*Ecco un nuovo capitolo. Questo è piuttosto lungo, ogni tanto mi è partita la mano. Siamo sempre al 2007, la stagione non è ancora finita e sono in Cina. Lew e Seb stanno approfondendo la loro conoscenza fino a chiamarsi amici, ma entrambi si accorgono che c'è qualcos'altro oltre a quello, ma sebbene Seb è convinto di piacere a Lew e quindi lo mette alla prova perchè è sadico, Lew è già consapevole di sé e delle proprie tendenze, infatti sta già con Nico. Questo lo porta a capire che gli sta partendo un certo interesse verso di lui. Ma vediamo la direzione della loro conoscenza. Voglio specificare che so che Lewis ha conosciuto Nicole ad un evento musicale a cui lui era presente, ma ho voluto inserirla in questo modo. Buona lettura. Baci Akane*

7. PRIMI APPUNTAMENTI




/Lew/
- Quindi? - Chiede come un mastino. Faccio finta di avere il fiatone per pensare a cosa dire, lui mi fissa con le sopracciglia alzate e vedo ora in questo momento che sudando e con l’umidità di questo posto che i suoi capelli che cerca sempre di pettinarsi e tenersi lisci ed in ordine, gli si arricciano e gli stanno tutti mossi. Sorrido.
Sta benissimo, ma non glielo dico, che è meglio.
- È successo, Seb! Non ci sono motivi speciali per cui ti avvicini ad uno! Capita, insomma! - Silenzio. Lo guardo sorpreso nel non sentirlo ribattere, nessuna arringa finale?
- Mi hai chiamato Seb. - Arrossisco mentre me ne rendo conto e vorrei coprirmi il viso, ma rimango a correre e basta.
- Ti dà fastidio? - Scuote la testa.
- Mi piace molto. Ti posso chiamare Lew? - Sorrido dolcemente mentre il calore mi arriva come un’ondata e lo guardo con gli occhi lucidi.
- Mi piace molto anche a me. - Poi mi ricordo di Nico. - Ma non davanti a lui, ti prego! - Mi guarda aggrottato.
- Che c’entra, siete solo amici, no? - No. Ma non è il caso di dire così tante cose.
- L’hai detto tu che se voglio essere ancora suo amico è meglio che non gli faccio sapere che sto diventando amico tuo. - Gli ricordo una delle nostre conversazioni passate e lui ride.
- È vero, è una cosa che direi io... - L’ha dimenticato? Ma tu guarda, io non dimentico nemmeno mezza parola che dice lui!
- È geloso... - concludo.
- E non gli piaccio. - Aggiunge lui. Improvvisamente preso in contropiede cerco di correggere e negare ma lui ride!
- Guarda che lo so che non gli piaccio, ma è reciproco. Ma stai tranquillo, non siamo tipi da fare piazzate. Non vuoi che usi il soprannome davanti a lui? Ok! Tanto questo non toglie che stiamo diventando amici! - amici.
Nico è stato il primo amico e poi ci siamo messi insieme e ora Seb è il secondo amico.
Non dico niente e lui rimane in silenzio per ben dieci secondi, poi riattacca chiedendomi cosa mi piace e quali sono le mie passioni e così niente, gli dico che non lo so perché non ho mai avuto tempo per dedicarmici e scoprirli, avendo corso presto con molti sacrifici di mio padre.
- Perciò ti è venuto spontaneo dedicarti solo a quello... - Annuisco mentre ci sediamo al tavolino del famoso bar e facendolo insieme, tutti sudati ma sorridenti, mi rendo conto che abbiamo parlato un sacco di me e gli ho praticamente raccontato tutto quello che ho fatto, vita morte e miracoli.
Lui faceva domande ed io rispondevo.
- Ma per colpa del bullismo hai fatto boxe. Quindi hai una passione, la boxe! - Mi stringo nelle spalle.
- Tenermi in forma, essere forte, potermi difendere non è una passione, è una filosofia di vita, una necessità diciamo. -
Seb mi guarda interessato a questa interpretazione e curioso mi chiede piegando la testa di lato.
- Ma ti piace. - Alzo le spalle.
- Non ci ho mai pensato. Lo faccio perché è utile ed importante, tutto qua. - Seb piega le labbra verso il basso e vengono a prenderci le ordinazioni, lui chiede una colazione tipica tedesca, quindi salata, io la faccio all’inglese, sempre salata ma un poco diversa.
