NOTE:
ok, mi sono avvicinata al mondo dei motori ed ora sono cazzi per tutti!
No vabbè, mi è bastato guardare alcune foto di Sebastian Vettel e Lewis
Hamilton per capire che questi due non la raccontano in giro.
Approfondito un po’ e mi si è aperto un mondo pazzesco ed enorme!
Giusto a titolo
informativo, è la fic di ‘confidenza’ con la ship, però conoscendomi
arriveranno altre. Non mi sono ancora informata bene su di loro perché
ieri li ho scoperti, di notte ci ho scritto ed oggi pubblico, per cui
metto le mani avanti ed è proprio il primissimo approccio con loro.
Però sono così persi uno per l’altro e così belli insieme!
La fic si rifà alla conferenza di ieri dove i due hanno fatto show, infatti nella fic c’è un riferimento a quello.
Comunque io devo avere per forza un radar per beccare le ship o i
personaggi che potenzialmente potrebbero essere gay o che comunque si
prestano alle mie folli visioni! Chiaramente è tutto inventato dalla
mia testolina.
Buona lettura.
Baci Akane
Sebastian uscì
silenzioso, ma appena chiuse la porta dietro di sé sbuffò seccato. Con
aria disperata si guardò intorno con la speranza di trovare qualcosa da
fare e appena vide spuntare dall’angolo in fondo al corridoio
dell’albergo la sua faccia seria e pensierosa col telefono in mano,
Sebastian si illuminò tutto e felice come una pasqua si precipitò da
lui che camminava guardando il cellulare. Lo prese prima che si
accorgesse della sua presenza e lo trascinò via verso la direzione da
cui veniva, in pratica ben lontano dalla sua camera, dove evidentemente
era diretto.
- S-Seb? - Chiamò Lewis sentendosi trascinare per un braccio in un modo che era tipico di una sola persona al mondo.
Prima che glielo
strappasse via si girò cercando di opporsi, anche un po’ indispettito
oltre che sorpreso e spiazzato. - Seba?! - Chiamò a voce più alta. Così
Sebastian si fermò e gli mise la mano sulla bocca, l’altra dietro la
nuca lasciandogli così il braccio.
- Ssst! - Lo zittì poco
gentilmente. Lewis impallidì, per così dire visto che il suo colorito
normale era piuttosto scuro, vedendo il suo viso tanto vicino e lui
spalmarsi addosso così impunemente.
- Ma sei diventato scemo? - Chiese in inglese, la lingua che i due parlavano insieme.
- Dai, fammi compagnia, mi sto per sparare un colpo! - Lewis si preoccupò pensando che gli fosse successo qualcosa.
- Come mai? - Chiese
subito serio. Sebastian altrettanto serio e sempre vicino a lui, ma
senza più tenergli la testa e la bocca, rispose:
- Perché ho un morto
per compagno di stanza! Con tutto il rispetto per i morti! - A quello
Lewis capì qual era il problema e scoppiò a ridere, ovviamente
rumorosamente ed ovviamente beccandosi di nuovo la mano sulla bocca e
l’altra sulla nuca per tenerlo fermo e zitto. Ma Lewis continuò a
ridere mentre lui si lamentava piano cercando di non farsi sentire.
- Kimi è mio amico.
Cioè penso di esserlo in qualche modo. Però ti giuro, in quanto a
passarci il tempo insieme... oddio, non mette insieme mezza parola, non
ride, non fa niente! A volte mi sta bene, ma altre... sai, io sono una
persona allegra, che vuole divertirsi insomma! Non sono capace di stare
fermo, zitto e basta! - Lewis stava ridendo fino alle lacrime tanto che
Sebastian aveva dovuto togliere la mano per non soffocarlo.
- Come sei esigente!
Cosa deve fare uno per farti passare il tempo? - Lo disse con malizia
dietro, non dovette sforzarsi molto visto che ogni volta che gli
parlava i suoi occhi ne erano sempre pieni. Di quella e di desiderio.
Tutto quello che nutriva per lui da un secolo.
E Sebastian ogni volta lo coglieva e glielo ritornava uguale, forse anche più malefico.
Infatti si avvicinò a
Lewis fermo nel corridoio, lo fece finire contro il muro e lui vi si
appoggiò con un sorrisino malizioso in pieno tipico flirt.
- Penso che tu ne abbia
una vaga idea! - Sebastian appoggiò una mano al muro accanto a lui
mettendosi ancor più vicino, gli bloccava il passaggio da un lato ma
non aveva molta voglia di scappare da lì, Lewis. Quell’angolino del
corridoio dell’hotel in quel momento era molto tranquillo e
sufficientemente in penombra, per loro. Complice anche l’ora serale
dove erano praticamente tutti nelle stanze o comunque usciti.
- Non saprei, quando
oggi ti hanno chiesto se ti sarebbe piaciuto avermi con te alla Ferrari
hai detto che preferisci stare con Kimi, ora invece scappi da lui e mi
rapisci! - Rispose malizioso e sferzante sempre guardandolo negli occhi
da vicino.
Sebastian colpito dalla sua frase si illuminò stupito.
- Ehi, aspetta, io non
ho detto che preferisco Kimi, ho detto che ho un bel rapporto con lui,
è diverso dal dire che lo preferisco! E poi sai che dovevo dirlo,
altrimenti avrebbero iniziato tutti a dire che non mi trovo bene con
lui e che c’è tensione! -
Lewis lo guardava interessato, fingendosi serio mentre lo ascoltava giustificarsi tutto preso dal discorso.
Le mani dietro il
proprio sedere, come a non opporsi a nulla di ciò che gli avrebbe
potuto fare Sebastian. Aspettando anzi che facesse qualcosa, che il suo
corpo non si limitasse a sfiorarlo e basta.
