NOTE:
la fic si divide in due parti, parla di un’escursione di Lewis e Seb.
La cosa è nata mentre pensavo a cosa faranno nel tempo libero e vedendo
interviste ho scoperto che Seb ama le escursioni e si muove spesso in
bici ed in moto, ama la natura e vive in Svizzera in un posto
tranquillo ed isolato. Al che mi sono immaginata lui che si trascina
Lewis su per i monti in bici. Io odio la bici, ma faccio escursioni ed
uso il bastone della salvezza. So che Lewis è spericolato, ama tutti
gli sport movimentati, però mi serviva che facesse un po’ il me della
situazione, perchè sì, alcune scene descritte sono ispirate alla mia
vita. E la cosa delle maglie è un omaggio a chi lei sa. La seconda
parta fra qualche giorno. Baci Akane
NON SONO UNA PRINCIPESSA
1. BISBETICO
Scende dal mio Jeep
lamentandosi del tempo, della strada, dei moscerini ed io sorrido
mentre tiro giù le bici da montagna col signorino che fa la diva
imbronciata e si spruzza l’anti zanzare e anti zecche.
- Vedi che se mi prendo
qualche zecca ti faccio causa! Anche se così poi tutti sanno che
abbiamo fatto sta cosa insieme! Non potevamo andare via con il mio
yacht? Ci salivi di notte e nessuno vedeva! -
L’ha detto praticamente per tutto il tempo, è un treno che non fa fermate quando ci si mette.
Gli metto in testa il caschetto e glielo allaccio ridacchiando.
- Abbiamo detto che
faremo anche quello, ma ora la giornata era perfetta per questo. Non
puoi fare sempre le gite in montagna! Bisogna che non piova da un po’
in modo che il terreno sia asciutto, che ci sia il sole e che la
temperatura sia accettabile.
- E ti sembra ideale
questo caldo per muoversi? - Gli infilo gli occhiali da sole con un
ghigno e gli bacio la punta del naso che amo, come ogni altra cosa.
- Saliremo e la
temperatura poi sarà perfetta. Comunque la meta è un fiume che si apre
in una pozza d’acqua in un punto fresco ed isolato dove si starà
benissimo. -
Lew strizza gli occhi e si aggrotta scuotendo la testa.
- Ferma un attimo, saliremo? Cioè non solo in bici, ma anche in salita? - Gli faccio vedere la bici che ho portato per lui.
- Sono bici speciali
per la montagna e le salite. Però il dislivello non è stratosferico,
saliremo gradualmente. - Lew si copre la faccia melodrammatico.
- Ecco perché non potevo portare i cani, schiattavano! - Alzo le spalle ed annuisco ridendo mentre mi metto casco e occhiali.
- Si può fare anche a
piedi, ma è più lunga e faticosa, meglio in bici e poi fa bene, tempra
il corpo e l’aria pulita pulisce i polmoni! -
- Anche il mare ed il
sole! - Replica polemico. Io rido, gli do una pacca sulla spalla e
salgo sulla bici indicandogli di fare altrettanto mentre mi metto in
spalla lo zaino con tutto il necessario per la giornata. - E poi dà
qualcosa anche a me! Mica sono una principessa! Tu mi tratti sempre
come una dama da proteggere e salvare, ma guarda che so cavarmela da
solo anche meglio di te! Ti ricordo che in Ungheria tu tiravi pugni a
caso, io con due li ho sistemati! - alzo gli occhi al cielo sbuffando,
mentre mi pento di questa giornata a cui tenevo per fargli vedere come
passo io il tempo e come mi rigenero.
È nata così:
‘Cosa fai nel tempo libero visto che non fai feste?’
‘Sto con le mie figlie’
‘Sì ma tutti hanno bisogno di qualcosa di proprio, qualcosa che fanno per staccare...’
‘Beh, vado in bici in montagna’
‘E questo ti basta?!’
‘Se vieni con me ti faccio vedere perché mi basta.’
‘Solo se tu verrai con me sullo yacht a fare una giornata come dico io!’
