NOTE:
ok, non mi crederete ma io questa fic l’ho scritta il 16 luglio. Io già
sapevo tutto prima ancora che fosse una voce. Ho intercettato qua e là
delle frasi di Charles Leclerc e così ho pensato a che reazione
potrebbe aver avuto Seb agli apprezzamenti ed è vero che lui è un idolo
per il ragazzino. Ed ovviamente la reazione di Lewis, infatti questa
fic è dal suo POV. E date un'occhiata alla mano di Lew nella prima foto
che ho scelto, la seconda invece è esattamente lo sguardo che descrivo
nella fic. Buona lettura. Baci Akane
SEBASTIAN PIACCIO A TUTTI VETTEL
Oh ciao, sono mister
Sebastian Piaccio A Tutti Vettel, guarda un po’ questo grazioso
ragazzino come viene su bene, aspetta che conquisto anche lui così
infrango un altro cuore oltre che fare incazzare come una iena il mio
ragazzo.
Se non lo uccido questa volta campa cento anni e sono troppi perché saranno cento anni di guai e danni morali al sottoscritto.
Io penso che non lo fa
per farsi piacere da tutti o per vanità, non gliene frega davvero
niente degli altri. O meglio non più di tanto.
Lo fa perché sa che mi irrita.
Sono geloso ed
insicuro, cerco di non dar vedere certe cose visto che altrimenti mi
mettono in croce, però lui sa come sono ed ama, ma ama proprio farmi
ingelosire.
Così quando spunta carne nuova ecco che ci si fionda.
Io lo uccido così non ho problemi.
‘Quando vado bene in pista Seb viene sempre a farmi i complimenti’
Oh ma vero? E pensi che
sia una cosa tanto speciale? Povero illuso, se gli chiedi come ti
chiami non se lo ricorda, dirà ‘quello piccolo’ perché lui sa vita
morte e miracoli di me ma degli altri no.
Nullifico Charles
Leclerc con uno sguardo di fuoco sottile ed assassino dopo che dice
questo, però faccio finta di nulla e gli sorrido quando il suo sguardo
incrocia il mio.
Che ti credi, di essere speciale?
Seb sta con me, tanto per cominciare.
Cosa darei per dirglielo.
Oh ma guarda come se lo rimira tutto felice quando lo incrocia.
Stai a cuccia bello!
Oddio che nervi che mi fa salire sto qua. Perché?
Perché Seb deve rovinarmi così?
Quando lo vedo andargli incontro e salutarlo con una stretta di mano ed una pacca sul braccio divento livido.
Ora parlano vicini e sorridono, Seb lo fa apposta. Parlare così vicino agli altri.
Lo uccido, vado e lo faccio fuori così lascio in vita il ragazzino che è tutto adorante e con gli occhioni a cuore.
- Quindi ti piacerebbe unirti a me? - Dice Seb senza filtrare, lo fa apposta ovviamente.
Charles arrossisce. Tipico da bambini.
- Io? Cioè intendi ora?
Ma non abbiamo il programma? - Charles inizia a parlare a macchinetta
mentre Seb in bici lo affianca lui che è a piedi e si dirige ai box
della sua Sauber. Io faccio finta di essere da un’altra parte, mi
faccio straordinariamente invisibile, ma so che lui mi ha visto qua in
disparte a fingere di farmi i cazzi miei al telefono. - Oh, intendevi
l’intervista... - Aggiunge alla probabile espressione interrogativa di
Seb, lo vedo sorridere smagliante mentre camminano insieme nel
circuito.
- Oh certo, sei il nome
che associano di più a me, io sono una persona curiosa. - Non è vero
non sei curioso nemmeno per un cazzo!
Io sono curioso! Non tu!
Charles arrossisce ancora di più e ridacchia imbarazzato, subito sviene.
- Beh, è vero quel che
ho detto, sarei onorato di unirmi a te. Cioè al tuo team! - E qua
muore sul serio. Io morirei se il mio idolo mi dicesse questo.
