NOTE: Sono quasi sicura che sia la
prima Desvaldo nel mondo ma magari mi sbaglio. Vedevo la partita
dell'Italia e quando i due Dani si sono abbracciati per i goal che
entrambi hanno fatto mi sono detta 'ma sti due?'. Poi, casualmente,
domenica sera ho guardato la partita della Roma col Genoa ed ho visto
un altro abbraccio sospettissimo dei due, un abbraccio troppo lungo e
troppo intenso per non essere notato. Al che mi sono messa a cercarmi
foto sui due e mi si è aperto un mondo (che poi vedrete). Insomma,
sti due sono insieme da un annetto e qualcosa alla Roma ed ora anche
in nazionale e devo dire che se la intendono proprio per benino. Non
è che ci sono un paio di abbracci di poco conto, ci sono cose
davvero sospette, i due sono troppo culo e camicia. Così, siccome mi
piace molto Daniele De Rossi e siccome Daniel Osvaldo è un gran
pezzo di ragazzo, non sono riuscita a frenarmi. L'ho scritta di getto
ed è venuta da sé. Io ho una visione precisa di De Rossi, che nella
fic è Daniele. Leggerete ma penso di non sbagliarmi nel descriverlo
così. (a me quell'uomo fa un sesso che non vi dico!). Su Osvaldo
(nella fic Dani, spero non ci sia troppa confusione fra i due) ho
meno conoscenza ma dagli sguardi maliziosi e dall'intervista
dell'altra sera mi pare un tipo molto sicuro di sé ed elastico.
Comunque bè, è la prima fic su di loro ed ho fatto una premessa
super lunga. Presenzia nelle prime scene anche l'immancabile
Francesco Totti. Altro essere vivente che apprezzo moltissimo.
Basta, la smetto.
Buona lettura.
Baci Akane
UNA VOLTA PER TUTTE
Daniele era diretto verso gli
spogliatoi quando si sentì dare una sonora pacca sul sedere,
considerando che poteva essere chiunque, si girò a vedere di chi si
trattava e sorrise ironico nel vedere Daniel, il suo omonimo.
Daniele aveva il diritto di anzianità
e tutti lo chiamavano col nome intero. Daniel, che comunque aveva
anche un altro nome, Pablo, mai considerato per qualche arcano
mistero, era chiamato con l'abbreviazione Dani poiché di origini
argentine e veniva più assonante chiamarlo in quel modo.
Daniele rise e gli diede uno schiaffo
sulla nuca per poi aggiungere un allegro:
-Grande! - Alla doppietta della serata.
I suoi modi erano famosi per non essere né dolci né aggraziati.
A tutti andava bene così, se fosse
stato diverso non sarebbe più stato Daniele el romanaccio!
Era destinato ad essere l'erede di
Francesco e tutti lo sapevano, del resto in campo era sempre uno dei
più attivi ed anche se non segnava spesso era quello che non si
risparmiava mai, andava a fare qualunque cosa servisse, anche lavoro
di copertura.
Francesco poco dopo gli passò accanto
lanciandogli uno sguardo a dir poco malizioso. Daniele lo fissò
alzando le spalle per chiedergli che avesse ed il capitano nonché
suo grande amico ridacchiò ed alzò le mani in alto in segno di
'assolutamente nulla'.
I due entrarono negli spogliatoi senza
dirsi parola nonostante parvero aver fatto un dialogo di senso
compiuto.
Appena dentro, però, Daniele si fermò
istintivamente trattenendo il fiato di riflesso.
Dani si stava dirigendo, già bello che
nudo, sotto le docce.
Francesco ridacchiò senza dire
assolutamente niente e Daniele gli diede uno schiaffo dei suoi sulla
nuca. Solo lui osava, chiunque altro si sarebbe giocato la mano.
Francesco in risposta rise più forte.
- Io non ho detto niente! - Esclamò
divertito. Daniele lo spinse.
- Non serve, ti leggo nel pensiero! -
Grugnì poco gentilmente l'altro.
