EPILOGO:
LIVING
THINGS
“Chiudo
gli occhi perdendomi nella sua bocca. La sua bocca che accoglie la
mia lingua e mi viene incontro.
È
qua che inizio sempre a perdere contatto con la realtà. Le prime
volte potevamo stare ore a baciarci e a volte lo facciamo ancora,
però poi a Mike viene voglia di scrivere e così rovina tutto.
Ma
mi sta bene.
Poi
faccio lo stronzo, come ora, lo seduco e torna mio.
Brucia
la pelle quando le mani scivolano sulle spalle e sulle braccia
togliendogli la camicia. Dimentica la musica, per me.
Ed
io sono al primo posto. Come sempre.
La
lingua sul suo collo, lo assaggio. Pulsa, è caldo.
Profuma
di bagnoschiuma. Lo mordo e sussulta mentre mi toglie la mia camicia.
Mi
graffia la schiena, ama la mia schiena, si perderebbe.
Camminiamo
febbrili per la stanza finchè raggiungiamo il tavolo. Questo tavolo
ne ha viste tante. Sempre nostre.
Lo
appoggio e scivolo giù. Nel percorso gli lecco i capezzoli, tiro coi
denti, si lamenta. Gli apro i pantaloni ed il lamento diventa gemito
quando arrivo lì con la bocca.
Il
suo cazzo diventa mio. È sempre stato mio, non potrà mai essere di
nessun altro.
Sono
il suo dio, il suo unico amore, io per sempre.
E
mi ama, mi desidera, mi vuole.
Attira
la mia testa contro il suo inguine mentre succhio e mi chiama e geme.
Amo quando geme. Ha una voce sensuale quando geme.
La
gente non lo sa.
Sta
per venire e mi tira per i capelli separandomi, amo quando mi domina.
Risalgo e gli tiro il labbro inferiore coi denti. Ridacchio
malizioso, lui si perde nei miei occhi, gli lecco la bocca per poi
ritirarmi, mi abbasso i pantaloni ed i boxer, li faccio scivolare
alle caviglie e mi piego in avanti sul tavolo, mi sporgo in modo da
potermi prendere il mio stesso cazzo in mano, mi masturbo. Tengo le
gambe aperte, i pantaloni giù e mi masturbo piegato sul tavolo.
Lo
uccido.
-
Bastardo... - Mormora. Insultami... lo fa sulla mia pelle. Amo quando
lo fa. Ho detto 'amo' venti volte ma che ci posso fare? Amo tutto di
lui! Parte dal collo e scivola sulla schiena. Lecca i miei tatuaggi,
morde le mie scapole ed io sospiro perchè mi piace quando lo fa.
Succhia. Mi succhia le scapole che tengo infuori apposta.
Poi
finalmente scende e raggiunge il mio buco, la sua lingua si perde
dentro, poi le dita. Sono già aperto per lui, ci mette poco. Anche
il mio cazzo è tutto in tiro, verrò insieme a lui.
Quando
entra vedo quella luce che vidi quel giorno. Quando stavo per morire.
Quando
è nata Iridescent.
Da
questo dovrebbe nascere qualcos'altro... di solito succede così.
Mike
si muove in me sempre più veloce. Affonda e lo sento in me, grosso
ed eccitato. E mi prende per i fianchi, poi risale sul busto e mi
alza per farmi appoggiare contro di lui.
La
schiena sul suo petto e la testa sulla sua spalla, sono tutto
inarcato e gemo insieme a lui, alzo il braccio e cerco la sua testa,
mi appiattisco e l'aiuto nei movimenti.
Entra
sempre più dentro e sempre più veloce e gemiamo in perfetta
sincronia, le nostre voci un tutt'uno come noi stessi.
È
la fine del mondo.
Noi
che diventiamo uno e vediamo lo stesso fuoco che sentiamo dentro.
Ed
il fuoco cresce. Mi dà il colpo di grazia quando la sua mano si
unisce alla mia per davanti, sul mio cazzo.
Così
arriviamo sulla Luna spediti in un razzo.
Esplodiamo
e prendiamo fuoco.
Mi
inonda mentre lo faccio anche io.
I
momenti perfetti esistono.
Eccone
uno.
