CAPITOLO XXIV:
IMPOSSIBILE
LASCIARSI
“Non
ho capito un cazzo di un cazzo.
-
Ma dove diavolo lo vedi il biglietto? - Chiedo a Mike che per
mostrarmelo si separa da me. La cosa mi sta sul culo ma posso
digerirla se poi torna subito.
Fa
il giro del tavolo e arriva al frigo dove sopra c'è effettivamente
un biglietto di Sam, me lo dà e leggo.
'Sono
venute le mie amiche, quando stacco passo la notte con loro e poi
vado direttamente al turno del mattino, torno verso le 10.' Nemmeno
baci e mazzi. Bè, non importa, quello che conta è che ce l'ho fuori
dal cazzo per una volta!
Il
mio viso si illumina di un sorriso spropositatamente felice che fa
ridere anche lui.
-
Per una volta mi fa pure felice! - Esclamo infatti. Lui continuando a
ridere torna da me e mi prende per mano, stupito la pianto di
blaterare e lo fisso stranito.
-
Ed ora che diavolo fai? -
-
Siamo sporchi come maiali, direi che una doccia è la cosa più
sensata! - Senza nemmeno pensarci rispondo immediato:
-
Non mi lecchi? - Lui non si scompone e mi trascina al bagno.
-
Non sono un aspirapolvere! - Ecco le sue risposte all'altezza.
-
Mi era parso di sì! - Dico ironico, non se la prende, stiamo
giocando.
Apre
il rubinetto e già mi pregusto la terza scopata erotica, sotto la
doccia è una favola. Mi appiattisco contro le piastrelle e gli do il
culo, vedi se non mi viene di nuovo dentro!
So
che sono a senso unico ma è colpa sua.
Due
volte in un'ora. È matto?!
Quando
è calda abbiamo solo da metterci dentro, siamo già nudi quindi ci
infiliamo insieme, è piccolo ma stringendoci un po' ci stiamo. Non
perdo tempo con le solite cagate, passo subito ad abbracciarlo da
dietro, sotto l'acqua che scende calda e ci lava. Ci voleva,
comunque.
Lui
si appoggia alla parete di piastrelle e ridacchia, quindi le mie
braccia intorno al suo torace vagano, mi fermo a tormentargli i
capezzoli e poi scendo giù a lavarlo bene sul ventre, dove si era
sporcato di me. Quando siamo ben lavati torno sul suo cazzo e Mike fa
un acuto da primato mondiale. E questo?
È
tornato la checca isterica?
Si
gira fra le mie braccia agile e scivoloso come un anguilla, quindi mi
spinge contro le piastrelle al suo posto e mi toglie le mani di
dosso. Stronzo.
-
Chester, l'abbiamo fatto due volte di fila, sono sfinito, dammi
tregua! -
-
Perchè cazzo siamo qua sotto insieme allora? - chiedo imbronciato.
-
Per lavarci! - Esclama ovvio. Non è ovvio! Era ovvio scopare di
nuovo!
-
Vuol dire che poi lo rifacciamo? - alza un sopracciglio, non capisce
il collegamento. - Quanta tregua ti serve? - Ride e scuote il capo, è
rilassato, sembra che stiamo insieme, è bellissimo così.
Vorrei
che si fosse arreso prima. Però magari mi sta preparando per darmi
il colpo di grazia.
Prende
comunque la spugna e ci mette il bagnoschiuma che trova, lo passa
prima sul mio corpo, il collo, il torace, la pancia, mi pulisce bene
sull'inguine. È proprio dolce.
Scende
sulle gambe, perfino i piedi.
Eccolo
qua che mi emoziona di nuovo, come osa?
-
Mike la pianti? So lavarmi da solo! - Sono imbarazzato, porca
puttana!
Lui
ridacchia ma non smette, si alza e mi gira di schiena pulendomi anche
quella.
-
Non ne dubito ma mi piace farlo... - Giuro che se poi mi demolisci
con i tuoi 'comunque non farò l'amante' ti spacco il culo
sfondandotelo!
Mi
mordo il labbro e sto zitto, cerco di non fare troppi sospiri mentre
il nodo sale.
È
questo che intende quando dice di scegliere me prima degli altri, di
prendermi cura di me stesso, di... di... vedere di me...
