NOTE: perché ho
letto la notizia che i girono B e D erano ospitati dall’Ucraina ed ho letto
Portogallo ed Ucraina… poi la mia testa è partita per la tangente. Aiutata da
Derret, come sempre. Quindi è nata sta scemata che è proprio scemata a parte
che per una scena su Riky ed Andry che è partita da sola. Non doveva esserci
però hanno deciso di fare i seri, che volete… per il resto è assurdo ed idiota
e per di più inconcludente, secondo me… cioè… che c’entrano tutti gli altri che
poi non siano Andry, Riky e Cris? Assolutamente niente, ma ci sono lo stesso!
Potrei impazzire di nuovo e piazzarci qualche altra shottina a riguardo di
questo Euro 2012! Chissà!
Dedicata al
gruppo migliore del mondo: So sexy, so dislessic!
Buona lettura.
Baci Akane
EURO 2012
Non serviva
stare nello stesso albergo per interagire fra diverse nazionali. Bastava, in
realtà, essere nello stesso stato.
I membri del
gruppo B e D lo realizzarono in poco.
Danimarca,
Germania, Portogallo, Olanda, Svezia, Francia ed Inghilterra erano ospitate
tutte in Ucraina, insieme a quest’ultima.
Non stavano
nello stesso albergo ma nemmeno ad eccessiva distanza l’uno dall’altro, sulle
prime nessuno si era dato pensiero. Nessuno di quelli nelle diverse nazionali.
Uno, in realtà,
ci aveva pensato subito. Uno che non era convocato in nessuna di queste poiché
era brasiliano e comunque non attivo nemmeno nella propria.
Forse proprio
per questo aveva tempo di seguire la situazione degli europei.
Ricardo aveva
notato nel giro di un nano secondo che Cristiano era nello stesso stato di
Andry. Ovvero lo sapeva sin dall’inizio che avrebbero giocato nello stesso
posto però sapere che pernottavano in alberghi non troppo lontani l’uno dall’altro
era stato il colpo di grazia.
- Alex! - La
voce che superava i volumi massimi consentiti dalla legge assordò Alexandre
che, in Brasile, stava sospirando davanti alle foto di Zlatan.
- Riky? - Chiese
incerto che quella voce isterica appartenesse al suo migliore amico nonché
fratello adottivo.
- Cris ed Andry
sono nello stesso Stato! - Certo, detta così sembrava una battuta, nessuno gli
avrebbe dato retta ma Alex sapeva bene cosa significava ed infatti preoccupato
si drizzò sul letto:
- Oh mio Dio! -
Sì, aveva già capito tutto!
- Io devo andare…
se quelli si incontrano… - Sapeva bene cosa sarebbe potuto succedere.
- Ma dai, non
sono nello stesso albergo… - Cercava di tranquillizzarlo ma sapeva che aveva
ragione a preoccuparsi…
- Quanto pensi
che ci impiegherà quell’idiota ad andare nel suo albergo per chiedergli di
persona se è vero che io e lui non abbiamo mai consumato? -
- Perché, cosa
gli hai detto? -
- La verità, che
non sono mai stato veramente con Andry anche se ci amavamo… -
- E lui pensa
che non sia vero? -
- Lui sa com’è
Andry… gli viene difficile crederci… anche se glielo dico io… -
- E pensi che
avrebbe la faccia tosta di chiderglielo di persona? -
- Ne sono certo!
È l’occasione della vita! Speravo che il suo girone fosse ospitato dalla
Polonia ma invece se l’è preso l’Ucraina… io devo andare a fermarli, Alex! -
- Ma posso dire
a Zlatan che ci dia un occhio, magari… -
- No Ale… Cris è
un carro armato e ad Andry gli basta una scusa per accendersi! Finge solo di
essere bravo ed educato, in realtà è una tigre feroce! - Alex rabbrividì. Non
conosceva bene Andry ma ora era come se avesse un identikit perfetto.
Fu così che
colse l’occasione al volo.
- Dai, ci
vediamo là! Non posso lasciarti solo ad affrontare l’apocalisse! - Che sembrava
tanto una scusa per fare una capatina dal suo moroso. Riky non ci pensò nemmeno
per un istante e grato che volesse sostenerlo, gli diede appuntamento
direttamente nell’albergo della nazionale ucraina.
- Sei così
sicuro che sarà là? - Fece prima di salutarlo, impressionato da tutta quella
sua certezza.
- Ne sono
sicuro! -
Avrebbe avuto
ragione.
La dinamica che
ebbe luogo in Ucraina fu del tutto curiosa.
Andry non ci
pensava minimamente ad andare a stuzzicare il cane che dormiva, convinto che
fosse solo questo. Non aveva idea che invece Cris era un tremendo rottweiler già
sveglio e feroce più che mai!
Il primo che si
vide arrivare fu Mark.
Si stupì di
vederlo lì nella sala relax dell’albergo che ospitava la sua nazionale, ma tant’era
che fu lieto di salutarlo. Non erano mai stati compagni ma erano sempre stati
stimatori uno dell’altro e dopo aver saputo che in seguito all’Europeo Andry
avrebbe lasciato il calcio giocato, in molti giocatori erano arrivati lì per
salutarlo e fare i loro complimenti a quello che era stato un grande nel
periodo del Milan. Tutti l’avevano ammirato e sapere che la sua avventura
calcistica di gioco era al capolinea, aveva mosso del sentimentalismo in molti.
Mark giunse per
primo, era pomeriggio tardi, gli allenamenti giornalieri già finiti e quando lo
vide Andry gli venne subito incontro. Anche Mark era molto popolare.
I due si
appartarono a bere qualcosa insieme al bar dell’hotel, fra l’inglese e l’italiano
riuscirono a comunicare e capirsi.
Ovviamente finirono
a parlare di calcio, di carriere e di intenzioni professionali.
