CAPITOLO XLIV:
UN DEBOLE IN FUGA

Se cantiamo e basta non va male.
Il problema è quando non cantiamo.
Finiamo entro tempi decenti le riprese ed ogni volta che non abbiamo del lavoro da fare, quindi quando la musica -la magia- finisce, io scappo.
Scappo in più di un senso.
Fisicamente e mentalmente.
Non ce la faccio, cazzo, devo trovare un sistema per sopportarlo.
Un fottuto sistema del cazzo per sopportare di non passare il mio tempo libero con lui. Mi sembra di tornare indietro nel tempo a quando avevo solo Sam e non mi bastava e stavo di merda.
Devo trovare un cazzo di qualcosa.
Qualcosa che mi faccia andar via di qua con la testa perchè torno a casa, quando finiamo le cose col gruppo e non andiamo da lui a scopare come ricci. E non c'è lui che mi chiede di cucinare qualcosa per lui. E non stiamo semplicemente seduti vicini a vedere un film, con io appoggiato alla sua spalla. E non sembra più che Mister sia nostro figlio.
Quindi devo cercare qualcosa che mi faccia andar via.
È più facile scappare sostituendo questo dolore con qualcosa di intorpidito, che mi rincoglionisce. È molto più facile andarsene che affrontare tutto questo dolore completamente da soli.
Ed io lo sono.
Non ho nessuno, nessuno!
Lui ha tutti loro, ha quello stronzo di Brad, ha Rob, ha perfino Joe e Dave... sono tutti amici suoi. E ha Anna, una donna fantastica con cui comunque andrà sempre d'accordo, una che per lui c'è sempre stata e sempre ci sarà. Lui riuscirà a sposarsi con lei e a vivere bene lo stesso.
Io sono solo, non ho nessuno e con Sam va sempre peggio. A momenti non resisterò a tornare a casa e vederla.
Qualcosa è stato preso dal profondo di me, un segreto che avevo tenuto rinchiuso per così tanto e così bene che nessuno ha mai visto.
Ferite così profonde non si mostrano mai, del resto... non vanno mai via, resteranno per sempre. Certe immagini si muovono nella mia testa, tutti quelli che per anni e anni hanno giocato con me.
Quello che ho vissuto l'ho detto solo a Mike, ho dato a lui il mio segreto per stare meglio e lui mi ha illuso facendomi credere di poterci riuscire, questa volta, a liberarmene. Quindi ha preso il mio segreto ed io ora sono solo e coi ricordi di tutta la merda passata che poi non è passata.
Torna tutto. Torna sempre tutto.
Se potessi cambiare lo farei, riprendermi il dolore che avevo prima che lui me lo togliesse. Ma me l'ha tolto dandomi il piacere, mi ha abituato al bene, al bello, al fantastico. E me l'ha tolto.
Cazzo, se potessi immortalare ogni fottuto passo falso che ho fatto lo farei. Sono tanti. Tantissimi. Troppi ormai. Non dovevo fidarmi di lui, di nessuno, non dovevo lasciarmi così tanto andare con lui.
Se potessi alzarmi in piedi e prendermi la colpa lo farei ma non è vero cazzo. È stato lui a far di tutto per aiutarmi sapendo che poi sarebbe finita, lui lo sapeva, l'aveva detto. Lui mi ha aiutato e mi ha piantato. Che colpa ho io? Che ho cercato un fottuto modo per stare meglio?
Se potessi portarmi la vergogna di ciò che sono nella tomba lo farei ma a cosa serve vergognarsi? Ero una merda e morirò merda, nel mezzo c'è stato un sogno e se potessi cambiare io stesso e tutto ciò che ho vissuto lo farei.
Mi riprenderei il dolore che lui mi ha tolto, farei in modo di non disfarmene mai, farei in modo di tenerlo sempre.
Ci ero abituato, ormai, a conviverci.
Adesso che so la differenza come faccio a vivere da solo?
Ed ora eccomi qua col ricordo buio del mio passato, di nuovo, che mi riporta indietro alla merda di prima. A volte penso di lasciar perdere. Potrei lasciar perdere tutto e farla finita o piantare ogni cosa e sparire dalla circolazione, senza nessuno. Non mancherei.

Andrei via e non mi guarderei mai più indietro, butterei via tutto e tutti, Mike e Sam per primi.
Andare avanti così.
Non ci sarebbe più un passato.
Se potessi cambiare... cazzo, se potessi cambiare tutto, tutto, me stesso per primo... lo farei...
e se potessi semplicemente mettere da parte tutta la debolezza interiore di Mike... perchè sembra forte ma porca troia quanto è fragile... potrei fingere di non sentirmi io fuori posto e sarebbe molto più facile cambiare.