‘Andata!’
Sorrido ripensandoci
mentre lo guardo con la mia maglia della Ferrari rubata l’altra volta
ed io invece ho la sua della Mercedes, così se ci vedono non passiamo
inosservati, no? Ma chi vuoi che venga? E poi chi crederebbe che io ho
la sua maglia e lui la mia? Penserebbero a due che gli somigliano!
Poi la magia di tutto
questo viene rovinata da lui che si lamenta sull’altezza della sella e
sul fatto che non ci sta comodo e dopo l’ennesima lamentale, entro in
modalità acida e commento:
- Certo che per non essere una principessa fai i capricci esattamente come una diva! -
E con questo prendo e parto mollandolo alle sue lamentele eterne.
Posso immaginarlo
mentre mi guarda col broncio incredulo, se mi giro torno indietro e
glielo bacio quello splendido broncio, per cui vado avanti e dopo un
po’ lo sento inseguirmi con un:
- Aspettami stronzo! - Che mi fa ridere.
L’andatura che teniamo è sufficiente per muoverci in sicurezza senza affaticarci troppo, e possiamo anche parlare insieme.
Dopo un po’ si è
calmato ed ha iniziato a dire che dovrei mettermi la crema solare anche
se siamo in montagna, trovo carino da parte sua che si preoccupi per me
anche se voglio essere io quello che si prende cura di lui. In questo
sono un uomo vecchio stampo, voglio essere io quello forte della
coppia, ma Lew non è di questo stile, il fatto che sia dolce e
sensibile e romantico non toglie che sia anche molto forte e sicuro di
sé e soprattutto che ami cavarsela.
Solo che mi sembra di amarlo meglio se lo curo. Ma questo non glielo dico perché mi rende un cavernicolo.
Dopo un po’ sparo
qualche battuta e lui si mette a ridere e niente, mi sento un imbecille
ad essere tanto felice solo per questo.
- Finalmente ti sei calmato, avevo paura che continuavi così tutto il tempo! - Commento dopo un po’ mentre pedalo insieme.
Lui ridacchia ancora:
- Mi conosci, all’inizio sono polemico, ma poi mi passa... -
- All’inizio?! -
- Va bene, per un po’, però mi è passata no? Vuoi che ricomincio? - Mi minaccia ed è il mio turno di ridere.
- Solo se poi mi paghi per sopportarti! - Commento ironico.
- Hai bisogno di soldi? - Chiede con lo stesso tono.
- No, infatti intendevo
in natura! - Ed è qua che torna a ridere ed io sto sempre meglio ogni
volta che lo fa. È come se il mio impegno più grande fosse questo, è
una cosa davvero strana e bella quella che mi succede. È il suono della
sua risata e poi che stia dietro a qualsiasi cagata che sparo e ne
spari a sua volta. È questo modo che abbiamo di stare insieme ed
interagire. Per me è vitale averlo accanto, ho fatto i salti mortali
per questa giornata insieme e sono felice d’averla avuta e non vedo
l’ora di fare quella nel suo yacht nonostante i rischi che corriamo
quando andiamo in giro con lui. Però sono felice, davvero felice. Ed
amo le mie figlie, sto bene con Hannah, ma darei tutto per poter avere
anche questa vita con lui.
Ce l’ho, non è che non
ce l’ho, però è un salto mortale ogni volta, bisogna impegnarsi molto
per riuscirci e far andare tutto bene. Ma ce la si fa, basta volerlo.
Correndo con le
macchine ho imparato che basta volerlo sul serio e alla fine la spunti.
E se non la spunti, almeno hai fatto tutto quello che potevi per
provare e fallisci senza rimpianti.
Ben presto la pedalata diventa impegnativa e così sapendo che il sentiero si stringe, lo avverto che vado avanti io.
- Perché tu? - Chiede polemico facendomi rallentare. Io ridendo rispondo:
- Perché conosco la strada! -
- Bella scusa! - Risponde come suo solito.
