NOTE: i personaggi sono Gonzalo Higuain, José Callejon e Dries Mertens del Napoli. Di Gonzalo ho scritto ai tempi del Real, con Karim. La sua storia con Karim era molto tormentata, perchè Karim lo era e non sono mai stati effettivamente sereni insieme, Karim l'ha tradito nei momenti in cui i due stringevano i rapporti, per paura, e questo alla fine ha logorato Gonzalo che ha deciso di andarsene al Napoli dove, con l'amico José, ha trovato pace e serenità il primo anno. Al secondo le cose fra i due però sembrano diverse, mentre si è chiaramente inserito sempre più e sempre più insistentemente il piccolo dolce Dries. Per cui vediamo cosa è successo. Questi sono tutti i miei retroscena che dovete sapere prima di leggere. (è vero che in quest'anno Gonzalo si è allontanato un po' da José e si è avvicinato tantissimo in modo imbarazzante a Dries... per questo mi è uscita sta fic). Ecco una pagina dove potete vedere tutte le foto raccolte sui due: Higuens - Pipallejon
Buona lettura. Baci Akane

FINE DI UNA STORIA



La lingua percorre la curva lombare della schiena snella di Dries, nell'aria la sua voce sospira di piacere. È uno di quei gesti che riempiono di brividi e ben presto il piccolo belga è tutto un fremito, la testa inebriata da quel che Gonzalo gli fa provare.
Sta solo usando la lingua, non sta usando altro di sé. Lo carezza con la punta per poi soffermarsi dove Dries freme maggiormente. Ci sono quelle parti nel proprio corpo che lo fanno impazzire e Gonzalo sa come stimolare.
Il giovane è sconvolto, non pensava si potesse provare sensazioni simili solo grazie alla bocca ed a nessun altra parte del corpo. Niente mani, niente inguine.
Solo bocca, solo lingua.
Dopo che si è preso ogni punto di lui e l'ha eccitato come non mai, Gonzalo si impossessa della sua erezione già dura ed eretta. Gli ci vuole poco per sentirlo gemere più forte, chiama il suo nome chiedendone di più, spinge il bacino nella sua bocca e attira su di sé la sua testa immergendo le dita sulla sua nuca.
Dries ormai non ce la fa più e Gonzalo non è da meno, vederlo così preso e caldo, l'accende ulteriormente e si stimola da solo visto che le mani sono libere.
Dopo l'inguine, sentendolo pulsare come un matto, scende con la bocca sotto, fra le natiche, e si prende anche la sua apertura, infila la lingua, ma qua si aiuta con le dita con le quali lo penetra.
Questo è ancora meglio di qualunque altra cosa gli abbia fatto e Gonzalo decide che lo soddisferà a dovere per poi soddisfare un po' sé stesso.
E' la sua prima volta, non sarà così bello essere scopato da me. Ma sarà bello questo...”
Così Gonzalo, mentre pensa a come prendersi cura del piacere di Dries ed ha le dita dentro di lui che si muovono esperte, la bocca di nuovo libera torna sulla sua erezione eccitata.
Questo doppio piacere lo manda fuori di testa e poco a poco Dries sfuma in un universo inconsistente, dove tutti i sensi sono mescolati ed ovattati e solo il tatto è elevato al massimo. Il suo corpo gli rimanda sensazioni incredibile e delle scariche elettriche l'attraversano da capo a piedi, fino alla punta dei capelli.
Dries si tende tutto, allunga le braccia alte sulla testa ed inarca la schiena mentre si abbandona al primo orgasmo procurato da un altro ragazzo.
Niente di paragonabile a quello avuto fino ad ora con le ragazze.
A parte l'esperienza e la bravura effettiva di Gonzalo, non capisce come faccia ad essere in quelle condizioni. Cosa c'è di diverso dal fare quelle cose con le donne?
Non capisce che si tratta proprio del fatto che è lui a farglielo.
Un ragazzo. Quello che desidera da matti con tutto sé stesso.
Questo cambia molto l'orgasmo, ma ha tempo per capirlo.
Ora Gonzalo, soddisfatto, si erige con la schiena e lo guarda malizioso, pulendosi la bocca.