Non
ne sono capace, non l'ho mai fatto, mi odio. Per questo lo fa per me,
per farmi vedere come si fa, come ci si sente, come dovrebbe essere
sempre.
Ma
sono sempre stato solo, se avessi avuto qualcuno a farlo per me forse
sarebbe stato meglio.
Appoggio
la fronte al muro e lui dopo avermi passato tutto con la spugna la
mette giù e si appoggia a me, le mani sui fianchi, il petto sulla
schiena, il cazzo contro il mio culo e fa capolino col mento contro
il mio collo.
-
Ti piace? - Lo sa perchè non mi muovo. Annuisco, è meglio non
parli.
-
Devi prenderti cura di te stesso in questo modo, devi amarti, devi
fare queste cose per te stesso. Smettila di darti come un oggetto di
piacere, smettila di svenderti per qualche stronzata. Devi amarti,
Chester. Non farti del male... - Sono parole facili da dire per uno
che non ha mai passato quello che ho passato io.
Ho
dei buchi dentro che nemmeno immagina.
-
Non ne sono capace. - Dico piano e roco.
-
Lo so, per questo ti sto facendo vedere come si fa. - E' dolce anche
ora. Ora che mi gira e porta l'acqua su di noi, mi sciacqua,
accompagna il getto con le mani, mi carezza. È delicato. È Mike.
Non
lo dimenticherò mai qualunque cosa succederà ora.
Sospiro
mentre mi bacia tutto il viso, sospiro mentre mi abbraccia di nuovo,
sospiro mentre spero che non sia un fottuto sogno.
Quando
prende la spugna per insaponarsi gliela tolgo di mano e lo faccio al
suo posto ma quando sente che divento un po' troppo insistente sul
suo cazzo e sul suo culo, ride e mi spinge via.
-
Chez, sono ancora stremato! - Non riesco proprio a prendermela con
lui, ora, e siccome non so essere dolce come lo è lui gli do lo
shampoo e glielo metto in testa, poi ne metto un po' sulla mia e
mentre gli gratto con i polpastrelli la cute, lui fa altrettanto con
me. Il biondo scivola ancora un po' via ma resiste e poi l'acqua
torna a lavarci.
È
così fottutamente strano.
Così
fottutamente bello.
Le
forze mi stanno per piantare, sono sfinito anche io e va che quando
finiamo la doccia senza fare porcherie come pensavo, mi avvolge in un
asciugamano, mi strofina senza secondi fini, senza erotismo di mezzo.
Mi asciuga e basta, poi fa altrettanto con sé. Io rimango stordito
ad osservarlo, non ho più parole, non so più cosa dire e fare. Mi
spiazza di continuo perchè non è solo un momento, continua ed io ho
paura di capire come si realizzano i sogni perchè potrebbe sempre
finire tutto.
Quando
siamo asciutti e nudi mi conduce, sempre per mano, in camera.
Ci
stendiamo nel letto così come siamo e senza l'intenzione di rifarlo,
capendo che ci sono altre cose mi fa accoccolare sopra di lui.
Non
avrei mai osato sognarlo, figurarci immaginarlo e farlo.
Però
sono qua, su di lui che mi abbraccia dolcemente. Mi cinge con le
braccia ed io appoggio la testa sul suo petto. È tutto così
perfetto.
-
E' così che ci si ama. - Mormora piano.
Ed
è su queste parole semplici e sentimentali che riesco ad
addormentarmi sereno consapevole che domani mattina lui sarà ancora
qua. E che sarà la mattina più bella della mia vita.
Il
mattino è una fottuta meraviglia che sono sicuro rimpiangerò a
vita, mi mancheranno tutte le volte in cui non mi sveglierò così.
È
solo una volta però lo vorrò per sempre.
Mi
sveglio per primo con la frenesia che sia tardi ed arrivi Sam, poi mi
chiedo subito se Mike sia ancora qua e quando girandomi lo vedo nella
penombra del mattino un sorriso spontaneo mi esce.
È
qua, dorme e mi sembra dolce come ieri sera.
Che
merda di me a pensare certe cose.
Dolce…
però Mike è dolce.
A
volte lo impiccherei, altre mi fa un sesso che non ti dico, però per
lo più è dolce e sentimentale anche per me.
