NOTE:
questa fic è per festeggiare il fatto che nel gruppo dedicato al
Bennoda da me fondato siamo arrivati ai 30 membri. In questo onore
avevo promesso una fic regalo e... bè, più regalo di questa... la
dedico quindi a loro che impazziscono come me per questi due bravi
figlioli che si amano tanto quando li amiamo noi.
Di
recente sembra che i due avessero effettivamente qualcosa che non va,
vediamo perchè. Posto che, bè, sappiamo bene che hanno già
risolto.
Ah,
la questione degli anelli è vera, molte foto ne sono testimoni. Io
ne ho evidenziate tre. Ed è altrettanto vera la questione che
Chester l'ostenta, a volte, mentre Mike fa di tutto per nasconderlo.
Ma a volte viene beccato anche lui! Non so che dire, sono splendidi
per me. Come persone. Buon anniversario! Ops, volevo dire buona
lettura.
Baci
Akane
BUON
ANNIVERSARIO
Miike
sospirò rigirandosi l'anello fra indice e pollice. Lo faceva passare
intorno al polpastrello sentendo sotto il tatto la consistenza solida
dell'argento. Una parte liscia e l'altra un po' ruvida per via dei
diamanti nella striscia in mezzo. Erano piccoli e per tutti semplici
brillanti. Così come il metallo sembrava semplice acciaio
puro.
Chester
avrebbe scelto qualcosa di molto più esagerato ma Mike si era
imposto ed aveva ottenuto qualcosa di normale, più da uomo e
soprattutto indossabile. Somigliava un po' a quello di sua moglie ma
era diverso. La sua fede era semplice senza niente sopra e d'oro.
Il
fatto che fossero diversi ma vagamente simili (per lo meno la
grandezza) gli permetteva di indossarli quando voleva. Il punto era
che non voleva sempre.
Bè
non era proprio corretto. Per lui l'avrebbe tenuto costantemente ma
non era giusto. Non poteva.
Era
l'eterna lotta fra loro. Chester che voleva tenerlo sempre e Mike
pieno di paure di essere scoperto.
Cercava
anche di evitare di metterlo in pubblico quando erano insieme e
quando sapeva che partivano foto a raffica. Insomma lo nascondeva
spesso e volentieri. Aveva proprio paura che tutti lo vedessero o gli
chiedessero perché lui e Chester avevano gli stessi anelli... e
perchè, soprattutto, li avessero solo loro!
Lui
invece lo metteva spesso anche insieme alla fede della moglie in modo
che si capisse che fossero diversi. Bè si notava comunque vista
l'esagerazione di quella fede!
Mike
non li metteva mai insieme, Chester a volte si. E lo metteva davvero
tanto. Lo ostentava come se volesse mostrarlo al mondo!
In
effetti era quello che voleva.
Chester
era stato pronto da subito a dichiararsi innamorato di Mike ma lui
ovviamente con polso di ferro glielo aveva sempre proibito. Sembrava
non ci fosse verso. Mike non si sarebbe mai dichiarato, lo faceva per
proteggere la famiglia a cui comunque teneva tantissimo. Uno scandalo
del genere li avrebbe devastati e non voleva rendergli la vita
impossibile. Già era meschino quello che faceva ma aveva provato a
seguire la giusta strada, ci aveva provato... era finita sull'orlo
del suicidio da parte di Chester e... bè non poteva dire che lui se
l'era cavata meglio!
Chester
doveva capire.
Chester
capiva. Ma era davvero difficile a volte.
Ormai
litigavano solo per quello. Essere più discreti o fregarsene e fare
quello che si voleva andando contro tutto e tutti?
La
loro carriera sarebbe stata un inferno come la loro vita. E non solo
la loro.
Il
mondo non era davvero così aperto e pronto, indipendentemente dal
fatto che poi sarebbero apparsi come uomini vergognosi e deludenti
che tradivano le mogli fra di loro. Se si aggiungeva poi che erano
gay, allora era come spararsi sulle palle da soli.
Una
minimissima parte dei loro fan seguiva quella linea di pensiero, gli
aveva dato un nome. Bennoda. Ma purtroppo erano troppo pochi per
spingerli a venire allo scoperto. La maggior parte ne era ferocemente
contro e le guerre che si facevano questi e quei fan era qualcosa di
pazzesco, peccato che poi in maggioranza fossero quelli a sfavore...
