CAPITOLO XVII:
OVVIO, ENTRAMBI

Mike finì di sistemare le ultime cose e guardò l’ora, ormai era tardi per tornare a casa, tanto che Anna sapeva che in quel periodo era possibile non tornasse per colpa del lavoro.
Lasciando perdere l’idea di avvertirla per non svegliarla, si girò su sé stesso alla ricerca di Chester.
C’era un silenzio sospetto lì intorno e si chiese se non fosse andato già a dormire. Per una notte che potevano stare soli quello la sprecava così?
Non ci avrebbe mai e poi mai creduto ed infatti conoscendolo fin troppo bene lo trovò affacciato alla finestra aperta, appoggiato al balcone e piegato provocantemente a novanta per poter guardare giù. Il mento sui palmi ed i gomiti sul bordo.
- Chez, che diavolo guardi? - Chiese non arrivandoci al volo. Si era aspettato di sentirlo brontolare per la sua mania di dare un senso al caos, ma alla fine non aveva emesso mezzo lamento, quindi avvicinanti alla finestra capì subito di cosa si trattava.
- Coby, dà spettacolo! - Disse ghignando divertito.
Dalla loro finestra infatti si vedeva l’ingresso dell’albergo dove avevano preso la stanza i ragazzi e degli schiamazzi ormai familiari stavano richiamando tutto il vicinato.
Per un momento si perse Mike stesso ad osservare da sopra la spalla del compagno, appoggiato a lui. Era fin troppo divertente vedere il loro amico alle prese col portinaio dell’hotel che cercava di mandarlo via e di farlo smettere di gridare come un ossesso.
- E’ sempre il solito! - Quando però venne Jerry e lo cinse sicuro per le spalle capì che era ora di lasciarlo a loro stessi ed alzandosi diede per scontato che anche Chester avrebbe fatto lo stesso.
Così ovviamente non fu e Mike dovette tornare indietro e richiamarlo.
- Chez, piantala di spiarli! Lasciali in pace! -
- Fottiti! Sono troppo divertenti, voglio vedere se prima lo bacia o gli parla! - Quesito effettivamente intrigante ma comunque fuori luogo, infatti Mike prendendolo per la vita cercò di tirarselo via senza risultati.
- Chez, non sono cazzi tuoi! -
- Ma quelli stanno in strada, posso farmi i loro lo stesso! Non rompere i coglioni, sono curioso! - Chester diventava peggio di una donna quando si trattava di ficcanasare nei casini amorosi altrui, Mike invece sapeva stare al suo posto e vedendo che infatti avevano un comportamento molto intimo seppure in mezzo alla strada, capì che avrebbe dovuto escogitare qualcosa per togliere Chester da lì. Anche perché era assurdo avere del tempo da passare da soli e viverlo attaccati alla finestra a spiare altri due che pomiciavano!
A quel punto gli occhi del nippo-americano brillarono maliziosi e accucciandosi dietro Chester, ebbe chiaro il modo in cui si sarebbe ripreso il suo interesse distraendolo.
Cinta la vita per arrivare alla cintura, gliela slacciò da dietro e gli aprì i jeans suscitando un alzata di sopracciglia da parte dell’altro cantante ancora fermo sui gomiti e piegato in avanti a guardare giù. Guardare ora con scarsa attenzione.
Mike in poco meno di un battito di ciglia gli aveva già abbassato i pantaloni e nonostante fossero belli stretti ormai la sua abilità raggiungeva picchi non indifferenti, infatti coi jeans alle caviglie insieme ai boxer attillati, lo obbligò ad alzare prima un piede e poi l’altro, già scalzi, per togliergli gli indumenti del tutto.
Chester decise di non opporsi e di lasciarlo fare per vedere fin dove si sarebbe spinto… in fondo anche loro erano alla finestra, fare certe cose affacciati al balcone era da insani quasi quanto farle in strada!