Però non ce la faccio.
Non ce la faccio ed è tutto così.
Io una merda pieno di difetti con un sacco di passi falsi e cose che non posso cancellare. Con l'unica persona che amo che non posso avere perchè ci sono cose più importanti.
Lo capisco.
La musica può essere ora come ora il mio unico riscatto ed a questo punto, a questo dannatissimo punto di merda... fanculo... apro la bottiglia di gin che ho preso al supermercato e comincio a bere buttandomi sul divano nuovo.
Fanculo.
Mi butto anima e corpo nella musica, farò andare tutto alla grande e poi che gli altri vadano a cagare. Che tutto vada a cagare.
Io avrò la musica, sarò famoso, vivrò con quello e non mi servirà altro.
Il mio unico riscatto.
Allora vediamo di farlo andare bene.
Bevo ancora e via via che lo faccio i pensieri mi si annebbiano, ecco qua quello che cercavo.
Non riesco a restare concentrato sul dolore, tutto sfuma, tutto diventa un casino. Non esiste più nulla, in poco tempo.
Non so se sono solo ma se così fosse non me ne frega.
Il gin mi brucia la gola e piano piano non lo sento più scendere. Va bene così.
Riesco a lasciarlo andare.
Così riesco a lasciarlo andare.
Torna Samantah in questo momento e quando mi vede bere capisce che deve essere successo qualcosa.
O ci litigo o la scopo, non so ma lei è buona solo per queste due cose e visto che sono mezzo ubriaco e che sto fuggendo tanto bene da quello che è successo e che peggiorerà ogni fottuto giorno, quando mi chiede che cos'ho, io metto giù la bottiglia, mi alzo e mi avvicino barcollante. Cammino appoggiandomi per non cadere e lei sta ferma. Non ha paura di me, non ha mai avuto paura di me, ma penso che la ferocia con cui la guardo ora non l'abbia mai avuta.
Che muoiano tutti, tutti, TUTTI!
Fra atroci dolori.
Che osano fare di me ciò che vogliono, il loro oggetto sessuale.
Sono io che voglio usarli, ora li userò tutti come mi pare, non importa.
Fanculo, porca puttana.
- Ho che voglio scopare! -
- E non hai Mike? - Do un calcio alla sedia che ha accanto e lei sussulta capendo quanto io sia fuori e non per l'alcool che dopotutto reggo meglio di così.
Se sono fuori è perchè voglio esserlo. Devo scappare, devo intorpidirmi, devo fottermi.
- Mike può sposarsi la sua Anna per crearsi l'immagine del ragazzo perfetto e a posto... si farà le seghe pensando a me e tutti saremo felici! Quindi non mi resta che scopare! -
Sam scuote la testa schifata.
- Sei ubriaco e sei una merda perchè ti sei lasciato con Mike per l'ennesima volta. Finite sempre insieme, poi. E non toccarmi, non siamo più una coppia da un sacco! Se sto con te è perchè mi devi una vita fantastica in cambio di quella di merda che mi hai dato tu. Quindi vedi di ricambiare ciò che ho fatto per te ed anche presto! E poi evapora! Tu ed il tuo Mike potete impiccarvi insieme! - Detto questo con veleno dopotutto comprensibile, mi supera per andare a dormire, suppongo, ma io non sono della stessa opinione infatti la prendo per i capelli e tiro verso di me, lei per la sorpresa rimane rigida, quasi cade. Si piega sulle gambe ed io la tengo anche per il viso.
Uso una forza eccessiva, me ne rendo conto ma non riesco a smettere.
- Siamo marito e moglie finchè morte non ci separi, nel bene e nel male. Non credo a queste stronzate ma c'è chi ci crede. Allora fa la parte della moglie, per una cazzo di volta! - Sam penso che si ecciti, dopotutto rimane sempre lei... non si sarebbe messa con me se la violenza non le piaceva. O se io non le piacevo. Che me ne fotte.
In ogni caso dopo che ho avvicinato il viso al suo fino a sfiorarle la bocca, aspetto una sua mossa. Non so perchè l'aspetto.
E così arriva.
- Sei disperato. - Lo dice come se fosse un atto di pietà e non un insulto. Di solito mi insulta, quando lo dice. Ora è vero, per questo è pietà.
- Allora scopa con questo rifiuto disperato! - Perchè dopo la fuga mentale con alcool ed altre sostanze, l'unica è il sesso.
