*Ecco
il nuovo capitolo. Sappiamo tutti la passione di Lewis per la boxe, che
è nata a scuola per superare il bullismo di cui era vittima, poi è
diventato una passione. Ora non so come sono fatti gli hotel che
ospitano i piloti, ma di sicuro sono provvisti di tante cose, fra cui
palestre oltre che centri benessere e ottimi ristoranti. E così, dopo
che Seb e Lewis hanno fatto pace in modo naturale, i due continuano a
rendersi conto di cosa spinge uno verso l'altro, che genere di
sensazioni provano, quali istinti li muovono. E se per Lewis è più
facile accorgersene, per Seb è più difficile perchè prima non aveva mai
provato certe cose per i ragazzi. Ma ad un certo punto sarà impossibile
non capire. Buona lettura. Baci Akane*
11. STRANO MA FACILE
/Lew/
“Devo dire che
riallacciare con Seb mi complica la vita, ma è stata una cosa
totalmente fuori dal mio controllo. Nemmeno volendo potevo evitarlo.
Ma mi complica davvero molto la vita, moltissimo.
Perché ora devo capire come fare con Nico.
Posso semplicemente omettere, non gli nascondo niente, ma non gli dico.
Non lo sbandiero.
E poi vada come deve
andare, io davvero non so in che modo mi piace Seb, però ci sto bene e
voglio stare con lui, nel senso voglio avere questo rapporto e che si
sviluppi come deve, che le cose vadano come devono andare.
Ho provato un po’ a contrastarlo e non è andata bene. Ci potrei provare meglio, se volessi ci potrei riuscire, è che non voglio.
Semplicemente.
E non penso che nemmeno lui voglia.
Per cui so che mi metterò nei guai, in questo momento mentre torno in camera dopo la corsa con lui, ci penso.
Però parlare con lui oggi è stata quella boccata d’aria che mi mancava.
- Se ti senti solo tira su la testa e respira a fondo. - Mi giro saltando sul posto e lo guardo meravigliato.
- E questa da dove spunta? - Chiedo vedendo che tira dritto verso la sua camera.
Lui alza le spalle.
- Quando torni in
camera noto che hai sempre un’espressione molto strana... forse la
interpreto male, ma mi sembrava solitudine quella! - Lo guardo smarrito
e mi stringo nelle spalle.
- Io... no, cioè... - Seb sorride, mi fa l’occhiolino e va dritto.
Rimango impalato qui.
L’occhiolino.
E pure malizioso.
Forse non è che non so
che tipo di rapporto voglio o cosa provo quando sono con lui. È per
questo che so che mi caccerò nei guai ad approfondire con lui.
Ma pare proprio non possiamo evitarlo.
Prendo il famoso
respiro profondo e mando via Seb dalla testa, varco la soglia e mi
chiudo la porta alle spalle aggirandomi piano per la camera.
Controllo l’ora, questa
volta sono puntuale, con un sorrisino malizioso salgo sul letto e
consapevole del fatto che sono puzzolente e sudato, gattono sopra di
lui come una pantera.
Lui non si muove, dorme ancora.
Infilo il mio naso nel suo collo caldo e lo vedo arricciare il suo e tirare su la spalla per chiudere questo accesso.
Ridendo gli lascio un
piccolo morso sulla spalla nuda e abbasso le lenzuola che lo coprono.
Il suo corpo candido si mostra a me nella sua eleganza che mi fa
impazzire, la gamba piegata, le sue natiche perfette.
- Buongiorno... -
Chiudo gli occhi e scendo con le labbra sul suo fianco, giro verso il
suo ventre e Nico ormai sveglio si muove supino dandomi l’accesso che è
mio.
Me lo prendo e so che
anche oggi inizierà bene la giornata, almeno come l’ho iniziata io
facendo pace in quel modo strano con Seb.
Seb a cui penso mentre succhio l’erezione di Nico.
Se non gli faccio mancare niente, andrà tutto bene.