Poco dopo si piega su di lui, lo ricopre col suo corpo caldo e possente e lo bacia.
Gli trasmette un po' del suo stesso sapore e questo lo stordisce molto, è un bacio strano, audace, spinto, ma estremamente eccitante.
Gioca con la sua lingua, gliela succhia, nemmeno uniscono le bocche. Poi lo fanno ed è ancora meglio.
Si perdono a baciarsi per un po', fino a che Gonzalo gli prende le gambe e se le appoggia sulle spalle larghe. Poi smette di baciarlo, gli resta sopra e così vicino lo guarda.
Dries capisce.
- Sei pronto? - Chiede. Se vuole può rifiutarsi, ma Dries è ancora pieno di ormoni sparati a mille che lo intorpidiscono e lo eccitano, non si rifiuterebbe mai. Annuisce con gli occhi liquidi e accesi. - Ti farà male, è la prima volta... - Lo avverte e lui in risposta gli avvolge il collo con le braccia. Gonzalo sorride e mentre gli sfiora le labbra, entra in lui dolcemente.
Lo fa piano. Deciso ma piano, non c'è violenza od egoismo.
Si sente stringere fino allo spasmo e vede il viso di Dries contratto nel dolore lancinante immediato. Sta fermo e gli bacia la fronte, poi scende sulla tempia e poco dopo la guancia.
- Devi rilassarti, se ti rilassi non ti fa tanto male. Poi ti abituerai e diventerà la cosa più bella mai fatta... - Dries si fida, si è sempre fidato di lui e di quel che gli diceva, non se ne è mai pentito, quindi continua a farlo ed annuisce. Apre gli occhi e si perde nei suoi così dolci, in quel momento.
Gonzalo riprende a muoversi piano piano, esce e rientra e lo rifà finchè non lo sente meno stretto e teso. Anche lui è meno dolorante.
I movimenti aumentano e cerca di essere il più delicato possibile, fino a che non sfuma lui stesso. Non riesce più a controllarsi e spinta dopo spinta si inarca per andargli più in profondità.
È il massimo piacere, era da tanto che non provava una cosa simile nel farlo.
Con José è diverso. All'inizio era così, ma ora è un altro sesso.
Dries gli dà alla testa, le sue dita nella sua carne, sulle spalle, gli danno alla testa. La sua voce gli dà alla testa.
Il mondo è una mescolanza di sensazioni che diventano una droga.
Ne vuole di più e di più se ne prende, fino a che arriva l'overdose e gli sembra di svenire.
L'apice lo stordisce, per un momento gli vengono a meno tutte le forze.
Sente ogni parte del corpo piena di brividi di piacere, si tiene stretto quel momento mentre si accascia su di lui e lascia che il suo viso venga nascosto nel suo collo.
Dries lo abbraccia, ansimante come lui, sconvolto, pulsante, caldo ed accogliente.
Le sue labbra dolci gli baciano l'orecchio e Gonzalo esce da lui stendendosi faticosamente di lato, sulla schiena.
Se lo tira su e se lo accoccola. Dries avvolge le gambe alle sue e lo abbraccia ascoltando il suo cuore che batte ancora fortissimo, quanto il proprio.
Poi lascia che il silenzio li avvolga come una coperta invisibile, mentre la sua mente vola all'unica cosa sensata in un momento del genere.
Adesso cosa dovrebbe fare con José?


A José basta un'occhiata per capire.
Gliela dà lunga e sottile, come fa lui quando ti scruta nel profondo.
Poi scuote la testa amaro, si gira e se ne va senza dire nulla.
Gonzalo impallidisce e sgranando gli occhi cerca Dries che magari era lì vicino e lo guardava adorante come a volte fa.
Dries però non c'è ed allora capisce che c'è qualcosa.
Lo rincorre sapendo che se non lo facesse sarebbe peggio, il cuore scalpita nel petto.
Si era detto di improvvisare, di fare quello che gli sarebbe venuto.
Non gli era venuto nulla, nessun istinto di dirglielo. Voleva solo continuare come sempre fino a che le cose non si sarebbero rotte da sole.
Però José l'ha guardato come se sapesse. Era quello lo sguardo.
Ma è stato attento, non può saperlo.
