CAPITOLO XXXVII:
LA
CANZONE
“Il
mio sonno già leggero di suo viene interrotto facilmente, il
telefono fa un solo squillo ed io apro subito gli occhi. Impreco per
abitudine ma appena vedo il suo nome sul display impallidisco.
Ora
si è fatto le paranoie e vuole lasciarmi per telefono! Merda!
Rispondo
ansioso.
-
Che cazzo c'è? -
-
Puoi venire? - Ora mi lascerà, è fatta cazzo!
-
Non puoi aspettare domani? Sono le due di notte! - Non ho tutto quel
bisogno di dormire ma almeno ho qualche ora per prepararmi, pensavo
durasse di più. Maledizione.
-
No che non posso, cazzo, altrimenti non ti chiamavo ora, no? - E'
sgarbato ed impaziente, sembra questione di vita o di morte. Che si
sia fatto accidentalmente male e stia morendo dissanguato? Sarebbe
anche capace...
-
Stai male? - Chiedo allora non sapendo nemmeno cosa sperare.
-
No, sto bene ma ti devo vedere subito! -
Sta
perdendo la pazienza, non che prima ne avesse molta...
-
Ma mi devi lasciare? Perchè se è così giuro che ti spacco la testa
se ti vedo! -
Non
posso non dirlo alla fine.
Mike
mi ferma con un 'eh?' che fermerebbe chiunque. No, non è davvero
quello. Sospiro. Oh, dannazione... che si fotta anche lui! Qualunque
cosa è non lo giustifica a farmi prendere spaventi simili!
Sam
si volta dall'altra parte, è tornata da un'oretta e dorme, non
scopiamo da settimane.
Mi
alzo e gli chiedo abbassando il tono ma comunque sgarbato.
-
Che cazzo hai, si può sapere? -
-
Ho una musica in testa e se non la butto giù muoio ma ho bisogno di
una voce. Della tua. Ho bisogno di sentirtela cantare... dai, vieni
ti prego, senza di te non arrivo più a comporre! - E questa cos'è,
una dichiarazione?
Mi
fermo, fisso il telefono, ancora il suo che mi prestò tempo fa, e
dopo un po' torno a parlare. Forse ho capito male.
-
Devi fare una canzone alle due di notte e ti servo io per la voce?! -
Penso che sia una cosa unica nel suo genere, non so se sentirmi
lusingato o cosa...
-
Ehm... sì? - Lo dice come se si rendesse conto solo ora
dell'assurdità della cosa. Lo è. Però è carino da morire!
-
Arrivo. -
-
Sono in garage! -
No,
non è normale ma mi piace anche per questo.
Sono
proprio fottuto!
Quando
arrivo lui sta facendo a ripetizione tre note. Ha solo tre note che
ripete al piano.
Non
fa altro. Cioè, sarà normale?
È
con una maglia enorme ed i boxer, i capelli sono arruffati ed ora me
lo farei subito, cazzo!
Gli
salto addosso?
-
Ciao... - Mormoro salutandolo. Lui mi vede e non smette di fare le
note, mi fa cenno di avvicinarmi ed io eseguo quindi quando sono
davanti a lui mi fa:
-
Le note sono queste... - E le rifà.
-
Si ma sono solo tre... di cui due uguali... - Non ha senso...
-
Si ma le altre sono qua solo che stentano ad uscire, io so che mi
vengono però ho bisogno di te! -
-
E cosa dovrei fare? - Chiedo allora non capendo ancora bene. Non l'ho
mai visto comporre così... non so che diavolo gli succeda in
effetti...
-
Vocalizza! - Alzo le sopracciglia incredulo. Ho sentito bene?
-
Vocalizzo!? -
-
Sì, vocalizza! - E per lui è normale?
-
Mi hai chiamato alle tre di notte per vocalizzare! -
In
realtà speravo che fosse per scopare ma di certo vocalizzare non era
nella lista delle cose probabili!
-
Sì! Dai, ti prego Chester... ho bisogno di immaginare la tua voce
mentre canta solo che non so quale dei testi che abbiamo potrebbe
andare bene per questa, ho la musica, mi sta per uscire... dai, fammi
questo favore e vocalizza... - Quando mi prega con questi fottuti
occhi supplichevoli mi lascia poca scelta... me lo sbatterei per
terra ma lui vuole comporre quindi... sospiro e mettendomi la mano
sullo stomaco gli giro intorno lentamente, faccio un paio di respiri
come si deve e comincio con gli 'oh' sulle varie note musicali, dal
basso all'alto e poi di nuovo al basso, come si usa, poi si passa ai
'ma'.
