5. UN MURO CHE TORNA
Per quando si sveglia trova tutto pulito ed in ordine.
A Lisa viene un colpo vedendolo
e mi guarda come se fossi pazzo, mi tocca la fronte mentre dormo e la
sento, così mi sveglio ridendo e prima di aprire gli occhi l’afferro e
la faccio finire nel letto dove facciamo del buon sano sesso mattutino.
Era da una vita che non lo facevamo. Ed era da una vita che non pulivo casa dopo i festini.
- Avrei chiamato Lana. - Dice
riferendosi alla nostra governante, è una signora di colore che viene a
pulire due volte a settimana e all’occorrenza. Le mani scivolano sul
suo sedere tondo e morbido e stringo, ansimante, mentre la bacio. I
corpi sudati palpitano.
- Dovevo smaltire la sbronza, se
mi stendo ubriaco sto male. Perciò o vomito o smaltisco. - Solo che di
solito mi infilo le dita in gola.
- Invecchiando si migliora? - Lo dice maliziosa e ridendo la ribalto e comincio col solletico.
La giornata inizia così e continua più o meno alla stessa maniera.
Sono molto affettuoso con lei e la riempio di attenzioni ed è un po’ un classico in realtà.
Il ricordo della sera è un po’ confuso, resta il nostro bacio e quello che mi son fatto da solo dopo che se ne è andato.
Credo che sia un casino. Un gran maledetto casino.
Rivederlo mi riempie di ansia, come si comporterà? Ho rovinato tutto? Perché non penso mai prima di agire?
Beh, non lo faccio mai, da ubriaco è peggio.
Ecco, posso dire che ero andato e non sapevo cosa facevo, se sono fortunato torniamo amici come prima.
Arrivo sul set, oggi si comincerà col settimo episodio.
Come prima cosa ci si riunisce tutti nella sala riunioni che viene usata anche come sala stampa all’occorrenza.
Siamo seduti tutti intorno al
consueto tavolo, arrivo e lo cerco, ma ancora non c’è. Jess e Sophia
sono seduti vicini e si danno occhiate eloquenti. Quelli han scopato.
Li invidio.
Mi siedo stanco ancora prima di
iniziare, mi tengo gli occhiali scuri e sto un po’ sulle mie,
stranamente. Non è una situazione facile. Un conto è fare la faccia
tosta a casa con mia moglie, per dimostrare a me stesso che la amo come
prima e che non cambia nulla con lei. Un altro è affrontare il resto
del mondo e nella fattispecie Jason, la causa del mio caos.
Ci vengono consegnati i copioni dell’episodio e adesso li leggeremo. Qualcuno chiede di Jason, nessuno ne sa nulla.
- Pensavo si fosse fermato a
dormire da te… - Dice Jess. Io mi stringo nelle spalle e scuoto la
testa, poi prendo il copione ed esco per prendere un po’ d’aria. In
realtà possiamo leggere i copioni dove vogliamo, solo che di solito lo
si fa seduti al tavolo.
Appena esco, evadendo agli sguardi curiosi di tutti, la puzza di fumo mi investe e riconosco la sua marca.
Il cuore sale in gola,
stupidamente. Mi mordo il labbro e mi volto verso di lui. È lì
appoggiato al muretto, vicino alla porta. Qua intorno non c’è nessuno,
per ora.
Mi irrigidisco e forse nemmeno respiro, ma abbiamo entrambi gli occhiali scuri addosso e probabilmente delle brutte cere.
- Dormito poco? - Chiedo facendo
finta di nulla. Lui mi guarda ed anche se i nostri occhi non possono
vedersi, intuisco il suo sguardo penetrante contro di me, mi denuda.
Si stringe nelle spalle.
- Quando bevo dormo sempre male.
- Risponde liquidando la cosa. È molto distante ed ha di nuovo
innalzato il muro, un muro altissimo, insormontabile.
- Beh, ti cercano. Ci hanno dato i copioni del settimo episodio… - Rispondo imitandolo, scendendo al suo livello.
Annuisce e butta la sigaretta.
Si stacca dal muro e si avvicina per entrare, io faccio mezzo passo
indietro, il cuore va a mille e c’è imbarazzo, un imbarazzo
evidentissimo.
Questa si chiama tensione
erotica. La porta si apre improvvisa mentre mi faccio da parte e così
finisce che invece di spostarmi per farlo entrare, gli vado addosso
inavvertitamente. Ci scontriamo, mi prende un fianco, sto per svenire
credo. Che sensazione stupida.
- Ops scusate, non sapevamo
foste qui! Oh ecco, cercavamo te. - La mano scivola via dal mio fianco
subito, come se scottassi. Non mi guarda nemmeno in viso. Entra subito
con uno degli assistenti e in un attimo rimango solo, fuori,
ebete.