Comunque abbiamo questo in comune, anche.
- Mi piace anche la colazione dolce, dipende un po’ dai momenti. - Spiega come se dovesse dirmi qualcosa che lo riguarda visto che mi ha riempito di domande.
È stato strano essere oggetto di tanto interesse da parte di qualcuno, suo in questo caso. Qualcuno che si interessa a me in questo modo.
- E cos’altro ti piace? - per un momento penso mi dica ‘tu!’ O lo spero e mi sento idiota, lui però mi spiega un po’ le sue passioni, per esempio la bici di cui sapevo e insomma, va a finire che mi racconta che sua sorella assiste disabili.
La cosa mi colpisce e mi chiedo perché fra tutte le cose che poteva dirmi, decide di dirmi proprio questo. Perché?
- Sai, so di tuo fratello ed ho chiesto delle informazioni a mia sorella... - Aggiunge poi alla fine, quando la colazione è bella che finita e abbiamo appena il tempo di andare in albergo e lavarci prima di iniziare le prove libere di oggi. Ma siamo qua e continuiamo a parlare. Non respiro, per un momento.
- Ti sei informato su di me? - Lui annuisce e penso che arrossisca, si nota perché ha la pelle pallida da morire. E mi piace anche per questo.
- Tuo fratello è molto coraggioso. - Risponde. Io sorrido mentre mi scaldo, perché lo dice in un modo dolcissimo. Non l’ho mai visto così tenero, così umano. È quasi delicato e spaventato all’idea di ferirmi in qualche modo.
Questo lato di lui è nuovo e splendido e rimango come abbagliato ed è in questo momento, mentre gli sorrido meravigliato che capisco che probabilmente mi sono fregato.
In qualche modo.
- Sei molto gentile. È vero, lo è. Mi ispira. Mi spinge a non mollare anche se per uno di colore in questo ambiente è difficilissimo. Ma se lui ce la mette tutta nella sua vita, io non posso essere da meno. -
Seb si incanta a guardarmi e mi mette un sacco a disagio, mi tocco l’orecchio e gioco con il piatto vuoto, rigiro fra le dita il bicchiere di succhi finito e guardo il caffè con cui abbiamo concluso. La tazza è vuota.
Dovremmo solo andare e sicuramente rischiamo di fare tardi, ma questo bar è molto vicino al nostro hotel e da lì prendiamo una macchina per arrivare al circuito. Qualcuno che ci accompagna lo troviamo, solo che non dobbiamo arrivare insieme, non se voglio che Nico mi lasci intero.
- È importante trovare la forza in qualcosa o qualcuno. - Commenta poi seriamente senza l’ombra di qualche scherzo o gioco. Mi piace che sia capace di essere anche serio, sebbene non gli piace. Credo si senta a disagio ad esserlo.
- Tu in cosa la trovi? - Chiedo non avendo proprio voglia di interrompere questo momento bellissimo fra di noi.
Seb si stringe nelle spalle e si tocca la nuca scendendo sul collo, è un gesto che fa spesso quando è pensieroso o nervoso.
Evidentemente non gli piace mettersi in mostra e parlare di sé.
- Beh, nella mia famiglia. Sono molto legato alla mia famiglia ed ho sempre fatto tutto il necessario per renderli felici e fieri. Per me andare bene nelle corse è anche un modo per renderli felici. Ovviamente questa è una categoria difficile ed ho appena iniziato in F1, ma farò di tutto per renderli fieri. -
Sorrido capendo il senso delle sue lacrime dell’altra volta.
- Per questo piangevi... - Tossisce e avvampa ed io in compenso impallidisco realizzando che è davvero la prima volta che si imbarazza seriamente. - Scusa ti ho messo in imbarazzo... - Aggiungo poi.
Seb sorride cercando di tornare normale.
- Ci tengo molto. Non sono bravo a dimostrarlo, però ci tengo alle cose che faccio o non le farei. -
- Quindi ci tieni anche a questa colazione con me? - O amicizia? Dio Lew ma cosa ti metti a fare improvvisamente? Cosa ti metti a dire?
Ormai l’hai fatta. Mi mordo a sangue la bocca e lo guardo spaventato dall’idea di essere andato oltre. Lui sorride e piega la testa di lato con una luce nei suoi occhi che mi scioglie letteralmente.
È malizioso.
