CAPITOLO XXXIV:
PROVOCAZIONI
 
 
E’ una specie di corsa contro il tempo.
Sbrigarsi a fare tutto il possibile prima che Mike cambi di nuovo idea e torni ancora sui suoi fottuti passi.
Quando finisco di lavorare corro a casa e mi lavo tirando via il grasso del cazzo che mi ricopre, l’acqua è fredda. Cazzo, ci hanno staccato il metano.
Me ne sbatto, in fretta e furia esco, i capelli sono bagnati ma tanto poi ci facciamo la tinta.
Ci rifletto. Mike va a cicli… cicli in cui vuole fare il bravo ragazzo e cerca tutti i modi di merda per allontanarsi da me ed altri in cui vuole fare il cattivo ragazzo e cerca i modi per avvicinarsi a me, invece.
Con frenesia guido per le strade fino ad arrivare da lui.
Avevamo appuntamento a casa sua, mi porto il cane in braccio, non potevo lasciarlo a casa solo ancora, poi così vede la mamma…
Quando arrivo su da lui suono ossessivo e per un momento la paura fottuta mi assale. Che non ci sia, che mi abbia dato buca, che mi scriva dicendomi che non poteva, che… ma la sua voce mi chiama da dietro ed il cane mi assorda abbaiando felice, salta sgusciando dalle mie braccia per arrivare da lui. La sua mamma.
- Amore! - Dice Mike. Penso che dica al cane. Lo fisso per capirlo e lui mi illumina: - Il cane. Dicevo al cane! - Alzo le mani come per dire ‘figurati e chi pensava il contrario?’ ma mi fa ridere che abbia dovuto specificare. Significa che le cose stanno cambiando in qualche modo.
Il sollievo che provo nel vederlo comunque non posso esprimerlo e me lo tengo, però è bello. È bello vederlo.
- Ero andato a prendere la tinta… - Sospiro fra me e me ed intanto da fuori alzo le spalle e lo seguo in casa, fingo il menefreghismo come se non fossi morto d’ansia per un fottuto momento imbarazzante. Chester, fatti curare!
- Come è andato il pranzo con quello? - Non ricordo il nome ma lui capisce di chi parlo e fa il vago, significa che hanno parlato di me. Ok, l’obiettivo era questo ma mi sa che hanno parlato di me al di là delle mie doti canore!
- Bene! Si è convinto, Dave sarà di nuovo dei nostri! - E’ contento ma non riesce a nascondere l’imbarazzo di quel che avrà detto.
- Che altro è venuto fuori? - Ma io i cazzi miei non so cosa siano e col cane che sfugge dalla sua presa saltando giù, lo fisso inquisitore come uno stronzo. Ok, torno a godere!
- Che… che doveva venire fuori? - Chiede spaventato e titubante. Rido apertamente e gli metto le mani sui fianchi, molla i sacchetti della tinta a terra e li ignoriamo. Lo mangio con uno sguardo avido e lui si morde la bocca a sangue.
- Che cazzo ne so… è chiaro che ne hai detta una di troppo! Gli hai spiegato che ti piace come scopo? - Risatina isterica da gay. Cazzo, mi piace anche questa. Infilo le mani sotto la maglia larga e gli tocco la pelle.
Corsa contro il tempo.
Devo approfittarne finchè ce l’ho fra le mie dannatissime mani.
- Gli ho detto che sotto la tua maschera di guai e aggressività ed autolesionismo sei un ragazzo terrorizzato e fragile. - Con questo mi sega completamente le gambe, vorrei ribattere qualcosa di accattivante e maligno ma non ci riesco, mi ha spento proprio e vorrei essere brillante e non dargliela vinte, essere quello che sono sempre ma con lui, fottiti Chester, non ci riesco mai. Mai.
Indurisco ed incupisco l’espressione, la malizia svanisce e tolgo le mani da lui, ho il fottuto istinto di scappare e non so nemmeno perché, ma Mike questa volta mi ferma e me le prende, mi impedisce di andare e mi obbliga a guardarlo. Ha quell’intensità di sguardo, l’intensità alla Mike. Nessuno ha uno sguardo così. Quello di chi legge dentro in profondità sotto tutti gli strati di merda che ho costruito.
Lo sguardo di chi ha capito di aver colpito a fondo.
