CAPITOLO XXVII:
STRISCIANTE E DIMENTICATO
 
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"Una volta a casa ci spostiamo in garage dove abbiamo tutti gli strumenti, io mi rilasso suonando il piano quando sono teso od incasinato e dannazione avrei proprio bisogno di pensare ma non riesco a farlo con lui qua.
Non so come fare, per cui cerco di stendere i nervi tesi con la tastiera mentre lascio che anche Chester si rilassi un po' per conto suo, non sarebbe male se riposasse, dopo la sfuriata pazzesca di prima...
Si accascia nel piccolo divano che abbiamo e lì rimane a fissarmi senza più dire mezza parola, non so cosa pensi, si è di nuovo chiuso e da un lato va bene ma dall'altro mi dispiace. So che gli fa male tenere tutto dentro. Prima i suoi pensieri uscivano come un flusso continuo, mi ha impressionato. Lui ha solo bisogno di parlare, parlare e basta, parlare di sé e del proprio profondo come non ha mai fatto.
Le mie dita scorrono sui tasti ed io torno a respirare, è terapeutico.
Chiudo gli occhi e lascio andare le note in libertà mentre nella mente si sovrappongono le immagini di stamattina.
Loro che si urlavano di tutto in quel modo, quelle parole terribili che si sono rinfacciati. Non è una relazione questa. E non so cosa pensa di fare con lei ora, ma se sta con Sam solo per ricambiare quello che ha fatto per lui non funzionerà mai perchè gli serve qualcuno da amare. E' troppo fragile.
Le note scorrono libere, mi immagino i momenti di prima trasformati in canzone, versi si compongono sulle loro parole, su quelle di Chester. Poi semplicemente mi escono tante melodie che spero di ricordarmi, un giorno. Me le figuro con la chitarra elettrica, con la batteria. Sarebbe fantastico fare tutte queste canzoni.
E senza accorgermene il tempo passa come un flusso perpetuo velocizzato.
Quando smetto di suonare le dita sono indolenzite ed i polpastrelli mi fanno anche un po' male però io sto molto meglio.
Non so ancora cosa devo fare ma almeno non sono sull'orlo di scoppiare.
Mi ha impressionato quello che ho visto, quello che ho saputo di lui. Che vita ha vissuto a quest'età? E' così giovane, Dio santo, come può aver passato tutto questo?
Quando alzo la testa lo vedo che scrive e silenzioso mi avvicino. Chissà come scrive le canzoni.
'Strisciando dentro la mia pelle
Queste piaghe non saranno rimarginate
La paura è di cadere
Confondendo ciò che è reale
C’è qualcosa dentro di me che preme sotto la superficie
Consumando, confondendo
Temo che questa mancanza di autocontrollo sia senza fine
Controllando Non mi sembra
Di ritrovare me stesso
Le mie pareti mi stanno intrappolando
(Senza fiducia / Sono convinto che ci sia troppa pressione da sopportare)
Mi sono già sentito in questo modo
Così insicuro
Il disagio si è trascinato su di me all’infinito
Distraendo Reagendo
Contro la mia volontà io resto accanto alla mia immagine riflessa
È ossessionante Come io non ci riesca ad assomigliare
Di ritrovare me stesso
Le mie pareti mi stanno intrappolando
(C’è qualcosa dentro di me che preme sotto la superficie, consumando)
Confondendo ciò che è reale
(Temo che questa mancanza di autocontrollo sia senza fine)
Confondendo ciò che è reale.'
Trattengo il fiato, sapere come si sente in modo tanto preciso, dopo le parole che ha detto prima come un fiume in piena, mi fa davvero impressione. Ci sta ricadendo.
Sta ricadendo in quell'abisso, con tutto sé stesso e se non faccio qualcosa ci finirà dentro molto presto. Non posso permetterlo, devo evitarlo in qualche modo.
Finirà per farsi di nuovo, poi nel peggio di sé cercherà anche di uccidersi. Dio, ti prego, dammi la forza di aiutarlo nel modo giusto, io non so proprio dove sbattere la testa, so solo che devo aiutarlo.
