*Ed
ecco qua la conclusione! Era una umile fic che inizialmente doveva
essere una semplice one shot, però poi si è allungata perchè io non so
essere breve. Così abbiamo 9 capitoli per leggere una scena di sesso...
visto che ho fatto aspettare tanto, ho cercato di dare del mio meglio,
a volte sono sbrigativa, ma questa volta sono stata più dettagliata,
comunque spero che vi godiate l'ultimo capitolo e che vi piaccia. La
cosa sull'essere curioso e sperimentativo l'ha rivelata Jason in
un'intervista. Beh ringrazio chiunque l'abbia letta, in particolare chi
mi ha fatto sapere che gli è piaciuta. Se volete sapere se scrivo
ancora su di loro o su cosa scrivo, seguitemi nella mia pagina fb:
https://www.facebook.com/akanethefirst . Buona lettura finale. Baci
Akane*
9. L’ORA DI ANDARE OLTRE
Vorrei ancora chiedergli mille
cose, sono curioso di tutto, vorrei sapere ancora molto. Tipo perché
ora di punto in bianco è attratto da me, se ha avuto altre volte
esperienze omosessuali, se è stato almeno attratto da altri uomini.
Deve essere così, lui ha 54 anni mi sembra. A 54 anni uno non si
improvvisa gay di punto in bianco. Deve aver avuto altri sintomi. E non
so perché voglio sapere per forza queste cose, però la sua bocca
finisce di torturarmi ed invece di starmi solo vicino, arriva a me.
Con sollievo l’accolgo, i
brividi mi attraversano immediati mentre ci fondiamo, unendoci con più
foga, spingendoci meglio uno verso l’altro, le mie mani scivolano via
dalle sue e gli prendo la camicia tirandolo a me con decisione e la
voglia che si innesca ancora più di prima. Le lingue giocano insieme,
lui conduce calmo e padrone di me ed io fatico a non prendere il
sopravvento e a fare a modo mio. Non sono mai stato molto paziente,
sono iperattivo, super curioso e sinceramente idiota.
Ma ora sono creta nelle sue mani
e se non mi fa subito di tutto, impazzisco. Le sue mani, finalmente, si
spostano sul mio corpo e lentamente, sapientemente, mi prendono per la
vita attirandomi a sé. I corpi si strofinano, si appoggiano uno
all’altro. È praticamente la mia fine. A questo punto non capisco
proprio più un cazzo ed infatti lo spingo con decisione contro il vetro
qua accanto, Jason per la sorpresa smette di baciarmi e mormora di fare
piano:
- Oh non si romperà… - Borbotto scivolando sul suo collo.
- Sicuro? - Ma non ha più la
minima importanza. Scivolo giù in ginocchio come oggi ha fatto con me,
gli apro la cinta dei pantaloni eleganti che indossa, allarga le mani
sul vetro dietro di sé, gli tiro fuori l’erezione e non esito molto.
È colpa sua, ha acceso la miccia, poteva evitare. Quando accendi la mia miccia è pericoloso. Non sai mai cosa combino.
Non è il mio primo pompino, ma
ripenso a quello che mi ha fatto lui oggi e realizzo che nemmeno quello
doveva essere il suo primo. Non c’è verso che uno che è sempre stato
etero di punto in bianco provi un uomo e gli succhi l’uccello in quel
modo senza esitare, senza farsi pregare o attendere. Non l’ho
stuzzicato nemmeno un po’.
Lecco la sua punta, lui geme con la sua voce grossa e roca.
- Quanti amanti uomini hai avuto? - Chiedo capendo che non sono il primo.
- Mm? - Chiede febbrile senza capire.
Scendo a leccare la sua
lunghezza, comincia a pulsare caldo nella mia mano, lo sento sotto la
lingua che sale e scende e percorre i lati, dalla base alla punta.
- Quanti uomini hai già scopato?
- E visto che geme e non risponde, smetto di leccare e lo guardo da qua
sotto. - Jason! - Si decide ad abbassare lo sguardo, è seccato. - Non
c’è verso che quello di oggi fosse il tuo primo pompino! Non è la prima
cosa che fai quando vuoi provare un uomo per la prima volta! - Lo dico
deciso, non so perché non vuole rispondere a questo, quindi faccio per
alzarmi, ma lui mi schiaccia giù con una manona sulla nuca.
