PERSONAGGI: cast di Teen Wolf: Dylan O'Brien, Tyler Hoechlin, ovvero Hobrien. Partecipazione di Tyler Posey e un poco anche di Colton Haynes
DISCLAMEIR: i personaggi non sono miei ma di loro stessi poiché reali, ciò che scrivo è frutto della mia fervida immaginazione e lo faccio solo per puro innocente divertimento
NOTE: non potevo non rimetterci mano. Ho fatto già una fic preliminare su questi due, Fra fiction e realtà. Però poi ultimamente seguendo sti qua mi sono accorta di qualcosa di strano... ovvero c'è stato un periodo in cui Tyler H. stava tanto con Colton e cagava poco Dylan e viceversa Dylan si strusciava troppo su Tyler P. e non cagava molto Tyler H (ce casin). Poi però sono tornati d'amore e d'accordo ad amarsi e adorarsi. Per cui non ho potuto non pensare che comunque qualcosa fosse successo. Conta che ora vada tutto bene, ma la mia mente non ha potuto non elaborare ciò. Si divide in due parti: la prima con le due versioni, di Dylan con la collaborazione di Tyler P che qua è Pos, e quella di Tyler H. Poi la seconda la trama prosegue ed entra nel vivo. Non è niente di pretenzioso, solo qualcosa per puro personale divertimento. Spero diverta anche a chi la leggerà. Buona lettura. Baci Akane
PS: le gif e le immagini che ho messo qua sotto è per far capire come mai mi han stimolato tante cose sti due... e comunque sono presi dal web, per le gif sono di chi le ha fatte!

FRA GIOCHI E GELOSIE





PARTE PRIMA:
LE DUE VERSIONI

*Dylan*
Non si poteva dire che successe in un momento particolare, però senz'altro a farlo scattare fu una cosa specifica.
Il termine in generale si chiamava gelosia.
Tyler, che per distinguerlo dall'altro veniva chiamato Tyler, e Dylan erano sempre stati la coppia d'oro.
Nessuno avrebbe mai osato mettere in discussione la cosa.
Non si poteva dire che stavano proprio insieme, ma nessun pazzo avrebbe osato dire il contrario.
Non era una questione di essere possessivi, nessuno dei due lo era. E soprattutto nessuno dei due faceva paura perchè erano entrambi allegri e giocherelloni, insomma, difficile vederli seri... figurarsi se potevano mai fare paura a qualcuno, incutere un qualche timore.
Per questo, quindi, quando l'altro Tyler, chiamato Pos, notò il broncio del suo grande amico Dylan, non poté certo trattenere la domanda.
Non si sarebbe comunque fatto gli affari propri anche nel caso in cui fosse stato uno qualunque, figurarsi poi se era Dylan, il suo migliore amico.
Da quando avevano cominciato a recitare insieme in quello show, avevano legato subito come i loro personaggi. C'era molto di Dylan in Stiles, Scott era diverso da Pos, però in ogni caso avere un Stiles sempre accanto, aveva inevitabilmente spinto Pos a legare moltissimo con lui.
Specie perchè gli somigliava molto.
Aveva assistito alla nascita della simpatia di Dylan per Tyler e quando viceversa aveva notato che questi ricambiava, li aveva spinti uno nelle braccia dell'altro facendo il Cupido della situazione.
Era stato a dir poco contento del suo operato.
Per tutte le prime tre stagioni la relazione era andata a gonfie vele, avevano tirato fuori moltissime idee, molte delle quali bocciate perchè troppo da gay, per i loro personaggi e l'interazione soprannominata sterek.
Una volta scoperto l'amore di una gran fetta dei fan per lo sterek, avevano fatto i salti di gioia.
I fan avevano notato l'intesa reciproca che era talmente forte da averla poi riversata anche nei loro personaggi.
Stiles e Derek si amavano in modo diverso da Dylan e Tyler, ma soprattutto non si poteva definire 'amore' nel senso classico del termine. Era più che altro una forte intesa ed una complicità tutta loro.
Nello sterek il meccanismo era complesso e forse proprio per questo aveva avuto tanta presa.
Fra i due infatti c'era un gran bell'amore-odio che spiccava, ma alla fine nonostante i bisticci continui dei loro personaggi, finivano sempre per sostenersi ed aiutarsi a vicenda.
Nell'hobrien, invece, c'era una complicità demenziale caratterizzata dalle loro personalità fortemente idiote.
Erano più che altro compagni di giochi... giochi che sfociavano sempre nell'esagerazione e nel provarci l'uno con l'altro fino a fare la coppia felice.
A volte pensavano facessero finta, a volte che fosse tutto vero.
Non era molto chiaro né a loro, né agli altri che li guardavano, quale fosse veramente il loro rapporto.
Pos però sapeva di cosa si trattava, non aveva mai avuto dubbi.
Dietro ai giochi si nasconde sempre la più grande verità.
Così aveva tanto fatto finchè non li aveva spinti ad approfondire.
Erano arrivati a baci e a cose più spinte, però il fatto che dubitassero loro in prima persona del reale motivo per cui lo facevano, li frenava dall'andare oltre, dal fare sesso e dal definirsi una reale coppia.
Non parlavano mai seriamente di loro, di ciò che provavano e di ciò che erano.
Però stavano insieme, parlavano di tutto, scherzavano in tutti i modi, si baciavano e si provocavano dei piacevoli orgasmi.
Non erano in grado di stare lontani uno dall'altro.
Pos però ne era così convinto... non erano tipi da mettere le cose su un piano serio e profondo, però questo non toglieva che non stessero insieme solo per gioco.
Ad un certo punto il gioco aveva un limite, non si poteva andare davvero oltre per quello.
- Ma appunto non scopiamo proprio per questo! - Rispose Dylan in dubbio su cosa fossero ma soprattutto sul perchè lo facessero.
- Però avete orgasmi, godete come conigli lo stesso! - Pos ed il suo senso dell'onestà. Non sapeva né cosa significava farsi gli affari propri, né perchè certe cose andavano intese e non dette.
Dylan per poco non cadde slogandosi la caviglia, attirò l'attenzione di un paio di persone lì intorno fra cui anche Tyler che ridacchiò. Gli prese così il braccio e se lo tirò di lato.
- Non è per gli orgasmi il mio dubbio! - Sussurrò fin quasi a gridare, cosa che riusciva solo a lui, per inciso.
Pos si era perso anche se in realtà, al contrario di Scott, era molto sveglio.
In effetti visto che lui era così sveglio era riuscito a far evolvere il proprio personaggio grazie al pietismo smosso in Jeff, il regista.
Aveva visto l'enorme abissale diversità fra personaggio e attore ed aveva voluto andargli un po' incontro facendo maturare Scott.
- Meno male, altrimenti avrei nutrito io dubbi... sulla bravura di Tyler! - Tyler sentendosi nominare, anche se da lontano, si girò a cercarli per capire cosa dicevano e Dylan gli diede uno scappelotto sulla nuca per farlo smettere.
- Senti, ne parliamo dopo, ok? - Disse così tagliando corto.
Pos era molto curioso, ma cercò di trattenersi, per il resto assistette alle solite scenate di Dylan e Tyler che, se non erano insieme a parlottare, ridere o scherzare, comunque uno dei due non staccava mai gli occhi di dosso all'altro.
