CAPITOLO XVII:
CONTRO
LA PERSONA SBAGLIATA
“Il
suo messaggio non mi sorprende.
‘Ci
vediamo in studio, puntuale che oggi cantiamo.’
Freddo
e distaccato.
Che
stronzo.
Mi
ha scopato e poi fa come se non fosse successo niente.
Bravo!
Non
dovevo, cazzo!
Spero
proprio di riuscire ad andarmene altrimenti torno in quella cazzo di
macchina e che si fotta. Già, la macchina!
Sempre
che ci sia!
A
questo punto lo chiamo direttamente e quando tira su fa per dire
qualcosa ma lo fermo subito partendo in quarta:
-
E la cazzo di macchina come diavolo facciamo? Non possiamo lasciarla
là, è tutto quello che ho! So che a te non fotte un cazzo ma a me
sì e per questo ho bisogno di te ancora un’ultima volta! -
-
Cosa diavolo vuol dire? - Si riferisce al ‘ancora un’ultima
volta'. Non ti illumino, rimani a roderti il fegato!
-
Che la mia macchina è in quella fottuta strada e giuro che se me
l’hanno inculata ti brucio casa! Altro che vederci in studio! Non
esiste solo la cazzo di musica! Devi venirmi a prendere e riportare
là! -
Sono
arrogante, stronzo e incazzato.
Penso
di mandarlo in bestia.
-
E come cazzo pensi di fare senza benzina? - Sa che non ho un soldo.
Oddio che stronzo! Non posso chiederli a Sam, dobbiamo andarcene da
qua!
-
Venderò il culo al benzinaio! Puoi gentilmente portarmi là o faccio
a piedi? Cazzo, non so dov’è, puoi venire porca puttana? - Il cane
abbaia inquieto e lo fisso in un modo che lo zittisco. Devo essere
allucinato.
-
Arrivo arrivo, sta calmo! -
E
mi dice di stare calmo!
Chiudo
il telefono e faccio per sbatterlo sul muro.
Fanculo!
Mi
fermo perché è la fottuta altra unica cosa che ho. Ma non è che mi
serva, non ho nessuno da chiamare. C’era Mike. Ma Mike è uno
stronzo di merda.
Quando
arriva mi suona, non sale nemmeno.
Ora
lo ammazzo. Prendo un coltello e lo faccio fuori.
Vuole
cantare con me e mi evita già così. Cosa pensa, che sono una
fottuta macchina?
E
ha pure passato la notte da Rob perché si vergognava a stare con me.
Quando
salgo c’è anche il suo amico.
-
Cos’è, non ti fidi a stare solo con me? - Tanto sa tutto, è
inutile fare i riservati.
Mike
alza gli occhi al cielo. LUI ALZA GLI OCCHI AL CIELO!
Lo
ammazzo.
-
La macchina è sua, mi sembra il minimo! -
-
Fermati da un benzinaio che mi prendo la benzina. - Non gli chiederò
mai più un favore fottuto.
E
se me lo offre lo squarto.
Non
voglio niente da lui, nemmeno il cazzo.
Rob
esegue in perfetto silenzio, si sente a disagio ma non me ne potrebbe
fregare di meno.
Quando
arriviamo ad una stazione, scendo sbattendo la porta e Mike mi viene
subito dietro, io mi volto e lo punto col dito con un accanimento che
lo spaventa e si ferma.
-
Mi arrangio! Non venire a fare il fottuto baby sitter! Non la rubo! -
Se ero solo la rubavo ovviamente ma con loro non posso.
-
Chester smettila, so che non hai un soldo, non puoi pagarla. Mi
ridarai tutto. Non è un regalo! - Lo dice come se questo risolvesse
tutto.
-
Oh, visto che non è un regalo dovrei accettare il favore e sentirmi
meglio, no? Fottiti Mike, non voglio niente da te, nemmeno il tuo
cazzo! E per la cronaca appena mi riprendo la macchina me ne vado! -
Torno a dormirci dentro intanto che aspetto di poter trovare un
appartamento. Questa sistemazione era una merda, dovevo dare retta a
Sam.
Faccio
per dirigermi dal benzinaio ma Mike mi segue, la sua voce supera i
decibel massimi consentiti dalla legge. Penso che non sia mai stato
più agitato di così.
-
NON SERVE CHE TE NE VADA! NON FARE LO STUPIDO! PUOI STARE QUANTO
VUOI! -
Mi
volto di nuovo e forse sono posseduto dal diavolo, esita ed ha paura.
Fa bene, ho voglia di picchiarlo.
-
Certo che serve. Serve perché se rimango ti uccido e non voglio
finire in prigione! -
E
di nuovo tento di andare ma non c’è verso. Mi prende la maglia e
mi tira, quindi stringo i pugni e mi volto. Non voglio picchiarlo
davvero ma sta tirando troppo la corda.