Il battibeccò proseguì sulla
questione del conoscersi così bene da capirsi senza dire cosa
diavolo avessero di preciso, cosa che fece ridere tutti i presenti.
Tutti tranne uno.
Uno che, sotto la doccia, non aveva
capito di chi parlavano ma che comunque avevano la solita grande
intesa.
Con cupezza abilmente mascherata e
nascosta dalla doccia, scrollò le spalle ampie desiderando non aver
sentito l'ennesimo siparietto del capitano e del vice.
Daniele lo raggiunse sotto la doccia e
per poco non scivolò come un idiota nel vedere come si strofinava le
mani sul corpo per togliere la schiuma della saponetta. Era normale
insistere tanto sulle parti basse? Lo faceva sempre e sempre si
trovava così attanagliato da quel gesto.
Si morse il labbro e riuscì a
distogliere lo sguardo per un pelo, appena in tempo. Dani si girò e
lo vide ma siccome non lo calcolava uscì dal box in fretta e furia
toccandogli il braccio di proposito nel passargli accanto. Come i
ragazzini che per farsi notare da chi gli piaceva gli finivano
accidentalmente addosso o gli facevano tanti dispetti... bè, in quel
caso considerare Daniele De Rossi la fanciulla da conquistare era una
specie di parodia comica, ma per Dani di quello si trattava.
Solo che a volte gli sembrava le cose
andassero bene mentre altre lo vedeva distante anni luce e si
scoraggiava.
Forse era uno di quegli etero incalliti
da cui non si poteva cavare un ragno dal buco.
Non era solito darsi per vinto, infatti
ci provava con discrezione e furbizia lo stesso, a modo suo, ma non
voleva esporsi troppo visto che giorno dopo giorno aumentava la
convinzione che non fosse ricambiato.
Daniele era così... romano... così
inquadrato su quel genere di cose... così uomo!
Daniele, sentendosi colpire di
striscio, gli schizzò l'acqua della doccia sotto cui era e
ridacchiò. Andavano avanti così di continuo, sempre.
Come due adolescenti che cercavano di
conquistarsi a vicenda.
Solo Francesco li guardava e scuoteva
la testa sapendo quanto idioti erano.
- Che fai, ti va una bevuta? - Dani,
prima di andare a casa e prendere la propria auto, disse questo a
Daniele.
Questi lo fissò incerto e stupito,
preso in contropiede, sentendo il calore avanzare, prima che potesse
essere troppo evidente rifiutò cercando una scusa qualunque.
- No dai, è meglio che torno a casa...
- Non lo era per niente, ma Dani non insistette e decise di lasciar
perdere, evidentemente abbattuto per il diniego, salendo sulla
propria auto.
Daniele rimase fermo davanti alla
macchina qualche istante prima di aprirla, stava per montare che
Francesco da dietro ricambiò lo schiaffo che solitamente riservava
lui agli altri.
-Aò, sei rimbecillito proprio, eh? -
Tipico suo cominciare un discorso con un insulto. Era il loro modo di
comunicare.
Gli altri stavano andando via alla
spicciolata, qualcuno ancora si complimentava con il capitano che li
aveva tirati su nel momento peggiore della partita.
Daniele si massaggiò la nuca e lo
guardò falsamente infastidito, in realtà spaesato. Si vergognava di
quello stato d'animo.
- E che cazzo! - Si lamentò.
Francesco strinse le labbra ed indicò
severo la scia di Dani dove era sparito.
- Astronzo! Perchè cazzo non vai con
lui? Non vedi come gli andava? - Daniele sbuffò e gli puntò il dito
contro, doveva smetterla una volta per tutte.
- Senti un po', astronzo! Punto uno non
è come pensi tu, punto due a me piacciono le donne, piantala di
insinuare che mi voglia infilare fra le sue gambe, cazzo! - Lo diceva
sempre e sempre Francesco lo spingeva e lo demoliva in quattro e
quattr'otto...
- Ma vaffanculo, va! - Facile e breve.
Daniele si appoggiò alla macchina con quella di parlargli un attimo.
