CAPITOLO XI:
AD UN PASSO DAL SOGNO
 
Le urla come sempre non si risparmiano.
Del resto le ho solo detto quello che pensavo.
Non esiste che abbia avuto una mancia simile in una giornata solo per il suo lavoro di cameriera!
Per chi cazzo mi prende, porca troia?
E poi è lei che fa pompini ai clienti o al suo capo, chi se ne fotte. Perché diavolo se le dico di farne di più così potremo prenderci casa presto lei deve urlare come una cretina?
Sono solo onesto, che lo sia anche lei!
Mi tira in faccia le sigarette che mi ha comprato e le scarpe che, mi pare dica, le fanno le vesciche ma che non ha scelta che usare lo stesso!
Una scarpa mi sfiora e colpisce il muro che confina con la camera di Mike, l’altra mi prende sulla coscia e la vampata di dolore mi regala il consueto bruciore che non mi dispiace.
No, Mike ha ragione ma non so come cazzo ha fatto a capirlo… mi piace il dolore!
Cioè non cose esagerate però diciamo che mi ci trovo fottutamente bene!
- SEI IL SOLITO FIGLIO DI PUTTANA! ME LI GUADAGNO I SOLDI! SONO MANCE PERCHE’ LAVORO BENE, PIACCIO AI CLIENTI CHE SERVO! -
- SI E LO SO COM’E’ CHE PIACI! TI CONOSO SAM! DAI! TI SARAI FATTA TOCCARE IL CULO TANTE DI QUELLE VOLTE CHE AVRANNO TUTTI LA TUA FORMA DA RIPRODURRE! -
Ora mi tira il barattolo della sua crema che prendo al volo con soddisfazione. Gliela ritirerei contro ma me la ritrovo addosso e faccio in tempo a prenderla per i fianchi. Non basta per allontanarla abbastanza ed è qua che mi schiaffeggia una, due, tre volte.
Questa la violenza ce l’ha nel sangue, suo padre ci dava dentro anche con lei… ha imparato bene a picchiare! Se fosse un uomo farebbe il pugile!
Cazzo è proprio vero che quello che ci succede da piccoli ci forgia. Lei picchiata ripetutamente finisce sempre per farlo alla prima occasione ed io violentato da un uomo continuo a prendere cazzi e a volerne.
Porca troia, che schifo!
La guancia, sempre la stessa, mi brucia ed anche questa sensazione familiare non riesce a dispiacermi, non so che dire ma è così.
Mi… dannazione, mi eccita… c’è il sangue sotto la pelle che si attiva correndo impazzito, si riscalda e fa lo stesso fino al cervello… scariche elettriche me lo mandano in pappa e non capisco un cazzo.
Non mi spiego altrimenti il modo in cui la prendo per i capelli, sulla nuca, e tirando la bacio.
Non mi piace baciarla, scoparla o quant’altro, però mi piace quando il cazzo viene stretto dentro ad un buco bagnato… e lei è quel buco.
E poi devo ringraziarla per queste fottute scariche elettriche che mi svalvolano come faceva la droga.
Alla fine la scopo forte insultandola come di consueto. Lei si eccita, si bagna prima ed io riesco a venire pensando a Mike. Come sempre in quest’ultimo periodo.
Lo sfogo dei sensi, la rabbia scema, la follia svanisce, la pace completa. Non me ne fotte più un cazzo, dopo un orgasmo.
Per questo sono fissato col sesso.
Perché dopo sono sereno, fottutamente sereno, il mondo può andare in merda come sempre, io sto bene.
È una sensazione che posso avere solo col sesso.
Quando finisco però odio stare con lei, quindi prendo le sigarette ed esco, lei è sfinita e non mi caga.
Lo sa che non voglio toccarla, dopo che finiamo.
Arrivo al soggiorno e sono di nuovo nudo, mi appoggio alla finestra aperta e fumo.
Mi piace il dolore.
