NOTE:
la fic è sul GP USA, quando Lewis avrebbe potuto vincere il mondiale
vincendo la gara, ma complice un Pit Stop di troppo che consegna la
testa a Kimi, la festa è rimandata. Seb avrebbe fatto una qualifica
fantastica ma purtroppo nelle prove libere fa una cosa per cui viene
penalizzato di posizioni. E qua evito le polemiche perché non sono nel
mio stile. La fic è dal POV di Lew che fa di tutto per prendersi sempre
cura di Seb e del suo sorriso e intanto Seb che nota tutti i suoi
sforzi cerca di ripagarli in tutti i modi. Perché nessuno si ama più di
loro. Ma la settimana era iniziata con la super difesa bellissima di
Lew ha Seb che fa pubblicamente ed in più modi. Se non è amore questo.
Buona lettura. Baci Akane
E VERGOGNATEVI
Se c’è una cosa che odio più di ogni altra a questo mondo, è quando mi insultano Seb.
Cioè sciacquatevi la stracazzo di bocca quando parlate di lui! E vergognatevi!
Intanto non si parla di uno qualunque, non di un perdente che sbaglia tutto e che non ha vinto nemmeno un GP in vita sua.
Parliamo di uno che ha vinto 4 mondiali, 4. E un sacco di GP.
Parliamo di uno che ha vinto e sa come si vince e soprattutto sa come si corre.
Al diavolo quegli inetti ignoranti!
Ma che al diavolo, li sotterro!
Quel messaggio della scorsa settimana era il minimo, mi sono trattenuto.
Volevo dire ‘siete tutti un branco di idioti ignoranti! Non nominatelo nemmeno!’
Però sono stato bravo alla fine.
Sapevo che mi
chiedevano della difesa, ma ero pronto a ribadire e l’ho fatto con
convinzione, cioè stiamo insieme, pretendevano che stessi zitto, che mi
rimangiassi tutto?
Non me ne pento, non me ne pento per nulla e lo rifarei. Quante volte l’ha fatto lui con me?
Involontariamente cito
come spesso succede qualcosa che ha già detto lui, è che quel che dice
lo ascolto sempre e sono sempre d’accordo con lui, a parte quando dice
qualche cagata contro di me perché è esasperato dalla gara e disattiva
il cervello, ma io posso insultarlo, solo io. E lui me. Solo lui.
Gli altri non possono.
- Non serviva mi
difendessi ma grazie! - Esordisce così entrando nella mia stanza nel
motorhome che tanto è attaccato a quello della Ferrari, ovviamente
ormai sa come infilarsi a piacimento. Quando mi giro e mi vede bene si
zittisce di colpo impallidendo, spalanca gli occhi azzurri e dopo pochi
secondi scoppia a ridere piegandosi in due.
Io ora lo uccido davvero, altro che difenderlo.
Lo stronzo.
- Seb. - Cerco di ricordargli che mi sta ridendo in faccia, che anzi sta ridendo di me.
- Oddio scusa, ma... ma
che diavolo ti sei combinato? Sei allucinante! Sembri un gangster!
Sembri TuPac, non so! - cioè lo scemo è piegato sulle ginocchia e
letteralmente si asciuga le lacrime.
Sta piangendo dal ridere.
Lo scemo. E ride di me.
Aspetto che la pianti, prima o poi ce la farà.
- Sei... sei ridicolo,
oddio non ce la faccio a guardarti! Le treccine così sembra che hai la
alopecia e quella bandana così è proprio TuPac. No ma serio! Non... non
ce la faccio a guardarti senza ridere! - E così visto che da solo non
la smetterà e che può andare avanti per ore, decido di chiudergli io la
bocca. E so come farlo.
Silenzioso mi spoglio,
mi tolgo la maglia e la canottiera, rimango in pantaloni e a torso
nudo, poi incrocio le braccia al petto sempre stile gangsta come dice
lui. E aspetto. Ma singhiozza dal ridere così prima di dargli un calcio
sui denti, gli chiedo.
- Sono davvero così
ridicolo? - Seb solleva lo sguardo per un momento con quella di
riprendere a ridere ma con piacere si zittisce.
Oh meno male.
Lo stupido si zittisce.
Potevo ucciderlo se non lo avesse fatto!
