CAPITOLO XIV:
IN
UN ALTRO MONDO
“La
macchina non poteva fermarsi nel punto peggiore!
Cazzo!
Nel
nulla completo!
-
Fanculo! - Picchio il volante ed esco mentre Mike, che sicuramente
non capisce una sega di macchine, mi segue fuori. Siamo sul ciglio di
una strada di merda, sconosciuta, nera e vuota!
-
Non ho benzina! -
-
Eh? - La sua voce arriva stridula, pensa che scherzo? No che non
scherzo!
-
Ho finito la benzina! Sono un coglione, ok? Ero in riserva e mi sono
perso! Ed ora dove cazzo siamo? -
Mike
si guarda intorno vagamente preoccupato, non ha ancora capito bene la
fottuta situazione di merda, allora mi giro verso di lui, gli
artiglio le braccia e scuotendolo ruggisco:
-
MIKE CI SIAMO PERSI, SIAMO SENZA MACCHINA E SIAMO NEL FOTTUTO NULLA
DI MERDA! -
Non
ho un cazzo di modo per comunicare col mondo e lui sta qua e mi
guarda shockato.
Ora
lo picchio.
-
Ma cosa gridi! - Esclama. Cos’è, mi prende in giro? Non è il
momento!
-
GRIDO PERCHE’ SIAMO NELLA MERDA, MIKE! - Sto proprio uscendo di
testa e lui sta lì e non reagisce… o meglio reagisce ma cerca di
calmarmi. Cerca di calmarmi, lui!
MA
CHE CAZZO!
-
Rilassati! Ora chiamo Joe e vedo se può venire… -
-
Certo! E quando ti chiede dove cazzo sei cosa gli dici? Nel nulla? -
Mike
si stringe nelle spalle, come diavolo fa a rimanere calmo?
-
Gli dico che si metta in moto a cercarci che ci deve trovare! -
Esclama deciso.
Sbuffo
e mi volto facendo il giro dell’auto.
-
Hai un’idea migliore? - Replica.
Metto
le mani ad artiglio e faccio per mandarlo a cagare.
-
No! - Mi brucia perché sostanzialmente invece di farmi bastare la
benzina ho fatto il coglione perché mi piaceva che ridesse.
Cazzo,
sono proprio un idiota!
Do
un calcio alla gomma e sento che intanto chiama col suo cellulare
enorme.
-
Ho poca batteria, Joe! Prendi gli altri e mettetevi a cercarci nei
dintorni della città perché non ho idea di dove cazzo siamo e la
macchina di Chez si è fermata… è tutto buio, ci sono alberi ed è
una zona da film dell’orrore! Sbrigati! -
Penso
che non potrà mai capire un cazzo, Joe, e forse gli chiede che
diavolo ci facciamo qua in macchina… lui però dice di sbrigarsi e
chiude.
Poi
fa una piccola imprecazione.
E
ci mancava solo questo!
-
Cosa c’è ora? -
-
La batteria è morta! -
-
E ti pareva! - Non so che diavolo significhi ma fra la sua batteria e
la mia benzina, le palle mi girano parecchio!
Mi
si avvicina, è ancora calmo e non so come faccia, quindi è lui che
mi mette le mani sulle spalle e all’ombra del posto in cui siamo,
mi parla con fermezza:
-
Ascolta, ci troveranno… non preoccuparti. Andiamo in macchina ed
accendiamo le quattro frecce… -
Ecco
qua come una situazione di merda si ribalta del tutto.
In
fondo non è una completa schifezza, no?
È
eccitante essere in uno pseudo pericolo… correre questi rischi…
stare fuori, in macchina, soli, di notte, in mezzo al nulla…
Sogghigno
improvviso ma lui non lo nota, quindi in macchina accendo la luce
piccola sul tetto, così lo posso vedere per bene.
Ci
scambiamo delle espressioni molto strane, lui comincia ad
imbarazzarsi di certo ed io a capire quanto interessante sia la
situazione.
-
Allora… che facciamo intanto? - Dice candido. Non può essere così
ingenuo!
-
Io un’idea ce l’avrei… - Eccomi qua, mr malizia è tornato!
-
Hai musica? - Ridendo gli tiro fuori le cassette.
