NOTE:
questa fic ha il pov di Lewis e si ambienta nella settimana di Monza,
quando a Milano la Ferrari e la Sauber avevano fatto un evento per il
GP Italiano. Il prossimo anno Charles sarà il compagno di Seb ma si
viene a sapere dopo Monza, comunque si sa che il piccolo è un grande
ammiratore del nostro tedesco ed a me piace da matti immaginare Lewis
geloso, così mi è partita questa fic che spero vi diverta come mi sono
divertita io a scrivere. La serie è ‘Da qui in poi’ quella ambientata
quest’anno, viene dopo Ungheria ed è una delle poche allegre di queste
della seconda parte. Ho scelto foto del Belgio perchè non ho scritto
una fic su quel GP, in compenso per Monza non ce ne sono state se non
la prima di Seb e Charles. Buona lettura. Baci Akane
SE NON LA PIANTA
Io lo uccido e non sono problemi.
Pensa che io sia scemo, che non lo guardi, che non sappia? Anzi, pensa?
No non pensa!
Anzi certo che pensa e
sa che lo guardo come so che lui guarda me e come io faccio certi video
e foto per lui, anche lui fa certi sorrisoni ad altri.
Charles per esempio.
Osa sorridergli e non solo. Gli parla anche!
Scherza con lui!
Cioè sul serio.
E fortuna che Charles
non è una sfacciata puttanella, magari ha una crush per lui ma è
abbastanza intelligente da tenersela per sé.
Insomma, se un tuo idolo ti arriva lì e si mette a scherzare con te tu non svieni dentro?
Per fortuna che Charles
si comporta bene e non è uno che esterna le emozioni, ma è giovane e si
capisce che gli piace e cerca di nasconderlo.
Cioè finché fa così lo posso perdonare, seriamente. Charles. Non Seb.
Che la tira tanto lunga
con lui che io so che punta ad ammaliarlo e conquistarlo, ma sa che gli
piace, lui in queste cose è sagace, capisce al volo a chi piace.
Con me l’ha capito subito, è lui che non ha capito di ricambiarmi. Perché è sagace per gli altri, ma per sé è un tonto.
Se non la pianta giuro che mi vendico nel suo stile, ovvero esagerando!
Perché io sono geloso e lo sa, cazzo.
E mi irrita.
Ma lui lo sa, lo sa e proprio per questo ride e scherza col piccoletto, ma adesso vede, oh se vede. Vede eccome!
Io lo so perché lo fa,
perché ha una fissa per il mio cazzo e anche se tendenzialmente è lui
l’attivo, adorando il mio cazzo oltre che tutto di me, finisce che mi
provoca perché ama quando mi precipito da lui e faccio questo.
Sono stato attento alla
fine dell’evento che ha avuto a Milano, così sapendo dove avrebbe
pernottato ho fatto in modo di arrivare nel suo albergo nel momento in
cui facendo un paio di calcoli in base a quanto si sta di solito a fare
queste cose prima e dopo, lui potrebbe arrivare.
Sono in un posticino
davanti all’ingresso dell’hotel, nascosto in questa macchina noleggiata
coi vetri oscurati e mi ha fatto guidare, lo stronzo. Ed io odio
guidare macchine normali in città, specie se caotiche come Milano.
Avevo calcolato un orario e sono arrivato ventimila ore dopo e nonostante questo non credo sia ancora arrivato.
Potrei chiedergli dov’è direttamente, ma poi la sorpresa dove sta?
Non lo faccio perché
voglio vedere se si porta in camera Charles, no no, ma scrivo a Kimi
per sapere se sono già tornati e gli chiedo di non dire niente a Seb.
Di lui posso fidarmi perché so che non gli dirà niente.
Kimi mi risponde che sono a cena e che non sono ancora rientrati.
Spero sappia che non deve stare in camera con lui stanotte perché è ovvio il motivo per cui gli scrivo.
Passo così l’ora di cena che speravo di passare con lui ricoprendolo di panna e fragole, ma anche per questo mi vendicherò.
Ci mancherebbe pure che poi arriva con Charles e basta.
Finalmente dopo non so
quanto arriva una macchina che si capisce subito sarà la loro, il primo
a scendere è Seb, splendido come al solito nella sua maglia rossa della
Ferrari.
