CAPITOLO
I:
SALVEZZA
O ROVINA?
“Succede
nel fottutissimo momento in cui lo vedo la prima volta.
Per
telefono avevo avuto un’idea, di persona è stato devastante.
Gli
altri sono diffidenti, si capisce che non sono convinti e non me ne
fotte un cazzo, tanto mi avete preso e sono bravo, fanculo stronzi!
Però
lui è l’unico che sorride e non so se è per questo o perché è
pulito.
Fanculo,
è pulitissimo!
Per
telefono pensavo fosse uno come tanti, uno dei miei molti fallimenti
di merda ed ora… cazzo ora penso che non me lo toglierò più dalla
testa.
Provo
subito delle pulsioni per lui.
È
come un fottutissimo colpo di fulmine in cui non ho mai creduto.
Mi
prende la bocca dello stomaco, è come un pugno e mi devasta.
Ora
so che da qui ad un giorno lo vorrò come non ho mai voluto niente in
vita mia e mi dimentico di Sam, della mia vita di merda, di chi sono.
Mi dimentico di tutto, cazzo.
È
un fottuto colpo di fulmine.
Lui
allegro, giocoso, divertente, sereno, tranquillo, pazzo,
chiacchierone, socievole, aperto, pulito, senza un fottuto problema
di merda.
Io,
tutto l’opposto. Sporco, spento, sofferente, morto dentro, pieno di
me stesso per non sotterrarmi, una vera merda ambulante.
Lui
è qua, mi abbraccia esuberante come se ci conoscessimo da secoli, mi
circonda, mi stritola e comincia a parlare a macchinetta di
checcazzonesoio, non ascolto una parola, mi perdo nei suoi occhi dal
taglio un po’ orientale e cerco di capire che origini abbia.
Improvvisamente mi interessa qualcosa di un altro e non solo della
bottiglia.
-
Di dove cazzo sei? - Chiedo interrompendolo mentre parla. Sbatte le
palpebre non riconnettendosi col proprio discorso e sbuffo vedendo
che non mi sta dietro. - Allora? - Replico impaziente. Voglio
saperlo.
-
Ah… ecco… sono americano… mio padre ha origini giapponesi…
mia madre nativa americana… - Lo scruto meglio con più
sfacciataggine.
-
Ah ecco… ma non hai un cazzo di indiano, eh? -
Lui
rimane ancora inebetito come un idiota, poi vedendo che sbuffo di
nuovo balbetta svelto, cercando di ricordarsi la gentilezza che forse
è insita in lui.
-
No, bè… mia madre ha origini… ho preso più da mio padre… -
Gli sembra strano che gli chieda di lui, a questo punto si volta
verso un altro e comincia a parlare di lui. Sento solo la prima
parte, poi mi perdo perché non me ne fotte un cazzo. - Lui invece è…
- non so nemmeno da che parte dell’Asia venga quello, non me ne
sbatte e sbadigliando mi allungo nella sedia con la completa
intenzione di dormire se continua a parlarmi di loro.
-
Scusa, ti sto annoiando? - Chiede poi dopo un po’, la sua vocina
mortificata mi fa svegliare e gli scocco un’occhiata delle mie. Io
le definisco provocanti.
-
No che dici? È interessantissimo sentire i cazzi loro! - Li vedo
tutti, uno ad uno, fissarmi con tanti insulti negli sguardi ed io
continuo a sbattermene di loro e di quel che pensano, invece questo
qua fa una risata dalle viscere e non è proprio isterica o forzata.
È sincera.
Mi
faccio attento e lo fisso come fosse impazzito. Se ride di me giuro
che gli spacco quella bella faccia che si ritrova. Bè, che poi non è
proprio bella veramente. Obiettivamente non è un adone. Però è
carino, è un tipo…
-
Che cazzo ti ridi ora? - Lui si asciuga addirittura le lacrime, se
non fosse che ride di me direi che ha una bella risata sto coglione.
-
Non le mandi a dire, eh? Sarà tosta averti in gruppo! - Alzo le
sopracciglia scettico, incredulo che l’abbia detto davvero.
-
Senti chi parla! - Mi esce spontaneo prima ancora di pensarlo.
A
questo punto gli altri non sanno che pesci prendere, pensano che ci
picchiamo? Potrei. Lo farei se non mi piacesse…
Mi
batte una mano sulla spalla e rilassato come dopo una splendida
scopata esordisce spiazzandomi:
-
Hai ragione, non ti ho nemmeno chiesto perché hai accettato di
venire con noi… -
E
questo che diavolo c’entra?