Faccio
qualche passo intorno per poi sentire che riprende a suonare quelle
cazzo di tre note.
Io
non so come compone questo ma è assurdo chiamare uno alle due di
notte con tre note chiedendogli di vocalizzare.
Mi
fermo dietro di lui e dopo un paio di 'oh' e 'ma' mi distraggo, ormai
li faccio in automatico non è che ci penso... la mente viaggia
puntuale su altri nidi ed ora il mio nido è lui.
Ha
solo una maglia gigante e dei boxer, si rende conto di con chi sta?
Sogghignando
-da dietro non mi vede- gli metto le mani sui fianchi e abilmente
scivolo sotto la maglia, la pelle è subito a contatto coi miei palmi
e nel contatto che forse non si aspettava -quando si immerge nella
musica diventa davvero ingenuo... o forse va solo in un altro
universo- scatta. Le dita gli partono e dopo le tre note gliene esce
un'altra invece della prima.
-
Mmm... - Fa... è un 'mm' come per 'interessante'. Cosa significa,
che devo continuare?
Ora
le note sono quattro grazie a me quindi mentre la mia voce si spande
nell'aria, appoggio il mento sulla sua spalla e salgo con le mani
accarezzandogli la pancia. È morbida. Mi piace la sua pancia, non è
ossuto.
Un'altra
nota parte ed io sorrido continuando a vocalizzare mentre canto.
Mi
sa che è un'altra mano che gli serve!
Le
note diventano cinque, le ripete di nuovo e visto che per un po' fa
di nuovo solo quelle io passo direttamente a togliergli la maglia.
Gliela alzo e lui stacca le mani un attimo dai tasti per eseguire
automatico il gesto.
Quando
è solo coi boxer vorrei fottutamente smettere di vocalizzare, cazzo,
ma come faccio?
Questo
non si ferma mica di suonare.
E
poi mi piace l'effetto che gli fa la mia voce. È un effetto che
sicuramente gli faccio solo io, ne sono certo.
Per
vanità, perchè mi sento dannatamente importante, continuo a
canticchiare le sue note, quindi passo a toccargli i capezzoli mentre
aderisco il bacino al suo culo. Lui sussulta ancora e parte la sesta
nota.
Se
lo scopassi come comporrebbe?
Vorrei
proprio vederlo... scendo con le mani sul suo inguine e mi infilo nei
suoi boxer. È colpa sua che mi si presenta così a quest'ora della
notte.
Una
settima nota esce e devo dire che qualcosa di buono sta prendendo
forma. Quando lo risento di nuovo capisco che non è solo buono è
davvero bello.
Mi
sembra che potrebbe funzionare. Sta per uscire davvero una bella
canzone.
Lo
sento dentro, lo sento davvero.
Sciolto
in qualcosa di fottutamente grande e fottutamente splendido, eccitato
da questa melodia, muovo la mano sul suo cazzo ed allora escono altre
note ed io le memorizzo e le ricanto ed alla fine... alla fine quando
sento che la sua eccitazione sale, che il suo cazzo diventa bello
duro nelle mie mani e che lui vacilla nel suonare, mormoro
strascicato contro la pelle del suo collo, ciò che segnerà noi, il
gruppo ed una generazione intera di persone. Per non dire un genere
musicale completo.
-
It's starts with... - Non so perchè lo dico, è solo che nel sentire
quest'introduzione nata in modo tanto strano mi sono venute in mente
queste parole. Sono le parole della canzone senza titolo ed io vorrei
proprio... vorrei proprio che proseguisse lui, questa volta...
Forse
intendo questo. Inizia a cantare tu.
Forse
non so che cazzo voglio dire ma lo dico e lui lo coglie al volo, a
modo suo.
Perchè
invece di continuare a suonare o cantare a sua volta, smette e mi si
appoggia completamente a me, la nuca sulle spalle e i gemiti che si
levano nel garage. Poi la mano sulla mia che mi aiuta a muovermi con
maggior intensità, l'altra alta sulla nuca che mi strinse a sé.
E
l'orgasmo così come siamo, senza scampo, senza remore, senza
controllarci o vergognarci.
Un
orgasmo che sa di qualcos'altro... qualcosa che poi, dopo aver
cercato la mia bocca ed avergli regalato la sua maledetta dolcezza di
cui io dipendo, sguscia dalle mie braccia e seduto sul tavolino
nell'angolo si mette a scrivere.
