4. SOLO PER FARSI PERDONARE
Dopo un po’ io bollo ed anche lui, ma sembra così felice e beato che non capisco nemmeno se dorme davvero o no.
Mi sollevo sul gomito e
cerco di capirlo, gli sventolo la mano davanti al viso e non dà proprio
cenni di vita, così mi preoccupo perché potrebbe anche bruciarsi
davvero, insomma, è da un po’ che siamo qua al sole, la crema sarà da
rimettere.
Io sono bollente e sudo come un caprone e anche lui è ammollo.
Se non faccio qualcosa cucino lui e non serve che accenda il fornello.
Mi mordo la bocca e
soppeso i diversi modi in cui posso provvedere al suo sostentamento
vitale e molti me ne passano per la mente. Alcuni sono dolci altri
maiali. Ma poi arriva questo e la mia faccia dubbiosa si apre in un bel
sorrisone.
Così mi tolgo occhiali
e cappello, poi silenzioso e leggero come una pantera mi alzo, percorro
i vari piani per arrivare al retro, dove c’è la pedana a diretto
contatto con il mare, riempio un secchio di acqua poi torno su,
attraverso lo yacht che non è nemmeno piccolo, torno sulla punta dove è
ancora addormentato mentre gli facevo i grattini sulla pancia e con un
gran sorriso da bastardo gli lancio tutto il secchio d’acqua addosso.
Ma proprio tutto tutto.
Seb lancia un urlo non
da poco, si distingue chiaramente il famoso merda in tedesco. A questo
punto mollo il secchio e mi tuffo facendo un urlo acuto divertito e mi
immergo nel mare fresco che mi dà un gran bel sollievo.
Quando riemergo rido
già, Seb sta ancora imprecando, si affaccia e mi guarda senza più
cappellino ed occhiali, per merito mio ora è bagnato d’acqua e non di
sudore e la sua temperatura corporea si è sicuramente ristabilita.
- Sei impazzito? -
Chiede come se non lo sapesse da solo.
Gli tiro dell’acqua che non gli arriva perché non è mica piccolo il mio yacht e non sono minimamente pentito, figurati:
- Se non ci penso io tu ti sciogli e poi chi mi tromba dopo? -
Seb rimane ancora un po’ su a fissarmi incredulo che io abbia osato, poi mani ai fianchi alza il mento.
- Sì, ma lo sai che
sono vendicativo ed esagerato, vero? - Solo ora me lo ricordo in
realtà, ma con una gran bella faccia tosta rispondo alzando le mani
fuori dall’acqua provocandolo a raggiungermi.
- Avanti fammi vedere
di cosa sei capace! Tanto so che se nessuno ti spinge non ti butti in
acqua! È profonda che ti cred- Ma non finisco la frase che lui si tuffa
di testa ed è anche un bel tuffo perfetto che alza pochi schizzi.
Finisce poco più in là ed io sono ancora inebetito a fissare l’acqua
che se l’è inghiottito come se fosse un tuffatore olimpico, quando mi
sento afferrare la caviglia da sotto e tirare con forza.
Finisco giù prima
ancora di pensare qualcosa, ancora shoccato. E ovviamente non ha
intenzione di lasciarmi per farmi risalire, si avvinghia a me e mi
tiene giù, forse mi ucciderà ma so che non lo farebbe mai e sono
abbastanza tranquillo. Cerco di liberarmi e lottiamo sott’acqua. Non
capisco come facciamo a trasformare tutto in una lotta, ma se fossimo
compagni di team sarebbe un peccato per questo.
Amiamo combattere e lo
facciamo finché mi sembra che a momenti sverrò. A quel punto il genio
mi lascia uno di quei morsi sull’altra chiappa che penso mi stacchi la
carne, infatti stringe, gira e tira. E niente, urlo sott’acqua
bevendone anche un bel po’, così mi lascia e risalgo tossendo e
sputando.
Quando riemerge sono cianotico, credo, e mi sento davvero più di là che di qua, ho il cuore in gola.