- E poi ci hai pensato
tu a rivelare a tutti che la nostra relazione è migliore! Ma ti
sembrava il caso di dirlo? - Lewis scoppiò finalmente a ridere
appoggiando la nuca al muro.
- Pensi che non lo notino tutti che io e te stiamo meglio insieme di te e Kimi? -
- Tutti stanno meglio con chiunque piuttosto che con lui! -
- Ah per cui io non
sono poi così speciale! Bene, allora puoi passare il tempo con chiunque
piuttosto che me! - Così dicendo Lewis fingendosi offeso sgusciò via di
lato per andarsene sostenuto, ma Sebastian lo afferrò velocissimo per
il braccio, lo tirò e lo rimise dove era prima, poi lo bloccò con
l’altra mano sul petto, lo schiacciò contro il muro e finalmente mise
fine a quell’inutile conversazione baciandolo.
Lewis voleva farlo
penare ancora un po’, ma con le sue labbra addosso decise che poteva
andare bene così e si arrese presto, aprendo le proprie e venendogli
incontro con la lingua.
Le bocche si fusero e si intrecciarono in un bacio che venne subito approfondito.
Lewis si rilassò sotto
il suo corpo che si appoggiò deciso, la mano dal petto alla guancia.
Quando si separarono quel paio di centimetri, si guardarono negli
occhi, le fronti appoggiate e dei sorrisi maliziosi accennati sulle
labbra:
- Ed io che faccio
tanta fatica a darci un’apparenza di rivali che si detestano! - Lewis
scoppiò a ridere, il loro gioco davanti ai media era un classico,
facevano finta di bisticciare o pizzicarsi, in certi posti dovevano
addirittura far finta di essere in rapporti tesi seguendo gli ordini
delle rispettive scuderie. C’era un regolamento in realtà che non gli
permetteva di mostrarsi proprio grandi amici, questo succedeva per i
piloti più forti delle scuderie più in vista e rivali, per esempio
Ferrari e Mercedes. Non c’erano problemi se Kimi e Valtteri erano
grandi amici, ma Sebastian e Lewis più che chiacchierare e scherzare
insieme non avrebbero dovuto. Questa regola alcuni la rispettavano,
altri se ne fregavano altamente, per esempio Alonso e Webber non ci
avevano mai pensato a non dimostrare quanto si adorassero. Comunque
Sebastian riuscendo ad impostarla come giochi e scherzi se la cavava,
ma la gente non era stupida.
Quando due preferivano
ridere insieme piuttosto che sentire le domande dei giornalisti durante
una conferenza, o quando non perdevano occasione per toccarsi l’un
l’altro, era abbastanza chiaro che se a volte erano tesi o scontrosi
uno verso l’altro, era perché ‘dovevano’. Il resto era tutto un gioco e
dietro ad ogni gioco c’era un mondo tutto da scoprire. Un mondo che
conoscevano solo loro.
- Questo sei tu che
fatichi per detestarmi? - Chiese malizioso Lewis, come era ogni secondo
della sua vita negli approcci con Sebastian.
Sebastian ridacchiò e gli sfiorò di nuovo le labbra, lasciando quella sensazione di calore che l’attraversò su tutto il corpo.
- Non mi riesce molto
bene eh? - Lewis riaprì il sorriso e poi tornò a spegnerlo per
accogliere le sue labbra, ancora lì sulla soglia, pronte per
riprendersi:
- Sei tu che ci tieni
tanto a seguire le stupide regole della tua Ferrari... - Gli ricordò
come a sottolineare che fra i due non era lui quello che cercava di
controllare il loro rapporto pubblico.
- Se tu non vuoi dare
retta alle stupide regole della tua Mercedes non è colpa mia! - Lo
rimbeccò perfido. Che poi in realtà Sebastian non è che si impegnasse
molto per ‘reggere il gioco’ voluto dalla Ferrari di quella rivalità
fra piloti. La rivalità c’era, ma non solo. Comunque si impegnava più
di Lewis, almeno un po’.
Gli scherzi funzionavano bene.
La mano di Lewis
scivolò sul suo fianco lentamente, mentre lo implorava con i suoi
bellissimi occhi neri ed espressivi di darsi una mossa.
- Sono troppo rigido?
Mi sgridano sempre ogni volta che scherzo troppo con te... - Certo poi
sgridare un tedesco serviva sempre una buona dose di coraggio.
Lewis gli leccò le labbra non facendocela più a rimanere così a parlare.
- Fosse per me potremmo
anche scherzare di essere fidanzati invece che rivali che non si
sopportano... anche perché è chiaro che giochiamo... - Sebastian aprì
la bocca ad accogliere la sua lingua, ma si ritirò prima di prenderla.
Giocando ancora, appunto.
- E ti va di continuare a giocare da qualche parte più privata? - Chiese piano e suadente.
- Pensavo non lo avresti mai detto. - Rispose Lewis attaccando la bocca alla sua senza farlo scappare ancora.
Sebastian lo accontentò
e lo baciò, mentre poi gli prendeva la mano e se lo portava via verso
la hall dove avrebbe chiesto un’altra camera con la scusa che Kimi
russava.
Non era una situazione tanto facile ma nemmeno tanto difficile, in realtà.
Certo il regolamento
interno delle rispettive scuderie c’era, ma non era così drammatico non
seguirlo alla lettera. Si poteva spaziare abbastanza e comunque era
molto a discrezione del pilota stesso, tutto sommato.
Tanto più che poi bastava trovare una camera ed ogni cosa andava perfettamente al proprio posto.