-
Ti amo... -
-
Ti amo... - Lo diciamo sempre, è come un incantesimo.
Dopo
l'orgasmo torniamo in noi dicendocelo. Siamo sempre noi e ci amiamo
ancora.
Dopo
quanti anni sono passati? Quasi quindici?
A
che punto sono? Ho perso il conto.
È
bello ritrovarsi a fare l'amore e morire l'uno nell'altro.
Essere
perfettamente un'unica cosa.
Tutto
cambia, i rapporti, le persone, l'ambiente... ma il nostro modo di
amarci, di volerci, di viverci. Questo desiderio per noi è ancora
immutato ed è solo più ricco e completo ma non davvero diverso. È
sano.
Mi
giro e mi appoggio al tavolo dietro di me, lo stringo e lo tengo a
me.
La
pace e la consapevolezza che tutto è ancora perfetto.
-
Che ne dici di fare un album sul nostro periodo buio? - Lo dico come
se ci avessi pensato tutto il tempo. Non è vero. L'ho appena
realizzato.
Non
so cosa dovrebbe essere.
È
strano.
Perchè
ora? Perchè così? Improvviso e di punto in bianco.
Mike
si ferma e alza la testa dal mio collo, mi guarda ma continua ad
abbracciarmi dolcemente, piega la testa senza capire.
-
Come ti è venuto in mente? - Ovvio che me lo chieda. Sorrido ed alzo
le spalle.
-
Non lo so... - Lui sorride a sua volta perchè mi conosce e sa come
sono fatto. Le cose mi vengono così.
-
Beh, riguarda più te che tutti noi in realtà... devi essere tu a
sentirtela. Per me va benissimo, verrebbero fuori dei testi e delle
canzoni intensissime e comunque sarebbe un argomento che tocca
moltissime persone, in tanti si ritroverebbero ed in qualche modo li
potresti aiutare. -
Sapevo
che gli piaceva l'idea e sta già partendo. Amo come la sua mente
crea da un nulla, ma se crea su di me, è ancora meglio.
Sorrido
e lo bacio.
-
E' ora di esorcizzarlo. Ne posso parlare, ora. Sono pronto. Sono
nuovo. Sono forte. Posso farlo. È giusto in qualche modo. Non so
spiegarmi... è... è come una conclusione degna di un periodo di
merda che finalmente è morto, sepolto ma soprattutto vinto. -
Mike
continua a sorridere mentre si gusta l'idea, mi carezza il viso e
potrei volerlo così per sempre.
-
Mi sembra giusto. Siamo pronti, hai ragione. È ora. Parliamo dei
nostri errori e delle nostre cadute e di come siamo fragili e
fallibili. Quanto umani siamo. E di come possiamo rialzarci e
liberarci dai pesi. -
Penso
che in qualche modo questo concluda tutto.
Tutto
quello che è stato, quanto abbiamo sofferto e fallito.
Io
che sono pronto.
Forse
dovevo essere padre di nuovo per avere la spinta o forse il fatto che
da quella notte con Talinda, quando avevo litigato con Mike,
nasceranno nientemeno che due gemelle, non c'entra. Però mi sento
pronto in qualche modo.
Esorcizzare
i propri demoni significa anche poterne parlare ed io parlo cantando.
È
arrivato il momento.
E
dirò tutto, ogni accusa, ogni caduta, ogni dolore ed ogni tenebra.
Ma anche quel desiderio di risalire che mi ha salvato. Quell'istante
in cui mi son voluto salvare.
Perchè
nel male è ciò che conta, ciò che ti aiuta. Voler stare bene.
Volerlo.
Ed
io l'ho voluto.
È
stato questo a salvarmi.
Il
mio volerlo.
Poi
guardo Mike commosso, credo che sia andato oltre in qualche modo, non
lo so, lui va sempre oltre. Così rido mentre lo stringo di nuovo a
me.
Amo
quando si commuove per me.
Quanti
anni stiamo insieme?
Si
commuove ancora per me.
Penso
che non smetterà mai. Così come noi non smetteremo mai di amarci.
Torno
a guardarlo negli occhi dopo un po' e ripenso brevemente a tutto
quello che è stato e che scriveremo nell'album.
Ed
è stato davvero tanto. Incredibilmente tanto.
