CAPITOLO XXV:
UN
POSTO PER LA MIA TESTA CON TE
“Mi
sono svegliato in un sogno oggi, pensavo di avere le visioni, poi
però Mike era vero, cazzo. Pensavo di sognare perché non avevo il
solito fottuto freddo che provo sempre.
Stiamo
così per un po’, mi stringe a sé delicato ed io sono fottutamente
fuori di me per quello che ha detto. Non so quanto questa sensazione
resterà.
La
mia infanzia di merda che lui ha così brevemente ma precisamente
citato. La mia violenza, la merda costante di sempre, i genitori che
mi hanno piantato, io da solo, la fame, le aggressioni, i suicidi dei
miei amici… quanta merda ho dovuto ingoiare? Lui ne ha parlato e
dopo di che mi ha abbracciato, non so cosa cazzo voglia dire. Io gli
ho solo chiesto di starmi vicino lo stesso, in qualunque fottuto modo
voglia, anche solo come amico.
Mi
illudo per un momento che voglia stare con me, che siamo una coppia
vera, che mi ami anche lui, che questa non sia pietà o che cazzo è.
Mi
illudo così per poi ricordarmi che sto fingendo di essere dove non
sono. Non sono in una splendida casa a vivere con il mio compagno,
sono in una merda di buco e lui è qua per puro culo, appena si
riprenderà se ne andrà comunque, come hanno sempre fatto tutti.
Però
per il momento un piccolo assaggio di ipocrisia, posso illudermi che
sia tutto perfetto, come ho sempre sognato.
Come
cazzo ha fatto, comunque, a prenderci su tutto?
Mi
ha visto dentro, ha trovato tutto quello che mi è successo, l’ha
immaginato e ci è andato dannatamente vicino, cazzo.
Le
sue parole mi fanno capire che sono rimasto nella scia dell'errore,
sempre in mezzo alla droga ed io sono un ex tossico. Ho smesso da
poco. Non imparerò mai dai miei fottuti sbagli.
Mi
ha detto che se sto qua potrei tornare a farmi ma io sono
fottutamente lento a reagire perché anche se è così vicino a me
rimane ancora troppo distante, non vuole stare veramente con me. Mi
abbraccia, mi stringe, mi accarezza, mi fa sentire in paradiso ma non
è qua, sta pensando a cosa fare, come andarsene, come rimanere
comunque solo un amico pur standomi vicino come gli ho chiesto.
È
così distante e non posso riportarlo indietro come prima, prima
quando abbiamo parlato e lui era qua per me. Ora sta pensando ai
cazzi suoi.
E'
vero quello che ha detto, mi odio ed il modo in cui mi sento, questa
mia fragilità di merda, questa voglia di ferirmi e scopare come un
maledetto è solo per dimenticare la prima, ma adesso… adesso che
mi hai fatto sentire così bene… Mike, come diavolo pensi che possa
vivere come dici tu se non starai veramente con me? Se non sarai tu
ad amarmi, a darmi tutto quel piacere, a curarmi… questa
beatitudine è stata fottutamente promessa dal tuo viso, il suono
della tua voce ha dipinto nei miei ricordi quel che mi è successo
con una precisione matematica. Ed ora mi tieni con te anche se non
sei veramente con me perché non sai veramente che cazzo fare.
Però
stare con te, ora, così, e poi dopo aver scopato due volte in quel
modo mi fa vedere come sei. Ci tieni davvero, non lo fai tanto per
fare. Però penso anche che non mi ami come ti amo io.
Potrei
umiliarmi, per te, e forse finirò per farlo. Ma il punto è uno.
Adesso vedo il vero Mike nella sua completezza e so quanto non provi
la stessa cosa per me.
Chiudo
gli occhi, il tuo viso è sempre dentro di me anche quando non
guardo.
Speravo di riuscire a tenere tutto dentro però l’ho
detto, ho detto che lo amo.
L’ho
colpito e lui hai colpito me a sua volta. Siamo caduti a terra,
abbiamo fatto l’amore due volte come non avremmo dovuto se
l’intenzione non è quella di stare veramente insieme. Per me è un
umiliazione, è dolore, è male, per lui è un andare contro sé
stesso ed i suoi cazzo di principi e so che lo fa star male.