Stava spiegando
che quello sarebbe stato l’ultimo europeo anche per lui, quando Mark impallidì
e si soffocò con la bibita che stava bevendo.
Andry
preoccupato gli batté la schiena girandosi per vedere chi l’aveva ridotto così.
Riconobbe subito
Kevin Prince Boateng. Conosceva alla perfezione tutti i componenti del Milan,
non aveva mai smesso di seguire la sua squadra del cuore, sapeva tutto ciò che
succedeva là dentro. Ed anche al Real Madrid, ma di questa sapeva tutto perché
seguiva Ricardo. Da lontano.
- Boateng?! -
Esclamò persino lui stranito nel vederlo lì.
Non giocava in
nessuna nazionale, che ci faceva?
Con un gran
sorriso nonché faccia tosta, il ragazzi si avvicinò ai due e battendo anche lui
la mano sulla schiena del proprio compagno, esordì bello che allegro:
- Non potevo
perdermi gli europei! Sto nello stesso albergo dell’Olanda. Ho corrotto un po’
di persone. Poi insomma, la mia bella faccia mi ha fatto passare. Ma Wesley mi
ha detto che eri qua a salutare Andry così ho voluto farti una sorpresa. -
Mark era di
mille colori e pensava di essere morto senza accorgersene e di avere le
allucinazioni, non riusciva a riprendersi e smettere di tossire mentre Kevin
continuava a ridere impunemente. Andry guardava prima uno e poi l’altro ma non
sapendo i dietro le quinte non aveva idea del perché Mark stesse così male.
Aveva intuito che dovesse esserci qualcosa ma non era invadente, rimase in
disparte mentre i due si prendevano a parole un po’ concitate. Non capì niente
perché disquisivano in tedesco ma dedusse che Mark era contrario alla sua
presenza lì mentre Kevin ne era più che convinto!
Ed era proprio
così…
- Cosa ti salta
in mente di dormire nel mio stesso albergo? -
- Perché vuoi
dirmi che non sei contento? -
- Devo stare
concentrato nel calcio, non posso distrarmi con te! -
- Vuoi dire che
ti distraggo? -
- Idiota, non ne
devi essere così contento! -
- Ma sei
dolcissimo! -
- Non ti voglio
in albergo! -
- Non me ne andrò
mai! Tu stai in camera con Arjen! -
- E Wesley! -
- Certo! L’ho
mandato io nella vostra camera! Per impedirvi uno stupido ritorno di fiamma! -
- Quanto sei
scemo… -
La conversazione
proseguì a lungo e non ne uscirono in tempi brevi ma furono interrotti da un
arrivo a dir poco inaspettato.
Anche se non
tanto inaspettato come quelli che sarebbero giunti dopo.
Mark, per la
seconda volta, temette di aver visto male e strabuzzò gli occhi smettendo di
discutere col compagno.
- Ibra?! E tu
che ci fai qua, invece? Hai anche tu una sorpresa per me? - Lo disse ironico e
seccato mentre Kevin, ridendo, andava a salutare il compagno di squadra.
- Zlatan! Come
mai qua? - In effetti era strano vederlo…
Zlatan si grattò
la nuca, i capelli erano sciolti e bagnati ma aveva un’aria molto strana.
- No mi ha
chiamato… - Ma non fece in tempo a dirlo che Andry si avvicinò per salutarlo,
dopo averlo riconosciuto.
- Io e te
abbiamo un conflitto d’interessi… - Disse ridendo l’ucraino stringendo la mano
a Zlatan, questo sorrise a sua volta.
- Lo so ma
fingiamo di non essere nello stesso girone, per stavolta… - Stava di nuovo per
dire il motivo per cui era lì quando qualcun altro in effetti lo interruppe.
Quello che,
appunto, nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere.
Nel giro di un
istante tutti si zittirono come se fosse entrato il diavolo in persona e
guardando il nuovo arrivato con lo stesso sguardo shockato, i quattro lo
fissarono chiedendosi se fosse vero.
Il sorriso
accattivante con cui si avvicinò ne diede conferma.
Era tipico suo
quell’espressione da ‘so figo so bello so fotomodello!’
- Ronaldo?! -
Chiese Andry incerto se fosse veramente lui. Su tutti certamente era l’ultimo
che si sarebbe aspettato di vedere…
Cristiano era
proprio lì splendido splendente tutto sorrisoni falsi e tirati che cercava di
trattenersi dal saltare già al collo del suo rivale. Ok, rivale di un tempo.
Ok, nemmeno di un tempo. Rivale di mai. Tecnicamente quando lui e Riky erano
insieme al Milan, Cris non era nemmeno un pensiero nella testa del brasiliano
quindi dirsi rivali era fuori luogo. Ora Riky stava con lui.
Ma doveva
assicurarsi, era un’occasione troppo perfetta!
- Ebbene io! -
Anche Mark e
Kevin si dimenticarono di discutere e Zlatan pensò che anche volendo non sapeva
bene cosa doveva fare di preciso. Aveva solo capito che c’era un’emergenza lì…
- Wow… che
sorpresa… non avrei mai pensato di trovarti qua… - Fece Andry a quel punto
spiazzato, doveva riprendersi ma non era facile. Aveva il fidanzato del ragazzo
che amava.
- Lo so ma non
potevo evitare, sapendo che eravamo vicini ho fatto un salto ora che potevo,
poi sarebbero cominciati i giri di boa… - Che razza di discorso era?
Prima che
potesse entrare nel suo pieno dall’ingresso entrò ancora gente.
Mesut, che
parlava al telefono seccato, e Sami che guardava i presenti spaesati si
fermarono prima di unirsi a loro.