- Zitto e seguimi! -
- Sai che odio
seguirti! - Così dicendo fa uno scatto e mi supera con la bici
iniziando a correre, io rimango un attimo basito a vederlo che si mette
per primo nel percorso, ma poi mi riprendo e lo inseguo.
Da dietro, mentre il
sentiero inizia un po’ a salire senza esagerare, lo vedo mentre si
solleva dalla sella per mantenere la velocità e starmi davanti, così
sculetta inevitabilmente e faccio un sorrisino compiaciuto ammirando i
suoi pantaloni aderenti al punto giusto che mi mostrano ciò che ha in
dote.
- Sai che mi piace
superarti! - Esclama girandosi un istante, poi torna a farlo notando
probabilmente il mio sorrisino compiaciuto. - Perché sorridi? - Ed io
gli indico il suo sedere.
- Mi godo il panorama!
- Lewis si aggrotta senza capire visto che per il momento ci sono solo
alberi e niente di speciale da ammirare, poi realizza che intendo il
suo sedere e per poco non sbanda rischiando di cadere. - Ehi, vedi di
ammazzarti sai, che poi devo inventarmi una bella scusa per spiegare
come mai ho assistito alla morte accidentale di Lewis Hamilton con la
maglia della Ferrari nei monti della Svizzera! -
Commento in un misto
fra il divertito e l’acido. Lewis riprende il controllo e dopo un po’
vedendo che il sentiero si allarga, rallenta e si affianca a me
scuotendo la testa con aria da professorino.
- Sei proprio un
maniaco! Magari l’hai fatto apposta a dirmi di stare dietro perché
sapevi che sarei corso davanti! - In effetti ho pensato che l’avrebbe
fatto...
- Ma pensavo davvero
che era meglio se guidavo io la testa... - Rispondo poi mentre
rallentiamo prendendo un po’ fiato. Di tanto in tanto gli do occhiate,
lo vedo divertirsi e sorridere anche se forse la bici non è il suo
sport preferito.
Sono contento che gli
stia piacendo, ansima ovviamente, così come io, ma è così splendido
averlo qua con me mentre facciamo una cosa totalmente al di fuori delle
gare, mi sembra di essere in un sogno.
- Come se non so che in
realtà ti piace starmi dietro... - Penso che lui non lo intenda col
doppio senso che invece ci vedo io, ma glielo faccio ben notare subito.
- Oh puoi dirlo che mi
piace starti dietro... e poi anche dentro! - A questo punto Lewis non
evita un sasso enorme in mezzo al sentiero e per poco non si ribalta,
mette giù in tempo il piede finendo giù dalla bici ma almeno in piedi,
io freno e lo guardo scuotendo la testa.
- Davvero vedi di
ammazzarti eh? - commento perplesso e divertito insieme, Lewis a questo
punto riprende a lamentarsi mentre si assesta meglio sul terreno, a
cavallo della bici.
- Mi porti sulle
montagne russe e mi fai battute sconce e pensi che io voglio
ammazzarmi? Dì che è tutto un tuo piano per farmi fuori e vincere il
mondiale! - Capendo che sragiona, tiro fuori dallo zaino una bottiglia
di acqua fresca, la apro e gliela rifilo in mano ordinandogli:
- Bevi prima di far prendere troppo aria alla bocca! - Commento acido, nonostante io mi stia divertendo molto, lo ammetto.
Lewis alla fine beve e
si zittisce, di solito ci alterniamo, siamo entrambi polemici più o
meno allo stesso modo ma soprattutto ci piace avere sempre l’ultima
parola, per cui diciamo che non c’è pericolo di rimanere in silenzio.
- Quanto va avanti la
tortura? - Chiede poi restituendomi l’acqua da cui bevo anche io prima
di rimetterla via. Mi guardo intorno e poi cogliendo uno dei punto di
riferimento gli do qualche indicazione, così almeno il pilota conosce
un po’ meglio la pista. So quanto è snervante correre senza sapere dove
si va.
Lewis ora che sa quanto e dove andare, sembra più felice.