- Ehi! - Lo chiama. José continua dritto per la sua strada, Gonzalo torna a chiamarlo ed alla fine deve prenderlo per il braccio e voltarlo.
- Si può sapere che cos'hai? - José lo guarda gelido.
- Hai un bel coraggio a chiederlo, sai? - Dice altrettanto freddo.
Gonzalo, sicuro che non può assolutamente averlo scoperto, chiede cercando di essere coerente...
- Ma di cosa parli?! - José non ha tutta quella pazienza e puntandolo col dito avanza verso di lui col piede di guerra, sicuro e deciso.
Dopo di quello inizia a sparare furiosamente piatto:
- Parlo di te e dei segni da post sesso che hai e del fatto che io e te non scopiamo da mesi! Ecco di cosa parlo! - Gonzalo sgrana gli occhi colto in fallo, completamente contropiede.
- Segni da post sesso?! Di cosa parli? - Cerca di prendere tempo mentre l'agitazione cresce a dismisura. Non riesce più a domarsi. Sta per cedere.
José più prosegue e più si anima in quel suo modo metallico. Non è uno che si infiamma in modo teatrale, non è nemmeno aggressivo, però non si tira mai indietro e dice esattamente quel che deve dire!
- Quando scopi, il giorno dopo hai dei segni inconfondibili che fai solo ed esclusivamente quando scopi! - Gonzalo inarca le sopracciglia per capirlo e José sospirando seccato lo dice: - Hai dei tic particolari! Ti tocchi l'orecchio, ti mordi il labbro e storgi continuamente il naso. E poi hai una camminata particolare, molto più lenta del solito, rilassata! Li fai tutti insieme solo quando scopi! Ed io ti conosco da troppo tempo, ormai, e visto che io e te non scopiamo da settimane... - i due si sono incrociati in corridoio e si sono rincorsi sullo stesso, adesso i compagni che li incontrano un po' passano oltre, un po' cercano di capire. Altri proprio capiscono.
Arrivs Raul, loro compagno di squadra ai tempi del Real ed uno dei pochi che parla lo spagnolo, e vedendo che stanno per dare spettacolo, cercs di calmarli. Ovviamente non gli dano retta e rimanendo lì dove sono, proseguirono come treni. Gonzalo cerca di mostrarsi più sicuro, ma alla fine riesce ad essere solo più agitato e di conseguenza aggressivo. Colpa delle spalle al muro, quando gli capita reagisce sempre male, sempre come non vuole.
- E di chi è il merito? - Chiede invece di smentire tutto. Del resto a cosa serve? È vero, l'ha beccato. Del resto quando l'ha fatto con Dries sapeva che sarebbe potuto essere scoperto. Originariamente, la prima cosa che si era detto, era stata proprio di parlarne a José.
José si mette a ridere amaro.
- Mia, no? Del resto non è mai colpa tua! - Gonzalo si rende conto che quella conversazione non avrebbe portato a nulla e c'è troppa gente ad ascoltare.
- Senti, non parliamone qua! - Raul alza le braccia al cielo.
- Alleluia, mi date retta! - Raul cerca di dirgli di andare in camera da dieci minuti.
José però non vuole saperne.
- Io non ho niente da dirti! L'hai fatto, mi hai tradito, hai fatto la tua scelta. Non c'è niente altro da dire! - Così dicendo torna a dargli la schiena. Per poco.
Gonzalo col sangue che pulsa in testa lo prende per il braccio e se lo trascina in camera non molto lontano da lì. José non è tipo da strillare isterico, ma in quel momento prova un insano istinto di picchiarlo. Si trattenne per miracolo, mentre vede i più giovani della squadra fissarli come se fossero delle bestie rare.
Una volta in camera soli, Gonzalo lo lascia, prende un profondo respiro, e ricomincia duro e convinto delle proprie azioni. Anche se sa di essere in torto.
- José, avevamo problemi ed è chiaro visto che non scopavamo da un sacco! Noi non abbiamo mai avuto problemi a scopare, se il desiderio cala significa solo una cosa! Abbiamo una crisi! Parliamo di questo invece di fare i bambini ed andarcene gridandoci è colpa tua! - Cerca di salvarsi in corner. Da un certo punto di vista non ha torto, ma José invece cuole proprio fare il bambino.
