CAPITOLO II:
LECCA LECCA
 
 
Esco e sbatto la porta della macchina, la lascio lì e la mando a cagare fra urla da pazzi. Mi prendo il cane e la mia stupida borsa con le mie stupide quattro cose da perdente ed entro nel palazzo.
Che stia là la stronza se non le piace la sistemazione!
Fanculo, quella troia!
Solo perché sa che ho avuto storie con uomini ora pensa che io voglia andare da Mike per questo. Ok, è anche per questo, ma se c’è lei come pensa che possa saltargli addosso? È proprio un’idiota!
Meglio per me se sta in macchina!
Fanculo!
Che vada a cercarsi un lavoro, se non crede in questo progetto!
Quando suono al campanello, mi apre un arruffato Mike, è sporco, sudato e trafelato.
In due parole: da stupro.
Mi mordo il labbro col piercing, me lo tiro fin quasi a sangue e lui riconoscendomi sorride teso.
- Già qua? Ti aspettavo dopo! È ancora tutto un casino, stavo sistemando la tua camera… la… la usavo come studio ed è un cesso… ma ho quasi finito, vieni! - Si fa da parte e mi fa entrare, poi guarda dietro e nel non vedere nessuno chiede allibito: - E Samantah? -
Ecco che il nervoso monta di nuovo. Metto giù il cane ancora senza nome e gli rispondo secco.
- A fanculo! È in macchina, non intende salire e accettare la carità! - Evito di dirgli che è convinta io voglia provarci con lui, quindi stupito rimane un attimo a pensarci.
- Posso… posso fare qualcosa? Magari scendo a parlarle… - Non è convinto, non la conosce, non vuole intromettersi ed io scrollo le spalle scacciando quella stronza con un gesto.
- Tanto non rimarrà lì a lungo… quando avrà fame salirà! -
Mike è lì lì per chiedermi se abbia soldi, me lo sento. La risposta è no ma siamo abituati a fare la fame… gli evito l’imbarazzo e cambio subito discorso.
- Allora questa camera? - Mike si riscuote e si avvia verso una delle stanze. Una è il bagno, l’altra sarà la sua. Poi c’è il soggiorno e la cucina. Un appartamento nella media pieno di cose orientali ed indiane. Un capolavoro d’arredamento.
Ci sono scatole e sacchi ovunque.
- Ma era una discarica? - Commento ironico, lui ride.
- Più o meno… ho… ho quasi finito… ci sono ancora un po’ di cose. - Quando entro vedo quelle ‘alcune cose’ e rimango di sasso.
- Disegni? - Sulle pareti ci sono moltissimi fogli senza vetri. Sono fogli pieni di disegni, alcuni colorati altri in bianco e nero. Sono tutti in stile fumetto, ma sono molto belli. Alcuni grotteschi, spesso ci sono dei teschi… ha uno stile ben preciso. Mi perdo a guardarli con la bocca stupidamente aperta, parla ma non so cosa sta dicendo, poi mi volto indicandone uno preciso.
- Questo che cazzo sarebbe? - Il mio solito tatto. La testa è un teschio ma il corpo non si capisce se sia maschio o femmina… cioè potrebbe essere entrambi…
Lui arrossisce e non so se è per il disegno o perché si imbarazza di questa sua passione. A volte succede.
Non mi sembra tipo da vergognarsi dei propri hobby comunque.
- E’ un asessuato. - Risponde piano.
Torno a fissarlo, sono colpito.
- Che scelta strana. - Commento.
- Davvero? - vuole saperne qualcosa ma si vergogna, oddio gli abbasserei i pantaloni… mi fa impazzire!
- Sì… insomma, hai fatto dei soggetti abbastanza definiti, questo è l’unico che non lo è… è fuori dagli schemi… e poi sembra recente… perché l’hai disegnato? - lo so bene perché. Posso giocarmi la fottuta testa che l’ha fatto stanotte dopo avermi incontrato.
Lui a questo punto avvampa in modo davvero vistoso e mentre guarda il disegno, vergognandosi comunque, io guardo lui. Tossisce e poi alla fine risponde.
- Pensavo a te… l’ho fatto stanotte… -
Torno a guardarlo di scatto, non l’avevo notato ma in effetti sono i vestiti che avevo ieri. Solo che non essendo colorati non ho fatto subito caso.