Li
guarda, fa ancora finta di niente. Mi fa proprio ridere.
Tanto
finiremo per scopare, questa volta. Ed anche per bene.
Commenta
quello che ascolto e mette su qualcosa, sono i Depeche Mode (*), ci
piacciono ad entrambi deduco. La voce calda e profonda del cantante
ci raggiunge espandendosi nell’abitacolo ed improvvisamente metto
indietro il sedile per avere più spazio. Poi faccio altrettanto col
suo e lui sussulta fissandomi, finalmente. Non mi interessa un cazzo
degli altri, di quello che è successo prima o di quello che
succederà fra Brad e Rob. Mi interessa cosa farai ora che siamo qua
in questa situazione strana.
Mi
fissa coi suoi grandi occhi neri, sembrano più enormi del solito. La
sua forma mi fa impazzire, così come il suo colore, brillano. È
imbarazzato, ora, non sa che fare. Metto la prima nella marcia.
-
Perché la metti? - E a questo punto sogghigno di nuovo.
-
Così non ci dà fastidio… - Sta per chiedere ‘cosa’ ma si
ferma ed io con la mia espressione da stronzo mi sposto sopra di lui,
sono magro e agile, ci metto pochissimo a salirgli sopra a cavalcioni
e lui con le braccia larghe mi lascia fare, è nel panico ma non ci
pensa a dire e fare nulla. Allora farò tutto io, stai pure
tranquillo lì, tu.
Lo
guardo da questa posizione e spengo la fottuta luce sul soffitto, il
buio ci avvolge, lui mi ringrazia, lo sento, quindi posso prenderlo
in questa penombra, in mezzo alla notte. Prendergli il viso fra le
mani, avvicinare il mio al suo e mormorare sulle labbra schiuse:
-
Non vuoi passare un po’ di tempo piacevole? Qua siamo soli, in un
altro mondo… come se fossimo irraggiungibili dalle fottute regole
che ti ostini a voler vivere. Qua siamo solo io e te ed è una notte
diversa. Possiamo fare quello che vogliamo. Essere quello che
vogliamo. Non ti va di stare bene ed essere onesto con te stesso? -
Cazzo che bravo che sono!
Lui
è sconvolto da quel che gli dico, catturato, ammaliato. So usare la
mia voce, so che se sussurro da di matto. So che gli basta poco.
-
Onesto? - Mormora dopo avermi toccato le labbra.
-
Onesto… -
-
Onesto come? -
-
Onesto come se dovessi toglierti la fottuta pelle che abiti e
arrivare fino alle ossa. - (*) Il mio modo di parlare lo fa
rabbrividire, lo sento. Ed è la maledetta volta buona.
-
Fino alle ossa… - Ripete. Anche lui ha una voce che mi uccide
quando sussurra. È calda e bassa. Mi mordo le labbra, tiro il
piercing e lui finalmente sposta le mani sui miei fianchi, risale
sulla vita e mi tiene. Non me ne andrei mai.
-
Non vuoi scopare con me? Sii onesto… -
Si
avvicina ancora, lentamente, come se volesse torturarmi lui. E quando
con le mani è sotto alla mia maglietta stretta che mi ha alzato
tutta fin sotto le ascelle, mi risponde piano.
-
Voglio fare l’amore. - Eccolo qua. Lui e la sua onestà.
Ed
ora me la tengo.
Sarebbe
la prima volta con dei sentimenti e non so se io sono già al punto
di provarne ma Rob direbbe che le premesse non sono male… e
comunque non potrei mai evitare ora. Mai.
Quindi
lo mollo, mi prendo il collo della maglietta da dietro e lo sfilo
oltre la testa, quindi butto la maglia dietro e abbasso anche lo
schienale del sedile in cui siamo.
Ecco
la mia risposta.
Lui
va giù ma mi prende dietro alla nuca e mi tira con sé.
Penso
che nessuno sia mai arrivato a volermi tanto come lui ora. Ma non il
mio corpo o ciò che rappresento. Vuole proprio me.
Le
labbra si bruciano, quando finiscono sulle sue.
Era
la sensazione che cercavo quando mi facevo male.
Mi
fa impazzire.
