*Ecco qua un altro capitolo. Siamo alla loro seconda stagione insieme, Seb sa di Nico ed anche se non gli va a genio né lui né la loro relazione, si rende conto che con Lewis c'è qualcosa di speciale e non intende fare a meno di lui. Quel Seb non era uno che ci pensava molto alle cose, se sentiva di volerle, se le prendeva o le faceva. Nel caso dell'ingenuo e piccolo Lewis lo ha manovrato un po', ma per quale scopo specifico? Nella realtà. in quel periodo Seb ed Hannah avevano una relazione a distanza perchè Seb si è trasferito in Svizzera nel cantone di Zug, mentre Lewis proprio durante il 2008, dopo che Seb era andato in Svizzera, è andato anche lui lì, ma a Ginevra. E questi sono i fatti reali. Buona lettura. Baci Akane*

12. QUELLA MAGICA CAPACITÀ



/Seb/
“La stagione inizia volando. Quando si dice che puoi vivere la vita in due modi, come una tartaruga o come una lepre, penso che si intenda questo.
Forse è una cosa di noi piloti.
Corriamo, corriamo sempre, anche nella vita.
È tutto frenetico, è tutto estremo, è tutto un gran caos e staccare, tornare a casa nella pace e nel silenzio è bello.
Trovo azzeccata la mia scelta di trasferirmi in Svizzera, è tutto molto pacifico e sereno, ci sono dei paesaggi splendidi che esploro in bici, quando sono a casa Hannah viene a trovarmi perché giustamente non ha voluto trasferirsi, io non gliel’ho chiesto ma so che è una donna indipendente e vuole continuare con la sua vita normale.
I mesi volano, come i GP ed i miei giorni di pace che mi servono per rimanere coi piedi per terra ed isolarmi, ritrovare la mia calma e serenità interiore.
Fino a che Lewis decide di prendere casa per conto proprio e mi chiede un parere spassionato.
Ed io, spudoratamente, un giorno ne approfitto.
- Pensavo fossi già andato per conto tuo! - Fa un sorrisino imbarazzato all’idea di essere considerato uno così dipendente dalla famiglia, per me è una cosa tenere.
Siamo in mezzo ad una pausa fra le prove libere del venerdì, ci sono  molti posti dove andare a rilassarsi e isolarsi, a volte ci troviamo insieme e ci buttiamo sotto qualche albero inoltrandoci molto più in là, lontano dal caos dei box e dei garage, cercando di attutire quel casino dovuto ai motori e alla gente che lavora.
Se non è da qualche parte con Nico, è con me.
Non siamo di quelli che si vedono sempre per forza, non lo cerco, però ci sono certe cose che è bello fare insieme, come le corse al mattino che però non facciamo sempre in tandem. Non ci diamo appuntamento.
Forse sarebbe troppo, per qualche ragione. Quale? Mah chi lo sa...
Questi alberi ci fanno una meravigliosa ombra e le nostre spalle si toccano mentre sorseggiamo la bibita fresca energizzante.
Succhiamo entrambi dalla cannuccia attorcigliata e parliamo guardando avanti, il cielo è molto azzurro oggi e sento che mi guarda di sottecchi piuttosto che preferire questo spettacolo davanti a noi. Mi piace che mi guardi e mi piace che ci tocchiamo con le braccia.
La tattica è di farmi inseguire, quando ho realizzato di essere attratto dai ragazzi mi sono chiesto a che livello arrivasse questo lato bizzarro di me, ma non ho trovato altri momenti in cui mi sono sentito attratto.
Istintivamente ho mollato la presa su Lewis, però se ci incontriamo sono molto amichevole e lo stuzzico volentieri. Penso che a lui piaccia che lo stuzzico. E forse a lui piaccio io davvero. A volte penso di essere presuntuoso e mi metto alla prova. Non gli scrivo, non vado a correre con lui.
Poi quando lo rivedo succede perché è lui che mi insegue in qualche modo, me ne accorgo anche se cerca di non darlo a vedere. È così tenero quando cerca di fregarmi.
Mi chiedo come stia gestendo Nico, ma non voglio parlarne.
Potrei chiederglielo, ma mi irrita sapere certe cose loro, per cui evito e lui si sente a disagio a dirmele.
Ma quando siamo qua insieme è sempre bello a prescindere da cosa ci sia dietro da parte di uno e dell’altro.
- No, non ero sicuro su cosa volessi e mi sono preso del tempo per rifletterci. Non è che io sia tanto a casa, però sai... -
- Beh c’è il discorso del fisco. Sei uno destinato a farne di soldi, lo sappiamo tutti. Io mi sono già preso casa in Svizzera e non ho ancora la certezza come te di essere un futuro campione. - Ho problemi ad essere positivo nei miei confronti, ma non ce li ho verso di lui. Lo guardo mentre fa un sorrisino imbarazzato e vorrei mangiarlo.