Mi siedo accanto a lui, gli alzo i piedi e me li metto sopra le gambe, quindi prendo un altro blocco e scrivo a mia volta. Scrivo pensando a come si sente lui, riassumo i suoi pensieri, le sue parole, i suoi sfoghi, le sue urla. Scrivo in base a ciò che mi ha trasmesso, che penso di aver capito di lui, che proverei se fossi al suo posto dopo quello che ho saputo. Scrivo i miei versi.
'Da cima a fondo
Dal fondo alla cima mi fermo
Nel mezzo ho dimenticato
Al centro dei miei pensieri
Portato lontano dalla mia sicurezza
L’immagine è là
Il ricordo non fuggirà da me
Ma perché dovrei preoccuparmene?'
Spero capisca cosa voglio dire. Perchè lui è pieno di incubi che ricorda ora dopo ora facendosi del male ma non serve che li tenga in sé. Perchè se ne preoccupa? E' passato, che vada avanti. Però lo so... lo so che...
'C’è un posto così buio che non se ne vede la fine
I cieli si rialzano e sconvolgono quel che tu non puoi difendere
La pioggia poi manda gocciolando una domanda acida
Con forza, il potere della suggestione
Poi con gli occhi serrati, guardando attraverso la ruggine e il marciume
E la polvere, una macchia di luce inonda il pavimento
E fluisce sopra il mondo arrugginito di finzione
Gli occhi si aprono senza sforzo ed è buio di nuovo
Nel ricordo mi troverai
Con gli occhi che bruciano
Il buio mi terrà stretto
Finché il sole non sorgerà'
La sua falsa convinzione di poter vivere una vita normale con lei, l'abisso in cui sprofonda nel continuare ostinato in questo modo sbagliato. Ed i ricordi che non lo lasciano mai in pace. Non può dare gioia a qualcuno se non ce la fa a darla a sé stesso. Ed io so che lui ora è completamente nel buio.
'Muovendomi tutto attorno, urlando per gli alti e i bassi
L’inquinamento manifestato in un suono eterno
Le ruote girano e il tramonto striscia oltre
I lampioni, le catene e il cemento
Un piccolo pezzo di carta con un’immagine disegnata
Vola sulla strada fino a che il vento non cessa
Il ricordo è ora com’era allora l’immagine
Quando la carta è stropicciata non può tornare perfetta di nuovo'
E' un'immagine mentale che mi ricorre spesso in testa, mi perdo sempre a guardare il mondo e ci sono questi momenti in cui registro dei dettagli stupidi. Prima è stato così, in spiaggia. Poco più in là le macchine, l'inquinamento, i lampioni, il cemento, noi sulla spiaggia ed intorno carte  che volavano quando si è alzato il vento e le nuvole sono diventate più consistenti. Ho cercato di vedere cosa c'era sopra quelle carte, ne ho presa una ma l'immagine era comunque rovinata anche se l'ho aperta bene. Questo mi ha fatto pensare a lui.
Lui è così stropicciato e non potrà mai tornare liscio e perfetto come prima. Se mai è stato così. Però cosa possiamo fare? Non può rimanere stropicciato e accartocciato.
A questo punto Chester, che intanto si è tirato su ed ha appoggiato la testa sul mio braccio, dopo aver letto mi prende la penna e scrive sotto i miei versi. E' la prima vera volta che scriviamo insieme ma più che altro stiamo comunicando.
'Ora mi hai colto sul fatto
Tu riporti indietro il pensiero
Ti sto dicendo che
Lo vedo proprio attraverso di te'
Poi riprendo la penna e aggiungo:
'Nel ricordo mi troverai
Con gli occhi che bruciano
Il buio mi terrà stretto
Finché il sole non sorgerà'
Smetto di scrivere e rileggiamo le righe buttate giù, è quasi deleterio se non fosse che poi scivola più in giù sul divano e si accoccola meglio contro di me. Alzo il braccio istintivo capendo che cerca di mettersi meglio e finisce che si tuffa contro il mio fianco, mi mette un braccio intorno allo stomaco e immerge il viso sulla mia maglia.
