NOTE: è una breve shot che deriva
dalla notizia che i Linkin Park per quest'anno, finito il tour
dell'Asia, si prenderanno una pausa durante la quale approfitteranno
per fare il nuovo album che Mike e Chez hanno già cominciato a
registrare. La scusa è stata che Mike senza fare canzoni non sa
stare o impazzisce, quindi siccome non smette mai di farne
(ovviamente obbligando il consorte a farle con lui) ha già del
materiale per un nuovo album; così hanno deciso di inciderlo quanto
prima. Fra le righe abbiamo trovato, per lo meno a mio avviso, un
bisogno di riposare che precedentemente non avevano avuto. Mancano
ancora le tappe europee che non sono nemmeno mai state date in giro
ed anche quelle dell'America del nord. Strano per loro. Di
conseguenza, notando comunque una certa stanchezza di Chester a fine
concerti, che ha un modo di cantare da folle nonostante l'età ed il
passato dissoluto, ho pensato che forse fosse una sorta di due
piccioni con una fava. Chez ha bisogno di rallentare il ritmo
rispetto ad altre volte e loro hanno già nuove cose da incidere.
Così approfitteranno.
Io, ovviamente, ho analizzato la parte
dolce e amorevole di Mike.
Buona lattura.
Baci Akane
CURANDOLO
Il concerto è finito, dovevamo
ripartire subito ma ho guardato Chester ed ho deciso di prenderci una
notte in albergo.
Così ho imposto una pausa che hanno
approvato tutti.
Chester non ha commentato in modo
particolare ed una volta in camera prende subito le sue cose per una
doccia.
Lascio che si lavi ed intanto
predispongo tutto.
Non che io abbia molto da predisporre,
in effetti.
Chiudo a chiave la porta. Non si sa mai
che voglia uscire quando inizierò.
Quando torna in camera ha solo i boxer
addosso, è ancora umido, la pelle lucida. Emana calore solo a
guardarlo.
Il viso è stanco e segnato e cammina
molto piano stentando quasi uno zoppicare.
Troppi salti, come al solito.
- Puoi andare, ho finito. - Dice allora
buttando le sue cose di prima per terra e sé stesso sul letto a
pancia in giù.
Ovviamente non mi muovo, resto seduto
sul letto e mi rivolgo all'interno, verso di lui. Piego una gamba
sopra.
Ha la faccia sul centro del materasso.
- Chester, cosa non mi stai dicendo? -
Dico allora piano.
Non ho ancora un tono ansioso, però
sono molto fermo. Sa che non mollerò.
Sa bene che tono è questo.
Alza la testa e mi osserva inarcando le
sopracciglia sorpreso.
È un bravo attore, è un attore
dannatamente bravo e solo io so quanto bravo sia, visto che riesce a
fregare tutti con la storia di Talinda.
Però con me non può.
- Cosa non ti dico? - Mi chiede
pensando di essere furbo.
Sospiro e stringo le labbra, ma resto
ancora fermo quando parlo.
- Dimmelo tu. -
Alza le spalle.
- Ti dico sempre tutto. - E' vero.
Piego la testa di lato cercando
pazienza, lo scruto. Sta ancora steso e non muove un muscolo, tiene
solo il mento sul letto e mi guarda fingendosi innocente.
- Appunto per questo so che ora non mi
stai dicendo qualcosa. - Inarca le sopracciglia. Non ho un tono
perentorio, non sono incazzato o cosa.
Va tutto benissimo.
Sono però molto serio.
- Non capisco proprio di cosa parli. -
Scuoto il capo.
- Chester, tirati su e guardami bene. -
Fa un piccolo broncio e con fatica si siede, incrocia le gambe e mi
guarda come gli ho detto. Sto immobile, poi senza battere ciglio
replico sempre molto fermo. Né dolce né accusatorio.
- Io so quando non mi dici qualcosa.
Anche se sei bravo a nasconderlo. Cosa non mi stai dicendo? - Chester
cerca disperatamente di non fare espressioni, quando vuole è bravo
ma al mio cospetto alla fine cede sempre. Non lo lascerò dormire
finchè non me lo dirà, lo sa, sta pensando proprio a questo. Alla
fine me lo dirà.
- Niente di importante. Non è una cosa
che... - Non lo faccio finire.
