NOTE:
questa è la prima bennoda vera e propria con Chester ancora vivo e
insieme a Mike da quando lui invece è morto. Non è stato facile
scriverla perché un conto è prendere Mike e scrivere quello che
immagino possa passare ora, un altro è fare una fic su quando loro
erano ancora insieme e felici.
Quando scrivo io mi immedesimo
nei personaggi, per questo rendo meglio in prima persona, ma come
faccio ad immaginare i pensieri di Mike alle prese con un Chester
ancora vivo e felice accanto a sé? Il compromesso è stato scrivere in
seconda persona. Non ho mai usato il ‘tu’ però è una via di mezzo fra
la prima che è più coinvolgente e la terza che è più ‘a distanza’.
Colpa di una foto che mi ha
scatenato il finimondo: Chester, la sua posa, quei vestiti maschili sul
letto e quel Mac dall’altra parte. Dici Mac e dici Mike... e poi che
Mike sia un dio che può fare benissimo qualunque cosa decida non è una
novità. Chiaramente ho usato la mia ‘fobia’ nello scrivere di loro
insieme, quando ho deciso di scrivere questa fic dopo tanto che ero
bloccata, ho fatto proprio come Mike fa qua all’inizio.
È solo un pensiero, comunque. Niente di che. Spero comunque vi faccia sorridere. Baci Akane
CHESTER VS MAC
Muovi il cursore alla ricerca
di Pages. Quando l’icona appare nel Dock clicchi e lo apri, si
visualizza l’ultimo documento su cui hai scritto, vedi che era un
vecchio file di appunti su cose da non dimenticare per un certo
progetto, ma poi lasci perdere, chiudi quello e come se fosse il nemico
giurato numero uno e ti pesasse un sacco, mandi il cursore su
nell’angolino. Clicchi su File e poi Nuovo ed ecco che una pagina nuova
si apre, tutta bianca davanti a te.
Vai nel menù a lato di
Formattazione e scegli il Font che preferisci e poi il Size. Sistemi la
grandezza della pagina come ti aggrada e ci sei.
Il cuore in gola, ti sembra di
aver scalato una montagna, del resto è da secoli che non riuscivi più
ad aprire una pagina nel tuo Mac per scrivere, scrivere seriamente.
Non canzoni o appunti, quelle le scrivi sempre.
Parli di scrivere IL romanzo.
L’hai iniziato mille volte e poi l’hai chiuso e buttato mai convinto di quello che stavi facendo.
È diventata una sorta di guerra fra te ed il Mac. O meglio fra te e la pagina nuova di Pages.
Nel network le chiamano
fanfic, ma tu vuoi scrivere un romanzo vero e proprio. Autobiografico.
La vostra storia, cambi i nomi, cambi un po’ di cose, ma non sai bene
cosa. Hai iniziato mille volte ed era sempre troppo vicino
all’originale, troppo sgamabile.
Devi cambiare di più, ma allora cambiavi troppo.
Ora probabilmente hai l’idea
giusta, ti pare d’aver avuto il lampo di genio, magari riesci a
smettere di litigare con Pages che non ti fa mai scrivere quello che
vorresti, che senti di dover scrivere.
Sarebbe un bel regalo per lui,
già ti pregusti la sua faccia. Immaginandolo ti rilassi, sorridi,
sospiri e finalmente le tue dita scivolano sulla tastiera, pigi le
prime lettere, la sensazione torna ad intorpidirti, senti che ci sei,
stai partendo come si deve. Scrivi Capitolo I, vai a capo e...
- MIKE SE NON CHIUDI QUELLA MERDA GIURO CHE TE LO SPACCO IN TESTA! - E poi niente, come sempre lui arriva a spezzare la magia.
Tutta quella fatica, tu che fai pace con Pages e ti lasci catturare dalla magia e... e niente... lui rovina tutto. Come sempre.
Sospiri e chiudi gli occhi.
- Non è una merda, è il MIO Macbook. - Sottolinei la parola ‘mio’, sa che ci tieni per questo lui lo insulta sempre!.
- No, è solo una merda! E ci stai sempre troppo! Chiudi! - Brontola ancora innervosendoti.
- Andiamo, non sto molto... - Provi a convincerlo, ma sai che è tempo perso.