- Sono persone che possiamo fidarci… - Sussurra. E’ anche questo il problema, lo sa.
- Tu ti fidi, io no! - Non ne faccio mistero diventando subito aggressivo per difendermi e poter scappare. Sono troppo scoperto, perfino con lui.
- Però ti fidi di me. - Ed è un’affermazione. Non può fare così dannazione.
Mi tiro il piercing coi denti, potrei strapparmelo così lascia una mano per carezzarmi il viso, il pollice sulla bocca ed io smetto di mordermi. Come ci riesce? Come diavolo ci riesce?
Sono spaventato dal potere che ha su di me, prima mi piaceva ma ora ne ho paura. È troppo.
- Andrà tutto bene. - Sussurra ancora a pochi centimetri dalla mia bocca. Dolce. Perché è così dolce? Perché riesce a farmi tanto bene? E se poi torna a mollarmi che cazzo faccio?
Mi snuda, mi snuda troppo, merda.
In risposta la voce non mi esce, non so che cazzo dire quindi appoggio la fronte alla sua e sospiro spaesato e poco convinto. O forse solo arrendevole.
Lui sorride anche per me, quella dolcezza che io non sarò mai capace di imitare. Però basta che l’abbia lui. Cazzo, quanto amo questo suo sorriso. Sarà la mia luce.
O la mia luce o la mia maledizione.
Così mi bacia e sa sempre di quello zucchero che non so da dove gli venga, non ha mangiato dolci. O forse sì. O forse lo è lui. O forse sono io rincoglionito.
Cazzo, lo sto amando.
Lo sto amando… il nodo sale mentre lo dico, mentre mi bacia, mentre le lingue si intrecciano nelle nostre bocche unite, mentre… mentre… mi aggrappo a lui e spero che non mi pianti adesso.
Sta con me. Sta con me per sempre, ti prego. Sta con me finchè non crepo. Finchè sarai vivo. Sta con me per sempre.
Anche se non mi ami, se ti faccio pietà, se mi stai usando per avere il cantante che vuoi, se sono un peso. Sta con me comunque.
 
- Senti ma sei convinto del rosso? - Chiedo dopo che mi presenta tutto il materiale.
- Sì, perché? - Fa Mike mentre si infila i guanti in lattice. Già qua mi fa pensare al sesso, evito perché se fa una cazzata sono i miei capelli che ci vanno di mezzo.
- E sai come si fa? - Sembra piuttosto sicuro anche quando risponde semplicistico.
- Certo! -
- L’hai già fatto? - Io sono diffidente di natura.
- No ma che ci vuole? Ho visto il parrucchiere come la fa e poi qua ci sono le istruzioni! Non sarà difficile! -
- Porca troia, Mike! Mi brucerai tutti i capelli! - Impreco secco. - E poi che colore hai preso? -
Lui si ferma dal trafficare con foglietti d’istruzione e ciotole varie.
- Rosso! - Esclama come se fosse ovvio!
Mi volto verso di lui con sguardo da generale.
- Ci sono tanti tipi di rossi! Che tonalità? E poi alcuni non vanno bene per il nostro colore… e devi considerare che il rosso per i biondi viene in un modo ma se tu vuoi rosso intenso devi prendere il rosso per… - Mike sbuffa. E LUI SBUFFA!
- Senti Chez! Ho preso la tinta rossa, non rompere il cazzo e fammi fare! - Mi alzo e lo obbligo a sedersi al mio posto.
- Ora te la fai fare tu, così almeno se va male sono i tuoi fottuti capelli! - lui ride. E LUI RIDE!
- Dai, devi fidarti! - Ma si sta divertendo ed alla fine ci prendo gusto anche io.
- Si si… anche tu! Ora lasciami fare! Dammi i preservativi per le mani e vediamo se ti senti sicuro! - La sua risata è rumorosa e contagiosa, fa un verso assurdo, si vede che ride di gusto.
- Quanto sei scemo! E va bene! Fai! Andrà tutto a meraviglia! -
Chissà se ci crede!
Io so come si fa la tinta, faccio solo finta di non sapere.
Mi infilo i guanti in lattice che sono tentato di usare in un altro modo e comincio.
Mettergli le mani in testa è strano, sa di intimo.