Devo solo impegnarmi con lui e potrò essere amico di chi voglio.
Anche di Seb.
Amico.
Come stona quella parola.
L’erezione di Nico cresce nella mia bocca e assurdamente mi viene in mente lui. Chissà com’è la sua.
Chissà come sarebbe tenerla in bocca, succhiarla.
Sentirlo gemere. I suoi occhi maliziosi persi nel godimento che gli provocherei io.
Oddio mi sono appena eccitato.
Oddio le mie mani su di me mentre la bocca è piena di Nico.
Nico, non Seb, hai capito?
Non Seb... Seb...
L’orgasmo che ci investe è intenso e confuso, o meglio non per Nico.
Per me.
Io che mi accascio di
lato e risalgo faticosamente cercando Seb e mentre mi accorgo che le
sue labbra sottili e ben disegnate sono quelle di Nico, per poco non
chiedo che ci fa lui qua.
Per fortuna sto zitto e mi accoccolo contro di lui, mi stringe forte per sentirmi suo.
E lo sono.
Sono suo.
Ricordatelo Lewis.
Ricordati bene di chi sei.
Non di Seb. E Seb non è tuo.
Non ora.
Quando lo incrocio di nuovo, mi sento letteralmente avvampare ed ora ho la certezza che si veda.
Oh merda, che faccio ora?
Forse anche mi eccito.
Cioè stamattina ho fatto un pompino a Nico pensando a Seb.
Cioè andiamo. ANDIAMO!
Seb mi guarda di
sfuggita con un sorriso che stavolta è reale, poi torna a guardarmi con
maggiore attenzione distraendosi dal discorso che sta facendo.
Ok, si vede.
Si vede che ho la faccia imbarazzata e colpevole.
Si vede.
Ed ora rallenta e continua a fissarmi mentre ci incrociamo ognuno in direzioni diverse.
Smettila Lewis. Smettila.
Oddio ce l’ho di nuovo.
L’erezione dura.
Oddio.
Senza rendermene conto,
appena gli tocco la spalla col braccio, prendo e corro verso i bagni
fingendo di avere chissà quale urgenza.
Sei un bambino Lewis.
Sei proprio un bambino.
Entro e mi fermo davanti allo specchio.
Guardo e respiro a fondo, avvampato è dir poco.
Sembro irlandese!
Apro l’acqua fredda e
me la butto sulla faccia, sospiro, chiudo gli occhi e scuoto la testa
mentre mi sento davvero male. Forse l’acqua fredda me la devo mettere
nelle mutande. Ci penso seriamente e mi sto giusto aprendo i pantaloni
davanti al rubinetto, cosa anormale visto che di solito te li apri o
davanti ad un ragazzo (o donna forse) o ad un cesso, non ad un
lavandino.
Ed è esattamente qua che la porta si apre, spalanco gli occhi e vaffanculo.
Chi ti entra?
Vuoi sapere chi?
Davvero?
- Lew, mica fai la pipì nel lavandino? - Esclama Seb senza preoccuparsi minimamente che magari mi mette a disagio.
Non che io mi semplifichi la vita.
Mi mordo la bocca, ho la mano nei pantaloni.
Cioè sul mio pene che però non è fuori, ma si capisce che me lo stavo per tirare fuori.
Dio santo.
- No certo che no! - Rispondo senza pensare a cosa dirà. Perché è ovvio che lui me lo chiederà.
- E allora che fai? -
Appunto. Mi guardo da solo, realizzo che la mia mano è ancora lì e così
intanto la tolgo, poi vedo che si vede ancora meglio che sono eccitato
perché ovviamente c’è qua il soggetto dei miei problemi erettili. E
niente, alla fine non serve rispondere perché fa un bel:
- Oh! - Di comprensione. È asciutto, ha capito.
- Ecco... non chiede il permesso! - Esclamo senza pensarci, riferito al mio pene dritto e duro. Ma era una cosa da dire?