È un fottuto momento corto ma c'è, mi svuoto, godo e non penso ad un cazzo. È il mio modo di vivere il dolore, scopo come uno stronzo.
Apre la bocca e finalmente tira fuori la lingua. Mi piace perchè è volgare e troia come me. Quindi faccio la stessa cosa. So di gin ma ci lecchiamo.
In poco tempo sono a spingerla sul tavolo e a scoparla da dietro come se fosse Mike.
Perchè quando abbiamo voglia e non resistiamo mi si piega così ed io lo prendo da dietro forte e gli vengo dentro.
Così lo faccio ancora ed ancora ed ancora e lei si fa fare, gode, le piace che la schiaccio sul tavolo che è duro e le piace che la prendo aggressivo.
Era da mesi che non scopavo con lei. Riesco anche a ficcarle il cazzo nella figa oltre che nel culo ed è piuttosto piacevole, è fradicia da quanto è eccitata.
Ora ricordo perchè ho pensato che lei potesse andare bene e l'ho sposata.
Perchè sapeva scopare. Se una donna sa scopare può avere qualcosa da me perchè mi piace il sesso e mi piace venire dentro di loro ed odio il fottuto preservativo del cazzo perchè non mi fa godere davvero.
Quindi Sam sa cosa mi piace e le piace anche a lei.
L'unica cosa buona forse sarà questo.
Scopare con lei.
Ma appena mi riprendo un attimo e vedo che è lei e che è una donna e che non è Mike esco e me la scrollo di dosso schifato.
Cazzo.
Cazzo.
CAZZO!
Non ce la faccio così. Non è lei che voglio.
Fanculo.
Senza dire una parola mi chiudo in bagno sbattendo la porta e mi ficco sotto la doccia, quindi mi accuccio e mi prendo il viso fra le mani. Merda. Stringo sulla fronte.
È un disastro.
E non andrà mai meglio, mai. Potrà solo peggiorare. Guardo il dito dove non c'è più l'anello, l'ho tenuto ma non lo metterò più.
Perchè deve essere così?
Perchè devo sempre sbagliare tutto?
Perchè il mio passato non è diverso?
Perchè sono così?
Perchè va sempre tutto in merda?
Voglio scappare. Voglio cambiare. Voglio correre via. Voglio essere diverso.
Se solo potessi...”


“Chester mi evita.

Lo sapevo.
Bè, è il minimo.
Al di là della musica mi ignora, non esisto. Penso sia normale anzi... che ci riesca è tanto. Pensavo tornasse a provocarmi per spingermi a scoparlo.
Onestamente non so cosa fa a casa, litigherà con Sam, spero non sia tornato a bere.
È strano, è maledettamente strano non andare via con lui poi quando finiamo di fare le cose col gruppo.
La casa discografica ci riempie di impegni e abbiamo diverse tappe per promuovere l'album nonché serate e feste... insomma, le prime volte saranno concerti praticamente gratis, funziona così per farsi conoscere. Poi piano piano vediamo anche degli altri video e cercherà di inserirci in qualche programma. Vogliono che siamo io e Chester a presenziare principalmente. Io insisto che tutto il gruppo è importante e ci devono essere sempre ma loro dicono che le facce siamo noi.
Sarà proprio dura.
La prima arriva non molto tempo dopo ed è un'intervista per un programma musicale che ha uno spazio per le nuove uscite. Siccome il nostro singolo sta andando forte e che l'album sembra aver suscitato già molta curiosità, richiedono la presenza del frontman, Chester, e della mente che sta dietro alla nostra musica, io. Volevo che ci fosse anche Brad ma lui ha detto che me lo sogno che viene. Stronzo.
Così ci ficcano su un'auto privata e ci portano in questi studi. La strada è una ventina di minuti, ma stiamo in silenzio. Io cerco di dire qualcosa su ciò che diremo e come dovremo comportarci e lui sembra non interessato.
Non so nemmeno cosa dirgli perchè è normale che faccia così ma lo vedo male e vorrei chiedergli come sta... vorrei parlare di come si sente... vorrei... non so... non so nemmeno io cosa è il caso di dire o di fare ma mi fa star male vederlo così, dannazione... vorrei fare qualcosa. Cosa?
Gli studi in questione hanno dei camerini, sono delle stanze vere e proprie e per gli ospiti è una sola, io e lui siamo dentro insieme. Ci mettono qua dicendo che vengono a chiamarci. Una truccatrice ci sistema un po' alla buona ma Chester la morde, quasi, quindi se ne va.