Quasi…
Quando ebbe libero accesso al suo didietro, Mike sorrise malizioso e con sguardo compiaciuto si ritrovò inginocchiato dietro di lui, gli prese i glutei fra le mani e senza nemmeno farlo respirare o parlare, prima che potesse anche solo muoversi e spostarsi, cominciò a stuzzicare la sua apertura dapprima con la lingua, poi anche con le dita. Si impegnò con piacere per quell’operazione che richiedeva una certa cura per essere fatta come si doveva e tale fu che Chester non ci mise molto a sospirare e gemere nel sentire un dito dopo l’altro penetrarlo e occuparsi di quella parte di sé.
La sua espressione era una specie di capolavoro, infatti anche se da fuori non si vedeva Mike perché chino dietro di lui, era fin troppo evidente che quell’estasi assoluta derivava da quel genere di trattamento.
Fu allora, fra un godimento e l’altro, che Chester pensò malignamente che se provocava ancora un po’ Mike avrebbe potuto divertirsi molto di più. E lui con divertirsi intendeva anche fare le solite cose con un po’ di originalità.
“Scopare affacciato alla finestra non ha eguali. Certo che non siamo ad un fottuto piano terra ma di dirimpettai di merda ne abbiamo e grazie al casino di quel coglione di Coby in strada ora sono tutti svegli…”
Non voleva che li scoprissero ma voleva solo stimolare curiosità e fantasia nel mondo e solo per il puro gusto di farlo, di essere al centro del mondo altrui e poi perché semplicemente era eccitante e lo voleva.
Rischiare di essere effettivamente beccati era qualcosa che angosciava solo Mike, a lui lo divertiva quasi, specie perché in ogni caso non sarebbe cambiato niente fra loro, ne era convinto. Non si sarebbero lasciati e non avrebbero smesso di fare musica insieme. Il resto era sempre un contorno…
Decise così di non muoversi dalla finestra e rimanervi appoggiato in quel modo provocante a concedergli totale accesso al proprio posteriore che Mike continuò a prendersi ben volentieri, ma mano a mano che le sue dita continuavano a penetrarlo aiutate dalla sua lingua che lo stuzzicava fin troppo bene bagnandolo come serviva, la sua stessa voglia aumentava e aggrappandosi all’esterno del balcone premette la testa sul proprio avambraccio continuando a gemere sommessamente.
Ancora un po’ e non ce l’avrebbe più fatta a resistere.
Era sempre così… spesso e volentieri finiva per essere lui la preda e voleva proprio capire come fosse possibile, ma rispondendosi che quello dietro era Mike e che non poteva stupirsi di niente, lo lasciò semplicemente fare fregandosi degli sguardi di alcuni curiosi dall’altra parte della strada, su delle finestre alla loro stessa altezza.
Non vedevano altri che Chester appoggiato a quel modo, ma si capiva che qualcuno da dietro gli stava facendo un gran bel lavoretto…
Mike a quel punto, non contento di aver avuto quasi pieno possesso del suo fondoschiena, decise che si sarebbe preso anche il davanti e sedendosi strategicamente fra lui ed il muro, sempre lasciandolo lì dov’era ovvero appoggiato alla finestra e piegato in avanti a novanta, cominciò a stimolare anche la sua erezione. Non fu un lavoro faticoso, Chester era già abbastanza eccitato di suo e mentre se lo prendeva fra le labbra, la propria mano si muoveva su di sé andando in sincronia con la bocca.
Ora il compagno cominciò a gemere più forte, sentiva che cercava di soffocare un po’ la sua voce contro il proprio braccio ma si contorceva senza risultati decenti ed alla fine si decise a tirarsi su dritto per poter spingere il bacino contro il suo viso, come se lo stesse penetrando.
Mike con una mano su di sé e con l’altra sui suoi fianchi, accompagnò quell’impeto crescente senza spegnerlo o cercare di regolarlo, si lasciò trasportare ben lieto che alla fine anche Chester avesse perso la testa come sapeva fare e nel piacere intenso si accese a sua volta come se più di così fosse possibile.
