NOTE:
ed ecco la fic promessa a Marialaura! Lei ha tradotto la lunga
intervista di Chez e Mike per Kerrang! Ed io le avevo promesso una
fic in cambio. Aveva chiesto qualcosa riguardo il summit che
coincideva col compleanno di Anna, la quale era presente fra loro e
Chez e Mike erano pressoché estranei in sua presenza, al contrario
poi nel concerto successivo che si sono dimostrati come sempre
affiatati e ben felici di stare appiccicati! Per cui io mi sono
immaginata questi retroscena. Spero che la fic piaccia
all'interessata. Buona lettura. Baci Akane
COME
AI VECCHI TEMPI
-
Chester, devo parlarti. - Cominciò così Mike facendo impallidire e
preoccupare Chester. Lo conosceva bene e sapeva che se iniziava così,
c'era poco da stare allegri.
Il
suo tono era serio, la sua espressione anche, riconosceva subito
quando meditava qualche stronzata delle sue. Ora stava per dirgli
qualcosa che di certo non gli sarebbe piaciuto, così Chester si
preparò mentalmente e sospirando si sedette su una sedia libera
della camera d'albergo, tutt'intorno un gran caos e per lo più
computer e macchinari per la composizione che usava Mike anche
durante i tour.
-
Cosa vuoi fare? - Chiese subito prevenuto mettendoci un pizzico di
scherzo.
Mke
fece un piccolo sorriso che si spense subito.
- Non
cosa voglio ma cosa devo... - Fece poi tornando serio. Chester aprì
la bottiglietta e bevve l'acqua. Erano appena arrivati in Germania
per una serie di concerti, fra cui il summit coi fan.
-
Avanti, sono forte, se vedo Dave con il suo nuovo look ogni giorno,
posso anche sapere quello che devi fare! -
Mike
sospirò scontento, Chester la buttava sempre sul ridere per smorzare
le tensioni, ma a volte bisognava arrendersi alla serietà del
momento.
- C'è
il compleanno di Anna, no? - Brutto esordio, si disse Chester che
smise di ridacchiare. Mike abbassò lo sguardo. - Mi ha chiesto una
sola cosa come regalo, quest'anno. - Chester si preparò alla
richiesta peggiore di tutte, anche se nel suo scenario più
catastrofico non riusciva ad immaginarsi bene nulla di preciso. Ormai
le tragedie le aveva passate e superate, non aveva disastri imminenti
in mente.
-
Sarebbe? - Chiese impaziente.
-
Essere mia moglie quel giorno. Passarlo con me, insomma. Che io le
faccia dimenticare che in realtà siamo solo due amici che hanno un
figlio insieme ed un'immagine da mantenere. Che la riporti ai vecchi
tempi in cui si sentiva la mia ragazza sul serio. - Chester si oscurò
subito, troppo cristallino per trattenere le emozioni ed i pensieri,
qualunque essi fossero sempre.
Tornò
a guardarlo preoccupato e mortificato, se avesse potuto avrebbe
evitato quella situazione con tutto il cuore. Ma pareva non ci fosse
verso.
-
E... e quindi come pensi di realizzarlo, dato che la realtà è
proprio questa che le piaccia o no? - Acido. Chester diventava acido,
ormai. Una volta si infiammava e faceva un gran casino, adesso che
era tutt'altra persona, diventava acido. Mike l'aveva immaginato e
sospirando stanco ancora prima di iniziare quella conversazione, si
appoggiò alla propria sedia massaggiandosi il viso e le tempie. Si
sentiva strattonato da due parti diverse, era una sensazione molto
familiare che non provava ormai da anni. Da quando aveva detto tutto
ad Anna e lei si era rassegnata, per cui ormai era un po' di tempo.
-
Viene qua! Passerà questi giorni qua con noi! - Chester si gelò
all'istante, divenne livido e per un momento tirò tutti i muscoli.
Mike strinse le labbra preparandosi ad un'esplosione in vecchio
stile, ma si sorprese molto nel vederlo alzarsi di scatto facendo
quasi cadere la sedia. Rimase un attimo in piedi davanti a lui ad
aprire e chiudere le mani.