Però
l’abbiamo fatto, siamo caduti come coglioni andando contro le
nostre decisioni ed il resto del giorno rimane immobile, potrebbe
fermarsi il tempo, per un momento lo penso. È sottile la linea fra
questo istante e quello futuro che avverrà fra un po’. Quando
scoccheranno le maledette dieci e mia moglie tornerà. È una linea
fottutamente sottile. Eppure mi pare che si sia fermata.
- Quando
le cose vanno male fingo che il passato non sia reale, ma ora sono
intrappolato in questi ricordi che non mi lasciano in pace qualunque
cosa io faccia. - Ammetto alla fine parlando contro il suo collo.
Sussulta, lo solletico. Vorrei tornare ad averlo dentro.
- Ma
sono cose passate, non possono tornare, le hai superate in qualche
modo. Se continui a tenertele lì e a riviverle volta dopo volta non
le supererai mai davvero. Ora sei lontano, hai fatto tanta strada.
Guarda avanti. - Sono belle parole, le sue, ma sono parole di chi non
ha vissuto quello che ho vissuto io. Con amarezza non posso che
dirglielo.
-
No, non importa quanto sono arrivato lontano, non vedo l’ora di
vedere il domani perché è oggi è sempre la stessa merda. E quando
mi sveglio scopro che anche quel fottuto domani era come ieri. E non
cambia mai un cazzo. Quei fottuti ricordi sono sempre lì. -
Ma
ora spero che domani tu ci sia con me anche se so che è solo un
illusione fottuta. So che se tu ci fossi queste merde andrebbero
finalmente via, ma tutto quel che potrò avere di te è il tuo viso
quando chiuderò gli occhi e da ora terrò tutto dentro perché non
posso tornare a fottermi in questo modo dicendo che ti amo e
costringerti così, con la pietà di merda, ad andare contro te
stesso e restare con me.
Se
non vuoi, non devi, allora la smetterò di dirtelo e di chiedertelo
così che tu possa essere sempre onesto e sincero con te ma
soprattutto con me.
Non
fa in tempo a rispondermi perché la porta si apre ed è ora che
capisco precisamente quanto nella merda sono.
-
Cazzo, sono già le dieci?! - Ringhio a denti stretti, ok che sa
tutto ma farmi trovare a letto con lui è comunque diverso…
insomma, non posso arrivare a tanto nemmeno io. Credo.
Non
che lei non vada con chi vuole, ma lei lo fa per ripicca nei miei
confronti, non perché ha davvero bisogno di scopare con altri.
Mike
schizza in piedi come una molla ed è la persona più veloce che io
abbia mai visto.
Io
faccio altrettanto ma con un secondo di ritardo rispetto a lui, cerca
dei vestiti che gli vadano, ha una faccia atroce ma non sto a cercare
di capire cosa diavolo pensi.
La
fretta incombe e capendo che devo fare qualcosa e subito, schizzo di
là nudo come sono.
-
Vestiti e cerca di andartene senza farti vedere! - sibilo.
Mike
tenta di chiedermi come dovrebbe fare visto che siamo al quinto
piano, che le finestre hanno le grate e non c’è una fottuta uscita
d’emergenza, ma non gli do il tempo di chiederlo. Esco subito e la
vedo.
Sam
è in soggiorno che accarezza Mister, quando mi vede nudo è la fine
perché capisce.
Io
dormo nudo solo quando scopo, altrimenti mi metto sempre i boxer.
Ok,
stronzo, ora affronta la realtà.
Potrebbe
essere il momento perfetto per piantarla e spingere Mike a provarci
seriamente con me!
Succede
comunque tutto troppo in fretta, lei mi fulmina, io alzo le mani in
segno di placcaggio ma non ha molto effetto.
-
E’ ancora di là? - Non immagina che sia Mike, non penso. Sa che le
cose fra noi sono un casino e che ci siamo andati via da casa sua
perché ci eravamo tipo lasciati…
-
Sam, dai… - Ma non so che cazzo dire in realtà ed il punto
sostanzialmente è solo questo.
Ha
ragione, non posso portarmi il sesso a casa.
Ed
il tavolo è sporco dei nostri spermi… e cazzo, ci sono i nostri
vestiti per terra… porca di quella puttana, se nota che sono i
suoi…
Vedendo
che li guardo anche lei si gira e proprio mentre mi sta per urlare
furiosa ‘E NON DIRMI SAM DAI!’ come fa sempre in quei casi, si
volta e vede. È peggio, lo so che è peggio perché finchè si
tratta di scopate prive di senso per soddisfare il mio lato da frocio
è un conto, ma quando si tratta di andare con chi amo, e lei lo sa
che lo amo perché lei sa sempre tutto di me, è fottutamente
diverso.