- Può essere che abbia fatto
alcune esperienze con più persone… - Mi aggrotto cercando di capire
cosa significhi e lui spazientito perché non lo sto succhiando, lo dice
meglio, seccato: - Ho fatto delle orge Jon! Ho fatto delle fottute orge
del cazzo! E quel che leccavo, leccavo! Poi ho capito che non era male
ed ora mi piace la persona, non l’uomo o la donna! Non importa che
diavolo ci sta sotto! -
Spalanco gli occhi e la bocca shoccato della notizia.
- Quindi… quindi tu… quindi tu…
- Sbuffa, mi prende i capelli sulla testa, dove riesce perché sono
corti, e poco gentilmente mi tappa la bocca infilandoci il suo pene.
Prima che me ne accorga ce l’ho in bocca e lui cavernoso e brusco ordina:
- Adesso succhia! -
Beh ok, se insisti… ci tornerò dopo sul concetto di orgia!
La sua erezione non è ancora
dura, la prendo subito tutta e comincio a succhiare quasi diligente,
rendendomi conto che mi è piaciuto il comando, il modo in cui lo ha
dato. Smette di tirarmi i capelli e accompagna la nuca, spinge col
bacino mentre stringo le labbra e succhio con maggior intensità. I suoi
gemiti tornano a riempire l’aria ed è curioso immaginare cosa si vede
da fuori, ma essendo all’ultimo piano nessuno vedrà mai nulla.
Appoggiato al vetro di una
spettacolare Chicago notturna, l’eccitazione divampa in entrambi e la
sua presto pulsa più dura che mai.
Quante esperienze particolari avrà fatto?
Dimentico sempre che faceva parte di Scientology!
Aumenta la velocità delle spinte
ed è come se mi stesse scopando la bocca, ma voglio più romanticismo e
così mi stacco e mi alzo indietreggiando. Jason mi guarda seccato ed io
malizioso inizio a slacciarmi la camicia nera con una mano sola,
l’altra abbandonata lungo il corpo.
Siamo attori, sappiamo interpretare la parte che vogliamo.
Adesso voglio che mi mostri
quanto sa farmi impazzire. E non serve che glielo chieda a parole. I
gesti sono sufficienti. Gli sguardi.
Jason si ferma, è rimasto come
l’ho lasciato, l’erezione dura, eretta, i vestiti ancora indosso,
appoggiato contro la finestra. Gli occhi si riempiono della visione che
gli offro. Mettiamolo alla prova.
Quanto del suo bel discorsetto sul ‘mi piace la persona non il genere’ è vero?
Può davvero desiderarmi?
Mi sfilo la camicia con
leggerezza e si lecca le labbra vedendo che non indosso niente sotto.
Non sono un fan delle canottiere sotto le camice. Mi giro di spalle, mi
apro i pantaloni e infilo le mani sotto, sui fianchi. Vengono via
facilmente. Giro la testa, lo guardo oltre la mia spalla dove il
tatuaggio del viso di mia figlia fa sfoggio. Faccio un sorrisino, si
sta distruggendo la bocca a guardarmi da questa distanza.
Mmm… forse ha ragione. Desidera la persona, non il genere. In questo caso desidera me.
Se è solo per scopare non ti ecciti guardando uno spogliarello.
Se è solo sesso non lo fai
nemmeno spogliare, lo prendi e glielo infili subito. Ma a lui sta
piacendo molto quello che vede. Molto.
La sua mano riprende da dove la
mia bocca si era interrotta, si masturba appoggiato a quel maledetto
vetro e non è una visione malvagia.
Vediamo quanto sta prima di attaccare?
Infilo le dita sotto i boxer
aderenti, come ho fatto prima coi pantaloni, ma a questi non basta così
poco, perciò mi abbasso piegandomi in avanti, gli do una bella visione
del mio corpo, in particolare del mio sedere sodo ed allenato.
Mi raddrizzo e rimango di spalle, rivolto verso la camera, in attesa che faccia qualcosa. Lo guardo dalla mia spalla.
- Allora? - Chiedo malizioso, in
attesa. Completamente nudo davanti a lui, i vestiti a terra, insieme a
tutte queste scatole e mobili da montare.