Con
Anna, Mike ci aveva parlato, del resto non la toccava da anni, lei se
ne era accorta da tempo che qualcosa non andava e che non era più
amore ma un grande affetto. Aveva solo aspettato che se la sentisse
di dirglielo.
Gli
aveva detto che si era accorta di qualcosa di strano dall'arrivo di
Chester nel gruppo. Prima ancora che si sposassero. Però poi Mike
aveva voluto testardamente provarci ancora e lei era troppo
innamorata per fare la cosa giusta e dirgli che non era ciò che lui
voleva davvero. Egoisticamente l'aveva sposato lo stesso pur
sapendolo.
Quando
gliene aveva parlato, lei aveva detto tutto questo e con rassegnata
serenità aveva detto che, se per lui andava bene, avrebbe preferito
fingere che tutto andasse bene. Tanto il tempo che passavano insieme
era in ogni caso estremamente limitato, era una rarità riuscire a
vedersi con tutti gli impegni che lui aveva. Quando per caso non ne
aveva col gruppo, Mike se ne creava. Un po' con i quadri, un po' con
altri progetti paralleli... epico quando si era messo a fare colonne
sonore per film!
No,
era giusto una formalità. Ma almeno così lei sarebbe rimasta la
signora Shinoda e avrebbe potuto godere dei privilegi senza essere
additata come la donna di un omosessuale che se la faceva da anni col
proprio compagno di gruppo. Era qualcosa che non sarebbe mai riuscita
a sostenere. Oltretutto c'era suo figlio, non si meritava una cosa
simile.
Deciso
di comune accordo per questa linea, in lei aveva una splendida
complice, erano amici e si confidavano comunque molto. Lei, ancora,
non era riuscita ad andare con altri sebbene fosse un obiettivo a
lunga scadenza.
Però
lei era lei, lo conosceva da quasi venti anni... il resto del mondo,
a parte chi sorprendentemente apprezzava un'ipotetica relazione fra
lui e Chester -e molti lo facevano in modo superficiale, tanto per
fare, senza appoggiarli davvero nel caso sarebbe stato vero- era
contro quelle cose. Le coppie omosessuali. Se poi lo erano a scapito
dei loro matrimoni, bè era ancora peggio.
Del
resto non tutti avevano il coraggio di viversi. Mike aveva faticato
molto a lasciarsi andare, accettarsi, arrendersi. Chester ci era
riuscito subito, ma lui no... e quando si era deciso si era trovato
sposato e con un figlio. A quel punto aveva dovuto assumersi le
proprie responsabilità, non se l'era sentita di abbandonare moglie e
figlio a loro stessi e gettarli in uno scandalo senza precedenti.
Quello era stato il suo modo di proteggerlo.
Biasimabile,
probabilmente, e comunque sbagliato. Ma quello era stato il suo modo.
Era
stato lui a trovarcisi in mezzo, dopo tutto. Nessun'altro aveva
indossato le proprie scarpe ed aveva provato a vivere la sua vita
dall'interno.
Facile
parlare senza provare e vivere le stesse cose.
No
non potevano dichiararsi e fare le cose alla luce del sole che
Chester voleva.
Ma
litigare il giorno prima dell'anniversario era davvero stupido!
Erano
ormai quattordici anni che si conoscevano. Festeggiavano quella data
perché era stato l'inizio di tutto. Si erano presi subito anche se
l'avevano portata avanti ed indietro in mille modi prima di
arrendersi e viverla davvero.
Stavano
effettivamente insieme da sei anni, ma per loro era come esserlo da
molto prima. Dal primo momento in cui si erano visti.
Consideravano
quello il loro anniversario.
Mike
dopo aver guardato i loro anello, che si erano scambiati proprio in
quell'occasione, quando si erano promessi solennemente di impegnarsi
ad ogni costo in quella relazione, prese il telefono e provò a
chiamare Chester.
Ovviamente
non rispose.
Era
un idiota.
Il
giorno dopo c'era un concerto e lui non gli parlava!
Bè,
si disse.
Anniversario
a parte, se avesse cantato male perchè arrabbiato con lui ed il suo
diniego ad indossare gli anelli insieme per tutta la giornata,
l'avrebbe come minimo ucciso!
