3. SPONTANEO
I propri costumi parlano per chi li indossa, è sempre stato così.
Lo guardo mentre si
mette il suo e faccio un sorrisino perché poi troverò un momento
perfetto anche per saltargli addosso o magari faccio in modo che sia
lui a saltarmi addosso...
Comunque dicevo i costumi parlano per i proprietari.
Io indosso quelli
larghi e comodi a pantaloncino perché sono ben dotato e non mi sta
dentro quelli piccoli a mutandina o stretti.
E poi so che mi guardano anche così, non ho bisogno di mettermi in mostra per essere ammirato.
Seb indossa uno a
mutanda aderente ed è bianco e per un momento mi viene un colpo quando
lo guardo e da lì derivava il mio pensiero.
- Cazzo Seb non lasci
niente all’immaginazione! - Esclamo seccato fissandolo. Lui ammira il
mio rosso e fa un sorrisino divertito.
- L’ho preso apposta
per esibirlo con te, pensavo di farti felice! - Risponde pronto. Sì
figurati se è così, il solito paraculo.
- Certo come no. Vuoi dirmi che di solito non vai in giro al mare così? -
Seb ridacchia mettendosi davanti a me con le mani ai fianchi e bello dritto praticamente nudo. Un sorriso da schiaffoni.
- Di norma non vado al mare per niente, ma se capita che indosso un costume non è questo. Uso dei pantaloncini. -
- Ma comunque aderenti!
- Premo su questo. - E poi so che adori il bianco! - Perché io adoro il
rosso. Perché sono i rispettivi colori uno dell’altro. Perché siamo
deficienti probabilmente. O solo tanto tanto tanto innamorati.
- Cosa c’entra che sono bianchi? - Chiede senza capire. Io indurisco stizzito le labbra e con un tono scocciato rispondo:
- C’entra perché il bianco quando lo bagni mostra tutto. - Ed è qua che scoppia a ridere gettando la testa all’indietro.
- Oh ma guarda sei
geloso! Ma di chi, qua non c’è nessuno! Io mi sono conciato così solo
per te! - La faccia da damerino, ma guarda come se la gode lo stronzo.
Sbuffo e mi giro prendendo la croma ed inizio a spruzzargliela addosso.
- Che fai ora? - Chiede vedendo che intendo cambiare argomento.
- Quello che non fai
tu! - Esclamo sempre seccato iniziando a spalmarlo con le mani, parto
dalle spalle e scendo sulle braccia che mi protende collaborando da
bravo bambino.
- Lo vedo, ma perché lo fai tu? -
- Perché tu non lo fai! - Ma che risposte geniali.
- Pensi che riusciamo a
smettere di dire ovvietà? - sta ridendo così finisco per ridere anche
se volevo fargli il muso più a lungo. Ma che cazzo ha, come fa a farmi
fare tutto quel che vuole?
Alla fine gli spalmo i pettorali e la pancia che non è molto scolpita come la mia, anzi per niente.
Cioè ha un fisico
perfetto dal punto di vista della proporzione e quelle cose lì, ma non
fa palestra e non è tonico come me. Ma io amo il suo corpo liscio ed
elastico, ci penso io ad essere tonico per tutti e due.
- Davvero non ti piace
il mio costumino bianco? - Chiede poi piano piano chinando la testa di
lato per fare breccia nel mio cuore, ma lo ha già fatto prima ancora di
salire con me sul mio yacht.
- Stupido. Certo che mi
piace. È che mi piace troppo! Non vorrei finire per trombare con te e
basta, no? - Lo dico chiaro e tondo anche se non era questo il motivo,
cioè sono stato effettivamente geloso ma è anche vero che qua non ha
senso esserlo.
Lo faccio girare e continuo a spruzzare sulla schiena e a spalmarlo. Lui si fa fare docile.
- E non c’entra che invece hai davvero creduto che lo indosso anche in mezzo agli altri? - Sospiro insofferente.
- Vuoi davvero sentirtelo dire? - So dove vuole andare a parare con questo terzo grado. Gira la testa verso di me.
- Dipende da cosa! - E
così gli spruzzo la crema sulla faccia cadaverica e bruscamente, mentre
lui chiude gli occhi ed arriccia il naso, ribatto scocciato:
- Ero geloso, ti
immaginavo con questo in mezzo agli altri! - Seb finalmente ride ed io
mi accovaccio dietro di lui spruzzando anche dietro le sue cosce e le
ginocchia. Lui si perde il fatto che sono giù davanti al suo sedere che
davvero non mi lascia niente all’immaginazione, si sta spalmando la
crema nel viso così non se ne rende conto.