- Insomma, che
diavolo vuol dire che la festa è qua? Mi hai fatto venire con una scusa assurda
e non ci sei nemmeno… che poi se volevi vedermi potevi farmi venire al tuo
albergo, perché in quello dell’Ucraina? -
Sami sgomitò
Mesut ed in quello si zittì vedendo il gruppetto riunito nella sala relax.
Ancora non capiva.
- Che diavolo
dovrebbero significare Shevchenko, Cris, Ibraimovic, Van Bommel e Boateng
riuniti insieme? Certo che è strano che siano tutti qua ma insomma, saranno
cazzi loro, no? Certo che non me ne frega niente! - Mesut non sapeva niente di
tutti gli intrecci vari e Karim al telefono probabilmente gliene spiegò un
paio. Il resto lo fece Sami…
- E dall’altra
parte c’è Kevin, il fratello di Jerome, che è dove non dovrebbe essere.
Insomma, ormai la sua storia con Van Bommel è abbastanza conosciuta nel nostro
giro… Jerome non fa che parlarne… Ibra non so proprio cosa ci faccia… - Dopo
che fu aggiornato quasi su tutto, Cris li vide e li salutò ma Mesut con uno
sbuffo stufo di tutte quelle stupidaggini da gossip di cui non gliene fregava
niente, si prese il compagno per il braccio e senza complimenti se lo portò in
un angolo ben lontano del loro, su un altro divanetto isolato a farsi un po’ di
fatti suoi in attesa di Karim che stava volando lì.
- Poteva venire
a salutare… che diavolo è venuto a fare? - Disse Cris offeso del fatto che l’avesse
praticamente ignorato.
- Hanno parlato
di noi e dei nostri intrecci e poi Ozil ha detto che non gliene frega nulla… -
Tradusse Kevin che conosceva il tedesco meglio di tutte le altre lingue.
- Si era capito…
- Puntualizzò Cris il quale parlava con Kevin forse per la prima volta…
L’incontro
sarebbe stato anche degno di nota se Mark non l’avesse fulminato con uno
sguardo omicida a dir poco geloso. Questo fece ridere della grossa il ghanese
che contento del suo obiettivo raggiunto si prese Mark sotto braccio e se lo
trascinò via da lì.
Dove non si
sapeva, ma comunque via.
Zlatan li maledì,
come osavano lasciarlo solo con due praticamente sconosciuti di cui non gliene
importava un emerito niente?
“Evita
il disastro! Ma che cazzo vuole che eviti? Sono venuto solo perché mi ha detto
che sta arrivando… e che si sbrighi!”
Ecco tutto ciò a
cui arrivava a pensare.
Cris e Andry,
rimasti praticamente soli perché Zlatan stava lì giusto come soprammobile -un
gran bel soprammobile- e guardava fuori di continuo, tornarono a loro e con
sguardi circospetti si sedettero bevendo qualcosa nel vano tentativo di
intavolare un qualunque argomento costruttivo.
- Allora, mi
stavi dicendo come mai qua? - Parlare in inglese non era un problema per
entrambi visto che avevano vissuto parecchio in Inghilterra.
Cristiano stava
facendo buon viso a cattivo gioco e si vedeva lontano un miglio mentre Andry
era a disagio e si stava trattenendo dal mandarlo semplicemente a cagare.
Con che faccia
tosta veniva da lui sapendo che aveva un passato col suo compagno?
Cris però,
sempre con quella famosa faccia tosta, sorrise contento e rispose:
- Mah, sapendo
che non eravamo lontani volevo salutare… - Risposta del cazzo. Andry glielo
stava per dire ma all’ultimo decise per un tentativo di pace.
- Che gentile…
non me l’aspettavo… tanto più che io e te non abbiamo mai avuto rapporti,
quindi insomma… piuttosto pensavo che saresti andato a trovare la Germania o la
Francia… -
Non che questa
fosse migliore… non aveva peli sulla lingua, il ragazzo, e diceva le cose come
stavano senza essere maleducato. Insomma, come a dirgli ‘che cazzo ci fai qua!’
- Lo so ma sai…
un collegamento in realtà l’abbiamo… - Partì subito all’attacco… a momenti
sarebbe arrivata ora di cena, poteva anche cenare lì ma gli sarebbe rimasto
tutto il cibo sullo stomaco!
Andry capì cosa
intendeva e si chiese se avesse davvero il coraggio di chiedergli quello che
pensava gli stava per chiedere…
- Intendi Riky?
- Lo chiamò così di proposito e nel momento in cui lo fece, con durezza
evidente sia nello sguardo che nella voce, Cris cambiò a sua volta tono ed
espressione diventando a sua volta sibillino e provocante. Cioè molto più di
ora.
- Certo… di chi
altri dovrei parlare? - Andry ebbe subito voglia di ucciderlo. Se voleva
mettere il dito nella piaga poteva andare a quel paese.
- Cosa dovremmo
dire di lui? Lo conosciamo entrambi molto bene, mi sembra stupido parlarne. -
Anche questo un modo chiaro ma non diretto per dire che erano implicati
sentimentalmente con lui.
- Hai ragione,
lo conosciamo entrambi molto bene… così bene che forse sappiamo tutti e due
cose molto imbarazzanti sul suo conto… o sbaglio? -
Andry non
intendeva mollare l’osso. Cris lo stava provocando ma si sarebbe fatto male.
- Dipende da
cosa sai tu di lui… io di lui conosco cose molto belle e dolci… non so tu… -
Stava insinuando che Cris notava cosa stupide ed insulse nonché denigratorie
mentre lui faceva attenzione alle cose positive e belle del ragazzo.
Il portoghese
voleva già ucciderlo.
- Oh, so tante
cose, credimi… - Ecco, di nuovo quelle allusioni idiote. Lo sapeva che stavano
insieme.