- O non sarei qua. - Ok Lewis adesso puoi sotterrarti.
- Ed è qua che è meglio che torniamo o non faremo mai in tempo! - Ormai ci siamo asciugati, ma dopo la corsa devi darti una lavata lo stesso anche se in prove libere si suda un sacco dentro quei tutoni.
Mi alzo come una molla e lui prende i soldi da una tasca, ma gli metto subito la mano sulla sua per fermarlo.
- Che fai, te la devo io questa! - Ed il contatto ci elettrizza immediatamente.
Non so quanto andremo avanti prima che la cosa ci sfugga di mano.
O mi.
Io sono gay e sono attratto da lui, ma in realtà non è che lui prova lo stesso. Cioè io lo do per scontato e mi viene spontaneo pensarlo, ma se ci rifletto non è così.
Anzi lui è etero, ha una ragazza. E mentre lo penso e pago ripensando a quel momento di poco fa, mi ricordo che dovevamo parlare dei miei gusti in fatto di donne e per fortuna che se ne è dimenticato!
- Comunque non pensare che me ne dimentichi! - Fa mentre usciamo tornando camminando all’hotel. Io salto spaventato dal suo sbotto improvviso.
- Cosa? - Chiedo spaventato all’idea che mi abbia letto nel pensiero.
- Che devo aiutarti a scegliere la ragazza! - Così riprendo quello che mi sembra mi abbia detto lui a proposito.
- Non siamo mica al supermercato! - Lui scoppia a ridere e mentre penso che spero che Nico non sia nei paraggi quando rientro, devo spiegargli perché ho fatto già colazione.
Ma intanto scherzo con Seb e penso che magari domani mattina lo incontro di nuovo a correre anche senza che ci diamo appuntamento.
Appuntamento.
- Vorrà dire che domani mattina mi darai la tua preziosa opinione anche su questo! - Dico poi varcando il cancello del retro, mentre mi do del pazzo per continuare a flirtare con lui. Perché è questo che faccio, flirto. Ma io, non lui. Impossibile che lui lo faccia con me.
E poi ho Nico. Ho Nico, cazzo. Perché faccio così? Faccio amicizia con uno che penso mi stia piacendo e quando salgo in ascensore con lui, mi sale il cuore in gola.
- Vedrai che ti faccio scegliere bene! - Sorrido.
- Non che poi sia così importante. - Seb mi guarda.
- E perché lo fai? - Le porte si aprono in extremis, esco ben felice di dirigermi in camera. Qua la conversazione si complica e sono in ansia perché ho il terrore di incrociare Nico, non abbiamo dormito insieme perché corro e mi sveglio sempre presto e gli dà fastidio che lo sveglio per questo. Quindi facciamo le nostre cose ma poi ognuno dorme nella propria.
Mi fermo davanti alla mia camera, lui aspetta paziente, inarca le sopracciglia. Oh Dio non fare così. Ma perché devi sapere certe cose? Che te ne frega?
Sospiro e mi tocco l’orecchio. E lui capisce.
- Nico. -
- Te l’avevo detto che me lo aveva suggerito lui. - Cerco di sminuire la cosa.
- Certo, ma avevo capito che era un consiglio, non un ordine! Lo fai per lui davvero? - E qua la cosa si fa complessa. Il cuore va a tremila giri e si vede che sono in netta difficoltà, come dice lui non so nasconderlo. Ti prego. Dio mio!
- No io... cioè non è che lo faccio per lui, ma dopo aver sentito la vostra opinione ho capito che forse una ragazza al mio fianco può aiutarmi... sai quella cosa dell’immagine e poi... boh magari è il momento di provare quel tipo di cose? Insomma, non ho mai sentito quella necessità, ma suppongo che prima o poi si debba iniziare. Voglio mettermi alla prova, trovare quel che mi piace e forse... - Blatero così tanto che Seb mi pizzica la guancia e mi fa saltare di nuovo a questo contatto.
- Il resto me lo spieghi domani mattina allora! - E così ecco il secondo appuntamento vero. Vero in un certo senso, trattandosi di noi.
Sorrido come un idiota, annuisco e lo saluto.
Non so in cosa mi sto infilando e mentre lo penso, vedo il messaggio di Nico.
‘Ti sei perso per strada?’
E niente, pensavo di poter fare due colazioni, prima con Seb e poi con Nico per non farlo sospettare di nulla, ma credo di essermi davvero incasinato.”