- Se vieni color carota te lo meriti, così impari a fare le cose senza sapere! -
Mi mostra la lingua girandosi ed io faccio per dipingergli quella con il pennello ma si ritira in tempo.
Sembriamo una coppietta felice che sta insieme.
Mi sto solo illudendo o lui veramente resterà con me, questa volta?
Quanto ci metterà e ripensarci?
So che ci tiene, non farebbe tutto questo altrimenti. Però tiene anche alle altre cose… alla sua vita in pace… ai suoi valori…
Mike tiene a troppe cose.
Sospiro.
Non ne uscirò mai bene. Sarò sicuramente a pezzi, un giorno.
E sarà colpa mia che gli avrò permesso di ridurmici.
- Hai mai fatto la penetrazione con tutta la mano dentro? - Chiedo poi tranquillo e beato come se fosse una conversazione sul tempo atmosferico!
La voce di Mike si sente così forte che i vetri vibrano e quando si gira per guardarmi dopo il suo potente ‘eh?’ capisce che voglio saperlo davvero e diventa proprio del colore della tinta!
Rido e lo imbarazzo ulteriormente.
- Deduco sia un no? - Lui torna a girarsi ed io a dipingergli la testa.
- Tu? - Fa dopo un po’ timido. Le vuole sapere, queste cose, eh?
- Sì. Me l’hanno messa… è molto piacevole se sai come fare… vuoi provare? - Ma non è questa la domanda vera e lui forse, imbarazzo a parte, è troppo acuto per non coglierla!
Infatti non esita a dirlo e lo fa con un tono fermo e basso, che mi fa eccitare subito.
- Dì che invece vuoi te lo faccia io! -
Colpito ed affondato. Il mio silenzio gli dà la risposta, poi però trovo la forza di dire con un filo di voce il mio pensiero fisso di ogni volta che gli vedo le mani.
- La tua mano è perfetta, è piccola e curata, mano d’artista che sa come muoversi in ogni settore. - Tossicchia imbarazzato, proprio da mangiare. Tutto l’opposto di come si rivela quando fa la prossima domanda che è così provocante che mi uccide davvero.
Questo lato di Mike non lo conoscevo bene.
- E magari vuoi tornare sul discorso del sadomaso, no? -
Questa volta mi ha messo contro il muro.
Dannazione, finisce che ci sto pure bene contro il muro se davanti è lui.
Questa volta però rispondo senza esitare o vergognarmene, io non so cos’è la vergogna.
- Certo che sì, ma solo se me lo fai tu. - Perché so che lo farebbe bene e senza cattiveria. Si fermerebbe al momento giusto e riuscirei a godere. Non come le altre volte.”
 
L’ondata di calore che mi coglie a questo punto è pazzesca.
Mi sta pennellando la testa ed io voglio provare nuove porcherie con lui. Mike, non va bene.
Mi mordicchio il labbro e lascio che il silenzio torni, non ce ne sta molto.
- Quante cose di questo tipo hai fatto? - Chiedo mentre mi spalma ancora la tinta. Ho un tono basso, mi vergogno a parlarne ma voglio sapere, sono curioso ma… cosa ha fatto Chester prima di venire qua?
Dal silenzio sembra le selezioni, poi finalmente parla ed ha un tono strano. Sembra roco… eccitato…
- Molte… -
- Qualcuna? - Voglio saperlo e non so in cosa mi sto mettendo o non glielo chiederei. Però sono più suadente di quanto vorrei, non mi sto controllando bene.
- Legato e bendato. - Questo me l’aspettavo. - Tutta la mano. - Questo l’ha già detto. - Sesso violento. Molto violento. Anche a parole. - Immagino il genere. Questo voglio provarlo. Avvampo ma non penso se ne accorga. - Usato vari attrezzi… - E’ vago ed immagino perché. Mi mordo la bocca mentre provo a farmi un idea. Il colpo di grazia è quando dice questo. - Poi insieme ad un paio di altri ragazzi. - A questo mi alzo in piedi di scatto senza pensarci, lo fisso. Sono bordeaux e spero scherzi ma da come ridacchia direi che è pure serio.
- Hai fatto un'orgia? - La voce è stridula… ma in fondo sono anche eccitato… oh, dannazione, Mike!
Alza le spalle menefreghista e mette giù il pennello togliendosi i guanti, ha finito con me.