-
Chester non fare l’orgoglioso… davvero, voglio che rimani.
Andresti in macchina e non puoi vivere in macchina. -
-
Perché no? Ho la mia dignità! Sam aveva ragione, era una pessima
idea! -
-
Ma perché?! Ti prego, possiamo risolvere, possiamo ancora… - Ha
paura che non riusciamo più a cantare insieme. Bene, doveva pensarci
prima.
-
Perché sono una troia ed allora la troia si procura da vivere come
ha sempre fatto. Facendo la troia! - non è vero, non mi sono mai
venduto davvero. Non mi sono mai prostituito. Però lui ne è
convinto e ieri mi ha trattato così quindi che lo pensi pure, tanto
chi se ne fotte.
Mike
è colpito e ferito, non sa se crederci o no ed in questa sua stupida
esitazione sfuggo da lui.
Entro
dal cazzo di benzinaio e gli compro una tanica di benzina. In cambio
del mio cellulare. E che cazzo dovevo dargli? Tanto è orrendo e non
mi serve, così non sento nemmeno questo stronzo di Mike.
Quando
esco lui è ancora lì, non ha visto niente, non sa come mi sono
procurato la tanica. Gliela rovescerei tutta addosso e gli darei
fuoco. Pensa davvero che gli ho fatto un pompino?
Che
lo pensi, meglio così.
Mi
starà alla larga.
-
Ma Chester mica hai davvero… - Gli passo oltre, è shockato.
-
Andiamo? - Dico duro e freddo.
Io
con lui ho chiuso, non me ne frega un cazzo.
Non
può scoparmi e poi farmi sentire come una troia. Se non vuoi niente
da me non ti prendi niente, non solo quello che ti fa comodo.
Non
riesci a resistermi?
Che
stronzate sono queste?
Salgo
in macchina ed aspetto che torni, Rob è davvero in difficoltà,
vorrebbe essere altrove. Non dirlo a me.
Vorrei
non essere nemmeno nato!
Quando
torna è ancora più preoccupato.
-
Non dovevi vendergli il cellulare! - Deve essere entrato, poi ci
penso e mi fermo.
-
Cos’è gli hai chiesto se gli ho fatto un pompino? - Non riesco ad
immaginarlo. Rob si gira esterrefatto, io non ci crederei mai nemmeno
se lo vedessi ma sarebbe spassoso.
Mike
diventa di mille colori, la prima nota positiva. Ora per rilassarmi
lo torturerò! Ecco come risolvo questa situazione di merda!
Lo
torturo!
Farò
lo stronzo come so fare io, girerò tutti i coltelli che ho, così
potrò cantare con lui senza sentirmi una fottuta merda del cazzo.
È
questo che vuole?
Cantare
con me e basta?
Bene,
gli darò questo.
E
gliene farò pentire. Perché non avrà niente altro mai più. Gli
farò vedere tutto quello che si è perso e non glielo farò mai
avere.
Non
doveva tirare la corda con me.
Ha
sbagliato completamente persona.
Voleva
conoscermi meglio?
Sette
giorni sono pochi?
Una
vita di torture ti faranno pentire di questo desiderio.
-
No ho solo visto che stava guardando il tuo cellulare… volevo
riprenderlo e pagare la benzina ma pensavo che me l’avresti tirato
in testa. - Dice con tenerezza.
Che
si fotta.
Osa
pure essere tenero. Si sente colpevole. Forse sa vagamente che ho un
orgoglio.
-
Bene. È esattamente quello che avrei fatto. Ora se sua maestà è
soddisfatta, posso riprendermi la macchina? - Acido e stronzo. Sono
bravo in questo.
Ripartiamo
in perfetto silenzio, lui avanti, io dietro e Rob che non sa che
pesci prendere.
Non
doveva stuzzicarmi.
Se
ne pentirà amaramente.
Vuole
la mia voce? È tutto ciò che avrà.
Che
vada al diavolo lui e le sue fottute promesse di merda.
‘ti
farò stare bene, risolverò tutto, farò in modo che staremo tutti
bene, troverò una soluzione!’
Ma
che si inculi, ecco la soluzione.
Al
diavolo davvero, Mike.”
“Il
problema è: ma si sarebbe prostituito se fosse stato solo? O magari
avrebbe fatto altro?
Che
ne so, magari avrebbe rubato.
Però
poi la questione diventa subito un’altra.
A
parte che non so più come contattarlo e rintracciarlo.
Ma
riusciremo a cantare insieme?
Questo
quesito mi terrorizza perché Rob sembra profetico improvvisamente.