Come poteva avere dubbi?
Pos proprio non capiva.

Quando finalmente finì di friggersi nella curiosità, lui e Dylan erano a cena.
Passavano molto tempo insieme, se Dylan non lo passava con Tyler.
- Ma allora non avete mai fatto sesso? Io ero convinto di sì! - Disse Pos facendo chiarezza su quello che aveva sempre immaginato.
Dylan storse la bocca e sospirò.
- Invece no, strano vero? - Pos piegò la testa di lato ammettendo che un po' lo era.
- Sì... però magari dovete solo chiarire, forse lui pensa che per te sia solo un gioco perchè giochi sempre su tutto... -
- Ok, ma io penso la stessa cosa! - Precisò piccato Dylan puntando il dito sul tavolo.
- Ma ero convinto ne aveste parlato e che aveste messo in chiaro che invece vi piacevate sul serio anche al di là dei giochi! - Dylan sospirò facendo una strana smorfia di difficile interpretazione.
- Sì... però... non so... a volte mi sembra che sia tutto un gioco... -
- E ti sta bene? Anche con me giochi, ma più di qualche abbraccio non vai. Cioè quando ci sono cineprese o persone in giro, scherziamo in quel modo, però poi niente baci o carezze, specie non in privato! Voi vi fate, in privato! Giocate a fare la coppia in pubblico, però continuate anche in privato! Capisci? È diverso! - Dylan ascoltò Pos con attenzione con un'espressione da 'sono le cose che mi ripeto io da sempre, ma...'
- Sì, ma... non so come dire... il fatto che ci giochiamo tanto in pubblico e lo ostentiamo di proposito perchè sappiamo che questa cosa piace a tutti, a volte mi fa pensare che anche in privato lo facciamo solo per poter continuare meglio il gioco davanti agli altri... - Pos ora si era perso e si sentiva maledettamente Scott.
- Amico, quello che dici non ha senso, lo sai? - Disse calmo. Dylan però sapeva che l'aveva e si innervosì gesticolando.
- Allora... noi due giochiamo a fare la coppia e la cosa piace a tutti, piace così tanto che ci prendiamo gusto perchè è bello essere acclamati ed al centro dell'attenzione per una cosa simile. Ci sei fin qua? - Pos annuì serio e concentrato.
- E' il meccanismo che scatta al 90 percento delle coppie famose... spesso sono dai fake ma lo fanno perchè piacciono... e a loro piace piacere... - Dylan annuì allargando le braccia, ma Pos continuò convinto. - Ok, ma queste in privato non si cagano, vanno con altri! - Dylan diede una manata sul tavolo facendo tintinnare tutto quello che c'era sopra... e spaventare Pos che lo fissò stranito.
- Ed è qua che ti sbagli! - Pos capendo di cosa sospettava, lo fissò ad occhi sgranati, incredulo.
- Cosa? Va con qualcun altro?! E chi? - Dylan sospirò e guardò in basso.
- Colton. - Pos lo guardò ancora avvicinando il busto a lui convinto d'aver capito male.
- Che? Colton! Ma sei fuori?! E perchè lui? Colton è un altro che scherza molto in questo modo... e comunque non essendo più nella serie, si è un po' perso dal giro... - Dylan scosse il capo e storse ancora la bocca fissando la superficie del tavolo, l'aria perplessa e dubbiosa.
- Come me. Solo che loro due si sono tenuti in contatto. Si vedono, si scrivono, giocano insieme tramite i post su twetter. - Pos era rimasto al 'si vedono' sconvolgente.
- Si vedono!? -
Dylan continuava a non guardarlo, ma annuì.
- Sì, si vedono. Ogni tanto. Non so bene che fanno, non glielo chiedo e non indago, farei la parte del fidanzato geloso e non credo di esserlo. Cioè non credo che dovrei esserlo... - E di nuovo cose insensate. Pos lo guardò aggrottando la fronte.
- Perchè no? Siete una coppia... insomma, fate cose da fidanzati anche in privato... baci, orgasmi... -
Dylan mano a mano che ne parlava si amareggiava sempre più e da smorfia schifata si faceva insofferente fino a mormorare.
- Sì, ma non andiamo sul sesso vero. Per questo penso che... -
- E perchè non lo fate? Cosa succede quando siete in intimità, lui ti tocca, tu fai altrettanto... vi piace, no? - Pos ora si sentiva il dottor stranamore, ma Dylan non si sentiva a disagio a parlarne con lui.
Anzi, era liberatorio.
- Certo che ci piace. Almeno a me. Mi piace molto... ma ci limitiamo a quello. È come se non osassimo andare avanti perchè pensiamo che non è sul serio. Ce lo siamo detti, ma forse non lo pensiamo davvero... e lo sentiamo... per questo non andiamo oltre un certo livello. - Ora era più chiaro e Pos si illuminò capendolo.
- Ho capito! Per cui credi che anche se vi siete detti che vi piacevate sul serio, in realtà foste presi dall'euforia di quei giochi in pubblico... credevate di piacervi davvero, ma in realtà vi state accorgendo che resta un gioco in ogni caso... - Dylan annuì, poi scosse il capo sempre più sprofondato nella sedia e nel proprio umore nero come le tenebre.
- No. Cioè per lui credo sia così, io penso che lui pensi questo e mi blocco. - Pos ora era tornato ai suoi punti di domanda.
- Ora mi sono perso di nuovo. - Disse.
Dylan sospirò e si decise ad alzare lo sguardo sul suo, non aveva niente a che fare con il ragazzo burlone e spensierato che era sempre. Pos capì che questa cosa lo prendeva davvero.
- Io sono convinto che lui si sia reso conto che in realtà ha frainteso quello che provava e che ora si sia accorto che sia solo un gioco, per questo non va oltre un certo punto. Io, sapendo che lui pensa questo, lo assecondo e non vado oltre a mia volta. Però per me non è così... per me... è diverso... - Nel dire questo con un sussurro inudibile e carico di vergogna, abbassò di nuovo lo sguardo, giocava con la forchetta sul piatto mezzo vuoto di cibo. Pos capì e completò per lui, serio e delicato.
- Ne sei innamorato davvero... - Dylan strinse le labbra dandogliene conferma. Non riuscì a dire di sì e Pos non glielo chiese. Era chiaro, ora. - Mi dispiace, amico... - Silenzio. Un silenzio pesante. - Ne sei sicuro? Che lui pensi questo, voglio dire... magari è solo un equivoco. Lui pensa di te la stessa cosa e non va oltre per questo... magari pensate entrambi così e... - Dylan strinse le spalle sempre fissando il tavolo imbronciato.
- Mi piacerebbe lo fosse... ma quando ho visto che passava del tempo con Colton io... -
- Colton è gay... o bi... non so, comunque è per questo che Tyler lo vede... forse vuole capire com'è la propria natura... - Pos aveva l'animo dello sceneggiatore, viaggiava di fantasia in modi molto contorti. Dylan rise amaro tornando a guardarlo, ma era una risata più triste che altro.
