*Ecco
un altro capitolo. Li ho interrotti sul più bello, con Seb che arriva
nella nuova 'casetta' di Lewis a Ginevra e si presenta da lui in moto,
bello e felice e con uno zainetto. Da una cena veloce la cosa fa presto
a diventare un 'due giorni ed una notte', ma qua la cosa principale è
che Seb è in moto e Lewis ha appena iniziato a scoprire sé stesso ed i
propri gusti, infatti ci mette poco a capire che le moto fanno al caso
suo. Ho 'conosciuto' Lewis da un annetto ormai e immaginarlo come
poteva essere all'inizio della sua carriera in F1 non è stato facile,
ma foto, filmati, interviste e consigli mi hanno aiutato. Lewis adesso
è pieno di passioni e di voglia di divertirsi, ma all'inizio era molto
timido e pieno di senso del dovere. Negli anni è letteralmente
sbocciato, così ecco l'inizio della sbocciatura. Buona lettura. Baci
Akane*
14. UN INATTESO GIRO IN MOTO
/Seb/
"Me la tiro lo ammetto!
Ma volevo fare di tutto per stupirlo e ci riesco bene, visto che capelli sconvolti a parte, modestamente mi sento un gran figo.
Freno davanti a lui
alzando un sacco di polvere, quando si posa lui ha la faccia da pesce,
gli occhi spalancati e la bocca in modalità meravigliata.
Eh sì l'ho proprio stupito!
Dio quanto sto godendo alla sua faccia mentre fissa il mio gioiello.
Scendo dalla moto
tirando giù il cavalletto ma dal suo silenzio e da come guarda capisco
che anche lui ha la passione delle moto come me, vuoi che non ne abbia
una?
- Vuoi provarla? -
chiedo seguendo un'intuizione. Qua finalmente Lewis guarda anche me e
gli brillano gli occhi come se fosse in un negozio di dolci.
- Posso? - ed io senza rifletterci alzo le spalle ed annuisco:
- Certo! - poi ci ripenso e titubante aggiungo: - Tu... Sai guidare una moto, vero? -
Lewis ha già preso il manubrio e sta cercando di capire come si sale che si ferma e mi chiede:
- Che c'è da sapere? Sali, acceleri e vai! -
- Si, a sbattere! -
esclamo io immediato riprendendogli la moto di mano, vedendo che ci
rimane male gli spiego: - Non è per la moto ma per te, se poi ci crepi
poi che facciamo tutti senza di te? - per non parlare di Nico... Poi
ammazza me!
- Sei molto carino a
tenermi così in considerazione. - Si perde un momento nel complimento,
lo trovo tenero anche qua. Poi si riprende: - No, ma dai, non puoi
farmela annusare e poi togliermela! - piagnucola infatti inseguendomi
mentre vado a metterla all'ombra.
- Di solito si dice così della figa sai? - lo provoco e lui spontaneo fa una smorfia esclamando:
- Che schifo! - così mi
piego sul manubrio che ancora stringo e scoppio a ridere fino alle
lacrime, lui rimane fermo con le mani giunte sotto il mento e solo ora
noto che è in borghese e forse è la prima volta che lo vedo così. Ha
degli shorts larghi e cadenti al ginocchio blu elettrico e una
canottiera di tre taglie più grandi giallo sgargiante che gli donano un
sacco.
Smetto di ridere e piego la testa di lato apprezzando lo stile da hip hop che gli dona un sacco:
- Beh, visto che stai
benissimo con questo stile, potrei fare un giro con te dietro di me se
vuoi. - Lewis si illumina di immenso e si mette a saltellare come un
grillo e rimango davvero shoccato da tutto questo, i suoi gusti nel
vestire, la sua esuberanza... Nei circuiti non si nota tutto questo,
anzi, è molto intimidito da tutto e tutti. Ma la verità è che è un
capolavoro vivente!
- E mi insegnerai a
guidare! - scoppio a ridere e dannazione come faccio a dire di no a
questi occhioni tanto belli? Sarà la prima volta in vita sua che chiede
qualcosa probabilmente.
Sarà meglio
accontentarlo così vedrà che se chiederà sarà sempre accontentato
perché non so rifiutarmi e invece di stare con quel definente, poi
cercherà me di più!