Dio Cristo, cosa faccio ora? Non riusciamo a parlarci nemmeno!
Torno dentro, ma mi siedo
lontano da lui, c’è la lettura dell’episodio ed è un bel copione. In
questo episodio Antonio riceverà l’offerta di incastrare Voight e
prendere poi il suo posto a capo dell’Intelligence. Mentre lui poi deve
affrontare suo figlio Justin che compare a far danni dopo che è uscito
di prigione, la prigione nella quale ce l0 avevamo sbattuto io e Casey,
di Chicago Fire.
Justin cerca di fare tutto da
solo, ma poi Erin lo convince a rivolgersi a me, perché con suo padre
ci sarebbe un conflitto di interessi. E c’è uno scontro brutale fra
Antonio e Voight. Questo sarà interessante, specie perché i nostri
personaggi ancora non si fidano uno dell’altro.
Alla fine Antonio lascerà Voight
agire come vuole, segno di buona volontà. Fino a che comunque Antonio
rifiuta l’offerta e si schiera dalla parte di Voight.
Credo che sia il momento di
svolta, non proprio definitivo, ma l’inizio della svolta fra il loro
rapporto. Non so come saranno gli altri episodi, però credo che puntino
sul sistemare il nostro rapporto che all’inizio è chiaramente
disastroso.
- Sebbene qua litighiate, voglio
che si percepisca che da qui cambia qualcosa, inizia a cambiare… -
Spiega il regista insieme ad uno degli sceneggiatori. Io e Jason,
chiamati a raccolta, annuiamo. - Voi cosa ne pensate? - Chiede poi.
Siamo un po’ i capostipite di questa serie perché deriva da Chicago
Fire ed io e lui siamo i personaggi che eravamo presenti anche là, poi
si è aggiunto anche Jess ad un certo punto. Il mio non cambia, mentre
il suo dovrà fare un enorme miglioramento, visto che prima è stato
incastrato per corruzione.
- Sì, penso che dal fatto che
alla fine Antonio non venda Voight sia determinante. Scatta qualcosa in
lui nel vederlo alle prese con un figlio perduto. - Loro annuiscono
mentre ne parlo.
- Antonio ha dei figli, si
immedesima. Capisce che Voight per lavorare ha trascurato il suo il
quale, senza madre, è andato alla deriva. Ed ha cercato di proteggerlo
come credeva fosse meglio, ma poi chiaramente il risultato è evidente.
Ed Antonio capisce che potrebbe succedere anche a lui… -
- Cominciamo a capirci… - Ripeto io.
- Tu Jason? Domande? - Chiedono
poi a lui che è rimasto come suo solito in silenzio. È una persona
strana, sembrava cominciasse ad aprirsi e a tirare fuori il suo lato
spiritoso… beh, del resto ieri sera non è stata una sera normale.
Lui annuisce serio e pensieroso.
- Tutto chiaro. Però penso che
questo sia l’avvicinamento di Antonio. Lui realizza quanti fucili ha
costantemente puntati addosso Voight, i problemi familiari che non lo
aiutano… però Voight ancora non si fida di Antonio. Non è qua il
momento di svolta, non per lui. - Lo dice categorico, come se non ci
fosse altro da aggiungere. Loro lo ascoltano ed annuiscono capendo il
suo punto di vista, si guardano fra di loro e concordano.
- Sì, ci saranno altri momenti
per Voight, per capire che Antonio non è il nemico che per lui è stato
prima. Del resto è un personaggio più ostico, chiuso, diffidente… -
Alzo il sopracciglio e lo guardo ironico.
- Quando si dice un personaggio
un destino, eh? - Questa frecciata è per il fatto che ha tirato di
nuovo su il muro. Non mi ha dato modo di fare nulla. Pensavo di poter
fingere che non fosse mai successo nulla, ma a quanto pare lui non ne
ha l’intenzione.
Per lui ieri sera è successo. E non credo voglia che si ripeta, perciò mi mette le distanze.
No, eh? Io così non ci lavoro.
Mi evita con non molta cura, salta subito all’occhio che c’è qualcosa di strano, fra noi, come una tensione.
- Ci stiamo calando nella parte. - Dico liquidando tutti in fretta. Non osano andare da lui.
La prima scena che si registra è
quella negli uffici dell’Intelligence, perciò sono le scene in cui
Justin ha parlato con me. Voight arriva, lo vede, Erin gli dice che lo
aspetto nel suo studio. Poi lui viene e mi grida in faccia.
Il momento è un po’ particolare,
perché sono io che vorrei andargli davanti e gridargli contro, però non
saprei nemmeno cosa dire.
Dopotutto sta solo cercando la forza di non tradire sua moglie sul serio, che male c’è?