Quando
lo vide arrivare dal suo eccessivamente lungo giro per la città con
la fede di sua moglie Talinda, lo considerò alla stregua di un
bambino ma non disse nulla, preferì un ragionevole silenzio.
Se
voleva passarlo così il loro anniversario peggio per lui, non si
sarebbe piegato di certo!
Mike,
quindi, scosse solamente il capo e si mise l'anello in tasca sperando
di non essere visto. Certo che lo teneva sempre con sé. Anche se non
lo indossava lo aveva addosso, sempre. Non se ne separava mai ma per
l'idiota era valido solo al dito.
Quando
faceva così l'avrebbe preso a sberle.
Chester
lo ignorò bellamente e così fece Mike, mentre gli altri del gruppo
presenti respiravano aria di tempesta proprio in vista del loro
concerto d'anniversario.
Joe
il giorno prima aveva scherzato dicendo che temeva che per
festeggiarlo si sarebbero baciati davanti a tutti e quando Chester
aveva detto convinto che era una grande idea e Mike aveva capito che
l'avrebbe fatto davvero, nel fermarlo prima che se ne convincesse
avevano finito per litigare.
Ed
ora era un giorno che non si parlavano.
Quello
fu non solo il giorno peggiore della loro vita ma anche il concerto
più brutto.
Tecnicamente
sempre i soliti, nemmeno impegnandosi potevano cantare male, ma
emotivamente parlando era stata una tortura.
Mike
non vedeva l'ora che finisse.
Quello
stronzo aveva cantato con la fede di sua moglie. Quel pezzo di merda.
Ed
osava pure scioglierlo quando cantava certe canzoni toccanti o
significative.
Dannazione,
tutte significavano qualcosa di importante per loro. Per il momento,
il modo od il senso... cantare e venir dilaniati dalla voglia di
perdonarlo e cancellare tutto e quello di mandarlo al diavolo
definitivamente. Ma poi portava la mano al petto e attraverso la
camicia toccava l'anello che si era messo al collo. Non lo vedeva
nessuno ma lui sapeva che c'era.
Avrebbe
dovuto saperlo anche Chester ma l'idiota preferiva fargli la guerra
così!
Alla
fine il concerto si concluse in un modo o nell'altro e per Mike fu un
sollievo.
Sicuramente
avrebbe ricordato il loro quattordicesimo anniversario in modo meno
romantico di quanto avrebbe pensato di poter fare.
Con
Anna era sposato da meno anni, ogni tanto ci pensava. La conosceva da
più tempo ma l'aveva sposata dopo il colpo di fulmine -negato con
tutte le proprie forze- con Chester.
A
volte non capiva chi era arrivato prima.
Tecnicamente
Anna, anche se ai fatti con lei era sposato da dieci anni, con
Chester si era ufficialmente messo insieme da sei.
Però
si era innamorato dal primo giorno in cui l'aveva visto, quattordici
anni fa.
Era
stato un colpo, poi il sentimento si era sviluppato nell'arco di un
periodo più o meno breve. Aveva detto a Chester di amarlo il giorno
in cui tutto era precipitato. Il 2002 li aveva segnati entrambi, in
effetti. Del resto se dopo anni che conosceva Anna si era deciso a
sposarla improvvisamente dopo che moriva dietro al suo compagno di
gruppo, un motivo c'era.
Il
suo 'Ti amo' era coinciso con un 'la cosa mi sta sfuggendo di mano,
non ce la faccio più. Dobbiamo smetterla o il gruppo sarà sciolto
nel giro di un anno.' Era stato quasi veggente, ma nel dargli quel
duro colpo, nel dirgli che l'amava ma che non aveva il coraggio di
stare con lui, Chester aveva cercato un figlio con tutto sé stesso
per dare una lezione a Mike e quando l'aveva trovato, nello stesso
periodo lui si era sposato con Anna per rafforzare la sua posizione.
Erano due ragazzi, Chester era sposato, lui fidanzato.
Da
lì lentamente ma inesorabilmente tutto era precipitato fino al 2005.
Dopo Meteora Chester non era stato capace di salire su un palco e
Mike aveva posto fine alle sofferenze di tutti. Quello era stato il
suo modo.
