CAPITOLO XXXV:
UNA
NECESSITA' VOLUTA
“-
Ti piacciono le mie mani? - Mi sussurra all’orecchio, la bocca mi
sfiora ed io sussulto. Ha quella voce bassa che ha usato quando
abbiamo cantato quella canzone insieme… quella che non ha un nome…
-
Fottutamente. - Mormoro col suo stesso tono che da solo vale un
orgasmo.
Scende
con la bocca dietro al mio collo bagnato.
-
E ti piace se ti comando? -
Rabbrividisco
e togliendomi il dito dalla bocca, rispondo allo stesso modo. Piano,
molto piano. E roco. Desiderio.
-
Dipende da cosa cazzo mi comandi… - Sorride, lo sento proprio sulla
pelle. È dietro di me, chino, e mi tiene per i fianchi.
Le
mani con quei cazzo di guanti in lattice mi eccitano e non so proprio
perché.
Sembrano
preservativi, sarà per questo.
O
forse perché so cosa sta per fare.
Fremo
all’idea. Anche se non sa come fare sono sicuro che troverà il
sistema per farmi godere come una puttana.
-
Per il momento voglio che senti… - Sussurra sul centro della mia
schiena, scende ancora con la punta della lingua lungo la colonna
vertebrale, sentirà tutte le mie ossa e poi mi dirà di mangiare ed
allora io dirò che mangio solo se mi imbocca lui. E scoperemo col
cibo.
Penso
solo a quello?
Che
vuoi, in tutta la mia vita oltre alla mia voce ho pensato di avere
solo questo, come talento. Di valere qualcosa solo nel sesso.
E
poi lui mi vuole per questo.
E
perché gli faccio pietà.
E
per la mia voce.
Si
alza dalla mia schiena che so gli piace, poi mi prende più in basso.
Scivola coi guanti e mi afferra per bene il culo. Me lo allarga
stringendomi le natiche. Come se mi pizzicasse. Sta guardando.
Sorride? Che faccia fa?
Vorrei
vedere la sua faccia.
Mi
succhio due dita e chiudo gli occhi provando ad immaginare.
-
Ehi… ma sei abituato davvero… quanto scopi, Chester? Mi fai
lavorare poco, così! - Mi sta dicendo che sono dilatato.
Certo,
con tutto quello che scopo è normale…
-
Sapessi quanti neri me l’hanno messo in culo… - Sogghigno mentre
lo dico e sento che lui fa altrettanto, mi piace sapere che sorride.
Provo ad immaginarlo e mi sciolgo.
Apre
l’acqua del rubinetto accanto e si bagna di nuovo la mano. Dovrebbe
insaponarla... penso che farà solo con le dita, non posso credere
che metta tutto.
Che
poi ha un bel cazzo, non manca materiale da ficcarmi dentro, però le
sue mani mi fanno sesso.
Succhio
la mia.
Lui
mi mostra le sue piegandosi ed appoggiandosi su di me, mi fa sentire
che è completamente vestito, questo stronzo.
-
Le vuoi dentro? -
-
Si ti prego. Fottimi con le tue mani. -
E’
un gioco erotico, per questo mi piace. Perché non è il solito
sesso. È diverso.
E
poi le sue mani sono davvero fottutamente splendide, piccole, curate,
d'artista!
Sorride
e mi bacia il collo, rabbrividisco e torna ad alzarsi, sarà chino
dietro di me. Mi allarga di nuovo il culo ed ecco che finalmente con
poco sforzo infila il medio. È facile, lo so. Sono abituato.
Sussulta
ed infila subito l’indice. Riprendo a succhiarmi le mie.
-
Hai un buco che risucchia davvero… - gemo. Se mi parla così non
resisto mica!
Le
muove su e giù per un po' e poi mette l’anulare ed il gemito si
allunga. Mi succhio il polso e lo mordicchio mentre sospiro di
piacere.
Muove
le tre dita riunite insieme a formare un unico attrezzo di piccole
dimensioni -un vibratore di questa grandezza non sarebbe efficace.-
Va
dentro e fuori e poi le gira. Lo fa con facilità ed io nel sentirle
precisamente in me, sentire fin dove arriva e che mancherebbe poco
per arrivare a quel punto che mi fa impazzire… cazzo ne voglio
ancora.