Inizia a tormentarsi l’orecchio. Vorrei leccarglielo quell’orecchio.
Di nuovo torna quella sensazione. In qualche modo mi piace, ma non ha senso stare a scavare troppo finchè lui sta con Nico.
- Sei pragmatico... - Mi fa notare. Io rido.
- Si nota? - Ride anche lui e si scioglie un po’, poi torna sul suo dilemma.
- Non so dove andare. Sicuramente prima o poi era giusto me ne andassi, ma mi chiedo... le tappe per i piloti tendenzialmente sono due, o la Svizzera o Montecarlo. - A questo lo fermo prima che lo dica. E forse non lo direbbe se non glielo dicessi io:
- Nico vuole che vai là? - Piega la testa di lato e fa una faccia come colpevole mentre il fastidio si insinua. - Devi fare quello che vuoi tu, Montecarlo è caotica e c’è un sacco di movida. Tu sei una persona troppo tranquilla per quel posto. Penso che dovresti prendere in considerazione una soluzione meno shoccante. Voglio dire, passi da casa della tua famiglia a Montecarlo? Questo sarà un anno decisivo per te, l’anno scorso hai sfiorato un’impresa storica, quest’anno devi vincere assolutamente il titolo e quindi devi prevedere un sistema per ricaricarti e concentrarti quando sei fuori dalle piste. - Che stai facendo Seb?
Me lo spieghi?
Lewis finisce che mi guarda a bocca aperta incredulo che io stia facendo una crociata per convincerlo a venire in Svizzera. Se mi chiede perché non so dirglielo. O forse lo so ma non ho la minima voglia di dirlo.
- Ti piace la Svizzera? - Alzo le spalle.
- Per quello che ci sto sì... ci sono anche molto cantoni, puoi scegliere quello che preferisci. Io sono a Zug, è molto bello e pacifico. Poi se non ti piace dove vai puoi sempre cambiare... - Lewis ci pensa un po’ incerto e so che pensa a Nico. - Non devi avere paura di Nico, gli dici che devi cercare di rilassarti fuori dalle piste e via. Tanto vi vedete in campionato! - Non che poi sia necessario vedersi, ma capisco che essendo una coppia uno fa le scelte anche in base a questo.
- Tu sei venuto in Svizzera con la tua ragazza? - La domanda mi spiazza, di solito è discreto anche se forse è curioso quanto me. La differenza è che io non tengo la bocca chiusa.
- Hannah? No, vive in Germania, viene quando sono giù dalle piste. - Mi guarda meravigliato.
- Quindi avete una relazione a distanza? - Alzo le spalle come se non fosse niente di che.
- È fattibile. Non siamo due ossessivi, possiamo stare bene anche separati... sai, il nostro non è un rapporto di quelli simbiotici... - non mi sembra ci sia niente di male e lui rimane colpito da questo. - Nico lo vedi già nei circuiti, non puoi anche viverci insieme! - Continuo la mia opera e lo vedo sempre più in crisi.
- Anche Nicole preferirebbe venire a trovarmi a Montecarlo. - Nicole. Sorrido quando la sento. Ha scelto lei. Gliel’avevo suggerita io. Mi ha raccontato come l’ha rimorchiata, ha fatto finta di essere per caso ad un evento musicale in cui presenziava anche lei, poi ha sfruttato il proprio nome ed è riuscito ad incontrarla.
- Che tipo di storia avete? - Chiedo poi. Anche questa è una cosa di cui non abbiamo parlato molto. Anzi quasi per niente. Lewis si vergogna di certe cose, non capisco.
- Normale penso... - Rido di gusto e lo spingo con la spalla con poca delicatezza, adoro toccarlo e spingerlo, lui si raddrizza e si lamenta. - Che dovrei dirti? -
- Io ti ho detto che ho un rapporto molto tranquillo con Hannah! Io so che tu sei gay e stai con Nico e che lei è la donna da copertina... avete fatto un patto aperto oppure fate entrambi finta di essere innamorati? - Mi guarda sorpreso della mia schiettezza e forse anche della mia acidità, ma non se ne risente. Penso che gli piaccia che sono così spontaneo e non le mando a dire.
Però si sente a disagio lo stesso nel rispondere, come se fosse un problema per me.
- Lei cercava qualcuno che le desse maggiore popolarità, io una bella donna che mi stesse vicino pubblicamente. - Riassume sapendo che so. Annuisco.
- Perciò ve lo siete detto? -
Scuote la testa arrossendo, si sente in colpa e gli circondo le spalle col braccio attirandolo verso di me. Mi fa morire, è così corretto che quando fa cose meschine si sente una merda.