Seb per fortuna scoppia
a ridere e mi passa dietro dandomi uno schiaffo nel sedere che un po’
smorza l’eccitazione, ma poi lo vedo andare all’orinatoio, si piazza lì
in piedi bel bello, spinge il bacino in avanti, traffica e fa la pipì.
Ok, adesso non ce la faccio più.
Non per la pipì ma per la posizione che in qualche modo mi manda fuori di testa.
Il bacino in avanti, le
sue mani che tengono il suo pene che non vedo e ci mancherebbe pure...
ma ecco che finisce di farla perché era un goccio minuscolo e mi vien
da pensare che non dovesse farla. Si scuote, si gira e SOLO DOPO SE LO
METTE VIA!
- CAZZO SEB NON SI FA COSÌ - Esclamo isterico senza controllarmi. Forse dovevo tenermela per me e magari scappare.
Cazzo gliel’ho visto!
Proprio visto! E lui l’ha fatto apposta, ne sono sicuro!
Ha capito che mi piace
in qualche modo e siccome non gli piace Nico cerca di farci lasciare,
ma a lui non frega niente di me in quel senso, Ne sono sicuro!
Ora vengo. Sfiorami che vengo.
Sono vestito ma si vede che ho il pacco duro di un maniaco e per sfortuna sono anche super ben dotato.
- Lew! - Esclama usando il soprannome che ha usato poche volte ma che mi piace, questo ovviamente non aiuta.
- Mmm? - Mi lavo le mani come se avessi fatto qualcosa. Lui si mette vicino e fa altrettanto.
- Hai bisogno di Nico? Te lo chiamo? -
E qua succede una cosa strana.
Appena lo dice, mi muore tutto.
L’idea che il lavoro lo finisca Nico mi riporta alla realtà e mi smonto, letteralmente.
- Mi... mi arrangio grazie! - Certo poi una persona normale avrebbe fatto finta di nulla, ma è chiaro che Seb non è normale.
E poi non doveva pisciare, che è entrato a fare?
Ma io come ne esco invece?
Seb mi lancia un sorrisino finale molto malizioso ed esce.
Io sospiro, mi guardo, guardo la porta poi dopo un ‘al diavolo’ la chiudo a chiave e concludo il lavoro da solo.
Senza Nico.
È una giornata complicata.
Molto complicata.
Prima o poi finirà, no?”
/Seb/
“Sicuramente non era previsto che facessimo pace, decisamente non lo era.
Ma poi niente, l’ho
visto e tutto è andato a puttane. Non sono proprio tipo da programmare
qualcosa anche se la vendetta l’avevo preventivata. Alla fine niente,
ho fatto quel che mi è venuto.
Lo trovo dolcissimo nel suo affannarsi a nascondere l’attrazione che prova per me.
Non sono certo di quel
che ha fatto in Brasile quando ci siamo salutati, cioè è successo
qualcosa e non so perché si è comportato in quel modo, però ora è stato
tutto cancellato.
Tutto.
Si ricomincia da capo
con una nuova consapevolezza: Lewis e Nico stanno insieme, Nico è iper
geloso ed ha visto qualcosa nel nostro modo di legare e Lewis ne dà
conferma perché ormai è piuttosto chiaro che non gli sono indifferente.
Posso solo fare delle
supposizioni, ma questo genere di cose non sono molto da me. Preferisco
vedere di volta in volta come andranno le cose.
Poi dovrei anche
spiegare perché quando l’ho incrociato in corridoio l’ho seguito in
bagno anche senza aver bisogno di fare pipì. E dovrei spiegare perché
mi sono girato in quel modo.
Intuizione.
Sì, ma quale?
Eccotela lì nella sua bella erezione in tiro e nella sua reazione super imbarazzata.
Lewis deve avere un debole per me, insomma, credo di piacergli istintivamente. Non si cercano certe cose, del resto.
La cosa mi stuzzica, ma
come mi stuzzica quando piaccio a qualcuno. È sempre stato così. Mi
piace piacere e faccio lo scemo quando me ne rendo conto, questo non
significa niente. Solo che sono stronzo, probabilmente.
