*Ecco
il secondo capitolo. Questo è tutto dal POV di Lew, è incentrato su di
lui per capire un po' com'era in quel lontano 2007, agli inizi
effettivi della sua storia con Seb. Quel che io ho percepito di quel
piccolo Lew 22enne, studiando un po' quella che era stata la sua storia
e la sua infanzia, immaginando le ripercussioni e volendo fare una
sorta di crescita che poi ha avuto davvero nel corso degli anni. Lew
sembra aperto e spavaldo, ma in realtà è timido e all'epoca lo si
notava molto di più. Inevitabile l'inserimento di Nico. Che Lew è fan
di Michael Jackson è una delle cose che so è vera. La gara del 2005 di
cui parla Lew è reale anche quella. Le foto non sono del lontano 2007
perchè non ce ne sono, ma come mio solito ne metto una almeno ad ogni
capitolo perchè è così che mi piace! Buona lettura. Baci Akane*
2. LEWIS HAMILTON
/Lew/
“Mi chiedo se Nico si sia ricordato di quelle gare in Formula tre dove eravamo sul podio insieme.
‘Quindi lo conosci anche tu?’
Dovevo dire ‘sì ed anche tu, abbiamo fatto Formula tre insieme, era il 2005 che eravamo a gareggiare insieme.’
Davvero ha rimosso che abbiamo avuto già interazioni?
E lui? E Sebastian l’ha rimosso?
Ascolto Michael in una
delle sue canzoni più dolci, You’re not alone, steso nel mio letto a
Londra in attesa del prossimo Gran Premio.
La mia vita è sempre
stata questo, al primo posto le corse, sono il mio sogno di sempre e
per tutti i sacrifici che sta facendo mio padre è inevitabile che
prenda tutto seriamente, ma a volte mi chiedo se sarà solo questo per
sempre.
Ho fatto un sacco di
fatica ad arrivare alla McLaren come pilota di Formula Uno, non è che a
tutti i neri succede, la scalata verso una vetta simile che
paradossalmente è solo appena cominciata, è lunga e tortuosa.
Fin ora non ho avuto altro che doveri e divieti e teste basse, regole, consigli da seguire perché ne sanno sempre di più.
Nico è stato un po’ il
mio unico mondo al di fuori di quello, anche se non è proprio vero
perché l’ho conosciuto all’interno delle corse. È stato grazie a suo
padre se anche altri mi hanno considerato, piacevo a lui e quindi poi
questo mi ha aiutato in qualche modo.
Rivedere Sebastian in quel GP mi ha fatto riflettere e rivedere un sacco di cose.
Il mio mondo è questo,
al massimo posso distrarmi andando con Nico da qualche parte perché lui
è il figlio del grande Keke Rosberg e quindi dalla nostra amicizia può
solo nascere qualcosa di positivo.
Ma sarà tutto qua per sempre?
Corse, Nico e basta?
La cosa più strana è
che sono sorti questi pensieri dopo che ho rivisto Sebastian e sul
momento sapevo di averlo già incontrato prima in altre categorie, ma
solo ora mi sono reso conto che in quelle circostanze c’era anche Nico
con noi, quasi sempre.
Che senso ha avuto quel dialogo?
Nico sa che ci
conosciamo tutti e tre, forse Sebastian si è dimenticato di noi o forse
se lo ricordava ed ecco perché quelle reazioni. E poi loro due si
capisce che non si prendono bene, sono curioso di sapere che retroscena
c’è stato.
O Nico ha totalmente
cancellato Sebastian e si è limitato a ricordare solo che è stronzo,
cosa di cui dubito comunque, o contorto com’è voleva tipo mettermi alla
prova e vedere quanto mi era rimasto in mente.
Nico è geloso, la cosa
mi fa sorridere, un po’ mi piace quando si limita ad atteggiamenti così
sciocchi e teneri in un certo senso. Come indagare senza farsi
scoprire.
Chissà se Sebastian si
ricorda di quell’abbraccio di quel giorno del 2005. Ci abbracciavamo a
fine di ogni gara che finivamo sul podio, però quella volta è stato
particolarmente bello perché è stata una gara stratosferica e fino
all’ultimo non sapevamo come sarebbe finita ed avevo un po’ paura che
poi fosse arrabbiato perché l’avevo spuntata io. Invece mi ha cercato
per primo e mi ha stretto forte, avevamo i caschi addosso ma è stato
stupendo.
Se dicessi a Nico che
ricordo questo abbraccio gli darei conferma che ha ragione ad indagare,
per la sua mente contorta per lo meno.
In realtà non è niente di che, cosa dovrebbe essere?
Eravamo bambini, quasi. Io avevo venti anni e lui diciotto. Ed ora siamo adulti? Sono solo due anni dopo.
Mi stringo nelle spalle, il tempo vola ed in un anno di cose ne succedono così tante.