Lo guardo male per
mille motivi e non so nemmeno da dove iniziare, ma lui nemmeno è un po’
pentito, inarca le sopracciglia e mi guarda provocatorio:
- Che c’è? Ti avevo detto che sono vendicativo ed esagerato! -
- Alla faccia
dell’esagerato! - Tossisco. - Cercare di uccidermi è un po’ più che
esagerato! - Tossisco ancora mentre rimango a galla, ma lui mi fa
l’occhiolino e ridacchia per niente pentito, dopo di che si mette a
nuotare intorno alla barca, così come niente fosse.
Ora io dico.
Chi è questo e che ne è stato del Seb che aveva paura di affondare?
È successo qualcosa sotto il sole che non so?
Magari è un vampiro al contrario, si trasforma col sole in un essere acquatico?
Dopo il primo giro io
sono ancora qua che cerco di ristabilire l’apporto di ossigeno, senza
considerare che la chiappa azzannata mi fa un male bestiale e quella di
stanotte mi era appena tornata normale, ma lui si mette a venirmi
incontro andando giù a filo d’acqua, tiene su una mano sulla testa a mo
di pinna e fa lo squalo. Capisco che se non mi muovo da qua replica il
morso e visto che non penso di potermi sedere finché campo,
istintivamente gli do una pedata sulla testa, con questo mi do la
spinta, mi giro e mi metto a nuotare ripercorrendo la sua scia.
insomma, non so quanto
bisogna essere idioti per rincorrersi nuotando intorno allo yacht, con
il tuo ragazzo scemo che fa lo squalo cercando di afferrarti e morderti
ancora, ma io vorrei proprio capire quando è diventato imbecille.
Ci è nato così oppure
la troppa adrenalina lo ha rimbecillito? Alla fine non avendo più fiato
ma al contrario venendomi un crampo proprio alla chiappa morsa, mi
fermo e mi prendo alla pedana dove spero di poter risalire, ma lui mi
acchiappa da dietro, mi circonda la vita con un braccio, con l’altro si
prende alla pedana come me e proprio mentre mi preparo ad un altro
morso, finisce che mi bacia tutto il collo e la faccia. Così sorpreso
mi rilasso contro di lui massaggiandomi comunque il culo che davvero
non tornerà mai più come prima.
- Hai triple personalità? - Chiedo ansimante e ancora dolorante sebbene i suoi baci mi piacciono.
- Perché? - Ha il coraggio di chiedermi. Mi giro e lo guardo.
- Sei mica scemo? - Lui
ride e rimane attaccato dietro di me. - Intanto ti tuffi come uno da
medaglia d’oro e poi non hai paura dell’acqua! Stanotte hai fatto una
vita assurda, pensavo avessi paura del mare! E poi mi stavi per
staccare la chiappa con quel morso! Scordati che ti do il culo dopo! -
Questa mi esce senza pensarla prima e lui di tutto quello che ho detto
rimane su questa, infatti mi infila la mano sotto il mio comodo costume
largo invece di controllare in che stato è la mia chiappa ora doppia,
infila il dito dentro.
- Vogliamo vedere se
non me lo dai? - Così lo fisso sgranando gli occhi sgusciando via da
lui, gli do una gomitata allo sterno e mi libero salendo di corsa sulla
pedana.
- Tu sei matto, è
ufficiale! - poi zoppicando salgo verso gli altri piani dello yacht,
inseguito da lui e dalla sua risata che sembra per niente intenzionato
a mollarmi.
Non è normale, per niente.
- Avanti! - Comincia a
fare, io vado dritto dove eravamo prima, recupero occhiali e cappellino
e torno giù ed in tutto questo lui mi segue cercando di convincermi a
non fargli il muso.
Ma come faccio se non chiude quella boccaccia?
- Lew dai, giocavamo! Sai che sono vendicativo! Sei tu che hai svegliato lo squalo! -
- Di solito è il cane!
- Lui mi fissa trionfante e realizzo che sono caduto nella sua
trappola, sollevo gli occhi al cielo maledicendomi perché dovevo
tenergli il muso ancora un po’, così mi siedo tutto storto sulla parte
che non mi fa male, sono sul divano ad elle davanti alla piscina
idromassaggio che ha dato inizio ad ogni cosa, alzo le gambe sul bordo
e faccio finta di non vederlo.