- Beh in questo momento ridicolo forse è una parola grossa! -
Risponde subito
tirandosi su in piedi e smettendo di piangere, mi si avvicina e osa
anche mettermi le mani sui fianchi, ma io gliele picchio incazzato. Lui
fa il broncio.
- Eddai scusami. -
- Non si tocca qualcuno di così ridicolo da non poter essere nemmeno guardato! -
- Che c’entra, io
guardo quello che non è ridicolo! - Non so se ci è o ci fa, ma come
riesce a passare dalla padella alla brace così?
Gli sto per dare una
testata davvero ma mi limito a spingerlo, però lui mi afferra i polsi e
mi porta con sé. Sto stronzo. Mi ritrovo a sbattergli contro e
imprigionato fra le sue braccia che mi cingono, poi la sua bocca mi
ricopre di baci senza sosta.
Su tutto il viso.
Tutto.
Ogni angolo.
Io continuo col broncio e lui continua a baciarmi senza sosta.
Gli occhi, il naso, le
guance, le sopracciglia, gli zigomi, il mento, la bocca. La bocca. La
bocca. E poi niente, vorrei morderlo ma mi metto a ridere e lui
sentendo che ha vinto mi stringe forte e mi solleva ridendo a sua volta
mentre continua a baciarmi e non so come la sua lingua finisce nella
mia bocca e va che ci baciamo.
Quanto sei idiota Sebastian Vettel.
Tanto.
Ma come faccio a non amare anche la tua idiozia?
Penso di essere proprio fregato ora che ci penso. Ma proprio tanto!
Un po’ mi sento in
colpa perché ho fatto di tutto per fargli credere nonostante tutto, per
essere positivo, per rimanere aggrappato, ma credo di avergli messo su
troppa pressione.
Continua a sperarci anche se va contro la sua natura razionale e io penso che semplicemente non ne possa più quest’anno.
Perché viene criticato
da tutti in giro, la squadra non è unita come dovrebbe e sono tutti a
pretendere un miracolo da lui finchè è possibile e lui da un lato si
dice che è impossibile, dall’altro ci spera perché io gli dico di
sperarci.
Perché è così che si corre in F1.
Tenendo dura fino alla fine.
Mi sento in colpa
perché non riesce ad essere sempre lucido e continua a fare
stupidaggini evitabili che penalizzano sé stesso e capisco che è lui
che non ce la fa più.
Quest’anno è stremato, ha pressioni da mille parti e come se non gli bastavano quelle gliene ho messa pure io.
Non vuole deludermi e vuole dimostrarmi che ci crede e ci prova.
Forse dovrei solo dirgli ok, va bene così. Il prossimo anno saremo di nuovo in pista.
Ma non sarei io, sa che non sarei sincero e mi sgriderebbe.
Così solo mi infilo nella sua camera, alla fine di questa lunga e complicata giornata, e lo abbraccio.
Lui si fa fare e basta. Non mi respinge, non tenta di chiudersi e nemmeno di scherzarci su.
Penso di aver fatto un
grandissimo lavoro con lui perché è semplicemente sé stesso, non cerca
di nascondere e coprire, non ci ride su.
È serio e dimostra apertamente la sua stanchezza mentale.
È trasparente.
È sottile.
Così sottile che temo possa spezzarsi da un momento all’altro.
Gli bacio la guancia e gli carezzo i capelli mossi e corti tutti spettinati, lui mi tiene a sé e non mi lascia.
Non so cosa dirgli. Se dirgli ‘è solo una gara’ oppure ‘non mollare finché non è finita’.
Sinceramente ho paura
ad incitarlo ancora perché potrebbe finire male, potrebbe finire per
fare qualche altra cavolata e prima o poi potrebbe non andargli bene.
A volte mi terrorizzano
questi pensieri anche se siamo piloti e conviviamo con l’idea della
morte e del tragico. Però non è facile quando vedi l’uomo che ami così
deconcentrato in pista e vorrei avere una bacchetta magica per
togliergli ogni pensiero e tensione e farlo correre lucido e perfetto,
ma non è facile.
Non so che fare per lui.
- Terrò duro. Non è
ancora ora di mollare. - Dice piano togliendomi il peso di dirgli
qualcosa che per la prima volta non so cosa debba essere. Sorrido e gli
bacio la guancia ancora, gli prendo il viso fra le mani e lo separo per
guardarlo, lui ha un’aria così stanca. Sorride triste ma è grottesco.