Ricordo
le cose che mi ha detto stanotte sull’amarmi, sul piacere.
Lui
pensa che io ci possa riuscire anche da solo, che mi devo sforzare.
Io ho i miei sacri dubbi. So che da solo non lo vorrò fare. Non mi
prenderò cura di me perché mi odio, non mi piaccio.
Da
fuori appaio tutto l’opposto eppure è proprio la reazione a ciò
che provo per me stesso.
Tutti
pensano che io sia pieno di me e che sia narcisista ed egocentrico.
Chi
se ne fotte.
Mi
accoccolo contro di lui e rimango in adorazione del suo viso lineare
e delicato che dorme. È sereno. Lo invidio, io non dormo mai in
questo modo.
Starei
ore a guardarlo dormire, sono proprio nella merda perché in realtà
volevo solo vendicarmi di lui e fargli vedere che non poteva decidere
anche per me, però poi lo sta facendo, sto perdendo di continuo su
tutta la linea e questo mi sta sul culo perché lotto sempre per
ottenere ciò che voglio, ma alla fine va sempre tutto in merda.
Lui
non so proprio come giudicarlo.
Mi
sbaraglia, mi mette fuori combattimento, fa di me tutto quel cazzo
che gli pare e sono fortunato che dopotutto è una brava persona e
che ci tiene davvero, a modo suo. Solo che ha quei cazzo di principi
e dopotutto non ha torto.
Nessuno
dovrebbe accontentarsi o credere alla palla che anche se c’è una
moglie conta sempre di più l’altro, l’amante.
Magari
è vero, e nel mio caso è così, però se non si molla la moglie un
motivo c’è comunque sempre. Non sarà l’amore ma c’è ed è
inutile stare ad illudersi pensando che prima o poi la si lascerà.
Io non so se avrò mai la forza di farlo perché Sam è una specie di
garanzia che almeno ad affondare nella merda non sarò mai
completamente solo, a costo di portarmela dietro. Come ho sempre
fatto.
E
mi dispiace di farle tanto male e rovinarle tanto la vita, ma poi
cosa posso farci?
Non
so vivere e sono un egoista fottuto. Non voglio morire da solo e lei
mi somiglia, la sento paradossalmente vicino, in qualche modo.
Non
la amo, è lei che mi ama, forse. Però non posso lasciarla prima di
essere sicuro di avere la felicità in mano, prima di essere sicuro
che non affonderò più. Che non morirò con un colpo in testa.
Finchè
non starò bene, finchè avrò tutti questi buchi dentro non la
lascerò e questo è quanto.
Però
non la amo e non provo certo attrazione per lei. Per scoparla la
scopo, dopo che ci siamo praticamente dati giù e quasi ammazzati.
Magari prima o poi avremo un figlio, che cazzo ne so.
Ogni
tanto provo a farmi qualche donna per vedere se è lei oppure se è
il genere femminile. Non cambia un cazzo, non c’è una donna che
preferisco. È tutto uguale.
Semplicemente
preferisco gli uomini, tutto lì.
Ed
ora Mike.
Ora
il fottuto punto è diventato Mike.
Sospiro
e gli bacio la fronte cercando di non svegliarlo e di imprimermi
tutto ciò a fuoco.
Sono
innamorato come una merda e penso che quando si sveglierà tornerà
alle sue idee del cazzo, però almeno questa notte è stato mio,
stanotte mi ha regalato il sogno di una vita. Spero solo che mi basti
perché se così non fosse… cazzo, non so proprio cosa potrebbe
essere di me, poi.”
“Viene
il cane a svegliarci, ha imparato a salire sul letto e mi lecca tutta
la faccia.
Deduco
che sia lui perché dubito fortemente che Chester mi lecchi la
faccia.
Oddio,
potrebbe anche… improvvisamente apro gli occhi pensando a
quest’eventualità e sono lieto di vedere che è proprio Mister.
Sorrido
e lo prendo cercando di fermarlo ma non è molto facile, poi cerco di
scaricarlo su Chester:
-
To‘, sveglia il papà! - Così dicendo glielo metto sopra ma vedo
che Chester è già sveglio e ride rilassato, non ha l’aria da
sonno. Significa che era sveglio e mi guardava dormire.