-
E’ lui… - Mormora piano a sé stessa, shockata ed incredula. Gli
occhi sgranati, la luce del raptus che ogni tanto la prende. Se non
avessi appena scopato con Mike avrei voglia di farmi picchiare ma ora
sto bene e volevo rimanerci almeno finchè lui non se ne andava.
Torna
verso di me, punta come una furia omicida la porta della camera e si
scaglia come una scheggia per entrare, io mi metto in mezzo e la
fermo, quindi lei comincia a lottare.
-
SAM PIANTALA! ANCHE SE VEDI CHI E’ CHE CAZZO TI CAMBIA! - Voglio
solo evitare a Mike questa scenata pietosa o non metterà più piede
qua.
Lei
continua a divincolarsi tentando di superarmi ma cerco di fermarla,
la tengo per i polsi ed intanto urla anche lei come un’invasata
isterica:
-
IO SO CHI E’! VOGLIO SOLO VEDERLO NEGLI OCCHI E CHIEDERGLI COSA
CAZZO CREDE DI FARE ORA! TI PRENDE E TI MOLLA E VOI FATE I VOSTRI
PORCI COMODI CON ME QUA! CI SONO ANCHE IO, TROIA! E ABBI LE PALLE DI
LASCIARMI SE VUOI VIVERE LA TUA BELLA STORIA D’AMORE CON LUI! - Ha
anche ragione ma è molto più complicato di così!
-
Sam, lascialo stare, lui non c’entra, sono io che… - Cerco
comunque di convincerla a non ucciderlo e lei mi sovrasta con la
voce. E dire che la mia è bella forte!
-
LO SO CHE SEI TU LA TROIA MA LUI E’ QUELLO CHE VA CON LA TROIA! -
E
forse doveva evitare di insultare Mike perché scatto prima ancora di
rendermene conto, la prendo per le braccia e la spingo contro il muro
distante dalla camera, quindi mi premo contro e urlo alla sua stessa
altezza.
-
E LASCIALO IN PACE, CAZZO! -
Penso
di fare peggio perché così lei esce completamente di testa e
sicuramente se vede Mike in queste condizioni l’aggredisce
fisicamente. Se c’è una donna di cui bisogna aver paura è Sam.”
“A
questo non posso certo restare dentro a nascondermi.
Ha
ragione, sono uno stronzo, mi sto comportando ripetutamente male e lo
sto facendo con il suo uomo e non solo. L’ho fatto con lui due
volte in casa loro. Non è che si può evitare di affrontare sé
stessi, no?
Esco
e inghiotto a vuoto, spero di uscirne vivo.
Quando
mi vede mi fissa come un serpente furioso fa con una preda che gli è
sfuggita per molto.
Io
sono quella preda.
Bene,
Mike, ora che ci sei che diavolo fai?
Mi
scuso, magari?
-
Mi dispiace, Samantah, so che non ci sono scuse per quello che ho
fatto ma il minimo è questo. - Del resto è successo davvero e non
posso far finta di nulla. Siamo stati incoscienti, potevamo farlo a
casa mia. Certo non era programmata, non volevo.
Però
ora la pago.
Lei
nel vedermi ha uno scatto d’adrenalina pazzesca e non vedendoci più
dalla rabbia prende e mi viene addosso come una furia umana.
Sfuggita
da Chester che cerca di riprenderla, mi spinge con violenza
insospettabile e finisco contro la porta appena chiusa della camera.
Cerco
di fermarla mettendo le mani avanti e Chester da dietro la riprende,
poi lei comincia mentre lui la tira via.
-
NON ERI TU CHE GLI TENEVI LA TESTA NEL CESSO MENTRE VOMITAVA! NON ERI
TU CHE SUBIVI LE SUE FOLLIE, LE SUE ALLUCINAZIONI, I SUOI DELIRI! NON
SEI TU CHE GLI HAI TOLTO QUEL CAZZO DI COLTELLO DI MANO VENTI VOLTE!