La
sua bocca è morbida, si apre subito e mi viene incontro con la
lingua.
Il
cuore comincia a battere come un idiota quando ci intrecciamo,
giochiamo come se ci corteggiassimo.
Ci
scambiamo i sapori e dopo aver ritirato e riaperto, finisce che gli
succhio la lingua.
Lo
frugo alzandogli la maglia, lo faccio col mento e gli prendo i
capezzoli fra le dita, stringo e sussulta.
Arrivo
al collo. Me lo porge. Prendo la giugulare e la mordicchio, succhio e
la mangio un po’, gli verrà un segno assurdo.
Sogghigno
e vado sotto, al posto delle mie dita.
Fortuna
che sono un contorsionista. Gli lecco i capezzoli e lui si inarca,
dopo un po’ si toglie da solo ma maglia larga e lo posso
accarezzare a piene mani. I pettorali, le braccia, i fianchi e poi
giù, la pancia.
È
dolcemente morbido e liscio.
Riesco
a tirarmi indietro sulle sue gambe in modo da abbassargli i
pantaloni, lui punta i piedi ed alza il bacino aiutandomi, quindi con
qualche imprecazione me lo ritrovo nudo.
Non
c’è un enorme spazio ma me lo faccio bastare. Faccio il fottuto
contorsionista ancora una volta, mi infilo fra i suoi piedi nello
spazio millimetrico che mi son creato e mi incastro tutto ma arrivo
al suo cazzo.
Ci
arrivo con la bocca e il suo sospiro mi soddisfa.
Gli
piace almeno quanto piace a me il suo cazzo sul palato, sulla lingua.
È
morbido ma presto si sente come pulsa eccitato. Mi muovo su e giù
con decisione facendo i rumori di risucchio con la bocca. Penso che
gli piaccia, non lo so.
Anzi.
Ne sono certo.
Accompagna
la mia testa con le mani, non può muoversi e la paura che ci
interrompano mi fa preferire di sbrigarci, anche se non vorrei essere
così veloce.
Normalmente
lo sono, normalmente non me ne fotte un cazzo, voglio solo scopare.
Ma ora voglio fare l’amore come lui e mi sta in culo il fatto di
non poter avere un cazzo di letto. Però anche qua va bene, pur di
farlo.
Lo
faccio venire e gli faccio anche vedere di nuovo come si ingoia.
Mi
tiro su e malizioso come un maledetto gli mostro il suo sperma nella
mia bocca, poi mando giù e riapro. Arrossisce, lo vedo anche
all’ombra. E lo bacio prima che muoia. Gli tolgo il fiato, gli
impedisco di scappare, gli faccio sentire un po’ il suo stesso
sapore.
È
fantastico, freme, pulsa tutto, non ne può più.
Vuole
che entri.”
“Oh
Dio non pensavo che lo squallore potesse essere tanto eccitante.
Forse
lui sarà abituato a farlo in certo modi, io no.
Io
anzi non l’ho mai fatto.
Però
non posso farne a meno, voglio andare avanti, voglio farlo fino in
fondo, voglio averlo anche se mi farà male o che cazzo ne so.
Lo
voglio.
E
me ne pentirò, sarà sbagliato, vivrò di merda, ma ora non posso
fermarmi perché non ho mai voluto una persona tanto come ora.
Lo
voglio.
Lo
devo avere.
Deve
essere mio.
Dentro
di me.
Completamente.
Voglio
che venga in me.
-
Chez… - Mormoro andando in tilt, sulle sue labbra. - Vienimi
dentro… - Ecco qua come far impazzire un uomo!
Forse
non so cosa gli dico, credo di accenderlo in un modo che non pensavo
possibile e succede che improvvisamente esce dalla macchina.
Esce?!
Esce!
-
C-Chez? Ho detto qualcosa che… -
-
No cazzo! Ma così non riesco a farlo bene e tu non sei acrobatico!
Dovresti salirmi tu sopra ma… - Poi mi gira brutalmente, sono
stordito e non capisco un cazzo. Ha ancora i pantaloni ma mi mette
tutto storto in modo che col busto stia sul suo sedile e col sedere
sul mio mentre le gambe sono fuori, dove è lui.