Che poi era sempre lo stesso dialogo, non ne cavavano mai un ragno
dal buco.
- Senti, non so come ti sia saltato in
mente che mi piaccia Dani e che me lo voglia fare, ti sembro frocio?
- C'era sempre quella costante paura di scoprirsi gay. I giovani
erano facilitati da una mente più elastica ma per un certo tipo di
persone esisteva ancora una sonora rigidità mentale portata per lo
più dalla paura e niente di più. Francesco lo sapeva e,
appoggiandosi all'auto allo stesso modo, scuotendo il capo, disse:
- Non c'è niente di male nell'esserlo.
E poi perchè ti devi disprezzare da solo in questo modo? Sai quanti
di noi sono gay? - Daniele ribatté subito per non dargli l'idea di
essere perso.
- Lo so ma io non lo sono! Non mi
piace! Non capisco proprio come ti sia venuta su questa fissa! -
Francesco scosse ancora il capo stringendo le labbra contrariato.
- Senti, amico. Prima lo ammetti e
meglio è per te. Non c'è niente di male e poi non è che lo devi
essere per forza, semplicemente ti piace lui! Ma si vede che è così
e non so come faccia lui a non capirlo... dovrebbe solo sbatterti al
muro e tapparti quella boccaccia! - Daniele si immaginò la scena e
si sentì di nuovo accaldato.
Aveva ragione, gli piaceva Dani ma come
poteva ammetterlo con tanta facilità? Non era una passeggiata e
Francesco non poteva capire, lui era innamorato di sua moglie ed era
felice... per lui provare attrazione fisica per un altro uomo così
di punto in bianco era pazzesco. Non aveva mai avuto tendenze prima,
con nessuno.
Non poteva capacitarsene ed accettarlo
tanto facilmente.
- Tu parli facile... non puoi capire...
non... non è normale... non... - Ma non sapeva nemmeno lui cosa dire
e Francesco dandogli una pacca amichevole sulla spalla concluse prima
di lasciarlo ed andarsene:
- E' troppo evidente, se lo neghi non
cambia che ti piace e te lo vuoi fare. Dovresti solo toglierti lo
sfizio per capirne di più. Poi vedresti se è una cosa che puoi o
non puoi fare, se ti fa veramente schifo o se ti piace davvero...
insomma, stare tanto a pensarci non ti porta da nessuna parte. Devi
agire. Sei un uomo d'azione, come me. Fa qualcosa! - La semplificò
non sapendo come renderla meno complicata di quanto in effetti fosse.
Detto ciò se ne andò anche lui.
Non invidiava il suo amico, ma del
resto stare lì a mangiarselo con gli occhi in quel modo era assurdo.
Daniele rimase in macchina, fermo al
parcheggio per un paio di minuti lunghissimi prima di decidersi.
Alla fine Francesco aveva ragione,
anche se la faceva troppo facile.
Era un uomo d'azione, stare a pensarci
tanto non era per lui.
Bisognava prendere la cosa di petto e
capire se gli piaceva davvero e fino a che punto.
C'era solo un modo.
'Sei già a casa? Ti va una bevuta?'
La risposta lo fece fremere come un
perfetto idiota, ma si trovò a sorridere da solo capendo che da
certe cose non si poteva scappare per sempre.
'Passi a prendermi?'
Era a casa ma usciva volentieri.
Che Dani lo ricambiava era piuttosto
evidente, il ragazzo non aveva fatto molto per mascherare la sua
spiccata simpatia per Daniele. A frenare le cose era sempre stato lui
anche se spesso erano arrivati al punto di andare oltre.
Poi Daniele aveva sempre fatto
retromarcia, puntuale.
Passò sotto casa sua a tempo di
record, in realtà la frenesia di fare quel passo l'aveva da sempre
ma non il coraggio vero di farlo e forse non si trattava nemmeno di
quello.
Forse era la consapevolezza che nel
momento in cui avrebbe deciso di provarci non sarebbe riuscito a
frenarsi.
E si conosceva bene.
