NOTE: la coppia è Sergio Kun Aguero e Lionel Leo Messi, argentini. I due sono la cosa più tenera che sia mai esistita, se vedete quest'album ( https://www.facebook.com/media/set/?set=a.642955269095932.1073741991.535328716525255&type=1 ) converrete con me. I due sono stati 'creati' dal mister della nazionale giovanile dell'epoca, parliamo di qualche anno fa perchè loro adesso saranno intorno ai 25 anni se non sbaglio. Insomma, il mister dell'epoca si è reso conto che quei due insieme si sarebbero potuti migliorare a vicenda e così li ha messi insieme ovunque, in camera, in allenamento, sempre. Ed ora Leo è il padrino del figlio di Kun ed i due si adorano a dir poco. Sono proprio molto evidenti, anche se non han mai giocato insieme in club... altra coppia che funziona benissimo a distanza, fra l'altro! In questi giorni l'argentina ha giocato ed a me vedendoli è venuta in mente sta fic sui loro primi tempi, penso potrebbero essere tipo sui 16/17 anni... qualche anno fa era diverso da come vivono la giovinezza i giovani ora, tenete conto questo. Buona lettura. Baci Akane

PRIMO BACIO

 
 

Il giorno in cui il piccolo dolce Leo perse la sua innocenza, fu quando l'allenatore dell'argentina giovanile decise di mettere insieme lui e Kun.
Kun era Sergio, un suo coetaneo. Bravissimo ma a lui opposto in praticamente tutto, dal modo di giocare al modo di essere. Soprattutto questo.
L'allenatore, conoscendoli, aveva capito immediatamente che dalla loro unione entrambi avrebbero trovato i giovamenti giusti.
Leo ad esempio aveva bisogno di sciogliersi ed aprirsi di più, acquistare coraggio, mentre Kun aveva ASSOLUTAMENTE bisogno di calmarsi e di crescere.
Fu così che l'intelligente mister iniziò a metterli sempre in camera ed in coppia insieme per ogni cosa, intimando loro di passare anche il tempo libero insieme per conoscersi meglio ed imparare uno dall'altro.
Naturalmente di primo acchito tutti pensarono che il mister volesse che Kun si calmasse... era un esagitato fuori controllo, spesso c'era la tentazione di legargli un cappio intorno al collo o mettergli del valium nell'insalata.
Chiaro che era quello il suo obiettivo.
Leo sulle prime non ne aveva voluto sapere, si era chiuso a riccio pensando che quella creatura fosse troppo casinara per i suoi gusti.
Tale posizione era durata molto ma molto poco... perchè ovviamente a Kun, Leo era piaciuto dal primo istante che il mister li aveva messi in coppia insieme.
Erano giovani, due ragazzini, quando questo successe e all'epoca la gioventù non era così sveglia e smaliziata. Non era l'epoca in cui a 12 anni si faceva sesso. Era l'epoca in cui a 16 anni farlo era da precoci.
Il sesso, così come tutte le altre cose fuori dalle righe, era tabù. Per Leo ancora di più. Per Kun decisamente di meno.
I genitori avevano fatto di tutto per controllarlo e tenerlo a freno, lontano da quelle cose poco convenzionali. Pura utopia.
Appena il ragazzo aveva conquistato un minimo di libertà, aveva tanto fatto finchè non era riuscito a soddisfare le proprie curiosità.
Fortunatamente il primo approccio era stato alquanto caustico.