- Davvero non ti stai
divertendo? - Chiedo poi dopo che ripartiamo ad una velocità normale,
lui mi guarda sorpreso della domanda non capendo come mai gliela
faccia. - Sembri seccato... - Continuo con un piccolo broncio
dispiaciuto. Voglio che si diverta anche lui mentre facciamo quello che
mi piace, più che altro lo spero.
- Oh ma sai che io amo
lamentarmi e stressarti! Ma mi piace passare il tempo con te! - Lo
scruto con cura per capire se lo dica per compiacermi o se sia vero e
lui sorride ricambiando lo sguardo: - Sono serio! Ero felicissimo di
fare qualcosa di diverso dalle corse! Anche se in qualche modo io e te
riusciamo sempre a gareggiare... - A questo mi sento subito meglio, ci
tengo che sia una bella giornata anche per lui. Non so quante potremo
averne così e sapere che odia tutto questo sarebbe un peccato.
Stiamo un po’ in silenzio e poi riprende:
- Non immaginavo ci
tenessi. - Dice prendendomi alla sprovvista, odio scoprirmi e non ci ho
fatto caso d’avergli mostrato il fianco. Significa che mi sento proprio
a mio agio con lui e che va bene se mi mostro umano!
- Oh andiamo, sai che
amo dare un’idea di me, ma tu ormai dovresti conoscermi... non insisto
su qualcosa se non ci tengo. - Glielo dico spesso e lui ogni volta fa
quel sorriso. Quello intenerito e commosso, dietro gli occhiali scuri
lo percepisco molto chiaramente.
- E visto che su di me
insisti sempre un sacco, ci tieni! - Non rispondo a parole ma mi limito
ad aumentare l’andatura e a passargli davanti innescando una piccola
gara nell’ultimo pezzo rimasto, lui sorpreso ci mette un po’ ma ingrana
quasi subito e mentre sento la sua risata in mezzo agli insulti, mi
sento meglio perché sono più tranquillo.
Alla fine arriviamo al
capolinea oltre cui non si può continuare in bici, così mi fermo e lui
per poco non mi sbatte contro, mi insulta ancora ed io lo ignoro
scendendo e mettendola in parte, dallo zaino tiro fuori la catena più
lunga per legarle insieme.
- Adesso proseguiamo a
piedi, non è lontano il posto. - Dico poi mentre eseguo l’operazione ed
insieme alla catena lego anche i caschetti. Lewis si guarda intorno
dubbioso mentre si passa le mani fra i ricci fitti ed adorabili che si
ritrova, è ovviamente sudato ed è carinissimo anche così, anzi. Mi
lecco le labbra pregustandomi il riposo di dopo.
- É sicuro questo
posto? Troveremo tutto al ritorno? No perché non mi rallegra l’idea di
farla a piedi fino alla macchina. - Ed ecco che si lamenta di nuovo e
cessa tutto l’erotismo in un attimo, ma credo che più che altro gli
piaccia rimbeccarmi, è diverso dal lamentarsi. Che poi sia un po’
polemico è vero, ma mi piace sentire la sua voce che si lagna.
- Per chi mi prendi? È
il mio posto, ci vengo sempre per ricaricarmi. È il mio rifugio, se non
fosse sicuro non ci verrei. - Ed è vero, visto che mi piace isolarmi
spesso.
Lewis per un momento si
zittisce e mi stupisce che non mi chieda niente, così approfitto per
cercare due bastoni che trovo nelle vicinanze.
- Che fai? - Chiede mentre gliene metto in mano uno.
- È il bastone della salvezza! - Rispondo sicuro fermo davanti a lui, uno per me.
Lui sorpreso pensa che scherzo.
- Addirittura salvezza?
E dove dobbiamo andare? Fin qua non è mica stata difficile! - Lewis si
guarda intorno per capire dove potrebbe finire la passeggiata, ma io
dandogli una pacca sul braccio lo supero incamminandomi.
- Appunto. - E con questo criptico commento, prendo un sentiero che inizia a scendere di lato verso la fossa.
Lewis rimane fermo un secondo.