Purtroppo per le mie
intenzioni dalle casse potenti del mio impianto stereo, si leva Enrique
Iglesia e non che lui sia bravo a ballare, ma è proprio per questo che
mi metto a guardarlo.
Perché lo scemo si
mette a ballare. Lo fa davanti a me, mi tira giù un piede dal bordo per
allargarmi le gambe e piazzarsi in mezzo, così si mette a dondolarsi su
un piede e sull’altro, a sculettare e girarmi davanti fino a che io non
riesco ad avercela con lui per molto.
Come fa? Come diavolo ci riesce?
Dovevo rimanere arrabbiato per fargli capire che non può staccarmi il culo a morsi ogni volta che gli gira.
Ok, io lo conosco e me
la sono cercata, ma lui davvero... però poi mi piace quel che vedo, lui
ed il suo cazzo di costumino piccolo che mi mostra tutto quanto specie
ora che è bagnato.
E lo stupidello si
strofina il suo pacco che comunque si vede bene e non si deve impegnare
molto per ballare, gli basta ancheggiarmi davanti e avvicinare il
bacino in queste condizioni. Il resto è la voce di Enrique.
Sto giusto per
afferrargli il costume e stracciarglielo via, ma lui sempre dondolando
si inginocchia per terra davanti a me e infila la mano sulla coscia,
sotto la gamba larga del costume. Arriva alla mia erezione che rimane
arrabbiata per poco.
Mi mordo la bocca e
scuoto la testa, so che gli occhiali scuri mi mascherano un po’ e mi
danno un’aria particolarmente erotica se voglio.
E a lui fanno impazzire.
Rimango composto per un
po’ fino a che la sua mano schiaccia e massaggia piuttosto bene il mio
pene considerando da dove lo fa. E come mi guarda da sotto.
Lo sapevo che finiva così.
Scuoto la testa,
ridacchio ed alzo il sedere di un po’ per togliermi da solo il costume
per permettergli di arrivare bene al mio gioiello e lui non ha gli
occhiali scuri, ora.
Mi mostra come gli brillano gli occhi quando lo vede libero e alla sua mercede.
So quanto lo adora, non so, penso che Seb abbia un’adorazione per il mio cazzo.
E penso proprio che ora
abbia le fisse per tutti quelli scuri, me l’ha detto una volta che nei
suoi sogni erotici ci sono solo piselli neri belli come il mio.
Testuali parole ovviamente.
Fanculo senti come mi fa diventare volgare lo stronzo vendicativo.
Lui ed il suo sguardo erotico adorante e da cacciatore insieme, come fa ad esprimere tante cose uno sguardo?
Ma la sua mano prima e la sua lingua che lecca la mia coscia dopo fino a giocare con tutto il linguine mi fa morire.
E se non si sbriga a leccarmi anche il resto io penso che non ce la faccio, stavolta.
Mi succhio il labbro
fino a che finalmente arriva sulla mia punta, tiene il mio membro con
decisione in mano e strofina, sta diventando già grande. La sua lingua
si ferma prima di toccare la mia punta ed io lo guardo trattenendo il
fiato, apro la bocca io stesso come se dovessi succhiare il suo,
estremamente partecipe.
Ma Seb pensa di rimirarsi il suo migliore amico.
- Mi perdoni? - chiede
ora mentre mi viene una grandissima voglia di tirargli una testata. Ma
poi non avrei la sua bocca sul mio cazzo e così seccato gli prendo la
nuca con una mano e l’attiro a me cancellando la brevissima distanza
che era rimasta fra noi.
- Vedi di meritarti il
mio perdono! - Con questo praticamente glielo appiccico in bocca, ma
lui ridacchiando non si rifiuta, tira fuori di nuovo la lingua e questa
volta non si ferma, aderisce e inizia a leccare.
Getto subito la testa
all’indietro sospirando, la mano scivola sul collo e lo carezzo ancora
un po’ distrattamente incitandolo, ma non ha bisogno di incitamenti
perché in realtà lo desiderava da matti anche lui averlo in bocca.