NON SEI TU CHE L’HAI VISTO FARSI E CHE L’HAI PREGATO IN GINOCCHIO
DI SMETTERE! NON SEI TU CHE L’HAI PORTATO IN OSPEDALE PER
UN’OVERDOSE! NON SEI TU CHE SEI RIUSCITO A CONVINCERLO A SMETTERE
DI FARSI! NON SEI TU CHE LO SOPPORTI NEI SUOI MOMENTI PSICOTICI DI
AUTO LESIONISMO! NON SEI TU CHE STAI CON LUI QUANDO VUOLE TORNARE A
FARSI! NON SEI TU CHE L’HAI AIUTATO, CHE L’HAI SOPPORTATO, CHE
SEI AFFONDATO CON LUI, NON SEI TU! TU NON HAI FATTO UN CAZZO PER LUI!
TU GLI STAI FACENDO TORNARE LA VOGLIA DI FARSI! TU LO STAI MANDANDO
DI NUOVO NELLA MERDA! COSA CAZZO VUOI DA LUI? LASCIALO IN PACE,
STRONZO! -
E’
come una doccia gelata improvvisa.
Non
penso d’aver subito mai uno shock maggiore.
Improvvisamente
ho una chiara e precisa visione di quello che hanno passato e di
quello che è il loro rapporto e soprattutto capisco perché lui non
la può lasciare anche se non la ama.
Perché
se è ancora vivo è merito suo.
Ed
io non ho alcun diritto di rovinarlo o portarglielo via, anche perchè
non sono nemmeno sicuro di cosa provo e cosa voglio.
Sto
in silenzio, non so cosa dire, non c’è niente da dire.
Sto
zitto e spero che l’incubo abbia fine perché ho bisogno di
chiudermi e pensare a che cazzo ho fatto e che cazzo devo fare ora.
Chester
riesce a spingerla via e l’addita come se l’avesse insultato
pesantemente, come se fosse lei in torto.
-
E PIANTALA DI RINFACCIARMI TUTTO! NON SONO IO CHE TI HO CHIESTO DI
STARMI VICINO LO STESSO E DI RESTARE! -
Samantah
torna su di lui e mi ignora di nuovo ma sono congelato, ho i piedi di
piombo e non riesco a muovermi. Sto malissimo ed il punto è che sono
una merda e non so come fare.
-
TI RINFACCIO QUANTO VOGLIO PERCHE’ SONO IO CHE MI SONO PRESA CURA
DI TE! SE SEI VIVO E’ PER MERITO MIO E PRETENDO COME MINIMO DEL
RISPETTO! NON VOGLIO CHE CI SIANO I TUOI AMANTI IN CASA E NON VOGLIO
CHE TI SCOPI LUI! -
Chester
scatta verso di lei, sembra voglia metterle le mani addosso quindi
arrivo in fretta e lo cingo per la vita cercando di evitare un
omicidio, lui urla con una potenza devastante ma forse sono
devastanti le cose che dice, il modo, la disperazione, l’odio,
l’angoscia.
-
PERCHE’ CAZZO L’HAI FATTO? PERCHE’ CAZZO NON MI HAI LASCIATO
MORIRE, SE MI ODI? PER AVERE QUALCOSA IN CAMBIO? LA GENTE NON SI
AIUTA PER UN TORNACONTO! TU DICI DI AMARMI MA POI PRETENDI CHE IO SIA
COME VUOI TU! PRETENDI CHE IO SIA ETERO, CHE TI AMI E CHE SIA
CONSACRATO A TE! QUANDO MI FACEVO TE L’HO DETTO CHE SONO FROCIO E
CHE ANCHE SE CON TE HO PROVATO A VIVERE UNA VITA NORMALE NON SONO
CAMBIATO! VOGLIO SCOPARMI I RAGAZZI E NON PUOI PRETENDERE CHE TI AMI!
NON TI AMO! TE L’HO DETTO MILLE VOLTE! E TI RINGRAZIO PER AVERMI
SALVATO MA ERA MEGLIO SE MI LASCIAVI MORIRE, VISTO CHE SEI OGNI CAZZO
DI VOLTA A DIRMELO E A PRETENDERE DA ME CHE FACCIA QUEL CAZZO CHE
VUOI! CI HO PROVATO, NON CI RIESCO, NON SONO IO QUELLO CHE TU VUOI
CHE IO SIA! LO CAPISCI, PORCA TROIA, CHE NON POSSO AMARTI? -
Lei,
però, ha la forza, la furia e la rabbia di rispondere, non urla ai
suoi livelli, il tono è calato perché è rimasta ferita ed a questo
reagisce con una voce più incrinata, sta per spezzarsi ed io non
voglio vederlo perché mi dispiace per lei, non è giusto quello che
le stiamo facendo però Chester non ha tutti i torti. Non può
pretendere di cambiarlo e di avere qualcosa in cambio da lui, se vede
che non è in grado di darglielo, di darle quella vita serena, felice
e perfetta che vorrebbe, perché non lo lascia e basta?