Un sorriso smagliante, si gira e aspetta gli altri.
Scende Charles. Significa che era vicino a lui in auto.
Ok posso accettarlo, dai.
Forse.
Charles arrossisce rispondendo a qualcosa che Seb gli dice col suo solito modo da conquistatore.
Lo ammazzo.
Altro che panna e fragole, lo lego e lo frusto.
Aspetto che scendano
anche gli altri e vedo che poi la portiera si chiude e la macchina va
via ed io impallidisco incredulo. Forse erano in macchine separate. Mi
guardo dietro e cerco altri bestioni che non arrivano e così scrivo a
Kimi.
‘Dove diavolo siete voialtri?’
Kimi risponde:
‘Ci siamo separati dopo cena. Noi volevamo fare serata, lui e Charles no.’
Silenzio. Ancora le sopracciglia inarcate in attesa di altro che non arriva.
‘E non ti sembrava carino avvisarmi?’
‘Perché?’ Con questo
getto la testa all’indietro e grugnisco insofferente, poi lo
mando a cagare e scendo di corsa, attraverso la strada e chiudo l’auto
col telecomando.
Mi guardo intorno
assicurandomi che non ci sia nessuno e aspetto un attimo prima di
superare la hall per vedere che non ci sia nessuno.
Così mi intrufolo come
un ladro e vedo che l’ascensore si ferma al quarto piano e prendo
l’altro schiacciando il medesimo pulsante.
Tu te le cerchi, caro Seb.
So che non mi tradiresti mai, ma questa non te la perdono.
Tornare da solo con lui.
Sei un noioso tedesco atipico che non ama fare festa e sfondarsi di birra, ma potevi evitare di tornare con lui.
Certo, e dove lo scaricava?
In un canile!
Esco in tempo per
vederli camminare verso sinistra, girano l’angolo e così corro
silenzioso e felpato, mi fermo e sbuco a curiosare con l’aria di chi
cerca solo di non ammazzare.
Li vedo.
Seb e Charles camminano
insieme, non dormiranno nella stessa camera. Forse hanno prenotato
camere da due essendo una notte sola, anche se può permettersi una da
solo. Però se osa farlo entrare, io...
Charles arriva alla sua e lo capisco perché cincischia con la chiave magnetica mentre parla e sorride con Seb.
Ecco caro, quello è flirtare, anzi, quello è implorare di scoparti subito. Forse sverginarti nel suo caso.
Assottiglio gli occhi, Seb rimane lì e capisce che Charles vorrebbe. Cosa aspetti a scaricarlo?
Brutto stronzo, io ti ucciso se...
Ed è qua che Seb gli
mette una mano sul braccio, glielo stringe e scende verso il polso.
Spalanco gli occhi e sto per uscire, ma poi lo saluta e se ne va.
Io sospiro sollevato.
Per un momento ho pensato che osasse davvero.
Cioè sono sicuro di Seb, ma è così stronzo a volte.
Quando Charles entra e
Seb va nella camera accanto, aspetto che entri per andargli dietro a
ruota, è un soffio il tempo che mi serve per infilare il piede nella
fessura che sta per chiudersi. Blocco la porta che non si chiude e mi
intrufolo silenzioso, Seb accende la luce e vede perché non si è
chiusa, quando mi presento io con un’aria a dir poco furiosa lui rimane
stupito inebetito.
Per due secondi.
Poi scoppia a ridere!
- Mi chiedevo quando
saresti comparso! Pensavo di doverlo baciare per farti uscire allo
scoperto! - Per un momento penso di essere stato visto e mi fermo dal
fare quello che volevo. Poi realizzo che è impossibile, sono stato
troppo attento.
- Non mi hai visto! Te
l’ha detto Kimi? Non dice mai niente, come è possibile che... - Seb
continua ridendo e mi interrompe mentre mette giù chiave e cellulare e
si toglie le scarpe sfilandosi dal colletto anche gli occhiali da sole.
- Lo sapevo da solo che saresti venuto! Per questo ho giocato un po’ con Charles! - Voglio ucciderlo sul serio.
- Potevi evitare di rientrare con lui da solo, però! -
Seb svuota anche le tasche.