- Insomma, si può
sapere di preciso cosa devi chiedermi su di lui? Taglia corto che non ho tutto
il tempo che vuoi! - Eccola la tigre che cominciava ad uscire… peggio per lui,
si disse Andry sentendosi montare da un nervoso impareggiabile. La rabbia lo
stava facendo diventare un fascio di scatti pericolosi.
Cris sorrise
fingendosi perfettamente a suo agio. Forse gli piaceva innervosirlo. Giocava
col fuoco.
- C’è una cosa
che Riky mi ha detto e che mi ha sempre incuriosito molto… su voi due… -
Andry si incupì,
era pronto a scattare e prenderlo per il collo, come se non potesse farne a
meno.
- Sbrigati che
sto perdendo la pazienza! - Cris capì che se gli fosse andato l’avrebbe anche
colpito con un pugno… doveva stare attenta ma quasi quasi sperava d’avere la
scusa giusta per farlo anche lui. Lo detestava dal profondo del suo cuore.
- E’ vero che
non siete mai stati veramente insieme? Insomma, so che provavate dei sentimenti
l’uno per l’altro… e sapendo quanto Riky sa essere focoso se acceso a dovere mi
sembrava proprio strano crederci. Cioè… ma davvero non l’hai mai toccato? Non
me ne capacito proprio… io appena sono stato con lui in squadra non ho
resistito… - Intese molte cose che Andry capì bene. Troppo bene.
Così tanto che
si alzò in piedi di scatto e apertamente furioso ruggì aggressivo puntandogli
un dito contro:
- Non sono cazzi
tuoi, smettila! -
Cris ne
approfittò e su un tono non molto più leggero si alzò a sua volta e guardandolo
torvo ribatté avvicinandosi in modo da farsi toccare da quel dito provocatorio:
- Certo che lo
sono! Sta con me ed ho il diritto di averne conferma. Lui è così dolce che per
non ferirmi sarebbe anche capace di evitare di dirmelo, però non posso credere
che tu l’hai avuto fra le mani e non te lo sei preso! Che tu sia stato così
idiota davvero! Non è possibile resistergli se lo ami e penso proprio che fosse
il tuo caso! -
Andry non ce la
faceva più e prendendolo per la maglietta tirò avvicinando paurosamente il viso
al suo, era minaccioso e iroso.
- Certo che lo
amavo ma cosa cazzo puoi saperne tu, stupido bamboccio viziato che non sei
altro? Sei abituato a prenderti quello che ti pare e calpestarlo pur di
accontentarti! E non vedi se per l’altro sia la cosa giusta! Ma fai così perché
non sai cos’è l’amore! E per inciso non ho mai smesso di amarlo! - Questo fu il
colpo di grazia e proprio mentre stava per rispondere con un pugno, Cris
strattonò le mani di dosso e lo spinse caricando il pugno.
Zlatan capì cosa
aveva inteso Alex con quella previsione strana e arrivando in un attimo prese
il polso di Cristiano bloccandolo, fu esattamente in quel preciso istante che
la porta dell’albergo si aprì di nuovo e fecero il loro ingresso niente meno
che due brasiliani che in assoluto non avrebbero ma dovuto essere lì. In
teoria.
Poi in pratica
erano quelli che ne avevano più motivo…
Alexandre e
Ricardo erano arrivati.
Ci fu un momento
in cui tutto si fermò, perfino Mesut e Sami che fino ad allora erano stati per
i fatti loro alzarono lo sguardo.
I cinque si
guardarono stupiti senza la capacità di connettere e realizzare, il primo a
riprendersi fu Zlatan ovviamente, quello meno coinvolto.
Appena mise a
fuoco la figura del suo moroso mollò tutto e tutti e si fiondò in tre passi
netti da lui, lo raggiunse, ignorò completamente Riky e afferrandolo per il
braccio lo trascinò letteralmente via dalla sala relax dell’albergo dove al
momento si stava consumando tutta quell’anticamera d’apocalisse.
Alex e Riky si
guardarono mentre venivano separati e mentre il primo protestava incerto
dicendo
- Ma io devo
aiutare Riky… - venendo sistematicamente ignorato, il secondo lo fissava
terrorizzato all’idea di doversela cavare da solo.
Improvvisamente
gli sembrava un’impresa titanica e quando i due che originariamente dovevano
aiutarlo, sparirono sulla scia di Mark e Kevin, Riky si girò verso Andry e Cris
ancora uno davanti all’altro che lo fissavano shockati. Prese un respiro
profondo, si impanicò ulteriormente e mordendosi il labbro con occhi così
grandi da sembrare due fari nella notte, prese il cellulare e chiamò al volo
Karim, come aveva fatto prima sull’aereo.
- Karim dove
sei? Ti avevo detto di venire ed invece ci sono solo Mesut e Sami che per altro
si fanno i fatti loro! -
Dall’altra parte
Karim si mise anche a ridere.
- Arrivo, sono
vicino… - Disse infine mettendo giù la chiamata.
Riky sospirò
spaventato.
Cosa doveva
fare, ora che era lì?
Guardò i suoi
compagni di squadra, Mesut e Sami, che si limitarono a fargli un cenno da
lontano, era chiaro che stava per succedere qualcosa e che non avevano la
minima intenzione di intromettersi.
Il primo a
venirgli incontro fu Andry che non vedeva Riky da moltissimo tempo, ovviamente
come lui scattò lo fece subito anche l’altro che arrivò per primo mettendosi
davanti dividendoli. Magari volevano anche abbracciarsi.
Cristiano era
ormai nella fase del non ragionamento, agiva totalmente d’istinto e Andry non
ci avrebbe messo molto ad imitarlo.
Riky d’impulso
osservò bene i loro visi, cercava dei lividi convinto che avessero già
cominciato a darsi. Cris lo capì e ridacchiando si sciolse un po’ cingendolo
col braccio, attirandolo a sé e mettendo in chiaro quale era il suo territorio.