-
Metti ancora dai… - Dico con urgenza, ne ho una voglia pazzesca e
così con un’espressione che non so proprio quale sia, lo fa. Mi
infila anche il mignolo che cambia poco la situazione, però me lo
faccio bastare. Non metterà altro ma non perché non sappia o non
osi… non servirà…
Non
riesco a resistere molto.
Il
piacere è davvero intenso.
Sembra
che mi stia per squarciare e per un momento lo penso ma è devastante
l’immagine della sua mano, la sua -anche se solo per metà- dentro
di me.
Quella
bella mano curata e d’artista, piccola per essere di un uomo. Non è
uno abituato a lavorare di fatica.
Ed
è tutta in me.
All'inizio
è il dolore, mi squarcia ma si muove e mi abituo ancora, lo sento,
lo sento benissimo. Tutte le sue quattro dita. E così come io sento
lui in me, lui sente la mia voce che ora grida di piacere e chiede di
muoversi più forte e meglio.
Fallo,
ti prego, cazzo, non fermarti.
Ora
è solo splendido. Sono ricoperto di brividi dalla testa ai piedi,
come se il cervello fosse preda della sedia elettrica e me lo
stessero friggendo... è la sensazione che amo e mi viene solo dopo
che mi fanno fisicamente male. Male in un certo modo. Male in questo
modo.
Allora
incitato da me e da questa voce che lo fa soffrire si muove veloce e
con foga accontentandomi, sembra quasi lo risucchi, voglio tenerlo in
me, voglio che venga più in dentro… e forse è per questo o per
come muovo il culo contro di lui in modo da facilitargli il compito,
come ormai so fare bene.
Ma
quando me lo dice non resistono. Non resisto proprio.
-
Sei davvero una troia… - E vengo senza nemmeno bisogno di toccarmi.
Vengo
così ed è la cosa più splendida che potessi fottutamente fare con
lui, ora come ora.
Non
riesco a pensare ad altro.
Tremo
dal basso ventre, parte tutto da lì.
È
devastante.
Perché
lui così pulito e per bene mi parla così e mi fa queste cose.
È
una combinazione che mi uccide. Mi aggrappo alla vasca per non cadere
e lascio ciondolare la testa in avanti, sono ancora più piegato, se
possibile, ed elastico. La sua mano esce lentamente e mi tiene per i
fianchi evitando che cada.
È
scosso, penso che sia scosso, no?
Non
avrà mai fatto una cosa simile.
-
Non volevi tutta la mano? - mi sussurra sulla zona lombare della
schiena, come se fosse normale parlare da lì, poco sopra il mio culo
ancora aperto.
-
Sei troppo bravo, è colpa tua… - E’ vero.
Sorride
sulla mia pelle madida di sudore e si stacca come un dannato. Cosa
fa? Non ho la forza di girarmi per vederlo ma quando sento il rumore
dei suoi pantaloni torno a riattivarmi, non hai livelli di un altro
orgasmo, mi serve qualche minuto, ma il sangue pompa comunque.
-
Girati. - Sussurra roco ed eroticamente dominante.
Lo
faccio ritrovando tutte le forze che mi servono.
-
Giù. - Mi fissa con sguardo fottutamente altero. Cazzo, posso morire
felice dopo di questo. Il mio sogno era vederlo così.
-
In ginocchio. - Dice anche. Eseguo come se non speravo altro. Ora che
sono così davanti a lui mormoro.
-
Pensavo volessi ficcarmelo in culo. - So che è eccitato e ce l’ha
duro. Si è solo aperto i pantaloni, li molla e scendono, i boxer non
sono stretti ma vedo il rigonfiamento.
-
Voglio ficcartelo in un altro buco. -
E’
davvero stronzo. Amo quelli stronzi.
Però
amo lui, soprattutto, proprio perché non è stronzo ma riesce a fare
tutto quello che voglio.
Sogghigno,
sono un sottomesso ribelle. Voglio proprio essere trattato male ma
non penso che Mike ci riuscirebbe.
-
Tiramelo fuori. - Pensavo non me l’avrebbe più chiesto.