Ma se ne rende ben
quando lo giro e spruzzo sulle cosce e sulle ginocchia per avanti.
Improvvisamente sta zitto e così alzo lo sguardo, lui mi sta guardando
con le braccia aperte, sospese, e fissa giù verso di me. Ha un’aria che
è tutto un programma ed io ridacchio mentre massaggio con calma e cura
e sensualità le cosce risalendo su verso il suo inguine coperto davvero
per poco da questo ridicolo costumino. Solo lui poteva mettere una cosa
del genere.
I costumi parlano
per chi li indossa. Questo dice che è un idiota perché lui non è
esibizionista in realtà e non si piace particolarmente, ma non gliene
importa nemmeno. Non indosserebbe mai niente di appariscente, se lo fa
è solo per me sul serio. Perché pensa che così piace a me.
E non ha torto. Osservo
bene il suo pacco coperto davvero di poco e mi lecco le labbra mentre
penso che potrei fare un preliminare prima del sesso che faremo più
tardi.
Ok, continuo a programmare tutto, mi ero ripromesso di non farlo.
Ci sto pensando proprio
ora quando lui prende l’iniziativa al mio posto e mi toglie
dall’impaccio perché mentre sto massaggiando tutt’intorno al suo
costume fissando intensamente la forma del suo pene per il momento a
riposo, lui infila due dita, lo afferra e lo tira fuori accarezzandomi
il viso che è anche più vicino di quel che immaginassi.
Trattengo il fiato, sollevo brevemente lo sguardo e lui ha un’aria famelica e forse è uguale alla mia, ora.
Mi fissa dall’alto e
sembra una sorta di padrone in comando, non lo so descrivere ma ho giù
un’ondata di eccitazione che mi fa impazzire.
Fermo le mani, lui
continua a carezzarmi con la sua punta intorno alle labbra, scende sul
mento ed io apro la bocca, tiro fuori la lingua ed aspetto che gli vada
di posarmelo lì, perché ora sono pronto se lo desidera.
Non me ne accorgo di
avere avuto un atteggiamento da dominato, ma lui sta facendo il
dominatore e non pensavo minimamente che dopo l’esperienza traumatica
di Nico potesse piacermi questa cosa.
Ma fanculo se mi piace.
Infilo la mano nel mio
comodo costume largo ed inizio a massaggiarmi mentre lui compiaciuto
appoggia il suo membro sulla mia calda lingua umida.
In breve glielo lecco
tutto fino ad avvolgerlo e stringerlo, lui muove il bacino nella mia
bocca, la mano sulla mia nuca, mi carezza i capelli ricci e neri
arruffati ed è un’altro gesto da dominatore. È che lo sta facendo in
modo lieve ma deciso, di quelli che eccitano senza sconvolgere. Non
esagera. È così naturale, così erotico.
E niente, i preliminari ci esplodono così senza preavviso. Uno nella mia mano, l’altro nella mia bocca.
Anche questo ci mettiamo a fare.
Lui si ferma ansimante
e sconvolto quanto lo sono io, eccitati, accaldati. Ci osserviamo, io
da giù, lui da su. Cerca di capire se vada tutto bene, di solito si
separa un momento prima, questa volta è andato fino in fondo ed io l’ho
tenuto e voluto eccome.
Sorrido da giù mentre mi asciugo la bocca con il polso e faccio l’occhiolino malizioso indicando che va tutto bene.
- Vai fuori intanto e
rilassati, ti raggiungo subito. - mi alzo in piedi e gli mostro che
sono venuto ed ho la mano sporca, così capendo che voglio darmi una
sistemata e pulire, mi bacia senza dire nulla ed anche questa cosa è
molto erotica. Non lo so, non ha detto nemmeno mezza parola.
Sarà una giornata davvero lunghissima e stupenda.
Lui sale per gli
scalini che gli permettono di andare sul ponte esterno che ricopre la
prua, dove di solito ci si mette a prendere il sole per intenderci.
Io sospiro e mi faccio aria con la mano pulita, shoccato ed eccitato.
È stato a dir poco meraviglioso e se tanto mi dà tanto voglio il resto!
Ma come dice lui!