- No, non ci
siamo ancora dati! - Riky lo guardò spaventato.
- Perché stavate
per farlo? - Cris rise della grossa ostentando una sicurezza ed una serenità
che di certo non aveva, mentre Andry lì vicino lo stava disprezzando dal
profondo.
Non riuscendo più
a stare buono ed in disparte, si intromise seccato e sicuro di sé:
- Posso
salutarlo anche io o si consuma? - Riky arrossì e si irrigidì istintivamente e
Cris divenne cupo e minaccioso, lo fulminò con lo sguardo e per un momento
contemplò l’idea di portarselo via.
Decise Andry che
quel silenzio poteva essere un permesso e si prese l’ex compagno per il polso,
l’attirò a sé tirandolo via dal braccio possessivo di Cris e l’abbracciò. Non l’avrebbe
fatto se Cris non si fosse comportato come un idiota, ma siccome era stato così
stronzo si abbassava al suo livello rendendogli pan per focaccia.
Il portoghese
divenne di ghiaccio, una splendida statua i cui capelli erano in posa
perfettamente statica, ed il brasiliano divenne gelatina.
Non capì più
niente da quando si ritrovò fra le braccia di Andry.
Braccia che non
aveva più intorno a sé da anni…
Da quando Andry
era andato via per la seconda volta dal Milan. Distruggendolo definitivamente.
Quella
sensazione fisica gli riportò alla mente un treno in corsa carico di ricordi da
cui risaltarono quelli più dolorosi, ricordava bene come aveva pianto fra
quelle braccia forti, come si era impresso a fuoco il suo odore nei polmoni per
non dimenticarlo, come aveva pregato biasimandosi affinchè lo baciasse. Aveva
peccato contro sé stesso e Dio, quella sera… quando si erano separati definitivamente…
e per questo, forse, perché si sentiva contro la natura di Dio, non aveva avuto
mai il coraggio di vivere il proprio amore per Andry. Ed Andry non aveva voluto
obbligarlo a macchiarsi. Non a caso poi Riky se ne era andato lo stesso anno
dal Milan per venire lì al Real Madrid. Certo, Cris aveva fatto un’opera di
convincimento unica, ma era anche vero che Andry se ne era andato da Milano di
nuovo. Proprio in quel periodo.
Fu una doccia
fredda per entrambi, durò un secondo ma fu traumatico e doloroso e gli valsero
tutti quegli anni separati.
Cristiano
divenne livido di rabbia per quei pochi secondi e quando si separarono vide
entrambi con gli occhi lucidi ed un’aria davvero spaesata oltre che
profondamente scossa.
Forse la sua
idea di chiedere ad Andry se erano stati insieme in passato era stata davvero
pessima, ma fu lì che si rese conto che non aveva senso la presenza di Riky lì…
E con le mani ai
fianchi, battagliero più che mai, disse truce:
- Ma che diavolo
ci fai qua? - Andry lo fulminò con uno sguardo feroce. Come osava parlargli così?
- Pensavo che
avessi una delle tue assurde idee di venire a parlare con Andry ed infatti… -
Cris non sarebbe mai arrossito ma comunque colto in fallo sbuffò sminuendo l’atto
che per lui non era così grave.
- Posso fare
quello che voglio! Perché non vuoi che ci parliamo? Hai paura che mi dica
qualcosa che non ti piace? Hai qualcosa da nascondere? - Eccolo lì l’attaccante
che per non essere attaccato attaccava per primo…
Andry lo fulminò
di nuovo e questa volta non rimase in disparte, si intromise tirando via Riky
per il braccio, l’allontanò rispetto a Cris e con le mani ai fianchi allo
stesso identico modo dell’altro, gli si mise davanti fronteggiandolo in
evidente rabbia pericolosa:
- Smettila di
parlargli così! Chi ti credi di essere? Lui fa quello che vuole! Se pensa che
il suo compagno idiota faccia idiozie può venire a romperti le ossa senza
problemi. -
Riky vide Cris
irrigidirsi e tendere i muscoli del corpo, previde la mossa successiva e
spaventato dall’idea di non riuscire a fermare entrambi poiché chiaramente
improntati verso lo stesso tragico istinto omicida, provò a mettersi in mezzo
pregandoli di smettere…
- Vi prego
ragazzi, no… - Parlavano in inglese ma Riky non era molto bravo in quella
lingua, quindi finì per comunicare istintivamente con Andry, a cui si era messo
di fronte con le braccia larghe, nell’unico modo in cui l’avevano sempre fatto.
In italiano. La lingua che li avrebbe uniti sempre.
- Andry, dai,
lascia perdere. Non importa, non si è espresso bene, è solo nervoso perché è
una situazione molto delicata, per lui, ed anche se odia ammetterlo è piuttosto
sensibile al tuo argomento… ti prego, lascia perdere e chiudi un occhio. Non
importa… - Andry gli rispose automaticamente sempre in italiano, lo ricordava
molto bene, aveva vissuto parecchio lì.
- Non può
trattarti così in ogni caso, non glielo devi permettere, Riky! Si crede chissà
chi ma non ti merita! Non è giusto che tu stia con uno così… tu hai bisogno di
uno che ti rispetti di più, che tenga in considerazione la tua volontà e che
non ti forzi a fare cose oltre la tua coscienza. E soprattutto che ti tratti
bene! -
Riky non ebbe
tempo di rispondere perché nell’istante in cui Cris realizzò che parlavano in
italiano, e non capendoci niente, ovviamente, si inalberò ulteriormente e
sfilando il suo compagno dal mezzo, lo mise in parte per poi prendere Andry per
il colletto della maglia, lo attirò a sé e lo fissò minaccioso incenerendolo.
Era furioso.