Lieto
di farlo lo tengo fra le dita, è davvero eccitato e duro ma lo sarà
di più dopo che l’avrò lavorato per bene.
-
Apri la bocca. - Dimmi una parolaccia… lo penso e non apro la
bocca, quindi capisce cosa voglio e mi accontenta, perché gli piace
farmi felice.
-
Apri quella cazzo di bocca e succhia! - Ecco qua che torno ad
eccitarmi pure io.
Apro
e glielo lecco ma non è molto paziente, non immaginavo d’averlo
stuzzicato a questi livelli.
Comincia
a muovere nella mia bocca come se mi scopasse da dietro, è davvero
al limite.
Sento
sulla la lingua ed il palato il suo cazzo crescere per bene, come se
di più fosse possibile.
Faccio
per ingoiarlo, il rumore del risucchio lo fa impazzire ed io lo
faccio apposta.
Mi
prende la nuca sui capelli bagnati, stringe un po’ e mi muove la
testa quasi con violenza. Non vuole davvero esserlo ma è calato bene
nella parte.
-
Succhia bene… così… - dimmelo ancora, ti prego.
Visto
che fa tutto lui e che io devo mettere sulla la mia fottuta bocca,
con la mano scendo sul mio cazzo e me lo meno allo stesso ritmo.
Mi
sono ripreso facilmente, lo sapevo. È duro quanto il suo che mi
soffoca, spinge contro la gola ed è questo che voglio. Questo.
Perché
non penso più a quella prima fottuta volta di merda.
Anche
se… anche se mi è piaciuto di più quando l’ha fatto con
dolcezza… lì… è stato il paradiso.
È
qua che veniamo insieme.
Il
suo seme inonda caldo ed amaro la mia bocca. Non è una questione di
sapore, fa schifo, è ciò che rappresenta.
La
parte più intima e profonda ed erotica di lui.
Ed
io voglio tutto di lui, anche la carne, se necessario.
Voglio
inglobarlo in me.
Voglio
che mi divori.
Voglio
essere in lui in tutti i modi possibili. Sia mentalmente, quando mi
domina e mi comanda, sia quando mi scopa con passione… che…
arrossisco per me stesso… che quando lo fa con dolcezza.
È
il primo e l’unico che l’abbia mai fatto.
È
stato allora che mi ha reso davvero davvero dipendente da lui.
Non
avrebbe dovuto farlo.
Crolla
ansimante e soddisfatto appoggiato al rubinetto ed io alla vasca
dietro di me, rimango seduto per terra e lui in piedi, l’uno
davanti all’altro. Ci guardiamo dall’alto al basso ansimanti,
sudati e sconvolti.
Penso
che una cosa più spinta di questa non l’abbia ancora fatta.
Sorrido
soddisfatto alle sue mani nei guanti bianchi, lui lo nota e prima che
mi vengano altre idee se li toglie e li butta via.
-
Per oggi siamo a posto! - Dice tornando in sé, è di nuovo
imbarazzato. Di nuovo Mike.
Ed
io… io di nuovo fottutamente innamorato di lui.
-
Cazzo, così mi vizi! - Esclamo. La sua risata è la catena più
dolce che mi abbia mai legato.
Non
riuscirò mai, mai, mai ad odiare questa risata.
Mai.
Mi
avrà sempre in questo modo.”
“Quando
ci asciughiamo i capelli vediamo che ovviamente la tinta che mi ha
fatto lui è più che soddisfacente, un rosso abbastanza acceso anche
se non come era nei miei piani, mentre il suo è davvero sbiadito.
Gli ho messo poca tinta e male… quando lo guardo faccio quella
faccia colpevole e prima che lui volti lo sguardo verso lo specchio
sa già cosa aspettarsi.
-
Cosa cazzo mi hai combinato? - Dice battagliero. Quando si vede io
non so se piegarmi dal ridere o dalla paura della sua reazione
violenta, in ogni caso mi piego e finisce che faccio entrambi.
Rido
e mi copro la testa tutto accucciato a terra. Mister pensa che gioco
con lui e mi lecca, ma le urla di Chester lo spaventano e schizza.