Io lo guardo con aria da 'era proprio necessario?' e lui mi risponde subito aggressivo.
- Sono uno stronzo che vuoi? -
Sospiro mentre siamo soli che aspettiamo ci chiamino.
Esito. Però qualcosa dovrei dirgli perchè ci siamo lasciati dicendo che ci amiamo ed io so che lui sta male e non posso fregarmene. Per me non è più facile solo perchè mi sono esposto di meno. Sto con Anna e mi sembra di tradire lui. E penso sempre a lui. E quando ho fatto l'amore con lei dopo un sacco di tempo mi è sembrato strano e non venivo, non venivo mai, e lei era preoccupata ed allora ho dovuto pensare a Chester perchè poi avrebbe cominciato a chiedermi cosa c'è ed io non volevo. E quindi ho pensato a Chester e sono venuto dentro di lei.
Ma come posso?
Quando sono uscito le ho chiesto se prende la pillola, lei ha risposto che non ne ha avuto bisogno intendendo che per quello che lo facevamo non serviva. Io le ho chiesto vergognandomi come un ladro se se ne procura una che non si sa mai. Potrei usare il preservativo ma non lo uso da molto, facciamo coppia fissa. Forse non ci sono pericoli ma che cosa posso dire? Non sono sicuro di niente, è meglio evitare certi casini.
A lei è sembrato strano ma ha dedotto logicamente che pensavo di farlo di nuovo regolarmente. Non lo so ma visto che devo farla funzionare seriamente e per sempre, devo tentare.
- Come stai? - Gli chiedo.
È una stupidaggine lo so. Lui mi guarda per sapere se sono serio ed allora mi stringo nelle spalle. Vorrei solo saperlo perchè sono preoccupato e lo sa.
Quindi con dolorosa sincerità mi risponde con la sua amara cupezza che via via diventa ironia pesante che mi ferisce.
- Mi sento solo e quindi reagisco come uno stronzo. E mi lamento un sacco! So che forse tutti se ne accorgeranno che ho qualcosa che non va ma non posso proprio evitare che lo vedano! Sono cicatrici troppo fresche. - Sospiro. Non potevo aspettarmi di meglio. - Cerco di essere quello che vuoi in pubblico, vedi che bravo? Vengo a tutti gli impegni e faccio bene il mio lavoro, canto, faccio musica, provo a buttare giù qualche testo, seguo tutto quello che mi dice l'agente. Non ho nemmeno lasciato Sam. - Però questo è quello che vuole che io senta. Non è quello che è veramente.
- Dai Chester, con me non serve che fingi... puoi anche porconare... io lo so come stai, speravo ti potessi sfogare, ti farebbe bene... - Perchè non ne parla con nessuno e lo so. E sicuramente beve e fuma. Spero non abbia ricominciato con le canne.
Mi guarda come avesse due lame al posto degli occhi.
- Non posso convincerti che sia così, credi a quel che vuoi! - Ma credere a cosa? Che fai quello che è il tuo lavoro con professionalità e che ti basti? Lo sappiamo che non ti basta ma lascio perdere guardandoti mentre ti alzi e giri le spalle come sempre quando siamo nella stessa stanza senza cantare.
Guardi da un'altra parte e fingi che io non esista ma resterò qua, come sempre, pronto per sostenerti quando ne avrai bisogno o me lo chiederai. Cercherò di farlo nel modo giusto e spero di capire quale sia, questo modo.
- Non andrò mai via. - Chester scrolla le spalle.
È tutto così pesante e diverso, non ci siamo lasciati litigando od odiandoci eppure è stranissimo... e pesante... e diverso...
- Non riesco a sentirmi come prima. - Mormora a denti stretti.
- Non girarmi le spalle. - Sussurro io alzandomi a mia volta, guardo la sua nuca bassa, i suoi pugni, le sue spalle contratte. Non sarò ignorato da te perchè so come sei...
- Il tempo non guarirà questa ferita, non più. Rimarrà per sempre, Mike. - Continua e non si gira ancora. Rimane di schiena. È teso. Cerca di ignorarmi.
- Non ignorarmi, non puoi ignorarmi, lavoriamo insieme, ci vedremo sempre di più, l'agente dice che stiamo andando forte, che non ha mai visto niente del genere per degli esordienti, potrebbe andare meglio di quel che pensiamo, non puoi ignorarmi. Dobbiamo trovare un equilibrio per vivere insieme. -
Chester allora si gira e non è arrabbiato o addolorato e nemmeno cupo... è...