- E' comodo così! Parliamo dei nostri problemi! Perchè non parliamo un attimo di come li affronti? Io mi sono limitato a non scopare più con te, tu l'hai fatto con un altro! Bravo, complimenti! Bel modo di vivere i nostri cazzo di problemi! - Gonzalo si strofina il viso, si sente la testa esplodere e di fatto non sa cosa dire, sa solo che deve chiarire in qualche modo. Come?
Forse non c'è niente da chiarire. Perchè, poi?
A José forse non importa più, di certo non l'avrebbe perdonato. Possono trovare il problema fra di loro, ma il tradimento lo rende inaggiustabile.
Gonzalo, di minuto in minuto, vede la cosa da fuori e capisce quanto definitiva è in ogni caso.
Ed in più José non vuole saperne di chiarire.
- Senti, ho sbagliato, ok? Ma ognuno affronta le cose a modo suo! Non è una soluzione nemmeno chiudersi come hai fatto tu! Mi hai tagliato totalmente fuori dalla tua vita, come se non fossi più il tuo ragazzo! Sembrava ci fossimo lasciati, ci comportavamo da separati in casa! Prova a negarlo? Non è che semplicemente non scopavamo! Quella era una conseguenza al fatto che, di punto in bianco, sei cambiato! Sei diventato insofferente verso di me, freddo, scostante, chiuso. Non parlavi più con me, non scherzavi più con me, non ridevi più con me! Io non sapevo un cazzo e a tutte le domande che ti facevo tu glissavi o negavi o stavi zitto! E poi non hai più voluto scopare! Non siamo insieme da mesi, José! Ed ora mi fai una piazzata se vado a letto con un altro? Almeno ne stiamo parlando! Forse era l'unica cosa che ci voleva per fartelo affrontare! - José si ritrova improvvisamente alle strette. Da che aveva avuto il manico in mano, a che ha la lama conficcata nella pancia e non riesce a respirare.
Ovviamente reagice infiammandosi e aggressivo come ancora non lo era stato, dice col solo scopo di ferirlo...
- Sai chi mi ricordi? Mi ricordi Karim! Karim che ti ha tradito tutte le volte che le cose fra voi si sono fatte complicate o troppo strette! Lui ti tradiva, tu lo lasciavi, lui ti rincorreva! Quanto siete andati avanti così prima di capire che non era una storia da vivere? Ed ora tu fai lo stesso! Una difficoltà e mi tradisci! - Gonzalo si zittisce per un momento, mentre dentro di sé qualcosa si spezza.
Ha ragione, è stato orribile vivere quella storia con Karim. Bella ed orribile insieme.
E sentirsi paragonare a lui non è bello, ma è un dato di fatto. Ha fatto così.
Forse gli è venuto spontaneo perchè nel ritrovarsi nella medesima situazione, ha imitato quel che aveva vissuto in prima persona. Come se non sapesse altre reazioni.
- Magari aveva un senso, dopotutto! - Dice con un filo di voce, cera disperatamente di essere sostenuto per non mostrarsi debole. Sa d'aver sbagliato, ma sa anche che c'è un motivo preciso, dietro.
- Ah sì? E quale sarebbe? Cosa ti può spingere a tradire il tuo ragazzo? - Gonzalo muove un passo verso di lui ed esplodendo gli grida in faccia, puntandolo col dito:
- José, noi non stiamo insieme da mesi! Non sei il mio ragazzo da quando hai smesso di parlarmi ed hai iniziato a far finta di nulla quando invece non mi volevi più con te! Io non ti dovevo nulla da settimane, dannazione! - José si zittisce rigido e gelido.
Ha ragione.
Lo capisce in un istante e boccheggiante si trova a chiedersi perchè sono arrivati a quello.
Come mai ora ha ragione Gonzalo?
Eppure è lui quello ferito e tradito.
- Ma forse mi dovevi qualcosa prima di cambiare così! - Gonzalo trattiene il fiato senza capire.
- Di cosa parli? - Chiede aggrottando la fronte.