Seb ride dondolando sulla sua fedele bici che si porta quasi ovunque.
- Ho sentito anche che
ti ispiri a me. - Oh ma ti sembra normale far notare a qualcuno le cose
svenevoli che dichiara sul proprio idolo? Sarà stronzo!
In questo momento
simpatizzo anche per Charles che boccheggia e tossisce e si gratta la
nuca di mille colori nel suo visino giovane e bianco. - Beh se è
destino ti accoglierò ben volentieri. - non ho dubbi, caro Seb
mangiatore di uomini. Quanto ami farmi arrabbiare. Appena trovi uno
spiraglio affondi senza pietà.
Il poveretto sta per
svenire e non sa che dire, bofonchia qualcosa che non sento col suo
accento francese che è addirittura delizioso. Maledetto.
Lo ammazzo, ecco cosa farò stanotte. Intendo Seb.
Charles viene finalmente chiamato da uno del suo team, così impacciato saluta Seb tutto felice e corre dall’altra parte.
Seb fa uno strano
sorrisino dei suoi dietro i suoi occhiali scuri, poi mi raggiunge poco
più avanti con la sua pedalata, mi affianca e mi dà una pacca sulla
schiena tutto allegro.
- Ehi, non ti ho
chiesto se stasera hai impegni di qualche tipo... - Ma in risposta gli
faccio il dito medio e acidamente rispondo:
- Io no, ma tu ne hai uno. Devi andare a cagare e vedi se Charles ha piacere a raggiungerti. Probabilmente sì! -
Con questo faccio per
accelerare il passo verso i garage della Mercedes, ma Seb ridendo
accelera portandosi davanti a me, mi sbarra la strada ed ha un
sorrisino malizioso dietro le lenti scure, se la gode eccome se se la
gode. Adesso lo butto giù dalla bici. Lui però mi afferra il braccio
guidando con una mano e sono sicuro al cento percento che se sta
facendo questo, non ci sono occhi su di noi al momento.
Sto cercando di
pensare, ma non è molto facile con questo che mi trascina solo lui sa
dove e vorrei fargli notare che lui è su una bici ed io sono a piedi.
Ad un certo punto salta giù, molla il trabiccolo davanti ad una strettoia dei box e mi fa fare il giro con lui da dietro.
Se mi vedono entrare nella sua famosa stanza della Ferrari mi uccidono.
Mi fa passare per
dietro, da dove lui entra ed esce, mi spinge dentro la camera e chiude
sicuro che non c’è nessuno. Di solito le stanze dei piloti sono sempre
esclusive, è raro trovare qualcuno dentro.
Quando siamo dentro mi
lascia il braccio e mi sento come un bambino che ne ha combinata una,
ma in questo caso sono il padre infuriato e faccio il broncio con le
mani ai fianchi. Lui ridendo si toglie gli occhiali scuri, non ha
ancora il cappellino e lo trovo bello come il sole. Lui ed i suoi
maledetti occhi azzurro mare.
- Allora che devi dirmi? - A questo è come se mi sventolassero un drappo rosso ed io fossi un torno.
- Io?! Tu forse! Non ti
sembra il caso di smetterla di flirtare con quel poveretto? Poi crede
di piacerti e quando magari viene davvero alla Ferrari con te ci prova
e tu lo respingi e si sentirà stupido! - Penso di star parlando di me,
ora.
- Oh, ma che cuore. Ti interessa l’animo sensibile di un ragazzino di cui sai a malapena il nome e l’età? -
Ora davvero mi prudono le mani, lui mi prende in giro ed io davvero non ce la faccio più.
- Tu davvero te le cerchi, eh? - Seb allarga le braccia teatrale.
- Di cosa parli? Non capisco proprio che intendi! -
Quando fa così con gli occhi furbi che sono troppo espressivi con me, mi parte l’embolo.
Lui mi provoca, fa così perché vuole questo.
Ed allora diamoglielo.
Con una falcata gli
sono davanti e lo spingo contro la porta davanti cui è rimasto. Gli
prendo il colletto della maglia e lo stropiccio con uno scatto di
nervi, avvicino il viso al suo mentre mi appoggio al suo corpo,
bloccandolo.