Leo viaggiava nel mondo delle fiabe, quando Kun entrò in camera al primo giorno di ritiro della nazionale dei giovani.
L'aveva visto particolarmente elettrico tutto il giorno, negli allenamenti era stato praticamente impossibile da gestire ed il mister, disperato, l'aveva messo a correre per il campo.
Ovviamente non era stato sufficiente per placarlo.
Leo aveva imparato un po' a conoscerlo, quando faceva così era sempre perchè gli era capitato qualcosa di eccezionale e non vedeva l'ora di parlarne.
Quando dopo gli allenamenti e la cena furono liberi di andare per conto proprio rimanendo sempre all'interno del ritiro, Kun invece di fare cagnara con gli altri come al solito, si prese Leo per il braccio e se lo tirò dietro. Leo non aveva avuto scelta che seguirlo in camera.
- Si può sapere cosa ti prende? Da quando hai messo piede qua sei più matto del solito! - E già di solito rasentava un record.
Kun non perse il minimo tempo, tutto elettrico ed eccitato gli si sedette sul letto accanto a lui, con le gambe piegate sotto di sé, a quel punto guardandolo con occhi che brillavano, disse quasi urlando:
- Ho visto un porno! - Leo si strozzò con la propria saliva, cosa alquanto imbarazzante. Si mise a tossire fino a diventare violaceo. Poi dopo un po' tornò fra i vivi.
- E ti sembra una cosa da raccontarmi? - Disse estremamente pudico.
Per Kun era così ovvio.
- Certo che sì! A chi dovrei dirlo? Sei il solo a cui potrei... - Leo voleva sapere perchè, ma evitò di fargli domande.
- Bene, sono contento per te. - Kun però fremeva per dirgli il resto.
- E' stata una figata! - Leo non ci voleva nemmeno pensare. Si mise a guardare ovunque per non fissare lui tutto contento di questa cosa. - Tu non ne hai mai visto uno? - Leo scosse il capo fin quasi a staccarselo dal collo. Rosso più di un pomodoro maturo. - Devi assolutamente vederlo! Ti apre un mondo intero! - Come se non bastasse proseguì nel suo racconto. Sembrava che Leo glielo avesse chiesto. - Ho avuto la mia prima seria erezione. Sai, prima capitava così dormendo, niente di intenzionale... guardando questo porno mi è venuto duro sul serio e visto che mi piaceva, mi sono anche masturbato. È stata la mia prima volta, è stato fantastico! Tu devi provare! Non ne hai mai avute? - Leo voleva morire... sotterrarsi, scorticarsi le orecchie. Scosse di nuovo la testa fortissimo e sempre senza guardarlo, disse stridulo.
- Sei matto? - Come se fosse proibitissimo. In effetti era stato cresciuto sotto una campana di vetro, come molti della loro generazione.
Kun si mise a ridere.
- Dai, non sai cosa ti perdi! Guarda che è normale! Prima o poi lo fanno tutti! Anzi, voglio provare dal vivo! Insomma, siamo abbastanza grandi per provare dal vivo! - Leo stava davvero morendo di imbarazzo, non sapeva come togliersi da quell'imbarazzante momento e Kun era talmente insensibile da non capire che lo stava uccidendo.
- E cosa vuoi da me? - Chiese più che altro sperando di farlo smettere, viste le sospette vampate di calore che lo stavano invadendo.
- Voglio condividere questa cosa! - Leo capendo fischi per fiaschi, alzò di scatto la testa e lo guardò coi suoi grandi occhi terrorizzati.
- C-cosa vorresti fare tu con me? - Kun, che era lento di comprendonio quanto precoce con le altre cose, ripeté come se nulla fosse.
- Condividere con te! Sei il mio migliore amico, con chi dovrei farlo se non con te? - Leo continuava a capire male ed indietreggiando sul letto per allontanarsi da lui spaventato all'idea che gli saltasse addosso, iniziò a balbettare.
- T-t-tu fa quello che vuoi ma non con me... io non posso, per me è presto, non mi sento pronto! E poi siamo due ragazzi, non si fanno... - Solo a quel punto Kun realizzò cosa aveva capito e fermandosi per ben due secondi, lo guardò stordito per poi scoppiare a ridere rotolandosi nel famoso letto. A pancia in su, sventolando le gambe.
Rideva davvero forte.
Leo paralizzato lo guardava senza capire cosa gli prendesse ora.
- Ma tu hai capito che io voglio provare a fare quelle cose con te?! - Altra rata di risa. Leo voleva buttarsi dalla finestra. L'imbarazzo adesso non sarebbe mai andato via. - Io intendevo di parlartene. Condividere in quel senso! Sei fortissimo tu! - Ovviamente Leo si sentì deluso anche se sollevato. Dopo dieci minuti abbondanti di risa, Kun si degnò di mettersi a pancia in giù, appoggiarsi sui gomiti e fissarlo improvvisamente serio. Paurosamente serio.
Leo tornò a trattenere il fiato timoroso.
- E ora che hai? - Chiese difensivo.
Kun in effetti lo guardava divertito in modo sospetto.
- L'assurdità che hai detto! - Esclamò poi. Leo arrossì di nuovo.
- Beh, ma io avevo capito che volevi farlo con me... - Si difese lamentoso.
- Non quello... che fra due ragazzi non si può! Dove sta scritto! Perchè insomma? Il video porno che ho visto era fra due ragazzi e l'ho trovato eccitante da morire! Erano bellissimi quei due che si facevano! Voglio provare anche io! Non ci ho trovato niente di male! - Leo voleva alzarsi e scappare, ma sarebbe stato peggio. Rimase piantato dove era senza aver idea di come comportarsi.