- Non penso proprio, sai. Semplicemente si piacciono e si vedono. Penso che abbia una relazione con lui. Una vera. Ma non ha il coraggio di troncare con me perchè crede che ne risentirebbe la nostra relazione pubblica... e quindi ci sarebbero una serie di ripercussioni anche sullo show in qualche modo... non so... insomma, la nostra popolarità è dovuta anche a questo nostro giocare alla coppia, è innegabile! - Pos non osò contraddirlo, voleva fargli cambiare idea ma naturalmente prima di sapere la versione di Tyler non poteva fare molto.
Se Dylan aveva ragione, ne avrebbe solo sofferto molto.
Però la sua mente si adoperò velocemente per un piano alternativo che nei suoi piani li avrebbe dovuti aiutare.
- Allora ricambia con la stessa moneta! - Disse di punto in bianco. Dylan saltò sul posto e lo guardò corrucciato.
- Eh? -
Pos batté le mani sul tavolo e si spinse verso di lui con aria esaltata.
- Ma sì! Tu pensi che lui abbia una storia con Colton? Fagli credere che ce l'hai con me! - Dylan capì in un istante tutto il resto, lo guardò, si figurò le scene che avrebbero dovuto comporre e pensò che tutto sommato il gioco potesse valere la candela.
- In effetti se non fa nulla significa che ho ragione, se invece mi dice qualcosa o si mostra geloso, significa che ho frainteso io. - Cosa che comunque sperava davvero.
- Però poi dovete parlare chiaramente di cosa provate e cosa siete. Sul serio, eh? Perchè è assurdo andare avanti così! - Pos era categorico e Dylan dovette convenire con lui che non aveva torto.
Andava chiarito.
- Allora ti presterai? - Chiese tornando ad illuminarsi di una piccola luce di speranza.
- Hai dubbi? È la cosa più divertente che potevamo ideare! - Pos si illuminò tutto contento facendo finalmente ridere Dyaln che cominciò a progettare con lui qualche scena da fare in pubblico.
Tentare di certo non nuoceva!

*Tyler*
Quando Dylan e Pos fecero le loro belle e pensate scenette, cose che spesso Dylan aveva fatto con Tyler in pubblico, magari in mezzo a qualche intervista o cose simili, Tyler ci rimase male.
Ovviamente da bravo attore non lo diede a vedere, però non poté negarlo a sé stesso.
Ora Dylan aveva trovato qualcun altro con cui giocare così, quindi trovò la conferma alle proprie paure.
Che per lui fosse sempre e solo un gioco.
Anche la questione dell'adorare lo sterek ed essere loro i primi fan della coppia dello show.
Tutto un gioco... evidentemente ora Dylan si era stufato di giocare con lui ed adesso era passato a Pos.
Aveva temuto questo momento da molto, ora doveva arrendersi all'evidenza.
I due avevano molto in comune, stavano sempre insieme a complottare e scherzare ed anche i loro personaggi erano sempre insieme nelle scene.
La cosa non incideva sulle relazioni perchè gli attori potevano vedersi al di là del lavoro, però non poteva assolutamente negare che era un fattore che aiutava.
Era sempre stato un po' geloso di Pos, ora vederli a fare la coppietta, con uno che ci provava con l'altro fingendo di giocare, gli montò dentro una tale delusione che lo portò a preservare sé stesso e ad allontanarsi da Dylan.
In realtà cosa ci poteva fare?
Lui non era proprio estroverso come Dylan e Pos, lo era, ma non ai loro livelli. Era meno esagerato di loro, stava a giochi e scherzi, faceva buon viso a cattivo gioco, ma di fatto era l'adulto dei giovani, quello che se c'era da fare i seri, lui ci riusciva. Gli altri due elementi no.
Erano molto più in sintonia.
Sapeva fare lo scemo se voleva, sapeva divertirsi, sapeva scendere a qualunque livello, però poi sapeva quando era ora di finirla. Sapeva tornare in tempo.
Per cui se Dylan voleva stare con Pos perchè era più uguale a lui, l'avrebbe lasciato libero di starci.
Non poteva dire che non l'avesse messo alla prova, ma proprio per questo si era aspettato una reazione del genere.
Sospettando che per Dylan fosse tutto un gioco, come ogni cosa per lui sembrava esserlo, aveva cercato di darsi un freno anche nel privato.
Fosse stato per lui avrebbe fatto tutto, l'avrebbe vissuta al cento percento.
Gli piaceva davvero quel ragazzo così spontaneo e giocoso. Però aveva da subito pensato che anche se gli aveva detto di piacergli sul serio, fosse comunque per gioco. Inconsciamente.
Per cui ci era andato sempre piano e quando non aveva più potuto frenarsi, quando aveva sentito quell'enorme voglia di andare oltre... aveva cercato una soluzione, qualcosa che gli desse delle risposte.
Le risposte erano arrivate.
Aveva cominciato a passare un po' di tempo con Colton per questo. Inizialmente non l'aveva progettata, si era ritrovato per caso una foto imbarazzante dell'amico, ormai uscito dalla serie dopo la seconda stagione, e l'aveva postata su tweetter per prenderlo in giro.
Dal momento che lui aveva un gran senso dell'umorismo, ci era stato ed aveva ricambiato il favore con una sua. Da lì avevano cominciato a ridere e scherzare pizzicandosi, ma sempre tramite il social.
Arrivati al culmine dell'idiozia, Colton l'aveva chiamato per dirgli di piantarla di fargli perdere la faccia, da lì avevano cominciato a parlare... come andava, come non andava... e così, vivendo nella stessa città, avevano approfittato per vedersi una sera.
Da una sera si era passati a più tempo, qualche vacanza insieme. Niente di serio.
Colton aveva altri per la testa, come anche lui.
Però aveva approfittato per confidarsi con lui riguardo a Dylan e gli aveva detto, proprio una delle prime uscite insieme, di farlo ingelosire un po' per vedere la sua reazione.
Davanti alla gelosia tutti sono onesti, gli aveva detto.
Ovviamente a quel punto si era offerto per il gioco.
Tyler e Colton avevano passato del tempo piacevole insieme divertendosi molto, però sempre rivolti a risolvere la questione ambigua -e ambigua era dire poco- con Dylan.
Per Colton era chiaro.
Per quanto si giocasse con un rapporto, in privato tutto finiva se non era niente di vero.
Non si continuava coi baci anche in privato.
Non esisteva.

Tyler non sapeva cosa pensare, quando si trovava a parlarne si perdeva poco dopo in quei momenti.
Nei momenti privati. Quelli in cui lui e Dylan erano da soli da qualche parte e finivano per andare oltre le chiacchiere ed i giochi.
In effetti in quei momenti i giochi finivano di gran lunga e si passava ad altro, ma poteva essere sempre un gioco comunque. Uno sfogo. Un passatempo ormonale.
“Se volessi avremmo già fatto sesso. Lui lo vorrebbe, significa che per lui è sempre stato ormoni e basta. Sono io che mi fermo perchè non mi piacciono queste cose. Se faccio qualcosa è perchè voglio farlo, non è così tanto per fare. Non lo è mai.”
Ed era questa la differenza fra lui e Dylan.
Per Dylan si poteva anche fare tanto per fare.
Tyler, pensando che il vederlo passare da lui a Pos fosse una conferma del fatto che era sempre stato un gioco e che ora non lo faceva più con lui, si chiuse in sé stesso ricordando quei momenti che per lui erano stati anche importanti, belli. I più belli della sua carriera. Speciali.
