NOTE:
questa è la terza fic dello spin off su Max e Charles, nata dalla serie
‘2019’ su Seb e Lewis. È il seguito diretto di ‘Scintille’. Ambientata
dopo il GP della Germania. Charles è in subbuglio e dopo aver litigato
con Max, lo ha impulsivamente baciato. Sconvolto si imbatte in Seb e si
sfoga con lui il quale gli consiglia di prendersi del tempo prima di
decidere. Charles è combattuto e confuso, ma ancora con la sensazione
del bacio fresca sulle labbra. Vediamo cosa decide di fare. Per sapere
quando scrivo e posto il seguito, se volete rimanere aggiornati, c’è la
mia pagina su facebook. Buona lettura. Baci Akane
MOMENTO DI FOLLIA
Che faccio, che cazzo dovrei fare?
Dovrei parlarne con Pierre, solitamente farei questo, ma non posso farlo.
Seb ha ragione, lascio che passi un po’ di tempo e magari tutto si calmerà da sé.
Beh in realtà Seb ha
detto di parlargli e dirgli che si è trattato di un colpo di testa ma
che non voglio fare nulla e che non si ripeterà.
Non credo sia tanto
fattibile la cosa, perché non so se sono in grado di gestirlo, ma penso
di doverglielo dire subito, non ha senso dirlo fra cinque giorni.
Guardo il telefono e caccio il broncio, indeciso sul da farsi.
Vado a casa o lo cerco?
Stasera lui festeggerà,
per cui credo di doverlo beccare prima che si ubriachi. Guardo l’ora, è
abbastanza presto, potrebbe essere l’ideale.
Sospirando mi strofino
il viso con una mano mentre mi sento alle strette e con l’ansia alle
stelle, mi decido a scrivere sia al mio assistente a cui chiedo qualche
ora prima di andare in aeroporto e poi scrivo a Max.
Non saprei come trovarlo.
‘Dove sei?Devo parlarti velocemente.’
Non dormirei se non lo
facessi subito, sono uno che non sta con questioni in sospeso se sa di
doverle risolvere e questa è decisamente da risolvere, o meglio
chiudere.
Non so cosa sia stato,
ho sempre pensato che se avessi mai voluto provare qualcosa di gay
avrei fatto con Pierre e nessun altro, anche se poi non è mai capitato.
Forse ci mancava la situazione giusta o il coraggio, ma non è facile
trasformare un’amicizia d’infanzia in qualcosa di più così
d’improvviso. È più facile impostare un rapporto in un certo modo da
subito.
Quando mi risponde mi
fa salire il cuore in gola, apro il messaggio e vedo la posizione del
suo GPS che mi ha mandato. Niente altro. Non mi dice nulla.
Che non gli va ora, di
cosa voglio parlare... beh è ovvio di cosa. Ma appunto potrebbe dire
che non c’è nulla da dire. No, è come se gli andasse bene di vedermi
ora dopo quel bacio.
E va bene.
Arrivo.
Mi faccio accompagnare
dal mio assistente dove sta festeggiando, lui rimane in macchina più
indietro per evitare che mi veda, probabilmente è con Daniel ed io sarò
fuori luogo, mi noteranno tutti e sarò impacciato. Odio certe cose,
perché mi caccio in guai simili? Sono una persona che ama la
tranquillità, tendo a saper gestire tutto tranne certe cose. Max è una
di quelle certe cose.
Insomma, sono in grado di dire quello che penso senza mancare di rispetto od essere inopportuno. Circa.
A volte mi scappa e sono brusco, ma sono momenti di alta tensione.
Ripenso a quando ho
litigato ripetutamente con Max fino a perdere le staffe. Con lui non ce
la faccio proprio a rimanere composto. Mi manda fuori di testa.
Quando sono fuori dal
locale, gli scrivo se può uscire, ma visto che non viene immagino che
non senta il telefono o che magari stia facendo chissà cosa.
Sarà già ubriaco, non dovrei incontrarlo.
Sto per girare sui
tacchi e tornare da dove sono venuto, quando la sua voce mi ferma con
un maleducatissimo ‘ehi’ che mi fa subito girare le palle.