Giuro che non
programmerò più niente, lascerò che gli venga su a lui la voglia e
semplicemente lo asseconderò. No perché in effetti magari a volte fa
dei danni assurdi, ma altre... cioè, ne vale la pena!
Mi sciacquo per bene
mani e viso e mi rinfresco anche il petto ed il collo perché mi ha
distrutto gli ormoni, adesso sono così in subbuglio mentre ho in mente
il Seb dominatore, ma quel dominatore che va bene, che non esagera, che
non spaventa.
Respira Lewis, respira.
Rimango appoggiato al
lavandino mentre cerco di ritornare in me, ma non è facile, mi sciacquo
anche la bocca. Anche questo è stato eccitante e non sconvolgente o
schifoso.
Ricordo quando mi obbligava Nico ad ingoiare, avevo conati di vomito perché non volevo, era lui che voleva.
Anche lui comandava, ma era prepotenza la sua.
Quello che ha fatto Seb è stato così spontaneo che ero il primo a volere ogni cosa.
Sarà meglio che mi distraggo.
Mi giro a sbirciarlo sul ponte esterno che ricopre la punta del mio yacht, è steso al sole, sembra una mozzarellina.
Ma guarda come si mimetizza sul bianco del mio yacht.
Ridacchio pensando che la crema protezione 50 che gli ho preso non gli basterà, ma gliela metterò venti volte, non si scotterà.
Ma guarda come se ne sta steso a crogiolarsi tranquillo e beato. Si gode l’orgasmo del resto. Tipico degli uomini.
Una sborrata e sono felici, lui poi che è tranquillo di natura...
Mica penserà che la giornata sul mio yacht sarà così e basta, spero. Lo uccido insomma!
Guarda guarda, secondo me dorme.
Eh no caro, col cazzo che si dorme e si sta così smorti.
Lo senti il silenzio? La senti la pace?
Ricordatela che ora...
E con un sorrisino
divertito mi infilo i miei fedelissimi occhiali da sole tondi, mi ficco
un cappellino in testa al contrario, uno glielo prendo per lui, poi
dall’impianto installato nello yacht faccio partire la playlist dance e
dopo aver alzato abbastanza da sentire bene anche fuori ma senza
coprire troppo le nostre voci, saltello fuori ballando a suon di
Getting over you di David Guetta, Chris Willis e Fergie. Una di quelle
canzoni house che puoi solo saltellare. E saltello mentre lo raggiungo.
E rido perché nel farlo
la barca, come la chiama lui, si muove, non in modo così incredibile
perché è davvero enorme e ci vuole un’orda di energumeni che saltano
per dare il senso di ribaltamento, ma da che era tutto immobile a che
si muovicchia un po’.
E rido perché lui
spalanca gambe e braccia e sicuramente gli occhi, impallidisce e gira
la testa verso di me in tempo per vedermi con le braccia alzate ed un
gran sorriso super felice saltellare verso di lui, con la musica tunz
tunz che spezza il magico silenzio del mare.
- Sei... sei impazzito,
vuoi che annego? - Così scoppio a ridere e mi tuffo su di lui
ricoprendolo come se fossimo in acqua, questo lo fa ululare di dolore
perché penso di avergli affondato la spalla sullo stomaco, poi lo
mordicchio nel fianco che sa di crema mentre continua a lamentarsi e
gridare.
- AOH MA LEW COSA
AVEVA IL MIO SPERMA CHE SEI IMPAZZITO! COSÌ CADIAMO! - Non è vero è
impossibile perché è molto stabile anche se si muove un pochino, ma per
uno che ha fobie strane che non capisco nemmeno io, può essere un
problema se non mi fermo. Ma non mi fermerò ovviamente.
- Prima che cadiamo ce
ne passa! - Dico risalendo per dritto sul suo corpo, rimanendogli steso
sopra come se fosse un comodo materasso.
- Sei sicuro? - Chiede
mentre mi acchiappa il culo, un posto a caso dove afferrarmi eh? Faccio
un sorrisino malizioso mentre mi sistemo gli occhiali sul naso che si
erano storti con l’attacco, la canzone prosegue per i fatti suoi e va
verso la fine, le mie mani sul suo petto che ansima per la sorpresa e
la mezza lotta a cui non ha partecipato per paura di cadere, così mi
allungo per prendere il secondo cappellino che ho buttato qua vicino
per lui.