- Sì… che me fotteva, lo volevano tutti! Finchè sono cose piacevoli! - Mi fermo, provo ad immaginare la scena e per quanto amorale dovrebbe essere è devastante perché il calore non scema proprio.
- E… e come è stato? - Parlo molto piano, non lo guardo negli occhi ma sulla bocca. Non va bene. Sogghigna. Odio quando lo fa, mi potrebbe dire di inginocchiarmi e succhiarglielo che lo farei subito.
- Interessante! Se vuoi lo facciamo noi con qualcun altro! - Seduce anche nel dire porcate. Anzi. Soprattutto quelle.
Mi mordo la bocca e scuoto la testa subito convulso.
- No no grazie! Che idee… era curiosità! -
- E' piaciuto molto a tutti… sono esperienze da fare… - Cerca di farmi capire ed è peggio quindi mi metto i guanti di tinta rossa e mescolo altra roba per farla a lui che ridacchia ancora, sto morendo, cazzo!
- Dai cominciamo! - Cambio discorso ma lui si mette a ridere più malizioso di prima allora capisco cosa ha capito!
- LA TINTA, CAZZO! - Continua a ridere da stronzo e non mi dispiace, anche se rimane tutto nell’aria anche quando si siede e si fa fare docile.
Ci pensiamo, è evidente.
Penso che… penso che qualcosa potremmo farlo. No?
Non orgie!
Non tornerò più del mio colore normale di viso. Sarò un tutt’uno coi capelli.
Non diciamo niente, non riesco. Penso a cosa vorrei fare e le idee sono troppe, improvvisamente.
E lui è uno stronzo provocatore che mi farà fare tutto quel che vuole. Se mi dirà di frustarlo potrei arrivare pure a farlo!
Oh Dio Mike… dove arriverai con lui? No, le fruste no! E nemmeno le sberle!
In religioso silenzio, lo fa apposta a non parlare, ci alziamo e guardando l’ora dico che penso di doverci lavare.
- Insieme? - Chiede ammiccante. Io rispondo come non scherzasse.
- No prima io, ce l’ho in testa da prima… - Era ovvio, da come ride mi prende in giro, lo capisco.
- Ma dai! Io speravo di farci la doccia insieme! - Ora mi sta proprio prendendo per il culo alla grande, gli faccio il dito medio senza essere né troppo offeso né troppo divertito, poi gli passo i guanti perché non si sporchi le mani quando mi sciacqua la testa. Do per scontato che ce lo facciamo a vicenda.
Solo quando li mette noto la sua aria sorpresa, non ribatte ma sta pensando che è una cosa da fidanzati, glielo leggo in faccia.
Mi chino in avanti sulla vasca e regolo l’acqua.
In effetti sa di intimo. E lo sa ancora di più perché sta zitto e non dice niente. Nemmeno io però.
Quei guanti bianchi poi mi fanno pensare a tante porcherie… non so perché e non so nemmeno quali sono di preciso ma mi ci fanno pensare.
Sospiro.
Sono un porco ed è colpa di Chester che ha svegliato in me il mio lato maiale.
L’acqua scende dalla mia testa bella rossa, fa impressione e mi distrae, ridacchio pensando che potrebbe essere la scena di un film… un assassino che si lava le mani di sangue dopo aver ammazzato qualcuno…
Le idee mi vengono come quelle di un malato di mente, ogni tanto, e torno solo quando il suo massaggio con lo shampoo si fa… non so… dolce?
Forse è una stupida illusione senza senso…
Sospiro.
È bello così. Non possiamo essere davvero fidanzati, non potremo comunque mai… però sentirci come tali è bello.
Per ora me lo godo. Sono giovane ed incosciente, forse quando crescerò e maturerò cambierò idea ma per il momento mi godo Chester perché se lo lascio di nuovo torna a drogarsi davvero e non voglio, non voglio proprio. È sbagliato, è un ricatto morale ma la verità la capisco ora mentre mi lava la testa in silenzio chino dietro e sopra di me, sfiorandomi il corpo.
Mi piace e sono anche io che ne approfitto. E questo è quanto.
- Ecco qua, il signore è servito! - Quando lo dice mi mette l’asciugamano piccolo sulla testa e strofina asciugandomeli, arrossisco. Questo è davvero da morosi!