- Però è il segreto di pulcinella, lo sappiamo. -
- Quindi fate finta di essere innamorati? Vi userete finché potete sopportarlo? - Forse sono troppo cattivo, me ne rendo conto quando si scosta dal mio braccio che voleva essere di conforto.
- Sei come Nico! - Ogni volta che lo dice mi monta su la rabbia.
- Ok, smettila di dirlo! - Rispondo sbottando,  lui si rivolta seccato.
- È vero! Entrambi dite queste cose! Lui lo fa come per mettere in chiaro che... - ma si rende conto cosa sta per dire e si zittisce. Però finisco io per lui con una luce di sfida negli occhi:
- Che tu sei comunque suo e che lei serve solo per allontanare le voci sulla vostra omosessualità! -
Lewis si morde la bocca e gli occhi diventano lucidi, mi rendo conto d’aver esagerato e cazzo non voglio che pianga, non per colpa mia. Ecco che ha il potere di farmi sentire una merda, così faccio quello che non faccio mai per principio.
Faccio dietrofront.
- Scusa, ho esagerato. È che odio essere paragonato a lui. - Lewis sospira e scuote la testa.
- Potreste essere così amici invece, avete molti aspetti in comune ed entrambi vi fraintendete e basta! - Ridacchio.
- Sembra che parli di due tuoi amanti. - Glielo sottolineo e lui si imbarazza di nuovo. Da qui veniamo interrotti per ritornare ai nostri doveri e così la conversazione muore qua.
Però è bello vedermelo finire in Svizzera qualche settimana dopo, quasi per magia.
Dio, non vicino a me, ma dall’altra parte, però in Svizzera e non a Montecarlo.
Immagino fosse un compromesso accettabile.
Rido quando lo vengo a sapere.
Voglio vedere quanto dureranno così quei due!”

/Lew/
“Ci penso da quando me lo ha detto quasi per caso.
Poi trattandosi di lui credo non faccia niente per caso, magari non ci pensa, però se lo fa è perché lo vuole.
Decidere di andarmene di casa per me non è una passeggiata, sono molto legato a mio padre e mio fratello in particolare, però non è una tragedia. E poi ha ragione sulla questione economica, con tutti i soldi che prendo ora devo anche pensare a questioni più pragmatiche.
Seb mi stupisce più lo conosco, fa delle analisi spietate ma da un certo punto di vista è molto utile.
Così quando mi scrive:
‘Dai vieni in Svizzera anche tu che ci divertiamo fuori dalle piste’ non serve dica molto altro.
Io sono quello ponderato che non muove dito se non ci ha pensato ventimila volte.
Ma ora non è che ci ho pensato molto.
È che quel ‘ci divertiamo’ mi demolisce, sento una stretta alla bocca dello stomaco e alla fine sono su internet a cercare case in Svizzera.
Mentre guardo nel cantone di Zug, mi rendo conto che diventare vicino di casa di Seb potrebbe effettivamente essere troppo ed una piccolissima parte di me mi dice di stare attento a Nico, ma ci sto attento spostandomi in un cantone lontano da quello suo, cerco a Ginevra e trovata una bella casa meravigliosa con tanto di piscina, mi rendo conto che sto chiamando prima ancora di pensare davvero.
Io sinceramente non so cosa mi abbia fatto Seb con quel messaggio, forse è stato il fatto che mi voleva lì e che ha fatto di tutto per convincermi.
Forse non lo so nemmeno io, ma sono al telefono con quest’agente e mi dà un appuntamento per vedere la casa che ho individuato a Ginevra e solo dopo che metto giù e realizzo cosa ho appena fatto, mi rendo conto che Nico non noterà che sto dalla parte opposta del cantone di Seb.
Noterà che sono nel suo stesso Stato!
Ok andiamo, cerchiamo di essere razionali.
Avevo bisogno di un paradiso fiscale, la Svizzera è perfetta.
Peccato che Nico mi aveva già detto di andare a Montecarlo da lui per questo.
Io prendo e vado in Svizzera e non mi consulto con lui, non lo avverto, non dico niente.
Come lo spiego?
Questa è proprio una bella domanda, ma mentre riguardo le foto della casa che ho scelto, con una splendida piscina che non ho mai avuto, come non ho mai avuto un giardino e tutti quei metri quadri di spazio, capisco come gliela posso mettere giù.
E prima che me ne renda conto sto di nuovo creando una meravigliosa impalcatura di scuse per fare qualcosa che so non dovrei, ma che voglio fare lo stesso.

- Da quando sei così? - Chiede seccato Nico mentre distoglie lo sguardo dalle foto della casa per metterlo su di me con disprezzo.
- Così come? - Chiedo intimidito. Sapevo che avremmo litigato, lo conosco, ma questa volta volevo farlo lo stesso. Non so perché, se dovessi spiegarlo razionalmente non lo so.