Arrossisco,
quando fanno così divento gelatina.
Mister
comunque attacca con lui ed io mi pulisco il viso col lenzuolo, dopo
di che i ricordi di stanotte fluiscono come tuoni.
Siamo
entrambi nudi, abbiamo dormito insieme dopo aver fatto sesso due
volte di fila e una doccia molto sentita.
Ok,
è stato splendido ed ancor più splendido lui così piccolo contro
di me che mi chiedeva calore, amore, protezione… oddio, non lo
posso dimenticare.
Mi
si è mostrato, mi ha fatto vedere com’è dentro, come si degrada
per dimenticare delle cose che forse non potrà mai dimenticare…
non so cosa mi sia preso quando l’ho scopato in quel modo ma poi…
poi l’ho voluto rifare così come sarebbe dovuto essere sempre.
Ho
voluto dimostrargli come ci si cura, come ci si ama, come si sta
bene.
E
lui era lì, piccolo, fragile, ferito, spaventato.
Quando
mi ha chiesto se fossi matto coprendosi la testa con le braccia, con
quella voce così tremante e quasi angosciata. Come se fosse
terrorizzato dall’eventualità che lo fossi davvero, che non lo
facessi perché lo volevo. Come se… come se fosse la prima volta e
non sapesse come reagire…
Cosa
ha passato, questo ragazzo?
È
come se ad ogni scopata che fa Chester volesse ripeterne una precisa
che l’ha segnato nel profondo… e che cercasse nel modo sbagliato
di cancellarla… come se…
Quando
il pensiero mi sfiora la mente impallidisco e nonostante lui leccato
da Mister è una visione splendida, glielo devo dire, non posso farne
a meno. È una cosa troppo grossa, questa, devo sapere se è così e
se non lo è meglio ma se lo è… Dio, se lo è…
Prendo
il cane e lo butto giù bruscamente quindi mi alzo sul gomito in modo
da guardarlo bene e improvviso come un tuono glielo chiedo.
So
che potevo essere più dolce, usare più tatto, farlo in un altro
modo ma sono appena sveglio, che diavolo pretendo?
-
Chester, sei stato violentato da ragazzino? - E’ come ucciderlo.
Vedo
nei suoi occhi chiaramente quel buco di sempre aprirsi, farsi grande,
enorme, come una voragine. Vedo come diventa terrore, come diventa
angoscia, come diventa verità.
È
un momento e forse è dovuto al fatto che gli ho riportato alla mente
qualcosa di orribile proprio quando stava bene.
-
Cosa… cosa te lo fa pensare? - Chiede senza fiato, la voce un
sussurro. Cosa cazzo ho fatto?
Mi
rendo conto di cosa gli ho chiesto e mi rendo conto che è così ed
ho voglia di piangere. Come è possibile che sia così?
Però
così si spiega il suo autolesionismo, quel suo fare sesso in quel
modo volgare e brutale… mi avvicino sul letto e gli metto il
braccio su cui appoggio sotto alla nuca, l’attiro a me e gli faccio
da cuscino, alzo la gamba sopra la sua e l’attorciglio impedendogli
di scappare, poi l’accarezzo cercando di tornare dolce come
normalmente so essere.
Il
buio nei suoi occhi, cerco di richiamarlo a me, farlo tornare. È
stordito, non capisce che diavolo sia successo. Mike, sei una vera
merda a volte.
-
Perché fai sesso in un modo che… sembra richiami una volta precisa
che ti ha segnato… sembra che cerchi di cancellarla con altre tutte
uguali… pensi che un giorno, con tante scopate uguali, ti scorderai
la prima? - Vorrei dire che ne dubito, che dovrebbe cercare di
rimpiazzare quei brutti ricordi con altri belli, ma poi mi direbbe
che non ha nessuno con cui crearne di belli, che vorrebbe me ma io
gli direi che non posso. Che stanotte è stata una parentesi, che
volevo solo mostrargli la via ma che non posso percorrerla con lui.
Solo
ora, mentre mi compongo il dialogo in testa, mi rendo conto di quanto
idiota io sia stato ad avvicinarmi tanto. È che ci tengo ma non
posso.