- Chester, lo capisci che io so già di
cosa si tratta? Sto solo aspettando che sia tu ad ammetterlo a te
stesso. - Perchè lo so. Lui questa volta mostra stupore. Andiamo, ci
conosciamo da quindici anni su per giù, pensa davvero di potermi
nascondere qualcosa? Che io non capisca tutto, anche un sospiro?
- Come fai? Come? Nemmeno io ne sono
certo! E poi sono stato attento apposta per non... -
- Preoccuparmi? Pensi di poter davvero
nascondermi qualcosa? Chester, seriamente? - E' il mio tipico
'seriously?' scettico da maestrino.
Lui fa di nuovo il broncio per un
momento e mi intenerisce, così mi addolcisco, alzo anche l'altra
gamba e mi avvicino a lui, gli carezzo la guancia calda e sorrido.
- Andiamo Chez, non potrai mai
nascondermi nulla. Io capirò sempre tutto di te prima ancora che lo
capisca tu stesso. Avanti... dimmi tutto. - Abbassa lo sguardo. Penso
che sia troppo per lui.
È come schiacciato in un certo senso.
Non è paragonabile al suo passato, però questa piccola tegola non
ci voleva. Perchè non dipende da niente di specifico, però è così
e basta.
Non sarà mai capace di dirlo. Per lui
è troppo.
- Non ce la fai vero? A questo ritmo. -
Silenzio. - Non pensavamo di dover calare l'intensità dei tour,
grande errore. Perchè non siamo più ragazzini e se per noi che
facciamo tutto in modo normale, per uno che salta e si distrugge ogni
volta e che non è più un ragazzino... beh, è diverso. Oltretutto
ne hai passate. Troppe direi. Non so come il tuo fisico regga ancora
dopo tutto quello che gli hai fatto subire. -
Droga, alcool, cadute a destra e
sinistra, salute trascurata... ed ora ecco qua il conto.
Ancora non dice niente, tiene sempre il
viso basso, così piano glielo alzo per il mento.
- Chez, hai 37 anni. Era una cosa da
mettere in conto. Tu hai un modo di stare sul palco che in pochi
reggono in piena forma, figurarsi dopo tutto il tuo vissuto. - I suoi
occhi si fanno lucidi. Per lui è una cosa più grande di quel che
pensassimo. Ammetterlo. È grande perchè fare musica è tutto per
lui, dopo di me ed i suoi figli. È sempre stato il suo rifugio, la
sua costante. Ha sempre voluto farlo a modo suo, l'ha salvato questo
modo di fare musica.
Lui è un demonio sul palco. Nessuno
può reggere a quel modo senza crollare mai.
E per lui è normale ora, a 37 anni. Si
tratta di accettare che deve diminuire un po' il ritmo o cambiare
modo di stare sul palco.
Conoscendolo preferirà spararsi
piuttosto.
Però almeno una delle due deve.
Gli accarezzo ancora la guancia e lui
si lascia fare, è scontento e demoralizzato perchè alla fine la
deve guardare, questa orribile realtà.
Non ha scelta.
- Sono stato un coglione, se solo mi
fossi tenuto più da conto... - Penso che però ci pensasse da un
po'.
- Da quanto ti senti così sfinito? -
Abbassa ancora gli occhi.
- Dall'inizio. - Torno ad alzargli il
viso e a farmi guardare. Sono sempre qua, fermo davanti a lui,
tranquillo, calmo.
- Ti sei chiesto perchè non ho voluto
decidere le tappe Europee e dell'America del nord? - Dico allora
improvvisamente.
Sgrana gli occhi, gli ci vuole poco
anche a lui, ora.
- Avevi previsto? -
Sorrido intenerito ed un po' anche
divertito.
Appoggio la fronte alla sua.
- Ehi, io capisco i tuoi segnali meglio
di te. Sapevo che questo tour per te sarebbe stato diverso. Tu stai
sul palco in quel modo demoniaco e non vuoi cambiare. O ti calmi come
ho fatto io e come fanno molti gruppi che fanno concerti fino a
ottant'anni... -
- Col defibrillatore intendi? - Rido,
però è vero. Lo fanno con un equipe medica pronta per la
rianimazione e per le cariche necessarie... insomma, non è certo una
vita degna di questo nome. È lo scotto per fare lo stesso concerti
ad un certo livello dopo una vita dissoluta.
- O diminuiamo il ritmo. - Sul momento
si accende e si allontana gesticolando.
- Non diminuiamo un cazzo! -
- Allora smettila di scalmanarti! Ti
ammazzi! Non puoi fare mille date così! - Questa volta divento secco
e più deciso, severo. Non cederò mai e lui se la prende.