Fa impressione.
- Ma se vinci il mondiale mi fai un favore, così tutto questo finisce e vaffanculo. Non ne posso più. -
Lo dice. Credo sia la
prima volta che lo dice senza che gliele devo strappare con le pinze,
senza che prima tenti di nasconderle perché crede che così sia meglio.
Lo tira fuori subito e
mi sembra un altro enorme passo in avanti. Sorrido al suo posto, meglio
di come fa lui, e gli carezzo la guancia dolcemente.
- Non tirarmela! - Scherzo al suo posto e Seb fa un sorrisino un po’ leggero, meglio di prima di sicuro.
La luce nei suoi occhi è ancora spenta, ma sono sicuro che prima o poi tornerà.
- So che stai così male
perché ci credi nonostante tutto e ci credi per me. Per non deludermi.
So che non sei perfetto e lucido per questo. Un po’ è colpa mia, ma
voglio farti sapere che sono fiero di te per questo. Perché ci credi
per me. Per farmi contento. Perché mi ami e non vuoi deludermi. Sono
fiero di questo. E non importa cosa fai e quanta pressione ti metti
addosso e come corri. Sono contento che ci provi e ci proverai ancora
qualunque cosa succeda. - Seb si sente meglio nel sapere questo mio
punto di vista e sono contento di aver di nuovo trovato le parole
giuste. Lui se le meritava tutte.
Lo bacio dolcemente e lui si abbandona alle mia lebbra un bacio così diverso da prima. L’atmosfera lo è. Tutto lo è.
Le montagne russe.
Con lui è sempre così. Passi da tutto a niente, dalla gioia all’angoscia.
Ma la costante siamo noi e non gli farò mai mancare niente.
Gli starò sempre vicino
e lo stringerò tutte le volte che ne avrà bisogno. Dovesse essere ogni
giorno della nostra vita, se io devo essere quello forte fra noi, lo
sarò.
Lui lo è stato prima, ora lo sono io. Va bene così.
Ci tengo a fargli sapere che sono davvero felice per il suo giro, che oggi ha corso benissimo ed era super concentrato.
Glielo posso dire in privato mentre mi spoglio per lui, ma è bello che lo sappiano tutti che sono fiero di lui.
Insomma, che io gli
sono davanti è pure bello ma quello è più per il mio ego e la mia
voglia di vincere sempre. Però davvero lui oggi ha fatto il massimo e
che si fottano le regole sceme che gli tarpano le ali.
Gli stringo subitissimo
la mano in pista dopo essere scesi dalle nostre auto, alla fine delle
qualifiche, e lui me la prende con entrambe le sue, ancora i caschi
addosso. Poi dopo quando aspettiamo le interviste, mentre Kimi fa la
sua, io e lui ci mettiamo vicino e parliamo super felici e sorridenti.
Lo facciamo spesso ovviamente, ma oggi abbiamo entrambi un’altra luce.
In realtà lui ce l’ha.
Ammetto che dopo ieri
ero molto preoccupato perchè l’avevo rivisto cupo e abbattuto, però
oggi non so. Oggi è un raggio di sole, sorride, è sereno e felice.
Davvero.
E così sono rilassato
anche io perchè se fa così anche domani, allora non dovrò preoccuparmi
mentre prego di rivederlo intero a fine gara.
Sorrido radioso ed anche lui.
- Domani gliela devi
fare vedere a tutti. Come oggi. - Quanto vorrei, quanto diavolo vorrei
poter fare apertamente il suo fan numero uno. Seb ride.
- Ti sono piaciuto? -
- Da matti! Eri così
concentrato e rilassato che è una meraviglia vederti così! Non ti ho
visto ma ti vedo qua che sorridi felice. - Piega la testa di lato ed
annuisce pensieroso ma poi sorride ancora.
- Sì sto bene oggi. Non
so come mai. Forse è merito di un eccezionale mental coach che non mi
molla un secondo e mi riempie di discorsi motivazionali! - Ovviamente
non può dire che sono io, ma il mio sorriso parla molto apertamente.
Io lo amo, il mondo non lo sa e non lo saprà mai. Ma io lo amo. E guai a chi me lo tocca quest’uomo!