- Oh quello non è opera
mia. Pensavo sinceramente che andasse con Kimi e gli altri, quando ha
detto che anche lui era stanco e voleva rientrare a riposare l’ho
guardato stranito. - faccio il broncio e lui mi guarda ridendo. -
Davvero! Ormai che dovevo fare, dirgli di andarsene da un’altra parte
che dovevo farmi violentare dal mio maniaco preferito? - La cosa che
lui mi conosca come le sue tasche che ha svuotato da ogni spicciolo mi
sconvolge un po’, poi però realizzo tutto il resto.
- Quindi è vera l’impressione che ho avuto. -
- Che mi viene dietro? - Lo dice come se parlasse del sole che oggi era caldo.
- Non pensi di dover stare attento? -
- A cosa? -
- A non dargli false speranze! -
- False speranze?! Io?!
E quando gliele avrei date? - Seb non so se ci è o ci fa, così tornano
a saltarmi i cinque minuti, come di solito saltano a lui e così non gli
rispondo normale, ma gli vado contro, lo prendo per il colletto della
maglietta e lo tiro spingendolo verso la parete che per inciso confina
con la camera del piccolo. Bene, ora ti illustro una cosa.
Seb rimane stupito per
un momento, ma poi il sorrisino soddisfatto da ‘era ora’ mi fa salire
ancora di più il sangue al cervello.
- Se non la pianti di stuzzicarmi apposta... - Ma Seb solleva il mento in segno di sfida.
- Cosa fai, mi
violenti? - E non sembra una cosa brutta. Quanto voglio fargli di
tutto, ma poi mi eccita con questo sguardo pieno di desiderio e
vaffanculo Sebastian Vettel.
- Se era questo che volevi, goditelo! -
Così dicendo gli mordo il labbro senza fargli male.
Le sue mani sono già sul mio sedere, non avevo dubbi, ma gliele prendo deciso e gliele fermo sopra la testa.
Io e lui siamo alti più
o meno uguali, lui è di poco più alto di me, ma il mio fisico
palestrato è decisamente più prestante del suo.
In altre parole sono più forte.
O forse lui non vuole per niente contrastare.
Rimane coi polsi
bloccati da una mia mano mentre scendo con l’altra sotto i suoi
pantaloni, glieli apro con le dita e intanto gli mordo il collo.
Seb gira la testa e si consegna meglio facendomi succhiare avidamente. Non è minimamente pentito.
La mia mano va nei suoi
boxer e lo masturbo con impazienza e decisione, lo sento sospirare e
gemere, lo mordicchio ancora ed i cavolo di vestiti mi danno un sacco
fastidio, così mi separo da lui bruscamente.
Seb mi guarda come se
fossi impazzito, ma mi vede col mento sollevato in segno di sfida e
quell’aria da ‘adesso vedi’ che mi fa fare solo lui. Mi prendo il
colletto della maglietta e me la tolgo, poi mi abbasso pantaloni e
boxer ed una volta nudo, mormoro:
- Quanto lo volevi, eh? -
Seb fa un sorrisino
maledettamente erotico piegando all’insù solo un angolo della sua bocca
rossa. Sembra si metta il lucida labbra, invece ce l’ha così di natura.
Forse spiccano perché è particolarmente pallido.
Mi avvento su di lui,
ma mi accuccio direttamente davanti a lui e gli prendo i pantaloni
aperti, insieme ai boxer glieli abbasso strattonandoli, poi mi alzo in
piedi, mi lecco la mano e me la strofino sull’erezione. Mi masturbo
davanti a lui un attimo mentre Seb rimane a guardarmi voglioso,
provocante. Dannatamente per niente pentito.
Mi lecco ancora la mano
e poi me la passo sull’erezione che si eccita guardandolo lì contro il
muro che mi aspetta. Alza le sopracciglia fintamente innocente.
- Sai che quando voglio qualcosa la ottengo. - Eh lo so.
E so che hai una fissa.
Scuoto la testa.
- Tu giochi col fuoco,
amore mio. - questa cosa mi esce tanto duro quanto erotico insieme e
c’è anche una punta d’amore da qualche parte, penso.
