CAPITOLO XVIII:
UN BUON RAPPORTO
 
A casa Sam ha finito il turno del mattino e nella pausa sfoglia una rivista immobiliare.
Lo capisco immediatamente e nonostante rientro con Mike lo ignoro completamente fiondandomi ad abbracciarla da dietro, le palpeggio anche le tette, cosa che faccio sempre come antistress, e la riempio di baci con eccessivo entusiasmo. Che non provo davvero. Ma Mike deve pensarlo e lo pensa agghiacciato all’ingresso a guardare la scena. Sicuramente la vede come raccapricciante.
- Ti ha dato l’anticipo? È un santo il tuo capo! -
- Sì, con la mia rinuncia a tutti gli straordinari per un mese… e varie moine... -
- Sei la migliore, tesoro! - Rispondo ridendo. Che abbia fatto un pompino al suo capo non mi fa né caldo né freddo ma non potevo evitare di fingere tanto bene.
Mike allora si intromette capendo cosa succede, è paonazzo ma non per l’imbarazzo ma per quanto ci è rimasto male!
Che goduria. Non mi stacco da lei ma lo fisso con aria interrogativa, come a dire ‘bè che cazzo vuoi?’
- Guardate che non mi date fastidio potete restare quanto volete, davvero. - Sam risponderebbe ‘così te lo puoi scopare quanto vuoi?’ però l’anticipo tirandomi su, mi stiracchio.
- Grazie ma comunque la prospettiva di andarcene c’era da subito, ce la facciamo prima di quel che pensassimo. -
- Qua c’è un posto interessante, viene pochissimo… - Fa Sam ignorando completamente Mike che, senza parole, non sa proprio che cazzo dire. Meglio.
Mi siedo con lei e leggo, allora lui interviene:
- E’ in una pessima zona, ci credo che costa così poco. Sarà una stanza con un bagno e forse un gas col lavandino… sarà vecchio, cadente e vicino a tossici e… -
- Non ho nulla contro i tossici, li capisco bene! E casa nostra era proprio così, quindi non sono problemi! - Lo demolisco con una facilità incredibile mentre dico a Sam di chiamare.
- Sì dammi il cellulare. - Cazzo dimenticavo che ne abbiamo uno in due!
Fanculo!
- L’ho venduto per la benzina… - Lei mi fissa come per uccidermi.
- E non potevi succhiargli il cazzo o rubarla?! - Non l'ho mai fatto ma Mike sgrana gli occhi sconvolto, questo è troppo pulito. Lei sbuffa e si alza.
- Non vedo l’ora di andarmene! - Poi in soggiorno urla sgraziata: - Mike, posso usare il tuo telefono di casa? -
- Sì fa pure… - La voce gli esce a stento, forse è in fase di decomposizione.
Quanto godo cazzo!
Rimaniamo in cucina io e lui e ci fissiamo. E' ancora sotto shock e ridacchio seduto al tavolo. Più soddisfatto non potrei essere!
- Allora, farai una festa perché sloggiamo? - Dico provocante.
Scuote la testa, non ha voglia di scherzare quindi sentendo Sam parlare di là chiude la porta per non disturbarla. O farsi sentire.
Poi mi si siede accanto, è estremamente serio e mi stupisce. Anzi. Penso che stia per sconvolgermi.
Cosa sta per fare.
Ha una faccia da funerale, mi sposta la sedia in modo da infilarmi fra le sue gambe aperte. Fortuna che siamo vestiti.
Guardo la posizione incastrata, poi con le mani sulle cosce dice piano e con ferma addolorata convinzione.
- Non voglio che sia così Chester. Non ho fatto tutto questo per arrivare già ora a questo punto. Non voglio che tutto si rovini ancora prima di aver rafforzato il rapporto. Volevo qualcosa di bello, duraturo, sicuro… non qualcosa di fragile, rischioso e pericolante. Per questo ho voluto troncare tutta la storia del sesso e… ed il resto… - Non sa nemmeno cosa sta dicendo. Il resto cosa? Mi indurisco come un muro di cemento armato. - Non voglio che ci facciamo la lotta, voglio che troviamo un punto d’incontro, che vada tutto bene… Chester. Non voglio che tu cerchi mille modi più uno per ferirmi e farmela pagare. So che ti ho ferito mortalmente, ma proviamo a risolvere come le persone civili e a trovare un punto d’incontro? Cerchiamo di costruire comunque un buon rapporto. - Vorrei buttarlo fuori dalla finestra e poi raggiungerlo perché lo odio come non mai eppure mi scioglie, mi disintegra, mi fa a pezzi. E mi piace. Lo trovo… cazzo, fantastico. Ma lo odio.