Non il risultato che speravo, ma non è un dramma rimandare la festa.
Sono piuttosto
fiducioso che il Messico sarà il giorno giusto e poi Kimi meritava di
vincere. Ha fatto una gara eccezionale, era il suo compleanno in
settimana ed era l’anniversario del suo mondiale, per cui cosa chiedere
di più per lui?
Due braccia mi scivolano intorno alla vita mentre qualcuno -chissà chi- mi bacia sul collo.
- Proprio perché ti
conosco direi che quel pit stop di troppo che ha consegnato la testa a
Kimi lo hai fatto apposta! - Commenta Seb stringendomi da dietro e
sollevandomi facendomi ridere.
- Quanto sei scemo! Sai
che odio perdere! E poi non sono io che prendo le decisioni da solo! -
Seb ride più forte contro il mio orecchio e la sua risata è stupenda
specie considerando che fino allo scorso Gran Premio lo dovevo
raccogliere con un cucchiaio tanto che era a pezzi.
Non so cosa sia successo sinceramente ma va bene così.
Metto le mie mani sulle
sue che mi circondano, appoggio sempre con un gran sorriso la testa
contro la sua e stiamo così a guardare avanti la parete della mia
stanza personale nel box. Ero entrato per cambiarmi e non mi stupisce
poi che lui non aspettasse altro che io ci rientrassi per prendersi la
sua dose.
- C’è Hannah e le ho
detto che dovevo fare una cosa importantissima. - Spiega come se me lo
dovesse. In effetti me lo deve eccome visto che sono il suo ragazzo.
- Comunque non è vero!
- Esclamo girandomi fra le sue braccia, gli metto le mie intorno
al collo e mi appoggio a lui completamente. Lui è già in borghese
pronto per andarsene, mentre io che ho fatto la conferenza sono ancora
in tuta, ma è tutta aperta e me la stavo per togliere.
- Che c’è Hannah? Certo! Però sai che lei non è un problema... - Piego le labbra in un sorriso scuotendo la testa.
- Che ho perso apposta! - Così lui fa l’espressione meravigliata.
- Come no? Vuoi dire
che non hai pensato che questa volta non sarei salito sul podio e
quindi non volevi festeggiare il mondiale senza di me? - Cazzo quando
mi dice le cose con sti occhi non riesco a mentirgli guardandolo in
faccia!
Così faccio il broncio
e lui si mette a ridere di nuovo succhiandomi il labbro che gli ho
praticamente dato. Così le risate ed i bronci si trasformano in un
bacio erotico dove ci scambiamo i nostri sapori che sanno di energy
drink.
Seb mi stringe più
forte mentre scivola con le mani sulla schiena ed una sulla mia nuca
dove e risale alla ricerca delle mie treccine elaborate di cui sono
molto fiero.
- Sei un inguaribile romantico! - Commenta poi sulla mia bocca, io ridacchio.
- Che festa è senza il mio amore? - So che adora quando lo chiamo così!
- Allora cercherò un
bel podio prossima settimana. - Annuisco. - Magari davanti a te! - A
questo scoppio a ridere e gli pizzico le guance.
- Su questo non
disturbarti! Basta il podio dietro di me! Anche perché so che
preferisci starmi dietro! - Dico malizioso, lui si accende ancora di
più perché questo è come stendergli un drappo rosso.
- Sì ma a letto caro, non in pista! -
Ridiamo insieme, mi
acchiappa il culo con entrambe le mani e lascia stare le mie treccine
da gangsta dopo che cercava di slacciarmele e che gli ho dato uno
schiaffo sulle mani, quindi torna a baciarmi, di gran lunga la sua
attività preferita.
E la mia ovviamente.
Se ho perso di proposito perché non avrei avuto Seb con me sul podio a festeggiarmi?
Beh diciamo che ho corso e vinto in condizioni peggiori.
Ma tanto che glielo dico a fare? L’ha capito subito.
- Come faccio a non
sorridere se il mio amore si prende tanto cura di me? - Cita il mio
soprannome con cui lo chiamo, mi bacia la guancia e scivola giù sul
collo riempiendomi di brividi e di un sorriso dolce.
Si accorge di tutto.
- Sforzi ripagati di gran lunga. - Perché basta che tu sorrida e sia felice.