Perché stai ricordando quel giorno in particolare, quell’abbraccio specifico, Lewis?
La risposta arriva da
un’inaspettata ondata di calore che parte dalle mie zone basse.
Spalanco gli occhi e abbasso lo sguardo mentre nelle orecchie la voce
di Michael cambia tonalità e diventa più accattivante e movimentata in
una delle sue inclinazioni provocatorie.
Lui mi sente, a volte penso che Michael sia il mio angelo custode e sappia cosa mi si agita.
Eccome se mi si agita.
Ho ripensato a
Sebastian e al suo sguardo di pochi giorni fa, ai suoi occhi azzurri
che mi hanno massacrato. È così audace e provocatorio. Mi ha preso
l’auricolare che era infilato nel mio orecchio e se l’è messo nel suo.
Mi mordo il labbro ripensandoci.
Non va bene, Lewis, non va bene.
E non va bene che la
tua mano scivoli giù dove hai avuto di nuovo quella reazione per la
seconda volta. L’altra era sempre vicino a lui alcuni giorni fa e sei
scappato come un bambino.
Volevo complimentarmi
con lui dopo la sua bella gara, contando che era la prima in F1 e che è
arrivato ottavo, in zona punti, so che ha fatto una specie di record
come più giovane a conquistare punti in una gara ufficiale. Però non ci
sono riuscito, ho avuto una stupidissima paura ed è stato più facile e
sicuro attaccarmi a Nico il quale poi è stato anche felice di avermi
così appiccicoso ed in cerca di coccole.
Il fatto di essere gay
e di averlo scoperto da relativamente poco insieme a Nico non significa
che devo eccitarmi con tutti quelli che mi guardano in quel modo
shoccante.
Chissà che cosa ha
pensato di me Seb, chissà se quando lo rivedrò mi saluterà ancora con
quel bel sorriso accattivante. Chissà se lo rivedrò, era un sostituto,
poi tornerà Kubica... ma lui è bravo, vedrai che qualcuno lo prenderà,
ne sono sicuro, me lo sento.
Come sento che la mia mano non si ferma e faccio una cosa che non avevo mai fatto prima senza Nico.
Mi sono messo con
l’unico ragazzo con cui io abbia interagito in modo approfondito, ho
capito con lui le mie tendenze e tutte quelle cose lì.
Ma ora ho avuto un
orgasmo pensando ad un altro e Nico non dovrà mai saperlo e mentre
ansimo mi copro il viso col braccio sperando che questo cancelli ogni
cosa, anche il mio orgasmo ed il piacere che ancora scorre nel mio
corpo rilassato e scosso.
Non dovrà mai succedere di nuovo.
Mai più.
Torno a pensarci mentre
con mio padre andiamo a questo incontro sempre che riguarda la McLaren,
i test, le modifiche all’auto, le prove e quant’altro che mi dice, ma
la mia testa va altrove.
Adoro tutto questo,
correre è tutto quello che ho sempre voluto ed è una sorta di rivincita
ogni volta che salgo su una macchina e corro un GP, perché mi hanno
massacrato moralmente e fisicamente per le mie origini e per il fatto
che nessun ragazzo di colore poteva essere vincente in questo mondo
così da bianchi perché costoso. I neri sono poveri e di una categoria
inferiore, quanto lo hanno pensato tutti?
Ma io e mio padre facendo sacrifici ci impegniamo e riusciamo laddove non dovremmo nemmeno osare volerlo.
Non scapperei mai da
tutto questo, però ho ventidue anni e mi chiedo se essendo ottimisti
gareggerò fino oltre i trenta... se sarà sempre e solo questo. gare,
riposo, prove, riunioni, gare, e di nuovo impegni con gli sponsor
eccetera eccetera.
Se non ci sarà altro.
Ora che siamo in F1
tutti i sacrifici economici sono stati ricompensati e ne sono felice, è
come se stessi saldando i miei debiti ma è una cosa che succede a tutti
a meno che non siano figli d’arte come Nico che avevano già un sacco di
soldi.
Però sarà sempre solo questo?
Al di fuori niente altro?
Il massimo a cui posso
ambire per distrarmi e stare bene facendo altro è Nico che adoro perché
è tutto il mio mondo al di fuori di mio padre e delle macchine. Ma sarà
solo questo davvero?
Penso a Seb, a come è
saltato fuori dall’auto ridendo felice per il punto conquistato nella
prima gara. Sorrido fra me e me e poi mi oscuro mentre la macchina si
muove con me a bordo per le strade inglesi.
Io salto fuori felice
ed esulto come un matto solo quando vinco, altrimenti sono in una sorta
di rivisitazione della mia gara per capire cosa non è andato e cosa
devo migliorare perché così non basta, così non è sufficiente.
Mi ha chiesto cosa mi piace e mi ha lasciato senza parole.
