*Ecco un altro capitolo. Si sa che entrambi hanno il rito del correre al mattino presto, è una cosa che ho letto su entrambi. Così ho voluto inserirla e tirare le logiche fila. Un altro anno inizia, per Seb è il primo dall'inizio con test compresi, ma qua si comincia da Melbourne. Seb passa delle vacanze all'insegna del disintossicarsi da Lewis e lo fa prendendo casa in Svizzera, naturalmente questi sono dati veri che lo riguardano. Ma quanto andrà avanti il loro litigio? Buona lettura. Baci Akane*

10. APNEA



/Seb/
“Non sono una persona né negativa né positiva.
Sono una persona realista, mi sono sempre vantato di questo sinceramente.
Ed ora mi ritrovo qua a pensare come uno stupido a lui e mi chiedo se dovrei scrivergli oppure se devo aspettare o se semplicemente è tutto finito.
Ma poi finito cosa?
Dopotutto cos’era?
Ripensandoci a mente fredda non rifarei quella stupida piazzata da bambino, perché è questa che è stata.
Cosa mi deve lui?
Perché doveva dirmi che sta con Nico?
Ma allora la domanda si porta anche a lui, perché Nico si è sentito in dovere di dirmi che sta con lui?
Alla fine sono sciocchezze, alla fine sono beghe loro, io non c’entro nulla.
Stavo diventando amico di uno che ha una relazione complicata con uno complicato ed io non voglio complicarmi la vita.
Non ha senso.
Devo andare avanti, devo pensare alle cose importanti. La mia carriera in F1, la massima competizione dei motori, sta iniziando e devo concentrarmi su quello e sulla mia vita privata, su come penso di riempire le mie giornate libere.
La cosa strana è che non penso minimamente a chiedere ad Hannah di sposarla, cosa su cui siamo sempre stati d’accordo, ma nemmeno a convivere o cose così.
Anzi, tutto quel che mi viene in mente in questa pausa è dove prendo casa visto il contratto che mi ha fatto la Toro Rossa.
Si sa che girano soldi, hanno già iniziato a girare nella mia vita per cui non mi stupisce, ma quando mi ritrovo così a realizzare che da qui in poi ne prenderò molto di più, le cose cambiano e ricevo moltissimi consigli, fra cui di prendere casa in Svizzera perché lì è uno dei paradisi fiscali ed è una meta molto gettonata dai piloti. L’altra è Montecarlo, ma lì c’è Nico e non ci penso ad avvicinarmi a lui e poi è troppo caotica, non fa per me.
Quando scendo dai motori mi piace ricordare a me stesso che sono una persona normale, mi piace circondarmi dalla pace e dal silenzio, dalla tranquillità e cercare di rilassarmi sul serio, perché se ripenso a certe reazioni avute nelle gare, o nei pressi delle gare, capisco che potrei solo impazzire se non cerco subito di controbilanciare.
Ecco chi sono.
Sono uno coi piedi per terra che gli piace rimanerci.

Le mie giornate trascorrono così tranquille, mentre decido dove vivere e cosa fare del mio tempo libero.
Non sono un uomo di mondo, non mi piace la vida loca, i party a cui mi invitano ora che sono ufficialmente nel mondo della F1 non mi attirano. A qualcuno ci vado per capire un po’ l’ambiente e per respirare quell’aria che respirano i miei colleghi, ma non mi sento a posto mentre ci vado, non mi piace.
Però mi guardo intorno, lo cerco.
Non so cosa penserò quando lo rivedrò, né cosa penserà lui.
Ma forse non c’è niente da pensare, perché non c’è stato niente, è stato tutto nella mia testa. Punto.
Quando penso a lui è inevitabile pensare a Nico, al modo in cui mi ha parlato, come mi ha annullato.
Ha sentito il bisogno di dirmi che sta con Lewis e l’ha fatto in un modo che definire velenoso è sminuirlo.
A parte che chiedermi come possa Lewis stare con uno così evidentemente possessivo, mi chiedo soprattutto perché. Cosa ha visto Nico nel mio sguardo?
‘Ho notato come lo guardi’.
Come lo guardo?
I brividi mi ricoprono, ma non mi farò intimidire da uno così basso, falso e meschino.
Lewis può rovinarsi quanto vuole, ma che non mi vengano a dire che faccio cose strane.
Forse ho avuto un pensiero omosessuale verso di lui, ma è stato un caso e comunque ha poca importanza visto che non c’è stato alcun seguito.