Mentre penso tutto
questo e mi chiedo cosa credo di volere davvero da lui, evito di
rispondermi salendo di nuovo sulla moto, mi tolgo lo zaino e lo metto
giù, prendo il casco che ho appeso al braccio e con un cenno del capo
gli dico di avvicinarsi. Lui lo fa ed io glielo metto come se fossi il
suo ragazzo che si prende cura di lui.
- Non abbiamo la stessa
taglia, io ho la testa più piccola a quanto pare. - commento notando
che gli va su con un po’ di fatica, ridacchiamo ma alla fine gli va.
- E tu!? - Chiede
preoccupato Lewis, ovviamente sa mettersi un casco da solo e ne ha
anche uno dentro sicuramente, ma vuoi mettere la parte che ora posso
fare?
- Cercherò di non fare un incidente! - Dico alla leggera.
- E se ti fermano? - Chiede pessimista ancora ansioso mentre sale dietro di me.
- E se va tutto bene? - Ribatto schietto indicando dove mettere i piedi e mettendomi gli occhiali da sole.
- E se cadiamo e tu ti fai male? - Insiste mettendo i piedi sui cavalletti. Io metto in moto.
- E se stai zitto? - e
con questo sgommo e parto. Lewis per la sorpresa quasi cade indietro e
per non farlo si deve aggrappare con forza alla mia vita e stringere.
Adoro quando le braccia di uno finiscono sul corpo dell'altro.
Da bravo stronzo, per dirla alla Nico, né approfitto.
Ma che male c'è?
È così dolce quando si stringe a me.
Aumento la velocità
mentre esco dal cancello ed imbocco una bella strada lunga e larga che
costeggia il lago, si è proprio sistemato bene, qua eh? E bravo Lewis!
Gli occhiali da sole mi
parano un po’ dall’aria che mi schiaffeggia in faccia e mentre aumento
la velocità, sento le sue braccia stringersi forte alla mia vita e così
vado ancora più veloce.
Non guardo a quanto
vado, non mi interessa proprio. Quel che conta è solo correre, correre
come un matto e non perché amo la velocità.
O meglio sì che la amo.
Ma in questo momento
sento l’adrenalina violentemente crescere più lui stringe le braccia,
il mondo intorno sfuma come una macchia indistinta e il corpo è tutto
intorpidito per l’aria che mi schiaffeggia come un coltello, nonostante
io sia vestito perché vengo dall’autostrada.
Ma sento solo le sue
braccia stringere e più stringe più l’adrenalina mi dà alla testa e
solo quando penso che l’aria è davvero forte, mi rendo conto che Lewis
è salito in tenuta da casa e che starà congelando, così è come se mi
svegliassi ed inizio a frenare e rallentare fino a che mi fermo davanti
ad uno spiazzo davanti a questo lago meraviglioso che abbiamo
costeggiato.
Quando metto giù il piede si sente la sua vocina allegra e acuta gridare entusiasta un bellissimo:
- Uooh! - Che mi fa sorridere, mi giro e mi tolgo gli occhiali mentre lui si toglie il casco e salta giù come un grillo.
- Oddio è bellissimo la
voglio anche io! La voglio la voglio la voglio! - E niente, io ero
anche preoccupato che fosse congelato per la velocità, ma forse lui era
parato dal mio corpo, era anche tutto stretto e aderente a me quindi
magari il freddo è stato un po’ limitato.
I suoi occhi brillano di una gioia mai vista, è una gioia diversa dalla vittoria di un GP.
È una gioia di vita,
quasi. Ed è merito mio. Rimango a cavallo della moto con gli occhiali
in mano e lo guardo mentre salta col casco al braccio e annovera le
cose meravigliose di questo giro in moto.
- Deduco che hai appena scoperto cosa ti piace! -
- Una delle cose!
Chissà quante ce ne sono che mi piacciono e non lo so perché non le ho
mai provate? Ed ora posso provarle tutte, posso scoprirle e posso
farle! Chi me lo impedisce? -
È la cosa più bella che io abbia mai visto, ma non mi distraggo dalla sua frase che mi lascia perplesso:
- Davvero non hai mai sperimentato niente? - Alza le spalle fermandosi e magari prova a calmarsi.
- No, sto iniziando da
un po’ ed ogni volta che provo qualcosa mi sembra di venire meno a dei
doveri verso il lavoro che faccio. -
Correre è un lavoro per lui.
- Dovrebbe essere divertente la F1. - Gli faccio notare. Lui alza le spalle.