Oh, più di così lo era…
Mike si prese il suo sapore senza battere ciglio ed eccitato più che mai si rialzò, non ci pensò un secondo, agì assolutamente d’istinto e d’istinto prima di riprendere i posti giusti abbassò la persiana in modo da non farsi vedere. Quando furono al sicuro riprese Chester che non si rese conto del suo controllo encomiabile nonostante l’eccitazione assurda, e piegandolo deciso in avanti come prima, solo un po’ più indietro per ovvie ragioni di saracinesca, entrò in lui.
Chester tirò come un sospirò capendo quanto lo volesse anche lui e artigliando il bordo della finestra si abbassò ulteriormente inarcando la schiena, gettò il capo all’indietro e poi lo abbandonò in basso come se stesse impazzendo lui stesso dal piacere e non sapesse più come mettersi.
Mike lo vide e lo sentì completamente preso da quel godimento assoluto e si diede una carica in più per aumentare l’intensità dei propri movimenti.
Si trovò a spingere prima ancora di pensarlo e ad ogni colpo che gli dava la sua voce si univa alla propria in incontrollati gemiti sempre più forti e coinvolti.
Lo sentiva eccitato e preda di un piacere folle e non si stupì nel trovarsi baciato dalle stesse medesime sensazioni piene e deleterie.
Sapeva solo che erano lì insieme, che era dentro di lui e che gli piaceva, che lo voleva di più e ancora senza possibilità di ritorno, senza domande, senza dubbi. Solo ancora insieme l’uno nell’altro a morire e rinascere ogni santa volta in quel modo violento e meraviglioso.
Quando raggiunse anch’egli l’orgasmo, ormai erano in uno stato a dir poco pietoso. Sudati e tremanti, eccitati coi cuori che pulsavano come treni, le menti annullate, i corpi accaldati e bollenti, i respiri affannati. Mike lo cingeva da dietro per non farlo scivolare giù e Chester cercava a sua volta di reggerlo per il violento orgasmo appena raggiunto ed insieme sentivano chiaramente le particelle di loro stessi andare in perfetta sincronia, frenetici e sconvolti.
La beatitudine più completa sia fisica che mentale li colse e quando si sciolsero, Mike se lo tirò a sé raddrizzandosi, quindi gli prese il mento fra due dita e con sicura dolcezza si prese le sue labbra che gli erano mancate. Quando poté intrecciare la lingua alla sua entrambi ebbero la certezza di essere di nuovo completi e perfetti e niente altro contava più, non in quel momento.
Solo quando si separarono, rimasti comunque abbracciati in quel modo tenero, con Chester fra le braccia protettive di Mike che se lo teneva per dietro, il primo disse:
- Hai chiuso la cazzo di finestra alla fine… - Come a dire che alla fine trovava sempre un modo per vincere lui!
Mike sorridendo vittorioso ricambiò lo sguardo stizzito e gli baciò le labbra di nuovo senza approfondire oltre.
- Ti sei dimenticato di loro, alla fine… - Sempre gli eterni giochi, sempre gli eterni battibecchi, sempre comunque i soliti…
- Dici che staranno scopando? - Chiese poi Chester ricordandosi di Jacoby e Jerry… Mike rise nascondendo il viso contro il lato del suo viso e l’altro gli venne dietro rendendosi conto che era effettivamente assurdo pensare ad altri due subito dopo aver fatto sesso fra loro.
- Sei malato! - Fu la conclusione divertita di Mike mentre se lo trascinava a forza in camera per una sana dormita meritata.
Solo prima di partire entrambi nel mondo dei sogni, quello apparentemente meno ficcanaso dei due che si coccolava quello più impiccione, disse con voce impastata per il sonno:
- E’ presto per andare fino in fondo, Coby è un casino vivente. Dopo una scenata allucinante piena di alti e bassi si saranno limitati a baciarsi e a dormire insieme abbracciati e basta. - Ovviamente non potevano sapere che poi era andata veramente così ma Chester non dubitò, sogghignando, che così era realmente andata e soddisfatto di aver avuto infine le sue risposte, si addormentò abbarbicandosi al compagno che lo imitò scuotendo la testa con un che di sconfitto addosso.