Dopo un po’ che stiamo così è qua che mormora piano piano, vergognandosi.
- Non lasciarmi ancora. - E’ una preghiera che mi dà un’ondata di calore immensa e non so proprio come fare per sopravvivere. Dovrei essere razionale ed onesto ma non ne sono capace perché… bè, dannazione… mi sta mettendo pressione, non mi fa pensare, non mi dà tempo per essere onesto con me stesso.
Ed io odio che stia male, voglio davvero aiutarlo ma non so come, quindi se mi dice di stare con lui in questo modo come faccio a rifiutarlo e mandarlo via?
Semplicemente non posso.”
 
Mi sento una vera merda, forse sono impazzito del tutto.
Quanto ho parlato oggi con lui? E sto ancora qua a chiedergli di non piantarmi. Faccio pena, faccio proprio pena. Eppure non so smettere, non ce la faccio. E vorrei solo potermi perdere in lui ancora, sento davvero che sarebbe l’unica cosa bella di questo momento di merda.
Non so cosa farò con Sam, non so cosa sarà con la musica, non so cosa combinerò domani e se riuscirò a contrastare ancora questa voglia di farmi che è dannatamente grande.
Però ora sono qua con lui ed anche se non so se rimarrà anche domani, ora c’è e non mi sta allontanando.
Allora fanculo, finchè dura me lo prendo, poi chi se ne fotte, in qualche modo farò.
Ci penserò a quel punto.
È così che mi allungo, inarco la schiena e alzo la testa, quando ci guardiamo da così vicino rimaniamo un istante senza fiato, mi fissa stordito, sa cosa sto per fare, può opporsi, gliene do il tempo ma non fa nulla, quindi mi prendo la sua bocca morbida e calda, da come pulsa so che lo voleva. Gli piaccio, gli piaccio da matti.
Intreccio subito le labbra alle sue così come le lingue, mi viene incontro, mi asseconda.
Mi asseconda.
So che lo vuole ma alla fine mi sta assecondando, non lo fa perché lo vuole. Cioè lo vuole ma sono io a farlo, lui mi accontenta e basta. Però gli piace.
Stanotte l’ha fatto perché lo voleva, era lui.
Non me ne importa, sono pronto a tutto per questo… il suo sapore invade la mia bocca ed è come la droga migliore.
Non riesce a mandarmi via, non ci riuscirà mai.
Non voglio scopare, non voglio fare niente altro che questo. Sentire la sua anima.
Stiamo a baciarci per un tempo praticamente infinito e quando il fottuto telefono vibra per un messaggio, apre gli occhi per riconnettersi col mondo. Lo rapisco, mi basta sfiorarlo e riesco ad averlo sempre.
Siccome vibra di nuovo, alla fine ci separiamo di comune accordo, devo respirare anche io in realtà.
È la cosa più bella di questo momento di merda che mi è iniziato dalla nascita.
E so che non durerà per sempre perché lui aspetta solo che io mi riprenda per tornare a pensare con la sua testa, ma per ora… per ora non posso farne a meno, mi prendo quello che mi fa stare bene in tutti i modi possibili. Poi quando non riuscirò più mi arrenderò e morirò.
Come una droga..
Lo sento imprecare, si strofina il viso ed i capelli e sbuffa quindi sbircio tornando ad appoggiarmi con la testa sul suo braccio.
È Anna.
Ridacchio.
Lo sto mettendo nella merda.
- Stai ancora con lei? - Chiedo tornando un po’ lo stronzo che sono. Mike evita di guardarmi ma risponde come fosse ovvio.
- Certo! Stavo con lei prima che tu arrivassi e chi cazzo lo sa cosa succederà? Cosa le dico? ‘Amore, sono incasinato, abbi pazienza mentre mi schiarisco le idee!’ Dai! Poi l’hai conosciuta, è in gamba, non se lo merita davvero. - Ci rifletto. È vero, la donna dei sogni di tutti, che asseconda l’uomo, non scassa i coglioni, aspetta paziente e fa quello che l’altro vuole.
