CAPITOLO XXIII:
DOLORE
E PIACERE
“-
Ed è qua che ti sbagli. Il punto è che… - ansimo dal desiderio
profondo ed acuto che provo e afferrandogli la maglia lo tiro a me.
Lo lecco come ha fatto lui, mi ha fatto impazzire quel gesto. - Il
punto è che anche io ti voglio scopare come un dannato. Tu pensi che
io non voglia ma ti sbagli, cazzo. È solo che non è giusto. Però
lo voglio, porca puttana. - E, ancora ansimante, gli alzo la maglia e
gliela tolgo, dopo di che gli prendo la bocca fra le dita, stringo in
modo da mettergliela a forma di bacio e infilo la lingua in quel
piccolo buco che si crea in questo modo.
Come
se la infilassi in un altro posto.
Lo
sogno da notti, di poterlo finalmente fare.
Lo
sogno e lo voglio come un maledetto.
E
come diavolo può pensare che non voglio?
Mi
fa impazzire, però non è giusto.
Solo
che se pensando che io non lo voglio lui sta qua e si fa del male…
no, cazzo, non mi sta bene. Perché io voglio che stia con me per
sempre e viva bene.
-
Ti piace il dolore? - Dico poi provocante come penso di non essere
mai stato.
Lui
è eccitato da far paura, penso che se potesse si stenderebbe su
questo tavolo per darmi tutto sé stesso e sarebbe la fine.
Annuisce,
a cosa serve fingere e tirarla per le lunghe, ora?
Siamo
qua, lo vogliamo, ce lo siamo anche detti, ormai. E si arriva ad un
certo punto in cui si mette da parte il giusto e lo sbagliato.
È
così che lo mollo e lasciandomi le mani lungo ai fianchi ho il
principio di quello che un giorno mi farà letteralmente perdere la
testa.
Faccio
un passo indietro e con una durezza erotica che non pensavo di essere
capace di usare, dico sicuro e devastante.
-
Aprimi i pantaloni. - che poi è lui che mi fa arrivare a questi
livelli.
Sono
fuori di me. L’ho detto davvero.
Per
un istante non ci crede nemmeno lui, però lo fa. Mi apre i pantaloni
già larghi, scendono subito.
-
I boxer. - Dico perentorio. Mi abbassa anche quelli, ora ha la mia
erezione fra le mani ed io continuo eccitandomi ad un gioco che non
avrei mai pensato di fare.
Gli
piace il dolore? Odia curarsi e vedere di sé?
Bene.
Almeno lo accontento, così…
-
Ora tu. - Chester non se lo fa ripetere, penso che non creda che lo
stia facendo davvero. Mi aveva provocato tanto senza arrivare proprio
a questo ed ora… ora che ci siamo non ci crede, però lo fa svelto.
Ora
che siamo entrambi con le parti intime scoperte so che non mi fermerò
per niente al mondo.
E
fanculo le conseguenze.
In
due fottute settimane sono al punto da sognarlo la notte e farmi
seghe di continuo. Io devo averlo. Devo.
Cazzo,
devo.
-
Girati. - Non mi serve una fottuta preparazione nella sua bocca, lo
piego brutalmente in avanti e mi abbasso.
È
a novanta davanti a me, sul tavolo, e mi porge sé stesso in questo
modo assolutamente da porno diva.
Inarca
la schiena e si mette a leccare il tavolo.
Cazzo,
lecca il tavolo!
Lo
vedi com’è?
E
come fa poi uno a non reagire male?
-
Ti piace il dolore, eh? - Ripeto fra me e me, la bocca sul suo
didietro, ora siamo qua.
Ci
siamo.
La
sua pelle è liscia, non ha un pelo sul corpo.
Apro
la bocca e gliela lecco, poi continuo su tutta questa sua parte
retrostante.
Geme
di già.
Aspetta.
Lo
apro bene con le mani e dopo aver anche stretto, lo lecco con
abbondanza.
Oddio
mettere la mia lingua qua, nel suo buco, è esattamente quello che
avevo sognato da molto.
Ed
ora c’è, ora ci siamo.
Ora
siamo qua.
Lo
sto assaggiando, la sto infilando. Non fatica ad aprirsi, penso
proprio che sia abituato a farsi scopare.
Non
serve una grande preparazione. Non perdo tempo con le dita, non
voglio che provi piacere. Vuole provare dolore, lo accontento.
Non
ricordo niente di più doloroso della scopata che abbiamo fatto.