-
MIKE SEI UN IMPIASTRO! SEMBRANO ROSA! - La risata è anche piuttosto
forte, sovrasta il suo ringhio e quando si gira e mi vede così non
so che tentazione abbia, ma io mi tengo sperando non mi picchi.
-
Dai non stai male! - Ma piango divertito mentre lo dico e capisce che
non è per niente vero. Stava molto meglio biondo!
-
Sei proprio… - Ma al momento di dire cosa sono evita il commento
perché… mi fermo, scosto le mani e guardo… bè… ride!
Ed
ha pure una gran bella risata!
Rimango
inebetito e smetto per un istante di sbellicarmi.
Non
c’è che dire, siamo proprio schizzati. Allora sto a guardarlo da
giù stupito e lui finisce a terra con me, in ginocchio. Continua a
singhiozzare finchè non riesce a dire ciò che lo diverte tanto.
-
Cioè… per essere uguale a me ma cambiare colore che ti facevi
schifo biondo… ora sono io quello merdoso… - Non so perché lo
faccia ridere tanto ma ha anche la testa giù e non so che dire ma…
cazzo, è bello vederlo ridere. Inebetito sorrido finchè non mi
contagia. Stiamo seduti per terra e continuiamo un sacco, lui per un
motivo paradossale ed io perché lo fa lui.
Mister
abbaia e noi stiamo così, come due idioti. Ma stiamo bene!
Improvvisamente
si asciuga le lacrime e sospirando profondamente cerca di smettere,
ma è ancora una bella espressione serena quella che mi dà mentre mi
guarda. L’abbraccio è improvviso, non me lo aspettavo. Mi spiazza
e mi lascia di stucco, però mi piace ovviamente. È così spontaneo
e vero che vorrei fosse sempre tutto così semplice, invece so che
non lo è.
Non
è per niente semplice.
Ricambio
e penso che comunque stia meglio ora che sta con me. Anche se non è
che stiamo davvero insieme. Lui… lui è sposato… ed io
fidanzato...
L’ombra
mi oscura ma la nascondo bene, quando ci separiamo torno a guardarlo.
Fa davvero schifo con questo colore.
-
Appena puoi torna biondo, ti prego! - Dico spontaneo. Lui torna a
ridere e dopo un po’ mi osserva meglio.
-
Tu invece fatti un rosso più intenso, ti sta bene come colore.
Oddio, non è proprio la fine del mondo però… magari nero con
maches rosso scuro… non so… - I suoi consigli sui capelli mi
fanno capire che è più gay di quanto sembra a volte. Ed in realtà
sembra gay piuttosto spesso.
-
Grazie! - Alla fine è un complimento, quindi arrossisco e stiamo in
silenzio qualche istante. Non è brutto però è un tipo... se si
valorizzasse meglio… quando i lineamenti saranno più maturi… non
so… meno magro... senza gli occhiali forse… senza rifletterci
glieli tolgo e ci facciamo seri ma non ce ne accorgiamo.
Piego
la testa di lato e provo ad immaginarlo magari coi capelli neri ed un
taglio più valorizzante, non so… sì, non sarebbe male… bè, è
comunque una questione di punti di vista.
-
Faccio cagare? - Chiede pensando che visioni i suoi capelli rosa.
Sorrido ma poi torno subito serio e scuoto il capo.
-
No… ti immaginavo scuro e senza occhiali… secondo me staresti
bene… - non arrossisce, penso non ne sia capace, però fa
quell’espressione tenera di gratitudine, si vergogna a dirlo e
allora fa quella faccia. Mi piace, sembra dolce. Lo posso vedere solo
io, solo io capisco perché Chester ha duemila maschere e cosa c’è
sotto.
Gli
carezzo la guancia e non ci penso, mi viene spontaneo. È quasi un
bambino… quasi… il corpo è comunque di un adulto. Il vissuto lo
è. La sua sofferenza.
Piega
la testa, la guancia contro la mia mano, si fa accarezzare ed è
combattuto fra il lasciarsi andare ed il respingermi per paura che
poi non resista quando dovrà tornare a casa.