Fa per toccarsi perché
non ne può più, ma lo fermo subito andandogli di nuovo addosso, gli
prendo la mano e gliela sposto bruscamente, poi mi appoggio col corpo,
gli faccio sentire la mia erezione bagnata e dura, la strofino sulla
sua che reagisce già da un po’. Gliela faccio desiderare brutalmente
mentre gli sfioro il viso con le labbra su cui muore. Le sue aperte
come le mie, ci gioco prima di arrivarci davanti, tira fuori la lingua
ed io mi faccio indietro di proposito.
Così lo prendo e lo
giro bruscamente, lo sposto per appoggiarlo con le mani ad una
cassettiera sempre contro questa stessa parete.
Adesso caro Charles scoprirai che Seb non è tuo.
Stasera facciamo
contento questo scimmione che non merita quello che vuole, ma siccome
per caso coincide con quello che voglio io ora, gli va dritta.
Come me ed il mio cazzo che finiscono dentro di lui, piegato in avanti.
Entro subito, lui si
tende e stringe non aspettandosi nemmeno un lavoro di lingua là sotto,
ma io ero sufficiente lubrificato da solo, comunque mi faccio un po’
indietro e faccio scivolare un po’ di saliva.
Quando sente questo geme.
Entro in un paio di
spinte, questa volta più facilmente. Quando sono tutto dentro lo
afferro bene saldo con le mani ed inizio a muovermi.
Seb sospira.
E sospira sempre più forte.
Fino a gemere.
Faccio una fatica
immensa a non gridare anche io, lui lo fa senza rifletterci, ma io ci
arrivo che di là c’è un Charles che si starà facendo la sua prima sega
sentendo Seb scopare con chissà chi.
Non lo deve sapere che sono io, per cui stai zitto Lewis.
L’eccitazione è
incontenibile perché gli piace questa soluzione e sto per gemere anche
io, ma per fermarmi lo alzo e lo afferro per il torace, poi gli mordo
la spalla. Gliela mordo forte.
Questo credo gli piaccia ad un certo punto, mentre raggiungo il suo punto di massimo piacere e geme più forte che mai.
Io riesco a non farlo, ma poi comunque vengo dopo di lui, senza freni.
Un attimo e la magia
scivola lasciando l’incanto di due corpi ancora profondamente scossi
che non torneranno mai del tutto normali.
Preferisco averlo dentro, però a volte mi manda così fuori di testa che non ce la faccio.
Gli bacio la spalla
dove c’è un segno rossissimo che spicca sul suo candore, poi gli bacio
il collo e lo circondo con le mie braccia scure che fanno un bellissimo
contrasto con lui.
Sempre a completarci a vicenda.
Seb gira la testa verso
di me e le mie labbra seguono la scia per arrivare alle sue, ci
accogliamo a vicenda in questo abbraccio mentre le gambe vogliono solo
cedere ed i nostri corpi rotolare sul letto avvinghiati.
- Spero che al signore il servizio sia piaciuto. - Mormoro scherzando. Lui sorride sornione e beato.
- Manca ancora una
cosa. - Mi aggrotto e mi separo un poco da lui per vedere di cosa si
tratta e lui sorridendo divertito si gira fra le mie braccia, mi prende
la mano e mi porta al letto, apre le lenzuola e dopo che ci siamo stesi
chiude la luce e mi attira su di sé.
Eccolo che torna l’attivo possessivo. Adoro il modo in cui lo è lui. Va bene se è così. Va davvero benissimo.
Il suo cuore è ancora
accelerato, il corpo caldo e morbido insieme, mi accoccolo e cerco la
sua mano, intrecciamo le dita e cadiamo beati nel buio della notte
Milanese.
- Non illudere il piccolo Charles, non è giusto. -
- Non l’ho fatto
apposta. Volevo solo sorridere e scherzare un po’ con lui, sapevo che
sarebbe bastato. - Sospiro, lo immagino. Ci sono cascato io nella sua
trappola, ma dovevo immaginarlo.
- A tutti è due è
bastato. A me per venire a trombarti come piace a te e a lui per
prendersi una di quelle cotte da cui non si torna indietro. La toccata
del braccio non mi va ancora giù, e nemmeno a lui! - Seb ride.
E lui ride.
Ridi, ridi stronzo, che poi vedi se non la pianti con questi giochini.
Che poi tanto che lo dico a fare?
Adoro quando il sesso è così caldo e forte, alla fine sono il primo a volere tutto questo.
Alla fine sorrido beato.
Siamo proprio fatti per stare insieme.