- Di cosa? Sei tu ad essere cambiato. Ad un certo punto non ti ho più riconosciuto! Dopo che sei tornato dal mondiale! Ci siamo trovati a fare dei giorni di ferie insieme e tu eri strano, eri sull'orlo del rimanere te stesso e del cambiare. Ci siamo separati ancora e quando ci siamo rivisti al ritiro del club tu... tu eri un altro. Questo è cambiato. Non ti riconoscevo! - Gonzalo non capisce, non vede quello che vede lui, ma se ha percepito questo non lo può negare al suo posto.
- E perchè non me ne hai parlato in quel momento? - José stringe le spalle e guarda di lato senza più riuscire a guardare lui ed i suoi occhi incompresi. - E come sono cambiato? Cosa era diverso? - José alza ancora le spalle.
- Tu... è come se non fossi più quel ragazzo pulito e semplice che eri quando eri a Madrid. Anche il primo anno a Napoli sei rimasto così o forse verso la fine hai iniziato a cambiare e non me ne sono accorto, non lo so questo... so solo che... - E la voce gli trema, finalmente, come lo sguardo che si fa lucido.
Gonzalo si sposta per farsi guardare in viso.
- Che? - Chiede con un filo di voce, sconvolto da quel che sta sentendo.
- Che non eri più tu. Forse ti sei montato la testa, forse essere visto come l'eroe, la stella, l'unico astro del club ti ha spinto ad essere più consapevole di te, ma meno semplice, umile e di cuore. Eri meno presente. Meno mio. Meno... meno Pipita! - Gonzalo si zittisce incapace di dire qualsiasi cosa ed indietreggia come se si fosse scottato. I due ora tornano a guardarsi, José si sente anche in colpa, ma è vero quel che ha detto, l'ha pensato.
- So che non te ne sei accorto, per questo non te ne ho parlato. Speravo di abituarmi, ma non mi andavi giù. Semplicemente sono cose che succedono quando passi da una squadra dove sei uno dei tanti ed anzi, meno di qualcuno, ad un'altra in cui sei più di tutti e sei essenziale. È normale ed io ho dovuto solo accettarlo. Tutto qua. - Gonzalo non si vede montato ed egoista, ma José sì ed è quello che li ha rovinati. Cerca di vedersi per capire cosa, di preciso, è successo.
- Cosa... cosa facevo? - Chiede roco, le lacrime agli occhi.
José scuote il capo ed alza le spalle guardando in alto.
- E' un insieme di cose! -
- Ti prego! - Implora.
- Sei diventato un divo! E poi egoista! E parli in termini di 'io'! Io devo segnare, io devo sbloccarmi. Io devo vincere! Io ho perso! Non so, non c'era più un noi, c'eri solo tu! E poi accettavi la corte di tutti quelli che ti corteggiavano, specie Dries e... - Gonzalo reagisce al nome e lui capisce. - Ti sei scopato lui? Muore per te e tu te lo scopi solo perchè sì? Perchè no? È carino e ti muore dietro e ti fa sentire ancora più Dio? Lo vedi che sei cambiato? Non l'avresti mai fatto, mai! Al Real eri un'altra persona... - Con questo lascia che il silenzio li ingoi.
Non riescono più a guardarsi e stringendo le labbra, José scuote la testa.
- Basta così, Gonzalo. Prendiamoci una pausa per pensare, tu hai molto su cui riflettere ed io... beh, se le cose rimangono così, non voglio più essere il tuo compagno. Non ti senti il mio ragazzo da settimane? Facciamolo diventare reale. Ti ho aspettato così tanto ed alla fine... era inutile! - Gonzalo non riesce a dire nulla, la sua amarezza lo invade e lo paralizza. Ormai non c'è nulla da ribattere, non sa nemmeno come deve sentirsi. È così. È così e basta.
Tutto rimane sospeso, il tempo si ferma, il mondo si ferma.
L'universo è cambiato, improvvisamente non riconosce più nulla. La stanza, la propria immagine riflessa, il ragazzo che, dispiaciuto, se ne va amareggiato.
Non trova la forza di fermarlo, perchè in certi momenti quella forza semplicemente non c'è.
Non si può sempre tirare fuori le parole giuste al momento giusto, non si può sempre risolvere la situazione al volo.
A volte ci si deve fermare, si deve accettare l'amaro e si deve ingoiare.
A volte, semplicemente, non si può fare nulla.