- Per
cui devo togliere le tende, è questo che mi stai dicendo. Di
andarmene a fanculo in un'altra camera perchè la regina deve
insediarsi qua al mio posto! - Mike si sentì schiaffeggiato, aveva
pensato ad un 'vaffanculo Mike' e ad una corsa fuori, ma invece
Chester era lì ed aspettava una qualche risposta ad una domanda
nemmeno chiara.
-
Io... - Non sapeva come calmarlo, di solito era bravo ma adesso non
era nelle condizioni di doverlo calmare da molti anni. Lo guardò
stralunato ed in difficoltà. - Non prenderla così, Chester. I
giorni voleranno! Lo sai che ogni tanto viene quando vuole visitare
una data città, passa un po' di tempo con me e poi se ne va... - Era
vero che succedeva, ma stava sempre per conto suo. Vedeva Mike, stava
un po' con lui, ma la notte era per i fatti suoi, non pretendeva
qualcosa che ormai non era più suo.
-
Come la sto prendendo? Insomma, voglio solo sapere se è questo che
devo fare! Me ne devo andare da qua? - Mike guardò altrove cercando
una risposta alternativa accettabile, ma non trovò nulla, quindi si
alzò davanti a lui e tornando a guardarlo, disse in colpa:
-
Vuole stare in camera con me, è questo che fanno le coppie. - A
Chester per un momento andò il sangue al cervello.
- Se
è per questo le coppie scopano! Scoperete? Ti verrà duro? Ricordo
la fatica bestiale che facevi in quegli anni, quando fingevi di stare
con lei! Credi che dopo tutti questi anni sia cambiato qualcosa? -
-
Chez, non faremo nulla, vuole solo dormire con me ed essere trattata
da moglie! -
- Ma
lei lo sa che non è compreso nel pacchetto il cazzo di Mike? -
Chester era partito un po' come ai vecchi tempi, anche se era meno
devastante. Rimaneva più acido che furioso e Mike era spaesato, non
sapeva come affrontarlo. Una volta gridava anche lui e non arrivavano
a nessuna conclusione. Dopo un po' che non si parlavano, era lui a
cercarlo e a fare pace. Adesso non sapeva bene come fare.
- Se
non lo sa glielo farò sapere io! Non intendo vendermi per un
compleanno! Ormai sei tu il mio compagno, sei solo tu nella mia vita!
Non devi nemmeno pensare che io dopo tutto quello che è successo,
torni con lei e faccia addirittura sesso! Sarà solo un paio di
giorni con un'amica! -
- Lei
vuole essere tua moglie, Mike! -
-
Beh, io i miracoli non li faccio! Starà con me, faremo quel che
vuole compatibilmente coi miei impegni, ma per il resto le cose non
cambieranno, non possono cambiare. Non esiste un modo, rimanendo
soli, in cui noi guardandoci non ci ricordiamo di come stanno invece
le cose! -
Chester
a questo punto si sbracciò teatrale com'era nel suo stile:
- E
allora perchè non le hai detto subito che era pazza a chiederti una
cosa simile? Che razza di richiesta è? Facciamo marito e moglie! Ma
che si trovi un marito suo! Ha chiuso con te, lo deve capire, cazzo!
Non intendo tornare a quelle volte! Le volte in cui ti dovevo
condividere con lei, le volte in cui comunque lei veniva prima di me!
Le volte in cui eri spezzato in due ed io morivo di gelosia quando ti
vedevo con lei! Ho superato quella merda! Non ci voglio tornare! -
Mike sospirò dispiaciuto, adesso era scoppiato proprio come una
volta succedeva. Lo prese per le braccia ma lui rifiutò, si
allontanò bruscamente e con un secco:
- NO!
- prese le sue cose. - Fa quello che ti pare! Giocate alla falsa
famigliola felice! Andate a cagare tutti e due! Giuro che se la vedo
la mando a fanculo! Questi sono solo capricci! Bisogna guardare la
realtà, affrontarla e accettarla, non pretendere che le cose cambino
per finta così, con uno schiocco di dita, solo perchè lo vuole lei!