- Questo è il mio modo di cantare, se
non faccio così non arrivo! - Piego la testa e metto le mani ai
fianchi.
- Allora diminuiamo le date. Ci
prendiamo più pause fra un tour e l'altro. -
Accentua il famoso broncio, sa che ho
ragione. Una delle due. Però dopo averci pensato si prende il viso
fra le mani e si spettina i capelli già corti. Sospira insofferente.
- Sembri più giovane di me ed invece
hai solo un anno di meno! Perchè?! - Rido. Che uscita. Questo mi
smonta.
- Perchè ho vissuto una vita
tranquilla e non spericolata come la tua! Mi sono tenuto da conto! -
Scuote ancora la testa e si butta giù steso, la faccia sul cuscino.
Sospiro e mi stendo sopra baciandogli
la nuca ed abbracciandolo da dietro.
- Dai. Lascia che ti aiuti. Tu devi
dirmi le cose, così io posso aiutarti. -
- Ma sapevo che avresti preso pause e
mi seccava diminuire le date... so che per me fai di tutto e poi sei
apprensivo e ti preoccupi tanto, vai fuori di testa se si tratta di
me... volevo evitare... - Si lamenta a ruota libera e mi piace che lo
faccia, lo trovo dolce. Anche lui è premuroso a suo modo.
Gli bacio il collo.
- Senti, mi piace preoccuparmi per te.
Ormai fai il bravo e mi sembra strano non diventare matto per
qualcosa. Lascia che ci pensi io. - Parlo dolcemente e questo lo
calma del tutto. Si gira verso di me e mi guarda bene negli occhi,
vicini, intensamente.
Questa volta è serio.
Sta pensando se può davvero. Se va
bene. Se è tutto a posto.
- Sei disposto davvero a questo? A
diminuire le date e farci fare più pause? -
Annuisco.
- Come puoi stupirti? Lo sai che per te
farei di tutto! - Sorride luminoso, si commuove sempre quando parlo
così e strofino il naso contro il suo. È piccolo in questo momento.
- Ma non voglio che si sappia che è
per questo. Inventati qualcosa ma non dire che è per me che non ce
la faccio. - Sorrido.
- Lo so che non devo dirlo. Stiamo
facendo già le nuove canzoni, no? Tutti sanno la mia smania di fare
sempre qualcosa. Dirò che abbiamo da fare il nuovo album, mi
inventerò qualcosa. Io sono bravo in queste cose. Lascia fare a me.
- Finalmente si tranquillizza e chiude gli occhi nascondendo il viso
contro il mio collo, mi circonda con le braccia e mi schiaccia su di
sé cercando ossigeno dalla mia pelle.
- Ti amo. Non so cosa farei senza di
te. Mi secca un casino però prima di schiattare sul palco è meglio
che lo accetto. Non sono più un ragazzino. Ne ho fatte troppe
davvero. -
Per non dire che ormai il suo corpo è
un colabrodo.
Basta pensare che si trascura ogni
volta che ha qualche problema di salute. Ha passato un anno intero a
vomitare con l'ernia allo stomaco. Mentre cantava a ritmi pazzeschi.
La gente non sa cosa vuol dire. Cade, si rompe il polso durante il
concerto e lui continua a cantare. Gli fa male la schiena, sviene dal
dolore ma sul palco salta come un invasato. Si opera alla spalla ma
non si ferma lo stesso.
Lui è così.
Ha un'alta soglia del dolore, quindi
non si prende cura di sé.
Senza contare che è stato due volte
dipendente dalla droga e che beveva come una spugna.
Non possono capire.
Vita da rockstar, si dice. E ci si
chiede come mai dopo un po' spariscono e non reggono.
Ci sono quelli che durano, ma a quali
condizioni?
In che modo tirano avanti?
No, la gente non sa cosa significa.
Cosa c'è dietro le quinte di queste star che fanno carriera ad alti
livelli da anni ed anni. Cosa sacrificano.
Io non permetterò a Chester di ridursi
uno straccio, non per l'ennesima volta.
Sto sempre attentissimo a tutto quello
che lo riguarda per questo.
Lentamente, mentre l'accarezzo, si
addormenta e me lo tengo con me così.
Non permetterò mai che vada di nuovo
giù.
Farò sempre tutto quello che serve,
non esiste altro. Lo amo troppo, vedrò sempre di lui.
Sempre.
A qualunque costo.
FINE