Glielo infilo storto perché altrimenti la visiera ci dà fastidio ed essendo steso non può stare nemmeno per dietro.
- Se non penso io a te
tu oggi finiresti fritto. - Commento trionfante, lui finalmente sorride
e sembra dimenticare la paura dello yacht più grande del mondo che non
potrebbe mai ribaltarsi solo perché ci saltello sopra.
Non è il più grande, ma è comunque molto grande.
- Sei il mio salvatore! - Commenta divertito, così lo calmo.
- Prima che ci
ribaltiamo dobbiamo farne di salti. E dovremmo essere in 100 a saltare
in quel modo, tutti da un lato. Forse, e dico forse, si ribalterebbe. -
Lo rassicuro perché so che anche se sono assurde le sue paure, sono pur
sempre tali.
Le sue mani restano appollaiate sulle mie chiappe rotonde e sode e ironico ribatte:
- Ma tu pensi di proteggermi dal sole col tuo corpo? -
- Per te mi
butterei sulle braci ardenti! - Rispondo divertito, ridiamo insieme e
sappiamo tutti e due che lo farei e che per noi è più facile dirci le
cose serie scherzando.
- Allora poi
toccherebbe a me curarti! - Dice sempre con una punta di divertimento
nella voce e nell’angolo della bocca piegata all’insù. Attraverso gli
occhiali scuri non vedo i suoi occhi azzurri ma li immagino.
- Sarebbe interessante
vederti come infermiere personale! - Non l’ha mai propriamente fatto ma
a modo suo si è sempre preso cura di me, in quei modi che devi saper
cogliere, ma l’ha fatto.
- Sempre a tua
disposizione! - a queste sue parole ironiche mi torna in mente la sua
versione di dominatore di prima e mi eccito di nuovo, sollevo i piedi
all’indietro ed inizio a dondolarli per aria a ritmo della canzone di
Rihanna, sempre movimentata ed allegra.
- Beh più che tu a mia
disposizione mi pare che prima tu mi abbia voluto alla tua di
disposizione... - Dico malizioso, Seb inarca le sopracciglia per capire
a cosa mi riferisco ed io mi mordo la bocca come quando sono eccitato,
lui con il consueto secondo treno capisce e si mette a carezzarmi
sensualmente la schiena ricoprendomi di brividi.
- Dici quando mi ha
fatto impazzire l’idea di te ai miei piedi? - Dice con mezzo scherzo e
mezzo eccitazione nella voce. Mi mordo ancora le labbra.
- Sei stato molto
spontaneo e naturale e per niente eccessivo. Mi è piaciuto da matti. -
In risposta mi bacia con una sorprendente dolcezza mentre l’erotismo
che si era affacciato di nuovo, si placa.
- Non l’ho programmato.
- Ridacchio, lui mi ribacia ancora ridendo a sua volta. - Voglio dire
che è venuto così e basta, mi hai fatto uscire di testa ma non voglio
esagerare o ricordarti cose che sappiamo. - È sempre molto attento alla
questione Nico, sa che è un segno indelebile che non andrà mai via, è
così dolce a modo suo che se ne renda conto.
- Non sei stato nemmeno
lontanamente come lui. - Lo rassicuro subito togliendomi gli occhiali e
togliendo i suoi. Finalmente i nostri occhi si incontrano seri e senza
lenti scure di mezzo, mi faccio rigenerare dal suo colore che al mare e
sotto il sole è ancora più meraviglioso.
- Sicuro? Sai io sono
impulsivo, se prendo brutte pieghe ammazzami piuttosto. Non devi
sopportare mai più niente, me lo prometti? - questo momento di dolcezza
e attenzione è forse ancora più dolce di quando ci siamo detti che ci
amiamo.
anzi, di sicuro.
Sorrido teneramente e gli vado incontro, lo bacio lieve per poi, sulle sue labbra, rispondere:
- No tesoro, non devi
nemmeno pensare che io sopporti qualcosa con te. Con te non è
sopportare. Se proprio non ce la faccio ti annego, come hai visto
prima. - Con questa sparata che è di solito quello che direbbe lui,
sorride sollevato e così riprendo a baciarlo, azione che faremo per i
prossimi indefiniti ma lunghissimi minuti!
La musica va a spezzare
un’armonia che però per noi è sempre presente e per tutto oggi sono
sicuro che resterà. Oggi e, spero davvero, sempre.