- Scusa non intendevo essere… - Poteva anche non rispondere se non voleva farmelo sapere. O forse è di quelli che non sa non dire la verità?
Ridacchio orgoglioso d’averlo colpito tanto, torno a guardarlo e mi avvicino, lo metto a disagio, vorrebbe morire ed io godo come un bastardo.
- E’ bello, mi piace! Mi rappresenta bene! -
Sospira di sollievo e allora mi guarda anche lui, però attacca a parlare del disegno buttando fuori la tensione. È una macchina.
- Io disegno teschi perché rappresentano un modo per buttare giù le maschere, tutti ne hanno ma sotto la carne siamo uguali, ossa. I teschi rappresentano la verità di ognuno. Tu ieri mi hai colpito, non so bene come e perché… ti ho rappresentato asessuato perché guardandoti sembri sia uomo che donna ma non nel senso che sei effemminato… solo che, boh, forse come ti vesti o come ti comporti certe volte… o che sei provocante ed allora… bè, mi sei uscito così… non riesco a definirti e quindi ti ho rappresentato come un asessuato ma tu… tu non ti sei offeso? - Termina con una voce sottile. Non mi sembra uno spaventato dal mondo, devo essere io che gli faccio quest’effetto.
Non ho certo problemi a rispondergli con un ghigno dei miei.
- Offeso?! No cazzo, sono fiero di averti colpito tanto! È il disegno che si nota di più! E poi… bè, in realtà volevi solo rappresentare la mia bisessualità, no? - Eccomi qua, nudo, crudo e stronzo! Non sono certo uno che maschera chi sono. Ok, stronzata. Mi maschero. Ho sposato Sam. Però ci sono quelli con cui non voglio e mi snudo. Eccolo qua.
Lui trattiene il respiro, è di nuovo imbarazzato, mi piace quando succede perché non è uno facilmente scandalizzabile ma penso di aver quel potere.
- Non intendevo quello… - Mi avvicino con la seria ed evidente intenzione di baciarlo ma lui mi mette le mani sul petto e mi ferma confuso.
- Ah no? - Ormai il suo colore è il rosso, Dio come amo provocarlo… farlo impazzire… mi divertirò un sacco a lavorare con lui….
- No… - Ma faccio forza per avvicinare la bocca alla sua, è un soffio, lo tengo con la mano a me, dietro la schiena, mentre l’altra sale sul suo viso, gli prendo il mento e lo dirigo verso la mia bocca maligna.
- Secondo me invece è proprio quello che ti ha colpito di me. Che sono bisessuale e ci ho provato con te. - Del resto a cosa serve fingere? È successo, lo sappiamo entrambi. E succederà ancora.
Lui prende un respiro profondo, ha il sacro terrore di questo bacio ed io lo so perché.
Ha la fottuta paura che poi gli piaccia e gli incasinerei la vita.
- Forse è vero ma non toglie che voglio instaurare un rapporto buono e sano con te. - Questa forse gli scappa, forse voleva intendere altro ed io capisco cosa, però sarebbe infelice e vorrei tanto rovinarlo in qualche modo, ma alla fine non ci riesco. Non so essere veramente cattivo con lui.
- Sano? Gay è malattia allora? -
Mike avvampa ma non di imbarazzo. Si sente offeso.
- Non intendevo questo! Mi sono espresso male! Volevo dire… - si impappina e lo trovo delizioso, me lo scoperei. Parliamo ancora vicinissimi in questo modo e penso che non resisterà a lungo. Me lo stringo e non gli lascio respiro.
- So cosa volevi dire. Che sono bisessuale, ho qualcosa che non va ed anche se ti attira perché è una cosa nuova e magari a te le cose nuove piacciono, da me vuoi un rapporto normale. Per te due ragazzi che scopano non è una cosa sana? - non voleva dirlo, cazzo, non voleva, però è più forte di me affondare e colpire duro. Ci rimane male, gli occhi diventano lucidi d’insofferenza. Ci tiene a farmi capire che non è così però è normale essere strani davanti ad un gay, no?