Di relazioni ne aveva avute, aveva anche amato, era sempre finita. Era riuscito anche a stare con qualcuno perchè l'attirava, escludendo i sentimenti.
Però con Dylan c'era stata un'intesa incredibile.
Una sera, poco dopo il chiarimento dove poi si erano detti di fare ciò che volevano se lo volevano perchè si piacevano davvero e non per finta, erano finiti a cena insieme a casa di Tyler che ovviamente abitava solo.
Di cene simili ne facevano spesso a casa di uno o dell'altro, in compagnia di altri o anche solo in due.
Quella sera erano solo loro, ma era la prima volta che non c'era qualcun altro.
Tyler ricordava come si era sentito.
Ricordava la voglia matta di lui, di provarci davvero, di vedere come andava... e allo stesso tempo la paura che lo rifiutasse, che ridendo gli dicesse che aveva capito male, che non era la stessa cosa, che non voleva più.
Giovane, volubile, pazzo ed incontrollato.
Non sapeva davvero cosa fare, per quanto lo volesse. Incrinare i rapporti fra loro poteva mettere a rischio l'atmosfera bellissima a lavoro.
Era come bloccato e quella era la prima cena da soli.
Dopo quel giorno dove si erano chiariti, non avevano più fatto nulla.
Così decidendo che per lo meno dovevano parlarne o riprovarci, si erano invitati a vicenda a cena, avevano riso ed avevano stabilito il luogo e gli altri dettagli.
Giapponese.
Cenando insieme si erano divertiti come sempre, come quando erano insieme agli altri, all'esterno.
Però ridere troppo non andava molto a favore dell'intimità, a volte si aspettava una scintilla che non poteva arrivare per colpa del troppo divertimento.
Tyler non sapeva come muoversi e si sentiva un ragazzino alle prime armi che non era mai stato.
Così seduti nel divano dopo aver consumato la cena e aver parlato e riso in abbondanza, riuscirono a scegliere un film da vedere.
Ovviamente uno di quelli in cui il piccolo Tyler aveva recitato.
Scelsero Era mio padre, con Tom Hanks, poiché era uno dei preferiti fra i propri di Tyler.
Dylan aveva cercato di convincerlo a vedere qualcosa di più vecchio, ma Tyler si era opposto categoricamente, così avevano iniziato a guardare quello.
Quando arrivò in scena il piccolo Tyler, Dylan esclamò senza alcun minimo freno:
- Oh, ma quanto eri bellino! - Tyler, scherzando come al solito, rispose spavaldo fingendosi offeso:
- Come 'ero'! Adesso non lo sono più? - Dyaln, sorpreso dalla domanda, lo guardò seduto accanto a sé, le braccia che si toccavano senza troppo conto.
L'espressione di Dylan fu un capolavoro, era chiaro che pensava 'ma cosa dici?!'
- Che c'entra, ora sei bellissimo! - Questo spiazzò del tutto Tyler che si era aspettato una risposta più scherzosa ed ironica, si era bloccato con un sorriso di circostanza in faccia, imbarazzato per un complimento chiaramente sincero e chiaramente spontaneo. Niente giochi. Per lo meno gli parve così.
In quello scambio di sguardi, mentre il film andava avanti per conto suo, scattò qualcosa.
Finalmente l'atmosfera da goliardica cambiò e divenne seria ed arrivò la tensione erotica portata da quegli sguardi così intensi ed espressivi.
Dylan adorava il viso di Tyler e non l'aveva mai nascosto. Era innamorato soprattutto dei suoi occhi così chiari e così belli.
Gli faceva sempre un effetto devastante e non lo nascondeva, non lo fece nemmeno in quel momento. Tyler si sentì desiderato sin nel profondo, sul serio, e provò un tale calore da non sapersi più domare.
Fu così che successe.
Semplicemente socchiusero gli occhi, lentamente si avvicinarono e si baciarono.
Dimenticando tutto, spazzando tutto.
Facendo, come si erano detti, solo quello che desideravano.
Avevano voluto baciarsi e l'avevano fatto.
Per prima cosa Tyler gli aveva preso il labbro fra le sue, era carnoso quello di Dylan. L'aveva succhiato e lui glielo aveva lasciato fare. Poco dopo si era schiuso di più, aveva piegato la testa e gli era andato incontro tirando fuori la lingua che si era intrecciata alla sua.
I giochi erano cominciati, ma si erano fatti subito erotici e caldi.
Dylan aveva messo immediatamente una mano sulla sua guancia per impedirgli di ritirarsi e Tyler aveva aperto di più la bocca e piegato la testa per averne di più, poi si era spinto in avanti prendendo il controllo ed il sopravvento. Dylan si era lasciato stendere giù sul divano e lui gli era andato sopra alzandosi sul ginocchio mentre l'altro si appoggiava al di là
delle gambe di Dylan.
Dopo che anche lui le alzò sul divano, Tyler gli si era sistemato sopra a carponi senza stendersi del tutto, un ginocchio per parte così come le mani che lo reggevano. E quelle di Dylan sulla sua vita che risalivano e scendevano in carezze sempre più vogliose.
Carezze che giunsero sul suo perfetto e al lungo ammirato fondoschiena.
Così delineato, così sodo, così splendido.
Finalmente glielo poteva toccare e finalmente poteva essere suo.
Il bacio divenne più profondo, le lingue in completa simbiosi una con l'altra fino a che Dylan non se l'era adagiato addosso, premendoselo addosso.
Tyler si era steso, aveva strofinato un po' il bacino sul suo, le loro eccitazioni a contatto si erano fatte sentire in poco e tenerle strette nei jeans era diventato un problema.
Era stato il primo ad aprirsi il bottone e la cerniera, non aveva fatto altro e nemmeno preteso nulla, sapendo che non poteva andare oltre un certo limite. Per qualche ragione non aveva voluto.
Però Dylan non era stato dello stesso avviso e apertosi anche lui i jeans, aveva infilato le mani nei suoi e gli aveva toccato l'erezione che saliva di lato perchè indossava degli slip.
Delineò il suo membro che divenne presto duro fino a tirarglielo del tutto fuori e prenderlo in mano, lo massaggiò con praticità e Tyler smise di baciarlo, uscì sul collo, succhiò distratto mordicchiandolo fino a perdersi a godere.
Dylan sentendo che stava per venire, rallentò e gli prese una mano portandosela sul proprio inguine.
Tyler aveva agito d'istinto senza rifletterci, pensando che se non avesse concluso sarebbe impazzito.
Si diedero piacere a vicenda per poi arrivare quasi insieme all'orgasmo, sebbene fosse complicato godere e far godere. Non certo una passeggiata come si poteva vedere in certi film porno!
La voglia di perdersi nel piacere che inebriava totalmente il cervello era enorme, pensare di dover muovere la propria mano nella stessa maniera era complicato, però non impossibile.
Quando raggiunsero entrambi l'orgasmo macchiando i vestiti di Dylan per una questione di gravità, Tyler nascose il viso contro il suo collo, ansimante, sistemandosi di lato per non sporcarsi a sua volta.
Dylan l'aveva cinto con un braccio mentre con l'altro era rimasto a penzoloni a toccare il pavimento, come uno dei suoi piedi.