-
Lavoriamo su qualche testo? - Chiedo piano come se gli avessi chiesto
di restare a dormire. Anche lui la prende così ed accoglie la
proposta con una rinnovata gratitudine. A volte vorrei provare a
capire meglio… leggergli il pensiero… mi dicono che lo leggo bene
ma per me non abbastanza.
Vorrei
sapere ancora di più.
-
Ho un paio di idee… - Fa allora prendendomi la mano nella sua e
portandosela alla bocca. Questo gesto mi stupisce e trattengo il
fiato mentre me la bacia. L’ennesimo ringraziamento per come lo sto
trattando. Un giorno mi odierà?
Chi
lo sa…
È
una domanda strana a cui non do risposta ed alzandomi lo aiuto a
mettersi in piedi.
Quando
siamo su le cose tornano più o meno come prima ma rimane sempre
nell’aria quell’intimità nuova. È come se fossimo passati al
livello successivo ma non so davvero quale sia, questo livello.
So
solo che voglio sapere di più di lui, molto di più.
Mi
ci voglio perdere, in quel Chester autentico, quello sotto i vari
strati di maschere. Quello sotto la bestia che tira fuori quando
canta e quando è con gli altri.
Seduti
sul divano -o meglio io seduto lui steso sopra di me- legge i testi
che ho buttato giù velocemente in questo ultimo periodo. È molto
serio e concentrato, credo sia una miracolo.
Mi
piace perché sa mettere da parte il sesso e tutto il resto quando si
tratta di lavoro.
Scorre
le parole che ho scritto di getto in questi giorni, molte sono parole
sue, altre mie, altre ancora sono i miei pensieri… ma sono sempre
volte in cui eravamo insieme. Si riferiscono tutte a noi, se ne
accorgerà? Me lo chiedo con una certa ansia da adolescente
innamorato.
Dai,
non sono innamorato, però diciamo che sono sulla buona strada,
questo posso concederlo.
Alla
fine si volta sulla schiena e si mette il blocco sulla pancia, la
nuca sulle mie cosce e le gambe penzolano oltre il bracciolo.
Sospira, guarda in alto in un punto non preciso, ha un’espressione
davvero indecifrabile. A cosa pensa?
Me
lo chiedo senza saperlo ed alla fine domando piano cosa ne pensi.
Sono imbarazzato ed ansioso perché è una cosa delicata… non mi
era mai capitato di sentirmi così nel far leggere i miei testi. E
poi alcuni sono diversi dal mio solito scrivere, non sono rime rap,
non tutte. Alcune sì altre sono… sono proprio le sue parole, le
sue urla…
-
Cosa ne pensi? - Spero che non mi insulti, spero che gli piacciano,
spero che…
Ma
quando posa lo sguardo sul mio si trasforma da ferro duro a ferro
sciolto. Come ci riesce? Non fa niente, mi guarda dal basso.
Ora
ho una visione di noi dall’esterno. Sembriamo fidanzati?
-
Belli. Da elaborare un po’ ma belli… mi ricordano qualcosa… -
Scherza? Il mio sguardo è inchiodato al suo ed è carico di
vergogna, mi sento come scoperto… un po’ ho l’ansia di capire
quanto bene va, quanto è da cambiare…
-
Ma certo, sono da sistemare… cosa… cosa ti ricordano? - E’
ovvio che gli ricordano qualcosa…
Lui
allora finalmente fa un sorrisino malizioso ed io arrossisco.
Dannazione, dopo tutto quello che abbiamo fatto?
-
Le mie urla, le tue parole… ed immagino che un paio siano i tuoi
pensieri… parlano tutte di noi… - Ecco, ora il mio colorito non
tornerà mai normale!
Mi
mordicchio la bocca, non so cosa dire, ci ha preso tutto.
-
Pensi… pensi che adattandole un po’ potresti cantarle? Farle tue,
insomma… sentirle? - E’ anche questo che conta. Ho quasi paura
che non possa farlo, che non se le senta addosso, che si rifiuti
perché… ma quando mi prende il viso fra le mani, dalla sua bassa
posizione, mi blocca i pensieri e l’ansia scema subito.
Non
è che sorrida proprio però… in un certo senso sì…
Non
respiro.
-
Non vedo l’ora… - Ecco, perché ora sembra che si riferisca ad
altro? Tipo a me? Far suo me?