- Il tuo ‘molto’ è una fottuta vita. Chiudi! - Se ti metti subito a scrivere ce la puoi fare a recuperare l’ispirazione.
- Smettila di fare il geloso, è solo un Macbook! -
- ‘Solo un Macbook!’ - Ti
scimmiotta seccato. - Ma ti senti? È un cazzo di computer, non è una
persona! - E poi aggiunge incattivito: - E comunque non sono geloso!
Lui è una COSA ed io una PERSONA! Spero di avere la precedenza, no? Da
quando le COSE hanno la precedenza sulle PERSONE!?! - Alzi gli occhi al
cielo roteandoli, non vuoi nemmeno stare a discutere altrimenti perdi
l’ispirazione e tu devi, DEVI scrivere!
Per quell’imbecille che sbraita insulti al tuo Macbook!
- Ok, vado in salotto così non
ti disturbo. - Ti sembra un’ottima soluzione. Del resto la trombata con
lui l’hai fatta, l’hai soddisfatto per bene ed è grazie a questo che
senti la voglia di scrivere quello stramaledetto romanzo che poi
sarebbe un regalo per lui. Chester strilla ancora insulti, ma tu chiudi
la porta e ciao!
“Un cazzo di computer! Un Mac
non è un CAZZO di computer! Non capisce niente! Ma se glielo dico
apriti cielo! Lo prende e lo fa volare fuori dalla finestra ed allora
io faccio volare lui fuori dalla finestra!”
Sospiri e lo cancelli come si fa con il testo che sbagli, lo selezioni e clicchi un tasto e sparisce tutto!
Torni al tuo manoscritto, a te e a lui, nella vostra storia.
Trovare i lavori adatti ai due
protagonisti non è facile, non puoi scrivere di due rock star che sono
nella stessa band, però deve essere un lavoro che li mette in qualche
modo sotto i riflettori e li fa lavorare in coppia. Magari un equipe o
qualcosa del genere.
Così sei giunto alla conclusione della troupe televisiva.
Devi vedere se funziona, ma per saperlo devi scrivere.
Chester deve essere il
presentatore, il giornalista insomma. Di che genere di servizi si
occupano? La tua testa lavora ancora perché vuoi scrivere. Tu sei
quello che monta tutto, il regista insomma.
“Forse dovrei trasformarci in
un duo, cameraman e regista io e lui il giornalista reporter. Insomma,
forse in due è più semplice... ma mi dispiace non mettere i ragazzi...”
Sei seduto sul divano del
salotto del vostro magico studio-appartamento privato, incroci le gambe
nude coperte solo da dei comodi boxer rossi.
Il macbook sulle cosce e ti rimetti a scrivere.
Parti con l’idea della coppia
di reporter che viaggia in giro per il mondo per le notizie estere o
qualcosa del genere, la tv nazionale o non avrebbe senso, dovete essere
in vista, sufficientemente in vista. Perché ci sono dei meccanismi
particolari che si sono sviluppati nell’essere qualcuno.
Prima che tu te ne accorga la magia scatta e tu sei di nuovo a scrivere. Anzi. Cominci.
Le parole scorrono più facili
di quel che pensavi, non è male scrivere in realtà, ci hai provato
tante volte ma c’era sempre qualcosa che non andava.
Adesso funziona, sì adesso sembra proprio funzionare.
Tanto che quando guardi ancora
l’ora ti viene un colpo, sgrani gli occhi e fissi l’angolino alto
destro dello schermo, dove c’è scritta l’ora!
- Cazzo due ore! Pensavo una
mezz’oretta! Chez sarà furioso! - Poi ci ripensi. - Beh, ormai dorme.
Tanto vale che concludo il capitolo. Tanto quando vede che sto al
computer per un romanzo su di noi sarà felice! - E così niente,
continui a scrivere.
Ti sei detto solo un paio di pagine per finire il capitolo ed è volata così un’altra ora!
Anchilosato ti stiracchi e
sbadigli chiudendo il computer che ti porti rigorosamente in camera
perché il tuo bambino ti segue ovunque e non si discute.
Fai piano, ma hai bisogno
della luce del comodino per mettere il tuo bimbo nel posto giusto, sul
comodino, così accendi l’abat-jour e... scoppi a ridere.