Non si ripresero subito, ma poi si scambiarono un bacio leggero e, attirati dal film che proseguiva e che ormai era a metà, continuarono a guardarlo in quella posizione.
Dylan steso sotto che si beava della morbidezza e del calore del suo corpo e delle sue dita risalite sulla nuca, fra i capelli corti e neri.
Tyler si era addormentato così e l'altro era rimasto fino al mattino, addormentato a sua volta.

Ricordare quella volta non era stata una grande idea, ora la voglia era tornata, ma era una voglia nostalgica, non una voglia erotica.
Non voleva saltargli addosso, voleva solo tornare a stare con lui, semplicemente.
Tyler non si capacitava di quando si erano fraintesi, quando aveva capito che Dylan non era convinto?
Forse non c'era stato un momento preciso... vederlo scherzare tanto in generale, conoscerlo meglio... erano state tutte cose che l'avevano spinto a frenarsi e pensarci meglio.

Era evidente che aveva solo creduto d'averlo conosciuto meglio. In realtà gli erano scappate delle cose importanti.


PARTE SECONDA:
PUNTO D'INCONTRO

Convinti entrambi che fosse finita e basta, i due una sera si ritrovarono a casa di Pos.
Pos aveva capito cosa era successo, ovvero un enorme fraintendimento, ed aveva anche capito che se non avesse fatto lui qualcosa, sarebbe finita male e sarebbe stato un peccato.
Erano eccellenti attori e sapevano domare le rispettive emozioni, ma non potevano veramente perdersi in quel modo senza nemmeno parlarne.
Lui era arci sicuro che si piacessero sul serio, non poteva entrare nel merito dei sentimenti, ma che si volessero era assolutamente vero.
Così in combutta con Colton, organizzarono una serata senza rivelare di preciso gli altri elementi.
Pos disse a Dylan che c'erano un paio dei loro amici, Colton a Tyler disse altrettanto.
Non che Dylan e Tyler non si parlassero, scherzavano davanti a tutti come sempre, ma poi dopo tutto diventava un distanziarsi il più possibile.
Così quella sera era la prima dopo molto che non stavano insieme in privato.
Quando si ritrovarono uno davanti all'altro, arrivati quasi insieme, si resero conto di cosa avevano architettato quei due mentecatti, per inciso molto amici e molto simili fra loro, tanto per cambiare.
Di gente sana in quel gruppo non ce n'era.
Dylan e Tyler si chiesero, per un istante, cosa dovessero fare.
Dylan pensò che fosse una cena a quattro organizzata da Colton e Pos per chiarire le coppie e accettarsi a vicenda, quindi una conferma di quello di cui era convinto. Ovvero che Tyler stesse insieme a Colton.
Tyler invece pensò quello che poi era la verità.
Pos voleva che si chiarissero e tornassero insieme.
Dylan però non aveva intenzione di fare nessuna falsa cena a quattro, non era accoppiato con nessuno e non voleva sorbirsi la nuova coppia.
Così scuotendo la testa, facendosi livido, lasciò le lattine di birra che aveva portato e se ne andò. O almeno ci provò.
Tyler scosse la testa e precedette Pos di un soffio fermandolo.
- Aspetta! - Lo disse l'amico, ma la mano che lo afferrò per il braccio fu di Tyler. Quando Dylan si voltò di scatto insofferente, lo guardò convinto che fosse Pos, ma poi si rese conto che era lui e la voce gli morì in gola.
- Non devi andartene tu. - Come erano arrivati a quel punto? Nessuno se ne poteva capacitare ed in effetti il minimo, ormai, era chiarire. Dylan non ci capiva più niente, sapeva solo che non voleva rimanere, che di sicuro avrebbe avuto da soffrirne.
Fissava Tyler e fissava Colton in disparte, serio.
- Di chi diavolo è stata questa fantastica idea? Volevi testare la mia relazione con Tyler? - Dylan chiamava Pos col suo nome di battesimo, mentre lui lo chiamava Hoech per distinguerlo.
Tranne che in privato. In privato Dylan l'aveva sempre chiamato comunque Tyler.
Gli altri invece usavano Hoech e Pos.
- Dylan, è ora di smetterla! - Disse Pos avvicinandosi serio come non lo si era mai visto al di là della recitazione di Scott.
- Smetterla cosa? Vorrei sapere di chi è stata questa splendida idea di metterci tutti qua insieme! Io non lo so, non era chiaro come stavano le cose? Bisogna anche infierire per forza? Chi è il sadico? - Dylan parlava concitato dopo aver staccato il braccio dalla mano di Tyler e gesticolava fuori di sé. Era convinto che fosse lui ovviamente, per cui era lui la mira del suo sguardo arrabbiato.
- Io e Colton! - Disse Pos. A questo punto sia Dylan che Tyler lo guardarono e Colton prese in mano la situazione con il suo fare flemmatico e sicuro di sé, alzando le mani in avanti teatrale.
- E' ora che la piantate di darvi messaggi a distanza usando altri. Siate chiari fra di voi, parlate di ciò che vi spaventa, dei dubbi e di quel che provate. Ma fatelo bene e una volta per tutte. -
Tyler a questo discorso che sapeva di ipocrisia, disse tagliente puntandolo col dito.
- Ma se sei stato tu a dirmi di dargli un messaggio a distanza per metterlo alla prova! - Dylan sgranò gli occhi e lo guardò come in procinto di sbranarlo.
Colton si rese conto che in effetti in qualche modo doveva aver alimentato una situazione che, forse, senza di lui non si sarebbe complicata tanto.
- Pensavo che fosse una buona idea, ma credevo che poi vi sareste parlati e chiariti... non che andaste avanti a segnali a distanza! - Si difese Colton.
- Cos'è che hai fatto? - Chiese Dylan con un tono sottile di chi stava per scoppiare. Pos, che si era parlato con Colton e sapeva, si mise in mezzo cercando di calmare gli animi troppo in subbuglio.
- Andiamo, siamo stati messi entrambi in mezzo ed entrambi ci siamo messi in mezzo noi. Voi però dovevate semplicemente chiarirvi prima di arrivare a questi sotterfugi da telefilm. Capisco che noi siamo stati i primi a darvi queste idee... però dovevate dire 'no grazie' e parlarne come due adulti! - Dylan proprio non capiva di cosa parlasse, gli mancava un pezzo dal suo punto di vista e si mise a guardare l'amico come se parlasse arabo.
- Ma di cosa parli? Cosa dovevamo dirci? Lui ad un certo punto si è messo con lui perchè si era rotto di giocare con me, tutto lì! - Tyler finalmente intervenne rivolgendosi direttamente a lui.
- E non pensi che in quel caso avrei dovuto parlartene? - Dylan, di nuovo perso, lo guardò senza capire.
- Deciditi, non si capisce cosa vuoi dire! Da che parte stai? Ti senti colpevole o ti senti a posto? No, perchè qua è tutto un casino! Da dove diavolo ha avuto inizio questa storia? - Dylan cominciava a capire solo che, in effetti, un inizio c'era stato ed era diverso da quello che aveva pensato lui.
I due finalmente si guardarono intenzionati a parlarne e mentre loro iniziarono, gli altri due se ne andarono di casa -di Pos- lasciandola a loro.