- Allora sei gay? - Chiese a quel punto spontaneo, con un filino di voce.
Kun alzò le spalle, l'aria semi seria e semi provocatoria.
Sempre un modo di ridere negli occhi da gatto.
- Non so, forse. Non ci ho mai pensato. Mi è capitato per sbaglio quel sito, andando su internet. Quando trovo il modo te ne faccio vedere uno anche a te. Però davvero tu pensi che due ragazzi non possono darsi piacere insieme? - Leo non ci aveva semplicemente mai pensato. Aveva visto in Kun un amico, con fatica. Tutto qua.
Pensare a quel genere di cose era un mondo lontano da lui anni luce, anche se ora era molto eccitato ed accaldato. Specie all'idea che Kun potesse volerlo fare con lui.
Kun, dal suo canto, voleva fargli cambiare idea perchè quel che aveva provato per caso gli aveva aperto quel famoso mondo. Aveva capito quante cose fantastiche c'erano da esplorare.
- Non ci ho mai pensato seriamente. Non so... nessuno mi ha parlato se non così, alla leggera. Sai... i miei hanno sempre scaricato l'argomento dicendo che i gay non erano normali. Stop. - Kun scosse il capo alzandosi a sedere dritto, ora era seccato.
- Che stronzata! - Esclamò mortificando Leo come se fosse colpa sua.
- Beh, se non se ne parla come si fa a farsi un'idea? Non me ne hanno mai parlato seriamente... in generale tutti parlano in modo negativo dei gay ed io... - Kun, esasperato da questo discorso che reputava stupido e superficiale, gli si avvicinò di scatto togliendogli il fiato.
- Le cose bisogna provarle per capirle, non sentire quello che gli altri dicono in giro! Se io fossi gay tu cosa penseresti di me? - Ora sembrava arrabbiato e Leo era agitatissimo all'idea che lo fosse con lui.
- Ma lo sei? - Però sembrava importante capire anche quello. Kun seccato gli prese la maglietta all'altezza del petto e strinse in modo minaccioso, istintivo.
- Che cazzo importa? Ti farebbe schifo, insomma? Mi allontaneresti? - Leo scosse il capo in fretta.
- Ma che dici? Tu sei mio amico, cosa mi importa se sei gay o no? - Questo calmò molto Kun che lo lasciò andare. Leo si sentì dispiaciuto per quel contatto interrotto e non si mosse sperando che facesse qualcos'altro.
- Scusa, non volevo aggredirti. Mi fanno arrabbiare certe cose. Bisogna pensare con la propria testa. Ho sempre ragionato così, io! - Leo sorridendo pensò che fosse il suo tipico comportamento.
Provare, sperimentare tutto.
Faceva parte del suo fascino.
- Allora proverò anche io, così capirò e mi farò un'idea mia... - Leo intendeva guardarsi un porno, non aveva nemmeno focalizzato il discorso sul gay o meno. Kun era già passato alla fase successiva.
- Bene, allora... per prima cosa si fa così! - Fu così che Kun, esuberante come al solito, lo baciò prendendogli il viso fra le mani irruento.
Leo si dimenticò di nuovo di respirare, ma indietreggiò istintivamente.
- Ma che fai? Io intendevo guardare un porno! - Kun lo lasciò andare sgranando gli occhi realizzando cosa aveva capito.
- Scusa! Però si parlava di gay, ora! - Leo aggrottò le sopracciglia.
- Ah sì? - Kun annuì.
- Sì eravamo passati a quello... - A quel punto però erano entrambi eccitati all'idea di quel che era successo e di quel che potevano ancora provare.
Dopotutto quel breve contatto era stato sorprendentemente bello. I cuori cominciarono a battere velocissimi capendo che guardandosi negli occhi in quel modo era il preludio di altro. Che quello di cui parlavano era molto interessante, soprattutto da provare.
E che forse, forse, si poteva davvero perchè non c'era effettivamente nulla di male.
Anzi. Forse era troppo bello.
Dopo alcuni istanti di silenzio, Kun si sistemò meglio davanti a lui, le gambe sotto di sé, le mani appoggiavano sul letto.
Erano molto vicini e si guardavano negli occhi senza smettere un istante. I fiati molto ma molto leggeri.
-Ti va di rifarlo? - Chiese per un qualche miracolo Kun.
Leo, che sembrava non aspettasse altro che quello, annuì col famoso cuore di nuovo in gola. Per un momento nemmeno sentì, erano tutti i sensi impazziti, la gola arsa.
Ed eccolo lì.
Kun e la sua mano che decisa tornava sulla sua guancia, poi le sue labbra meno irruenti di prima.
Sicuramente aveva già baciato qualcuno.
Leo no, nemmeno una ragazza.
Silenzioso trattenne il fiato fino a che Kun non gli diede il proprio.
La morbidezza della sua bocca che piano piano gli dischiudeva la propria per infilarsi con la lingua, lo stuzzicò e lo carezzò fino ad allacciarsi.
Leo l'assecondò e lo imitò non avendo idea di come si facesse. Cioè vagamente l'aveva, ma non bene.
Il fuoco, il calore che lo invase, fecero il resto.
Ben presto la tensione si sciolse e si lasciò andare a quello che fu il loro primo vero bacio.
Un bacio d'esplorazione ma tenero, un bacio innocente. Un bacio che si portava via una sorta di purezza, ma che al tempo stesso sarebbe sempre rimasta con loro per quel modo di fare così semplice e spontaneo.
Per cui tutto partì così.
Da un bacio, una prova.
Una fine non ci fu mai.

FINE