Alla fin fine ci aveva pensato lo stesso nonostante per principio non avesse voluto.
“Che diavolo di ragazzo che c’ho!”
Dire chi aveva vinto alla fin fine?
Ovvio, entrambi!

Il risveglio del giorno dopo fu il più traumatico che Chester e Mike ebbero mai.
Nel dolcissimo mondo dei sogni calatisi in poche ore, vennero strappati come due anime da un corpo morente e non fu poi tanto diverso alla fin fine rispetto a quel che gli successe.
Un peso di qualche migliaio di tonnellate li schiacciò entrambi, dormivano ancora amorevolmente abbracciati e per poco non morirono veramente.
Il fiato ovviamente fu la prima cosa a sparire ed il cuore si fermò immediatamente, la voglia di gridare ci fu ma riuscirono solo ad aprire le bocche per farlo, le corde vocali strappate dalle gole, la vista appannata, la voglia di morire ed il dubbio di esserci riusciti fra atroci dolori.
Quando riuscirono a gridare, fu Chester a scaricare valanghe di insulti.
- CAZZO DI QUEL LURIDO PORCO FOTTUTO DI MERDA CHE NON SEI ALTRO! COBY, CRISTO SANTO, COME DIAVOLO DI SALTA IN QUELLA TESTA MALEDETTA DI UCCIDERCI! TOGLITI DA SOPRA, CAZZO! E POI DOVE DIAVOLO HAI TROVATO LE CHIAVI, MERDA! -
Jacoby… il dolce Jacoby… quello leggiadro, mite, timido, elegante che sapeva stare al suo posto… quello non era mai nato, al suo posto era uscito uno squilibrato pesante, schizzato, invadente, casinaro e grezzo. Ed era proprio lui che ora stava sopra i due poveretti con sole un paio d’ore scarse di sonno.
Aveva avuto la brillante idea di svegliarli lui con un innocentissimo tuffo sui suoi adorati amici che l’avevano aiutato tanto e che ora si stavano maledicendo per averlo fatto.
- Mi ero preso una copia ieri sera uscendo per non disturbarvi quando rientravo. - Rispose con un gran sorriso soddisfatto.
- Lo vedi che non è veramente pazzo? Questo sa benissimo come fare per scassare i coglioni agli altri e lo fa consapevolmente, sto pezzo di merda! - Disse a Mike ignorando completamente la presenza dell’interessato sopra di loro che l’ascoltava ridendo divertito.
- Io lo dico che non sono pazzo ma nessuno mi crede e non capisco proprio perché! - Fece infatti Jacoby elettrico, puntando i gomiti sulla schiena di Chester. Mike era ancora morto, faticava a resuscitare, specie perché era sotto di Chester che era sotto di Jacoby che pesava il doppio di Chester!
- Ah… forse perché fotti la sanità mentale degli altri? - Risposta degna. Mike l’avrebbe applaudito se non fosse stato occupato a convincere alla propria anima a tornare nel corpo che probabilmente aveva perso l’uso delle gambe per non parlare di altro…
- Ma perché Mike non si lamenta? - Chiese Jacoby che dalla posizione in cui era non riusciva a vedere il viso dell’amico.
Chester rendendosi conto che era preoccupante il suo non strillare isterico, cercò di spostarsi come poteva per vedere che fine avesse fatto e appena vide il colorito verdognolo del suo un tempo bellissimo viso delicato, sgranò gli occhi e shockato si tirò su riuscendo addirittura a spodestare la balena che aveva avuto sulla schiena. Jacoby cadde ma solo sul letto, accanto a loro, e Chester si mise seduto a cavalcioni su Mike cercando di non pesargli addosso nemmeno di un grammo. Poi lo prese per le spalle e cominciò a scuoterlo violentemente chiamandolo come un paranoide schizofrenico in piena crisi.