Eppure
è stata splendida, porca puttana.
Gli
porgo la mano e gliela metto sulla bocca.
-
Leccala! - Ordino di nuovo, lui capisce e lo fa. Lecca bene tutto il
palmo come se fosse quel dannato lecca lecca da cui è iniziato
tutto. E muoio mentre lo sento sulla mia pelle, sulle dita.
Quando
è insalivata per bene come lo è la sua piccola apertura, strofino
la stessa mano sul mio inguine, lo lubrifico così ed è tutto quello
che gli concedo.
Dopo
di questo, dannazione, lo prendo per i fianchi e da dietro, così
come siamo, con lui piegato ancora sul tavolo, lo penetro.
Non
pensavo l’avrei mai fatto ma soprattutto non in questo modo, così
volgare, così stronzo.
Però
mi tira fuori delle cose inaudite e siamo sempre così noi. Non
smetteremo mai di provocarci, di prenderci e farci impazzire, mai.
La
sensazione della sua apertura che stringe la mia erezione è qualcosa
di devastante.
Ora
capisco perché gli piace tanto.
Cioè
non è la prima volta che scopo ma con un uomo sì. E soprattutto da
dietro.
Affondo
e mi fermo in estasi per quello che sento.
Lui
voleva ferirsi in tanti di quei modi pur di non darmela vinta che era
pronto a tutto, ebbene non serve uccidersi per un po’ di sesso.
È
sesso che vuole da me?
Solo
questo?
Va
bene.
Se
si sta innamorando è ancora meglio.
Se
vuole sentire dolore, se si odia al punto da farsi tutto il male che
può va bene comunque, lo aiuterò in tutto, sempre, non lo mollerò
mai.
Se
vuole stare male e punirsi lo ferirò e lo punirò, se vuole essere
amato lo amerò, se vuole scopare lo scoperò.
Però
non permetterò che si uccida. Se è venuto qua per farlo
definitivamente si sbaglia.
È
venuto qua per regalarmi il mio sogno.
E
me lo regalerà.
Mi
muovo e forse non so quando ho iniziato ma sentire come mi stringe e
sentire anche che non è vergine e che ho molta libertà è
fantastico.
Continuo
ed il ritmo aumenta come la follia che dilaga in me.
Potrei
fargli qualunque cosa, se mi chiedesse di frustarlo lo farei, non so
cosa mi prende, voglio solo accontentarlo, voglio solo accontentarlo
sempre, voglio solo che sia sempre felice per me.
Prima
rideva per me, ora godrà per me. Ma non deve uccidersi per me.
Deve
voler vivere, vivere bene.
Quindi
gli darò quello che potrebbe presto chiedere alle persone sbagliate,
nel modo sbagliato.
Affondo
ed affondo ancora ed ancora fino a che la frenesia non si impossessa
di me, fino a che non lo sento mentre geme, mi chiama, mi chiede di
scoparlo più forte, più dentro… e questo mi dà alla testa, mi dà
fottutamente alla testa al punto che quando arriva il momento non me
ne rendo conto prima.
Succede
e basta.
E
succede dentro di lui.
Andare
avanti senza staccarsi sul momento topico è la cosa più bella che
mi fosse capitata. Dover controllarsi, dover smettere per finire
nella bocca di qualcuno, o nella propria mano, o nel pavimento… no,
quello non è scopare.
Questo
è scopare e gli vengo dentro e tremo fino ad ogni fibra di me
stesso.
Tremo
e muoio così per un istante.
Se
vuole questo glielo darò io così almeno sarò certo che nessuno gli
farà veramente del male, nessuno me lo porterà via, nessuno me lo
farà fuori…
Gli
crollo addosso sulla schiena, sfinito, le mani sul tavolo, ai lati
del suo corpo sudato come il mio.
È
impossibile sopravvivere a questo.
Le
forze mi abbandonano completamente.
Cazzo,
non avevo mai avuto tanta voglia di scoparlo come ora.
-
Ed il piacere? - Dico poi ansimante, continuando col discorso sul
dolore. Non sapevo nemmeno io di voler battere lì alla fine. Mi
stupisco mentre continuo sul suo orecchio. - Ed il piacere non ti
piace? Ti piace solo il dolore? -
Non
risponde, il suo silenzio mi fa capire che l’ho appena messo in
crisi, ma almeno ci penserà seriamente e penserà a qualcosa
di buono.
Deve
raddrizzarsi in qualche modo. Deve. È ora che viva bene, che sia
felice, che rida.