Lo
guardo come fosse scemo e glielo dico pure:
-
Ma sei scemo? E questo che cazzo centra? - Non si offende ancora e
non so come cazzo faccia, non sono gentile.
Alza
le spalle e mi spiega paziente.
-
Magari ti annoia sapere di noi perché non sappiamo niente di te…
ti va di dirci qualcosa su chi sei e cosa facevi prima? O magari
perché sei venuto? -
Ci
penso -CAZZO CI PENSO PURE!- e alla fine rispondo con un nulla di
pensato.
-
Sono cazzi miei! - Tipica risposta mia.
Qualcuno
degli altri sbuffa insofferente, uno si alza e se ne va seccato, io
ridacchio consapevole che se mi tengono lo stesso significa che sono
disperati. Ed io sono bravo, dannatamente bravo, quindi mi terranno.
Sono
bravo a portare tutti al limite ma quello di questo tizio è davvero
sorprendente, me ne rendo conto solo quando continua a ridere
apparendo sinceramente divertito.
-
Allora di cosa vuoi parlare? -
Possibile
che non molli mai l’osso?
Rido
fra me e me, mollerà. Mollano tutti, con me.
Alzo
le spalle e lo premio con un po’ di sincerità.
-
Di te! - Lui ci rimane male, non se l’aspettava quindi ridacchiò
nel mio modo da sadico, prendendomi gioco di lui.
-
Cosa… cosa vuoi sapere di me? -
-
Stai con qualcuna? - Ecco che attacco.
Sì
che ho avuto esperienze da frocio… no, non me ne fotte se lo
vengono a sapere.
Non
so cosa cazzo possano pensare di me ora che gli faccio questa domanda
con questo sguardo strano, glielo faccio lo stesso.
Lui
sembra cercare di riprendersi, poi sbattendo quei suoi begli occhioni
neri un po’ a mandorla mi risponde onesto.
-
Sì… Anna… è la mia ragazza dal liceo… -
Alzo
le spalle.
-
Solita storia che va avanti per abitudine. O vi sposerete perché non
sapete che cazzo fare, o vi pianterete senza nemmeno star male! In
ogni caso la solita puttanata. - questo ha il potere di far cambiare
all’istante la sua espressione che da pronto a tutto diventa pronto
ad uccidermi. Forse.
Me
la godo in ogni caso, mi piace fottutamente.
-
Non so, in effetti l’idea di sposarla non mi dispiace… e come
andrà lo sa solo Dio ma non credo alle cose che vivono gli altri,
solo alle cose che vivo io. Quindi ci ritroveremo fra qualche anno a
parlarne e vedere chi aveva ragione… - Non è veramente incazzato,
io lo sarei al suo posto e avrei tirato anche un pugno. Però lui mi
ha fissato dritto negli occhi e mi ha risposto.
Lo
trovo sempre più interessante. A questo punto sembra vada al
contrattacco.
-
E tu invece? Stai con qualcuno? - Alzo le spalle, posso anche
rispondere dopotutto…
-
Samantah. Sposato. - Gli mostro la fede tatuata. - Non avevo dei
fottuti soldi per comprarne una vera. - non so perché glielo dico…
penso che lo sorprendo e quindi mi piace. Però non vorrei che ora mi
guardasse con pietà.
Cerco
di accertarmene ma non capisco un cazzo così sbuffo, mi alzo e mi
stiracchio. I pantaloni mi scendono leggermente. Anche se sono
stretti mi stanno larghi ugualmente. Si vede la linea inguinale, la
maglia attillata e nera si alza con le braccia ed io sbadiglio
fregandomene. Lui non riesce a staccare gli occhi da lì sotto e
sogghigno.
-
Non sono uno consacrato alla mia donna… - Glielo dico con un chiaro
messaggio dietro, lui arrossisce perché lo capisce e mi stupisce.
Non è ingenuo. Non è fottutamente ingenuo, cazzo.
Mi
eccito un istante immaginandomi mentre me lo faccio e abbassando le
braccia la striscia di pancia si ricopre, i suoi occhi ipnotizzati si
staccano e risalgono sul mio viso, è rossissimo ed imbarazzato e
fanculo, me lo scoperei subito.
Non
so perché mi sono sposato Sam, forse per fingere di essere normale,
per provarci, per dimostrare che se voglio lo sono. Alla fine mi sono
sempre piaciuti gli uomini però.