- Sì, ma è per lo più
dovere. Nel senso, io la faccio in modo super serio, capisci? Non trovo
spazio per i divertimenti, ci sono molte cose da fare per eccellere ed
io voglio eccellere. Però diventa tutto un dovere. - Lo dice come se
fosse una colpa sentire il dovere di eccellere. Si mette su un sacco di
pressione da solo.
- Non dovrebbe esserlo. - Commento poi rimanendo ancora seduto sulla moto.
- Tu non la vivi come
un dovere? Devi andare bene, devi avere successo, devi ricompensare i
sacrifici dei tuoi... - Alzo le spalle mentre i toni si quietano e
sembra che non abbia appena saltato come un matto. Gli tocco le braccia
per sentire se ha avuto freddo ed in effetti sono gelide.
- Perché non mi hai
detto che avevi freddo? - Chiedo poi cambiando discorso. Lui alza le
spalle e mi tocca i capelli cercando di sistemarmeli come se seguisse
un istinto indomabile. Devono essere terribili.
Le sue dita delicate fra i capelli sono la cosa più bella che mi sia mai capitata.
- Non era
insopportabile. Ti stanno bene così selvaggi... - Dice poi sorridendo
catturato dal disastro che devo avere in testa e mentre i brividi
partono lungo la schiena, mi chiede di nuovo: - Tu come vivi la F1? -
- Anche io voglio
ricompensare i sacrifici dei miei, lo sai. Però voglio anche divertirmi
perché mi piace troppo tutto questo e me lo voglio godere al massimo
finchè lo faccio. A te non piace? -
Quando lo guardo capisco di aver fatto la domanda del secolo.”
/Lew/
“Che domande che
mi fa, sento come un pugno allo stomaco quando me lo chiede in modo
diretto e mi sembra di svenire, quindi mi giro ed inizio a passeggiare
verso il lago, Seb scende dalla moto, si toglie la giacca, la sistema
sulla moto insieme al casco, la chiude e mi raggiunge. Imbocco una
discesa che ci porta alla riva del lago vero e proprio e così facciamo
due passi qua, godendoci questo bello spettacolo.
Il sole rispecchia nella superficie azzurra, è tutto splendido, specie la sua presenza vicino a me.
Non so come fa a farmi parlare e tirarmi fuori qualunque cosa.
- Mi piace o non avrei
iniziato. Però ho corso per caso da piccolo ed hanno visto che ero
portato e da lì mio padre ha fatto mille sacrifici ed io non potevo più
tirarmi indietro. Io non riesco più a vedere questa cosa come un
passatempo, ormai è un lavoro. -
Seb le mani in tasca
con aria sciolta, i capelli così spettinati e naturali gli stanno
benissimo ed i suoi occhi gareggiano col colore del lago perché non è
cristallino, è un azzurro più intenso, come i suoi occhi.
- Ma ti piace? Lascia
perdere un momento questa cosa del dovere. - Insiste deciso, io alzo la
spalla e mi sento in difficoltà per un momento.
- Sì, mi piace. Mi
piace la velocità. Mi fa sentire vivo, come se volassi. Libero. -
Mentre lo dico mi sento strano, non l’avevo mai capito nemmeno io che
era così. Lo guardo per capire cosa pensa di questa sciocchezza
sentimentale, sorrido imbarazzato e mi tocco l’orecchio, ma lui ne ha
uno dolce, si ferma, mi guarda dritto negli occhi senza esitare. Non ha
paura di niente questo ragazzo. Lo invidio. Lo ammiro. Voglio essere
come lui. Forte e con la testa alta.
- Allora divertiti. -
Dice poi mentre mi sento come se mi avesse dato un altro pugno allo
stomaco. Mi toglie il fiato e lo guardo mentre sento gli occhi
bruciare, lui accentua il sorriso e continua. - Ricompenserai ogni
goccio di sudore di tuo padre. Ma se non ti diverti non riuscirai a
farlo per molto. Qua noi ci giochiamo la vita, magari un giorno
moriremo in pista come Senna. - Nomina il mio idolo. - Vale la pena
divertirsi come matti, non credi? - Non l’ho mai vista così, la sua
logica mi colpisce perché ha un gran senso eppure sembra una cosa
incosciente.
È una persona
meravigliosa, lo conosco da anni, mi incuriosiva anche da piccolo sto
ragazzino tedesco dagli occhi di mare ed il sorriso di sole. È sempre
stato così. L’ho sempre invidiato un po’ per la gioia che trasmetteva e
quando in F1 ci siamo ritrovati, è stato come se fossimo due poli
opposti che si sono attratti.