Vorrei
che lo facesse ma sarebbe l’ennesima scopata… cioè non possiamo
fare questo dalla mattina alla sera, no?
Prendo
il blocco per distrarmi e lui capisce che voglio restare sulla
musica, quindi sfogliando le pagine e le mie parole a penna, mormoro
pensieroso.
-
Scrivi qualcosa tu di tuo… - Chissà cosa scriverebbe… cosa
tirerebbe fuori… Dio, chi lo sa… spero lo faccia, così scoprirei
più su di lui anche se già ne so molto rispetto a tutti gli altri.
Lui
prende il blocco e lo toglie da sopra la sua faccia, lo stavo
coprendo di proposito fingendo di leggere i miei scritti. Non ci è
cascato. Lo appoggia a terra e si alza. Si appoggia su una mano in
modo da stare col viso davanti a me, mi fissa da vicino, è intenso e
sempre con una malizia di fondo.
-
Non sai cosa potrebbe venire fuori. - E per un momento il gioco
lascia il posto a qualcosa di maligno quasi… di oscuro… quella
bestia famosa che ha dentro verrà fuori? E quando lascerà uscire
quel bambino fragile che ha in lui?
-
Non vedo l’ora di saperlo… - Cito di proposito le sue parole e
lui ridacchia, quindi mi sfiora le labbra.
Dio,
sembriamo davvero due fidanzati… non è possibile… non lo siamo,
non dovremmo… perché quando poi lui starà bene non è detto che
andrà avanti… potrebbe essere che finalmente potrò fare ciò che
ritengo giusto. Questa ora è necessità… il fatto che mi piaccia è
un altro conto, che sia sbagliato è insindacabile.
Mi
chiedo a cosa porterà davvero tutto questo… però so solo una
cosa. Che ora come ora non posso lasciare Chester a sé stesso. Non
posso proprio. Devo stargli vicino a qualunque costo.
Dovessi
un giorno pentirmene amaramente.
Dopo
di questo lui si fa scivolare a terra e steso sul pavimento insieme a
Mister che lo lecca, si mette a scrivere come se di cose da dire ne
avesse anche lui. Pensieri inconfessati forse. Ma lo fa.
Ed
io prego.
Prego
che questo lo aiuti, perché al di là di ciò che sto già facendo
non so proprio che altro fare. Non lo so.
Stiamo
qua tutta la notte a scrivere, sistemare testi, mangiucchiare,
distrarci con qualche stupidaggine e poi a tornare a lavorare per
bene sui testi che parzialmente sono già pronti.
Ed
in una notte, notte in cui non facciamo altro, un album intero si
scrive.
Come
se non aspettasse altro che noi ci aprissimo per uscire dalle nostre
dita.
Come
se fosse tutto già qua.
Un
po’ mi spaventa ma principalmente mi esalta, mi esalta tantissimo.
Niente
potrà fermare questo.
Questo
nostro fare musica insieme.
Niente.
Il
mattino ci trova addormentati insieme nel letto, ma vestiti e senza
aver fatto nulla.
Stranamente.
Dio,
è bello anche questo.
Sa
di intimità comunque.”
______________________________________
Per
chi non sa...
Allora,
i testi di HT sono stati fatti da Chester e Mike insieme, loro
comunque quando scrivono modificano di continuo nel corso dei giorni,
ogni volta che cantano modificano qualcosa nel testo, persino mentre
registrano.
Oltretutto
le canzoni gli nascono in tanti modi diversi, non c'è una modalità
precisa (ad esempio prima testi e poi su di essi la musica. Spesso è
l'opposto. Spesso prima c'è la musica poi l'allegano ad un testo che
hanno già o spesso nasce tutto sul momento. Uno suona e all'altro
partono dei versi spontanei...)
Non
posso dire se poi sia vero che in una notte sola hanno davvero
rielaborato e completato tutte quelle canzoni che comunque erano già
parzialmente scritte, però so di artisti che hanno scritto album
interi veramente in una notte sola, cioè è fattibile (parlando solo
di testi) ed in due penso lo sia ancora di più. Specie se si è
tanto ispirati e comunque siano solo da sistemare e completare.