- MIKE MIKE MIKE SVEGLIA! ODDIO, CHE HAI? SEI MORTO? MIKE, NON FARMI FOTTUTI SCHERZI DEL CAZZO, CAZZO! MIKE SVEGLIA, NON MORIRE! -
Jacoby rimase a ridacchiare divertito, di nuovo sistemato a pancia in giù appoggiato sui gomiti ad osservare curioso la scena, poi con la calma più completa, come se avesse appena riso di una barzelletta, disse:
- Non vorrei dire una cazzata, ma mi sembra che così tu lo stia aiutando, ma non a tornare in vita, bensì a morire! Però vedi tu, eh? -
Chester a quello si fermò magicamente e guardando Jacoby smise di scuotere Mike e gridare come un pazzo, quindi uccidendolo col suo sguardo peggiore, quello da rottweiler, grugnì avvicinando il viso al suo per farsi sentire meglio:
- L’hai ucciso tu, pezzo di merda! - Poche parole incisive, poi tornò a Mike che continuava a tenere gli occhi chiusi e a non muoversi né respirare. - Ma che ha? - Cominciò piagnucoloso Chester rendendosi conto che forse era più grave di quel che avesse pensato.
Jacoby si allungò verso il viso pallido del loro amico che non si muoveva e capendo di cosa si trattava disse pratico e senza la minima agitazione -solite priorità sballate…-
- Ma no, guarda qua come si sveglia! - E senza aspettare un secondo spostò malamente Chester e ottenuto il libero accesso all’inguine di Mike, coperto solo dai boxer, ci mise la mano sopra toccandogli il pacco senza il minimo senso del pudore. Stringendo anche per farsi sentire meglio.
A quello Mike spalancò subito gli occhi e lo fissò come se fosse un serial killer. Il colorito tornò immediatamente acceso ed il respiro regolare.
- Cazzo, meglio di una rianimazione cardio-polmonare! - Fece Chester colpito e ammirato da quel modo di risvegliare il suo innamorato.
- Visto? Ormai il bacio è passato di moda, si va direttamente a questo! - Rispose Jacoby ritirando la mano, lieto di essere stato anche utile, alla fine.
Mike si strofinò il viso confuso, per un momento aveva veramente perso i sensi e ritrovatosi sul limbo aveva cercato di capire se gli fosse convenuto tornare nel proprio corpo dolorante oppure se rimanere lì dov’era. La mano estranea che aveva sentito sul proprio pene gli aveva fatto capire che per evitare la necrofilia di estranei su sé stesso quello sarebbe stato l’unico modo. Tornare.
Ed era tornato.
Quando Chester lo vide di nuovo presente ed in salute, circa, si ridistese su di lui e ricoprendolo col suo peso piuma gli baciò premuroso ogni centimetro del viso.
- Amore, mi hai fatto preoccupare, pensavo fossi veramente morto! - Mike non capì se scherzava o meno ma cercando di non parlare perché gli faceva ancora male… tutto… spostò lo sguardo su Jacoby e lo demolì.
Al suo infatti l’intruso indietreggiò facendosi piccolo piccolo, per modo di dire, e con occhi mortificati grandi ed infantili, diede di sé un’aria da bambino che solo lui sapeva come dare.
Era impressionante come riuscisse a cambiare tanto drasticamente. Da squalo bianco a pesciolino rosso… com’era possibile?
E solo per lo sguardo di Mike. Cioè MIKE! Non Chester!
Situazione assurda.
Solo dopo qualche istante passato da Jacoby a scusarsi come un forsennato e sfiorato un bacio con la lingua a Mike per un pelo, trovarono una specie di tregua ed equilibrio e parlarono come si doveva…
- Allora, hai scopato? -
Chester, e chi altri?