Ha
spartiti e carta, prende il testo di quella senza titolo e si mette a
scrivere. Non suona più, non ne ha bisogno. Ora ha tutto in testa e
crea.
Lui
crea. Ed io me ne innamoro una volta di più.
E
so che per lui è lo stesso, quando spunto sopra di lui, chino sulla
sedia, e leggendo le note che scrive le ricanto nel ritornello perchè
è la sola cosa che canterò. Mi inserirò nel mezzo delle sue rime
reppate ma per il resto farà lui. Mio solo il ritornello, urlato,
graffiato, incisivo.
È
tutto in fase di rodaggio ma entrambi sappiamo bene quanto questo ci
segnerà e segnerà tutti perchè lo sentiamo profondamente dentro
quanto questa canzone sia fottutamente buona.
Si
distinguerà. Sarà spettacolo.
E
cingendogli da dietro la vita, mi stringo su di lui che continua a
scrivere e ascoltare la mia voce sulle sue note, versi a caso,
ritornelli e poi di nuovo vocalizzi.
È
la cosa più fottutamente bella che abbia mai fatto e c'entra solo
con la musica.
Splendido.
Quello
che mi ha portato Mike, lo so con sicurezza, non me l'ha mai portato
nessuno e nessuno mai me lo porterà.
Un
amore che va oltre quello per le persone o per la vita. Un amore
superiore e puro, quello per la musica che prima solo mi piaceva. Ora
la amo. Un amore davvero prezioso.
Non
potrò mai dimenticare questa notte, non succederà. Sarà per sempre
nella mia testa.”
“E'
successo perchè mi stavo innervosendo all'idea di non vederlo. Cioè
l'ho lasciato da poche ore, l'avrei rivisto domani mattina per fare
altre canzoni e... Dio, non potevo sopportare l'idea di stare tutta
la notte senza di lui.
È
questo che mi ha fatto partire quelle note.
Una
sorta di intonazione della mia impazienza.
E
non capivo su quale testo e quali altre note ma invece di
canticchiarla io con la mia voce, quelle tre note, me le facevo
mentalmente con la sua.
Allora
ho capito.
C'entra
lui in qualche modo, qualunque tu vuoi che sia ma c'entra.
Allora
l'ho chiamato e sono sceso in garage. Non potevo non farlo.
Quando
si è messo a cantare sono arrivate le altre note ma non era solo
quello era anche lui che mi toccava. Quando lo facevo scattavo ed
io... io non riuscivo a non seguire le mie dita. Questa canzone si è
composta da sola ma l'abbiamo fatta insieme e quello che mi piace
tanto di lui è che memorizza tutto al volo, testi, note, tutto.
L'orgasmo
è come se mi liberasse, come se fosse la chiave di Sol che apre
tutta la canzone.
È
con quello che la porta si spalanca veramente e non ho bisogno di
suonarla, la so già, ce l'ho tutta e mi fiondo a scriverla.
Note
su parole e con tutti gli strumenti sarà fantastico di certo, non
posso non immaginarlo e lui, lui che mi segue senza sentire la mia
parte. Lui fa direttamente le sue e sa che gli chiederei di cantare
quelle, per questa canzone, e le fa. È come se ci leggessimo nel
pensiero, non mi sono mai trovato tanto con qualcuno musicalmente
parlando e per me è come fare l'amore.
Dopo
che scrivo tutto con foga aiutato da lui e dalla sua splendida voce
che sussurra piano senza gridare come so di certo farà nella
versione finale, metto giù la penna e guardo i fogli.
È
stato pazzesco, non so quanto tempo ci abbia messo ma è stato
pazzesco e sento, Dio lo sento davvero dentro, che questa canzone è
diversa dalle altre e che... e che sarà qualcosa di grandioso con
tutti gli accorgimenti e quegli effetti che so voglio dargli. E con
lui che la farà.
Lo
sento.
Non
sapevo con cosa cominciare, non sapevo cosa fare, ero solo un'anima
in pena stanotte. E poi ho iniziato semplicemente con una cosa, non
ha importato cosa fosse.
E,
come dicono questi versi, tutto è andato da sé.
Poi
non importa cosa è successo nel mezzo, doveva essere esattamente
come è andata, perfino l'orgasmo e noi volgari e dipendenti come
sempre.
Ma
se la nostra musica sarà così... se la nostra musica sarà
caratterizzata da questa nostra unione intima e totale allora che
sia, non smetterò perchè è la cosa più esaltante e splendida che
abbia mai fatto.