Finalmente Jason si stacca ed
inizia ad aprirsi i primi bottoni della sua camicia. I primi. Poi
seccato finisce di sfilarsela dai pantaloni, la prende dal collo e se
la toglie da sopra la testa, come una maglia. La cosa mi fa ridere,
mostra tutta la sua impazienza. Giro su me stesso e lo guardo per
avanti, indietreggio verso la camera di schiena, rischiando di cadere
su qualsiasi cosa, ma il modo in cui si spoglia è divertente. Lui ha la
canottiera, invece, ma non se la tiene per molto.
I pantaloni fanno presto la stessa fine e continuo ridendo a camminare all’indietro.
- Ti sei spogliato in tempo di record! - Lo prendo in giro. Lui in un lampo mi è davanti, mi prende la mano e mi ferma.
- E tu stavi per cadere a tempo
di record! - Mi giro e vedo uno scatolone che stava per farmi volare.
Ridiamo insieme, poi mi prende di nuovo la nuca in quel modo possessivo
e padrone, mi attira a sé, mi spalma contro il suo corpo e mi bacia. I
nostri corpi nudi vengono subito passati da elettricità pura.
È meraviglioso.
Lo voglio. Assolutamente.
Le lingue si fondono insieme
mentre lentamente, tenendomi per le braccia con decisione, mi conduce
alla sua camera attraverso il percorso ad ostacoli. Rido mentre ci
baciamo perché capisco che mi sta spostando a seconda degli scatoloni.
In camera salgo per primo sul
letto e lo aspetto, mi raggiunge subito, le labbra si ritrovano, ce le
succhiamo e poi le lingue tornano ad unirsi a pieno ritmo, mentre mi
spinge stendendosi su di me. Mi ricopre col suo corpo possente, mi
schiaccia e inizia a strofinarsi, per sentirmi meglio, come gli piace.
Non si stacca da me, da un
centimetro del mio corpo, dal mio bacino, le mie gambe aperte lo
accolgono, lo circondo e lo accompagno, le nostre bocche non si
separano e sembra che si stia preparando a prendermi, che stia
come tastando il terreno. Il terreno sono io.
Ben presto non mi basta, ben presto ne voglio di più, le nostre erezioni giocano fra di loro e sono già all’estremo.
- Jason… - Mormoro sulle sue
labbra. Apre gli occhi, ci guardiamo febbrili e capiamo cosa
vogliamo. Esce dalla mi bocca, succhia ogni centimetro che
incontra scendendo nel mio corpo. Non è leggero e sensuale, è passione
pura, sembra voglia inglobarmi. Non mi assaggia, mi mangia, mi divora.
Sembra non ne abbia abbastanza.
Ed io che pensavo che si stesse improvvisando gay o qualcosa di simile.
Inarco un sopracciglio mentre lo
vedo prendere possesso del mio corpo con la bocca. Perché è questo che
fa, prende possesso di me.
Arriva all’inguine, non ci gira intorno, va dritto al sodo.
Apre la bocca, la lingua
percorre la lunghezza della mia erezione, raggiunge la punta, lo
afferra bene con la mano, grezzo e brutale. E allo stesso modo lo
prende tutto in bocca ed inizia a succhiare.
Ok, addio.
Abbandono la testa all’indietro,
allargo le braccia e spingo il busto e le spalle contro il letto per
poter alzare il bacino nella sua bocca. Voglio che continui, voglio che
non smetta. E soprattutto voglio continuare a sentirlo così bene, così
bene.
Lo chiamo fra i gemiti, sono al limite, non posso aspettare ancora.
- Sto per venire… - L’avverto.
Lo sento sorridere contro di me,
si separa, si solleva, rimane in ginocchio davanti a me, la mano sul
mio viso, il dito nella mia bocca, lo succhio febbrile, sorride con
quella sua aria di comando che mi fa impazzire.
- Girati. - Mormora poi roco. Lo faccio col cuore in gola, eccitato solo per questo ordine.
Mi metto a carponi, premo la
parte superiore del corpo contro il letto, stringo il lenzuolo, la
testa girata verso di lui a guardarlo mentre mi prende i fianchi e col
dito che gli ho succhiato, carezza la mia fessura fino a che si infila
dentro. Sento il suo dito che mi penetra, chiudo gli occhi e riprendo a
gemere.