Da
non credere.
Quante
ne ho subite.
-
Ce l'hai fatta, Chez. - E poi lui è sempre arrivato qui dove sono
io, mi ha letto nel pensiero e non mi ha mai fatto sentire solo. Fra
alti e bassi lui è sempre stato protagonista della mia vita.
-
Alla fine la sfida con quella puttana che è la vita l'ho vinta io! -
E non sono mai stato più certo di qualcosa come ora.
La
sua risata mi rinnova. Amo la sua risata. Ridi sempre, Mike, perchè
mi rigeneri.
Che
bello, sono felice. Sento che da ora andrà sempre tutto bene. Ne
sono sicuro.”
“Fra
il dire ed il fare c'è di mezzo il mare, tutto si può dire fuorchè
che sia facile.
Fare
un album su di noi è un'impresa.
Quel
periodo buio è anche la storia mia e di Chez e per quanto ci giriamo
intorno è lì che si è incentrato tutto.
Scrivere
i testi è stato tanto facile quanto difficile.
Ci
trovavamo a tavolino io e lui e parlavamo di cosa volevamo scrivere.
Tiravamo fuori un periodo, un'emozione, un ricordo e ne parlavamo.
E
spesso piangevamo.
Non
è stato doloroso ma strano.
Come
dice lui, è stato un esorcismo.
Tirare
di nuovo fuori tutto, parlarne, districarlo, togliere ogni nodo.
Il
senso di questo album è far capire quanto le persone possono
sbagliare. Cosa porta al crollo, come si fa a cadere.
Rendere
normale la fragilità.
Ma
dare al tempo stesso una speranza.
Abbiamo
cercato di portare ogni punto di vista, da quello dell'amico, a
quello di chi sbaglia a quello di chi si distrugge. Tutti hanno avuto
un ruolo e l'hanno vissuta in modo differente. Ed io non posso dire
che Chez ha sbagliato più di me o degli altri. Tutti abbiamo avuto
la nostra dose di colpe.
Però
era diverso.
Per
ognuno di noi era diverso.
E
non volevamo inserirci alibi, non era un modo per giustificarci.
Era
solo un modo per essere onesti e per guardarci in faccia.
Noi
siamo questi ed ora siamo così.
Ci
abbiamo messo tantissimo e forse prima non saremmo riusciti a farlo.
Sono
testi intensi e musicalmente parlando ho voluto discostarmi da ogni
altro lavoro fatto prima. Abbiamo usato un po' tutto ed al tempo
stesso nulla.
Per
me cambiare è importante.
Ma
la mia botta emotiva è stata Castle of glass.
Era
bellissimo ritrovarci e parlare di quelle cose. Sconvolgente ma
bello.
Facevamo
un esame di coscienza perfetto che andava fatto e non abbiamo mai
litigato.
Siamo
stati piuttosto veloci coi testi, tutto sommato.
Però
Castle è stato strano.
Perchè
dopo aver fatto quasi tutti i testi per lo più negativi e
angoscianti, ci siamo guardati e ci siamo detti che mancava qualcosa.
E
quando ci diciamo che manca qualcosa di solito manca la canzone più
importante.
Ed
allora ci ho pensato molto fino a che non gli ho chiesto.
'Chez,
ma cosa ti ha salvato, in definitiva? Manca la canzone della
redenzione, secondo me!'
Lui
mi ha guardato come se fosse esattamente quello a cui pensavo.
'Cosa
mi ha salvato? Sfiorare la morte!'
'Non
è stata quella la svolta vera e propria. Quello ti ha dato la spinta
ma c'è stato un momento in cui hai deciso di non viaggiare più
qua... ' ed ho fatto un segno basso con la mano 'ma di viaggiare
qua!' così l'ho fatto in alto.
Quando
ho detto questo è stato come se Chez capisse tutto. Nemmeno io
sapevo cosa volevo intendere. Lui però l'aveva capito.
Ecco
perchè. A distanza di anni noi arriviamo a completarci come il primo
giorno, solo che lo facciamo meglio ed in modo più maturo e sereno.