- Senti... è colpa mia! Ho cominciato io! Ero pieno di dubbi, ma non volevo parlartene per... non lo so, per non fare una figura di merda, per non rovinare un rapporto che era importante, l'atmosfera a lavoro. Non lo so! Ho fatto l'errore di sfogarmi con Colton per puro caso e lui mi ha consigliato di provare a farti ingelosire. Mi ha detto che sarebbe bastato uscire un po' con lui e renderlo noto. Era convinto che poi tu avresti fatto una piazzata e che avremmo parlato di noi chiarendo quello che non mi era chiaro! Solo che poi tu ti sei messo con Pos e mi hai fatto capire che avevo ragione a dubitare! - Dylan lo fissò esterrefatto del suo discorso assurdo.
- Di cosa diavolo dubitavi, si può sapere? - Disse gelido e tagliente. Tyler sospirò strofinandosi stralunato il viso ed i capelli con le mani. Era una situazione assurda.
- Di te! Di quello che provavi! Ero convinto giocassi, capisci? Che giocassi come facevi davanti a tutti... che lo facessi anche in privato! Che lo facessi perchè era divertente e niente di più... - Dylan strofinò le labbra capendo tutto solo in quel momento, tornavano tutti i tasselli rimasti in sospeso. Scosse il capo e distolse lo sguardo girandosi per metà dall'altra parte.
- Non ci posso credere... ed invece di chiedermi cosa pensavo davvero... hai seguito il consiglio di quel caso psichiatrico e mi hai fatto ingelosire? - Chiese ancora sul filo del rasoio, pronto ad esplodere. Sussurrava scandendo bene le parole perchè stava per tirare un tuono di quelli colossali.
Tyler contava i secondi, ma si prese le proprie responsabilità.
- Solo ora vedo quanto sia stato idiota, sul momento non sapevo come fare e quello mi sembrava un buon consiglio. La gelosia smuove sempre qualcosa... - In effetti il ragionamento era stato quello.
Dylan però a quel punto si tornò a voltare dall'altra parte muovendo un passo per allontanarsi, tese tutti i muscoli e trattenendo il fiato si girò veloce dandogli uno schiaffo simile ai tanti che gli aveva dovuto dare in scena. Solo che questi erano veri.
In ultimo aveva pensato che un pugno sul suo occhio si sarebbe notato anche col trucco.
Così si era limitato ad uno schiaffo sulla guancia.
Si insultò per quell'assurdo riguardo.
- Ecco quello che hai stimolato! - Disse poi concitato, quasi urlando. Tyler si tenne la guancia colpita e lo guardò mentre, acceso, inveiva contro di lui di nuovo gesticolando. - Non sai come mi hai fatto stare! Ero convinto che fossi tu quello che giocava con me e che non mi scopassi perchè non mi volevi davvero! Quando ho visto che ti vedevi con lui ho pensato che fosse vero, che le mie paure fossero reali! Sono stato di merda! Ho fatto finta di stare con Tyler per dimostrarti che potevi fare liberamente quello che volevi, che non me ne importava! Ma cazzo quanto stavo male! Non sei venuto a cercarmi per chiedermi un cazzo di chiarimento! Perchè non sei venuto? Non te ne importava niente! Ecco perchè! Va al diavolo, Ty! - Ed invece quando era arrabbiato con lui, a quanto pareva, lo chiamava Ty.
Come in intimità, quando immerso nel piacere aveva orgasmi con lui.
Era la prima volta che litigavano.
Tyler lo vide mentre cercava di nuovo di andarsene e si ripromise che non glielo avrebbe mai permesso. Non a quel punto, dopo aver visto cosa era successo e aver capito.
Lo riprese per il braccio e Dylan tornò a colpirlo con uno schiaffo. Beh, per lo meno tentò. Tyler fu più veloce e lo fermò in tempo prendendogli anche il polso, visto che lui si divincolava per andarsene, lo trattenne fino a tirarlo verso il divano su cui caddero insieme.
Tyler gli rovinò addosso a carponi, la stessa posizione di quella volta, stesi, lui sotto, un piede che pendeva.
Dylan spingeva coi polsi che lui gli bloccava, ma non c'era riscontro. Tyler era più forte e continuò a schiacciarlo.
- Devi ascoltarmi! - Dylan scosse il capo frenetico, ora era davvero isterico. - Ascoltami! - Alzò la voce, lui però chiuse anche gli occhi dicendo 'no' ripetuti.
Tyler capì che non ne sarebbe uscito in alcun modo, così gli alzò le braccia sempre tenendole per i polsi, appoggiò i gomiti accanto alla sua testa e riuscì a bloccargliela coi bicipiti.
Quella posizione aveva una forte tensione erotica.
Dylan finalmente smise di lottare ed opporsi, ma non di fare forza per cercare di liberarsi. Smise solo di scuotere la testa perchè bloccata dalle sue braccia in quella strana posizione di potere, gli occhi ancora ostinatamente chiusi.
Ora il viso era dritto e Tyler aveva la bocca quasi sulla sua.
Si impresse il suo viso bello e delicato, respirò il suo stesso fiato e parlò sulla sua pelle, sulle sue labbra. Piano. Un sussurro.
- Perdonami. Avevo paura. - Fu una specie di incantesimo.
Dylan si calmò, smise di dibattersi e Tyler non dovette fare forza a sua volta. Gli lasciò i polsi ma rimase appoggiato sui gomiti e con la bocca sulla sua.
Aprì gli occhi e si guardarono, sorpreso, meravigliato, speranzoso, sofferente, incredulo.
- Di cosa? -
- Che fossi tu quello che giocava con me. Giocavi con tutti. -
- Ma ti avevo detto che mi piacevi davvero... - Rispose istintivo, piano.
- Sì, ma io ero convinto... ne avevo paura... non lo so... perdonami... - Non sapeva più che dire e lo guardò con la speranza che fosse sufficiente, che l'accettasse, che andasse bene.
Dylan si sciolse e senza dire nulla alzò la testa quel tanto per arrivare alle sue labbra e se le prese.
Tyler gli andò subito incontro e gli fece appoggiare di nuovo la testa, le bocche si fusero subito insieme alle lingue che oltre ad un gioco erotico, si persero in qualcosa che divenne dolce.
Fu un bacio lento, quasi studiato, assaporato. I loro sapori, le sensazioni, una dolcezza nuova.
Il desiderio cresciuto, la voglia di qualcosa che potesse andare oltre.
Tyler abbassò un braccio per prendergli la maglia ed alzargliela senza un briciolo di fretta.
Con altrettanta calma, scese con la bocca baciandogli il collo e succhiandolo in certi punti, senza lasciargli alcun segno, solo un piacere destinato a diventare molto più grande di così.
Oltrepassò la maglia raggruppata in alto, carezzò con la punta della lingua il suo petto libero fino a raggiungere il capezzolo. Lo delineò con la lingua per poi tirarlo coi denti e, sentendolo indurirsi, finì per succhiarlo.
Mentre si occupava dei capezzoli, la mano che non usava per appoggiarsi, scese fra le gambe.
I jeans erano ancora allacciati, ma Dylan sospettò, inarcandosi verso di lui, che lo sarebbero rimasti per poco.
Premette la nuca all'indietro e aprì meglio le gambe per lasciargli lo spazio di toccarlo a piacimento.