- No non hai capito un cazzo invece! Puoi essere chi vuoi e voler farti chi vuoi! Certo, mi incuriosisce, nessun ragazzo ci ha mai provato con me ma questo scinde dal mio voler esserti amico. Saremo colleghi e spero per moltissimo tempo, finchè non saremo vecchi decrepiti e voglio che questa cosa funzioni perché ci tengo più della mia stessa vita. La musica è la mia fonte di vita e voglio, voglio assolutamente farla bene e per sempre e vedo in te colui che può contribuire a questa mia felicità. Quindi voglio che il rapporto con te funzioni. Ma parlo di un rapporto d’amicizia perché il resto è sempre un casino… ed io non voglio che poi tu te ne vada se per caso… -
- Scopiamo e poi litighiamo? - Finisco per lui. È un discorso fottutamente sensato, lo so, però voglio che arrossisca di nuovo e allora lui lo fa. Muoio quando succede, non smetterò mai di stuzzicarlo. Succede quando si parla in qualche modo di sesso o di cose sporche.
È troppo puro questo. Forse ha scopato con la sua ragazza per un qualche miracolo… forse…
- No ma… potrebbe essere il senso di quello che intendo… - E’ confuso ma sorrido indecifrabile. Ho capito.
- Va bene, sei stato chiaro ed hai ragione. Siamo colleghi. Non mandiamo a puttane questa cosa. Spero sia bella e funzioni, voglio credere in questo fottuto progetto. -
Sospira, è contento che me l’ha fatto capire.
Quindi prova a sgusciare ma non ci riesce, lo tengo ancora fermo così me lo chiede, sempre a questa vicinanza da sesso.
- Lasciami… per favore… - E chi mai chiederebbe per favore? Ridendo l’accontento… ma solo per quel ‘per favore’.
Appena lo mollo scappa in bagno e si chiude dentro, sento che molla l’acqua e probabilmente si mette dentro.
Ghigno.
Sarà comunque mio prima o poi, voglio scoparmelo in tutti i modi ed in tutti gli angoli. L’avrò.”
 
Sarebbe la morte.
Lo penso mentre immergo la testa sotto il rubinetto aperto della doccia, l’acqua fredda mi bagna i capelli e la faccia e respiro, finalmente.
Che casino, cosa mi salta in testa di prendermelo in casa?
Sarà una storia complicata. Mi fermo, alzo la testa di scatto, l’acqua cola sulla schiena, sotto la maglia, emetto un gridolino imbarazzante, mi schiaffeggio e mi volto. I capelli strafondi sulla fronte, l’aria sconvolta, le gocce che cadono facendomi soffrire.
- Cazzo dici, Mike! Storia di che?! Di amicizia, mica altro?! E da quando saresti disposto a provare con un uomo? Oh andiamo, non sono mica uno rigido ed inquadrato, voglio fare musica mista… rap e rock… solo perché è nuova e diversa dalle altre e mi piace! -
Sospiro, sto parlando da solo come un idiota e magari quello mi sta pure ascoltando.
Rimango inebetito a fissare i miei stessi occhi neri, sto finendo nel baratro, sono fottuto, sono davvero nella merda. Questo mi sta facendo qualcosa e non so cosa sia e non è bello, non è un modello per cui sai, chiunque magari proverebbe avere pensieri ogni tanto.
Cos’ha questo?
È normale, forse perfino un po’ bruttino.
Occhiali che gli stanno di merda, pieno di piercing e tatuaggi, faccia poco piacevole da guardare… si, perché E’ poco piacevole, no?
- Oh ma sono proprio idiota. Mi metto a vedere se è bello o brutto? Queste sono cose da gay! Mi sta contagiando! No non lo sono, sto con Anna, sono felice, va tutto bene! -
Con questo la pianto, mi asciugo i capelli e la faccia, quindi mi tolgo la maglia larga, ormai è strafonda, ed esco senza pensarci.
Scombinato e poco presentabile.
Vado diretto alla camera e mi fermo quando lo vedo in cucina, mi blocco. Chester è seduto sul ripiano accanto al frigo e… e… si succhia… un lecca lecca. Ho sempre delle schifezze in casa. Oh cazzo, ma cosa gli salta in testa?
Mi vede -oh dannazione- e mi ammicca malizioso. Ci sta di nuovo provando con me e lo fa apposta perché vede che mi imbarazza.
Ma perché lo sto tenendo con me? Dovrei buttarlo fuori a calci… ah sì… perché è il mio nuovo cantante… ed è bravo… cazzo!
- Posso? Avevo fame e ne ho trovato uno… - Me lo chiede pure. Io arrossisco e balbetto come un idiota.