In realtà moriva dalla voglia di avere tutti i dettagli ma non certo a quel prezzo…
Ora erano stesi uno accanto all’altro e Chester si era messo fra Jacoby e Mike il quale era stretto dal suo compagno e cinto col braccio in modo protettivo. Aveva dovuto separarli perché Jacoby si era spaventato dello sguardo di Mike e questi ce l’aveva ancora vagamente con lui per averlo quasi ucciso.
- No e tu? - Chiese come se facesse una normalissima conversazione fra civili e non fosse lui quello che aveva ovviamente qualcosa da raccontare!
Chester e Mike lo guardarono in perfetta sincronia e fissandolo come se fosse un pazzo, cosa frequente, chiesero insieme con lo stesso tono incredulo:
- E a te che cazzo fotte? - anche Mike a risveglio brusco diventava volgare nel parlare. Quello più che un brusco risveglio era stato traumatico.
Jacoby però non si offese e non si perse d’animo.
- E perché dovrei dirvi se io ho scopato o no? -
Domanda intelligente… Mike non disse niente e lasciò bellamente che Chester se la cavasse da solo, in fondo aveva ragione ed era da ieri sera che cercava di fargli capire che doveva farsi i fatti suoi, ma quello era peggio di una suocera!
- Perché ci hai rotto il cazzo con Jerry tutto ieri sera, ci meritiamo di sapere che diavolo è successo dopo che sei uscito di qua! Specie perché ora ci hai svegliato come un assassino psicopatico! -
Jacoby capì che tutto sommato non aveva torto e si calmò. Gli piaceva parlare con Chester, era sempre chiaro e diretto, non faceva giri di parole per paura di offenderlo o farlo schizzare. Quel che pensava diceva così come lo pensava. Un trauma essere nella sua testa, dunque!
- Bè, a parte la lotta greco-romana per poter entrare in camera dei miei amici, cosa che non ho potuto fare perché quel fottuto pezzo di merda di portinaio mi ha accusato di essere un invasato che imitava Jacoby Shaddix -cazzo, capisci? Pensava che io imitassi me stesso, porco mondo! Ma quanta gente fottuta c’è? E poi dicono che sono io il pazzo!-, sono riuscito a contattare Jerry che è sceso, poi sono passati dei rompicazzo che hanno fischiato perché eravamo abbracciati ed eravamo due uomini e prima che potessi spaccare il culo dimostrando che poi era anche bello farselo sfondare, Jerry mi ha portato in un’altra camera e abbiamo parlato. In quel momento la mia mente si è svuotata. Eravamo lì da soli in una camera senza nessuno, lui mi teneva per le spalle e mi guardava come se gli importasse di me e se non fossi un piantagrane di merda e quando mi ha chiesto cosa avessi sono andato in palla totale! Allora fanculo, mi sono detto. -
- E l’hai baciato! - Lo precedette Chester vittorioso procurandosi le risatine di Mike che finalmente si rilassava. Jacoby aveva un modo di raccontare da paura, si perdeva in mille parentesi che poi magari nemmeno chiudeva… era come ascoltar parlare un matto vero.