Una
pausa lunga anni.
E
Chester perso nella droga perchè amava troppo Mike e non ce la
faceva. E non aveva iniziato a drogarsi solo per lui ma una grande
spinta gliel'aveva data quello stronzo.
Quando
litigavano, Mike si perdeva a ricordare il passato, tutti gli scogli
passati, gli anni che stavano insieme... e non concludeva molto. Solo
che ne avevano passate tante, troppe per mollare ormai.
A
quel punto non si poteva.
Mike
si portò alle labbra la tazza di thé raggomitolandosi sull'angolo
della cassapanca del bus, davanti il tavolino ormai sgangherato. Ogni
tanto arrivava un nuovo tour bus ma nel giro di poco quel tavolino si
rompeva subito. Colpa di quello che ci facevano sopra.
I
ragazzi erano già morti e defunti nelle rispettive cuccette coi
letti a castello.
Rob
cercava il proprio letto, troppo pudico per dormire con Brad, ma lui
ogni volta l'aveva vinta e se lo teneva con sé. Non sempre, ma
spesso era così.
Joe
russava come un trattore, come sempre, mentre Dave aveva le cuffie
alle orecchie per riuscire a dormire in santa pace, l'unico con un
sonno leggero che per non essere disturbato doveva usare metodi
alternativi. Gli altri nemmeno i cannoni li svegliavano.
Chester,
quelle sere, si era messo nel suo letto in alto ed in fondo. Lui
aveva quello sotto, ovviamente, ma spesso dormiva sopra con lui. Non
quelle volte.
Bevve
un sorso di thé che gli scaldò la gola e sospirò di nuovo
guardando fuori il mondo scorrere. Dal di fuori i vetri erano
oscurati, da dentro ovviamente no.
Il
paesaggio passava veloce verso la nuova tappa e malinconico si
chiedeva quanto ci avrebbe messo a far pace quella volta. Passare la
notte del loro anniversario in quel modo era assurdo.
Loro
che parlavano di anniversario riguardo al primo giorno in cui si
erano incontrati perchè avevano riconosciuto che si erano amati da
subito. L'avevano fatto crescere lentamente, ma da subito c'era stato
qualcosa.
Ed
ora si stringeva fra le dita, di nuovo, il loro anello.
Una
promessa che a volte non aveva senso... non l'aveva se Chester si
fissava su certe sciocchezze.
Non
si sarebbe mai dichiarato al mondo, mai. Anche perchè era una cosa
sua e solo sua, non riguardava altri che loro due.
Mordicchiò
il bordo della tazza sentendosi immensamente triste, non aveva
nemmeno più voglia di picchiarlo.
Quando
sentì una presenza accanto il cuore gli mancò un battito e
spaventato fece cadere l'anello che fece un rumore metallico per poi
rotolare.
Chester
lo fermò col piede e glielo prese ma non glielo porse subito. Si
fermò a guardarlo. Aveva le occhiaie ed un'aria sciupata. Non
riusciva a dormire da un po'.
-
Posso sedermi qua? - Chiese Chester ridandoglielo. Mike si fece in
parte e gli porse il proprio thè, una sorta di segno di pace. O
tentativo.
-
Ne vuoi un po'? - Chester bevve senza volerne, era solo per accettare
la sua pace. Mike si rimise l'anello e solo quando notò che anche
lui se l'era rimesso al posto della fede, capì che voleva mettere
tutto a posto. Certo, dopo due giorni infernali ed un concerto
tremendo. Per non parlare del loro anniversario.
-
Sai perchè festeggiamo oggi e non quando ci siamo scambiati questi
anelli e ci siamo messi ufficialmente insieme sei anni fa? - Fece
allora per parlarne senza discuterne. Non si poteva solo baciarsi e
far finta di niente, non era giusto, facevano quattordici anni
insieme, fra alti e bassi, dolori e gioie.
-
Perchè ci siamo innamorati subito? - Facile così.
Chester
aveva un tono molto basso, era consapevole d'aver sbagliato o per lo
meno esagerato nel giorno sbagliato, ma era stato importante anche
per lui.
Mike
lo guardò, fissava le mani chiuse intorno alla tazza, l'anello
uguale.