Come osava
parlare in un’altra lingua al suo moroso escludendolo in quel modo?
Chissà cosa gli
aveva detto… perché diavolo si intrometteva, quel tipo?
Perché esisteva?
Perché dovevano
avere un passato e non sapere nei dettagli di cosa si era trattato?
Perché non
poteva sapere tutto?
Perché tutto
quello?
- Smettila di
parlargli così! Pensi che se non ti capisco non mi incazzo? Ero qua solo per
sapere una cosa semplice e legittima, che diavolo c’è di male nel volerlo
sapere? È il mio compagno, cazzo… io devo sapere se siete stati insieme o no,
una cazzo di volta per tutte! - ne stava uscendo proprio matto. Era oltre la
gelosia e l’ossessione o la possessione. Erano tutte e tre messe insieme ed
amplificate da quello che un esperto terapista avrebbe definito assurdo ed
incredibile senso di inferiorità.
Perché Andry era
stato il primo amore di Riky… e come si poteva amarlo tanto e lasciarlo andare
senza mai toccarlo e viverlo?
Non poteva
crederci, non poteva… cosa era successo davvero fra loro?
Perché a Riky
venivano sempre gli occhi lucidi quando si nominava il suo nome?
Perché scattava
come se dovesse piangere sempre?
Perché tutto
quel mistero intorno a loro due?
Perché doveva
sempre venir liquidato con un veloce ‘non è successo niente’?
Andry però non
voleva sentire ragioni, per lui era solo un idiota che non meritava Riky, erano
molto diversi, accomunati solo dall’amore per la stessa persona e da un lato
irruento di loro stessi.
Un lato davvero
irascibile del loro carattere.
Andry lo spinse,
odiava che lo prendessero a quel modo, e rispose a tono alzando la voce, Riky
cercava di mettersi in mezzo e farli smettere ma invano…
- Sei solo
geloso e basta! Non c’è niente da capire! Per questo non lo meriti! Tu sei
malato! Sei venuto a cercarmi per sapere cosa è successo tre anni fa! Ma fatti
curare! -
- Smettetela! -
Che poi Riky non sapeva nemmeno in che lingua parlare perché con Andry usava l’italiano
mentre con Cris il portoghese o lo spagnolo… era tragico inserire qualche
stentata parola in inglese in quel fiume umano.
Cominciarono a
spintonarsi con sempre maggior convinzione, mentre ormai le parole erano
diventati semplici insulti e Riky non veniva considerato nemmeno di striscio.
Stava per volare
il primo pugno da Andry a Cris quando l’intervento divino invocato da un
esasperato Riky si fece strada fra loro.
Una mano dalla
presa ferrea lo fermò e lo prese per il braccio, quindi strattonandolo l’allontanò,
dopo di che spinse anche Riky ma non lo mollò, lo portò fino ad una poltroncina
e lo fece sedere di forza obbligandolo a stare giù anche quando aveva fatto per
alzarsi di nuovo imbufalito.
- Adesso basta!
- queste vennero in francese.
Nessuno le capì
però tutti si fermarono comunque, poi Riky sospirò di sollievo.
- Alla buon ora!
Pensavo ti fossi perso! - Esclamò rivolto Karim che se la rideva pure da
disgraziato quale era diventato dopo la storia con José!
- Mi sento come
Ironman! - Il suo supereroe per eccellenza!
Cris evitò di
rispondere e Andry si mise a contare fino
cento per calmarsi, rendendosi conto d’aver fatto una pessima figura.
- Cosa mi sono
perso? - Chiese a Riky tornando allo spagnolo misto francese che faceva sempre
ridere i suoi compagni di squadra.
Riky sospirò e
gli si avvicinò pronto ad un secondo intervento, si strofinò il viso e cercò di
calmarsi. Aveva seriamente temuto, questa volta.
- Hanno solo
litigato, si sono insultati e spinti… stavano per partire i pugni quando sei
arrivato… perché ci hai messa tanto? -
- Cazzo, non è
che ero dietro l’angolo! - Grugnì Karim seccato, quindi fissò Cris che faceva
il broncio come un bambino e continuando a parlare di loro come se non fossero
presenti, chiese -tanto Andry non capiva niente di spagnolo…-
- Come facevi a
sapere che sarebbe venuto qua a fare una piazzata? -
Riky si strinse
nelle spalle.
- Perché lo
conosco… era un’occasione troppo d’oro per lui… ha sempre avuto la fissa di
sapere per bene cosa fosse successo ed è convinto che gli nascondo qualcosa…
così sa che lui gli avrebbe risposto sinceramente. - Cris scoccò la lingua
contro il palato per sminuire la scenata e vergognandosi di sé distolse lo
sguardo.
- E gli nascondi
davvero qualcosa? - Karim e la sua faccia tosta.
- Ma sono
domande da fare? - Il francese sgranò gli occhi stupito:
- Gli nascondi
davvero qualcosa?! -
Riky arrossì
violentemente.
- Certo che no!
Gli ho sempre detto tutto ma non so come farglielo capire! Senti… tienilo buono
un attimo che mi scuso con Andry… che razza di modi di rivederci dopo tre anni…
- Karim aveva tornato a ridacchiare divertito e facendo un fischio a Mesut e
Sami li obbligò con una mossa della testa a raggiungerli. Fu così che si
sedettero tutti insieme e si misero a parlare. Senza la melodiosa compagnia di
Cris che invece continuava a pensare peste e corna dell’ucraino sparito con il
suo moroso.
- Cosa diavolo
ci facevate qua senza partecipare? - Chiese Karim a Mesut e Sami.
- Tu hai una
concezione di festa davvero assurda… che me ne frega di due idioti che si
pestano? - Mesut era dolce come un cactus.