Chester dorme tutto storto, la
testa nella sua parte, i piedi nella tua, in diagonale, pancia in giù,
ancora nudo con il lenzuolo solo sul bacino.
Rimani a goderti la scena e scuoti la testa con un sorrisino ebete, poi ti lecchi anche le labbra.
Beh, la visione è bella.
Gli fai una foto e scuoti la
testa per poi capire come infilarti a letto senza svegliarlo, lo scopo
era stare su a scrivere quanto volevi perché lui non si sarebbe accorto
quanto sei stato su. Ma se lo svegli andando a dormire si accorge
quanto sei stato.
‘Ok Mike, hai un problema. Ed ora come vado a dormire?”
Lui dorme letteralmente sulla tua parte, tutte le gambe sono ben distese lì dove dovresti mettere le tue.
Sospiri e ti gratti la nuca
con una smorfia, ma alla fine gli prendi delicatamente le caviglie e
gliele sposti piano piano cercando di non essere brusco. No, non sei
brusco. Per niente, anzi. Sei un po’ troppo delicato.
Senti come sono lisce le sue caviglie. Ma ti sembra giusto che ha così pochi peli sul corpo?
Te lo sei sempre chiesto, ma ti piace la sua pelle liscia, oh se ti piace...
Risali con le dita sui polpacci e sui tatuaggi, dovevi spostarlo delicatamente, non testare la consistenza della sua pelle.
Chester non si muove, continua
a dormire e le tue mani si muovono di vita propria perché risalgono
sulle cosce, una gamba è aperta di lato e piegata. Le tue dita
spariscono sotto le lenzuola che coprono in modo ridicolo le sue
natiche belle sode, rilassate al momento visto che dorme.
Delicatamente infili le dita
nella fessura, prendi bene entrambi i suoi glutei, stringi leggermente
e rilassi, poi spingi e continui l’operazione fino a che capisci che è
così abituato ad averti addosso che dorme ancora. Ormai sei parte di
lui e non registra l’anomalia, la sua testa non lo sveglia.
Così ne approfitti e con un
sorrisino divertito decidi che tanto vale svegliarlo nel modo migliore
per distrarlo e non farlo arrabbiare.
Allora gli sfili via il
lenzuolo e ti riempi gli occhi con il suo splendido sedere che ti è
appartenuto prima. Ti raddrizzi e ti togli i boxer, poi sali
delicatamente di nuovo sul letto, gattoni sopra di lui e fai in modo di
non toccarlo con nessun altra parte di te. Le tue labbra leggere si
posano sulle sue natiche e risalgono sulla schiena, solletichi la curva
lombare e poi risali sulle scapole, disegni leggero sui suoi tatuaggi,
inizia a sospirare.
Oh lo sai bene cosa gli piace.
Lo sai molto bene.
Un ginocchio da una parte e
l’altro in mezzo alle sue gambe, con le mani ti reggi a lato del suo
busto mentre la tua lingua gioca con la spina dorsale e risale sul
collo, succhi la sua spalla appuntita e scivoli sull’orecchio che
prendi fra i denti.
Andiamo, quanto ci mette a svegliarsi?
“Vediamo se con questo dorme
ancora...” Così pensando usi la tua erezione che avevi avuto cura a non
fargli scivolare addosso, lo carezzi con la punta la curva delle sue
natiche, scivoli nel mezzo, dolcemente. Poi ti muovi su e giù fino a
che non decidi a schiacciarti di più su di lui e a farglielo sentire
meglio mentre ti ecciti.
- Quanto ti ci vuole ad
infilarlo? - La sua voce si leva roca e cavernosa e tu sorridi
divertito e radioso premendo la bocca sulla sua guancia. Lo senti
sorridere.
- Da quanto eri sveglio? -
- Da quando hai acceso la
luce! Volevo iniziare ad insultarti e farti notare che intanto mi sono
fatto 3 sogni, ma alla fine fanculo. Hai iniziato a molestarmi. Uno di
quei tre sogni eri tu che mi molestavi! Sei un fottuto subdolo... - E
così lo zittisci tornandogli dentro. Tre ore di riposo possono bastare,
ma del resto è colpa sua e del suo corpo perfetto e snello, ben
allenato con ore di palestra ogni giorno.