- Così volitivo, così superficiale, così egoista ed irrazionale! Così capriccioso! - Se non lo fermo ne tira fuori altri ben peggiori, così mi alzo e inizio a camminare per la sua camera come un’anima in pena.
- Perché dici questo? Per una volta, la prima in vita mia, ho fatto una cosa che volevo fare, che mi sentivo di fare, che desideravo fare. Per la prima volta ho guardato quella casa ed ho pensato che la volevo e l’ho presa. E tu mi dici che sono egoista perché non ti ho consultato? - E per la prima volta mi ribello e gli rispondo e mi difendo.
Nico rimane fermo seduto, impietrito.
Penso non sia mai successo che mi ribellassi e che puntassi i piedi, ma qualcosa mi è scattato dentro e non riesco ad identificarlo bene, non riesco a capirlo.
- Sei diverso da quando corri in F1, ti sei montato la testa! Sei già a sperimentare un sacco di cose e questo colpo di testa è tipico di uno montato! Non eri così, non lo sei mai stato! - Dice con disprezzo e senza il minimo tatto. Tatto e Nico non hanno mai fatto rima e mi salgono le lacrime che però non voglio buttare fuori, per cui reagisco arrabbiandomi e mi sento tremare tutto perché non mi era mai capitato a questi livelli.
Per un momento il mondo intorno si sfoca, stringo i pugni perché sento che le mani sudano e tremano e balbetto, per cui alzo la voce per non balbettare.
- Tu dovresti conoscermi meglio di chiunque altro! Mi aspettavo che capissi e mi sostenessi! Io non ho mai fatto niente per me stesso, per seguire un mio desiderio. Mai! Ora lo faccio e sono montato ed egoista? Posso giustificare questo da chiunque altro che non mi conosce, ma non da te! - Così ferito nel profondo, prendo e me ne vado e sbatto anche la porta melodrammatico.
Forse sono esagerato, ma tendo sempre a farlo nella foga del momento.
Sono emotivo, lo so. Però questo non toglie che io abbia ragione.
Quando sono per il corridoio sono come un’anima in pena e non so dove sto andando e cosa devo fare, cammino e so solo che voglio allontanarmi e non voglio vedere Nico e non voglio parlargli.
E so che tremo, penso di tremare e forse non respiro bene.
Io montato? Io egoista?
Solo perché ho preso una bellissima casa a Ginevra? Solo perché non ho chiesto a lui? Solo perché non ho fatto come mi diceva lui e non sono andato a Montecarlo?
Sono in giro non so nemmeno per dove forse alla ricerca di un terrazzo dove respirare perché credo di avere una crisi di panico e mi bruciano gli occhi e non so se c’è una cazzo di terrazza qua e non so nemmeno dove è il qua.
E quando mi chiedo se oltre quella porta in fondo c’è qualcosa che mi permetterà di respirare, quella porta si pre e lui è lì, si ferma, trattiene il fiato e mi guarda, poi spalanca quei due pezzi di cielo e mi arriva l’aria che mi mancava.
A questo punto si oscura, mi prende per mano, mi tira fuori e chiude la porta.
La terrazza era qua e non so che fattezze abbia, so solo che lui mi abbraccia forte ed io nascondo il viso contro il suo collo e piango in silenzio.
Non dico nulla non riesco a parlare per un sacco di tempo.
Il mondo è come se mi fosse brevemente crollato sulle spalle. Sentire che proprio Nico pensa quello di me è terribile, ma mentre sono stretto fra le braccia di un dolcissimo Seb, mi rendo conto che non è stata la F1 a cambiarmi, ma lui.
Che è da quando lo conosco che sto cercando di fare più cose per me, che sono alla ricerca dei miei desideri e delle cose che mi piacciono.
Le sue mani sulla mia nuca dove i capelli sono rasati corti e al tatto fanno quell’effetto piacevole. Mi stringe per non so quanto mentre in crisi realizzo che è lui che mi ha cambiato e non so come.
O meglio ha iniziato a cambiarmi, ha fatto scattare in me qualcosa.
Il desiderio di realizzarmi, di venire incontro a me stesso.
Perché posso rendere fiero mio padre e ricambiare ogni suo sacrificio anche se cerco di fare qualcosa per me, anche se cerco di divertirmi un pochino.
Perché non ci sono solo doveri nella vita, teste basse, accontentare gli altri.
Perché ogni volta che faccio una scelta per me stesso sento la voce di Seb che si complimenta con me, anche se poi magari a lui in realtà non frega niente sul serio.
Seb è diventato una sorta di spirito guida, dentro di me. Ed ha questa magica capacità di comparire proprio quando ho bisogno di lui.
E mi chiedo se questo è l’inizio di una lunga carriera, cosa succederà quando avremo passato tanti anni insieme dentro e fuori dalle piste?”