Lewis è tenerissimo ed
alla fine è venuto spontaneo fare pace. In modo strano, ovviamente, ma
ci siamo riusciti molto bene ed è la sola cosa che conta.
Sicuramente non vuole
complicarsi le cose con Nico, non voglio complicargliele io e non
voglio assolutamente mettermi in mezzo. Non vedo nemmeno perché dovrei
farlo sinceramente.
Cosa me ne frega?
Mi piace il rapporto
che ho iniziato ad instaurare con Lewis, è una bella persona ed è stato
probabilmente il primo amico che mi sono fatto in F1. Certamente ci
conoscevamo da prima, abbiamo già parlato ed interagito, ma niente di
speciale alla fin fine.
È qua che è scattato qualcosa, come per magia.
O forse era già successo, solo che è ora che siamo abbastanza maturi per capire e vivercela a fondo, per farla progredire.
O magari è solo ora che ci importa.
No, non mi metterò in mezzo a Lewis e Nico, odio Nico, ma è una loro scelta. Anzi, di Lewis.
A me sta bene che sia tornato ad essermi amico nonostante è ovvio che Nico non vuole.
Si complica la vita visto che tipo di effetto gli faccio. Ma alla fine, non sono fatti miei.
Che poi è bello quando io dico una cosa e poi mi trovo a farne un’altra. Proprio bello.
Oggi piove, per cui
niente corsa fuori. Contrariato cerco la palestra a disposizione nella
speranza che ci sia una cyclette o qualcosa del genere.
Non sono un fanatico
della forma fisica e degli esercizi, ma mi piace iniziare la giornata
con una corsa. O in bici o sulle gambe.
Penso che quest’anno inizierò a portarmi dietro la bici, mi manca troppo.
Così quando trovo la
fantomatica palestra, notando l’ora decisamente eccessivamente presto e
notando il suono di uno che si allena, mi stupisco.
Mi aggrotto, in giro ci siamo solo io e questo qui.
Ma poi chi sarà?
Entro curioso già pronto per la cyclette e mi fermo trattenendo il respiro.
Per un momento mi
dimentico di essere teoricamente etero e per un momento non realizzo
che sono bloccato e che non respiro e che non mi sto intenzionalmente
facendo notare.
Lo sguardo si incolla innanzitutto al sedere di Lewis avvolto in degli shorts super aderenti, poi mi spiega perché li indossa.
Poi lo sguardo risale sul torace avvolto in una canotta nera aderente anch’essa.
Santo Cielo, ma come si veste per allenarsi in palestra?
E poi sta tirando al sacco da boxe.
Non sta correndo sul tappeto, non sta facendo macchinari, non sta saltando con la corda.
Lui tira al sacco con dei guanti imbottiti che tengono scoperte la punta delle dita.
I suoi muscoli guizzano e deve essere lì da un po’ perché la sua meravigliosa pelle scura è imperlata di sudore.
È lucido.
E bello.
Solo ora mi accorgo di essermi scaldato e di avere avuto un altro pensiero omosessuale e mi mordo la bocca.
Magari l’altra volta era un caso, magari ieri in bagno volevo solo stuzzicarlo e verificare un’intuizione.
Ma oggi no.
Oggi è esattamente quello che è.
Mi piacciono i ragazzi.
Credo di essere un po’ gay.
In generale, magari.
Penso ad Hannah e alla
poca attrazione nei suoi confronti, al fatto che l’ho scelta perché
razionalmente è perfetta per starmi vicino e per fare una famiglia.
Penso a quanto poco
consumiamo e a come è impersonale tutte le volte. Sono un uomo, posso
avere orgasmi con chi voglio ad un certo punto.
Però forse mi mancava un tassello nella mia vita.
Ed ora ce l’ho qua.
So cosa ho detto a me stesso ieri.