Lo muove fino a che va senza
problemi ed è così maledettamente bello che mi masturbo da solo, perché
i brividi non vogliono darmi tregua, sono per l’ennesima volta
sull’orlo dell’orgasmo e quando sto per venire, lui toglie il suo dito
e mi carezza col suo membro duro.
Una spinta possente ed è subito dentro, si ferma, aspetta che mi rilassi.
Mi tendo tutto, è da un po’ che
non facevo il passivo. Il suo gemito è un misto fra il piacere ed il
dolore, perché quando sei maledettamente eccitato e ti stringono così
non sai se fa più male o più bene.
Ma poi mi rilasso e fa meno male sia a me che a lui.
Eh sì, ben presto il male non è più il protagonista.
La mia mano torna a muoversi fra
le mie gambe, sotto di me. Lui mi tiene i fianchi e spinge dandomi
colpi sempre più forti e profondi. I nostri movimenti si sincronizzano,
le voci riempiono l’aria, i gemiti sono sempre più rumorosi.
Piacere e dolore si mescolano, torno in sella in fretta, i brividi mi ricoprono e non riesco a capire più nulla.
Partono dal basso ventre e come
un’ondata improvvisa si espandono lungo tutto il mio corpo, la spina
dorsale mi trasmette scariche elettriche in ogni centimetro di me, fino
alla nuca dove sento di non essere più qua per un momento.
Non so più niente, questo è il mio apice.
Poco dopo aumenta le spinte ed i
gemiti, si ferma e si tende, non respira, non grida. Capisco che è
venuto, lo sento dentro di me, sorrido e lo guardo oltre la mia spalla.
È nella pace dei sensi.
È stato maledettamente facile tradire le nostre mogli, dopotutto.
Quando i vecchi vizi sono duri a morire, nonostante il tempo passato a soffocarli.
Mi crolla poco dopo accanto,
supino, ansimante, le braccia larghe. Io lo guardo rimanendo a carponi.
Ridacchio e mi avvicino fino a baciarlo. I respiri alterati, i corpi
sudati, ancora scossi dal piacere provato.
La mano si sposta sulla mia nuca, possessivo.
Non diciamo nulla per un po’, mi
attira a sé e mi costringe a stendermi accanto a lui, mi appoggio sul
suo petto, la fronte contro il suo collo, la sua mano mi carezza la
schiena. Ed ecco anche quel po’ di romanticismo.
Eh, su questo dobbiamo lavorarci su, però mi sa che avremo tempo!
- Sai… - Dico dopo un po’ che stiamo così in silenzio.
- Mm? - Risponde rauco.
Sollevo la testa, mi appoggio sul gomito a pancia in giù e lo guardo.
- Volevo riempirti di mille
domande ancora, voglio sapere tutto di te, ho sete di sapere, di essere
nel tuo mondo, di scoprirti. - Inarca le sopracciglia sorpreso.
- Davvero? - Sorrido e annuisco.
- Ma adesso preferisco scoprirlo
piano piano. Sudarmi il tuo mondo. - La risposta gli piace, sorride
anche lui e solleva la testa baciandomi dolcemente. Mi carezza ancora
la schiena, i brividi mi accompagnano.
- Sono una persona curiosa. - Dice poi come se glielo avessi chiesto.
- Come? - Domando senza capire cosa c’entri. L’altra mano sul viso, dolcemente.
- Sono una persona molto
curiosa, sempre stato. Mi riempivo di domande, volevo sapere tutto,
capirlo sulla pelle, viverlo. Tutto l’impossibile. Ogni cosa. Per
questo ho fatto esperienze di ogni genere, anche le più estreme ed
impensabili. - Ed ora capisco a cosa si riferisce. Un po’ tutto.
Scientology, le orge, me. Sorrido felice che condivida anche se non
gliel’ho chiesto davvero.
- Sono felice che sei così curioso. - Dico allora.
- Anche io, adesso, sono felice
di esserlo. - perché probabilmente non sempre è stato soddisfatto degli
esiti di questa sua curiosità. Adesso, a quanto pare, lo è.
Sorrido e lo bacio, poi appoggio di nuovo la testa su di lui che mi circonda dolcemente e stiamo così senza dire altro.
Non ci sono aspettative
particolari, promesse, progetti. Andiamo avanti di giorno in giorno,
come ci va meglio, come preferiamo. Tutto qua. Il resto non conta.
E poi vedremo come va.