È una stronza! - Non mancò di dire nulla e dopo aver sputato tutto
fuori, se ne andò sbattendo la porta, bussando da Joe e Dave.
Mike,
rimasto solo, sospirò scontento con una smorfia, alzò gli occhi al
cielo e scosse la testa.
-
Fanculo! - Disse a denti stretti dando un calcio ad un borsone che si
rovesciò sul pavimento. Era andata anche peggio di quel che aveva
pensato.
I
giorni successivi furono orribili, i peggiori per entrambi.
I due
facevano finta di nulla, si parlavano il meno possibile e solo se
necessario, la tensione era evidente e si tagliava col coltello.
Tutti cominciarono a chiedersi, aspettando che tutto tornasse alla
normalità, se non fossero tornati indietro nel tempo, quando le cose
andavano così. Quando era normale che si tenessero il muso.
Anna
era arrivata il giorno stesso, si era stabilita nella camera con Mike
ed aveva subito notato che aveva qualcosa. Quando gli aveva chiesto
di cosa si trattasse, lui aveva solo scosso il capo e sorridendo si
era messo a parlare a macchinetta di altro, spostando l'attenzione.
Le
spiegò il suo programma e lei disse quello che sperava di fare,
parlarono del muro di Berlino su cui Mike e Joe dovevano andare a
dipingere un pezzo e lei disse che era una cosa bellissima e che
voleva esserci anche lei.
Le ci
volle poco per capire che per realizzare quel piccolo desiderio, lui
e Chester avevano litigato. Del resto non succedeva ormai mai, ma
quando capitava tutto il mondo se ne accorgeva! Era impossibile non
notarlo!
Il
gelo fra i due era peggio di un cimitero di zombie, l'atmosfera era
pesante, per quanto tutti si sforzassero di ridere e scherzare, i
toni non riuscivano mai a rallegrarsi abbastanza e se parlava uno,
non parlava l'altro.
Le
loro facce, poi, parlavano comunque. Mai sorridenti, sempre tesi,
sempre di malumore.
Nessuno
osò intromettersi e specie all'inizio li lasciarono fare, poi ci fu
il Summit e fu una specie di disastro. Cioè andò obiettivamente
bene, i fan furono contenti, però trapelò nettamente qualcosa di
strano fra Chester e Mike sempre per lo più distanti, di norma
interagivano moltissimo ed erano anche molto vicini, lì fu come se
fossero due membri qualunque della band, non i due più affiatati.
Realizzando
che così avrebbero fatto il concerto peggiore della loro vita, i
ragazzi del gruppo decisero di fare una cosa che ai tempi non avevano
mai fatto. Si intromisero.
In
modo discreto, ma lo fecero. Jo e Dave si presero Chester e Rob e
Brad si presero Mike, mentre Anna era per conto suo.
Le
cose che dissero ad entrambi furono le stesse, solo che i primi due
furono meno diplomatici dei secondi.
Le
risposte furono identiche.
-
Quello non capisce un cazzo! -
Mike
per quanto si sentisse in colpa, ce l'aveva con lui perchè non
capiva che lui doveva farlo anche se non gli piaceva. Chester pensava
solo che fosse tornato ad essere uno smidollato, uno che non aveva il
coraggio delle proprie azioni.
Alla
fine fu Anna, in camera, mentre rifaceva i propri bagagli per tornare
a casa, a fare qualcosa di davvero utile.
- Non
avrei mai dovuto chiedertelo, scusami. - Disse piano. Mike, steso nel
letto col computer portatile sulle gambe, si fermò e la guardò
senza capire.
-
Perchè? - Lei continuò a fare il bagaglio e sorridendo triste,
rispose:
-
Perchè non volevi, l'hai fatto per farmi contenta, ma non volevi e
si è visto. - A quel punto si fermò, Mike mise il portatile da
parte e si protese verso di lei, attento.
- Non
ti è piaciuto? -
- Non
è che non mi sia piaciuto... - Anna cercando le parole si sedette
sul letto a debita distanza, sembrava ci fosse l'Artico fra loro.