-
Sono nudo… - Mi lamento mentre l’eccitazione per un momento
svanisce.
-
Lo vedo! - E con questo si toglie anche lui i vestiti.
Oh
mio Dio ma è matto?
-
Chester siamo fuori… - Sì in tanti sensi…
-
E allora? - ritorna su di me entrando nell’abitacolo, si piega
tutto.
-
Hai il culo all’aria… -
-
Sei geloso? - Mormora malizioso sulle mie labbra.
-
No ma… se viene qualcuno ora… -
-
Non avrebbe una brutta visione! - Ok, meglio sbrigarsi! Se arriva Joe
ci muore su quel culo che scopa il mio!
-
Sbrigati! - Stupito mi morde il labbro, poi chiede maligno.
-
A fare cosa? -
-
Dai che lo sai… - Sospiro, non ce la faccio più. È di nuovo a
toccarmi il cazzo.
-
No… - E con l’altra mano tocca il suo.
Ma
non è molto giusto… lui mi ha fatto un pompino tutto piegato e
solo lui sa come diavolo ha fatto, il minimo è che ricambio.
Così
evito di rispondergli e mi tiro su, lo spingo fuori e lo raddrizzo,
quindi gli prendo i fianchi e me lo porto al viso.
Eccolo
qua eccitato davanti a me.
Lo
vedo, non ha bisogno di essere toccato, sta su da solo.
Lo
vuole parecchio…
Mi
fa venire la tachicardia, lo voglio come fosse chissà cosa.
Apro
la bocca e tiro fuori la lingua, lui muove appena il bacino verso di
me, io riesco così a toccargli la punta del suo cazzo. Appena ce
l’ho sensazioni devastanti mi tornano in mente.
La
salivazione aumenta di brutto e con le dita glielo conduco nella mia
bocca. Lo lecco su tutta la sua lunghezza per poi avvolgerlo di lato.
Poi dall’altro. Mi muovo assaggiandolo in ogni parte finchè…
-
Mettilo bene in bocca… - E me lo ficca dentro.
Non
mi dispiace la sua volgarità, questi suoi modi mi danno alla testa.
Posso
averlo sulla lingua, sul palato, nella bocca, fin giù nella gola.
Spinge, si ritira e torna a spingere, io cerco di tenermelo dentro,
stringo per sentirlo più duro e quando diventa quasi insostenibile
da tanto che è eccitato, mi esce.
-
Ora cos’è che vuoi? - Torna al punto di prima. Arrossisco.
Dannazione…
se non glielo dico non mi molla…
-
Scopami, cazzo! -
-
Proprio quello che pensavo! - Sempre quel suo sorriso stronzo che mi
eccita. Mi spinge di nuovo giù in questo modo assurdo e si accuccia
alzandomi le gambe. Le tiene su da dietro le ginocchia. - Tienile su!
- Ordina. Così eseguo, non ho idea di cosa mi aspetti, ho anche
paura però l’eccitazione per ora vince.
Il
cuore batte così forte che non so cosa pensare, non so più quanto
giusto sia farlo però non posso smettere, Dio perdonami ma non
posso… da domani percorrerò la strada giusta ma ora non posso…
Sento
la sua lingua leccarmi là sotto, poi le mani allargano e può
entrare ancora meglio. La bocca, il viso premuto nel mio… oddio,
ora entra con le dita. Deve essersele bagnate.
L’ha
già fatto una volta, mi ha fatto impazzire.
È
una cosa che… oddio… come fa non so… sta poco ad entrare con
tutto il medio, poi infila anche l’indice. Esce e sputa sopra. È
volgare da morire e mi piace proprio per questo.
Rientra
con le dita e mi piace. Fino in fondo. Fino ad un punto che mi fa
sospirare di piacere.
E
gli piace la mia voce che sospira.
Gira
le dita dentro di me con una facilità pazzesca e non mi fa ancora
male.
Sussulto
quando inserisce il terzo dito, tendo i muscoli ma poi mi lascio
andare quando muove la punta delle dita. Le muove avanti ed indietro,
mi stuzzica in un modo che non pensavo possibile e lo sento dentro
chiaramente. Lo sento.