-
Forse un giorno sarò proprio come te e calpesterò le persone come
fai tu e scapperò dalle persone che pensavo di conoscere! Ricordo
chi eri. Quando ci siamo conosciuti eri al degrado ma di solito eri
anche calmo e poi eri forte, eri generoso, ma avresti dovuto sapere
già all'ora chi eri. Perché hai cercato di essere chi non eri, di
illudermi così? Hai fatto sì che mi innamorassi di te ed io ero
solo un fottuto esperimento per vedere come potevi vivere la tua
vita! Ora che vedi che c’è solo un modo pensi di potermi scaricare
senza ricambiare tutto quello che ho fatto per te? Pensi che basti
dirmi che non sono più gradita? Ora vedi quanto sei calmo, tutto
solo. Tu e la tua solita merda! Sicuramente tornerai a farti! Chissà
poi quante malattie veneree hai! Cazzo, Chester, non vedi al di là
di te stesso! Vedi solo chi sei tue e cosa vuoi tu! Sono così stufa
della tensione, stufa della fame che patisco per colpa tua! Dammi una
vita che valga la pena di vivere, prima di scaricarmi! Non è gratis
quello che ho patito per te! - E’ un discorso agghiacciante, lo
sono entrambi ed io più che separarli e cercare di evitare che si
uccidano, non so proprio che fare. È davvero atroce sentire queste
cose ed onestamente non so… non so proprio che fare… perché è
un mondo in cui io non c’entro.
Chester
smette di gridare, sibila e la cosa mi spaventa di più perché vedo
la vena del suo collo pulsare come una matta, vedo la sua pelle
diventare rossa, vedo i suoi occhi diventare due fessure minuscole e
l’odio sputa fuori dalla bocca insieme alle sue parole.
-
Ed io sono stufo di te che ti atteggi come se io ti dovessi la mia
esistenza! Volevo morire e non me l’hai permesso, ora sono vivo e
sono sempre nella merda, non è cambiato un cazzo. Che merito
dovresti avere? Trovati un altro posto per nutrire la tua avidità,
stai con me solo perché speri che ti dia la vita che non sei capace
di trovarti e di farti da sola, allora vuoi che te la dia io! Io
voglio solo stare in pace e magari anche distruggermi! Voglio trovare
un posto per riposare, sono stufo anche io della tensione e della
fame, cosa cazzo credi? Pensi che prima di te me la passassi bene?
Sai cosa cazzo ho subito! Voglio solo morire una buona volta,
smettere di sbattermi e trovare sempre le stesse merde! Tu mi dici di
doverti qualcosa, un ringraziamento, il rispetto, la mia vita, dei
soldi, il cibo, la serenità, la felicità, la mia fedeltà, il mio
amore, il mio cuore, la mia anima, la mia sessualità. Però la
verità è che cerchi solo di prendere il meglio da me ed io voglio
solo che tu te ne vada. Vattene via, vattene, lasciami in pace. -
Lo
tengo mentre lui comincia a dire piano queste cose sussurrandole
incisivo e tagliente, carico di odio e una ferocia che mi spaventa,
ma Samantah continua dall’altra parte, in disaccordo con quello che
dice, smarrita ma fuori di sé.
-
Non capisco quello che dici! Perché diavolo fai questi discorsi? È
il minimo che tu ricambi! Sei tu che dovresti farlo, non io che te lo
impongo! Lo vedi che sei un pezzo di merda? E poi io che cerco di
prendere il meglio di te? E qual è questo meglio? Sei uno schizzato
autolesionista perdente che tornerà sicuramente a farsi e che si
ammazzerà molto presto! Quale cazzo di meglio c’è in te che io
voglio prendermi? Se ci fosse certo che lo vorrei, me lo meriterei!
Ma c’è solo il marcio ormai in te! -
Lei
ripete questo, lui le sue ultime frasi per poi soffermarsi con una
rabbia crescente sul ‘vattene via’ che va e va e va e ad un certo
punto non riesco più a tenerlo.
Finisce
che sguscia dalla mia presa e dà un pugno violento contro il muro a
pochi centimetri da lei. E lo fa urlando con una potenza devastante
quei suoi ‘VATTENE VIA!’ che mi fanno accapponare la pelle.