- Non c’è un fottuto punto d’incontro, vogliamo cose diverse, siamo diversi. I tuoi capelli non ti hanno avvicinato a me, non ti stanno bene e questo dimostra che non puoi fare un cazzo per avvicinarti a me. Siamo due alieni proveniente da mondi diversi. Ficcatelo in testa! Ci abbiamo provato, non è andata. Ora ognuno farà a modo suo! Non si può rimediare. Non esiste un cazzo di un cazzo! - Lo dico velenoso fra i denti, dimostrando tutto il fottuto disprezzo che provo. Lui ne rimane ferito, così ferito che gli vengono gli occhi lucidi, vorrebbe piangere ma si trattiene, è nel panico, non sa cosa fare. Bene. Non fare niente.
Ti torturerò per sempre.
Ma a questo punto contro ogni fottuta maledetta previsione mi prende il viso fra le mani e, nel pericolo più assurdo perché di là c'è Sam, mi bacia.
Cazzo, mi bacia davvero!
Ma cosa gli salta in mente?
E che diavolo di risposta è?
Cosa diavolo devo pensare?
Insomma… mi sto rompendo il cazzo. O vuoi o non vuoi!
Mi si sta dando? Mi sta dicendo che pur di non allontanarsi ancora di me, pur di non far crescere questa maledetta spaccatura farebbe l’amante andando contro sé stesso e ciò in cui crede?
Mi separo io e lui non ci può credere, poi con la rabbia che monta ancora perché mi sento di nuovo una puttana in svendita, ringhio schifato:
- Se questo è un tentativo di farmi fare quel cazzo che vuoi fottiti Mike, faccio la puttana quando mi pare e con te non voglio! -
Perché con te ci sono dei sentimenti maledetti. È la cosa peggiore che poteva capitarmi.
Mike mi riprende il viso e questa volta usa la forza, non torna a baciarmi ma mi fissa da vicino, mi soffoca perché vorrei solo perdermi ma l’idea che mi stia usando per i suoi progetti di merda mi uccide.
- Non è così! Non sono quel tipo di uomo e non mi conosci, quindi non puoi saperlo. Certo, conta tanto la musica però conta di più il rapporto umano che ho con gli altri. Tengo alle persone che mi circondano e tu ora, che ci piaccia o meno, fai parte della mia vita. E voglio che tutti quelli che ci entrano, ci stiano bene, siano felici. Voglio stare bene con tutti e voglio stare bene anche con te. Ma non perché sei il mio cantante, perché ormai sei parte della mia vita e sarà così per sempre. - Non so da cosa scaturisca questa certezza.
Potrebbe essere tutto una merda, i discografici chiuderci le porte e la carriera mai partire. Cosa diavolo dice?
Però se fosse vero sarebbe un passo. Sarebbe qualcosa.
Potrei accontentarmi delle briciole anche se cerco di amarmi più di così.
Ogni volta ci ricado perché sono autolesionista.
Però mi piace fingere di essere un re anche se in realtà mi sento più uno schiavo.
- Ma non mi basta, Mike. Non può bastarmi. Anche se fosse vero quello che dici… io mi sto innamorando di te, queste cose mi fanno solo male! Devi lasciarmi andare! Devi lasciare che ti odi e ti disprezzi per un po’ così poi riuscirò a sopportarti. Non me ne andrò, se questa cosa della musica andrà bene rimarrò anche tutta la vita, però non posso alle tue condizioni. Perché sarei falso e non lo sono mai stato, non ne sono fottutamente capace. Non chiedermi di instaurare un bel rapporto con te su una base di amicizia. Perché io mi sto innamorando, non voglio l’amicizia, voglio tutto di te. Non solo il corpo, anche l’anima. Tutto. Quindi o mi dai tutto o ti lasci odiare! -
Lo sconvolgo.
Lo sconvolgo al punto che mi lascia e non sa proprio cosa dire.
Ecco, appunto. Avevo ragione.
Lui non prova niente per me, vuole essermi amico. Prova attrazione fisica perché magari è gay e quindi gli piace le cose che gli faccio, è la prima volta che gliele fanno… però non è me. Se fosse per me manderebbe tutto a puttane.
O magari lui è veramente diverso come dice e non riesce a lasciarsi andare anche se è la cosa più forte che vuole.
No, non ci credo. Se lo volesse lo farebbe, non esiste altro.
Mi alzo e sguscio via verso la porta.
Non esistono se e ma. Non esistono vie di mezzo.
O si ama o si odia. Non entrambi, non un po’ di uno ed un po’ di un altro.
Peccato che proprio quando sto per aprire la porta ed andarmene, lui mi arriva dietro, non mi tocca però infila la mano nel mio fianco, raggiunge la porta, la spinge e poi sulla chiave gira e la toglie.
E questo cosa dovrebbe essere?
Come se Sam fosse idiota e non sapesse… bè, ma Sam ormai sa in effetti… non cambia molto.