Ma senti come si rilassa con me addosso, e senti come gli piace il mio inguine sul suo, senti qua.
Prima di pensarci la
mano dal colletto scende proprio fra di noi e scivola sul suo pacco,
glielo tocco per bene attraverso i jeans avvicinando le labbra alle
sue. Me le guarda soddisfatto carico di desiderio.
Le schiude, aspetta le
mie, gliele faccio respirare ma ancora non gliele do. La mano si occupa
della sua erezione che si fa sentire.
- Volevi questo, vero? - Le sue braccia abbandonate larghe lungo i fianchi, contro la porta.
Si lecca le labbra mentre fissa le mie con desiderio evidente.
- Mi piace vedere
quanto ti piaccio... - La mano stringe con cattiveria la sua erezione
facendogli male, lui si lamenta ma non mi respinge, io allento e
finisce che mi infilo dentro la cintola ed i boxer e lo raggiungo
direttamente sulla sua pelle calda e sensibile. Pulsa sotto la mia mano
e il lamento diventa sospiro e gemito, mentre mi viene incontro con la
testa perché vuole le mie labbra che gli faccio desiderare ancora un
po’ facendomi indietro.
- Dovrei lasciarti qua
ora sul più bello, te lo meriteresti. - Dico con una cattiveria che mi
tira fuori solo lui a questo mondo.
- Oh poi correresti
male tutto il giorno perché lo vuoi anche tu... - Dice prepotente e
megalomane, questo mi distrae perché rido incredulo del suo ego e così
mi morde il labbro inferiore che lo fa sempre impazzire.
Le sue mani finalmente
si muovono slacciandomi i jeans e si infila veloce come una saetta fra
le mie gambe, finendo per fare quel che già gli faccio io. Troviamo
subito il ritmo e gli lascio succhiare il mio labbro. Credo sia capace
di venire solo con questo, potrei non fargli toccare altro, potrei non
sfiorarlo nemmeno.
Desidera la mia bocca come nessuno.
Ad un certo punto
perdiamo il senso di noi stessi e del presente, ci ritroviamo solo a
gemere contro le nostre bocche, le mani che si muovono veloci su di noi
e finalmente veniamo cercando di non sporcarci.
Quando le lingue si intrecciano in un bacio, lentamente torniamo.
- Sei un maledetto. -
Concludo seccato. Lui ridacchia infilando le mani sulle mie chiappe e
stringendo coi jeans ormai mezzi calati.
- Mi ami per questo. - Penso di sì, non lo so bene perché lo amo.
- Se non la smetti di
far credere a quel ragazzino che ti piace, giuro che pratico
l’astinenza sessuale. E vedi che sono capace. - Perché con lui la carta
del ‘ci provo anche io con qualcun altro’ non vale. Nel senso, una
volta mi ha proposto di unirsi a me e a Max con cui avevo un po’
flirtato per ingelosirlo.
Lui d’altro canto è
molto amico con Dani e mi ha ripagato con una moneta simile. Insomma,
sono più io quello geloso. Ma da queste gelosie derivano anche grandi
nottate per cui non mi lamento molto. Ma nel caso di Dani e Max è
diverso, quei due se la intendono per cui diciamo che è relativa la
gelosia che ci scatenano.
Questo Charles qua è diverso. È giovane e cotto di Seb ed il suo probabile futuro compagno di scuderia.
Già lo so che li ucciderò.
Ma la bocca di Seb mi
fa dimenticare di cominciare ora, così niente. Va a finire che lo bacio
e che salto quando i nostri telefoni iniziano a suonare, probabilmente
mezzo mondo ci sta cercando.
Probabilmente, eh? Ora
esci di nascosto Lew, come un ladro, che altrimenti altro che Charles e
Seb, il tuo problema sarà un altro.
Giustificare che ci facevo qua dentro con lui.
E che vuoi che facevo? Mi facevo lui, insomma!