Penso che sia dovuto al fatto che mentre mi scopava, quel tipo, mi dava giù… ho associato inconsciamente il dolore al piacere, non lo so.
Eppure non credo fosse stato bello farmi scopare… era la prima volta ed in realtà era una violenza… non ricordo un cazzo, non lo so, sono congetture. Ho rimosso. So solo che è successo e sono convinto che quello mi abbia fatto diventare frocio.
Gay.
Sorrido fra me e me… Mike mi correggerebbe!
- Chester ma stai bene? - La sua voce mi arriva ansiosa e preoccupata da dietro, sussulto e quasi non ci credo di ritrovarmelo qua come l’altro giorno.
Continua a non guardarmi il cazzo in bella mostra, non mi sono nemmeno lavato deve essere decisamente schifoso. O eccitante, dipende dai punti di vista.
Comunque mi fa ridere, è imbarazzato però si preoccupa ed è uscito a vedere se sto bene.
- Perché? - Lo so ma mi piace quando parla. Ha una bella voce.
- Perché ho sentito rumori di oggetti tirati, urla e… - Avvampa ancora di più e la luce bassa della luce ad angolo sul muro fa un effetto molto intimo.
- Colpi di scopata? - Concludo per lui, continuo a fumare ma mi avvicino, sono molto a mio agio nudo in queste condizioni davanti a lui. Non sa che pesci prendere. È a disagio ma si violenta a non indietreggiare. Quando mi ha davanti mi fissa la guancia ed allora tutto cambia.
L’aria da incerta e dubbiosa diventa di nuovo preoccupata e sebbene mi piaccia parecchio l’idea che lo sia per me, un po’ mi dà fastidio. Non so perché.
- Ti ha picchiato davvero?! - E’ talmente incredibile che gli sembra una barzelletta.
- Hai sentito quello che le ho urlato… - alza le sopracciglia in segno che non aveva torto a darmi giù.
- Sì però ha esagerato, guarda che guancia! - Forse non se lo ricorda nemmeno il discorso di prima. Glielo ricordo ben io!
- Ma tanto mi piace il dolore! - Lui avvampa di nuovo. Se lo ricorda ora.
Sorride imbarazzato ed impacciato, quindi non sapendo cosa dire mi sfiora la guancia con un dito.
Sussulto. Fa male però non è una cosa tremenda, anzi… la sensazione del dolore mi droga, non so cosa dire. Mi stordisce, non mi fa capire un cazzo, mi dà… mi dà una sorta di pace, credo.
- E’ molto gonfio, aspetta che prendo un po’ di ghiaccio… ci andrebbe una bistecca ma non ho carne buona… - Ha tutta schifezza in scatola!
Sparisce in cucina ed io lo seguo dopo aver buttato la sigaretta finita.
Mi siedo così come sono su una sedia, lui continua a far finta di niente. Fa finta molto male.
Vorrebbe fissarmi il cazzo ma si impone di non farlo.
Adoro come si preoccupa per me, non ho mai avuto nessuno che lo facesse e lui che è un mezzo estraneo sì.
- Se Sam vede che ti sei fatto biondo come me ti strappa i capelli uno ad uno! - Commento così come niente fosse, come se parlassimo di quello.
Lui ride e si rilassa, quindi mi mette il giaccio avvolto in un canovaccio. La guancia non ringrazia e sussulto infastidito. Non lo toglie ed anzi mi manda via la mano quando faccio per levarlo.
Alla fine mi lascio fare.
È bello farsi prendere cura dagli altri. Tremendamente bello.
Non è solo il dolore l’unica cosa che mi manda a puttane. Adoro andare a puttane. Mi sa che è anche Mike che ci riesce.
Quando vado a puttane è quando non capisco un cazzo.
Mi piace non capire che merda di vita ho fatto.