Non mi metterò fra
questi due, ma oggi mi avvicino, prendo dei cuscini da infilare nelle
mani tipici da sparring partner che sono messi nell’angolo da boxe e
inizio a girargli intorno.
Lewis mi nota subito e si ferma, mi guarda sorpreso evidentemente in subbuglio.
È sudato, il sudore cola sulla sua pelle scura e lucida ed io noto che ha davvero un bel fisico.
Forse lo sto anche divorando con lo sguardo.
Sì Seb, forse sei un po’ gay. Forse ti piacciono i corpi maschili.
- Perché lo nascondi? - Chiedo poi come se l’avessi già salutato.
- Cosa? - chiede prendendo respiro. Il fatto che ansimi non aiuta.
- Che hai un corpo già abbastanza perfetto. -
- Abbastanza? - Chiede stupito alzando un sopracciglio.
Ridacchio e mi lecco le
labbra. Sì, lo sto mangiando con gli occhi e lui è terribilmente in
imbarazzo, iniziamo a camminare in cerchio intorno al sacco da boxe.
- Senza abbastanza. - Mi correggo divertito.
- Dì un po’... mica mi
stalkeri? - Chiede poi aggrottato ma anche con un sorrisino. Ecco che
piano piano esce il Lewis sciolto, quello intrigante, quello che gli
piace interagire con gli altri, stuzzicarli, divertirsi. Socializzare.
Scoppio a ridere e
batto le mani infilate nei cuscini da sparring partner e gli faccio un
cenno con la testa verso il lato, lui capisce e mi segue.
- Dai fammi vedere che
sai fare, Cassius Clay! - Dico preparandomi a ricevere i colpi. Lui
sembra felice di allenarsi con me ed inizia a saltellare coi piedi.
Vederlo in azione per qualche ragione mi fa salire qualcosa dentro.
O fuori in effetti.
Dopo che inizia a dare i primi pugni di prova che io provvedo a parare senza problemi, mi dà qualche consiglio.
- Hai mai fatto lo
sparring? - Scuoto la testa. - Devi muoverti un po’ di qua e di là,
cerca di assecondarmi. E poi sposta le mani come ti va, io ti vengo
dietro. -
Così seguo il suo consiglio e muovo una mano verso il lato e lui la colpisce appena lo faccio, questa volta con più forza.
Sorrido leccandomi eccitato le labbra, lui fa lo stesso e ci guardiamo con una strana intesa.
Strana e semplice perché scatta immediatamente.
Dopo di questo
cominciamo a muoverci, io seguo lui e poi lui segue me con i pugni ed è
una sorta di intreccio chimico che mi fa letteralmente morire. Morire
perché non so spiegare quanto mi piaccia in realtà, è una cosa stupida,
me ne rendo conto. Forse insignificante. E magari non ha lo stesso
significato che ha per lui. anzi, è probabile. Però mi tengo stretto
questa sensazione di adrenalina pura che scorre in me e che si
trasforma in eccitazione.
La sento scivolare
sotto la pelle ad ogni pugno che mi dà, la scossa parte dalle mani,
percorre le braccia e va lungo il torace e poi il ventre e da lì si
sfoga fra le gambe e nel mio inguine.
Non so cosa succede, non so cosa sia, non ha molta importanza perché basta che sia piacevole e lo è.
Lo è molto.
Che importanza può avere perché mi piace essere preso a pugni da Lewis?
Mi piace e questo è quanto.
Voglio tenermi stretto
questo momento perché è appena successo qualcosa e lo vedo nel modo in
cui ci guardiamo. Qualcosa che non andrà più via e più incasso i suoi
colpi, più me ne rendo conto.
Solo dopo lo realizzo. Siamo stati bene senza parlare.
Mia madre lo dice ogni tanto. Un rapporto è bello quando puoi stare bene in silenzio con l’altra persona.
Va bene, forse mi
piacciono un po’ i ragazzi, ma il punto più importante è che con Lewis
le cose stanno andando bene e ne sono davvero troppo felice.”