A casa è un conto, col mio team è un altro.
Nel senso che mi faccio assorbire da questo meraviglioso mondo in preparazione alla stagione 2008.
Il tempo vola e non mi rendo conto di quanto veloce si vada e di quanto io abbia guardato il cellulare e visto la sua chat abbandonata.
A volte mi chiedo come sta.
A volte mi sento proprio un idiota.
Non sono uno che mette il muso, ma non faccio pesare la mia presenza su nessuno.
Lewis è stato chiaro e nel suo silenzio lo è stato ancora di più.

Ho passato i mesi ad andare oltre ed io sono molto bravo ad archiviare le cose.
Nella mia vita privata mi sono trasferito in Svizzera, nel cantone di Zug, ma Hannah ha la sua vita e non ha voluto lasciarla, non che io glielo abbia chiesto, meglio così, lo preferisco.
L’idea di poter fare tutto quello che voglio non mi dispiace. Adoro la mia famiglia, sto bene con lei ma non sento il bisogno di approfondire in qualche modo o di legarmi di più.
I mesi sono andati così e forse posso dire per fortuna perché mi mancava tutto questo. Dopo che lo assaggi da pilota per qualche mese, senti un bisogno da matti di tornarci ed ora ci siamo.
L’Australia mi accoglie nel suo caldo e allegro caos, non ci sono mai stato ed è tutto così bello che durante il viaggio verso l’hotel insieme al team, non faccio che guardarmi intorno meravigliato.
Non penso a niente, vivo il momento e me lo godo.
Inizio una stagione di F1 dal principio ed è tutto sempre più elettrizzante al punto che quando arrivo in albergo sono ancora completamente perso in un altro mondo.
È così che iniziano i sogni?
Sono una persona coi piedi per terra, mi ripeto, ma per un momento, qua fermo nella hall coi capelli tutti ordinati che sono stato secoli a far stare, mi chiedo una cosa che non è da me.
Quante volte potrò tornare qua dentro?
Si inizia sempre la stagione in Australia, per cui essere qua per tanti anni a Marzo è un bel segno.
Quante volte metterò piede in questo hotel?
Sorrido ebete ed accattivante ed è qua che sento una voce estranea chiamare qualcuno, ma il nome che dice mi fa venire un colpo.
- Ehi Lewis! - Esclama la voce, io non cerco il proprietario della voce ma del nome e con gli occhi spalancati e spontaneo mi volto e lo vedo praticamente a pochi metri da me.
Anzi, forse il metro è solo uno.
Per un momento tutto svanisce, come nei film. Il casino intorno si ovatta, le forme sfumano, le persone non ci sono.
Ma è solo un momento.
I nostri occhi si incrociano e lui mi guarda come se sapesse che ero io quello davanti a lui.
Ha una strana luce, ma non ho tempo di registrarla perché capisco che era dietro di me e non mi ha chiamato per salutarmi.
Perché è come pensavo.
Fra noi è tutto finito sul serio.
Perciò sorridi, Seb.
Sorridi, salutalo e vai avanti.
Mostragli che per te è uguale, che non ti frega, che non ci sei rimasto male del suo ‘fatti i fatti tuoi’ dell’ultima volta, del suo silenzio in questi mesi.
Del suo silenzio di ora.
- Ciao. - Dico con un bel sorriso distante anni luce da quello con cui lo accoglievo mesi fa.
Lui rimane basito, mi saluta a sua volta ma viene subito raggiunto dalla persona che l’aveva salutato e così io me ne vado prima di subito.
Perché davanti a lui non posso liberare quest’ombra che solca il mio viso.
Sei forte se mostri che non te ne frega, perciò devi sorridere e scherzare.
Però questo non toglie che ci stai male ed io ci sto peggio di quel che avrei voluto, di quel che dovrei. Di quel che sarebbe normale.
Ricordo bene questa sensazione e me la incido nella pelle, perché non sono uno che si fa prendere in giro due volte, non sono uno che fa passare lisce certe cose. E questa è una di quelle cose che non posso far passare, perché mi ha preso in giro, mi ha ferito e poi mi ha allontanato e scaricato malamente perché per lui è più importante Nico.
E quindi ok, mi sta bene.
Adesso uno raccoglie quello che semina.”

