2. VOCI DA PAURA
Finire per sporcarsi o bagnarsi
sul set è del tutto normale, giriamo una serie di polizia dove si
inseguono i cattivi e si combattono. C’è molta azione e mi piace, io
amo l’azione, sono una persona attiva e così ho trovato un po’ la serie
che fa per me, anche perché quando ci sono scene da inseguimenti o
scontri, mi mettono sempre come apri fila col mitra finto, sono il
primo a correre, il primo a scontrarsi, solitamente.
Anche Jess è un po’ come me,
perciò se non sono io solitamente è lui che sistema i cattivi. Solo che
lui usa i movimenti che ci hanno insegnato, io chiaramente li faccio
sul serio.
Essendo io pugile è una cosa che
hanno voluto mantenere, così quando mi scontro mi metto a boxare. Non
colpire davvero la controparte è difficile, ma sono chiaramente molto
realista e perciò sono ben lieti di farmelo fare.
Jason non combatte. Jason
cammina con stile con la pistola in mano e la punta contro il cattivo.
Se il cattivo è fortunato non la usa, altrimenti spara.
Non si mette a fare a botte come
me e Jess. Non usa un mitra o armi particolari. La sua pistola. Il suo
sguardo. Più che sufficienti.
Dopo le riprese riguardiamo
sempre la scena e se c’è qualcosa da cambiare rifacciamo, perciò mi
piace vedere come viene e sono sempre molto colpito dal suo sguardo, è
un attore eccezionale.
- Sai cosa dovremmo fare? - Dice
Jess dopo aver rivisto una delle mie scazzottate nella scena appena
girata.
- Cosa? - Chiedo curioso mentre
gli altri intorno preparano per il prossimo atto.
- Un incontro di boxe vero e
proprio! Insomma, il tuo personaggio boxa, tu boxi, è spettacolare
vedere quando lo fai contro un cattivo, ma sarebbe figo metterti a
boxare seriamente in un incontro. - È tutto entusiasta e qualcun altro
intorno a noi lo ascolta.
- Se vuoi vederlo boxare vai a
casa sua, lo fa vita natural durante! - Esclama Jason in parte con una
sigaretta in mano.
Jess lo guarda sorpreso
realizzando che non solo ha interagito con noi, ma anche ha rivelato
che lui sta a casa mia, mi vede, sa cosa faccio. Io sorrido trionfante,
fiero di questo.
- Beh, a casa mi alleno, se vuoi
vedere un incontro vero… -
- Sì ma io intendevo inserire un
incontro di boxe nello show… tu… tu boxi ancora? - Chiede Jess con gli
occhi che brillano, è molto espressivo. Jess è un libro aperto, molto
simile a me in certi aspetti. Super allegro, super chiacchierone, super
espansivo.
Io sorrido ancora e allargo i
pugni per poi batterli fra di loro davanti al mio petto in un tipico
gesto da pugile!
- Se il mondo rivuole il suo
campione, il mondo riavrà il suo campione! Sono pronto a tornare sul
ring! - Lo dico convinto e uno dei tecnici che lavorano alla
realizzazione degli episodi, mi ammonisce tirandomi un oggetto di scena
di gomma che in tv sembra vero.
- Provaci a farti male e ti
appendiamo per le palle! - Questo lo dice al megafono verso la mia
faccia, penso che siano chissà come convinti che io sia un testone
scavezzacollo incontenibile e pericoloso per me stesso.
Chissà perché!
Jess e gli altri con noi ridono,
mi giro istintivamente verso Jason ed anche lui ha un piccolo ghigno.
Mi sento felice. Mi piace quando si divertono per causa mia, ma se a
sorridere è lui è ancora meglio.
- Comunque nessuno potrebbe
battermi, nemmeno colpirmi! Non mi farei mai male! - Faccio il
gradasso, è anche vero che all’attivo ho 21 vittorie ed una sconfitta,
non è mica male!
- Seriamente, perché hai smesso?
- Chiede Jess sedendosi in attesa di cominciare con la prossima
ripresa.
Jason finisce la sua sigaretta e
rimane lì, non partecipa ai discorsi, ma ascolta.
- Mi piaceva di più recitare,
dovevo scegliere se fare seriamente l’attore o il pugile. Visto che
avevo serie possibilità come attore, alla fine ho scelto questo, però
non ho mai smesso di allenarmi ed ogni tanto faccio incontri di
esibizione e cose così, magari per raccolte fondi… - Ho aperto una
fondazione per la ricerca contro la distrofia simpatica riflessa,
perciò faccio ogni tanto di questi incontri.
- Fanne uno presto, non vedo
l’ora di vederti seriamente all’opera, sembri bravo! - Continua Jess
colpito ed entusiasta di quello che ho appena mostrato in scena.
- Togli pure il ‘sembro’, Lo
sono! - La mia autostima va a gonfie vele e mi piace auto celebrarmi,
sono uno di quegli idioti che fanno gli idioti!
Jess ride e il tecnico di prima
mi tira un altro oggetto che schivo con i miei buoni riflessi.