Distanti come non mai. - Ma non è stato spontaneo e vero. Pensavo...
pensavo che volendo si potesse tornare un po' indietro a quei begli
anni, ma ero un'illusa, non capiva quanto lo ero. Ho sbagliato a
chiedertelo, a pensare di poter stare bene e sentirmi tua moglie solo
perchè facevamo le stesse cose come un tempo. Io non so come ho
potuto pensarlo. - Mike la vide infelice, in quel momento, come ogni
tanto le capitava di essere. Allora lui interveniva e le faceva
domande su quello che stava scrivendo e se era bloccata le dava
suggerimenti ed idee, leggeva quel che aveva fatto e le dava il suo
parere. La spronava molto in quella sua passione, la vedeva come la
sola cosa utile in grado di renderla ancora felice. In quello erano
amici. In quei momenti. Ma lei aveva cercato qualcosa di troppo
lontano, ormai. Qualcosa che non c'era più da anni e che forse non
c'era mai stato.
- Mi
dispiace, ci tenevo che tu fossi felice... - Anna sorrise dolcemente,
triste.
- Lo
so. Non è colpa tua. Non dovevo fare questo esperimento. Sarei stata
più felice se mi avessi regalato una delle tue solite cose
stravaganti e basta. - Mike sospirò, non sapeva proprio cosa dire.
Non aveva idea di come farla stare meglio, così semplicemente
l'abbracciò e lei si lasciò andare.
Anche
in quello entrambi sentirono affetto ma non amore. Non c'era davvero
più nulla.
Ormai
doveva solo arrendersi all'evidenza.
-
Vado via stasera, così domani mattina sono a casa. - Disse poi
sciogliendosi e riprendendo a fare i bagagli.
-
Sicura? Dovevi andare domani mattina... - Lei sempre sorridendo, con
gli occhi che brillavano di un pianto trattenuto a stento, chiuse la
borsa.
- Sì,
sicurissima. Preferisco. - Un saluto veloce, un grazie per averci
provato, un altro scusa e poi via, oltre la porta, da sola.
Mike
sapeva che stava piangendo, per questo non le aveva chiesto
d'accompagnarla.
Rimasto
solo guardò un po' nel vuoto con un'espressione assorta e buia.
Dispiaciuta.
“Non
volevo andasse così.” Pensò. “Ci ho provato, ma sapevo che
Chester aveva ragione. Ma come potevo dirglielo? Non mi ha mai
chiesto nulla per tanti anni. Ha accettato tutto, cose che nessuna
donna avrebbe potuto accettare. Certo, aveva i suoi stessi interessi,
però comunque l'ha fatto. Mi dispiace, non doveva provarci. Si
sarebbe risparmiata questo dolore. Quando una cosa finisce, finisce.
Non c'è modo di stare bene nella finzione. Nemmeno per un secondo.
Noi qua abbiamo finto di essere chi non siamo più e ci è anche
venuto male.” Ma ormai era finita, per fortuna.
Dopo
un po' si alzò ed andò alla camera di Dave. Jo e Chester, bussò e
gli aprì Jo. Quando lo vide così serio e dispiaciuto, sorrise
subito sapendo che ora avrebbero fatto pace, finalmente, e senza
fargli dire nulla, disse a gran voce tutto allegro verso l'interno:
-
Mamma! Papà ti vuole parlare! - Non servivano spiegazioni. Mamma era
Chester e papà era Mike. Loro erano i figli. Spesso trattati come
tali, spesso loro ci si comportavano di proposito.
-
Mandalo a cagare! - Gracchiò secco Chester. Mike sospirò e appoggiò
la testa allo stipite insieme ad un braccio piegato.
-
Chester, per favore... - Disse piano e stanco.
-
Cos'è, la vostra luna di miele è troppo triste e volete un
pagliaccio che la rallegri? Continua con la tua farsa del cazzo senza
di me! Fanculo! - Concluse senza farsi vedere ma solo sentire. Jo
alzò gli occhi al cielo esasperato, si guardò con Dave e con una
combinazione invidiabile, i due si mossero, presero Chester per le
braccia, uno per parte, l'alzarono con facilità e lo portarono di
peso davanti a Mike. Lo superarono buttandolo fuori dalla camera e
con l'occhiolino a Mike, lo salutarono.