La porta aperta dove
lui sta in mezzo fa passare una canzone rock e per un momento non mi
stupisce, è quello il suo genere. Non so cosa gli piace in realtà e non
me ne frega, ma è sicuramente un tipo da rock.
La canzone è bella e movimentata degli In This Moment.
Lui mi guarda ed io lo
guardo, è sudato e spettinato ed ha l’aria di uno stanco e sconvolto
insieme, non saprei. Più che altro di uno che ha bevuto fino ad ora e
che si stava divertendo.
Mi sento fuori dal suo mondo e fuori posto e mi sento in imbarazzo e assurdo.
- Scusa, ho sbagliato momento. Me ne stavo andando. - Dico solo. Lui esce del tutto e la porta si chiude, mi raggiunge.
- Pensavo fosse
importante per scrivermi. Non l’hai mai fatto. - Mi fermo di spalle
davanti a lui, tendo le mani e stringo i pugni, sospiro insofferente.
- Lo è. - Mi mordo la bocca e respiro pesantemente.
- E quindi perché te ne vai? - Alzo gli occhi al cielo seccato e mi volto con foga.
- Lo sai di cosa ti
devo parlare, per questo mi hai mandato la posizione! - Esclamo
aggressivo. Normalmente sono più bravo a controllarmi, ma lui mi manda
sempre in bestia per qualche ragione.
No non sempre, ci sono
anche volte in cui andiamo d’accordo e ridiamo insieme. Sono belle
quelle volte perché è davvero molto divertente come persona.
Capisco Daniel.
Mentre lo penso, mi viene in mente lui e mi irrigidisco.
- Dentro Daniel ti
aspetterà. - Max mi guarda dritto negli occhi impaziente, senza capire
cosa voglio davvero e nemmeno io lo so.
- No, non c’è. È andato
via. Per questo prima mi ha dato il premio... - Lo dice senza vergogna,
io avvampo per lui e distolgo lo sguardo ripensando a loro due che
facevano sesso.
- Beh sarai dentro con amici... -
- Lo sono. Però non mi
hai mai chiesto udienza. Cosa c’è? - E di nuovo fa finta di nulla. Sa
di cosa devo parlare o non mi faceva venire, perché deve far finta di
nulla? Mi mette in difficoltà e così con un passo in avanti alzo la
voce:
- Lo sai di cosa devo
parlare! - Max meravigliato risponde sembrando più calmo, come lo sarei
io solitamente. Io invece sembro lui.
- Pensavo avresti fatto finta di nulla. -
- E perché mi hai detto dove eri? -
- Per curiosità! - Ha
sempre una risposta pronta e sembra sereno su quello che dovrei dirgli.
Del resto per una volta non è lui ad aver fatto un danno.
Sto per dirgli quello
che devo anche se non so perché non potevo scriverglielo per messaggio,
ma la porta si apre facendo uscire qualcuno che temo ci riconosca, così
lo prendo per il braccio e me lo tiro veloce verso il vicolo accanto al
locale, dove ci sono dei bidoni dell’immondizia chiusi ed un’uscita sul
retro del personale, dove probabilmente vanno a fumare.
L’odore non è dei
migliori ma ha piovuto tutto il giorno ed ha smesso da poco, fa fresco
e mi aspetto torni a piovere. Questo ha coperto gli odori.
Una volta in parte, al
semi buio e al sicuro, lo lascio e mi accorgo del contatto che mi fa
tremare, infatti cambio di posizione da un piede all’altro.
Lui fermo davanti a me, le mani ai fianchi e l’aria provocatoria come suo solito, di attesa. Io non so da cosa iniziare.
- Non ti ho messo nei guai con Daniel? - Max alza le spalle.
- Non gliel’ho detto. - Risponde come se fosse ovvio. Io lo fisso aggrottato.
- Ah no? - Ci sono molti motivi per cui potrebbe non dirglielo, primo fra tutti che non lo reputava così importante.
- No, io e lui ci
eravamo lasciati quando lui se ne è andato dalla Red Bull. Io l’ho
presa male la sua scelta. Così per molto gli ho tenuto il broncio. Ma
ora ci siamo riavvicinati. Con ora intendo questa settimana. Però è un
ritorno di fiamma, non sappiamo come sarà, se torneremo insieme o cosa.