Che
cazzo mi sta facendo? Mi tengo al sedile e al volante e appoggio i
piedi sul contorno della porta aperta. È forse la posizione migliore
che potevo assumere.
-
Entra ti prego… - Perché so che sarà doloroso ma lo voglio… lo
voglio tutto, non ce la faccio più.
Allora
si alza e mi accontenta.
Mi
cerca con lo sguardo, apro gli occhi, due fessure cariche di piacere.
Piacere
che per un istante si sospende quando entra davvero.
Il
suo cazzo non è enorme, è giusto, eppure mi sembra mi squarci.
Mi
ha preparato bene, penso, dannatamente bene. Che ne so.
Siamo
lubrificati, mi ha allargato a dovere… ed ora vorrei morire un
istante.
Solo
un istante.
Il
tempo di una lacrima.
Che
dolore.
-
Mike? - Mi chiama.
È
la sua voce che mi riporta qua, il suo richiamo, il suo suono.
Amerò
sempre la sua voce, qualunque cosa succederà dopo di questo.
È
così che succede.
È
così che nel muoversi prova un piacere inaudito che mi fa sapere,
credo che sia perché lo stringo forte e lui è eccitato da morire.
Gli
piace.
Geme
davvero intensamente.
Ed
io lo sento mentre si fa strada in me, inizialmente lo sento enorme
ma poi mi abituo ed anche se logicamente so che non è davvero grande
come sembra, stringo forte gli occhi.
-
Parla ancora… - Mormoro tornando ad avvolgermi nel dolore mentre si
muove.
Allora
capisce perché e lo fa. Lo fa e la pace più assurda mai provata in
mezzo al dolore per la prima volta mi invade.
È
possibile che una voce mi faccia un effetto simile?
-
Ti faccio male? -
-
Parla… - non riesco a dire altro.
-
Mi piace come mi stringe il cazzo il tuo buco. - Ecco, che romantico.
Ed
io idiota ad eccitarmi se mi parla così sporco!
-
Parla. - Sospiro nel dirlo.
Si
muove sempre più velocemente.
-
E non sei solo un buco, però mi piace lo stesso come mi inglobi
tutto. Sei così stretto che me lo staccherai… eppure non riesco a
smettere… - si muove più veloce, avanti ed indietro e via via
sempre più in dentro. Gemo.
-
Parla… -
-
E sembra come se il mio cazzo non voglia saperne di uscire dal tuo
culo… vorrei starti dentro a vita. Posso scoparti più forte? - I
mie gemiti gli rispondono e così con la sua voce che mi rilassa ed
il suo cazzo dentro a cui finalmente mi abituo, sento quanto gli
piace. Sento come non riesce più a mettere due parole in fila ma
sospira, gode, gode come non so cosa. E allora questo mi basta.
Mi
basta perché lo sento quando mi penetra così forte ed intensamente
che non resiste, allora penso che lo chiamo e quando lo faccio…
quando lo faccio sento un calore pazzesco dentro di me, in mezzo allo
squarcio che mi ha fatto.
Un
calore liquido e concreto che poi mi sembra mi invada in ogni
particella.
Eccomi
qua… eccolo qua… eccoci qua…
Un’orgasmo.
Il suo. Dopo che ero venuto io nella sua bocca e che aveva ingoiato
dimostrandomi che si può fare.
Ecco
noi fusi per la prima volta.
Dio,
deve essere l’unica.
Fa
che sia l’unica.
Ti
prego.
E’
la cosa più pazzesca che abbia mai fatto.
Ed
io sono finito. Non tornerò più quello di prima.”
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Per
chi non sa...
A
Chester piacciono da sempre i Depeche Mode, è cresciuto ascoltandoli
spesso. Mi è parso sensato che in macchina avesse le loro cassette e
siccome piacciono anche a Mike sarebbe stato ovvio metterli su.
Quello
che dice Chester a Mike è una citazione voluta che ricorda Skin to
bone in Living Things. Penso che l'abbiate riconosciuta tutti.
Quella
volta non c'erano i cellulari di ora, erano scatole enormi che non
ricordavano per niente i cellulari di ora. Oltretutto non era
frequente possederli, non tutti li avevano.
Parliamo,
infatti, del '98 se non anche prima, addirittura!