Sentì chiaramente la sua erezione eccitarsi sempre di più e dopo che l'ebbe tormentato per un po' in contemporanea all'assaggio dell'altro capezzolo, infilò il dito indice sotto la cinta, tirò all'altezza del bottone che non volle saperne di aprirsi con tanta facilità e solo allora Dylan si attivò.
Accaldato e pieno di un desiderio controllato a stento per troppo tempo, si aprì da solo i pantaloni prendendogli la mano ed infilandogliela sotto i boxer.
Tyler sorrise sulla sua pelle, il petto si alzava ed abbassava in fretta. Continuò a disegnare con la lingua sulla sua pelle risalendo poi sul collo e sull'orecchio, riservandogli sempre lo stesso umido ed eccitante trattamento.
Dylan pensò che quella lingua la sapesse usare anche meglio di quel che ricordava, ma poi la mano nelle sue parti intime lo sconnesse del tutto e finì con le braccia intorno alla sua vita, sotto la maglia, accarezzargli la schiena con le unghie.
Tyler faceva forza per non schiacciarlo troppo, si sentiva attirare, sentiva quando lo voleva ma non gliela diede vinta.
Tornò sulla sua bocca e solo dopo avergli succhiato il mento, il labbro e la lingua, lo baciò in una fusione indimenticabile.
La sua erezione divenne dura nella sua mano, ora completamente fuori dai pantaloni. Dylan spingeva a tratti col bacino, ad altri ansimava e chiedeva qualcosa di non molto ben definito.
Visto che non sapeva mettere insieme due parole sensate, usò le mani che dalla schiena fece scendere sul suo sedere sodo e tondo. Lo agguantò con pienezza e strinse nel modo in cui aveva sempre voluto fare.
Tutte le volte che si abbassava o che glielo inquadravano, non poteva che sospirare sognante.
Infilò le mani sotto i jeans e la biancheria e lo prese direttamente sulla pelle.
Tyler smise di baciarlo e lo guardò malizioso e sorpreso della sua intraprendenza.
- Hey... dov'è finito il Dylan che si lascia fare di tutto? - Dylan di solito aveva sempre aspettato che fosse Tyler a prendere le iniziative, pensava che fosse il dio del sesso e che valesse la pena lasciargli carta bianca. Tyler invece aveva pensato che non osasse troppo perchè magari non gli andava.
In effetti, pensandoci, era tutto nato da questo.
- L'idea che tu possa stufarti e che io non possa più farlo mi fa impazzire... - Disse finalmente riuscendo ad esprimersi nel calore che sentiva e che lo faceva sospirare e tendersi di continuo.
Tyler capì quanto lo desiderava e quanto si era sbagliato, quindi lo accontentò scendendo con la testa. Nel tragitto lo baciò fino ad arrivare al suo inguine, intorno all'erezione si perse per giocare con la pelle sensibile e sentendolo gemere più forte e spingere sentitamente, sorrise soddisfatto.
Tirò i vestiti verso il basso e glieli lasciò a metà cosce, poi immerse il viso lì in mezzo dopo che l'aveva tormentato per bene con la lingua.
Lo mordicchiò leggero tutt'intorno fino a che risalì sull'asta, giocò con la cappella che scoprì con la mano e dopo averlo tenuto sulla corda ed aver sentito fra i gemiti un coinvolgente 'prendilo', l'accontentò.
Dylan riservava sempre molte sorprese.
L'avvolse con la bocca e come aveva fatto altre volte, lo portò in Paradiso succhiando e stringendo.
Il ragazzo sotto continuò a spingere col bacino nella sua bocca, tirando il cuscino sotto la sua testa, le braccia alzate ed un totale abbandono a lui, la persona che desiderava con un'intensità sconvolgente.
- Ah... T-Ty... sto... sto per ven... - Tyler si staccò non volendo che raggiungesse l'orgasmo così presto, quindi si alzò eretto sul busto e lo guardò dall'alto, rimanendo in ginocchio e a cavalcioni su di lui. Lo guardò malizioso.
La maglia tutta alzata in alto che scopriva il torace latteo, i pantaloni ed i boxer abbassati fino a metà coscia, un braccio alto e un dito in bocca che si mordicchiava.
Era la cosa più eccitante che avesse mai visto e piegandosi su di lui gli leccò il dito che teneva raggiungendo le labbra e dirgli su di esse:
- Sei fantastico... - Complimenti che venivano spontanei e che lasciavano senza parole.
Dylan sorrise sorpreso, compiaciuto di quel complimento onesto, tolse il dito e aprì meglio la bocca. Prima di dargli la lingua che Tyler aspettava, rispose:
- Anche tu lo sei... - Davvero pensavano questo uno dell'altro, due bellezze diverse. Dylan aveva sempre visto Tyler come il più bel ragazzo mai incontrato, era innamorato dei suoi occhi e lo trovava maledettamente sexy, glielo ripeteva all'infinito. Tyler non gli aveva mai fatto complimenti diretti, ma l'aveva visto crescere, maturare fisicamente e diventare da interessante a bello, i lineamenti delicati si erano delineati, i capelli più lunghi gli stavano d'incanto e quell'aria arruffata da monello erano altrettanto caldi, per Tyler.
Il bacio venne interrotto da Dylan che lo spinse per alzare il compagno, questi sorpreso si lasciò cadere sul divano, seduto. Il ragazzo si alzò in piedi, si tolse del tutto i vestiti senza mai staccargli gli occhi di dosso e gli mise le gambe a terra, gliele aprì senza troppi complimenti e si inginocchiò davanti a lui.
Dopo un breve sguardo furbo, gli aprì i pantaloni ancora allacciati e tirò. Tyler collaborò alzando il bacino ed in breve si ritrovò senza la parte sotto dei vestiti.
A quel punto, sempre a carponi davanti a lui, per terra, si occupò della sua erezione.
Dapprima piano e delicato, stuzzicando il solletico, poi con sempre più intensità e decisione, facendo crescere il ritmo ed il desiderio fino a morirne. Fino a che la mano di Tyler andò sulla sua nuca e l'aiutò nei movimenti che accompagnò chiamando e gemendo.
Mentre lo succhiava, Tyler lo guardò in quella posizione erotica e provocante e scivolò con l'altra mano sulla sua schiena accarezzandolo con le dita aperte, raggiunse i suoi glutei incurvati ed esposti, si allungò tutto su di lui per arrivarci e mentre lui si spingeva l'erezione fino in fondo alla gola, lui cominciò a stringergli le natiche a cui voleva arrivare.
Questa volta non l'avrebbe fatto scappare.
Vicino all'apice lo staccò prendendogli il viso fra le mani e rialzandosi con la schiena. Lo tirò su e lo baciò. Dylan gli tolse la maglia e finalmente poté godersi anche il suo torace perfetto e muscoloso. Non c'era una parte di lui che non gli piacesse, che non fosse sensuale.
Scese con la lingua sul collo, percorse la clavicola, gli morse la spalla e poi raggiunse il capezzolo.
Tyler lo lasciò godere del suo petto, lo sentiva quanto gli piaceva, quanto lo voleva. Si stava perdendo e lo lasciò fare liberamente.
Dylan si prese ogni centimetro, ogni muscolo fra le labbra, leccò dal basso verso l'alto come nel telefilm aveva fatto Kate.