-
Perchè un amore non nasce dopo anni che due si conoscono. Può
trovare la sua massima espressione dopo anni, ma esiste dal primo
giorno in cui due si vedono. O non è vero amore. Ed il nostro è
vero amore. Per questo lo festeggiamo oggi. Perchè per noi è
importante riconoscere ciò che siamo e siamo sempre stati, che non è
un capriccio nato di punto in bianco, perchè è una cosa seria,
vera, enorme che va avanti da anni e che non poteva che finire così.
Che è impossibile per noi evitare di viverla. Per questo abbiamo
scelto questo giorno e non quando ci siamo promessi di stare insieme
sempre nel bene e nel male ad ogni costo. -
Chester
capì, come capiva sempre, e sentendosi una merda accasciò la testa
contro la sua spalla, la fronte sulla maglietta.
-
Per me è fottutamente importante. È troppo importante. Io vorrei
dirlo al mondo, questo è il mio modo di esprimermi, lo sai.
Mostrandomi per come cazzo sono sempre e comunque, esagerando, anche.
Perchè è il mio modo di amare. Vorrei farlo sapere a tutti ma per
me sei più importante tu e so che hai fottutamente ragione. Che la
pace finirebbe se lo sapessero tutti. Ma a volte vorrei poter mandare
tutto a fanculo. Lo vorrei davvero. Essere solo noi. Due ragazzi che
si amano e che stanno insieme, due qualunque, insignificanti, che
nessuno conosce, nessuno sa... ed invece tutti sanno meglio di noi
cosa cazzo è meglio e giusto. Tutti. E se ne fottono se noi
soffriamo. Mike, scusami. -
Mike
sospirò e lo avvolse con dolcezza, le mani sulla nuca gli portarono
la fronte dalla spalla alle labbra, poi gliela baciò piano.
Ecco
perchè lo amava. Perchè Chester capiva.
-
Mi dispiace, vorrei che fosse così... poter dire che ci amiamo da
quattordici anni e che lo viviamo solo da sei. Vorrei poter dire che
la mia famiglia è una cosa ma che tu sei la mia vita. Vorrei poter
essere chi sono e non ingannare nessuno ma sai una cosa? Le persone
che contano lo sanno e chi non lo sa è meglio così per lui, li
stiamo proteggendo. Di quelli che non conosciamo non possiamo essere
responsabili, se per loro noi stiamo sbagliando sono cazzi loro così
come ciò che facciamo noi sono cazzi nostri. Capisci ciò che voglio
dire? - Chester annuì e Mike proseguì con dolcezza continuando a
parlare sulla sua fronte: - Tante cose sono sbagliate a questo mondo
e ce ne sono alcune di davvero gravi, noi stiamo solo vivendo il
nostro amore di nascosto da persone che comunque non conosciamo e non
ci conoscono davvero. Non uccidiamo nessuno. Di queste persone non
siamo responsabili, lo siamo nei confronti di chi conosciamo. E con
loro le cose sono già a posto. Se vogliamo continuare a vivere in
pace questo è l'unico modo, per questo dobbiamo stare attenti. Lo
sarai? - Chester annuì. Si sentiva comunque una merda per aver
rovinato l'anniversario e sospirando guardò l'ora. Ormai non era più
il giorno speciale. Che stronzo che era stato. Il solito egoista.
-
Ti posso dare il mio regalo anche se ormai siamo al giorno dopo? -
Chester alzò la testa di scatto non aspettandoselo e Mike sorrise
conscio di prenderlo alla sprovvista.
-
Pensavo l'avessi buttato! -
-
Tu il tuo l'hai buttato? - Chiese sapendo che non era così.
-
No cazzo! - Esclamò indignato. Mike continuò ridendo mentre
trafficava con un sacchetto in un angolo ai suoi piedi.
-
Figurati se potevo io! - Quando glielo diede Chester guardò dentro
per trovare qualcosa di sicuramente molto ma molto originale.
Di
certo non se lo sarebbe aspettato.
Chester
prese il regalo.
-
Un bagnoschiuma? Puzzo tanto? - Esclamazione tipica sua! Mike rise
ancora e gli diede un colpo sulla spalla. Aveva quel modo di ridere
quasi da bambino, a volte. Poteva stare ore ad osservarlo in quei
momenti.