Lui senza freni di alcun tipo era
peggio di un uragano forza dieci.
La portiera si aprì ed i due si
guardarono poco dopo con i battiti già accelerati. Succedeva sempre
quando stavano soli e a Daniele sorgeva puntualmente spontanea la
domanda.
Ma come avevano fatto a finire così?
Cercava di ricordare le prima volte
insieme ma era quasi il buio... inizialmente non l'aveva colpito
molto, poi lentamente era diventato sempre più degno di nota... ma
non capiva in che modo e soprattutto non capiva quando e perchè di
preciso gli fosse spuntata l'attrazione.
Lo frenava molto il fatto che fino ad
ora non l'aveva avuta per nessun'altro... del resto era legittimo.
Non era normale provare di punto in
bianco attrazione fisica per un altro ragazzo.
Lui era un bel tipo e non ci pioveva ma
non aveva mai guardato un culo maschile desiderandolo fino a quel
punto.
Ci era diventato amico con una facilità
devastante, si erano capiti nel giro di poco ed il rapporto era
diventato sempre più buono.
Non riusciva a capire che il processo
era uguale a quando si innamorava di una donna.
Quando succedeva non provava da subito
attrazione fisica per lei solo perchè era una donna. La voglia di
andarci a letto scattava dopo che la conosceva e si instaurava fra
loro una certa chimica... con Dani era successa esattamente la stessa
cosa, si erano conosciuti ed era scattata la chimica, quindi da lì
al volerci andare a letto insieme il passo era stato naturale.
Significava solo che la sua mente ed il
suo vero IO erano meno rigidi di quanto razionalmente avesse mai
pensato.
Si ostinava a credersi incapace di
certi istinti omosessuali perchè non ne aveva mai provati, ma era
anche vero che non aveva mai perso la testa per un altro uomo. Era la
prima volta che gli succedeva.
Ma con lui si trovava così bene...
ridevano insieme, parlavano di tutto, si trovavano anche ad avere le
stesse reazioni.
Dani era più malizioso di lui che
invece era più sul genere 'bestia', si equilibravano bene.
Non c'era una vera spiegazione,
semplicemente si erano innamorati nel corso del tempo e con esso era
arrivata la voglia di approfondire quel rapporto e quel legame
splendido.
Un passo naturale che i corpi volevano
compiere indipendentemente dalle loro menti bloccate.
Che poi ad essere bloccata era solo
quella di Daniele.
- Dove vuoi andare? - Chiese Daniele.
Era strano. Era come se si fossero trovati per quello o per lo meno a
lui pareva così.
Certo ora che aveva deciso di provare
ad andare a letto con lui, perdere tempo a bere qualcosa da qualche
parte era proprio stupido.
Dani si strinse nelle spalle.
- Bè, sei tu di Roma, mica io... - Gli
scaricò incoscientemente la palla e quando lo guardò per capire
quanto serio fosse, lo vide ridacchiare malizioso.
Lo faceva spesso.
Capitava che dicesse cose con un doppio
senso ma non davvero chiare nel loro essere sporche. Allora Daniele
lo guardava per capire cosa intendesse e lo vedeva ridacchiare con
quell'espressione maliziosa.
E gli piaceva.
Si morse il labbro.
Se la cercava proprio.
- Allora ti porto io in un posto! -
Così dicendo decise che non servivano preliminari di alcuna sorta,
che erano lì per farlo e l'avrebbero fatto.
O per lo meno lui.
Sicuramente anche Dani voleva la stessa
cosa.
Girarci tanto intorno era da idioti.
Arrivò in pochissimi minuti in
periferia di Roma guidando come il pazzo che poi era e quando si
fermò in un Motel si mise il cappellino e gli occhiali scuri
ordinando al compagno che lo fissava stralunato di fare altrettanto.
Gli sciolse di sua iniziativa i capelli
visto che normalmente andava in giro con la coda alta -sentendosi già
eccitato solo per quel gesto-, poi gli mise gli occhiali da vista che
teneva al collo della maglia.