E
comunque pur volendo provocare il mondo come cerco sempre di fare col
mio modo dissoluto e duro di vivere, certe cose le terrò per sempre
per me.
-
Io invece sono fedele. - Risponde con fermezza. Poi aggiunge
alzandosi dalla sua sedia, mi sta davanti, si sforza di non apparire
troppo imbarazzato ma è evidente lo è. Lo sbatterei sul muro,
cazzo. - Ed ho solidi principi, ho una fede. Tu credi in qualcosa? -
Mi
incupisco. Ecco il Santo che vuole capire quanto perso o perdente io
sia. Il tasso di sesso cala drasticamente mentre mi avvicino ancora,
gli altri se ne sono andati e non so nemmeno quando. Meglio. Non lo
tocco e lui non si muove ma gli leggo la voglia di vedere se ho il
coraggio di provarci fino in fondo e farmelo. Lo capisco subito.
L’accontenterei
ma poi non sarebbe divertente.
Amo
torturare perché sono fatto così. Sono un fottuto figlio di
puttana.
-
In un cazzo! - Però aggiungo con amarezza: - I miei principi sono la
vita che va sempre in merda! -
Regge
lo sguardo, questo ragazzo ha le palle e lo sto per baciare. Lui non
si sposterebbe, ne sono certo. Però mi interrompe dicendomi
qualcosa…
-
Ora cambierà. - Inclino la bocca in una posa amara e replico duro.
-
L’hanno sempre detto tutti. Poi mi hanno affogato. - Dal suo
sguardo sinceramente dispiaciuto capisco d’avergli appena detto
troppo di me, rispetto a quel niente che non volevo condividere. Non
ho mai parlato così tanto a qualcuno di me.
Fanculo.
Mi scuoto e mi allontano andando alla porta, come se fossi incazzato
e volessi scappare da qua. Lui mi ferma, è quasi spaventato, la voce
gli trema impaziente.
-
Ci vediamo domani alle prove? -
Mi
fermo. Mandalo al diavolo, Chester. Che si fotta.
Però
aggiunge il mio nome, alla fine della frase. L’aggiunge con ansia.
-
Chester? - Sembra ci tenga. Sarà sincero? Non mi volto, non lo
guardo, potrei rendermi conto che lo è e sarebbe un vero casino,
quindi annuisco e alzo la mano in segno di ok, poi me ne vado senza
dire nulla. Un fottuto cazzo.
Me
ne torno alla mia auto di merda dove abito momentaneamente, dove mi
aspetta Sam.
La
guardo, dorme.
Che
merda di vita, porca puttana.
Spero
vivamente che non sia l’ennesimo fallimento, questa cosa. Fanculo.
E
quello che mi parla come se mi conoscesse. Al diavolo anche lui… al
diavolo i colpi di fulmine… al diavolo tutto.”
“Quando
il giorno dopo lo rivedo mi ritrovo a respirare sollevato. Non sarò
normale, no?
Magari
è solo perché avevo paura che il cantante che mi sembra perfetto ci
piantasse. Non ho molta voglia di mettermi a cantare io, io rappo,
che cazzo!
Però
varca la soglia e scatto in piedi saltellando come un coglione, rido
e grido dandogli il benvenuto, poi prendo il cagnolino che gli ho
preso e glielo porgo.
-
Questo è il regalo di benvenuto. Spero ti ambienterai e ti troverai
bene! Per qualunque cosa tu necessiti, non esitare a dircelo! - Parlo
a macchinetta e comincio dicendo che il cane è un incrocio fra un
labrador ed un rottweiler e che quando l’ho visto nella cucciolata
mi ha fatto pensare a lui, gli spiego che non deve offendersi ma per
me è un complimento, quindi parlo e parlo e parlo.
Alla
fine lui lo prende e addirittura ride.
Cioè
RIDE!
Dio
sia lodato, se me lo tirava dietro non avrei proprio saputo come
fare… avevo paura…
-
Grazie, non pensavo… ma… per ora vivo in macchina, dubito che
possa stare bene con me, no? - Parla senza parolacce e mette in fila
più di due ruggiti!
Splendido.
I miei occhi brillano istintivamente, poi registro quel che dice e mi
corrugo.
-
In macchina? Ti serve un alloggio? Puoi stare da me se vuoi, non sono
mica problemi… ho appena preso un appartamento per conto mio, poi
quando vuoi andartene… - Comincio di nuovo a parlare tanto, lo
faccio solo quando sono nervoso e tengo tanto a qualcosa. Immagino
che ora io ci tenga al fatto che rimanga.