Devo
fare qualcosa. Adesso che ho aperto il vaso ed i demoni sono usciti,
devo trovare la speranza sul fondo. Ci deve essere qualcosa che posso
fare.
Non
ho mai visto nessuno trasformarsi più repentinamente. Corruga la
fronte e lentamente il viso diventa una smorfia di odio, dolore,
rancore, buio. Poi stringe gli occhi e allora gli nascondo il viso
contro la mia spalla, mi chino per fargli da coperta ed inclino la
testa contro la sua, lo tengo a me in silenzio. Quando vorrà
parlarne… oddio, non pensavo potesse essere una cosa simile.
Si
drogava per questo. E probabilmente avrà anche tentato il suicidio.
Quanto
male deve essere stato?
Si
odia al punto da ridursi così. Si fa trattare in modo orrendo… non
può vivere così per sempre, non può.
-
Dovresti cercare di rimpiazzare quegli orribili ricordi con altri più
belli, non con altri tutti uguali. Non potrai mai abituarti a quegli
orrori. - Non lo so con certezza, immagino sia così.
Stringe
la presa, mi ha circondato con le braccia ed ora non mi lascerà più.
Posso rimanerci quanto vuole, ora come ora vorrei solo poter
estirpare da lui questo incubo.
-
E’ così che hai cominciato a drogarti? - A questo punto bisogna
parlarne.
Annuisce.
-
E sei scivolato nel buio sempre più, cominciando a fare cose sempre
peggiori… come degradarti, ferirti, cercare altri uomini nella
speranza che cancellassero quei ricordi… - Vado senza sapere che
cazzo dico, non ne ho idea. Lo dico e basta.
-
Poi hai incontrato Sam che ti somigliava e ti ha detto di smetterla,
hai provato a raddrizzarti, ci hai sperato però poi alla fine era
come sempre. Perché non sono le donne che ti piacciono più di
tanto, perché lei è troppo simile a te, perché ci sono un sacco di
perché. Però lei alla fine ti ha aiutato ad uscire dalla droga,
quindi vuoi ringraziarla standole accanto ed aiutandola tu in qualche
modo. Ed ora finisce che insieme vi fate solo più male, che lei ti
ama, tu no ma le vuoi bene e non vuoi piantarla e basta rischiando
che poi la faccia finita o non arrivi più ad andare avanti. Perché
comunque del sentimento c’è ma non quello sufficiente per farti
amare la vita, farti amare te stesso. Ed ora sei qua, ti sei buttato,
hai rischiato e non sai se con la musica andrà. E se non dovesse
essere come farai? E con tutti questi problemi e dubbi arrivo io e…
- mi fermo, cosa sto dicendo? Sto raccontando la sua vita come se la
conoscesi davvero. Sto solo improvvisando, non so niente. Mai lui sta
fermo contro di me e non dice nulla, non so cosa pensi, non so se è
vero quello che dico, non so… non so cosa gli ho fatto davvero…
stringo le labbra contrariato, poi riprendo con una punta di
rimprovero verso me stesso. Penso di avergli fatto molto peggio di
quel che credevo.
-
E ti rovino. Ci prendiamo subito, c’è il colpo di fulmine, tu ti
innamori facilmente, c’è attrazione, non riusciamo a smettere di
avere contatti sessuali ma io sono pieno di dubbi, insicurezze, devo
programmare tutto, devo sapere tutto. Ed ho la mia fede, i miei
principi, le mie idee da cui non mi smuovo… e voglio un’amicizia,
ma quando ci proviamo ricaschiamo sempre l’uno nelle braccia
dell’altro, come fossimo incapaci di stare separati. Come se non
potessimo starci lontani. E cedo sistematicamente a te, ti illudo, tu
speri, poi torno in me, ci ripenso, torno all’amicizia, poi torno
ad infilarmi fra le tue gambe… e ti faccio male, ti porto lontano
dalla stabilità, lontano dal mondo, lontano da tutto. Ti sto facendo
male, Chester. Io non so cosa voglio. Cioè lo so però poi agisco in
controsenso e potrei andare avanti così tutta la vita. - Mi fermo,
lo faccio respirare, gli sto leggendo dentro con una facilità
disarmante, non sa che dire, non sa che fare. Non so da dove cazzo mi
vengano queste cose ma le so.