I due
rimasti senza parole in corridoio, si guardarono. Uno in cagnesco
come una volta e l'altro un po' indeciso sul da farsi. Sempre come
una volta.
Mike
fu il primo a muoversi verso la loro camera, fermo sull'uscio lo
aspettò.
-
Vieni? - Chester si chiese se ci fosse ancora Anna, incuriosito da
come potesse farlo entrare nella sua stessa camera, lo fece. Quando
vide che non c'era nessuno se non Mike, si calmò.
- Se
ne è andata?! - Sorpreso. Mike annuì.
- Ha
capito che è stata una cazzata, ha detto che non avrebbe dovuto
chiedermelo e si è scusata. - Chester, che era sempre Chester, in
tutta risposta disse acido:
- Era
ora! Poteva accorgersene prima di rovinarmi tutti questi giorni! -
Mike non trattenne la risata spontanea, era un bambino. Cresciuto, ma
comunque un bambino.
E gli
era mancato come l'aria. Si mise a ridere pensando che era tipico suo
fare così senza rimangiarsi o pentirsi di nulla, quindi sedendosi
sul letto, chiuse il portatile ancora aperto e attese che si
rassegnasse ad unirsi a lui. Chester, indispettito, rimase piantato
in piedi senza l'intenzione di muoversi.
-
Troppo facile ora che se ne è andata! Perchè non ti sei imposto se
pensavi che era una cazzata? Perchè l'hai assecondata? Può
sputtanarci? Che faccia! Se noi smentiamo chi le crede? E poi io sono
pronto a dirlo al mondo! Magari è la volta buona! - Mike lo lasciò
sragionare a ruota libera, poi iniziò a togliersi i vestiti,
partendo calmo dalla maglia. Vedendo cosa stava facendo, Chester si
zittì miracolosamente e lui poté dire la sua. Sempre continuando a
spogliarsi.
- A
volte bisogna lasciare che chi sbaglia, se ne accorga da solo.
Assecondare ed essere pronti al momento in cui capirà i propri
errori! - Chester però non trattenne una risata.
-
Questo è il tuo motto preferito! L'hai sempre fatto con me! - Mike
arrivò a togliersi i pantaloni.
- Ma
poi ti ho anche aiutato molto... - Chester inarcò le sopracciglia
scettico. - Ti facevo da baby sitter. - Con questo riassunse tutto
quello che Mike aveva fatto per lui. Non era poco, lo sapeva. Glielo
riconosceva sempre. Ora stavano solo giocando.
- E
adesso pensi di risolvere tutto così? Con una scopata? - Mike ormai
era nudo e steso in mezzo al letto, l'aria furba e maliziosa.
- Tu
fa quel che vuoi, io ho gli ormoni di un sacco di giorni da
smaltire... se non mi sfogo esplodo... - Chester aprì la bocca per
chiedergli 'come diavolo intendi farlo senza di me?' ma non riuscì a
dirlo, perchè le mani di Mike erano corse sul suo stesso corpo a
procurarsi piacere da solo.
Ipnotizzato
da come si masturbava sapientemente, ci rimase secco. La salivazione
si azzerò ed improvviso un'ondata d'eccitazione bollente lo invase
inebetendolo. Era anche lui da giorni che non lo faceva, di certo non
era indifferente ad una delle visioni migliori mai avute.
Mike
che si toccava era sempre il suo sogno erotico migliore.
Cercò
di resistere ancora un po' per punirlo, ma quando la mano libera andò
dietro a stuzzicarsi l'entrata, Chester si disse 'al diavolo' ed in
due secondi era nudo sul letto con lui. Gli tolse prepotentemente le
mani di dosso e si sostituì con la bocca che volò immediata sulla
sua erezione già abbastanza dura. La risata di Mike fu fastidiosa,
ma Chester la sopportò perchè finalmente se lo stava riprendendo.