Ma cosa diavolo….
Cercando di capirlo sto fermo. Non farò niente. Non farò assolutamente niente, questa volta. Vediamo dove vuole arrivare.
Gli do le spalle ed aspetto un’altra sua mossa.”
 
Cosa diavolo mi salta in mente?
Cosa cazzo penso di fare?
Stava andando e l’ho chiuso a chiave in cucina con me.
Dobbiamo risolvere in qualche modo, dobbiamo risolvere davvero.
Ma come?
Non lo so, Dio non lo so. Però non posso lasciare tutto così.
Si sta innamorando di me, me l’ha detto ed io… io cosa intendo fare?
Vuole che mi faccia odiare per poter andare d’accordo. Non ha senso, cosa diavolo dice?
E poi io non voglio farmi odiare. Non voglio che mi odi, dannazione.
Voglio che sia tutto perfetto.
Perché non può essere perfetto?
Siamo chiusi in cucina insieme.
Il cuore batte.
È impazzito.
Chester non si volta.
Non sento niente, mi batte negli orecchi, mi annebbia la vista. Concentro lo sguardo sulla sua nuca. Sta lì e non si muove.
Vuole che faccia io.
Muoviti.
No, non farà nulla.
Bene.
Cazzo, sto male, il cuore mi uscirà.
Magari mi sente.
Come può battere a questi livelli?
Sto per avere un infarto.
Perché mi fa questo effetto?
Lo volto con esitazione, sudo come un disgraziato, tremo.
Lui si appoggia alla porta chiusa, mi fissa con aria di sfida.
Dannazione.
Dannazione, ha uno sguardo che mi buca.
Aria, mi serve aria.
Come faccio a fargli capire che non sono uno stronzo come lui pensa? Che non posso farmi odiare? Che sono sincero in tutto quello che dico?
Gli prendo la mano e senza pensarci, come non ho pensato quando ho chiuso la porta a chiave, me la metto sul collo, le dita sulla giugulare che batte a folle velocità.
È stupito.
- Lo senti? - Non capisce. Mi guarda smarrito. Allora metto la mano sulla sua e stringo fin quasi a strozzarmi, poi con forza, ansia, agitazione, isteria quasi… un livello assurdo che sale di continuo, sussurro tremante, mettendo forza su ogni parola. Come se fossi fuori di me: - Lo capisci o no che sono sincero? Che mi importa davvero? Che ci tengo veramente a te, a questo rapporto, al fatto che sia duraturo, buono e solido? Come cazzo te lo devo far capire? Io non lo so… io non so davvero. - Tremo di più, la voce è incrinata, mi bruciano gli occhi. Li chiudo, non reggo più il suo sguardo ma non mi muovo.
- Io non so perché sono così sessualmente attratto da te… Dio, mi farei fare di tutto… e voglio farti di tutto… anche ora… cosa darei per scoparti… oddio Chester, tu non capisci… - Sto per piangere, se non mi crede non so cosa fare. Lascio la sua mano che non si muove dal mio collo, le mie scendono sul suo torace, sulla sua vita sottile, sotto la maglia attillata, la sua pelle liscia, osseo e magro. Brucio e fremo solo così. Appoggio la fronte alla sua guancia, sto per svenire, mi tremano le ginocchia. Lo voglio ad un livello che lui non immagina.
- E ti conosco da una settimana, Chester. E vorrei solo inginocchiarmi e aprirti i pantaloni e farti un pompino! - non avvampo nemmeno per la mia stessa volgarità. Non so cosa sto dicendo, cosa sto facendo.
Non lo so proprio.
Però continuo, non posso fermarmi.
- Però non è solo questo. Non sei solo tu, sesso e corpo. In una settimana c’è qualcosa di te che mi attira che non ti so dire. C’è una parte di te che mi fa impazzire, che mi manda fuori di testa, mi toglie il controllo… mi trasforma in un’altra persona. E non so un cazzo di te, non ti conosco, non so qual è la tua vita, chi sei veramente. Come posso dire cosa provo? Cosa mi attira tanto?
So che è sesso e qualcos altro.
Cosa? Non lo so. Ma è poco. Poco per poterlo dire, sette dannatissimi giorni. È sbagliato voler andarci piano, conoscerci meglio, buttare delle buone solide basi ed intanto instaurare un buon rapporto comunque? Un rapporto che qualunque cosa sarà in futuro dopo che ci saremo capiti e conosciuti bene, potremmo comunque vivere o rifiutare ma che non guasterà niente fra noi?
È così sbagliato volere questo? -
Apro gli occhi, muovo una mano dal suo fianco e risalgo sul suo viso, è sconvolto ed io forse sto piangendo, forse no, non lo so.
Gli metto due dita sulle labbra, sul piercing.