È
ora che provi il piacere vero.”
“Quando
ho deciso che gli avrei dato battaglia non pensavo a niente di tutto
questo.
Cazzo,
come faccio a non perdere la testa per lui, poi?
Come
pretende che se mi prende, mi molla, fa il dolce, mi fa ridere, mette
le distanze e poi mi scopa, io poi riesca a mantenere un rapporto
normale?
E
mi scopa in questo modo... come piace a me... senza romanticismo e
sentimenti, solo prendendomi e ficcandomi il suo cazzo in culo.
Peccato
che poi torna, torna sé stesso e mi scaglia sulla luna, lontano da
qua, in un universo parallelo... con questa cazzo di domanda del
cazzo.
-
Non ti piace il piacere? Ti piace solo il dolore? - Perchè le sa
fare le domande?
Ora
che cazzo gli dico?
È
sopra di me e mi schiaccia col suo corpo, siamo sudati e puzziamo di
sesso, questo odore non andrà più via e cazzo sta per tornare Sam e
ci vedrà così.
Però
voglio che rimanga, che stia qua così per sempre.
Ed
io non so che cazzo dire!
-
Non ne ho mai provato. Sei il primo. - Potevo fottutamente evitare di
dirlo. L'ho fatto, ormai è tardi.
Infila
le sue mani sotto di me, è complicato perchè sono appiccicato al
tavolo e la pelle bagnata fa effetto ventosa però lui testardamente
scava finchè non riesce a sollevarmi quel tanto per poter infilare
le mani intorno al mio torace, quindi mi abbraccia e mi stringe forte
baciandomi dolcemente il collo.
Cazzo
no, perchè è così dolce?
Perchè
ora ci sta mettendo i sentimenti?
Perchè
prima l'ha fatto alla mia maniera ed ora lo sta facendo alla sua?
Non
capisce che poi, quando se ne andrà e tornerà a pensarci
lucidamente e se ne pentirà e tornerà a dirmi che vuole essere solo
mio amico perchè non vuole fare l'amante e non vuole nascondermi,
poi io vorrò solo uccidermi?
Non
potrò mai fare a meno di questo, mai... ti prego, lasciami,
lasciami, lasciami... non essere così dolce, non rendermi dipendente
da te in questo modo...
Beve
il mio sudore dal mio collo, scende fra le scapole, percorre la spina
dorsale ed io sono tutto un brivido, senza forze, sfinito, bollente.
E voglio che la sua lingua non smetta mai.
Cazzo
quanto è dolce anche la sua lingua.
Perchè
lo fai? Non dovresti...
I
ricordi fluiscono in me come troie che aprono le gambe e poi mi
piantano in asso dopo l'orgasmo.
Senza
darmi del fottuto calore.
La
prima volta che sono stato spinto su un tavolo in questo modo ero un
ragazzino, quanti cazzo di anni avevo?
Quell'uomo
non ci ha messo tutta questa delicatezza, somigliava a prima, a
quando Mike mi ha scopato, a quando mi faccio scopare così da tutti
gli altri. Somiglia sempre a quello.
Lo
faccio e lo rifaccio sempre così, sempre facendomi male, sempre
volgare per superare quella fottuta violenza, per dimenticarla, per
ritrovarmi un giorno a pensarci a come una delle tante e non a come
l'inizio della mia morte interiore.
E
lui invece mi sta baciando dolcemente, mi sta leccando per pulirmi
dal sudore, faccio schifo e lui mi lecca... e poi scende e tenendomi
per i fianchi giunge di nuovo dietro di me, nel mio culo, me lo apre
piano piano con le dita, vede cosa ha fatto, devo essere rosso e
sporco, sporco di lui e del suo seme... però non si ferma, mi vuole
curare, mi vuole pulire, mi vuole... amare... stringo gli occhi
mentre mi copro il viso con le braccia che attorniano la mia testa.
Mi premo sul tavolo nella speranza di sopravvivere a questo splendido
trattamento.
Riuscirò
poi a guardarmi di nuovo allo specchio o vorrò vomitare più di
prima?
Mi
odio, mi odio al punto da ferirmi tanto che mi odio.
E
lui mi sta amando, mi sta curando. E poi se ne andrà ed io rimarrò
qua solo a cercare di sopravvivere.
La
sua lingua su di me, dentro di me, mi lava via tutto con premura. Se
ne sbatte delle mie condizioni schifose, lo fa lo stesso.
-
Mike sei pazzo... - Mormoro roco, quasi disperato.