- Sì. - Fece quindi l’altro arrossendo facendo sconvolgere i due ascoltatori. - Poi non ho capito più un cazzo perché mentre ci baciavamo mi sono messo a piangere come una merda. Cazzo, non so perché, è una di quelle cose che mi succedono. Forse mi è piaciuto troppo, forse ho pensato ‘eccolo, era veramente lui!’, non so ma comunque ho pianto. Lui ha smesso di baciarmi e mi ha abbracciato ma siccome non mi calmavo ha detto se era lui a farmi questo effetto e che se invece di farlo stare bene mi faceva stare male, se ne sarebbe andato. Cazzo, lì non ci ho più visto. Hai presente quell’ondata di terrore che ti manda in merda il cervello e non capisci più un cazzo? Ecco, stanotte è stato così di continuo, per me, mentre parlavamo. Non sapevo proprio più cosa fare, era un continuo delirio ed alla fine gli ho gridato di non azzardarsi a lasciarmi che se contavo veramente per lui e non ero un fottuto piantagrane di merda allora di farmi vedere quanto ci teneva a me. Di farmelo sentire. Di togliermi ogni dubbio. E poi non so, non so che diavolo gli ho detto, ne ho sparate una dopo l’altra come un coglione. Alla fine però lui non sapendo più come fermarmi mi ha baciato. L’ha fatto come se fosse spaventato all’idea che io me ne andassi ed allora ho capito che mi voleva. Voleva me, veramente, e non era una fantasia, un’allucinazione o follia. Era tutto vero. Ed è andato tutto a posto, perché non volevo uno che mi capisse e mi calmasse e mi equilibrasse o che cazzo ne so. Non volevo qualcuno che facesse qualcosa per me. Volevo solo qualcuno che stesse lì con me e basta e mi accettasse per quel fottuto pazzo figlio di puttana che sono. E lui era lì con me. -
Quando smise per prendere fiato Chester e Mike erano leggermente tesi verso di lui, presi dal racconto più delirante che mai ma per assurdo comprensibile. Quindi quando riuscì a finire loro due avevano ancora un enorme quesito da sondare, quello più importante di tutti, che poi era stato un po’ il tormentone di quella notte.
Infatti prendendolo per il colletto della maglia, Chester se l’attirò a sé e quasi indiavolato chiese:
- Ma cazzo, ci hai scopato o no? Che diavolo avete fatto per il resto della notte? -
Jacoby come se fosse ovvio rispose candido ed ingenuo:
- Ma abbiamo dormito, no? E che altro dovevamo fare? Scopare era presto, cazzo! Tu sei una bestia, Chez! - E lo era veramente ma la tentazione di dargli una testata fu fermata dalle risa di Mike che vittorioso gli colpì amichevolmente il petto dicendo contento:
- Vedi che avevo ragione io? Lo conosco! Sapevo che avrebbe fatto così! Avete dormito abbracciati? - Chiese Mike dimostrandosi miracolosamente più impiccione di quel che era in realtà.
Ma solo perché era lui, Jacoby rispose come ammaliato subendo inevitabilmente la sua influenza molto più che quella di Chester.
- Sì… - Mormorò con un filo di voce e di nuovo arrossendo al ricordo. Non era da lui, era quasi impossibile immaginarlo e nonostante l’avessero davanti fu un gran colpo vederlo in quella versione così impacciata e tenera quasi come un orsacchiotto. Sapeva diventare infantile e sembrare un bambino, ma un ragazzo innamorato ancora no, non l’avevano visto e Mike non riuscì a domare l’istinto di abbracciarlo e confortarlo per rassicurarlo e dirgli che andava tutto bene. Infatti stendendosi tutto su Chester prese Jacoby e se lo strinse circondandolo con un braccio, gli fece nascondere il viso contro il collo e se lo tenne con fare fraterno. Quel ragazzo gli stimolava tanti di quei sentimenti contrastanti che poteva spaventare chiunque ma come poteva dimenticarsi il periodo nero di Chester? Aver avuto a che fare con lui in quei giorni allucinanti l’aveva temprato a tutto, ecco perché ora si giostrava tanto bene con lui.
- Andrà tutto bene. Devi andare avanti piano e con calma, non bruciare le tappe. Rilassati e fai quello che ti senti, andrà tutto bene, vedrai. Non devi averne paura, è la cosa più bella del mondo. - Jacoby si rilassò all’istante e ricambiando l’abbraccio si sistemò meglio a sua volta su Chester il quale tentennò per un istante sentendosi un po’ troppo schiacciato, quando si separarono fu solo per coinvolgere anche lui rimasto in disparte -bè, tecnicamente sotto-. Presolo con decisione sotto un braccio a testa se lo strinsero ficcandogli la testa in mezzo alle loro e fu naturale per Mike stampargli un bacio sulla guancia in perfetta sincronia con quello di Jacoby sull’altra e sebbene le accezioni di entrambi furono diverse, fu comunque un momento intimo che ebbero solo loro e basta e che solo loro poterono capire.