Cioè…
e se la strada che pensavo fosse giusta invece è proprio quella
sbagliata?
L’ho
ferito… ma non può essere innamorato di me. Magari è vicino.
Dio,
non capisco più niente.
Se
ho sbagliato cosa dovrei fare?
E
poi non voglio che se ne vada a vivere in macchina, che stupido che
è!
Ci
devo parlare seriamente.
In
studio non c’è di certo occasione, spero che vada bene perché
siamo noi che dobbiamo cantare e se non ci riusciamo più?
Come
faccio?
Dio
ti prego fa che vada tutto bene.
In
realtà poi i pezzi sono piuttosto definiti, non ci sono molte volte
in cui dobbiamo effettivamente sovrapporci.
Andiamo
uno per volta al microfono, io faccio i miei pezzi poi lui viene e fa
i suoi.
Risento.
Non mi piaccio, rifaccio le mie parti. Mi sento. Non mi piaccio e
rifaccio. Vado avanti così un sacco a perfezionare di continuo fino
a che Brad mi convince che va bene e di vedere anche le parti di
Chester.
Lo
guardo, un attimo di panico. Cosa faccio ora?
Bè,
intanto lo risento. Lui fa come se non ci fosse, ovvero se non ci
fossi io. Anzi, come se io non fossi io ma uno qualunque. Mi ignora.
Bè, meglio così.
Credo.
Lo
risento e vorrei fargli rifare qualcosa ma…
-
Senti, se devo rifarlo dillo, non fare il coglione. - Boccheggio.
-
O-ok… - non me lo aspettavo ma tanto vale che approfitti.
Forse
è più professionale di quel che pensassi, no?
Bene,
mi piace così.
Riesce
a staccare la vita privata dal lavoro. Un punto importante a suo
favore. Non ci contavo però meglio così.
Quando
va al di là e lo faccio rifare tutto sparisce, anche gli altri.
Cioè
letteralmente.
Andiamo
avanti per molto, lui a cantare io a dirgli se può farlo
diversamente che non mi convince.
Non
si scoccia, rifà senza problemi.
Dio,
c’è qualcosa che non mi convince, non riesco proprio a capire di
cosa si tratti.
Mi
mordo il labbro, mi tormento le dita, la faccia, i vestiti… sono un
anima in pena e lui è lì più paziente che mai che aspetta che mi
venga un illuminazione e che mi vada bene.
-
Cosa c’è che non ti convince di preciso? - Mi chiede dall’altra
parte del vetro.
Sospiro
dimenticandomi tutto quello che c’è stato fra noi.
-
Non so… il modo… cioè… la tua voce è ok, il tono è ok, tutto
è ok però… c’è un modo che non riesco a catturare… ce l’ho
nella testa e non riesco a… -
-
Fammelo tu… - Arrossisco.
-
Non sono bravo come te, poi fra l’altro odio cantare per questo
rappo e basta. - Lui fa uno strano sorriso, torno ad imbarazzarmi.
-
Dai, vieni. Non ti mangio. - Potrebbe mentire e divorarmi, ma almeno
finiamo questa canzone. Dobbiamo.
Quando
gli sono davanti torna tutto. La notte di sesso, il litigio, la mia
promessa che non so proprio come mantenere, di nuovo il litigio.
Boh.
Cosa
devo fare con lui?
-
Allora? - Sembra mansueto, come se non fosse successo niente. Eppure
stanotte mi stava scopando in un modo… Dio, in quel momento la sua
voce era… non so… è quello che vorrei riprodurre ma non so come
fare… cosa dirgli…
-
E’ come… -
-
Prova a farlo. - Divento viola.
-
No non sono capace. - Ridacchia. Non so se ha capito cosa voglio ma
comunque devo farglielo fare.
-
Ecco… forse dovresti tipo… sussurrare… ma più… più come se
facessi dei gemiti… cioè non proprio gemiti però più o meno…
insomma… qualcosa di strascicato e… - non so in che altro modo
spiegarmi.
Allora
si accende di tutta quella sua malizia famosa e per un momento è
come se facessimo pace.
Come
se tutto fosse a posto, se non avessimo mai litigato, se non se ne
andrà, se… se stessimo insieme.
Prende
fiato e prova al microfono, non stiamo registrando perché siamo solo
io e lui ed io sono qua, però prova a vedere se ha capito.
Mi
fissa. Non sono molto lontano ma nemmeno troppo vicino però è come
se fossi attaccato.
Prende
fiato e geme.
Però
non canta i versi della canzone.
Dice
altre cose musicandole appena con le note della canzone. Non canta
proprio ma più o meno. Insomma, non so come fa. Mi ricorda vagamente
stanotte, quando per stare meglio lo facevo parlare.