Poi
gli carezzo la nuca e continuo delicato sul suo orecchio:
-
Non è più una questione di cosa voglio io e di cosa è meglio per
me, come ho sempre detto. Ora che so come stanno le cose, Chester, è
una questione di cosa è veramente meglio per te. Perché io non sono
stabile, io ci penso e ripenso e cambio idea di continuo. E vivo con
la ragione che mi dice una cosa e l’istinto che mi fa fare
tutt’altro. Ma non è vivere bene, non è essere coerenti, non è
essere tutti di una persona. E tu hai bisogno di coerenza, di una
persona sempre tua, completamente, che ti curi, che veda di te. Una
persona forte per entrambi. Sam non è forte nemmeno per sé stessa.
Ed io lo sono, ma non riesco a mettermi d’accordo con me stesso…
non riesco a mettermi in pace. E Sam c’è e non è giusto che la
lasci, perché hai ragione. Devi ricambiare quello che ha fatto per
te. E poi io indipendentemente da questo non so se sono disposto a
vivere una vita nascosto per poter stare con te. Non sono tipo che si
nasconde, odio farlo, non ne sono capace. Ho tanti se, tanti ma,
tanti dubbi, tante domande a cui ancora non so rispondere. È presto
per me, ho appena scoperto questi impulsi omosessuali, ho appena
scoperto questo mondo. Non so gestirlo, non so cosa pensare, non so
come comportarmi.
Chester,
devi camminare dritto, devi trovare la gioia di vivere ma io sono la
causa del tuo male interiore, ora come ora. Stavi per trovare una
specie di equilibrio quando sei venuto qua. Io te l’ho spazzato via
in un attimo. Ti faccio male, di faccio troppo male. Per questo non
possiamo… per questo… non è giusto. Non per me, non perché non
lo voglio… ma per te… perché a te serve altro. Sicurezza,
stabilità, forza, costanza. Amore. - Non voglio dirlo di nuovo, l’ho
detto tante di quelle volte in due settimane che mi faccio paura da
solo. Non posso dirlo di nuovo.
Chester
però stringe, non ha detto una sola parola, forse nemmeno piange,
non so cosa fa.
Cerco
di staccarmi un po’ per poterlo guardare, devo capire cosa pensa.
Lo
obbligo ad alzare lo sguardo, riusciamo a vederci, gli tengo il viso
con una mano e continuo ad accarezzarlo col pollice, è piccolo,
sembra tanto piccolo.
Mi
si stringe il cuore.
È
perso, è impressionato, è shockato. Ci ho preso su tutto, non so
come ho fatto. Ora capisce che ho ragione, razionalmente è così ma…
ma..
-
Stanotte ho capito che ti amo già e questo potrà solo fottutamente
crescere, qualunque cosa tu farai. Non ci sarà niente in grado di
farmi smettere. Quindi… sia che tu voglia continuare così oppure
tornare a quella stupida falsa amicizia… ma non smettere mai di
starmi vicino. Nel fottuto modo che vuoi, ma non lasciarmi mai. Mi
accontento di tutto. -
E’
il suo degrado continuo, non deve sempre farsi del male, deve
scegliere sé stesso. Non sono riuscito a farglielo capire.
Pur
di stare con me è disposto a tutto, anche a torturarsi guardandomi
come amico.
Io
non so più cosa sia giusto fare, a questo punto.
È
tutto così presto, siamo così giovani, non so proprio come
comportarmi, cosa pensare, cosa fare… non so… non ho idea, non mi
è mai successo niente di simile e vorrei solo poter vedere il futuro
e sapere come ci ridurremmo, ma non ho una sfera di cristallo e devo…
devo improvvisare ancora… non so se faccio bene o male, non so se
sarà la fine o l’inizio, non so niente ma qualcosa la devo fare,
quindi gli bacio la fronte e mi stendo meglio sulla schiena
circondandolo col braccio. Lo tiro su di me, si stende non credendoci
e me lo metto meglio, poi carezzandolo sto con lui così in silenzio.
Senza dire niente. Non so cosa farò. Non lo so proprio. So solo che
non posso lasciarlo solo, non posso andarmene, non posso piantarlo.
Questo è tutto quello che so.”