E'
la cosa più bella che abbia mai ricevuto, ho voglia di piangere.
Esistono
le cose belle?
Cioè
lo so che esistono ma pensavo non potessero accadere a me... stanno
accadendo anche a me, ora.
Esistono.
E
come mi risolleverò quando se ne sarà andato?
Come
farò?
Dopo
che ha fatto suo il mio buco con la sua bocca, con una dolcezza
incredibile, dimostrandomi non solo coraggio ma anche del vero
sentimento, mi alza col busto e mi gira facendomi sedere sul tavolo,
mi spinge con sicurezza e poi mi apre le gambe in modo da avere anche
qua l'accesso totale a me.
Io
mi do perchè non so più rifiutarglielo ma le forze mi svaniscono
appena sento la sua lingua intorno al mio cazzo, mi pulisce anche lì.
Prima
ero venuto mentre mi scopava ma in quella posizione mi sono sporcato
tutto.
Non
può farlo con la lingua. Perchè non usa una cazzo di spugna, se
proprio vuole?
Perchè
vuole dimostrarmi quanto tiene a me, a cosa è disposto pur di darmi
quel piacere che non ho mai provato?
Perchè?
Perchè
è ancora dolce?
Mi
pulisce e mentre lo fa mi stendo con la schiena, non riesco proprio a
stare su. È anche da giorni che mangio poco e niente.
Alzo
le braccia sopra la testa, mi prendo i gomiti e sospiro sempre più
forte.
La
sua bocca sul mio cazzo, continua a leccarmi via tutto, a far suo
ogni cosa di me che non va bene, che mi degrada. E mi lascia solo sé
stesso, la sua splendida dolcezza, questa sua delicatezza, questo suo
modo di amarmi.
Pompa
con calma, senza divorarmi, è solo sensuale, è solo amore... si può
fare l'amore, allora. Si può arrivare a questo.
Se
sarà l'unica volta allora la inciderò a fuoco nella mia mente e non
la dimenticherò mai e se vorrò uccidermi allora lo farò pensando a
questo splendido momento.
Il
piacere sale a folle velocità, sto per venire ma si ferma, sale, si
alza e mi carezza le cosce a piene mani, come se fossero la cosa più
preziosa che gli sia mai capitato. Me le alza e continuando a
strofinarle con dolcezza si infila sotto, arriva dietro alle
ginocchia e me le tira su in modo da avvolgerle intorno a sé. Io le
allaccio dietro di lui e continua a salire con queste carezze piene e
sentite, così dannatamente perfette. Così dannatamente emozionanti.
I fianchi, la vita, la schiena, le spalle e mi alza, mi fa sedere, mi
attira a sé, mi abbraccia forte, altrettanto pieno, altrettanto
completo. Aderisce ogni parte di sé a me, il suo torace nudo come il
mio mi scivola addosso, mi stringe ma non con forza e passione, con
sensibilità, ha paura di farmi male ma vuole farmi sentire che c'è.
E lo sento, che c'è.
C'è
benissimo.
A
questo punto la sua bocca che mi ha amato, curato e si è occupata di
me in tutti i modi arriva alla mia ed io aggrappato a lui, alla sua
schiena, alle sue braccia, non riesco a far altro che aprire e
lasciare che mi si prenda quasi con disperazione.
Non
ricordo più com'era quella fottuta violenza, provo a ricordarla ma
non la ricordo.
Questo
è il piacere. Questo è fare l'amore.
Fonde
le labbra con le mie, quello inferiore fra le mie, poi mi succhia il
mio ed infine me le lecca, si infila con la lingua e non vedo l'ora
di venirgli incontro. Aderisce la bocca alla mia, la unisce
completamente aperta e quando ci troviamo con le lingua siamo ancora
più aperti per poterci dare e prendere meglio.
Mi
solletica, mi lecca, mi carezza, mi ama, mi fa suo ed io mi do, mi do
in un modo che... che quando mi sposta sul bordo del tavolo e mi
inclina indietro per avere un accesso completo, anche se sono
completamente avvinghiato a lui, riesce ad entrare lo stesso e non me
ne accorgo perchè... perchè è meraviglia la sua bocca sulla mia,
la lingua sulla mia, il suo corpo sul mio ed ora il suo cazzo dentro
di me, di nuovo, come se prima non fosse già successo.
Lo
rifà ed ancora eccitato per quando mi ha fatto il pompino poco fa,
stringendo il bacino contro il mio mi strofino ancora ed ancora mi
eccito, ancora cresce tutta la voglia spropositata così come il suo
cazzo si fa duro dentro di me.