- S-Sicuro che sia quella la strada? -
- Sì perché? - chiedo senza fermarmi, mentre scendo giù facendogli largo.
- Perché a me non sembra nemmeno una strada, quella! - Commenta tremolante. Io rido e continuo spedito:
- Ora capisci perché il
bastone della salvezza? - E mentre lo uso per aiutare la mia discesa
sempre più ripida, lo sento sospirare e suo malgrado seguirmi.
La discesa non è facile
ed è ripida, si srotola per questa fossa all’interno della montagna,
per cui mentre in generale si sale, c’è questo posto dove puoi scendere
ripidamente fino ad arrivare ad un’oasi attraversata da questo fiume.
È un posto molto bello, dove in certi punti vedi anche piccole cascatelle formarsi, solo che è pericoloso. Tutto qua.
-S-Seb? - Mi chiama
tremolante, mi giro e lo vedo fermo qualche metro più in su che si
tiene con entrambe le mani al bastone e l’aria poco convinta. - Io
torno indietro, è stato bello ma adesso andiamo sulla barca! - Visto
che sembra proprio preso male mi metto anche a ridere ed in risposta
salgo di nuovo raggiungendolo e tendendogli la mano gli indico di
prenderla e venire:
- Dai, metti il piede lì, la difficoltà è solo mentale. Usa il bastone! -
- È anche fisica se
cado e mi rompo una gamba! - Commenta acido Lewis mentre prende la mano
stringendola forsennatamente. A questo scoppio a ridere facendogli
strada, sembra mi debba staccare la mano.
- Che cazzo ti ridi, stronzo? -
- Eri tu che dicevi che non sei una principessa? -
- Appena arriviamo giù
ti infilo questo bastone nel tuo buco più stretto e non per dritto ma
storto! - Ringhia suo malgrado seguendo i miei passi, usando sia il
bastone che tenendosi alla mia mano.
Non glielo dirò mai ma trovo questa cosa bellissima.
- Se vuoi fare l’attivo
sono disposto a provare il tuo bastone, ma per dritto e nel buco
giusto! - Commento poi facendolo ridere.
- Se quello è il premio per questa scalata allora va bene! -
- Beh tecnicamente è una discesa... -
- All’inferno! - Ogni
sua parola mi fa morire dal ridere e torno a chiedermi se anche a lui
piace tutto questo quanto piace a me.
Io e lui soli lontani
dalle piste, isolati dal mondo in mezzo alla natura, tenerci per mano,
lui nel mio rifugio speciale che impreca.
Non pensavo l’avrei mai
portato qua e nonostante si lamenti come una bisbetica, io sto amando
tutto di questa giornata. Specie la sua mano e la sua vocina bella che
mi insulta in mille modi diversi.
- Dai che ti rinforzi i
polpacci! - Lo sprono poi continuando a scendere per rocce anche
piuttosto scivolose e pezzi friabili di terriccio. Per poco non ci
ammazziamo insieme mentre scivoliamo contemporaneamente e sembra debba
staccarmi la mano, mi arriva praticamente addosso ed io riesco a fare
perno col bastone e a fermarci in tempo, così me lo ritrovo tutto
appoggiato a me.
- Vedi a cosa serve il bastone della salvezza? - Che in effetti ci ha salvato la vita!
Poi mi metto anche a ridere mentre lui brontola:
- Se sopravvivo a
questo ti pago delle sedute dallo psicoterapeuta, perché reputare tutto
questo rilassante ci vuole follia! - Sarebbe comico far sapere al mondo
come sono stati trovati morti Hamilton e Vettel. Mano nella mano, con
addosso le maglie sbagliate.
Ci penso e rido.
- Comunque i miei
polpacci non hanno niente che non vanno! - Riprende dalla battuta di
dieci minuti fa, ma tu guarda, non ne fa passare nemmeno una! È questo
che amo tanto di lui, azzanna la preda e non la molla!
- Sono un po’ sottili!
Hai delle gambine da principessa! - Ripeto questa parola perché mi
piace accostarla a lui e mi piace che poi se la prenda.