Lui
ride e lasciandosi mordere dal cucciolo che tiene davanti alla
faccia, risponde deciso:
-
No ma grazie. C’è anche Sam. Lei sta cercando lavoro, se questa
cosa del gruppo andrà davvero bene sicuramente le cose andranno
meglio. Sono abituato a tirare la cinghia e a fare il barbone, non
preoccuparti. Poi ovviamente appena finiamo di registrare mi metto a
lavorare anche io. -
NON
PREOCCUPARTI?! E COME FACCIO? VIVE IN UNA MACCHINA!
Respira
Mike, respira… Chester ti sta dicendo di non preoccuparti anche se
fa una vita di merda. Dai. Fidati.
E
poi è abituato.
PEGGIO
ANCORA!
Alzo
gli occhi al cielo ed impreco, lui ci rimane di sasso.
-
Dai, non fare complimenti. Ho una camera in più, state lì tu, Sam e
il cucciolo. Poi quando vuoi te ne vai. Guarda, questo garage è mio,
abito qua sopra… da qui la sala registrazione non è lontana. Su,
non fare complimenti. -
Dio,
che pessima idea. Dopo che ieri ci ha provato con me, CON ME, lo
voglio convincere a stare qua con sua moglie. E non so niente di lui,
ha l’aria di un tossico… per quanto ne so potrebbe essere uno
schizzato ladro serial killer… però ci tengo che rimanga, che si
senta bene qua, che si ambienti, che diventi uno di noi.
DI
NOI, CAPITO? NOI! NON ME!
Perché
anche se è la prima volta che un ragazzo ci prova con me non
significa nulla, quindi dai… non sono gay, non devo vederci niente
dietro al momento in cui mi sono ipnotizzato a fissargli il pacco
ieri… E POI ERA LA STRISCIA DI PANCIA, SI VEDEVA SOLO UN PO’
L’INGUINE, NON GLI GUARDAVO PROPRIO IL PACCO!
Forse
sono scemo, sto diventando matto, parlo da solo.
Lui
mi fissa da un po’, nota le mie espressioni che cambiano di
continuo?
-
Ehm… ti va? - Chiedo alla fine gentile, non devo mica obbligarlo.
Lui
a questo punto ride, forse pensa che sia davvero andato ed ha
ragione.
-
Allora direi che possiamo provare, se insisti tanto! -
Alzo
le braccia in alto e finisco che l’abbraccio d’istinto, lui ed il
cane. Quando sento la sua lingua, quella dell’animaletto, leccarmi
tutta la faccia rido e mi separo. Credo che potrebbe aver pensato
male dopo ieri… ci ha provato con me, io ero imbarazzato, gli ho
guardato il pacc… ehm… la pelle scoperta là sotto… ed ora gli
regalo un cane e lo convinco a venire a stare da me. E, non contento,
lo abbraccio!
Mike,
sei ufficialmente impazzito ma questo penso che in molti già lo
sapessero, chissà!
-
Allora, che nome diamo al cucciolo? - Chiede sedendosi nel divano del
garage, gli altri arrivano proprio ora alla spicciolata e lo fissano
male, devo assolutamente parlare con loro e convincerli ad essere
gentili ed avere pazienza. Ci vorrà un po’, deve solo ambientarsi
e poi sicuramente sarà piacevole la sua compagnia. Io lo trovo
piacevole già ora.
Oddio,
a volte mi manda in fibrillazione ma sono dettagli.
Tipo
quando, appunto, ieri ha detto che non è fedele e mi ha fatto capire
che ci sarebbe stato con me.
Ok,
penso di essermi eccitato perché era la prima volta che un uomo ci
provava con me, che male c’è? È normale…
Dunque
è bisessuale ed infedele. Bene, pessime accoppiate.
E
chissà se è pulito?
Quanti
vizi avrà? Ho la sensazione che non ci metterò molto a scoprirlo.
Spero
proprio di non aver fatto una delle mie solite avventate scelte. Li
ho tutti contro in questa storia. Perché anche se ascoltandolo
cantare hanno tutti detto che è pazzesco, quando l’hanno
conosciuto mi hanno detto di mandarlo a cagare.
Non
lo posso fare così presto, l’ho cercato io, dopotutto.
E
poi non so, mi sembra d’avere una specie di missione, con lui.