'Quando
ti ho rivisto e mi hai perdonato e tu mi hai chiesto perdono. Ricordi
quella sera? Prima ero confuso, ti avevo trovato per caso e seguivo
gli eventi vedendo dove mi avrebbero portato. Ma quella sera ci siamo
parlati con sincerità, io ti ho chiesto perdono e tu anche. Ci siamo
perdonati. Ed è stato lì che ho buttato via tutto. Quella notte ho
deciso cosa volevo fare della mia vita. Quella notte ho deciso che mi
sarei alzato per davvero, avrei affrontato me stesso e risolto tutti
i miei cazzo di casini. Prima non era mia intenzione. '
Ho
ripensato a quella notte indimenticabile che sarà per sempre incisa
nella mia pelle.
E
fra le lacrime ho detto.
'E'
stata la prima volta in cui abbiamo fatto l'amore per davvero.'
Perchè
prima era sempre stato sesso.
E
ricordavo le parole così bene... Dio, così bene... le abbiamo
ripetute e l'abbiamo rifatto tutta la notte, l'abbiamo rivissuta
realmente, l'abbiamo realizzata ancora.
Ed
io ero commosso e lui sorrideva di gioia, felice di esserci arrivati.
Poi,
dopo aver fatto l'amore, in riferimento ai versi 'fammi volare su ali
d'argento oltre il nero' ed un po' a tutte le altre parole che ci
eravamo ridetti come in un tornare indietro nel tempo, gli ho detto
sempre piangendo come un disgraziato.
'Chez,
l'hai fatto, hai visto? Sei volato su quelle ali! Ora non ti fermerà
più nessuno. Ora sei oltre il nero. Sei in mezzo alle sirene in un
posto paradisiaco da favola. Sei felice?'
Così
anche lui si è commosso. La sua emozione la vivevo io in prima
persona.
Mi
ha baciato.
'Sì
che lo sono. E non mi sento più una crepa in un castello di vetro.
Mi sento quel castello, ma ora il castello è d'argento e splende. È
indistruttibile.'
È
stato semplicemente meraviglioso.
Eravamo
pronti.
Così
adesso che stiamo provando a cantarla in questo modo particolare che
abbiamo deciso, prego di riuscirci.
Perchè
è importante riuscire a fondere perfettamente all'unisono le nostre
voci. So che sono un pazzo a pretenderlo, abbiamo voci diverse e lui
è molto più bravo di me, ma voglio che se ne crei un'altra dalla
nostra unione. Che sia un tutt'uno.
Perchè
quella notte noi abbiamo fatto l'amore e voglio riproporre lo stesso
senso con le nostre voci.
Dobbiamo
essere una cosa sola come non lo siamo mai stati.
Ed
ora, anche se so che è difficile, ci proviamo.
Ci
guardiamo negli occhi, io non stacco i miei dai suoi e lui dai miei.
Ci
abbiamo provato un po' con gli occhi chiusi per concentrarci.
Queste
sono le prove perchè prima di registrarla e decidere che sarà così,
dobbiamo essere sicuri di esserne capaci in live.
Quanto
mi emoziona questa canzone.
Quanti
ricordi.
Quanto
mi trasmette.
Chissà
se riuscirò a trasmetterlo anche cantando. Chissà se sarà così
anche per chi l'ascolterà.
Con
gli occhi chiusi e concentrati non ci riusciamo, quindi ora li
apriamo e lui mi prende la mano, se ne frega degli altri che comunque
non fanno una piega.
È
la prima volta, dobbiamo solo vedere se possiamo farla così.
Possiamo?
Il
cuore batte fortissimo, la canzone comincia, parto io e poi eccolo
come si inserisce. Se si inserisce lui dopo è perfetto, lui è molto
più bravo.
È
lui che si adatta a me ed al mio tono. Ed è incredibile perchè non
batte ciglio.
La
canzone ha un ritmo serrato e crescente che non lascia respiro e
succede così anche a noi.
Non
respiriamo e non battiamo ciglio.
Stringiamo
le mani e riusciamo a sincronizzarci, occhi, cuore, anima, voce,
mente.
Perchè
è così che viaggiamo noi.
Sullo
stesso binario.
E
così eccola qua la nostra canzone.
Castle
of glass si compone davanti a noi ed anche se con difficoltà ce ne
rendiamo conto.
La
possiamo fare.
È
così. È questa. Ce l'abbiamo.