/Seb/
“La mia giornata vola come se fossi un divoratore di ore.
Sono rimasto a secco letteralmente di benzina, no non letteralmente, intendo che sono affamato anche se ho fatto un’ottima colazione.
Sono due appuntamenti di fila a correre al mattino presto quando tutti dormono.
Io sono sempre mattutino e mi addormento presto, sono una persona molto regolare ed abitudinaria e pure noiosa.
Devo capire bene che tipo di rapporto ha con Nico, non capisco perché se lui gli dice che dovrebbe farsi una ragazza lui se la fa anche se non gli va.
Insomma, è un po’ strano che non abbia voglia di una ragazza e che sopra i venti ancora niente, ma se è gay allora si spiega tutto.
Vorrei chiedergli se lo è, ma mi sembra un po’ troppo. Magari si sentirà di dirmelo.
Per il momento sto legando con lui, ma è così facile legare con lui, voglio dire, come fai a non legare con lui?
Quando lo vedo arrivare dal retro dell’hotel dove lo aspetto, ha come ieri il cappellino calato e gli occhiali scuri come se ci fosse un sole che spacca le pietre alle sei in Cina.
Sorrido divertito.
Tutto quel che fa mi stimola qualcosa, tutto quel che fa mi diverte o mi piace in qualche modo.
Vorrei riempirlo di dispetti perché coi dispetti interagisci e tocchi la persona che ti piace e lui mi piace, ogni tanto mi capitano questo genere di cose con le persone e mi tirano fuori il meglio, od il peggio, dipende dai punti di vista.
- Senti, cosa ne dici di tirarti via gli occhiali così ti vedo mentre parliamo? - Insisto coi suoi occhi e lui mi guarda ma non so che tipo di sguardo fa e così continuo: - Sai, hai anche dei begli occhi, perché li copri con questi qui così grandi e neri? - Alza le spalle.
Lui fa boxe e si tiene in forma, ma si veste in modo così normale che mi chiedo perché se ha un bel fisico non lo mostra, non lo evidenzia.
Così come il viso, ha un bel viso e lo nasconde in tutti i modi.
La testa capisco, nel senso che non gli piacciono i suoi capelli e così nasconde il look che non è un look, ma basterebbe un consulto da qualche parrucchiere in gamba. Secondo me anche con un poco di pizzetto sul viso non sembra più un bambino!
- Io mi sento più a mio agio così! - Liquida la cosa e ci rinuncio.
Ci mettiamo a correre come ieri ma miro subito al discorso lasciato in sospeso. Oggi lo torturo un po’.
- Se ti senti un po’ sbarellato a scoprirti dovresti abituarti alle cose che ti mettono a disagio. - Concludo deciso sul fatto che debba mettersi in mostra e non coprirsi perché sono sicuro sia un bel ragazzo dietro questa corazza.
- Nico però... - Si rende conto di averlo nominato di nuovo con me ed io lo guardo perché si è fermato.
- Nico ti dice che devi nasconderti? - Chiedo incredulo che uno sebbene stronzo possa arrivare a quei livelli!
Lewis arrossisce. Odoro il colore che assumono le sue guance quando arrossisce e si tocca anche l’orecchio. Ormai ho il suo segno rivelatore, è fregato. Non che sia difficile capire cosa prova visto che è davvero un libro aperto.
Credo che sia gay e che io gli piaccia, però non capisco il ruolo di Nico. Mica sarà il suo ragazzo!
Me l’avrebbe detto se lo fosse? Ne parla sempre in un modo un po’ strano, ma non è detto che stiano insieme.
- Nico dice che coi miei capelli da nero l’unica cosa che posso fare è nasconderli e che la barba mi renderebbe più nero e così è meglio evitare cose così. Per il resto dice che secondo lui sono un tipo così, acqua e sapone, semplice senza fronzoli e che devo continuare così. -
Il fatto che lo dica mi piace, quel che mi dice di meno.
Indurisco la faccia.
- Senti, ma mi dici perché lui ha tutto questo potere su di te? - Alza le spalle in difficoltà toccandosi il colletto della maglietta con cui corre.
- È l’unico amico che io abbia sempre avuto. L’unico. Mi ha aiutato un sacco in un sacco di cose e ci tiene a me e così mi viene normale ascoltare il suo parere. -
- Che ci tenga non lo so, non vi ho visti e non posso parlare. Però non è che il suo parere è la Bibbia! - Lewis penso sia dilaniato fra me e lui, nel senso che da un lato ha me che gli parlo male di lui e dall’altro ha lui che se sapesse che si vede con me, lo ammazzerebbe.