- Sono un po' insicuro. - Comincia esitante. Penso non si senta a suo agio a dirlo ma con me ci riesce. Con me ci riuscirà sempre.
- In qualche modo risaliremo... -
- Sono un po' diffidente... - Aggiunge piano e tetro. Lo capisco bene.
- Perchè tu non capisci che io faccio ciò che posso? È che a volte non sono chiaro ma devo dire quello che tu non vorresti mai dire e che non dirai mai. E ti dirò di più Chester... - Aggiungo piano e cauto avvicinandomi. Sulle prima fa un passo indietro ma poi si ferma. Gli sono davanti e lo fisso con intensità. Sta male. Come sta male... - non ho mai avuto un dubbio, sin dall'inizio, su questa cosa. Ti ho detto che se col gruppo le cose sarebbero andate bene si sarebbe complicato tutto. Te lo dicevo e te lo ripetevo ma a te non importava. Ora siamo qua e non posso convincerti ad ascoltarmi almeno una volta quando ti dico che dobbiamo trovare un equilibrio, un modo per stare insieme nel modo giusto, senza farci male. Non possiamo ignorarci, non è quello un equilibrio. -
Scuote la testa piano senza capirmi, senza comprendere, senza un accordo. Non sa cosa voglio dire, non sa come possiamo fare. Per lui è impossibile, glielo leggo in faccia tutta la sua contrarietà. Per lui sono solo cazzate.
Così lascio perdere e rimango a fissarlo mentre mi gira le spalle di nuovo per respirare, preferendo fingere che io non esista. Peccato che resterò qui perchè sei in realtà tutto quello che ho. Che vada bene o no, che l'accettiamo o no, che possiamo o no. Ma è così.
Ed anche se abbiamo deciso di vivere come si deve per il bene di questa nostra carriera e per un immagine sicura... anche se fingeremo benissimo senza tradire più nessuno. Non cambierà mai che tu sei l'unica persona che conta, ormai, per me. E questa cosa non cambierà mai.
- Non girarmi le spalle. - Ma lui non si muove. Io non posso toccarlo perchè so cosa succede quando lo tocco, è devastante, non mi controllo più, così non lo faccio. - Non ignorarmi. - E lui ripete di nuovo, laconico e drammatico.

- Il tempo non mi guarirà mai. - E non si gira più. Senza aggiungere altro esce e mi lascia qua da solo a guardare l'uscio vuoto e a pensare quanto continuiamo a sbagliare.
Forse per la maggior parte ora stiamo finalmente facendo le cose per bene ed in modo giusto e corretto, ma Dio... quanto stiamo soffrendo. E non oso, non oso davvero pensare a cosa fa a casa quando torna senza di me e si ritrova Samantah.
La verità è che guai a toccarci, ma esistiamo e quel che è stato non è finito perchè l'abbiamo troncato per il bene degli altri e della carriera. Resterà tutto e non può ignorarlo. Non può. Se non fa i conti con questo prima o poi finirà davvero male ed io ne ho il sacro terrore.
Perchè non voglio arrivare a quello, non voglio, non voglio.

L'intervista va veloce e passa tutto liscio come l'olio, lui non dice e non fa cose che non vanno, parliamo pochissimo di noi e molto della nostra musica, non sveliamo niente del nostro privato e guai ad accennare al passato di Chester in qualche modo o alla sua relazione disastrosa con Sam. Insomma, la casa discografica è stata precisa su cosa dire e non dire.
Così nessuno sa davvero niente di noi, non immagina nemmeno lontanamente ciò che siamo e spero che l'idea sia quella di ragazzi comuni e normali.
Anche se poi in realtà non è così proprio per niente.
La macchina ci lascia alla casa discografica e lì io e Chester scendiamo, siamo ancora rimasti in silenzio per tutto il resto del tempo, non fiatiamo, non diciamo niente.
Eppure un modo per convivere lo dobbiamo trovare. Un modo che ci permetta di non saltarci addosso e tornare di nuovo insieme, ma nemmeno di essere come due estranei che non siamo.
Io non so ma lo devo trovare.
Se ne va in silenzio, buio, ed io non so fermarlo e dirgli qualcosa. Non lo so e non lo faccio. Semplicemente.
Devo pensare.”

____________________________________
Per chi non sa...
La casa discografica, dicevo, ha imposto un'immagine precisa al gruppo, regole severe da seguire ed una chiusura quasi totale per attirare l'attenzione solo sulla loro musica, puntava tutto sull'immagine. I giornalisti non hanno mai saputo nulla di sostanzioso su di loro finché Chester non si è stufato e si è sputtanato da solo.