Arrossisco a questo
pensiero e riprendo a camminare, ma sovra pensiero come sono non faccio
caso a dove metto i piedi e finisce che metto male un piede e che come
un demente finisco rovinosamente in acqua che per inciso vicino alla
riva è mezzo fangoso e quindi non è che riemergo pulitissimo.
Quando torno su, Seb è
lì piegato in due a ridere come uno stronzo. Lo fisso con occhi sottili
e faccia offesa, adesso lo annego!
Ovviamente fra il dire
ed il fare c’è di mezzo un universo intero visto che è tutto fangoso e
che in realtà nei film emergono dalle acqua grazie a degli effetti
speciali, per cui tempo che riesco ad uscire lui è già bello che
lontano dalla riva e tirarlo giù ormai è impossibile. Così indispettito
come un bambino, mi impunto e lo rincorro fino a che non lo abbraccio
spalmando me, l’acqua ed il fango addosso allo scemo che strilla in
tedesco cose che non capisco.
Ok dovrei sapere qualcosa visto che Nico è tedesco, ma non mi piace molto come lingua.
E intanto sono io che
se ne approfitta per bene spalmandosi addosso a Seb, certo lo faccio da
dietro ma ho cura di insozzargli anche le mani, le braccia, il viso ed
il collo. Ed alla fine è tutto zozzo, non come me ma non c’è male.
Quando ci separiamo lui
si gira e mi lancia uno sguardo che è un misto fra il ‘ti uccido’ ed il
‘è stato anche divertente!’ Ma poi mi guarda bene, cosa che io non
posso fare perché non ho uno specchio, e torna a ridere.
- Dio dovresti
guardarti! Sei osceno! - Provo a guardarmi, i vestiti sono tutti
strafondi e marroni. - Sembra ti sei cagato addosso! Anzi no, sembra
che una mandria di mucche ti abbia cagato addosso! - Così ride
piegandosi sulle ginocchia, ride fino alle lacrime e provo l’insano
istinto di dargli un calcio sui denti, ma mi trattengo e pensando a
come posso vendicarmi visto che pare io sia stato ancora troppo
gentile, mi rendo conto che la vendetta migliore sta per arrivare.
- Ora questo cesso per
mucche deve salire sulla tua adorabile moto, sai? - A questo smette
improvvisamente di ridere ed io soddisfatto inizio a risalire verso la
strada.
- Ehi un momento! -
Esclama rincorrendomi, io vado avanti spedito. - Fermo! - Arrivo alla
moto prima di lui e mi avvicino deciso a salirci, ma poi lui a gran
voce mi chiama: - LEW! - E così che posso fare?
Adoro quando mi chiama così!
Scemo Lewis, sei troppo tenero.
- Non torno a piedi! - Esclamo girandomi con l’aria imbronciata.
Seb, che comunque è
sporco, mette il casco nel baule dentro il sedile, prende la giacca che
aveva appoggiato lì e la mette sopra in modo che ci sediamo senza
sporcarla troppo.
Io ridacchio.
- Cosa non si fa per i propri gioielli eh? - Lo schernisco, lui così sale e poi indica di fare altrettanto.
- E che ne è stato
della mia sicurezza prima di tutto? - Commento poi. Lui si gira con un
sopracciglio alzato si mette su gli occhiali. Non ribatte, si limita a
mettere in moto e partire.
Io ridendo forte mi
riprendo a lui ben lieto di continuare a spalmargli la mia cacca
addosso. E lo sento rilassato mentre torna indietro per lo stradone, il
vento addosso, un sole meraviglioso, il suo corpo contro il mio.
E di nuovo Nico è svanito ed io non me ne sono nemmeno accorto.
Una volta a casa la
prima cosa che faccio è togliermi le scarpe, dico a Seb di fare
altrettanto. Mette giù lo zaino e solo quando lo vedo mi ricordo di
come era iniziata l’avventura:
- Sì è vero, che ci fai
qua a quest’ora? Non eravamo d’accordo per una pizza stasera? - Seb
scoppia di nuovo a ridere e mi contagia. Pare che siamo incapaci di non
ridere insieme.