-
Guarda bene, non ti ricorda niente quel bagnoschiuma? - Chester non
aveva una memoria così ferrea o forse non era uno che faceva caso a
certi dettagli. No di certo.
-
E' un semplice bagnoschiuma al pino selvatico di una marca scadente
preso al supermercato peggiore in circolazione. Mi irriterà tutta la
pelle fra l'altro! - Era lui, non poteva non dire quello che gli
passava per quella testaccia e Mike ormai aveva le lacrime agli occhi
perchè sapeva perfettamente che avrebbe reagito così senza
ricordarsi niente. Faticò a smettere e quando ci riuscì sospirò
prendendo il bagnoschiuma, lo aprì e fece uscire il profumo. Chiuse
gli occhi adorante mentre lo disse con sincero piacere:
-
E' il bagnoschiuma che usavi quando ci siamo conosciuti. Non avevi
profumi, solo questo. Dio, quanto lo adoravo. Non sai quanti solitari
mi facevo annusando questo odore... sì perchè poi ho cominciato a
prenderlo anche io e doveva essere della stessa marca, dove lo
prendevi anche tu. Costava niente. Ma mi entrava nel cervello e non
capivo più un cazzo. Lo sniffavo come una droga e solo perchè mi
ricordava te... - Quando riaprì gli occhi Chester era inebetito e...
ROSSO!
Mike
lo fissò preoccupato.
-
Chez? Ho detto qualcosa? -
-
Sì che l'hai detta, cazzo! - Ringhiò cercando di mascherare
l'imbarazzo evidente. Lo faceva così, lui. - Stronzo! - Pure! - Io
non sapevo niente di questa storia! Me la racconti solo ora? Non uso
più quel bagnoschiuma da anni! Ed ora ho profumi costosissimi...
e... ma ti piaceva tanto? - Chester provò a distrarsi annusando lui
stesso e Mike rispose intenerito da quella sua reazione:
-
Non è il profumo ma è perchè era tuo. Era il tuo profumo... non so
come dirlo... - Bè, si era spiegato bene... Chester lo chiuse e lo
baciò di slancio circondandogli il collo con un braccio.
-
Sei dolcissimo e questo è un regalo tipico tuo. Niente cose super
costose od esagerate ma significative ed emozionanti. Io non sono
così bravo... - Mike si disse che si era considerato lui quello
incapace coi regali ma se lo tenne per sé.
Chester
così si alzò e tornò poco dopo con un altro sacchetto ed un'aria
esageratamente maliziosa. Ecco il suo Chez. Mike ridacchiò, qualcosa
si aspettava. Qualcosa alla Chez, appunto...
Aprì
e vide.
Appunto.
Qualcosa
alla Chez. La richiuse e scosse il capo finchè le convulsioni per il
troppo ridere non si quietarono. Allora Chester chiese trionfante:
-
Ti piace? - Mike, guardandolo incredulo, rispose:
-
Hai da chiederlo? - Alla fine tirò fuori le manette e la piuma. La
piuma era di quelle grandi e d'oca elaborata che si trovavano nei
sexy shop. Entrambe le cose erano nere.
-
Queste mi mancavano, non sei ancora riuscito a farmele usare...
deduco che, essendo un regalo, io non possa rifiutarmi? - Chester,
ormai quello maniaco di sempre, gli leccò una guancia tutto
fremente.
-
Ma prima non le avevamo, per questo non le usavamo... e poi avresti
il coraggio di rifiutare il regalo di anniversario? - Faccia tosta
tipica sua. Probabilmente l'aveva preso da mesi!
Mike
scosse il capo lasciandosi strofinare la guancia contro la propria in
stile felino.
-
E la piuma? - Ma non erano mai stati meglio. Le loro solite cazzate,
niente di particolarmente significativo, loro che dicevano
stupidaggini e ridevano. E la litigata dimenticata, la delusione di
una giornata intera spazzata via.
Mentre
tutto tornata a girare come sempre per il verso giusto. Il loro
solito verso.
-
Proverai! - Non poteva certo negare che non ne vedesse l'ora in
effetti!
Fortuna
che i ragazzi non li svegliavano nemmeno i carro armati e che le
cuccette, per quanto claustofobiche fossero, avevano le antine!
FINE