- Un sogno di donna! - Perché dovrebbe lasciarla, in effetti? Sarebbe un pazzo a farlo, lei è la sua garanzia sul futuro, se con me va male, come è probabile, c’è lei. Ed anche se decidesse per miracolo di stare con me a maggior ragione avrebbe bisogno di una copertura per poter fare quel cazzo che vuole. No, non deve lasciarla e non lo farà mai.
- Però non la vedo da tantissimo e se non faccio qualcosa finirà che ci litigo… - E se ci litiga può finire che dice quante volte ha scopato con me.
Sorrido malefico, mi piacerebbe esserci se lo fa!
Sospira insofferente, lo sto mettendo alle strette. Io da una parte con tutti i miei casini, i miei scleri, il sesso, le coccole, gli implori… e lei dall’altro con la sua costante fermezza semplice, col suo modo di prenderlo per il verso giusto, col suo sapere sempre cosa Mike vuole… col fattore tempo… loro due si conoscono da una vita. E poi lei è una donna, la vita con lei sarebbe facilissima.
Lo stiamo mettendo in croce e lei nemmeno lo sa.
Il punto è che se fosse una stronza sarebbe più facile, ma non posso badare a queste cose. Devo sopravvivere.
Allora infilo la mano sotto la maglia e raggiungo i suoi capezzoli, mentre lui cerca qualcosa da dirle io gli bacio il collo fino a leccarlo e mordicchiarlo.
Fino a che non lo succhio sentitamente, coi suoi sospiri e la testa piegata di là. Mi si dà sempre, basta che gli soffi contro.
Ridacchio contro la sua pelle che ora è mia.
So come fare per tenermi chi voglio ed allo stesso tempo so come fare per allontanarlo.
Penso per un istante a Sam. Non so se sono ancora pronto a farla andare via.
Lei è una promessa per me. La promessa della mia fine.
E dopotutto è vero che ha fatto tanto per me.
Sospiro.
Non so proprio cosa sia il caso di fare, però so cosa voglio.
Voglio Mike.
E so anche come averlo.
Nel giro di poco lascia perdere il cellulare ed Anna, lo mette da parte e lascia che gli salga sopra.
È rigenerante.
È fottutamente rigenerante.
Non riesco a farne a meno, non posso.
Gli tolgo impetuoso la maglia e scendo sul suo torace, gli lecco alcuni punti e la sua testa all’indietro mi fa morire. È abbandonato a me e sento come si eccita. Il suo cazzo è di nuovo gonfio contro di me.
Bene, è meglio che me ne prenda cura od esploderà.
Infilo la mano sotto ai pantaloni e mi alzo leggermente in modo da avere un accesso perfetto.
Mentre mi occupo del suo cazzo con la mano, lui sospira e mi tiene per i fianchi.
Non ha molta voglia di fare la cosa giusta.
Penso che se fosse per noi e basta scoperemmo fino alla fine del mondo.
La bocca risale sulla sua, gliela succhio e mi infilo con la lingua. È qualcosa di meraviglioso il calore che mi trasmette solo accogliendo la mia lingua nella bocca.
Posso stare qua per sempre.
Cazzo, fa che sia per sempre.
Quando viene nella mia mano e si sporca sorrido sulle sue labbra, gliele bacio più leggero e respiro il suo ossigeno. Apro gli occhi e lo vedo, è stralunato, stravolto, sudato e non sa che cazzo fare. E porca puttana quanto me ne sto innamorando.
Lo trovo splendido anche se forse non lo è.
Lo vedo io così.
Perfetto, meraviglioso, mio.
Tutto quello che voglio. Niente altro che lui.
La mia salvezza, la mia ragione.
Ed i baci riprendono incessanti, senza fine, senza possibilità di scampo.
Fanculo tutto, voglio lui a tutti i costi e se non lo potrò avere non mi fotterà più un cazzo.
È la mia ultima speranza di salvezza, voglio farcela questa volta. Non voglio fallire come ho fatto tutte le altre volte.
Voglio farcela, voglio fottutamente farcela.
E per farcela lui è il solo.”