L'ordine naturale delle cose era di nuovo ristabilito.
- A
giudicare da quanto è duro, direi che ti sono mancato parecchio! -
Commentò malizioso con la bocca sulla sua punta, dopo che l'aveva
succhiato deciso. Mike era già abbandonato al piacere che gli aveva
procurato.
- Da
morire... - Mormorò infatti sospirando, la testa premuta
all'indietro mentre le gambe erano larghe e le mani si tenevano al
lenzuolo sotto di sé, premeva col bacino contro la sua bocca.
Chester
rise prendendogli le gambe da sotto le ginocchia e alzandogliele
immerse il viso sotto, fra i suoi glutei. Trovò l'apertura con la
lingua e se ne occupò solleticandogliela mentre la sua voce riempiva
la stanza. Aggiunse le dita che si era succhiato continuando a
prepararlo, ma quando stava per sistemarsi su di lui ed entrare, Mike
si attivò e lo spinse di lato con un calcio poco fine. Chester si
lamentò ma durò poco, appena vide che gli apriva brusco le gambe,
la lamentela divenne un piacevole mugolio.
-
Pensi di passarla liscia? Non avevo solo voglia di averti dentro... -
disse mentre gli mordeva i capezzoli scendendo con la punta della
lingua sulla sua pelle e gli addominali scolpiti.
- E
di cos'altro avevi voglia? - Chiese malizioso provocandolo.
Mike
raggiunse il suo inguine e mordicchiò la pelle sensibile intorno
alla sua erezione eccitata.
Questo
lo faceva sempre impazzire, infatti quasi gridò, era uno dei punti
sensibili.
- Di
questo. - E senza complimenti, l'avvolse con la bocca. Succhiò
famelico e Chester si perse in un piacere da cui venne risucchiato
senza ritegno, mentre gli schiacciava la testa contro di sé,
chiedendo di più.
Gli
era mancato un sacco anche a lui e quando il piacere fu quasi
completo, lo prese bruscamente e se lo tolse rigirando di nuovo le
posizioni, gli si stese sopra, schiacciandolo col proprio corpo,
arrivò alla sua bocca e prima di baciarlo, lo guardò fermandosi.
Sospese tutto un momento.
-
Sono contento che l'abbia capito. E mi piace che tu sia così
ragguardevole anche verso di lei. - A questo Mike scoppiò
inevitabilmente a ridere.
-
Ragguardevole? - Disse ironico. Chester se ne seccò.
- Che
c'è? Si dice così! - Mike continuò a ridere della grossa, mentre
il bel momento erotico andava a quel paese, così come quello dolce.
- Sì
ma non tu! Tu che dici 'ragguardevole' mentre scopiamo è epico! Devo
inserirlo in una canzone! Grida ragguardevole in un ritornello! -
Continuò a ridere dicendo 'ragguardevole' e Chester, al colmo del
fastidio, volendo prenderlo a pugni, decise di tappargli la bocca in
un altro modo.
E
senza dire nulla, seccato da morire, entrò deciso in lui senza
preamboli di alcun tipo. Finalmente Mike smise di ridere, si zittì,
trattenne il fiato e si tese per poi rilassarsi poco dopo.
La
sensazione familiare e quei brividi improvvisi, fuoco puro, ad
invaderlo. Gli piacque farlo in quel modo, essere preso così e
Chester lo capì mentre avvolgeva le braccia intorno al suo collo e
le gambe intorno alla sua vita.
A
quel punto ridacchiò per poi chiudere gli occhi e lasciarsi andare a
sua volta, entrò ed uscì, ogni colpo più vigoroso ed il ritmo
sempre più veloce ed incessante, fino a che il mondo finì per
entrambi uno nell'altro, quasi nello stesso momento, sciolti,
aggrovigliati, assorbiti.
Tutto
tornò a posto in quegli orgasmi. Di nuovo solo loro, di nuovo
l'equilibrio ristabilito, perdonarsi, capirsi, accettarsi. Dirsi dei
semplici ed ansimanti 'ti amo'.
Di
nuovo solo Chester e Mike.
FINE