Mi alzo e continuo da solo senza dire niente, sono molto imbarazzato ed impacciato, improvvisamente. Mi volto verso lo specchio e la visione mi distrae.
Ecco qua il mio rosso… oddio, non è vivo come lo volevo, ma può andare…
Faccio una smorfia.
- Forse doveva stare di più… - Chez ribatte senza peli sulla lingua.
- Forse doveva essere un’altra tonalità! - Gli faccio di nuovo il dito medio e alzando le spalle sminuisco il mio errore. Vedi cosa succede se mi butto e non penso a ciò che faccio? Sbaglio!
Chez probabilmente non pensa proprio mai... nemmeno dopo aver fatto le cose!
- Vieni, ora sciacquo te! - Chester ridendo di me si toglie i guanti ora puliti dal rosso e me li passa, quindi si piega sulla vasca ma diversamente da come l’ho fatto io.
Lui lo fa come una puttana e non avevo dubbi.
Gambe dritte e divaricate, schiena tutta giù in avanti pronto a farsi scopare da dietro. Scuoto il capo perché si gira con la testa e mi ammicca. Eccolo lì che provoca. Giochi col fuoco, lo sai… se stuzzichi troppo mi accendi… e poi sono cazzi.
Anche se penso che è proprio quello che vuole!
Apro l’acqua e comincio subito a sciacquarlo, non faccio mica niente ma lo scemo geme.
Ridacchio, così la tensione va via, idiota!
Quando gli insapono la testa e lo gratto con le dita continua a gemere, l’idiota. Geme più sentitamente e finisce che mi piace, ovviamente. Poteva essere di no?
Che poi ora che i guanti sono di nuovo puliti dalla tinta e sono tutti inschiumati scivolano addosso che è una meraviglia… dovrebbe essere davvero facile… mi mordo la bocca e mi faccio serio. Lo sapeva, lui.
Come sapeva che in questa posizione la maglietta corta si sarebbe alzata fin sotto le ascelle. E la schiena col tatuaggio è libera, inarcata e tutta per me.
Fatico davvero a non fare quello che vorrei… anche perché con questi jeans stretti che non lasciano niente all’immaginazione la voglia è davvero tanta.
È da troppo che non lo scopo. Quand’è stata l’ultima volta?
Non ci penso che altrimenti…
I suoi capelli, rossicci come i miei ma non intensi, sono ora sciacquati e sarebbe pronto se non fosse che quando chiudo l’acqua, invece che alzarsi o mettergli l’asciugamano sulla testa, lui si apre i pantaloni.
E questo che vorrebbe dire?
- Chester? - chiedo cauto e tremolante. Non puoi farmi così, dannazione.
Torno a mordermi il labbro.
- Mi stringevano… - Certo, puttana che non sei altro! Ti stringevano! Ma se sei anoressico!
- Ho… ho finito… - Però non lo tocco l’asciugamano e sto dritto dietro di lui, lui piegato in avanti con le mani appoggiate al bordo della vasca, la testa che pende giù, la maglietta alzata ed i pantaloni aperti
Ed io ho ancora i guanti in lattice bagnati e scivolosi, l’ideale per certe porcherie.
A questo punto, con tutto quel che abbiamo fatto, imbarazzarsene è proprio assurdo.
Lo vuole e se le cerca, fa la puttana apposta, vuole essere trattato in un certo modo?
Bene, l’accontento… pensa di essere l’unico in grado di far impazzire un uomo?
Le mani bagnate e di lattice scivolano molto bene sulla sua pelle, come immaginavo.
E la posizione è perfetta.
Vuole avere le mie belle mani dentro?
Perché non accontentarlo? Dopotutto me l’ha chiesto tanto gentilmente…
Arrivato ai pantaloni già aperti glieli abbasso alle caviglie, non si muove, ha le scarpe e rimane così.
È proprio una porno diva.
Insieme gli abbasso anche i boxer e sta fermo.
Piegato.
Gambe larghe.
Che puttana.
Mi lecco la bocca, mi consumerò.
Mi tiro su e lo guardo bene.
Questi pantaloni alle caviglie ed i gomiti sul bordo della vasca sono il colpo di grazia.
Quello vero, però, quello che mi fa proprio impazzire è lui che si succhia le dita.
Dio, vuole morire per mano mia?
Lo accontento.”