/Lew/
“Come fa un sorriso a darti tanta gioia e poi tanto dolore?
Quando l’ho incontrato e mi ha sorriso in quel modo freddo e distante, ho visto Nico nei suoi modi e mi sono sentito ferito.
Non mi aveva mai sorriso così Seb.
Però evidentemente davvero avevamo entrambi frainteso tutto.
O forse me la sono cercata, forse l’ho voluto.
Non lo so bene, ma ripenso al sorriso distante con cui mi ha scaricato e sento una ferita che si apre, una ferita che non pensavo avere, non pensavo fosse così grande.
Come fa, perché dovrebbe essere così?
Decido di non dire nulla, di non fare nulla.
Non so cosa sia successo, forse ho immaginato ogni cosa. Un legame di cui ero felice perché era il primo al di là di Nico.
Nico che ora mi bussa alla camera tutto allegro perché ha una vicino ed è entusiasta di ricominciare e pieno di grinta e di voglia di fare e di spaccare il mondo.
Decido di mandare via questo strano fastidio, questa ferita di Seb e mi concentro su Nico.
È Nico il mio ragazzo ed in questi mesi con lui senza gare né nulla, è andato tutto bene.
Non siamo mai stati così bene, per cui forse ho visto qualcosa di diverso e forse ho visto qualcosa che proprio non c’era. O speravo in qualcosa che però non c’è stato.
Non lo so.
Ma mi chiedo perché.
Perché deve fare tanto male che ora lui ha messo questo muro altissimo ed enorme qua fra noi due.