- Devi smetterla di provocarla tanto. Se ti piace il dolore compra un frustino e chiedile di fare dei sani giochi erotici, sicuramente ti accontenterà! - Non so quanto sia serio ma mi piace il suggerimento…
- Però non lo userei con lei il frustino… - Arrossisce di nuovo, non fa che schiarirsi e avvampare di continuo. È la fine del mondo, voglio farmelo!
- Puoi usarlo con chi vuoi ma insomma, ci sono modi migliori per soddisfarsi! - A questo punto si parla apertamente. Bene. Non posso chiedere di meglio!
- Secondo me ti piacerebbe fottutamente usarlo tu su di me! - molla di schianto il ghiaccio per andarsene ed io lo prendo per il polso, l’attiro giù e faccio sì che si sieda su di me. Lui non ha scelta che farlo e si irrigidisce sentendo il mio cazzo che reagisce per benino.
- Anche a me piacerebbe fottutamente essere picchiato da te! - Non ho mai fatto queste cose seriamente, mi sono sempre limitato a provocare Sam e a far sì che mi facesse in qualche modo qualcosa… oppure scopate forti… però con lui proverei tutto, giuro.
Lo tengo con forza su di me, una mano sul suo polso stretto e l’altra intorno alla sua vita. Lo obbligo e lui vorrebbe evadere. Vorrebbe.
Mica tanto.
Ha gli occhi come petrolio, mi attirano fottutamente. Come faccio a resistere?
Dio che voglia di scoparlo…
- Lasciami… - Potrebbe essere violento ed andarsene da solo ma visto che mi piace non vuole procurarmi involontariamente piacere. Non è così?
Sogghigno sapendolo ed allora, semplicemente, invece che baciarlo come sicuramente vorrebbe. O toccarlo. O fargli qualunque altra porcheria. Lo lascio davvero.
Ci rimane male, lo provoco ad alzarsi, mi fissa incredulo ed alla fine va.
Lo sto torturando davvero ma è la cosa migliore che poteva capitarmi. Di giorno in giorno ne sono sempre più convinto.
Prima o poi, non so quando, forse fra anni, forse dopo una vita di menate e sofferenze, ma prima o poi riuscirò ad averlo. Averlo veramente, come vorrei, tutto, profondamente.
Si arrenderà.
Non ha scampo.
Sarà la parte sana di me, ne sono convinto.”
 
La voglia di lui non diminuirà mai, me ne rendo conto ora, in questo preciso momento in cui mi chiudo in camera.
Ma non è solo la voglia, non è solo un discorso sessuale.
È che odio quando gli fanno del male. O si fa del male.
Si drogava e questo mi conferma che è autolesionista.
Non mi sorprenderebbe vedere che ha tentato il suicidio…
Mi butto sul letto opponendomi all’idea di darmi pace toccandomi, ma non ci riesco.
Non voglio che si faccia male… però non posso nemmeno abbandonarmi a tutto questo.
Non è il modo di vivere che voglio per me… i miei mi hanno cresciuto in un certo modo, mio padre è giapponese, mia madre indiana. Come mai potrebbero avermi cresciuto se non con una filosofia molto precisa ed una fede incrollabile?
Io ci credo, in Dio. E sono sicuro che non deve essere una fede a comodo, la nostra.
Sarebbe facile prendere le parti che preferisco e lasciar perdere quelle scomode.
Ma non è così.
La via è una ed è precisa, non posso fare quello che mi pare solo perché lo voglio.
E comunque c’è il gruppo, c’è la musica… questo progetto è troppo importante. Se un giorno fra me e Chester dovesse finire, e potrebbe benissimo essere, cosa sarebbe del gruppo?
Non devo impostare la base nel modo sbagliato, su un filo di cotone che potrebbe spezzarsi subito.
Deve essere un rapporto duraturo.
Assolutamente.
Non si discute!
Ci sono troppi punti contro, non posso lasciarmi andare.
Non posso.
Però l’orgasmo ce l’ho pensando a lui, come sempre.
Ormai sta diventando un chiodo fisso, non lo toglierò mai da qua dentro.
