CAPITOLOV XII:
ESALTAZIONE
“Io
ci ho provato pensando ‘mal che va mi picchia e mi respinge!’
Cazzo!
Alla
faccia del mal che va!
Non
avevo certo contemplato il bene!
Un
bene così meraviglioso!
Dopo
che gli blocco la bocca è lui ad aprirla e a ficcarmi la lingua
dentro, fondiamo subito, giochiamo, il calore che si espande è
immediato e totale, prende ogni angolo del mio cervello!
È
una figata pazzesca!
Lo
tengo per la testa e lui in risposta va con le mani a slacciarmi i
jeans.
Merda,
qua ci scappa una scopata!
Non
ci posso credere!
Quando
è euforico e felice si trasforma, non si controlla più, si
disinibisce completamente. Spero sia felice più spesso.
Dopo
il bacio più impetuoso e passionale che ci siamo mai dati, dopo che
ci siamo divorati letteralmente la bocca e mangiati, scivola fuori e
si inginocchia davanti a me, io lo fisso ad occhi sgranati.
Lo
vedo eppure non ci credo.
Porca
puttana!
Dopo
avermi aperto i pantaloni mi tira fuori il cazzo e se lo mette subito
in bocca. A freddo, senza la minima preparazione, nemmeno me lo
lecca. Io fatico a rimanere fermo, ho bisogno di appoggiarmi e mi
prendo all’asta del microfono qua accanto.
Lo
fisso ed è inginocchio davanti a me. Vedo solo la sua testa che si
muove sul mio cazzo su e giù, sempre più veloce, e finisce che gli
prendo i capelli e gliela muovo con più brutalità.
Come
va?
Va
che si infila la mano nei suoi pantaloni. Belli larghi. Ora capisco
l’utilità di quei vestiti assurdi. E si fa una sega.
Bello,
mi piace quando impazzisce di gioia!
-
Succhia Mike… - mormoro roco. Penso che sia il colpo di grazia
perché ad un certo punto sembra lo voglia ingoiare e lo accontento.
Mi separo dalla sua bocca e volgarmente finisco da solo. Visto che è
così andato tanto vale approfittarne. - Apri la bocca… - Ed è
così che non sa nemmeno cosa sta facendo, per questo lo fa. Poi
forse non mi parlerà più ma so come riprendermelo. A questo punto
mi pare evidente.
Finisco
con la mano e punto la sua bocca, vengo con un’ondata di piacere
pazzesco e mi sciolgo letteralmente.
Cazzo
che caldo.
E
lo guardo mentre il liquido bianco invade la sua bocca, una goccia
schizza e lui si riattiva proprio in questo momento.
Ovviamente
non ci pensa un istante e sputa, io rido per poi sedermi su uno
sgabello qua dietro, senza forze.
Non
ce la faccio più e non so nemmeno se sia venuto anche lui.
Guardo
la macchia a terra e lui in ginocchio poco più in là che tossisce e
mi fissa con una smorfia assurda.
-
Devi provare ad ingoiare, non è male. - Non è certo buono, però è
l’idea che ingoi che è bello. Prima o poi lo capirai, ciccio!
Lui
non risponde nemmeno e dopo aver pulito con una decina di fazzoletti
uno sopra l’altro, sempre schifato, si alza e rosso come un
pomodoro sale in appartamento.
Che
ridere… è uno spasso!
Un
vero capolavoro!
Appena
si calma gli parlo, sono solo porcherie erotiche, scopate e niente di
più. Non è il male, non è una cosa da cui scappare o di cui avere
paura.
Vedrai…
L’aspetto
e poi mi scrive che deve andare a pranzo con Anna. Io gli dico di
esercitarsi allo specchio se vuole essere credibile e lui mi manda a
cagare. Che dolce!
Tanto
è solo rimandato.
Io
con Sam ce l’ho pelosa, riesco ad incrociarla il necessario per
litigarci, non ha nemmeno voglia di scopare quindi la lascio per
conto suo e finisce che mi infastidisco parecchio pensando e
ripensando a Mike e quella ragazza per bene con lui.
Troppo
normale, quella, per lui.
Troppo
tranquilla.
Sicuramente
è la ragazza del liceo che è più la sua migliore amica che altro!
‘Scommetto
che lei non ti ha mai fatto dei pompini come te ne faccio io!’
Non
che gliene abbia fatti molti ma sono sicuramente migliori di quelli
che gli fa lei.
Mike
risponde dopo un po’.
‘Non
dire cagate!’
Non
significa niente!