- Come, non è
divertente due carro armati pronti a mettere in scena la seconda guerra
mondiale? -
Continuarono a
disquisire così senza perdere di vista Cris un istante che, a sua volta,
fissava la porta dietro cui erano spariti come fosse il nemico.
Andry e Riky,
comunque, non stavano facendo niente di scabroso, non come Cris si stava
immaginando…
Erano nei bagni
adiacenti alla sala relax e stavano parlando tranquillamente. Oddio, Riky era
ancora agitato e mortificato, però non c’era paragone a quanto accaduto prima.
- Scusami
davvero, non avrei mai pensato che finisse per esagerare in questo modo. Andry
lo guardò per poi scoppiare a ridere.
- Certo che l’avevi
pensato, per questo sei venuto ed hai chiamato mezzo mondo per farti aiutare! -
Era vero, l’aveva previsto.
Riky arrossì
deliziosamente e fu anche troppo facile rilassarsi parlando in italiano dopo
tre anni che non lo facevano e che nemmeno si vedevano o scrivevano.
- Non l’ho
cancellato il tuo numero. E comunque lo so a memoria. - Disse improvvisamente
serio, con uno strano sorriso consapevole di fondo. Andry non voleva sprecare l’occasione
e Riky lo capì al volo, quindi irrigidito lo fissò dispiaciuto per quanto
sarebbe successo di lì a breve.
- Nemmeno io. -
Ma non serviva davvero dirsi perché non si erano più sentiti. - E ti ringrazio
per non avermi più cercato. Sarebbe stato troppo difficile andare avanti… - Era
chiaro di cosa parlavano.
Quando si erano
salutati l’ultima volta a Milano, nel 2009,, Andry gli aveva detto che sarebbe
uscito definitivamente dalla sua vita e che non avrebbe più sentito parlare di
lui, non direttamente.
Riky ci pensò
allo stesso modo e con malinconia ripensò a un anno prima, a quando aveva
saputo che avrebbe mollato il calcio giocato dopo quegli Europei.
- Ci siamo, eh?
- disse piano e sfumato. Forse si dovevano rivedere. Forse era giusto così. Per
mettersi via a vicenda, no?
Definitivamente.
- Ci sei rimasto
male quando l’hai saputo? - Si capivano fino a quel punto. Fino al punto di non
aver bisogno di specificare a cosa si riferivano. Uno da fuori non avrebbe mai
capito di cosa parlavano.
Riky sospirò.
- Sì… - Non
sapeva mentirgli. Non ci era mai riuscito.
- Ero tentato di
chiamarti e parlartene ma poi… avrei rotto la mia promessa… ed ho visto che ti
sei risollevato bene, a Madrid… - Una punta di amarezza che il brasiliano colse
in fretta e rialzando gli occhi catturò i suoi al volo spaventato che gli
facesse una piazzata. Andry sorrise arrendevole e alzò le mani in segno di
pace.
- Non voglio
fare scenate! - Riky allora rispose sinceramente tornando calmo.
- Ho faticato
molto, all’inizio… sai… me ne sono andato per molti motivi… e… e solo tu questo
lo sai. Che ero distrutto dopo il tuo secondo e definitivo addio e l’idea di
restare al Milan senza di te, di nuovo, mi angosciava. Ero certo che non sarei
più riuscito a mettere piede in campo come avevo fatto subito dopo che te ne
sei andato la prima volta. Quindi… non sapevo proprio come fare… stavo male… e
tu non hai voluto prendermi… - Arrossì intendendo esattamente quello. Si erano
quasi baciati ma non era poi successo mai, nemmeno una volta. Quanti rimpianti
dietro quelle scelte dolorose… - Ed è arrivata la proposta del Real. Non l’avrei
mai accettata se non fosse stato per Cris. Mi ha regalato una finestra del mio
futuro quando è venuto a Milano per convincermi ad accettare. Mi sono visto un
domani con lui, a Madrid, felice e realizzato. Mi sono visto capace di voltare
pagina e risalire. Capace di metterti via. Io… - Esitò abbassando sempre più il
tono della voce. Era quasi inudibile. Andry si avvicinò per sentirlo meglio.
Gli arrivò davanti, Riky appoggiato ai lavandini alzò lo sguardo sul suo, li
distanziavano pochi centimetri, i respiri si confondevano ed il suo sguardo
dispiaciuto e abbattuto, concluse con quanta più onestà portava con sé. - Io ho
accettato per lui. Mi sono aggrappato a questa visione che mi ha regalato. All’inizio
è stata durissima, ho sofferto molto per la separazione col Milan però ce l’ho
fatta ed è stato solo grazie a Cris che testardamente si è messo in testa di
rendermi felice. Lui si è innamorato subito di me e penso che lo fosse già da
prima di arrivare a Madrid. Se non fosse stato per lui non sarei resistito ma
se ora sono felice lo devo a lui. Questo non te l’ho mai detto e non so che
idee ti sia fatto tu però ora credo sia giusto tu lo sappia. Non è che lui mi
ha preso con la forza calpestando la mia volontà e mancandomi di rispetto. Lui
mi ha salvato, mi ha ridato la mia serenità, la mia felicità, ha fatto sì che
mi guardassi dentro e mi accettassi, mi ha risollevato dalla depressione in cui
ero e chiedi ai miei compagni e a mia moglie se non è così. Io amo Cris e lui
ama me. Non c’è niente altro da aggiungere. Però… ti ringrazio per il
sentimento che continui a provare per me. -
Perché a quel
punto solo un cieco non se ne sarebbe accorto….
Andry gli prese
il viso fra le mani e rimase a contemplarlo per un po’, in silenzio,
assimilando tutte le sue parole e finalmente accettandole. Aveva ragione, era
meglio vedersi e affrontare tutto quello.
Per potersi
mettere finalmente via.