Mai.
 
Il giorno dopo rimane solo una canzone, dopo di che possiamo registrarle se Dio vuole.
Se va bene e la Warner ci fa il contratto come è un po' l’accordo a voce, siamo a cavallo!
Brad è riuscito a strappare questa sistemazione… se quello che gli faremo sentire sarà buono, ci producono un intero album nuovo.
Per cui queste canzoni magari non le metteremo in questo ipotetico futuro album ufficiale, visto che comunque voglio coinvolgere di più Chester voglio farle di sana pianta con lui, è giusto così.
Ora come ora non possiamo sbagliare questo colpo.
È l’unico che abbiamo!
Che poi mi piace il modo in cui Chester le sta personalizzando, anche nei testi… mi pare bravo in queste cose. Quella canzone che abbiamo fatto insieme, che poi non abbiamo rifinito, mi ha fatto capire che è quello giusto e più lo sento cantare, più ne sono convinto.
Non posso farmelo sfuggire.
- Senti, ti va bene se inserisco questi versi? -
Mi chiede facendomi saltare sul posto, di mattina siamo io e lui soli perché gli altri lavorano, quindi stare così è sempre un rischio per noi.
Guardo il testo di ‘And one’ e inarco le sopracciglia stupito.
Davvero vuole mettere questi versi?
- Lo tengo chiuso dentro di me. - Riferito al suo cuore.
Mi fa veramente impressione vedere queste cose. Mi si vuole mostrare solo che si vergogna a farlo nel modo normale, parlandomi, aprendosi, quindi lo fa con la musica. È davvero chiuso questo ragazzo. Chissà quante esperienze che ha passato, quante cose brutte…
Annuisco, non voglio che capisca quanto vorrei sapere cos’altro c’è lì dentro, ma vorrei enormemente.
- Come vuoi farlo qua? -
Cambio discorso perché so che è questo che preferisce, che non approfondisca. Non voglio obbligarlo, sarebbe impossibile.
- Pensavo di sussurrare un po’… farlo tipo così… - E tira fuori una voce che ancora mi mancava. La definirei voce da orgasmo.
Mi si drizzano i peli. Arriva a sussurrare in modo così basso e penetrante, strascicato, e poi ad urlare come uno schizzato.
Oddio che meraviglia.
Potrei anche innamorarmi seriamente.
Mike ma sono queste le cose da dire?
Già te lo faresti dalla mattina alla sera… e parli di fede e non vuoi cedere definitivamente e seriamente a lui, però le seghe pensando a lui te le fai. E pensi che invece questo vada bene?
No ma non posso certo impazzire, una valvola di sfogo mi serve e questa è l’unica che mi fa rimanere almeno vagamente sano. Vagamente.
- Ti piace? - Me lo chiede pure? Cos’è, lo fa apposta? Probabile!
- E’ una figata! Non so come cazzo fai… cioè sussurri così e poi pianti delle urla da primato mondiale… sei pazzesco! - Si gonfia e gode dei complimenti ma può andarne fiero, la sua voce, il suo modo di cantare, il suo talento per me sono unici e sono certo che ha un margine di miglioramento che impressionerà ancora di più!
Spero proprio che le cose vadano bene e funzionino perché se dovesse mollarci per qualche stronzata con me penso proprio me ne pentirei a vita.
A livello di musica.
E che altro?
- Grazie! Ma anche tu non sei male! Ci sono volte in cui fai un rap così duro e serrato che mi si drizza… hai un che di sexy, quando rappi! - Ecco, ora divento viola. Che mi viene a dire?!
Che sono sexy quando rappo?!
- Sei fuori! - Lo liquido così e vado ad attaccare la base dietro al mixer che ormai è come un figlio per me.
Lui ride sadico e si sistema al microfono, quindi dopo aver ascoltato e guardato il testo, parte un po’ insicuro. La seconda volta è pressoché perfetto.