- C-certo… fa come se fossi a casa tua… - Ma che cazzo mi salta in mente di dirgli?
Respira Mike…
Chester in questo salta giù subito e mi si avvicina.
- In questo caso… - Io mi paralizzo all’istante e lo fisso con occhi sgranati e terrorizzato. Dai Mike tira fuori le palle, le hai!
Ma non ci riesco e quando mi sta davanti, con quel cazzo di lecca lecca in bocca, mi prende per i fianchi, mi conduce in camera ed io ho le ginocchia a gelatina, vorrei evadere, scappare, gridare ma non so far altro che assecondarlo. Sono nella merda, cosa fa?
- Visto che sei già pronto… - Dice mettendosi l’affare di lato, sempre nella bocca. Mi porta contro il letto e mi spinge, ovviamente cado come un idiota e lui mi sale sopra a cavalcioni, si china. Non riesco a muovermi, annulla la mia volontà del tutto… ho i brividi, ho i brividi. Ecco che ci riprova. Ed ogni volta ho i brividi. Mi piace che ci provi con me, è questo. Non che mi piace lui. Che è un ragazzo e ci prova con me, ma non perché sono gay, perché è una cosa nuova, strana, divertente… insomma…
- E siccome è tuo lo condivido con te… - Mormora con una mano accanto al mio viso. L’altra toglie il lecca lecca dalla bocca e lo porta alla mia accarezzandola. Io rimango senza parole, la apro senza rendermene conto, sono rigido e non so cosa dire o fare. PERO’ APRO LA BOCCA!
Lui sogghigna in quel suo modo malizioso che mi uccide, ho caldo, sto diventando matto.
Mi è così vicino.
Sento il lecca lecca bagnato della sua saliva, il suo sapore… potrebbe essere un bacio indiretto… il suo sapore… alla fine non me lo infila dentro così io mi ritrovo contro la mia volontà ad accettare questa strana cosa che non oso nominare.
Tiro fuori la lingua e lo lecco… lo sto leccando. Il lecca lecca.
E lui sorride malefico, gli piace, è contento.
Immagino solo il suo sapore perché in realtà è la caramella che mi invade la lingua. E se il suo sapore, la sua saliva sa di caramella?
Mi viene sete, una sete indicibile, non mi era mai successa una cosa simile, non ho mai avuto pulsioni omosessuali ed ora che ce l’ho sopra non riesco a pensare che sono a torso nudo e che le bocche sono separate da… da un lecca lecca… che stiamo leccando.
Muoio.
STIAMO?
Anche lui fa la sua parte perché non me l’ha ficcato dentro. Quindi può.
E sento la sua sulla mia, separata da questa ridicola caramella tonda super dolce al gusto di non so che frutto.
Si sta consumando mentre si scioglie e noi non ne cogliamo nemmeno un goccio. Gli impiastriccia tutte le dita e la schifezza appiccicosa arriva fino nel mio mento perché sono quello steso e c’è una cosa chiamata gravità.
Non respiro, ho gli occhi inchiodati ai suoi, sono castani, sono vicino, vedo ogni dettaglio, sono intensi, mi attirano e gli occhiali squadrati gli stanno improvvisamente bene.
I capelli tinti di biondo sono la morte sua. Amo i capelli tinti.
Il tutto gli dà personalità.
Questo suo stile aggressivo… questo lecca lecca… lui su di me…
Oddio la sua lingua sulla mia, fuori dalle nostre bocche, su questo affare… quando finirà lo toglierà? Mi bacerà veramente? Bè, questo è di suo un bacio però non è proprio classico.
Sì la sua saliva sa di caramella ma è colpa del lecca lecca… che finisce… ed ora… ora che finisce.
Chiudo gli occhi e aspetto che arrivi, aspetto che mi baci, che completi l’opera. Ormai non me ne fotte un cazzo, sono al completo, basta. Che faccia quello che gli pare. Lo farà comunque.
E così la sua bocca arriva ma non sulla mia, sul mio mento tutto appiccicoso. Me lo lecca, me lo succhia. Sento il suo piercing sul labbro, mi solletica, mi fa rabbrividire. Risale con la punta della lingua, come faceva prima e mi pulisce anche l’angolo della bocca, poi tutt’intorno. Ora mi bacerà. Ora mi bacerà ed io sarò morto.