Solo fino a qualche giorno prima in una situazione simile sia Chester che Jacoby ne avrebbero spudoratamente approfittato ma ormai era già diverso. Ormai era un rapporto sì stretto e particolare quello che li legava, ma comunque solido e definito a suo modo. Un rapporto che in pochi esterni avrebbero capito, ma che per loro era chiaro e tanto bastava.
- Abbiamo fatto un ottimo lavoro, Chez! - Esordì infatti Mike appoggiando la testa nell’incavo fra la spalla ed il collo, imitato da Jacoby che dall’altra parte fece lo stesso.
- Siamo proprio dei gran fighi! - Concluse Chester al settimo cielo. Quel ruolo di soccorritori d’emergenza era talmente esaltante che decisamente quando se ne sarebbe andato Jacoby, per lui sarebbe stata una specie di lutto, probabilmente. Tornare alla normalità senza nessun pazzo di mezzo da calmare ed indirizzare verso la giusta via…
- Ma senti, Coby… - Fece poi Mike ricordandosi di un piccolo particolare.
- mmm? -
- Jerry… dove l’hai lasciato? - a quello Chester era sicuro di sentire che era tornato in camera sua a prepararsi con gli altri, ma ovviamente Jacoby che era Jacoby e Mike lo conosceva un po’ meglio, lo stupì come sempre.
- E’ di là che aspetta che finiamo le nostre chiacchiere! - Mike si mise a ridere consapevole che così era successo e Chester cominciò a sbraitare come suo solito:
- Ma che cazzo ti passa per la testa quando fai queste puttanate? Sai da quanto siamo qua a fare gli idioti? Almeno un’ora, dannazione! E tu l’hai piantato di là in una casa estranea da solo per fare lo stronzo con altri? Ma ti rendi conto del tasso di gelosia che avrà quel poveraccio? - Così grugnendo indignato lo calciò letteralmente giù dal letto facendogli fare un tonfo non indifferente e prendere una botta alla fronte allucinante, quindi senza pietà continuò imperterrito: - Fila di là e occupati un po’ di lui! Schizzato fottuto che non sei altro! Quel poveraccio del tuo ragazzo di là e tu di qua con altri due! Ma come diavolo ti salta in testa? - Quando Jacoby un po’ confuso andò veramente di là senza capire cosa avesse da prendersela tanto, Mike rideva ancora soffocando nel petto di Chester e questi indignato continuava a brontolare incapace di capire come potesse fare certe cazzate.
- Ti sei messo nei panni di Jerry, vero? - Disse poi Mike fra una lacrima e l’altra.
Chester non esitò e con tale decisione furiosa di prima, fece immediato:
- Sì, cazzo! -
- Tu saresti uscito di testa! Saresti già entrato da un pezzo a fare una strage di massa! -
- Sì cazzo! Ma come ha fatto quello? È un santo, altrochè! - Dovette convenire con lui anche Mike, aveva obiettivamente ragione e nel chiedersi come potesse sopportare una situazione simile, si ricordò che comunque conosceva e sopportava Jacoby da molti anni, ormai, e che se dopo tutto questo tempo era ancora là innamorato di lui ad aspettare le sue stramberie, allora sarebbe durato per sempre.
Del resto…
- Bè, se son durato io dopo più di dieci anni con te, con tutte quelle che mi hai fatto passare, mio caro, anche Jerry ce la farà! -
Chester si chiese se dovesse offendersi o che ma alla fine gli venne su una gran bella risposta e decise di darla con somma soddisfazione e convinzione:
- Oddio, un po’ tardivi lo sono stati, ma del resto come noi non ce ne possono mica essere! - E fu tanto che disse ‘come noi’ invece che ‘come me’ come avrebbe voluto. Fu solo per non essere punito da Mike e non subire la sua conseguente terribile vendetta.
Certo, perché lui che si vendicava era anche peggio della crisi peggiore di Jacoby!