Ancora un po' e gli sarebbe
direttamente saltato addosso.
L'adrenalina saliva ogni istante e
Daniele sentiva una maledetta frenesia dentro. Ora che l'aveva deciso
era quasi incapace di controllarsi.
- Daniele, hai bevuto? - Chiese Dani
guardando l'insegna del motel nella solita strada di periferia.
- No, sono perfettamente sano, per tua
sfortuna. Ora andiamo. Mi hai detto tu di fare io... sto facendo! -
Dani era frastornato ma non gli restò che scendere ed inseguirlo
pregando che non li riconoscessero.
Il posto era talmente fuori dal mondo
che non si stupì di trovare un vecchio che probabilmente non sapeva
nemmeno cosa fosse il calcio, ne fu lieto e quando varcarono la
soglia della camera, Daniele non perse tempo.
Dani fece appena in tempo a dire mezza
frase.
Giusto mezza.
- Senti ma perchè siamo qua, io non...
- l'altra mezza si perse sulla sua bocca.
Daniele non respirava e si era accorto
d'aver trattenuto il fiato da quando avevano messo piede in quel
postaccio.
Non gli importava.
Ora lo stava finalmente facendo.
Il furore, l'adrenalina a mille, il
sangue che pompava, il cuore che batteva e la voglia assurda e
stupida di provare quella cosa.
Quella cosa sbagliata e strana
eppure... eppure dannatamente bella.
Dani si trovò la sua bocca premuta
contro e la lingua dentro, stordito lo spinse via per capire che
diavolo gli prendesse. Non era normale, si era sempre bloccato. Ci
aveva provato qualche volta ma l'altro era sempre scappato.
- Daniele, che diavolo hai, si può
sapere? - Daniele lo prese allora per le spalle ed usò la forza per
spingerlo contro la porta chiusa. Anche Dani era forte ma era
completamente fuori di sé per quello che stava accadendo. Si sentiva
più come una ragazzina alle prese con la prima volta, in effetti.
- Non dirmi che non lo volevi da un
sacco... - Attaccava. Daniele era un uomo d'azione, attaccava quando
non aveva niente da fare. Quando era imbarazzato era ancora peggio.
Aggiungendoci l'eccitazione era la
fine.
Dani lo sentì pulsare contro di sé e
per un istante percepì il suo stesso cuore attraverso il petto
premuto sul suo.
Era emozionato e pieno di voglie. Gli
occhi azzurri acquosi, il viso vicino. Forse era anche rosso, non
poteva esserne sicuro.
Lo spingeva col suo corpo possente
pronto a violentarlo, se necessario.
- Certo ma... non hai mai voluto... e
poi così, come se ci fossimo visti per farlo e basta... - Era così
in effetti e 'Daniele la bestia' spesso veniva fuori. Anzi. Erano
rari i momenti in cui non c'era, quella parte di sé così grezza e
spontanea. Non attivava proprio la parte emotiva. Sicuramente era
caduto da bambino.
- E' per questo che siamo qua! -
Appunto.
Dani si sentì bruciare per un istante
e la voglia di dargli un calcio nelle palle ed andarsene fu forte.
Così lo faceva sentire una puttana ma
alla fine... alla fine forse doveva prendersi quello che poteva prima
che gli sfuggisse di mano.
Daniele fece per baciarlo ancora con
aggressività e lui spinse sul petto per fermarlo. Un soffio dalla
sua bocca. Lo voleva anche lui come un matto ma aveva sognato un
minimo di romanticismo o sensualità, lì c'era solo... Dio, cosa
c'era in quell'uomo che voleva solo scopare volgarmente con lui e
basta?
Virile... maschio... si strofinò le
labbra.
Era questo che aveva fatto perdere la
testa a Dani.
Questo suo lato bestiale, come lo
definivano in molti.
Lo vedeva come un uomo fatto e finito.
- Perchè di punto in bianco? - Chiese
volendo capirlo comunque.
Daniele sbuffò impaziente alzando gli
occhi al cielo. Non ne poteva più.