Quello che non capisco è se stanno insieme.
Ma pensando a Nico non credo, cioè non mi sembra gay o se lo è lo nasconde molto bene. Ci tiene alla sua immagine, non farebbe niente per rovinarla e stare con un ragazzo non credo sia una grande immagine.
So che è fidanzato, non che questo conti molto in effetti.
- Nico se non lo approfondisci suscita reazioni difficili. - Scoppio a ridere.
- Come sei diplomatico! - Lui sorride a sua volta divertito, adoro come si apre con me, come piano piano si lascia andare.
Noto gli sguardi che mi lancia anche se in realtà non li vedo per niente. Ma so che mi guarda in qualche modo.
- È la mia dote! - Ammette.
- La tua ragazza ti adorerà! - Esclamo improvvisamente. Magari se si mette con una, Nico molla l’osso.
Perché mi interessa tanto non lo so, sento però che ha una brutta influenza su di lui e a questo punto forse non sono gay, però è un rapporto ambiguo.
- Chi mi vedi bene vicino? - Chiede così divertito e da qui parte il mio sermone con tutti i miei preziosissimi pareri su chi debba mettersi vicino. Poi gli chiedo chi lo corteggia, chi vuole conoscerlo e chi gli gira intorno e cose così.
Viene fuori che lo vedo bene con una splendida donna che abbia del latino nelle sue origini, non bionda e nordica. Caliente, insomma, sfacciata e molto socievole ed aperta. Una di quelle che non ha paura di fare il primo passo e che sta bene in ogni situazione in cui la metti, che si adatta. Che abbia voglia di vivere, la gioia nelle ossa.
E che lo sostenga e lo difenda.
- Deve essere anche di mentalità aperta. - dico poi a colazione, oggi è dolce, abbiamo voluto provare quella dolce.
- In che senso? - Chiede mentre addenta una brioche alla nutella, si sporca la bocca e vorrei leccarlo da matti, lui, la cioccolata e la sua pelle scura.
Seb sei impazzito.
Stai al tuo posto e tieni la lingua dove deve stare!
- Beh non ti metti con lei perché ti piace e sei attratto e la amerai ma per avere una compagnia fissa accanto femminile, per questioni di immagini e per provare anche questa cosa che per te è nuova. Non tutte sono disposte ad una relazione alternativa, anche se insomma. Sei un pilota di Formula uno, magari vincerai il mondiale quest’anno, quindi penso che andrà bene a chiunque questo discorso... -
Lewis sorride intimidito e intenerito allo stesso tempo. Vorrei mangiarlo, è troppo tenero.
Vorrei chiedergli cosa racconta a Nico, sono sicuro che non gli ha detto che siamo usciti a correre insieme, ma non voglio che Nico torni a rovinare tutto così non dico niente.
- Hai ricevuto la corte di qualcuna? - Chiedo poi vedendo che si è arenato sulla cosa. Lui alza le spalle e si gratta la nuca e poi l’orecchio imbarazzato.
- Boh forse, non mi interessa molto. Però sì, ci sono delle ragazze che vogliono il mio numero o che vogliono conoscermi... -
- Ma sono note o sono amiche di gente del giro? - Indago. Lui alza le spalle ancora come se non fosse niente di che questa cosa.
- Entrambi. -
- Ci sono delle modelle? - Lewis avvampa e mi fa morire quando fa così, sorrido. - Ti imbarazza? - Annuisce.
- È strano, sembra proprio di essere al supermercato... -
- Avanti, fammi qualche nome! - Insisto come un mastino. Voglio sapere con chi si mette, anzi voglio dirgli la mia!
Lewis comincia riluttante a fare dei nomi e così mentre ne fa io cerco di capire come si usa internet sul telefono che mi hanno detto in venti lingue che c’è ma non mi sono mai interessato. Al ventesimo tentativo fallito Lewis ridendo si siede vicino a me e mi insegna, lui è molto più pratico.
- Vedi, questa è il tasto del portale, da qui ti manda direttamente su un motore di ricerca dove scrivi quello che vuoi oppure il sito che devi vedere. - Ma che paziente che è. Lo guardo da vicino come siamo, è un soffio, posso sentire il caffè che ha appena bevuto. Mi dimentico di guardare quel che fa e così non so come si usa internet nel cellulare, ma gli dico di scrivermi i nomi di queste tipe così lui ridendo lo fa.