Cosa mi piace?
Le macchine. E poi?
Nico.
Anche se forse era normale mi piacesse Nico perché sto tantissimo con lui.
Il problema è proprio
questo e forse sono scappato da Seb e non ho voluto rivederlo perché
non so cosa mi piace. Mi piace la musica, in particolare Michael
Jackson. Mi piacciono molti sport, ma non riesco nemmeno a seguirli
bene perché sono super impegnato con le macchine.
Ma da fare?
Che altro mi piace fare a parte correre?
Mi piacciono i ragazzi
e la musica e penso che mi piacerebbe fare un sacco di altre cose se
solo potessi, se avessi tempo, se potessi osare andare un po’ fuori dai
miei doveri.
Amo profondamente mio
padre, ma i sacrifici che ha dovuto fare per me sono troppo grandi per
dirgli che non posso essere solo questo per sempre, perché per
ricompensare tutte le sue fatiche, io devo essere solo questo per forza
o non avrò risultati.
Ma davvero c’è solo questo modo di vivere, di vincere, di rendere onore al proprio genitore?
Guardo Nicolas e a
tutti i sacrifici che ha sempre fatto anche lui e che sta facendo e
sono sicuro che riuscirà a spuntarla, perché si impegna il quadruplo di
me ed io già lo faccio tantissimo.
Ma la nostra vita sarà sempre e solo questo?
Impegno, disciplina, corse per restituire i sacrifici dei nostri genitori ed anche nostri stessi?
Quanti pugni ricevuti per la mia provenienza, quante lacrime per essere deriso e umiliato.
Ora ce la sto facendo e
non mi fermerò, ma non posso essere solo questo per sempre, la mia vita
non può essere sempre e solo io che supero gli ostacoli della vita, io
che mi impegno per rinascere, io che... io che rinuncio a divertirmi in
qualche modo perché quello non mi aiuta a vincere.
La vita non è solo dovere, impegno e ostacoli superati. Ce ne sarà sempre uno, sempre.
Non posso essere altro?
Quando ne parlo con Nico lui alza le spalle come se non fosse una cosa poi tanto particolare.
- Ora guadagni
benissimo e guadagnerai sempre più se vinci, non stai mica andando male
per essere al tuo primo anno di F1... - La mette giù semplice, come se
non fosse niente di che.
- Sì lo so ma... io
dico, per essere un campione deve esserci solo questo? Solo le gare, le
prove, le riunioni, ogni ora deve essere concentrata solo su questo e
quando non ho impegni c’è solo il riposo? - Nico continua a mangiare
senza fermarsi, seduto davanti a me che faccio altrettanto ma con una
faccia corrucciata. Mi osserva, il piede appoggiato davanti al suo in
questa zona neutrale per noi piloti in cerca di una pausa.
L’ho cercato io fra un
impegno e l’altro, gli ho portato un panino che abbiamo condiviso in
due come quando eravamo piccoli e ci trovavamo nelle altre gare insieme
e facevamo tutto in tandem.
Ci siamo appartati e siamo qua a mangiare ed ho attaccato.
A lui piace quando lo cerco io, non mi cerca quasi mai per primo, gli piace se lo faccio io e a me non costa accontentarlo.
- Puoi essere il genere
di pilota che vuoi, Lewis. Ognuno sceglie da solo. C’è chi per avere
risultati può essere solo pilota finchè corre e c’è chi può permettersi
altri hobby, le feste e tutte quelle cose là. - è sempre facile per
lui. Perché per lui è una scelta. Io sorrido un po’ amaro abbassando lo
sguardo.
- Non ho mai potuto
scegliere cosa fare, la sola cosa che ho scelto è stata questa delle
gare perché abbiamo visto che mi piaceva ed ero portato. Ma i debiti
che ha tirato su mio padre per colpa mia mi obbligano a pensare
diecimila volte a cosa sia davvero sensato ed utile fare. E mi viene
spontaneo fare solo cose da pilota diciamo. Però... - Esito e sospiro
scuotendo depresso la testa, non so nemmeno come finire e lui mi dà un
colpetto sul piede col suo, alzo lo sguardo abbattuto e lui serio ed
accigliato mi guarda deciso e quasi arrabbiato.
- Sei sempre tu che decidi. In ogni caso sei tu. -
- Come lo fai anche tu?
- Chiedo un po’ stizzito perché lui parla bene ma alla fine è uguale a
me. Tutto quel che ha sempre fatto è sempre stato per suo padre, per
renderlo fiero, perché non si sceglie se sei figlio di un campione di
automobilismo. Fai esattamente quello che ha fatto lui e non serve che
te lo chieda. Tu lo sai che lo devi fare.
Scegliere, dice lui... che amarezza. Lui si oscura repentinamente e di norma non è molto solare.