- Perchè ne ho voglia da un sacco e
non so perchè cazzo, mi sono sempre piaciute le donne! Per questo ci
ho messo un casino ad arrivare a questo punto. Se mi fai ancora una
cazzo di domanda pianto tutto e me ne vado, pensi che per me sia
facile scoparmi un uomo? - Voleva chiedergli perchè allora lo faceva
ma sentì la sua eccitazione premere chiaramente contro la propria e
capì che per qualunque motivo fosse, lo voleva davvero. Era una cosa
innegabile.
Dani allora accettò la sua bocca che
si avventò sulla propria come se lo volesse divorare.
E lo divorò, in effetti.
La passione scattò subito.
La frenesia dell'andare subito al sodo.
Daniele non era per i preliminari ma
non sarebbe stato un problema.
Le loro lingue al momento impegnate a
primeggiare nelle bocche unite, gli rimandavano una sensazione
fottutamente bella e Daniele ne era già ubriaco.
Aveva voluto quella bocca da un sacco
di tempo, quella era l'unica verità.
Febbrile gli tolse gli occhiali e li
mise in parte, poi gli prese i capelli neri sciolti sulle spalle e li
strinse tirando appena, gli girò la testa e con il collo scoperto
scese a leccarglielo.
Il collo dove le linee muscolari erano
fin troppo tracciate.
Succhiò come se volesse spolparlo e
Dani sospirò infilando le mani sotto la sua maglia.
Il contatto generò una tremenda
scarica elettrica e l'altro si separò togliendosela da solo in
fretta e furia. Altrettanto fece con la sua e quando lo vide a torso
nudo -Dio, lo vedeva ogni giorno a calcio ed ogni giorno si chiedeva
come potesse esserlo toccarlo-, si avventò sul suo torace. Risalì
con le mani sui pettorali e strinse i capezzoli, poi scese con le
labbra e glieli leccò finendo per tirarli coi denti.
Dire passionale era anche poco.
Era aggressivo e Dani stava già per
raggiungere l'orgasmo in quel modo.
Troppo tempo passato a pensare a lui ed
immaginarlo, ora l'aveva addosso ed era tremendamente bello.
Se lo voleva mangiare, non capiva come
potesse essere.
L'aveva voluto così tanto?
Si trovò le proprie stesse mani a
muoversi da sole sui suoi pantaloni, quando le infilò nella tuta e
glieli abbassò insieme ai boxer, Daniele si inginocchiò davanti a
lui.
La gola.
La gola di assaggiarlo e prenderselo.
La prova del nove.
Se fosse riuscito a farlo significava
che Francesco aveva ragione e che non contava niente le tendenze
avute fino a quel momento.
Contava solo la chimica che si
instaurava con una singola persona.
Quando lo leccò e lo prese in mano si
sentì uno che digiunava da anni. In realtà non l'aveva mai provato,
era la prima volta, ma ci riuscì.
Fu questo il fatto.
Riuscì a prenderlo in bocca e a
succhiarlo e ci riuscì con molta facilità.
Con una tale che se ne sconvolse. Non
era piacevole di per sé ma aveva voluto provare a farlo per capire
se poi avesse vomitato o cosa.
Ci riusciva. Poteva.
E Dani spingeva nella sua bocca
gemendo, la cosa gli piaceva.
-Daniele, sto per venire... più
piano... - Lo divorava, andava troppo in fretta, troppo forte, troppo
frenetico. Non aveva tempo di godersi niente, poteva solo farsi
trasportare da quello che improvvisamente era un uragano forza dieci.
Mai avrebbe pensato ad una cosa simile.
Il fuoco divampò ma non fu nella sua
bocca.
Daniele si tirò su guardandolo
malizioso e gli morse la bocca attirando la sua attenzione.
Dani era sconvolto.
-Ti è piaciuto? - Chiese quasi
malefico.
L'argentino naturalizzato italiano ci
impiegò qualche istante a tornare, ci riuscì con la sua bocca
addosso, su ogni centimetro di pelle. Lo stava divorando ancora e lo
faceva come se fosse una questione di vita o di morte.