Sento
che questa sarà la nostra musica.
Nostra.
Due
poli opposti che si incontrano, si scontrano, formano l'osceno che
sfocerà in amore.
E
qua lo dico qua lo nego.
Ma
ci ameremo.
Dopo
aver scrutato il nostro lavoro sospiro e mi giro verso di lui. Tremo.
Tremo tutto per quello che ho capito, quello che abbiamo fatto, come
mi sono sentito. È l'adrenalina, forse, o che magari ho fatto in
assoluto quello che mi piace di più e che mi piacerà finchè
morirò. E che non sono mai stato contento di qualcosa che ho fatto
più di ora.
Però
siamo qua, tremo, sono così emozionato che sto per piangere, non
riesco a contenermi, sono fuori di me perchè ci siamo. Non so come,
non so dove ma è importante quello che abbiamo fatto ed alla fine
non importa come dove quando e quanta fatica. Tutto vale la pena,
anche cadere e perdere tutto se poi alla fine si arriva qua, in punti
del genere e ci si sente in questo modo. Come se si avesse fatto
qualcosa di assolutamente grandioso.
Allora
gli prendo il viso fra le mani prima che lo faccia lui e stringendo
forte gli occhi che mi bruciano mi tuffo nella sua bocca, gliela apro
con la mia e la faccio mia con la lingua, lo invado e lo bevo finchè
non ho più respiro e non mi basta nemmeno il suo.
E
non mi basta, dannazione. Come prima. Una nota non bastava, allora
ecco l'altra.
Così
gli tolgo la maglia.
Non
mi basta ancora, allora un'altra nota. Gli apro i pantaloni.
Non
basta.
Un'altra
nota.
Via
i boxer.
Non
è sufficiente. Un'altra nota.
Tolgo
i miei.
Siamo
nudi, mi avvinghio a lui, ho l'esigenza primaria di sentirlo
completamente, mi strofino, il bacino contro il suo, le mani che lo
attirano a me e lui fa altrettanto stordito da questa mia passione
folle, questo mio bisogno. Perchè non è partito da una sua muta
richiesta di calore... è partito da me. Sono io che lo voglio, io
che ne ho bisogno.
E
non basta ancora.
Devo
averlo di più.
Così
un'altra nota.
Lo
giro di schiena, lo appoggio sul tavolino, sui fogli e gli spartiti e
lo prendo per i fianchi. Sono egoista e volgare, Dio mi perdoni
ancora una volta, non resisto.
La
nota esce prima che io ne chieda ancora, entro in lui tenendolo per i
fianchi, affondo le dita e lui afferra i bordi di dove si appoggia,
inarca la schiena e si morde l'avambraccio.
Comincia
a crescere. Non basta ancora.
Un'altra
nota.
Mi
muovo.
Ogni
colpo una nota. Ogni entrata ed ogni uscita sempre più dentro,
sempre più eccitato, sempre più forte, sempre più veloce e lo
faccio insieme a quest'esplosione di note pesanti, folli, rock che
incidono le nostre anime mentre lo prendo e lo faccio mio, mio e solo
mio.
E
gli do quello che prima mi ha dato lui facendomi creare in modo tanto
anomalo la canzone più importante della mia vita.
Gli
do tutta l'emozione, il sentimento, il piacere, lo shock, la
grandezza, la follia, noi, me stesso, una vita ed un amore.
L'amore
per la musica che ci legherà in eterno e forse ci legherà in questo
modo, e sicuramente è sbagliato ma è l'unico in cui riesco a
sentirmi completo.
Ora
che ho LA CANZONE lo capisco.
Era
lui che mi ci voleva per prendere la giusta strada.
Nel
crescendo, nell'esplosione dei miei colpi in lui e delle note glielo
sussurro, esce e si espande nell'aria mentre godiamo ed i nostri
gemiti lo coprono un po' ma penso lo senta.
Non
lo faccio apposta.
-
Mi sto innamorando... - non so come reagisce e cosa gli succede ma so
che io dopo averlo detto -più a me stesso che a lui- vengo fino in
ogni parte di me, mi svuoto completamente come non è mai successo.
Ed
è assolutamente la cosa più sconvolgente che mi succeda.
Specie
perchè poi, quando ci riprendiamo e ci spostiamo dal tavolo, non so
nemmeno quanto ci mettiamo, lo noto il tavolo bagnato lì dove era
appoggiato il suo viso.
Lacrime.
Ha
pianto quando gliel'ho detto.
Non
so cosa significhi tutto questo, so solo che è la cosa più
incredibile e forte che mi stia succedendo.