- A me piace correre e comunque la mia vita non è solo questo. -
- Però la cosa più
importante è rendere fiero tuo padre vincendo con le macchine! La tua
vita è sempre stata questo al primo posto! -
- Tu vuoi mettere al
primo posto i divertimenti? Siamo piloti, Lewis, ed è una scelta perché
se non ci piaceva correre non l’avremmo fatto. - Sbotta seccato Nico
buttando la carta del panino che ha appena finito e che probabilmente
gli resterà sullo stomaco.
Rimango basito però ha ragione, forse.
- L’avresti scelto se
non fossi stato figlio di Keke? - Sospira e si alza dandomi la schiena,
intorno a noi non c’è nessuno, è un posticino che scegliamo quando
veniamo qua dove possiamo stare un po’ tranquilli fra una prova e
l’altra.
Rimango seduto per poi alzarmi in piedi ed andargli dietro.
Gli ho fatto una
domanda stupida, so la risposta e mi si stringe il cuore ogni volta che
mi immergo nel suo complicatissimo mondo.
- A cosa serve pensare
agli universi alternativi? - Lui non ha scelto. Parla di scelte, ma lui
non ha scelto. E non sceglie di andare bene, lui deve o suo padre non
lo considera nemmeno figlio. Già gli parla solo di me e di come io sia
dotato e di quanto in fretta vincerò un campionato. Suo padre mi adora
ed io sono felice di questo, però vedo il sottinteso con suo figlio e
vedo quanto Nico soffre cercando di farlo felice e di avere successo.
Per Keke non sembra mai abbastanza.
Le scelte di cui parla Nico sono per tutti, ma non per lui.
Gli metto le mani sui
fianchi dopo aver controllato di nuovo che non ci sia nessuno, così gli
bacio la schiena. È rigido come un manico di scopa, ma quando le mie
labbra appoggiano sul suo collo si rilassa.
Ripenso a quando ci
siamo messi insieme, quando abbiamo scoperto le nostre tendenze, quando
abbiamo realizzato che ci piacevamo e ci eccitavamo uno con l’altro.
Nico ha iniziato ad addolcirsi solo quando è successo questo fra noi,
prima era a dir poco intrattabile, isterico ed insopportabile.
- Mi dispiace, è solo
che siamo giovani e viviamo un sogno, ma mi chiedo quale sarà il
prezzo. - Nico gira la testa verso di me ed ha sempre
quell’inclinazione costantemente amara negli occhi, nel viso.
- Io il mio lo so già
qual è. - Mi protendo verso di lui allungandomi, mi appoggio alla sua
schiena con il mio petto e lo abbraccio più forte dandogli un bacio
sulle labbra, lui si irrigidisce e si scosta ricordandosi come
d’incanto che non siamo al sicuro in una stanza chiusa a chiave.
- Sei matto? Non qua
così. - Arrossisco e mi mortifico scusandomi subito, vedendomi così
Nico scuote la testa e mi pulisce il mento con il pollice, tornando
morbido. Come se si ricordasse che nel mare di problemi familiari e
personali che ha, io non sono fra questi.
- Devi trovare il tuo
equilibrio, siamo in F1 da poco alla fine, abbiamo una lunghissima
carriera davanti e sono sicuro vinceremo entrambi. I debiti di tuo
padre li hai già ripagati, ma se parli di quelli morali nulla ti toglie
se mentre li ripaghi trovi il modo di divertirti un pochino. C’è chi lo
fa e vince e ci riesce, basta che non perdi mai di vista le cose
importanti. Io personalmente se lo facessi sarei diseredato, ma tu non
sei in prigione. - È carino a dirmi questo, ma io mi sento in una
prigione emotiva, sinceramente.
Sento che deluderei
molto mio padre se gli dicessi che voglio un altro stile di vita, che
ho bisogno di distrarmi dalle corse quando non sono in pista, perché
altrimenti ho paura di finire ad odiarle un giorno e di rovinare tutto.
Ma come dirglielo? Lo
conosco, lui è solo dovere e obblighi, è così che mi ha portato dove
sono, perciò vai a dirgli che sbaglia ad essere solo questo. La vita
che ha vissuto la conosci bene. Non ci sono discussioni sulla serietà.
Lo sguardo di Nico è un
misto ed a volte mi distrugge l’anima, quando mi guarda con un
desiderio che non oserà mai esprimere, ma con me non serve lo faccia.
Vorrebbe vivere
tutt’altra vita, lontano dai motori e dalla ricchezza. Una vita
normale, con me forse, chi lo sa. Mi piace pensare che provi qualcosa
che sembri amore. Vivere il vero sé stesso, senza tutti questi obblighi.
A me le corse piacciono, ma sono sicuro mi piace anche molto altro.
Ritorno alla domanda di Sebastian e mi chiedo se un giorno sarò capace di rispondergli.”