Rise.
Era ora di fare qualcosa anche lui.
Così dicendo lo spinse con forza verso
il letto e lo buttò sopra, gli tolse la tuta e l'intimo con
decisione e gli salì addosso, al contrario, insegnandogli un
trucchetto comodo ed interessante.
A cavalcioni sulla sua testa rimase
alto in modo da dargli lo spazio sufficiente a fare qualunque cosa
volesse con qualunque parte intima di sé, sia anteriore che
posteriore.
Lui fece altrettanto, ricambiando
l'orgasmo appena avuto.
Lo leccò con più calma, se lo godette
meglio.
Piano lo sentì crescere nella bocca e
quando l'avvolse pompando con un crescendo regolare, Daniele cominciò
a gemere. Lo sentiva fremere di nuovo per avere il sopravvento e si
distrasse quando gli leccò l'apertura e gli mise un dito dentro.
Dani alzò la testa dal suo sesso e
gemette.
Il romano, soddisfatto, continuò per
poi muovere il dito sempre più veloce dentro di lui. Quando lo sentì
tornare a succhiare, inserì un altro dito e di nuovo lo confuse.
Girò la mano per farsi più strada e quando lo sentì pronto quanto
la propria stessa erezione ormai dura nella sua bocca, gli disse di
togliersi da sopra.
I suoi modi erano sempre quelli ma a
Dani ormai davano alla testa, quindi quando lo spinse da sopra per
metterlo a carponi, si morse eccitato il labbro.
Era la fine del mondo.
Lo stava bruciando, spazzando via,
divorando... e non poteva pensare a fermarlo.
Daniele entrò in lui con un movimento
sicuro spingendo coi fianchi senza riguardo.
Il ragazzo sotto soffrì molto sulle
prime ma l'eccitazione era alta e l'immagine di un Daniele così
possente che lo penetrava da dietro lo mandò completamente in
estasi.
Al punto che il dolore lentamente si
trasformò in piacere quando cominciò a muoversi.
E lui stesso non poté trattenere degli
incitamenti che ad uno come il compagno non erano proprio da fare.
- Dai... dai muoviti più veloce... più
forte, Daniele... - Lo voleva davvero più aggressivo, gli dava alla
testa. Si sconnesse ad ogni colpo forte e violento, i gemiti
riempirono la camera e Daniele perse completamente la testa in lui
che lo incitava ad andarci giù più pesante.
E pesantemente gli venne dentro
gridando il suo nome abbreviato. Un intreccio perfetto di fremiti,
palpitazioni, calori ed eccitazioni.
Si persero completamente per un
lunghissimo istante. Un istante folle.
Poi Daniele crollò di lato,
coricandosi sulla schiena, le braccia larghe, piegate di lato, il
petto che respirava frenetico insieme ai battiti impazziti. Sudato.
Sfinito. Contento. La pace dei sensi. Finalmente stava bene.
Finalmente il mondo si era fermato.
Dani si stese accanto appoggiando il
viso sulla sua spalla e attorniandolo col braccio. Daniele gli mise
la mano sulla schiena e rimasero così ansimanti a riprendersi per
molto tempo. Fino a che Daniele decise di dire qualcosa, com'era nel
suo stile. Senza troppe smancerie, solo ciò che era, nudo e crudo.
- Possiamo rifarlo quando ci va... - Un
modo per promuovere anche quell'aspetto fisico nel loro rapporto.
Così ora stavano bene insieme a
livello personale e sessuale. Prima o poi, si disse ridacchiando
Dani, sarebbe arrivato anche quello sentimentale. Daniele in quello
era sicuramente lento e duro ma prima o poi ne avrebbe avuto ragione,
ne era certo.
- Anche subito... - Daniele rise e
cercò il suo sguardo ridente e malizioso. Quello sguardo che gli
aveva fatto perdere la testa.
Con un bacio suggellarono quella specie
di promessa... o qualunque cosa fosse.
Sicuramente non sarebbe stata l'unica
volta.
FINE