E
nel rendermene conto, nel rendermi conto che è esattamente come
l'avevo sognata, immaginata e sperata, nel ritrovare quella
perfezione che cercavo e nel capire che la perfezione è nata dalla
fusione sincronica delle nostre due voci così diverse, mi commuovo.
E
comincio a saltare per la sala e a ridere felice. Mi porto dietro
Chez sempre tenendolo per mano e gli altri ridono. Joe per simpatia
salta a sua volta con noi ma si stanca subito, Dave scuote la testa
come anche Brad. Così io su Brad e Chez su Dave saltiamo addosso ai
due che urlano e ci danno degli scemi.
Joe
a questo punto obbliga Rob ad alzarsi e saltare, non gli salta sulle
spalle per fortuna, lo demolirebbe e poi Brad demolirebbe Joe.
Però
urlo all'infinito al culmine della gioia.
-
Ce l'abbiamo, ce l'abbiamo! È così che doveva essere, è proprio
così! E' LA CANZONE! Sarà perfetta! - mi sento un bambino!
Le
loro risate mi ripagano di tutta la fatica. Una fatica di anni per
arrivare a costruire questo castello.
I
pezzi difettosi di tutti noi sono venuti via, tutte le crepe.
-
Siamo in alto, ragazzi! Siamo maledettamente in alto! Siete felici? -
Forse ha senso questa cosa che dico. Sono solo impazzito di gioia,
tutto qua. Mi capita spesso e siccome non sono sano di mente faccio
sempre cose strane. Sono abituati ormai.
-
Fottutamente! -
Poi
non so bene come ma ci ritroviamo tutti abbracciati. Siamo io, Chez e
Joe che li obblighiamo e li spingiamo tutti insieme. Cerco le mani di
Chez in questo groviglio che mi ricorda quella stupida ma bella cosa
di quella notte insieme. Quando abbiamo fatto tutti pace.
-
Siamo grandi ragazzi. Diciamolo! - Ormai chi mi ferma più?
Siamo
in cima e il panorama è splendido da togliere il fiato. Ma è tanto
bello perchè a guardarlo siamo tutti e sei ed il cielo è così
chiaro che pulisce gli occhi.
Amo
la mia famiglia ed amo Chez.
E
tutto questo ormai non cambierà più.
Semplicemente
perfetto.”
FINE
Perchè
una fic così lunga? Non potevo tagliare qualcosa e accorciare un
paio di altre? O magari fare più fic... l'obiettivo era di mostrare
la loro crescita dalle prime tappe alle ultime (o quasi le ultime).
Sin da principio avevo in mente di arrivare fino alla realizzazione
di Living Things e così ho fatto. Passando per 'di tutto e di più',
approfondendo le cose che ritenevo importanti ed arrivando a 100
capitoli... perchè sono i dettagli che danno la migliore visione
d'insieme.
In
100 capitoli di cose ne ho fatte, sono andati a periodi. Dall'erotismo e l'immaturità, agli errori e alla sofferenza,
alla maturità e l'amore, le conferme, la serenità. Volevo rendere
la loro evoluzione nell'interezza, per cui ho cercato sempre di
scrivere in funzione di questo. Molti capitoli, molti periodi, molti
concetti.
Mi
auguro che tutto il mio intento sia stato realizzato, ho fatto del
mio meglio per mostrare ogni aspetto andando con ordine e concludere
con una considerazione ben precisa.
Diventare
uomini. Era questo, Esseri Viventi. Un mostrare come da ragazzini
loro diventano uomini degni di nota e d'onore.
Spero
di esserci riuscita.
Grazie
di avermi seguita, grazie di avermi letta, grazie di avermi detto
cosa pensavate, grazie di non esservi fermati all'apparenza della
lunghezza. (spesso si dice che più lungo è e meno buono è) Grazie
per aver letto tutto e, se ci siete riusciti, aver capito. Sia loro
che le mie intenzioni. E ne avevo tante, in 100 capitoli, di
intenzioni.
Grazie
a tutti ma soprattutto a Chez e Mike che mi hanno ispirato e che
semplicemente esistono e danno tanto con le loro esperienze e le loro
canzoni.
Grazie
e alla prossima.
Baci
Akane