Forse è così. Boh… fatto sta che l’ho cercato io, l’ho voluto
io ed ho una responsabilità verso di lui, quella di farlo star bene
qua. Chissà quante ne ha passate… si è capito che ha sofferto
molto e sicuramente ora non se la passa molto bene.
Si
alza e lasciando il cucciolo a cui non ha ancora dato nome, mi passa
oltre diretto al microfono per cominciare a vocalizzare. Mi farà
sentire qualcuno dei suoi pezzi preferiti. Sono impaziente di
sentirlo cantare ancora, lo penso mentre mi passa davanti e mi lascia
un pizzicotto sul fianco. Salto e faccio un gridolino che dev’essere
imbarazzante, quindi arrossisco e cerco di tornare normale e
composto. Gli altri ridacchiano, ma per me. Chester idem.
Bè,
almeno sono tutti uniti nel prendersi gioco di me, è una conquista.
Lo
guardo e lo sento vocalizzare, scalda la voce con le solite vocali,
io mi perdo di nuovo mentre sento il cane mordicchiarmi le caviglie,
mi siedo a terra istintivamente e mi trasformo in gioco per
lui.
Mi sale sopra, mi morde la faccia, mi lecca e continua a farsi i
propri comodi.
Dio
che bella voce. Mentre vocalizza si sente, è la sua pura e pulita.
È
alta, è un tenore fantastico. Sicuramente la scelta giusta.
Mi
lancia uno sguardo con la chitarra al collo che ha chiesto in
prestito a Brad, lo guarda dubbioso ma non dice nulla, io sono molto
attento e concentrato, ora non sento nemmeno più il cane.
Lui
mi guarda, guarda solo me e mi ammicca, mi pare di esistere solo io
per lui, gli altri non ci sono e mi imbarazzo di nuovo.
È
sfacciato questo ragazzo. Spero di non aver fatto una cazzata ad
averlo convinto a venire da me.
Sono
combattuto fra il desiderio istintivo di aiutarlo e quello di stare
allerta. Cozzano e mi fanno diventare matto ma alla fine… alla fine
canta e tutto va via.
Tutti
i dubbi spazzati da quella voce potente e fortissima con cui grida il
suo dolore interiore, che mi penetra e mi fa quasi piangere perché,
dannazione, penso di non aver mai incontrato qualcuno con più dolore
dentro di lui.
Mio
Dio, spero che con noi possa finalmente essere felice.
Con
questo pensiero mi rendo conto che lotterò per lui con ogni mezzo,
ogni parte di me, fino a perdere la ragione.
È
una consapevolezza che mi devasta e mi inchioda a lui ed ai suoi
occhi aggressivi e sofferenti. Sofferenti dentro, dietro quel muro.
Sarà
la mai rovina questo ragazzo.
O
magari la mia salvezza, chissà.”
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Per
chi non sa…
Chester
si è sposato con la sua prima moglie molto giovane e non avendo
soldi si sono tatuati la fede.
Hanno
vissuto un po’ in macchina all’inizio perché non avevano soldi
per un appartamento. Non si dice niente a proposito di una loro
effettiva convivenza, è una mia aggiunta.
Mike
si capisce che era messo bene coi soldi ma non viene mai detto
esplicitamente.
Teoricamente
a quell’epoca erano tutti o quasi tutti all’università, qualcuno
non si è mai laureato fra l’altro, qualcuno lavorava.
In
questo periodo Mike aveva finito con gli esami quindi non frequentava
più e cercava di prepararsi alla laurea… con scarso impegno!
E’
vero che Chester ha un cane, un incrocio fra labrador e rottweiler ma
non so ovviamente se glielo abbia regalato Mike come benvenuto. Per
me sì!
Inizialmente
il gruppo aveva un altro cantante che poi se ne è andato, tale Mark.
Poi è arrivato Chester. Avevano un mezzo accordo a voce con uno
della Warner che gli ha detto di fare un piccolo demo e farlo
sentire, per questo Chester lascia casa (era dell’Arizona) ed il
suo gruppo precedente, tutta la sua vita, per questa specie di
progetto che non era ancora sicuro ma tutto un ‘forse’ ed un
grande rischio. Perché se andava bene avrebbero avuto un contratto
ed in caso contrario un calcio in culo.
Il
gruppo aveva già delle loro canzoni che Chester impara ed incide,
però in queste, che si trovano difficilmente in giro, lui canta
poco. C’è più Mike e più hip hop.