- Solo ora me lo
chiedi? Intanto ci siamo fatti un giro in moto, hai fatto una sonora
figura di merda, letteralmente, mi hai insozzato e solo ora mi chiedi
che ci faccio così presto? -
- E che cosa c’è in
quello zaino? - Aggiungo aggrottato ed incuriosito mentre mi tolgo i
vestiti leggeri prima di inoltrarmi in casa. Seb non si spoglia, ma mi
guarda rimanendo fermo dove è.
- Pensi che io possa
farmi quasi tre ore in moto di strada per una pizza e basta? Facciamo
che sto tutto il giorno e mi fermo anche a dormire! Oppure hai ospiti
domani mattina? - Lo dice malizioso e con aria anche piuttosto erotica,
peccato il fango che gli ho spalmato addosso che rovini tutto.
Ma poi registro che ha detto.
- Tu vuoi dormire qua?
- Chiedo sorpreso e già in agitazione, tornando il ragazzino timido che
tendo ad essere. Chiaramente non con lui evidentemente. Fino ad ora.
- Lewis, non posso rifare la strada di notte, che dici? -
Certo che può, ma effettivamente se rimane a dormire è più bello.
Per me.
Dovrei attivare il
cervello, questo è uno di quei momenti in cui dovrei farlo, ma alla
fine lo guardo mentre si sfila la maglietta e la butta insieme ai miei
che ho abbandonato sul tappeto d’ingresso.
Il suo biancore mi abbaglia in realtà. E mi distrae.
- Cos... cosa fai ora? - Chiedo dimenticandomi completamente che quello in mutande ora sono io.
- Ti imito! Pensavo fosse il gioco del ‘indovina cosa faccio ora!’ - Mi rincoglionisce con le sue sparate del cazzo.
- E che gioco sarebbe?
- Seb ride perché capisce che sono nel panico, troppe cose shoccanti
insieme. E si toglie anche i pantaloni che non erano poi così sporchi
in realtà.
Mi si piazza davanti e mentre lo fisso super imbarazzato, Seb ridacchia mani ai fianchi.
- Pensi che io non mi meriti una doccia dopo il tuo prezioso trattamento? -
- Oh... la doccia...
certo... - E Dio Cristo Lew, ma la chiudi mai la fogna invece di dire
sempre tutto quel che ti passa per il cervello?
- Cosa pensavi volessi fare? - Chiede subito cogliendo la palla al balzo.
A volte mi confonde, a
volte penso che si comporti solo da amico e che scherzi così per
quello. Altre sembra che ci provi con me.
Al di là del fatto che
dovrebbe essere etero, so che il fatto che abbia una compagna non è
molto indicativo perché mi ha detto che non è proprio amore e passione
che lo lega a lei quanto una sorta di idea culturale. Lei è la donna
che ha scelto per farsi una famiglia. È un po’ diverso dal dire ‘lei è
la donna che amo’.
- Io... n-niente! -
Esclamo sfilando via di corsa prima che gli venga su qualche altra
domanda geniale a cui non so che cazzo rispondere.
Seb ovviamente mi segue.
- Beh andiamo, è ovvio
che avevi capito altro! Cosa pensavi volessi fare? - Mi insegue fino
nel bagno della camera, che è piuttosto spazioso perché c’è anche una
bellissima vasca idromassaggio.
- Hai sia la doccia che la vasca? - Chiede sorpreso guardandosi intorno.
- Vuoi farla per primo? - Chiedo lieto che il mio bagno lo abbia distratto dalla maledetta domanda a cui non potevo rispondere.
Che gli vado a dire che pensavo volesse fare sesso con me?
- Possiamo anche farla
insieme, è così grande il box doccia... - quando lo dice avvampo e so
per certo che si vede nonostante la pelle scura, poi gli indico il mio
accappatoio.
- Usa pure quello, è
pulito. Sbrigati che altrimenti non mi tolgo più le croste di dosso! -
Seb si toglie i boxer mentre sto uscendo, come se non ci fossero
minimamente problemi.
Dio come vorrei ucciderlo ora.
Ma ha capito che sono gay?
Che c’entra, non è che i gay si eccitano per ogni corpo nudo maschile.
È lui che mi eccita. E parecchio.
Nico non dovrà mai saperlo.
- Mi presti dei vestiti? Contavo di dormire in boxer e non certo di farmi una doccia... - Dice mentre si sciacqua.
Io dalla camera sospiro sfinito.
No, non sopravviverò.
Ma come diavolo siamo finiti in tutto questo? Come?”