- E tu sei un principe
di merda visto che mi fai rischiare la vita così! E comunque queste
gambine da principessa possono prenderti fortemente a calci, sai? -
Ed alla fine niente,
alla fine si arriva e mentre si sta ancora lamentando contro le mie
idee insane di giornata insieme, io gli lascio la mano, mollo il
bastone ed allargo le braccia con aria trionfale.
- Benvenuto nel mio
mondo, principessa! - Lewis sta per insultarmi per la principessa, ma
poi si ferma per realizzare che siamo arrivati, i piedi sono sul
pianeggiante ed è ancora vivo, sebbene abbia il fiatone e sia
splendidamente sudato.
Ma la cosa migliore è
la sua faccia che osservo per bene quando vede dove siamo alla fine
della discesa all’inferno, come l’ha chiamata lui.
- Oh Dio, ma è bellissimo! - Esclama meravigliato.
- Eh sì! - Ma il mio
commento non è rivolto alla bellissima cascatella non troppo esagerata,
ma decisamente spettacolare che scende da un lato raccogliendosi ai
piedi della fossa per poi proseguire in un fiume che va dall’altra
parte in tante estetiche rapide fra massi e rami.
Il mio commento è rivolto al suo viso mentre si toglie gli occhiali e si passa la mano sui capelli ricci sudati arruffandoli.
Era proprio quello che volevo vedere.
- È questo il tuo
rifugio? - Chiede poi guardandomi. Io annuisco sorridendo orgoglioso di
avergli suscitato tutta questa meraviglia.
- Vale la fatica? -
Così lui smette di fare la principessa scorbutica e si avvicina
prendendomi il viso fra le mani con quest’aria così dolce di cui io non
ho mai abbastanza.
- Non lo so, la fatica
forse, la quasi morte ho i miei dubbi... - Dice poi scherzando com’è
nel nostro stile, io così gli pizzico i fianchi, lui ride scrollandosi
per schizzare via, ma io lo tengo stretto e non lo lascio andare. Alla
fine mi mette le mani sul petto e risale sul collo ancora un po’
sudato, ma mi tocca lo stesso e va sulla nuca.
Smette di ridere e si fa dolce come prima.
- È bellissimo, sono
felice di essere qua con te. - E ne sono schifosamente felice anche io,
e schifosamente sollevato. Ci tenevo da matti che gli piacesse. Ma non
glielo dirò, non serve.
- Bene. Il premio? -
Lewis mi bacia sorridendo divertito, le labbra si intrecciano alle mie
che apro e sento subito una leggerezza alla bocca dello stomaco mentre
posso perdermi nella sua morbidezza. Quanto amo le sue labbra carnose,
starei ore solo a succhiarle, poi anche le lingue si divertono insieme
e ci baciamo liberamente alla luce del giorno, all’aria aperta ed era
proprio quello che avevo sognato quando ho concepito questa giornata,
diventando matto per realizzarla.
Quando smettiamo di baciarci appoggiamo brevemente le fronti.
- Sono felice che ti
piaccia. Volevo condividerlo con te. - Questo mi scappa, lui fa un
sorriso dolce e va bene se mi sorride così. Scoprirmi ogni tanto non fa
male.
Lo bacio di nuovo e poi gli prendo la mano slacciandomi dal suo abbraccio.
- C’è una pozza ed una
radura con del terriccio comodo, ho portato un telo per sederci
comodi... - E di nuovo esce il mio lato super organizzato che pensa a
tutto, come quando mi ero ammalato ed ho pensato a tutte le misure di
sicurezza.
Lewis si fa tirare con
la mano mentre lo porto più in là e se ne sta un po’ zitto ad ammirare
il posto e probabilmente, come me, ad assaporare questo momento
speciale insieme. Conoscendolo, sentimentale com’è, si è commosso e sta
cercando di nasconderlo. Perché so com’è fatto e così gli lascio il
tempo di assorbire il colpo.
Per oggi saremo felici, solo felici. Ed uno dell’altro, completamente.