Viviamo la cosa come ci viene, senza impegno. - Che situazione.
- Sei mezzo libero
insomma. - Questa mi esce dalla bocca anche se avrei solo dovuto
pensarlo, quando lo dico lo fisso subito allarmato e lui mi guarda con
un sorrisino divertito e malizioso.
- Sì, sono mezzo libero. Perché? - Alzo gli occhi al cielo e scuoto la testa, sospiro e poi mi infilo le mani in tasca nervoso.
- Senti, quel che è
successo prima io... non so perché l’ho fatto, non ha alcun significato
e non si ripeterà. E non dobbiamo parlarne. Ok? - Ecco qua, l’ho tirato
fuori sotto forma di ordine. Anche se poi gli chiedo conferma. Prima
che me la dia, lo fisso ansioso con la speranza che non sia d’accordo.
Non so bene nemmeno io cosa voglio, ma per ora è meglio non fare nulla
finchè non mi schiarisco le idee.
Max fa un passo in
avanti e mi guarda intensamente, cercando i miei occhi che sono evasivi
e pieni di imbarazzo. Visto che non trova il contatto visivo, si
avvicina ancora ed io come un idiota mi faccio indietro appoggiandomi
al muro. E lui mi si fa così avanti che non ho scelta che guardarlo.
I corpi si sfiorano e sento una violenta scarica elettrica. Non so più gestire le cose. No non è vero. Non so più gestire Max.
- Sei sicuro che vuoi
che non ne parliamo e che non si ripeta? - Apro istintivamente la bocca
per rispondergli che lo sono, ma poi mi rendo conto di non saper cosa
dire e me la mordo, lui me la guarda sfacciato, io guardo la sua così
particolare. Così morbida.
- Non ti è piaciuto baciarmi? - Chiede piano e suadente. Avvampo ma è buio per fortuna.
Alzo le spalle e fingo che non sia nulla di che.
- Abbastanza. - Lo sento ridacchiare, lo vedo che non ci crede.
- Mi sembrava parecchio. - Lo guardo così corrucciato.
- Che ne sai? - Max a
questo punto con una mano sul petto mi schiaccia ancora contro il muro
e con l’altra va dritto sul mio pacco e attraverso i pantaloni, mi
tocca per bene.
Al contatto, la mia
erezione prende il volo. Basta questo e mentre mi tocca mi si appoggia
addosso ed io trattengo il fiato. Non fa altro. Non infila la mano
sotto i pantaloni, non si inginocchia, non me lo succhia ma mentre
penso che potrebbe farlo, l’eccitazione sale ancora e lui insiste nel
massaggiarmi così.
E poi nulla, i miei occhi incollati sulla sua bocca così vicina che sa di alcool.
E sa davvero di alcool
quando lo bacio e premo le labbra sulle sue, aperte e fameliche mentre
le lingue si intrecciano e di nuovo, come prima, tutto va per conto
proprio.
Cazzo, sono proprio nella merda.
Dopo qualche istante di
baci e strofinamenti, finisce che vengo nei pantaloni che penso si
macchino e non ho il coraggio di guardare, le gambe mi tremano e
cederei se non fossi appoggiato al muro con lui addosso.
La sua bocca scivola sul mio orecchio e dopo avermelo baciato, mormora:
- Non serve parlarne se
non vuoi, ma credo che lo ripeteremo. - Ma non so davvero che dire,
nemmeno capisco cosa intende anche se di solito sono piuttosto
intelligente.
Il mondo è sottosopra, definitivamente sottosopra.
Ed io non credo uscirò vivo da questo momento di follia.
Quando mi lascia, mi accuccio sulle gambe e mi nascondo il viso con le mani.
Non era previsto che
finisse così ed il problema è che non so davvero come portarla avanti,
né se dovrei. Per lui andrebbe bene qualcosa così ogni tanto, solo
sessuale, senza parlarne mai. Io non so nemmeno se sono gay!
Ok forse un po’ lo sono, mi è piaciuto da matti.
Mi è piaciuto alla follia, dannazione.
Che casino!