Sarà
amore? Un tipo di amore lo è. Per lui o per qualcos'altro? Forse per
tutto. Forse anche per lui. Durerà? Non lo so, magari no, magari sì.
Ma non sempre le cose durano, sono poche quelle che resistono per
sempre. Bisogna pensare alla grandezza delle cose, non alla durata.
Perchè se una è davvero grande, anche se finirà non morirà mai
davvero. In un certo modo continuerà comunque.
E
vale anche per i sentimenti.
Forse
lui mi ama in modo diverso da come lo amo io, forse non è giusto
chiamarlo amore, forse non so nemmeno che diavolo sto dicendo. Ma lui
è la cosa migliore che poteva capitarmi.
Anche
se mi farà impazzire, se è complicato, pazzo e mi farà soffrire.
Ora lo so.
L'orgasmo
ci ha tolto ogni forza, arriviamo a stento sul divano e crolliamo
l'uno sull'altro, mi tiene su di sé e mi stringe come se fossi il
suo unico sostentamento vitale. Mi fa sentire così prezioso ed
importante che tengo gli occhi stretti, ho paura di cosa significhi
tutto questo. Però so che è grande ed importante.
E
mi addormento così, col suo petto che batte un ritmo pazzesco,
carico d'emozione.
È
così dolce... Dio... così fragile... così innamorato...
Non
sono molte le ore che rimaniamo a dormire, ci butta giù il rumore
della porta di fuori dal garage. Ho dato le chiavi anche a Brad e
Rob.
È
solo nel dormiveglia che sento il rumore e ragiono che possono essere
solo uno di loro due.
Non
so perchè diavolo dovrebbero venire... poi vagamente mi ricordo che
c'erano le prove questa mattina ed avevo detto a Rob di venire con la
colazione a svegliarmi e di entrare da solo.
Quando
la mia mente lo registra apro di scatto gli occhi.
Sono
nudo.
Anzi,
siamo nudi.
Sul
divano.
Abbiamo
fatto di nuovo sesso e... ed è stato fantastico... e mi è scappato
che mi sto innamorando di lui... e non riesco a fare a meno di
premere il viso contro il suo petto, mi sta ancora abbracciando
protettivo, spaventato dall'idea che me ne vada.
Potrei
vivere così per sempre dimenticandomi di tutti i doveri e del resto
dell'esistenza.
Per
un momento lo penso, poi la sua voce mi richiama all'ordine.
-
Mike?! - Come se fossi solo...
Sposto
il viso finchè riesco a vedere Rob che, rossissimo in viso e
sbalordito, ci fissa incapace di togliere lo sguardo.
È
un orsacchiotto tenero!
Ridacchio
e mi sento tanto Chester in questo momento.
Mi
alzo di malavoglia e a fatica, non ho dormito un cazzo ma quel po'
ammetto che è stato splendido.
Barcollo
una volta in piedi e lui mi tira i boxer non vedendo altro. Noto
ancora un sospetto rossore su Rob ed allora metto un cuscino sui
sacri gioielli di Chester, gioielli solo miei per ora.
Mike,
sei possessivo.
Solo
ora Rob riesce a respirare e ridacchiando ancora mi avvicino, gli
prendo il sacchetto con la colazione ed ancora in religioso silenzio
mi butto sulla sedia. Il tavolo con tutti i fogli. Le note. È
successo davvero. Il sorrisino ironico si trasforma in qualcosa di
tenero, me lo sento da solo e Rob allora si china per sbirciare.
-
Cos'è? -
Alla
risposta non ho dubbi e lo dico subito senza esitare, con una
certezza che sa di solenne.
-
Questa è LA canzone. - Non devo ripeterlo o spiegarlo, lui mi guarda
serio e sorpreso, capisce e non fiata, non ribatte, non discute.
Sa
che sarà così.
Così
come lo so io e lo sa Chester.
E
presto lo sapranno tutti.
Alla
fine, questa è la nostra canzone ma non solo nostra nostra. Nostra
di tutti.
È
LA canzone. E sarà la cosa più grande che noi avremmo fatto.”
_________________
Per
chi non sa:
In
the end all'inizio si chiamava veramente 'untitle' perchè non
sapevano come chiamarla.
Poi
è storia che In the end è stata veramente una canzone che ha
segnato intere generazione ed un genere musicale!
Riconfermo
che Mike è capace di comporre anche senza strumenti, ha una
conoscenza della musica in ogni forma così ampia e profonda che fa
impressione.