Rido
sistemandomi sul divano, Mister mi lecca l’orecchio e lo lascio
fare.
‘E
non ti fai mai le seghe pensando a lei!’
Ne
sono fottutamente sicuro.
‘Chez,
sono con lei, puoi gentilmente evitare?’
Che
domande…
‘No!’
Però
non risponde e quando provo a fargli uno squillo vedo che ha chiuso
il telefono, lo stronzo.
Tanto
non durerà con lei, se ci sono io di mezzo.
E
se mi impegno.
E
mi impegnerò, puoi scommetterci!
Dopo
di che mi distraggo giocando col cane, finisce che ci mordiamo a
vicenda e abbaiamo facendo un gran casino, ci corriamo dietro a
quattro zampe fino a che Sam esce dalla camera e mi tira una scarpa
così ci fermiamo e mi stendo sul fianco in posizione semi fetale, il
cucciolo si mette in mezzo e la ignoro.
Mister
si accoccola col muso contro il mio collo e mi rilassa avere un
esserino così tutto per me.
È
dolcissimo.
Mi
ricorda Mike che sta più o meno a tutto quello che gli faccio. E poi
è tenero. Non pensavo potesse piacermi la tenerezza eppure…
Il
sonno mi prende senza mangiare e bere, le ore passano così,
tranquille e lente.
Ed
io che dormo per terra col cane.
Mi
sveglia un dito.
Un
dito leggero e morbido, molto delicato, percorre la mia guancia e la
mia tempia. Scende sulle labbra e me le carezza, mi piace sentirlo
così.
È
lui.
Sam
mi avrebbe dato un calcio per svegliarmi.
Sorrido
e schiudo la bocca lasciando che il dito si infili dentro, forse non
se lo aspettava però glielo lecco con la punta della lingua
mantenendo gli occhi chiusi.
È
una continua tensione sessuale fra noi. Si arriva a battere sempre
lì. Siamo incapaci di starci lontani.
Lui
non toglie il dito e lascia che glielo succhi.
Lo
sento contro il palato e la lingua, glielo percorro, tiro e mollo in
modo da averlo più in dentro nella bocca e poi più in fuori. Alla
fine lo muove lui da solo su e giù e mi accontenta. Credo gli
piaccia, non lo so.
A
me di sicuro.
Starei
ore con qualcosa di suo in bocca.
Ore.
A
leccarlo e succhiarlo.
Vorrei
farlo mio. Davvero. Sempre.
-
Non venirmi più in bocca in quel modo perché mi spaventi… - Mi
sussurra. Eccoci qua a parlarne. Cosa dovrei dire? Non voglio
lasciargli il dito. Ed il cane dorme ancora su di me. Ho le ossa
rotte perché sono per terra e scomodo ma è bello. Sono a casa sua,
con lui ed il nostro cane, non c’è nessun altro.
Non
apro gli occhi, però rispondo così toglie il dito per
permettermelo.
-
Significa che possiamo rifarlo, però? - Eccomi qua, sono Chester
Bennington e penso sempre a quello! Piacere!
Apro
gli occhi e lo vedo sorridere pacato, come se pensasse che sono
incorreggibile. Mi piace.
-
L’ideale sarebbe che la piantassi, ma questa volta ho cominciato
io. E poi dubito che la pianterai anche se te lo chiedo. No? -
Sorride sornione.
-
Mi conosci bene! -
-
Diciamo che… certe cose… se proprio devi… almeno falle con un
po’ di senso… cioè… è la prima volta che faccio… certe
cose… pensaci quando ti trovi li col tuo cazzo nella mia bocca! -
Fatica
a parlarne e a spiegarmi, è imbarazzato e mi fa sorridere. Quando
provo a muovermi sono tutto anchilosato e faccio mille smorfie, così
il cane si lamenta e si sveglia spostandosi. Mike mi aiuta e mi
rimprovera.
-
Perché ti sei messo qua a dormire? Il divano non ti piaceva? -
-
Stavo giocando con Mister… Ahi… -
-
Che ti lamenti! Te lo meriti! -
-
Certo, mi piace il dolore, ma le ossa gridano vendetta comunque! - mi
alzo lamentandomi ed alla fine sono seduto, mi massaggio la schiena
ed il braccio, muovo la spalla… cazzo che male!
-
Dai girati… - Con questo mi tira via la maglia e mi lascia senza
parole.
-
Così te le cerchi, eh? - Rispondo spontaneo e malizioso. Penso
sorrida ma è tranquillo, non è più imbarazzato.