Dio,
amo la sua voce.
È
esattamente quello che intendevo.
-
E’ questo che ti piace? Sentire quando uso la voce in questo modo?
- Sembra davvero stia spingendo dentro di me, che mi stia possedendo
come stanotte. E quando vedo che fa i movimenti di bacino sgrano gli
occhi imbarazzatissimo.
No
non farlo, non ce la faccio…
Mi
volto improvviso, non posso guardarlo.
-
Sì così! Rifallo con la canzone che ti registro. Proviamo questo
pezzo. -
Sfuggo
a gambe levate, lui ride. Mi uccide, mi tortura, lo sa che mi piace e
che cerco di trattenermi.
A
che gioco sta giocando?
Quando
sono al mixer preparo tutto e gli faccio il segno di partire, faccio
andare la canzone fino a quel punto e gli do l’ok.
Lui
lo fa ed è perfetto. È esattamente quello che volevo. Dio, sì, era
esattamente quello che speravo.
È
perfetto.
Ed
è da orgasmo.
Allunga
i gemiti. Cioè i vocalizzi. Ne fa più di quelli che doveva. E
sembrano onirici quasi.
Chiudo
gli occhi e mi succhio il labbro.
Non
dovevo.
Perché?
Mi
fa un effetto devastante.
No
Mike.
Poi
smette, la canzone va avanti, si ferma, la sa a memoria. Le altre
parti vanno bene. Cerco di rimanere concentrato, gli occhi sempre
chiusi, le dita sul mixer per fare il mio lavoro e vedere se va
modificato qualcos’altro ma nella mente ancora i suoi vocalizzi.
La
canzone finisce, la trovo perfetta. Non riesco a riaprire gli occhi.
Sono eccitato.
Non
dovevo.
Cioè
la canzone sarà fantastica ma io ora come lo guardo in faccia
ancora?
Se
ne accorge, ne sono certo, lui è Chester sa già tutto.
Sento
la porta della saletta dov’era aprirsi e chiudersi. Sarà qua. Non
apro gli occhi, non mi muovo, rimango con le dita sul mixer,
appoggiato sopra. Aspetto di riprendermi. Sono anche vagamente
terrorizzato che mi tocchi.
Però
lo vorrei.
Ma
non va bene, non saprei respingerlo ed è quello che dovrei fare.
Se
mi aiutasse, una buona volta.
La
sua bocca sul mio orecchio.
E
la sua voce di nuovo che geme.
Sì,
grazie.
No,
Mike, così non puoi alzarti, si noterà l’erezione.
Geme.
-
Ti piace se faccio così? È per questo che mi facevi parlare mentre
ti sbattevo… - Continua a parlare strascicando la voce. Che
maledetto.
Non
dico niente, non serve.
Però
se mi toccasse in mezzo alle gambe mi farebbe un favore.
Normalmente
lo farebbe.
Lo
farà?
Non
so cosa sperare.
Si
che lo voglio però sarebbe traumatico.
O
forse sarebbe peggio se non lo facesse.
E
così infatti è.
Quando
mi aspetto la sua mano in mezzo alle mie gambe, mi lecca l’orecchio
e si ritira.
-
Andiamo? Il tempo a disposizione è finito! - Ecco qua.
Cosa
significa questo? Cosa cazzo significa?
Perché
non mi salta addosso?
Mi
volto stordito e lo guardo. Ha la peggiore espressione che gli abbia
mai visto.
Cosa
devo fare ora?
Mi
fisso l’inguine, fortuna che i pantaloni sono larghi.
Lui
ride. Ride come uno stronzo.
Ed
esce.
Semplicemente.
Dio,
cosa diavolo sta succedendo?”
___________________________________________________
Per
chi non sa...
Posto
che una volta avere o meno il cellulare non era così importante e
soprattutto stare senza non era una tragedia perchè lo si usava poco
e niente, spero sia chiaro a tutti che Chester non si è mai
prostituito. Ho accennato a qualche furto, dubito fosse mai arrivato
a tanto ma siccome si sa che aveva grossi problemi di soldi all'epoca
tanto da vivere in macchina per un periodo, penso che qualche
furbizia per prendersi o fare certe cose, l'usasse. Non lo so. Però
dico che non sarebbe così assurdo visti i grossi problemi economici
che aveva.
La
canzone che registrano in studio ed i famosi gemiti fanno davvero
parte del demo in questione, il primo registrato, al momento mi
sfugge il nome ma non fatemi ascoltare tutte le 500 canzoni dei LP
che ho per saperlo. L'avrete capito da soli di quale si tratta, no?
Ogni volta che lo sento gemere là mi fa morire. Mike deve essersi
sentito anche peggio!