Lo
sento diventare più grande, pulsare caldo, lo sento mentre vuole
svuotarsi in me e penso sia la cosa più splendida che potrebbe
succedere ora.
Mi
stringo, mi stringe, siamo un tutt'uno, non come prima. E le lingue
non smettono di unirsi e giocare. Tutto di noi è unito, non ci
possiamo separare nemmeno volendo e comunque morirei così, ora.
Gemo
contro la sua bocca e lui fa altrettanto ma non ci separiamo. Finisce
che mi succhia la lingua, poi mi morde il labbro ma continuiamo così.
Lui si muove in me, spinge il cazzo dentro di me, io gli vengo
incontro, non lo mollo un secondo, siamo un unica cosa, se si butta
mi butto anche io, gli stringo le braccia intorno al collo, le gambe
intorno alla vita e ci fondiamo in questo modo erotico che mi fa
vedere quel qualcosa che mi mancava e non dimenticherò mai.
Specie
quando il mio cazzo troppo teso viene stretto fra di noi per le
spinte finali, quelle più decise, quelle più piacevoli, quelle
dell'orgasmo.
Spinte
che mi trasmettono delle scariche pazzesche.
La
testa mi parte, il cervello è completamente andato, sento le
scariche mandarmi tutto in tilt e scendono sulla nuca, sul collo,
sulla spina dorsale, su tutta la schiena e poi si trasmettono in ogni
parte di me, nelle braccia, nelle gambe, negli organi, nel basso
ventre. Il cuore pompa, i polmoni collassano, grido sulla sua bocca e
lui fa altrettanto.
Finchè...
finchè lo stesso calore non lo sento tanto dentro quanto fuori.
È
un'ondata pazzesca.
E
tutto si spegne mentre teso divento un fascio di nervi avvinghiato a
lui. Non mi staccherò mai più.
Proviamo
la stessa cosa, siamo allo stesso orgasmo, siamo venuti insieme. Lui
di nuovo dentro di me io fuori, su di noi ancora così stretti.
Abbandono
la testa contro il suo collo, privo di forze, non ce la faccio. Se mi
molla cado. Sto come un koala, me ne vergogno ma ora qualunque cosa
decida ce la farò, ora con questo ricordo posso farcela ad andare
avanti ancora un po'... ancora... fino a che ne avrò bisogno di
nuovo e lo tornerò a cercare.
Del
resto due volte di seguito nell'arco di un'ora... penso che posso
farmelo bastare sì, per un po'.
Cazzo,
se volesse rifarlo non mi dispiacerebbe comunque, eh?
Dopo
dei secondi interminabili in cui cerco di ritrovarmi e capire in che
stato sono e dove, lui mi bacia l'orecchio.
È
ancora la dolcezza ed ora sforzandomi non ricordo come sono stato
violentato la prima volta e tutta la merda della mia vita è messa in
parte, grazie a lui e a questo momento.
Amo
Mike e non ci sarà niente, niente, niente in questo fottuto mondo di
merda che me lo potrà far smettere d'amare.
E
con questa certezza assoluta muoio sulla sua voce bassa roca e
penetrante piena del piacere che abbiamo appena sentito:
-
Non è meglio il piacere del dolore? - Cazzo, sì!
La
mia risposta sono le braccia che lo stringono forte ed io che mi
faccio piccolo contro di lui. Sono una vergogna ma non riesco a
parlare e se lo facessi gli direi che l'amo già e lui mi direbbe che
è troppo presto perchè ci conosciamo solo da due settimane. Ed io
direi che non conta un cazzo il tempo perchè se due finiranno per
amarsi scatta tutto subito.
Però
ora sto zitto e sto contro di lui e mi godo questo momento sperando
che duri in eterno.
È
la prima volta che spero di vivere per sempre.
Poi
non so come cazzo succede, ma Mike legge un biglietto di Sam che non
avevo proprio calcolato dove diceva che erano venute le sue amiche a
trovarla e che passava la notte con loro dopo il lavoro e che poi
andava direttamente al lavoro domani mattina. Sostanzialmente torna
domani alle dieci e noi abbiamo tutto questo fottutissimo tempo per
noi. Improvvisamente il caos. Improvvisamente la gioia.”
____________________
Per
chi non sa...
L'ho
già detto, forse. Chester è stato davvero violentato da ragazzino.
Ha passato un'infanzia molto brutta.