-
Cercherò di sopravvivere! -
Dopo
di questo sono le sue mani sulla mia pelle, sulle mie spalle, sul mio
collo, sulla mia schiena. E penso che potrei amarlo anche solo per
questo.
Ma
non lo amo solo per questo.
Un
momento, che cazzo dico?
Lo
amo?
E
da quando?”
“Vorrei
sistemare in qualche modo. Uscire con Anna mi ha fatto capire una
cosa importante.
Che
comunque non riesco a smettere di pensare a lui.
Con
lei sto bene, mi piace ascoltare il suo parere, quello che pensa…
parlo bene di tutto, non è invadente, non rompe le scatole.
Abbiamo
parlato molto di Chester e Samantah, per lei è un rapporto
distruttivo da entrambe le parti, troppo simili, troppo fragili. Lei
violenta, lui autolesionista… sono una coppia che secondo noi non
andrà lontano e finiranno male.
Abbiamo
parlato moltissimo. Le ho anche detto che Chester si faceva, per lei
devo stare attenta che potrebbe ricaderci facilmente. Insomma, mi
piace.
Però
quando mi ha proposto di andare da lei ho tirato su la scusa del
registrare il demo.
Ok,
è vero che ho quello in testa e che prima cominciamo e meglio è, ma
non è solo questo il punto.
Il
punto è che volevo venire a casa e vedere di Chester, se aveva
mangiato, come se la passava, se si era ucciso con Sam.
Ora
che sono arrivato e l’ho visto addormentato per terra ho anche
avuto tempo di fare uno schizzo. Mi piaceva in quel modo, col cane
sul collo. Era tenero, si capisce quanto bisogno di affetto sano
abbia questo ragazzo.
Quante
ne deve aver passate?
Mi
sembra così piccolo e solo… e lei non lo capisce, non lo ama nel
modo giusto… non so…
Lui
ha bisogno di uno che lo curi.
Non
riesco a stargli fisicamente lontano… non sono idiota, vedo quanto
ci sto finendo dentro e nonostante non voglia la via che percorro è
una.
Finirò
con lui, prima o poi. Qualunque cosa io faccia.
Ma
prima le tenterò tutte.
A
parte ciò anche se decidessi di cedere veramente a lui non è una
passeggiata una storia omosessuale. Siamo due ragazzi, non sarebbe
mai una storia serena e felice. Non potremmo viverla comunque alla
luce del giorno, soffriremmo. Vale la pena?
Per
non parlare che c’è il gruppo, la musica.
Voglio
che vada tutto bene.
Quanti
pensieri mi corrono per la testa.
Però
le mani sulla sua pelle liscia me li portano via.
La
sensazione sotto al tatto, scorro come se fosse la fine di un mondo
conosciuto e l’inizio di un altro sconosciuto.
Che
cosa esplorerò?
Cosa
vedrò?
Cosa
conoscerò?
L’idea
che riguarda solo Chester mi spinge ad andare avanti…
Si
sentono le ossa, è così magro…
-
Chester, ma mangi regolarmente? Oggi hai pranzato? -
-
No non avevo fame… - Mormora. Penso che gli piacciano i miei
massaggi. Il collo così sottile. Non riesco a staccarmene.
-
Devi mangiare. Sei troppo magro. -
-
A volte il cibo mi fa vomitare. Ho fame solo quando sono con te. -
Corrugo
la fronte preoccupato. Scendo sulle scapole.
-
E prima? -
-
Lo evitavo come la peste. - Eccolo qua.
-
Eri anoressico? - non me ne stupirei di certo.
-
Più o meno. -
Sospiro
scontento.
-
Ora devi cercare di mangiare regolarmente, sforzarti… - E’ bello
però che abbia voglia di mangiare solo se è con me, vuol dire che
lo faccio stare bene. E così dopo la zona lombare scivolo sui
fianchi, sui lati. Le mie mani hanno vita propria. Arrivo sul
davanti, il suo addome piatto. È troppo magro.
Risalgo,
lo cingo per dietro, lui non respira, si lascia fare, arrivo su, sui
capezzoli, gli sfioro la pelle sul collo con le labbra. Solo questo.
Rabbrividisce.
Lo
sto uccidendo lentamente.
Vorrei
mettere tutto su un piano sano ma non c’è verso. Non c’è
proprio verso, cazzo.
Non
riesco a stargli lontano.
A
non toccarlo.
Non
ce la faccio.
-
Devi avere cura di te. -
-
Curami tu. - Con questo si gira parzialmente, quel tanto per
ritrovarsi a tu per tu fra le mie braccia, le mani sul suo petto, non
lo mollo, mi si appoggia addosso e lo tengo, lo guardo, siamo così
vicini che sento il suo fiato sulle labbra. Labbra che schiudo per
accogliere le sue.