- Io ti ho
sempre amato e non smetterò mai. Perché non sono capace di chiudere col
passato. Hai visto quante volte sono tornato indietro e quanto infelice sono
stato nel cambiare. Però tu devi continuare ad andare avanti e a lottare per
una nuova felicità sempre migliore della precedente. E ti ringrazio per aver
chiarito ogni cosa. Ora quando lo rivedo cercherò di non uccidere Cris… - Disse
infine con una punta d’ironia che riky apprezzò.
Era emozionato
da quella vicinanza ma era comprensibile… dopo tutto era stato il primo che
avesse veramente amato.
- Grazie… - Non
specificò nient’altro ed Andry capì che l’avrebbe ferito se avesse tentato di
baciarlo, perché avrebbe dovuto rifiutarlo e sarebbe stata forse la cosa
peggiore di tutte.
Quindi si limitò
ad un piccolo bacio sulla fronte e ad un sorriso tirato e malinconico, Riky
sospirò e gli carezzò leggero il fianco.
Dopo di questo,
in silenzio, uscirono dal bagno e tornarono di là con tutt’altre espressioni.
Sereni, calmi,
tranquilli.
Ogni bagaglio
messo al posto giusto, finalmente, dopo anni.
Quando tornarono
di là, Cris aveva una nuvola grande e nera sulla testa dove tuoni fulmini e
saette investivano chiunque. Ammirarono Karim, Mesut e Sami che invece
disquisivano tranquillamente come niente fosse…
Riky ed Andry
sorrisero teneramente allo stesso modo. Cris col broncio era uno spettacolo.
Anche l’ucraino
ne convenne se non altro perché ora grazie a Riky lo vedeva con altri occhi.
Era difficile
non apprezzarlo per quello che era riuscito a fare.
Se fosse rimasto
al Milan, dopo che se ne era andato, probabilmente Riky non sarebbe più stato
lui, non si sarebbe mai ripreso.
- Oh ma guarda
chi torna all’ovile! - Esclamò Karim battendo la coscia di Cris con uno
schiocco che si sentì anche dall’altra parte dell’albergo. Cris gli tornò un
calcio lamentandosi e Riky gli si sedette subito sopra impedendogli di fare l’ennesima
rissa. Lo cinse dolcemente col braccio -non dopo essersi assicurato che non ci
fosse nessun occhio indiscreto- e cominciò a fare le fusa strusciando la testa
sulla sua mentre con la mano gli carezzava la guancia protettivo e tenero.
Cris da corda di
violino divenne cotone puro e morbido si lasciò sempre più andare. Specie perché
in pubblico Riky non dava mai dimostrazioni di quel tipo. Però non voleva
essere troppo accondiscendente, era convinto di non avere torto.
Andry faticò a
guardarli ma se la fece andare bene e stiracchiandosi si massaggiò lo stomaco.
- Ragazzi, non
so cosa volete fare voi, ma per me è ora di cena… o vi unite a me o mi congedo
perché ho fame! - Non aveva fame nemmeno per idea però non sarebbe resistito a
guardare Riky e Cris ancora a lungo, quindi con uno sguardo eloquente e grato
del primo, lo videro andarsene verso il ristorante dell’albergo.
Riky sospirò e
Cris smise di farlo a sua volta, lo fissò da vicino truce ed inquisitore
aspettando le parole chiarificatrici. Dopo di quello e tutto quel tempo passato
da solo con quel tizio chiusi in bagno, gli doveva qualcosa.
Riky contemplò l’idea
di dirgli qualcosa lì e subito con quella di convincerlo a fatti che poteva
stare tranquillo. Naturalmente vinse questa seconda opzione e sorridendo
sornione si alzò e ammiccando a Karim che rideva della grossa capendo la
situazione al volo, si trascinò il compagno col broncio al bagno, dove prima si
era chiuso con Andry.
Ovviamente vi
rimasero per un bel po’…
- Ma che fine
hanno fatto Pato e Ibra? - Chiese Sami che li aveva notati sparire
misteriosamente appena il brasiliano era arrivato.
I tre non
avevano idea dei casini del Milan…
- Non lo so, ma
magari si sono trasformati in Boateng e Van Bommel! - Esclamò Karim divertito
guardando i due tornare con aria decisamente soddisfatte ed inequivocabili.
- Ma scherzi?! E
che diavolo ci fanno qua? Hanno scambiato questo per il ritiro dell’Olanda? -
Mesut non era tipo da impicciarsi troppo ma soprattutto non era granchè
sveglio. Più che altro perché non si poneva mai domande!
Karim e Sami
risero alla sua uscita.
- Vedi,
spariscono due e ne arrivano altri… che te ne frega del perché, intanto ci
facciamo quattro risate! -
Esclamò Karim.
Mesut non capiva…
- E perché? -
- Riky mi ha
accennato alla storia di Ibra e Pato… e da quanto ho capito devono essere
spassosi… quindi il Boa, che è un risaputo chiacchierone dalla lingua lunga, mi
racconterà subito tutto! -
Karim così
impiccione ed attivo non lo era mai stato e Mesut guardandolo malissimo dedusse
che era davvero colpa del mister…
- José ti ha
rovinato! - Commentò alla fine scuotendo il capo disgustato da quella sua versione
pettegola!
- Ci devo
provare con Pato e vedere che fa Ibra! - Fu l’uscita finale di Karim mentre si
alzava per placcare Kevin e Mark e condurli da loro…
Insieme non ci
azzeccavano nulla, nemmeno la squadra, ma da dire c’era che erano persone molto
socievoli capaci di fraternizzare con qualsiasi cavolata.
E di cavolate a
loro non mancavano di certo.
Di retroscena
Kevin ne rivelò in abbondanza… con scambi più che equi da parte di Karim che in
compenso spifferò tutti i giri della sua squadra.
Kevin e Karim…
due che si erano proprio trovati!
FINE