Mi mancava la routine che mi ero fatto.
Uscire a correre al mattino prima di cominciare la giornata, la colazione fuori, la doccia in camera, prepararmi per le prove.
Ho la sensazione di dover ricominciare tutto da capo, mentre scendo dall’ascensore e percorro il corridoio verso l’uscita secondaria dell’hotel, mi metto il cappellino sulla testa e gli occhiali scuri.
Ho fatto un anno così, ed ora rieccomi, ma sembra che in un anno non sia successo nulla. Sembra che io debba ricominciare da capo a conquistare tutto, specie le persone.
Pensavo di averne conquistata almeno una.
Sai, quando non ne hai nemmeno una ad eccezione di quello che poi diventa il tuo ragazzo, speri in ogni dialogo che hai, in ogni sorriso, in ogni scherzo. Ed è importante farti dei legami quando non ne hai
Penso a Nicole, quest’anno avrò lei, è una cara ragazza, allegra, brillante e spiritosa e non le ho detto che voglio provare a stare con una donna ma che sono gay. Non so se l’ha capito e non so cosa vuole da me, però è molto dolce ed amichevole e stiamo bene insieme.
Però la questione sesso è complicata.
Ho chiesto dei consigli a Nico su come fare visto che anche lui non è proprio etero e mi ha dato qualche dritta.
Non capisco come faccia a non essere geloso di lei, ma in realtà è normale. In realtà è comprensibile.
Perché io sono gay e sto infatti avendo problemi con lei.
Forse dovrò dirglielo che lo faccio perché ho bisogno di una figura femminile accanto, perché mi hanno consigliato di costruirmi una certa immagine per essere un po’ lasciato in pace e poi perché... beh, che Nico l’ha voluto non glielo dico.
Però ho chiesto di uscire a Nicole, l’aveva scelta Seb.
E proprio mentre ci penso e mi chiedo se in realtà io l’abbia voluta proprio perché l’ha scherzosamente designata lui, inizio a correre e mentre lo faccio metto a fuoco una figura davanti a me che ha cominciato poco più avanti.
All’inizio non ci faccio caso, ha i capelli biondi che sono sì pettinati, ma che presto si spettineranno per bene.
Una maglietta blu.
L’idea che sia lui mi si insinua e mentre lo penso il cuore inizia a girare a mille, il fiato inizia già a venire a meno e penso di essere completamente scemo.
Completamente.
Però quando lo affianco per vedere chi sia, quando vedo che è lui, per poco non mi si ferma, questo maledetto cuore.
Non è Nico, perché mi sento così?
Perché riesco a sentirmi in questo modo terribile?
Seb mi nota e quando lo fa per poco barcolla vistosamente, però si riprende subito e mi sorride ed è di nuovo quel sorriso finto e di circostanza, quello che non arriva agli occhi.
Quel sorriso alla Nico che io odio.
- Dio Santo, sei proprio come Nico! - E questa mi scappa senza nemmeno averla pensata bene.
Lui mi guarda come se fossi impazzito, convinto di aver capito male, così ormai tanto vale litigarci per bene:
- Hai capito bene, sei proprio come Nico! - E così aumento l’andatura per seminarlo, non che poi mi impegni molto o forse lui è più veloce di quel che pensassi e ben presto, in questo parco molto bello, mi ritrovo di nuovo Seb che mi spalleggia.
- Sono come Nico nel senso che ti piaccio? -
E qua per poco non cado io, come le tante volte che succedeva l’anno scorso quando mi prendeva alla sprovvista. Per cui ogni volta.
- No, non in quel senso! -
- Perciò non ti piaccio, quindi! - Incalza senza farmi nemmeno riflettere.
- Ma no, non è che non mi piaci, che c’entra questo! - Lui allarga le braccia polemico.
- Sei tu che hai iniziato! - Stringo le labbra e sospiro profondamente cercando di calmarmi, ma con lui non è per niente facile.
Dannazione.
- Sei come Nico perché sorridi per mettere le distanze! - E così colpisco e affondo, lui si aggrotta finalmente e me lo dimostra per bene che non gli piace questo accostamento.
- Io non sono come Nico! - Esclama allora seccato, mi fa ridere ma cerco di resistere. Se sapevo che per farlo reagire in modo spontaneo dovevo paragonarlo a lui, lo facevo prima.
- Certo che lo sei! Mi hai sorriso per ergere un bel muro enorme! Come fa lui con gli altri! È tutto bello carino e gentile e scherza, ma lo fa per allontanarli. Li detesta, la maggior parte di loro. - Non so perché parlo proprio con lui del lato che detesto di più di Nico. Però lo faccio ed è come se succedesse qualcosa, lo vedo proprio davanti ai miei occhi.
C’è una breccia in Seb in questo momento ed io decido di aggrapparmi lì e non mollare e mentre lo faccio so che mi sto complicando la vita, ma non lascerò andare.
I mesi per superare questa cosa, qualunque essa fosse, ed un istante per tornare lì in quel potenziale casino cosmico.
Ma ci sto bene in quel casino cosmico, se lui mi sorride sul serio.
E finalmente lo fa.
Dio come mi era mancato quel suo sorriso vero, meraviglioso.
- Mi spieghi perché stai con lui? - Alzo le spalle.
- Perché non ha solo quel lato orribile. - Spiego come se non avessimo mai litigato e non ci fossimo lasciati in quel modo.
È strano, sta succedendo proprio così. Come se non fosse successo nulla. Forse per lui è più facile, forse odia i litigi, forse quel giorno gli era partita la vena.
Non so se insistere oppure se sia meglio così.
Riprendere come niente.
- E quali sarebbero gli altri lati? - Ridacchio e scuoto la testa.
- Tanto lo odi, è inutile che te li spiego. - A questa uscita lui risponde con uno spontaneo:
- In effetti hai ragione, tieniteli pure per te, continuerò a detestarlo! - Così ridiamo insieme apertamente ed è bello, è maledettamente bello.
Mi era mancato questo in tutti questi mesi, una boccata d’aria fresca al di là di casa mia e di Nico, adoro tutti, però... ora che respiro Seb, ora che respiro quest’aria... capisco che mi era mancato.
Una parentesi al di là di tutto, solo mia, che nessuno sulla faccia della terra sa.
- Mi eri mancato. - Mormoro poi spontaneo. Seb mi guarda incredulo, lui non l’avrebbe detto, ma lo faccio al suo posto. - Scusami se sono sparito, sono permaloso e non sapevo come comportarmi. Era più facile chiudere. E forse aspettavo mi scrivessi. O magari ho capito che avrei dovuto dirtelo prima. Non lo so.... - È che cercavo di capire che tipo di rapporto stavamo instaurando. Se era più che amicizia non avrei mai voluto farti sapere di Nico, ma ci ha pensato lui.
- Ti ha dato rogne? - Chiede come se non fosse successo nulla, di nuovo.
Così capisco che per lui è più facile e che non si aprirà molto, a questo punto lo accetto e lo assecondo.
- No, fuori dalle gare è un’altra persona, molto più rilassato e piacevole. -
- È per questo che stai con lui? - Così ridendo ancora lo spingo ed è una risata molto spontanea quella che mi esce, lui mi guarda raddrizzandosi e continua a spararle. Credo proprio che abbia trovato la sua missione.
Farmi respirare.
Spero di non litigare mai più con lui, mai più. Non so se potrò tornare in apnea.”