Fra le varie salta fuori una cantante di un gruppo che ha fatto un tormentone qualche anno fa, Don’t Cha, che fra l’altro ho ascoltato abbastanza.
- Uh, lei è perfetta! - Esclamo improvviso prendendogli il telefono di mano e sventolandogli la foto in faccia, lui si ritrae preso alla sprovvista e si riprende il telefono che sarebbe mio.
- Nicole Scherzinger? - Annuisco convinto.
- Guarda, che origini ha? - Lui mi fissa come se fossi scemo.
- Cosa centrano le sue origini? - Alzo le spalle.
- Niente, ero curioso. - Così ridendo cerca informazioni su di lei e viene fuori che è originaria delle Hawaii. - Ah le hawaiane sono meravigliose! Tu hai origini caraibiche, vi intenderete di sicuro! - Lewis scoppia ancora a ridere, sembra incapace di evitarlo a qualunque cosa io dica e ne sono particolarmente fiero.
- Guarda che i Caraibi sono da una parte e le Hawaii da un’altra e comunque non ci sono nemmeno mai stato ai Caraibi! - Qua rido io.
- Beh ora puoi andarci, con tutti i soldi che ti stai facendo e che ti farai! -
- Tu sei troppo convinto che io andrò bene! - E così gli prendo il telefono di mano e gli do una spinta con la spalla.
- Io lo so che tu avrai una grande carriera! E la metterai in culo a tutti quei razzisti di merda che dicono che uno di colore non può essere un campione! - Lewis mi guarda meravigliato mentre infervorato esclamo questo e dimentica la bocca aperta. Lui è tutto l’opposto, non osa, non si butta, non si esalta ma sono sicuro che si frena perché è il modo in cui è stato cresciuto. Non attirare mai l’attenzione su di te se non vuoi essere criticato, bullizzato o passare guai di vario genere.
Se fossi stato io il suo compagno sin da piccolo avrei fatto un sacco di litigi per lui, Nico non alzava nemmeno un dito!
- Comunque ti piace Nicole? - Mi chiede tornando al discorso di prima. Alzo le spalle.
- A me sì. Cioè per te. Ha un po’ il tuo fascino latino diciamo... - Arrossisce di nuovo, non so penso che stia facendo un record di rossore!
Lo guardo sempre da vicino che ormai rimaniamo così e lui mi ricambia un po’ di sottecchi perché quando solleva lo sguardo bene avvampa di brutto.
Prima o poi si lascerà andare e non si imbarazzerà per tutto, ne sono sicuro.
- Io ho un fascino latino? - Chiede meravigliato e timido guardandomi di nuovo coi suoi grandi occhioni che finalmente non sono coperti dagli occhiali scuri. Io ricambio con un bel sorriso accattivante dei miei.
- Assolutamente. Tu non ti vedi e poi magari non ti curi nel senso che non ti risalti molto però sei incredibilmente caliente! - La sparo di proposito perché adoro vederlo imbarazzato e poi magari se qualcuno gli fa complimenti prima o poi torva coraggio ed alza la testa. - Tu non sei consapevole di te stesso e non ti curi, però con una ragazza vicino sono sicuro che potresti alzare la testa ed essere più consapevole, più fiducioso in te stesso, ecco! - Lui si dimentica di imbarazzarsi e di distogliere lo sguardo, così rimaniamo vicini a parlare ed anche oggi arriva il momento di tornare in hotel.
Ci avviamo a malincuore sempre camminando e comincio a pensare che si potrebbe vivere per momenti come questi, in un tour intero come quello della F1.
Ormai stiamo per finire, ma spero di poter ricominciare da qua il prossimo anno.
Perché è bello correre e magari un giorno vincere, chi lo sa. Però non ci può essere solo quello, ci deve essere altro. E questo altro per me è l’amicizia, il divertirsi con qualcuno, avere dei bei rapporti complici. Passare il tempo al di là delle gare, sia pure rimanendo in quell’ambiente.
Questo potrebbe essere un bel motivo per lottare per un posto in F1, oltre che per la mia famiglia.
Un rapporto. Un bel rapporto. Un ambiente, una situazione, una circostanza.
Un legame.”