- E Chester. Sono perdutamente innamorato della tua voce. Non mi era mai successo con nessuno. Non voglio mai separarmi dalla tua voce. Mai. - Poi sposto la mano sul lato del viso, sulla sua guancia, per poter mettere le mia bocca sulla sua. Fermo così. Fronte contro fronte.
I respiri che si confondono.
- Aiutami tu Chester. Perché non so cosa provo ma so che qualcosa lo provo ed è fortissimo e non andrà via, potrà solo crescere. Ed anche se penso che sia sbagliato non posso soffocarlo. Solo che non posso odiarti e non voglio che mi odi. Aiutami a creare un rapporto che possa durare per sempre. Ti prego. È la cosa a cui tengo di più ora come ora. E sono pazzo perché ti conosco solo da una settimana e sono ad implorarti in questo stato. Dio, com’è possibile? -
Sono convinto che sia pazzesco, che non può essere eppure sono qua a tremare su di lui e a sperare che non se ne vada, che non mandi tutto a quel paese e che le cose si sistemino.
Sono qua a sperarlo fortemente.
Ho una dannata paura che vada tutto a puttane e questa volta non voglio.
Alla fine si decide.
Passa una vita.
Mi prende le mani. Oddio, pensavo non l’avrebbe mai fatto. Le alza fra noi, se le porta al petto e le stringe convulsamente, poi chiude forte gli occhi, sembra stia per scoppiare a piangere, od urlare, od entrambi.
Non so cosa prova. Non lo so proprio. Però spero che non mi odi. Non voglio che mi odi.
Siamo ancora bocca contro bocca, fronte contro fronte. Scivola sul mio viso, la guancia per arrivare sull’orecchio. Mi fa rabbrividire. Mi fa morire. Vorrei che mi prendesse, che mi facesse di tutto, ho i brividi persino nei capelli. Ed invece di allontanarmi mi attacco a lui completamente, come se ne dipendessi.
- Non potrò mai odiarti e se tu non vuoi che ti odi non potrò mai farlo. Perché non è l’odio che voglio darti. Però se tu non scenderai a compromessi non so proprio come potremo fare per far andare bene questo rapporto. Però credimi Mike. Sei la prima cosa veramente bella della mia vita. E mi è bastato un giorno per capirlo. Non so come cazzo fare. Non so proprio come cazzo fare quello che dici. Però io lo so già cosa provo. E mi è bastato un secondo, quello di guardarti in quei cazzo di occhi, sette giorni fa. E sapevo che saresti stato importante. -
Sospiro senza saper cosa dire. Cosa dico? Cosa faccio?
- Non lo so neanche io come fare… proviamo… proviamo a ricominciare da zero? Come faremmo per instaurare un rapporto normale e buono se non ci fossimo già incontrati prima e non avessimo passato tutto questo? Proviamo a tornare da capo? Come faremmo? - Non lo so, non lo so… anche perché vorrei solo abbandonarmi a tutto questo ma di là c’è sua moglie ed anche se l’ho chiusa a chiave non la posso cancellare, no?
Non posso. Lei ci sarà sempre.
E Dio mi chiede almeno una vita onesta. Non di amare chi dice lui, ma almeno una vita onesta.
È tutto quello che mi chiede.
E Sam c’è, non la posso cancellare.
Quindi come farei per instaurare un buon rapporto con lui se lo conoscessi ora?
Ci separiamo, è la cosa più difficile che potessimo fare.
Forse non ci toccheremo più, forse sono solo un illuso.
Ho gli occhi che mi bruciano, sto per scoppiare, voglio piangere e non so nemmeno perché. Ed il cuore non ha smesso di battere.
Ci guardiamo, siamo entrambi allucinati, vorremmo baciarci, fare l’amore e mandare tutto al diavolo. Vorremmo.
Ma sappiamo che non possiamo, se vogliamo risolvere tutto questo in qualche modo.
Perché ha ragione, dannazione.
Siamo troppo diversi. In tutto. E lo saremo sempre.
Ma più che altro vogliamo cose diverse.
No?
Non è così?
- Allora comincia col farmi andare via da questa casa, perché se ci rimango un secondo di più non avrò la forza di guardarti come un amico e basta. -
E poi non lo so cosa sarà, se basterà, se funzionerà o se ce la faremo.
Però questa è l’unica cosa che posso tentare ora.
Lui prende le chiavi, apre la porta e dopo avermi dato uno sguardo significativo e stranissimo che non so proprio definire, esce.
Dio che male che fa, qualunque cosa sia.
E la voce di Sam che chiede se abbiamo finito.
No, lei ci sarà sempre. Che mi piaccia o no.
E quindi questa è l’unica soluzione, perché non voglio chiudere con lui, voglio solo poterlo guardare ancora negli occhi. Per sempre. Fino alla fine dei nostri giorni.
Che Dio mi aiuti.”