Ogni volta che l'aveva senza maglietta e che erano in intimità, lo faceva e ci moriva.
Quando lo sentì particolarmente soddisfatto, Tyler lo prese per le spalle e lo alzò in piedi, poi se lo girò e se lo mise davanti.
Ammirò il suo dietro, le curve dolci, ma sode.
Tyler iniziò da metà schiena, sulla colonna vertebrale, e lo leccò scendendo, solo la punta della lingua, leggero.
Dylan gettò la testa all'indietro e sospirò. Era maledettamente piacevole.
Poi scese fra i suoi glutei, nella fessura, li allargò con le mani che stringevano e si perse lì in mezzo col viso, leccando fino a trovare il suo passaggio che Dylan gli concesse piegandosi in avanti.
Tyler si leccò le dita e togliendo la lingua, gliele infilò penetrandolo, sentendogli le ginocchia cedergli, si alzò ed invertì le posizioni, lo fece sistemare sul divano a carponi e lui rimase dietro a continuare.
Era la prima volta che arrivava a quel punto e Dylan sentì tutto come se usasse una piuma.
Aveva una sensibilità eccessiva, lì sotto. Non immaginava fosse così bello essere toccato, leccato e penetrato con le dita.
Le dita erano un conto. Sapeva che poi il resto sarebbe stato diverso.
Tyler sentendolo gemere capì che continuando sarebbe arrivato all'orgasmo e sapendo che avendolo dentro sul serio per la prima volta, l'orgasmo se lo sarebbe sognato, usò la mano libera per masturbarlo anche sull'erezione ancora tesa.
Dylan in quel doppio piacere si inarcò tutto e gli si diede il più possibile, soffocando la bocca che quasi gridava di piacere.
Quando lo sentì venire, gli lasciò il tempo per riprendersi, un breve tempo mentre continuava a lubrificarlo per dietro e faceva altrettanto con sé stesso, in un'alternanza davvero esperta.
Dylan tornò ansimante e si girò col capo, torcendosi col busto per guardarlo.
- Beh? Non entri? - Disse candido.
Tyler voleva farlo seduta stante, ma sapeva che gli avrebbe fatto male, per cui si alzò, si piegò su di lui e aderì le labbra all'orecchio su cui sussurrò:
- Sei sicuro? Ti farà male... - Dylan si morse il labbro e chiuse gli occhi.
Non c'era niente che volesse di più.
- Se non si comincia, non arriverà mai il momento in cui godrò e basta... - Era una logica perfetta.
La penetrazione da dietro era piacevole dopo un po' che la si faceva, non certo le prime traumatiche volte.
Però sapeva che poi diventava la cosa più incredibile che uomo potesse fare.
Tyler immaginando quella risposta sorrise, gli baciò la spalla, si condusse a lui e scivolò dentro con una mossa decisa e fluida. Si fermò un istante sentendolo stringere dal dolore, Dylan si morse il labbro mentre si sentiva lacerare, una smorfia di dolore, disconnessione.
Riprese piano a muoversi, con fatica. Ad ogni movimento il dolore peggiorava, ma lui aspettava e si muoveva piano, sembrava sapesse cosa faceva e di sicuro era così.
Aveva molto riguardo.
Non si limitava a farlo e basta.
Quando lo sentì mollare un po', riprese a muoversi e fece così a lungo fino a che non lo sentì più agevole.
Quella stretta nel massimo punto di piacere era sconvolgente, rimanere in sé per farlo nel modo giusto, giusto per Dylan, fu una tortura ma ci riuscì. Quando lo sentì meno teso, si alzò sulla schiena, si raddrizzò e cominciò a spingere lentamente, andando in un piccolo crescendo che migliorava sempre più. Mano a mano entrava più in profondità e mano a mano andava in generale meglio.
Dopo non capì più quanto male potesse avere Dylan, dopo fu impossibile ragionare e rimanere lucidi.
Divenne tutto rosso, chiuse gli occhi, abbandonò il volto nel godimento più completo e iniziò a gemere preso dal piacere che diventava incontrollato.
Dylan non poteva dire che provasse lo stesso piacere, ma non era nemmeno così traumatico e terribile come all'inizio.
Una volta abituato resisteva, si chiese come si potesse provare piacere avendo qualcosa che poteva paragonare al tronco di un albero per quanto male gli facesse, però sapeva, guardando i porno, che primo o poi diventava bello. Per cui pensando a questo, quando non provò più un dolore sordo, si girò torcendosi per guardarlo e vedendolo nel piacere più spettacolare, capì che forse più che per quello che lo prendeva, era davvero bello per quello che dava.
Si morse il labbro in un'ondata incontrollata di eccitazione. Tyler era bellissimo di suo, così abbandonato era ancora più bello, da togliere il fiato.
Se poi si metteva ad immaginarsi a posizioni invertite, mentre era lui a provare quel piacere fantastico, beh rischiava di avere un altro assurdo orgasmo.
Dylan aveva già fatto sesso normale, sapeva quanto era bello, ma sapeva anche che da dietro era mille volte meglio per la parte attiva.
“Se poi lo faccio con Ty è ancora meglio!”
Questi pensieri furono surclassati dall'orgasmo di Tyler che lo inondò da dentro, lo sentì maledettamente caldo, il secondo dopo gli crollava addosso, sfinito e senza forze.
La sua bocca aperta gli ansimava sul collo ricoprendolo di brividi.
Non capì quanto ci mise a ritrovarsi, dopo un po' semplicemente uscì, si sciolse e si stese dall'altra parte tirandoselo sopra.
Dylan si accoccolò su di lui cercando il suo labbro, era ancora accaldato e sudato, ansimava e forse il suo cuore non sarebbe mai tornato normale.
Colpito dallo stato in cui era il suo ragazzo, cercò la mano e trovatala intrecciò le dita con le sue.
- Sembra che il tuo cuore debba scoppiare... - Mormorò piano sul suo collo, dopo essersi accoccolato col viso nell'incavo.
Tyler tornò a lui, sorrise con dolcezza e gli baciò la fronte.
- E' esattamente così che ci si sente... - Dylan ovviamente era curioso, ma Tyler sapeva a cosa pensava e lo precedette. - E' bellissimo, una volta lo fai tu. - A questa soluzione, Dylan sorrise, si alzò e lo baciò sulle labbra con il suo solito entusiasmo.
Parlare liberamente di tutto quel che provavano e pensavano era decisamente più fruttuoso che starsene zitti.
- Dobbiamo dire tutto quello che pensiamo. Sempre. - Disse allora il giovane. Tyler annuì strofinando la guancia sulla sua fronte.
- Mi sta bene. - Con questo entrambi pensarono che il prossimo passo sarebbe stato abbandonarsi a dei sentimenti autentici e completi.
- Tyler... mi piaci davvero... non so cosa provo, so che mi piaci e mi fai impazzire... e non è solo un gioco, sai? - Chiarì alla fine ricordando l'inizio del discorso.
Tyler sorrise teneramente, aumentò la stretta del braccio intorno al suo corpo e della mano intrecciata alla sua, poi rispose piano.
- Anche tu mi piaci davvero. Mi piaci fino a tentare di tutto e ad aver paura di non essere ricambiato. - Con questo cominciò seriamente la loro relazione.


FINE