Però alla fine… cazzo… alla fine il vuoto. Aspetto. Tornerà.
Cosa fa? Dannazione, non torna? Non finisce l’opera? Non mi bacia davvero?
È così che… è così che oso aprire gli occhi e lui si è alzato davvero, non è più su di me a carponi ed anzi in piedi mi fissa ghignante ed io non ce la faccio più.
- Perché diavolo non mi baci? - Lui sorride come un diavolo maledetto e lasciando il piccolo bastoncino bianco sul mio petto nudo, risponde sadico.
- Lo vuoi, ora? - Insinua tante di quelle cose che non riesco a coglierle tutte, io mi alzo sui gomiti e lo fisso stravolto, sfinito come se avessi corso la maratona. Ma mi prende in giro?
- No è che me l’aspettavo… - Ma quanto sono bugiardo. Lo volevo e lui lo capisce subito.
Ammicca, mi stringe l’occhio e mi lancia un bacio da lontano, quindi esce senza dire nulla.
Oh cazzo, fanculo… cosa mi ha fatto?
Mi butto a pancia in giù e premo il viso contro il materasso.
Se sarà sempre così morirò prima… cosa mi sta facendo?
Non capisco se è lui che mi piace o quello che mi fa… o l’idea di quello che mi fa… o è perché forse sono un po’ gay anche io e lo sto scoprendo ora così… o è che cazzo ne so… oddio cosa devo fare?
Non sopravviverò.
 
Quando trovo il coraggio di uscire dalla camera sono di nuovo vestito e lui è nel divano che gioca col cucciolo. Sospiro poi mi mordo la bocca.
È pure tenero, lo stronzo!
Ha un’aria rilassata e da bambino mentre si fa leccare la bocca da lui. Che bel quadretto.
Per un attimo invidio quel cane, poi mi schiaffeggio e mi siedo nel divano, ben distante. Il cane mi nota e sguscia da Chester per raggiungermi, sono imbarazzato, non oso parlare ma prendo il cane che mi sale su e comincia a leccarmi.
Mi fa sorridere e torno un po’ in me, lui forse lo nota e non dice niente sull’accaduto, fa finta di niente e per questo gliene sono grato. Anche perché ho avuto il mio da fare per calmare i bollenti spiriti impazziti.
- Allora, che nome gli diamo? - Dice improvviso facendomi prendere un colpo per il semplice fatto che ha parlato.
Sussulto, lo guardo spaventato poi torno a fissare il cane e sorrido. È tenerissimo.
- Non saprei, il cane è tuo… come lo vuoi chiamare? - forse posso provare ad accantonare tutto se la pianta di fare lo stronzo, forse.
Ci pensa un po’, non oso guardarlo quindi mi concentro su questa splendida bestiola che mi mangerei di baci, quindi lui finalmente risponde contento.
- Mister! - questo però mi fa staccare da lui, alzo il capo, lo guardo scettico e chiedo.
- E perché? - Ghigna.
- ‘Mi’ di Mike, ‘Ster’ di Chester. Perché tu sei la mamma io il papà. -
È fiero di questa sua pensata, io arrossisco all’allusione di noi due sposati e dei nostri nomi uniti come una coppia e lui ne è ancor più fiero.
No, non sopravviverò… però il cane abbaia e salta su di lui, sembra gli piaccia il nome dopotutto.
- Mister… - Ripeto cercando di farmelo piacere. Tanto nessuno capirà perché è Mister. Può sembrare qualunque cosa. Piego la testa di lato e vedendo l’animale tanto contento finisco per sorridere e dare la mia benedizione. - E Mister sia! -
Chester contento del fatto che sono d’accordo mi circonda il collo col braccio e mi stampa un bacio sulla guancia, io rimango senza parole e arrossisco ancora.
Devo cercare di lavorare sul mio imbarazzo o morirò.
Sarà una lunga storia, questa. Di qualunque tipo sarà, comunque lunga.”
 
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Per chi non lo sapesse…
Mike disegna davvero, questi sono un paio delle sue opere.
E’ vero poi che Mike ha la mania di ritrarre Chester in versione uomo-scheletro.
E’ anche vero che Chester ha quel tipo di cane, come ho già detto per il primo capitolo, ma non so se glielo ha regalato Mike e nemmeno come si chiama.

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