Mi
salgono le lacrime agli occhi, capisco entrambi e non so, non so
proprio cosa fare, cosa dire.
Cerco
di riprenderlo, lui si lascia portare via e smette di urlare e
strepitare. Molle fra le mie mani mi si prende alla felpa, ho dovuto
mettere la sua perché i miei vestiti erano qua, ho preso una tuta
comoda.
Lo
circondo, lo tiro via e lui continua, nascondendo il viso contro il
mio petto. Continua a ripetere piano fra sé e sé questa litania
come fosse un autistico.
‘Cerchi
di prendere il meglio da me, vattene via.’
Io
ho paura, ho una fottuta paura che sia impazzito davvero, che non
tornerà mai come prima, anche se poi nemmeno come prima va bene.
Non
so cosa posso fare, non lo so proprio, quindi solo lo prendo e senza
il coraggio di guardare Samantah pietrificata là contro il muro, lo
vesto in fretta e furia coi vestiti di ieri sera ed esco di casa con
lui.
Non
so cosa posso dire, non so cosa posso fare, non so se dopotutto
qualcosa da dire ci sia.
E
vorrei sapere cosa sarà da ora in poi perché onestamente non ne ho
la più pallida idea.
Solo
in macchina -la sua-, dopo qualche minuto che ha smesso di blaterare
e che guido verso casa mia da un po’, sussurra con il viso contro
il finestrino. Sussurra come se parlasse da solo e vedesse la notte
che invece non c’è. C’è solo un sole maledetto. E mi preoccupo
perché parla di una luna mentre guarda il sole.
-
Guardo il modo in cui la luna sta nel cielo nella notte buia
splendendo con la luce proveniente dal sole. Ma il sole non dà la
luce alla luna pretendendo che la luna gli debba tutto. Mi fa pensare
a come lei si comporta con me. Fa favori e poi rapidamente si volta e
incomincia a chiedermi quello che vuole in cambio da me. Sono stufo,
non ce la faccio più così. Perché è vero che mi ha salvato la
vita e che le devo tanto, ma è anche vero che la vita che mi ha dato
è comunque una merda e giorno dopo giorno continuo a volerla vivere
sempre di meno. Ed io penso che poteva fare a meno di salvarmi, a
questo punto. Voglio essere in un altro posto, vorrei non essere mai
nato dove sono nato, mai averla incontrata, mai averla sposata per
provare ad essere chi non sono, mai aver cominciato questa stupida
vita di merda. Vorrei essere da un’altra parte, con una persona che
mi ama e che amo anche io. Una vita normale, come tutti, dei figli,
niente droga alle spalle… niente violenza da dimenticare… niente
bestie da estirpare da dentro. E quando gliene parlo lei non capisce
e odio quando dice che non capisce. È come se non riuscissimo a
capirci per un cazzo, come se fossimo incompatibili. Non siamo
destinati ad amarci, ad essere una coppia… voglio stare davvero
bene, come dici tu, voglio amare il piacere, voglio essere in forze e
non vivere con chi spesso considero il nemico. Non voglio guardarmi
allo specchio e farmi schifo. Voglio stare bene… voglio un posto
per la mia fottuta testa che sta marcendo e non so come evitarlo, non
so come curarla, non so come salvarla. Voglio andare via da qua ma
non so nemmeno dove voglio andare, non so… non so un cazzo…
voglio solo riposare… voglio solo stare in pace… -
E'
a questo punto che invece di svoltare per la mia via prendo un’altra
strada e lo porto via, lo porto veramente via, come vuole lui.
Via
da qua, lontano da sé stesso e dalla sua vita. Lo porto lontano.”
_______________________________
Per
chi non sa...
La
vita di Chester è stata molto travagliata, ha subito violenza da
piccolo, la separazione dei suoi dove lo spostavano di continuo, ha
assistito al suicidio di alcuni suoi amici, ha avuto una serie di
varie altre brutte esperienze e per finire è finito tossico e
alcolizzato tentando il suicidio lui stesso. Poi è cosa risaputa che
Samantah l'ha veramente aiutato a smettere di farsi. Purtroppo però
loro due erano troppo simili e troppo fragili, invece che continuare
ad aiutarsi col tempo hanno finito per distruggersi a vicenda e le
cose sono degenerate. Ma non si sa ovviamente se c'era o meno fedeltà
reciproca fra i due.