… cioè un punto vincente… - Perché alla fine la questione
della dignità non aveva funzionato.
Antonio
rimase interdetto a guardare Totò a terra ricoperto dal suo ‘punto
debole’ e mentre anche gli altri arrivavano a cupola a vedere di
che si trattava, il ‘punto debole’ in questione cominciò a
gridare, ridere, acclamare Totò e a ricoprire il suo viso di baci.
-
Ma chi cazzo… - Mario non era molto informato, in realtà molti
altri non avevano idea di che cosa succedeva, solo Antonio che
prendendo subito il cellulare si mise a filmarli mentre ordinava a
Daniele di scrivere a Simone un grande e mega ‘grazie! Il tuo
sacrificio non è vano!’.
Cosa
che ovviamente fece.
Quando
Totò riuscì a risalire dal’oltretomba in cui era caduto, il
‘punto debole’ gli era ancora attaccato addosso come un koala ma
riuscì a scrostarselo di dosso, solo parzialmente, e a far sì
miracolosamente che la smettesse di baciarlo davanti a tutti; allora
finalmente il suo viso fu visibile.
L’essere
vulcanico basso quanto il loro vice capitano era niente meno che
Alexis Sanchez, il numero nove del Barcellona ed ex Udinese.
Nonché
grande ed unico ex del suddetto.
Ex
per poco.
-
Come hai potuto piantarmi così e non farti veramente più vedere? Lo
sai che per vendicarmi sono andato con Thiago e Dani? Spero ti bruci
e ti ferisca perché così sono stato io quando mi hai mollato
dicendomi che non potevi vedermi soffrire ogni volta che ci
separavamo! Che stronzate sono? Pensavo tornassi! E come hai potuto
non farti mai trovare e non raggiungermi mai quando venivo a Udine a
trovarti lo stesso? Sei proprio uno stronzo! Se non era per Simone
che mi diceva che eri qua e che era un’occasione perfetta non avrei
mai saputo! Totò, se la gente sapesse quanto pezzo di merda sei non
ti osannerebbero! Non me ne frega un cazzo se sto male quando ci
separiamo, poi ci rivediamo ed è ancora più bello di prima! Non
osare più piantarmi o giuro che ti ammazzo e poi ti seguo! Stronzo!
-
E
dopo questa bella sputtanata mondiale, pure ripresa dal prontissimo
Antonio per giunta, Totò, violaceo, gli tappò la bocca con la mano,
lo agguantò col braccio fino a strozzarlo e lo trascinò con
violenza via da lì mentre tutti, ammutoliti e shockati, guardavano
la scena increduli.
Quando
i due sparirono oltre la loro vista, Antonio decise che gli avrebbe
lasciato due minuti per litigare e fare pace, poi sarebbe andato a
finire le riprese.
A
quel punto si guardò con tutti i presenti, la gran parte della
squadra, poi passò a Gigi, Mario e Daniele, coloro che si erano dati
più da fare per quest’evento, e alzando le mani in segno di
vittoria, esclamò al settimo cielo, ridendo come un coglione:
-
Ragazzi, l’operazione distraiamo Totò ha funzionato! Stasera tutti
da me a scambiare video! Venderò questo a caro prezzo, chi è
interessato si deve prenotare per le copie! - Ovviamente di
prenotazioni ne ebbe almeno venti!
E
fu così che Totò, impegnato dall’unico che avrebbe mai potuto
distrarlo seriamente, alzò bandiera bianca e lasciò che i
mentecatti dei suoi compagni vendessero la dignità dei loro compagni
di squadra, ignari del macello che si stava consumando in quello che
di ritiro italiano aveva ben poco e che somigliava sempre più ad un
bordello.
“Colpa
di Antonio. Come sempre!”
Pensò
sconsolato Cesare sospirando e scuotendo la testa. Non poteva proprio
farci niente. O li uccideva o li teneva così. Ora che aveva perso
anche l’ultimo sensato poteva solo adattarsi alla fine del mondo
imminente.