Si ride ancora e la gioia
trabocca in me. È uno dei momenti più felici della mia vita, il lavoro
non è mai andato così bene considerando che ho una parte importante e
non marginale e si prospetta qualcosa di successo. Spero che lo abbia,
mi piace fare il poliziotto ex pugile collega di un Hank Voight con cui
non va d’accordo.
Anche perché nella realtà ci
vado d’accordo e questo rende il mio momento in questo momento ancor
più interessante in qualche modo.
Non lo so, forse non ha senso.
- Comunque sarete tutti
invitati, ma non fate girare la voce! - Dico sotto voce a loro due che
ho qua vicino a me. Ridacchiano e mentre Jason scuote la testa come per
dire che sono sempre il solito irresponsabile, Jess mi dà il pugno come
i nostri personaggi in scena fanno per congratularsi di qualcosa.
Poco dopo uno dei fotografi ci
chiama e ne scatta una, noi guardiamo e sorridiamo.
È uno di quei momenti che sa
ancora di inizio, ma un inizio sicuramente glorioso. O, per lo meno, lo
spero.
Mi muovo in circolo su questo
affare che non so nemmeno come si chiama e imito la voce bassa e roca
di Jason blaterando idiozie a caso, la cosa fa ridere tutti e non so
onestamente perché lo faccio. Ma quando vedo Jason ridere lo capisco.
Mi piace quando lo fa. Non lo fa
spesso, ma io riesco a farlo ridere e la cosa mi piace. Mi piace se
ride e mi piace se ride per causa mia.
Lo capisco dopo un paio di volte
che capita. Sono un po’ ottuso, questo è vero, però prima o poi lo
capisco.
- Puoi essere meno scemo? -
Chiede sempre con la sua voce rauca che sbuffa fumo.
Io continuo a girare sull’affare
a due ruote e rispondo con lo stesso vocione che lo imita:
- No! -
- Pensi di avere una voce tanto
diversa dalla mia? - A questo rispondo col mio tono normale.
- Certo che è diversa! Mica sono
così roco! - Jason così annuisce con aria di sfida, si tiene
nell’angolo della bocca la sigaretta col fumo che sale in alto, tira
fuori il suo telefono e dopo mezz’ora che traffica me lo dà seccato
brontolando:
- Registrati! - Rido perché dal
telefono non ha tirato fuori proprio niente, così in meno tempo di lui
trovo la videocamera, la metto interna e inizio a registrarmi parlando
a macchinetta come un idiota, ma senza alterare la mia voce:
- Ciao Jason, quando
riascolteremo questo messaggio ti dimostrerò che la mia voce non è
bassa e roca come la tua, io sono una persona normale, amabile,
sorridente e socievole. E soprattutto non fumo. Perciò se non fumo non
posso avere una vociona come la tua. Lo so che ti è venuta perché ti
sei tolto il tubo dalla gola dopo l’incidente, però il fatto che fumi
ha peggiorato la cosa. Comunque è una voce molto erotica, però insomma…
io ho altre qualità, tipo questi bicipiti da paura! - E così dicendo
gli mostro nella fotocamera il mio famoso bicipite con il tatuaggio
sopra, gli faccio anche l’occhiolino e poi chiudo. Lui scuote la testa
ridacchiando, poi prende il telefono e lo guarda scuotendolo. Sospiro e
lo faccio partire per vedere il video. È così incapace con certe cose.
Il video parte con la mia faccia
da scemo che parla dicendo cose sceme. E spalanco gli occhi sentendomi.
Perché effettivamente non ci si ascolta, noi abbiamo una percezione
diversa delle nostre voci, solo se ci registriamo possiamo sentirci, ma
spesso siamo così abituati, noi attori per lo meno, che non facciamo
caso a che voce effettivamente abbiamo. Ci guardiamo nell’insieme, ma
non ascoltiamo sul serio il nostro timbro vocale normale.
- Oh cazzo, ma ho davvero la
voce bassa e roca. Ok, ma non come la tua! Tu ce l’hai molto di più! -
Comincio a gracchiare, chissà che male c’è se ce l’ho uguale alla sua.
La sua è erotica davvero. Molto. Il video conclude col bicipite e lui
scuote la testa.
- Tienilo di ricordo, quando
saremo vecchi decrepiti e non reciteremo più te lo riguarderai e ti
farai quattro risate sognando questi bicipiti da urlo! -
Lui sogghigna e scuote sempre la
testa, con aria vagamente paziente. Non so se mi prende come un
fratello minore… o minorato… o che diavolo possa pensare di me, ma in
pratica si lascia fare qualunque cosa, da me. Mentre tiene un po’ le
distanze dagli altri. Non sta molto con loro. Non sta lì a scherzare o
parlare tanto. Tende ad isolarsi un po’ e quando lo fa io lo stuzzico e
lo cerco perché non mi piace che se ne stia da solo. Riuscire a farlo
ridere è davvero soddisfacente.
Spero di lavorare con lui ancora
per moltissimo tempo, è un attore eccellente e mi fa crescere molto
professionalmente. E poi è carismatico, ha stile… cioè, non so se si
nota, ma la sua camminata è quella con più stile di tutte. Non gli
serve correre. E questo è lui!
Lavorare con lui è la cosa più
bella che potesse capitarmi. Ne sono maledettamente entusiasta!