In poco non sono più
qua, mi porta via in un orgasmo davvero sentito e mi chiedo per stasera
cosa rimarrà di noi se continuiamo così!
Magari il mio pene è il suo punto debole, ma lui che me lo succhia è il mio, probabilmente.
O forse lo è il modo in
cui mi desidera, come mi fa sentire quando mi dimostra che mi vuole da
matti, quando mi corteggia, quando si illumina per me.
Mi adora, non ci sono dubbi.
E sono sicuro che nessuno mai mi ha guardato come mi guarda lui né mi ha mai fatto sentire come mi fa sentire lui.
Gli strattono la nuca e
gli vengo vicino, evitando di farglielo in bocca. Lui mi guarda
sorpreso rimanendo seduto sui polpacci davanti a me, le mie braccia
larghe abbandonate sui lati del divano, la testa all’indietro, ancora
ansimante e realizzato.
- Potevi venirmi in bocca. - Così mi copro la faccia con le braccia in una seconda ondata di panico.
- Oddio non dirmi
queste cose che mi torna la voglia! - È una cosa da uomini. L’idea di
venire in bocca al partner è una sorta di tabù, non ho idea del motivo
per cui piaccia tanto. Però so che è così.
Seb ride e si alza a
sedermi vicino, mi circonda con un braccio ed io mi accoccolo mentre mi
tiro su il costume che avevo abbassato solo di quel che bastava,
nascondo il viso contro il suo collo glielo bacio, sono ancora nella
pace dei sensi.
- Allora mi hai
perdonato? - Chiede divertito, non penso che abbia un freno, non credo
ci sia un interruttore per farlo smettere, sinceramente. Non sa stare
serio, non può. E mi va bene così, oggi è perfetto.
- Solo se dopo ti
prendi le lezioni di ballo! - Rispondo pronto ricordando i suoi
movimenti che beh... potevano venire fuori meglio!
Seb scoppia a ridere e mi bacia la fronte mentre dice cagate.
- Se l’insegnante sei
tu prendo qualunque cosa! - L’allusione al farmi fare l’attivo non è
per niente velata ed io mi giro tutto verso di lui mettendo le gambe di
sbieco sulle sue, ridendo forte contro di lui.
- Hai una malattia per il mio cazzo! - Perché so che è tutto lì il punto.
- Che c’entra, io sono
malato di tutto di te! - Questo è vero ed è molto carino da parte sua.
Alzo la testa e lo guardo, ci perdiamo un momento nei nostri occhi, lui
amerà i miei, dice che sono dolci, ma io stravedo per i suoi, così
limpidi.
- Sei molto carino
anche se dici cazzate. - Perché nel suo caso dietro ogni cazzata ci
sono cose carine. Lui sorride e prima di baciarmi aspetta la risposta
alla sua proposta velata. Piego la testa di lato con una piccola
smorfietta.
- Sai, ti dirò la
verità. Mi è piaciuto quando mi dominavi prima... - E così arrossisco
realizzando cosa ho detto, cosa che lo fa impazzire perché mi circonda
la testa col braccio che tiene intorno alle mie spalle e mi attira
completamente a sé stringendomi.
- Cazzo, sono in tuo
potere, mi puoi far fare tutto quello che vuoi con quegli occhioni! -
Stavo per dire la stessa cosa, ma preferisco le nostre bocche fuse
insieme ed un’altra bellissima sessione di baci.
Io oggi non voglio che finisca più.
Può durare per sempre l’oggi?
Beh non può lamentarsi
visto che l ‘ho ampiamente accontentato quando ho cucinato per lui
ballando in costume, questa volta l’ho usato perché mi serviva una mano
così gli davo gli ordini, apri questo barattolo, sgocciola quest’altro,
stai fermo lì che mi struscio su di te.
È stato divertente ma era solo l’antipasto per stasera perché caro il mio Seb, per me le feste sullo yacht sono sacre.
Di giorno si fanno bagni e tuffi, dal pomeriggio in poi si beve, si festeggia, si balla e si fanno giochi stupidi.
L’essere in due non conta, è meglio perché siamo io e lui e possiamo fare tutto quello che vogliamo dove lo vogliamo.