Proprio
non ce la faccio a stargli lontano e a fare la cosa giusta.
Non
ci arrivo.
Ci
fondiamo per l’ennesima volta. La sua lingua bagna la mia, è
morbida, il suo sapore è di sigaretta. Arriccio il naso però lo
confondo col mio che sa di coca cola ed è tutto perfetto.
Amo
la sua lingua sulla mia. Amo le bocche che si fondono. Amo come me
l’esplora fino a togliermi il fiato e poi cerco di comandare un po’
lasciando tutto su un piano più decente.
Quando
andrà a vivere per conto suo sarà diverso.
Sarà
meglio. Non ci vedremo così tanto e potremo essere per lo più con
gli altri ragazzi, quindi l’importante è non stare mai soli.
Però
ora lo bacio e lo tengo con me perché non riesco a smettere.
Quando
entriamo in sala registrazione, quella che abbiamo affittato per
incidere il nostro piccolo demo da far sentire alla Warner, è come
se mi trasformassi.
Divento
serio, professionale, cancello tutto e nella mia testa esclusivamente
la musica.
Ci
sono i ragazzi e mi sento anche meglio.
Guardo
Rob che fissa Brad di sottecchi e mi fa tenerezza, non dirà mai
niente. Lui preferisce non viverla. Poi guardo Chester che fa
altrettanto con me già da un po’.
Arrossisco.
È
imbarazzante ma distolgo subito lo sguardo.
Cosa
voglio fare io con lui?
Non
vorrei viverla ma non ci riesco ad evitarlo.
Sospiro,
prendo la chitarra elettrica con cui registreremo prima la base.
Mi
esalta cominciare, è l’inizio della vera avventura, sono curioso
di vedere come andrà, deve essere perfetto, deve essere il nostro
lavoro migliore. Le modifiche che ha fatto Chester sono piaciute a
tutti, piano piano lo stanno accettando ed ogni volta ridono dei miei
capelli. Me li cambierò quanto prima, per carità!
Non
so poi quante ore passano.
Chester
al di là del vetro con Joe che si occupano di vedere che vada bene.
Essendo questa una produzione nostra che finanzio io, dobbiamo fare
tutto da soli ma non è certo questo il problema.
Chez
è serio, non fa lo stronzo, non fa facce allusive e mi permette di
concentrarci.
Il
tempo a disposizione finisce e dobbiamo andarcene perché poi tocca
ad un altro gruppo che ha prenotato la sala, però prima abbiamo
tempo di sentire cosa abbiamo fatto. Le basi sono praticamente
pronte, poi io e Joe lavoreremo sugli effetti speciali ma devo dire
che Chez non è male, se la cava anche nel ruolo di tecnico del
suono. Oddio, è meglio quando canta, ma non si può aver tutto dalla
vita.
Trovo
quest’inizio esaltante, manco a dirlo, e con gioia e gaudio non
posso non proporre l’ennesima bevuta insieme al nostro locale
preferito.
Chester
non ci è mai venuto, è un posto nostro. Penso che sia di ora farlo
entrare nel nostro club.
Spero
gli piaccia.
Tutto
questo mi sembra sempre più un sogno.
Spero
di non svegliarmi mai.
Noi
che registriamo un piccolo demo per farlo sentire alla Warner ed
ottenere un contratto vero. Da non crederci. Questa è felicità,
ragazzi. Sento che sarà tutto perfetto!”
____________________________
Per
chi non sa...
Chester
parlando della sua ex, Samantah, ha detto che la loro relazione non
ha funzionato perchè erano entrambi troppo simili ed autodistruttvi
nonché estremamente fragili, da queste sue parole ho ricavato il
'profilo' della suddetta.
E'
vero che Anna si presenta come una persona a posto e tranquilla,
discreta ed estremamente equilibrata, non ho niente contro di lei. E'
oltretutto vero che lei e Mike si sono fidanzati al liceo.
Il
primo Demo di sei tracce dalla distribuzione limitata è stato
prodotto in proprio e finanziato veramente da Mike. Dave ancora non
era tornato e Mike era l'unica chitarra mentre Dave il basso.
Da
ragazzo, Chester ha sfiorato realmente l'anoressia, spesso andava in
giro con cuscini sotto i vestiti per non sembrare troppo magro.
Chester
a lavoro è comunque molto professionale pur rimanendo il solito
mentecatto adorabile!