E poi se te lo fai di nuovo magari non ti chiede che cazzo avevi da scrivere a quel fottuto Mac del cazzo, no?
Perché così te lo chiederebbe.
“Anzi direbbe ‘che cazzo c’è di più importante di me!’ Oh, niente, figurati! Solo una sorpresina per te!”
Ridacchi mentre con un’altra
spinta lui si inarca e tira infuori il suo piacente fondoschiena su cui
prima hai letteralmente sbavato.
Ti aggrappi al lenzuolo sotto le sue braccia e con delle spinte decise gli sei ancora dentro.
Semplicemente perfetto.
Il suo corpo è sempre fatto per essere tuo, assolutamente sì.
In un attimo sfuma ogni cosa
ed i brividi ti ricoprono, il colpo di grazia te lo danno i suoi gemiti
e non trattieni più niente.
Ora le sue gambe sono
intrecciate alle tue, ma siete dritti al centro del letto, lui ti
abbraccia come se fossi il suo cucciolo e ti coccola come anti stress o
rilassamento spirituale.
In realtà funziona in entrambi i sensi.
- Allora, si può sapere che
cazzo c’è di più importante di me?! - E quando lo dice scoppi a ridere
tanto che ti spuntano le lacrime ed hai le convulsioni.
“Oh mio Dio! “
Come lo conosci bene!
- Niente, niente... -
- Niente un cazzo! Sei stato
tre ore là davanti a quella roba! Per tre ore un fottuto Mac del cazzo
è stato più importante di me, mi spieghi che stai combinando o devo
pensare che mi tradisci? -
- Con un computer? -
- Perché, non puoi chattare con un altro porno divo? -
- Oh andiamo Chez, perché dovrei tradirti tramite una chat con te qua? -
- E che ne so, sei tu quello che sta ore a quella roba! -
- Quella roba è un computer e se ti tradisco lo faccio di persona, non tramite chat! E comunque... -
- Ah perciò lo faresti! -
- Ho detto che se lo facessi sarebbe di persona, noti il condizionale? -
- Che non è una negazione! -
Con questo alzi gli occhi al cielo, sollevi le braccia, ti sciogli dal
suo abbraccio e sbuffando ti giri dall’altra parte dandogli la schiena,
mentre chiudi la luce del comodino proprio sul tuo Mac.
La sua voce, nel buio, si leva isterica.
- Senti sai... tre ore di Mac invece che di me! Ti sembrano normali? Cosa cazzo dovrei pensare? -
Premi la faccia sul cuscino
incredulo che ti faccia una scenata di gelosia per un computer, ma lui
continua e visto che non molla sei costretto a dirgli qualcosa per non
ucciderlo.
- Ti sto preparando una sorpresa, ma se non mi lasci in pace butto tutto via e vaffanculo! - Così finalmente si zittisce.
“Che cazzo di sorpresa è se se l’aspetta, ora? E che dovevo fare?”
Brontoli fra te e te con istinti omicidi, ma almeno se ne sta zitto finalmente!
- Mike? - Ti chiama dopo un po’. Sospiri.
- Mmm... - La sua mano sulla
tua spalla scivola sul braccio e ti carezza, la sua bocca sul tuo
collo, il suo corpo aderisce al tuo da dietro, caldo e forte. Ti
rilassi finalmente. Sorridi beato, chiudi gli occhi.
- Scusa. - quegli scusa che valgono mille parole.
- Non fa niente. - Rispondi sebbene hai davvero voluto ucciderlo.
- Mike? - Chiede ancora dopo un po’.
- Mmm? -
- Che sorpresa è? - e così fai
per alzarti seccato, ma lui ti riprende e ti obbliga a stare giù. - No
no no scusa scusa! Dai! Non ti chiedo più niente! Ma sbrigati a
finirlo, sono curioso! -
- Oh cazzo Chez! -
- Puoi anche stare tre ore a
notte se ti sbrighi prima. Non più di tre, eh? - Torni a premere la
faccia sul cuscino e a brontolare per sotto. Ma perché, ti chiedi.
Perché?
“Perché lo ami. Solo perché lo ami.”
E sai che non è di certo poco.