Non so come diavolo ci riesca.
Forse semplicemente se una cosa deve andare va comunque in un modo o nell’altro.
E lui doveva essere il nostro cantante.
Quando ripete ‘mantengo le distanze’ mi chiedo se l’abbia aggiunta pensando che è quello che cerco di fare io. Non glielo chiederò mai.
Lui avrà anche il cuore chiuso e nascosto, ma io queste dannate distanze che vorrei effettivamente mantenere, non arrivo proprio a tenerle, eh!
Quando finiamo e possiamo dire d’avere anche l’ultima canzone definitiva, mi viene da urlare.
Abbiamo finito.
Ora possiamo registrare e farlo sentire alla Warner!
Cazzo, potrebbe andare bene!
Oddio…
- Chester ora dobbiamo solo registrare! Abbiamo tutte le canzoni! Cioè… ad un passo dal sogno, si può dire? L’ho detto! Non volevo sbilanciarmi perché se poi non va chi mi tira su? Però insomma… ora che ho sentito le tue versioni e mi piacciono più di prima… ora mi sento entusiasta, sento che andrà bene. Se prima potevo avere paura ora sono sicuro che andrà! No? Tu no? Tu cosa senti? Cosa pensi? Onestamente! Ok, dobbiamo prima inciderle e quando saranno perfezionate e rifinite potrai dire che ne pensi. Cazzo, ma capisci che siamo vicinissimi? Cioè veramente, più di prima… che figata! Ma Chez perché non saltelli come me? Mi sento idiota! - Mi fermo di colpo rendendomi conto che stavo saltellando e battendo le mani in modo decisamente imbarazzante e non posso farcela.
Sono fuori.
Cazzo ti prego… fa che non mi derida a vita.
È che… è che è fantastico! Tutto questo è fantastico.
E non riesco a fermarmi dal ridere, dal brillare, dal gioire, dall’essere felice.
Sento che è la volta buona ed a questo punto lui risponde ridendo e saltando con me, ma mi imita, non lo sta facendo spontaneamente. Non me ne frega.
Sicuramente è shockato dalla mia reazione ma quando sono fuori di me divento matto.
Finisce così che in questa confusione assurda dove mi sento tanto idiota, lui mi prende il viso e ridendo, ridendo come non l’ho ancora visto fare, e non ridendo di me ma con me, per me… cioè… ridendo alla mia felicità… ecco che mi tappa il sorriso, me lo ferma, me lo cattura.
Ecco cosa fa, mi cattura il sorriso, la mia luce, la mia gioia.
Se la prende per sé ed io… oh dannazione, euforico come sono non riesco mica a fermarmi e respingerlo come dovrei.
Ricambio il bacio aprendo anche le labbra meglio e tirando fuori la lingua.
Lo bacio io stesso con impeto.
Un gran bell’impeto in effetti.
Un impeto che non avevo mai usato né con Anna né con lui prima d’ora.
Passione, fuoco, follia e Dio solo sa cosa.
Rimane un attimo stordito poi però si riprende subito e risponde. Figurati.
Risponde proprio bene.
Oh merda se risponde!
Forse dovremmo fermarci. Forse. O forse potremmo continuare.
Dio come bacia bene… e questo piercing è la morte!
Che qualcuno mi fermi perché io non ce la faccio.
Chester me l’ha mandato Dio per realizzare il mio sogno, la musica, e non riesco proprio a lasciarlo andare. Non posso. Non ce la faccio. È mandato dall’Alto, ne sono certo, e devo aiutarlo in qualche modo ad essere felice.
Questo è tutto quello che penso.
Le mie solite assurdità.
Colpa dei miei, mi hanno cresciuto così.”

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Per chi non sa...
And one fa parte del primo demo da loro inciso in proprio, ecco il link per ascoltare la canzone e capire meglio di cosa parlano nel capitolo:
http://www.youtube.com/watch?v=CPhJK_L1ZXI