CAPITOLO
V:
CANTI
E BACI
“Scendiamo
al garage che funge da sala prove e mi avverte che saremo solo noi
perchè gli altri hanno pensato che bastano le basi registrate per
farmi imparare le canzoni.
Alzo
le spalle.
-
Non gli piaccio proprio per un cazzo, eh? - Lui cerca di rabbonirmi,
credo sia nel suo DNA, io rido per questo alzando le spalle. Non me
ne fotte.
-
No è solo che hanno bisogno di conoscerti meglio, organizzerò una
bella serata e vedrai che si ricrederanno... tu... tu devi cercare di
aprirti un po', se vedono che sei un essere umano come tutti allora
sarà diverso... -
Penso
che potrebbe andare avanti tutta la vita se non lo interrompo con
un'alzata di spalle.
-
Non me ne fotte, davvero... sono qua e sarò il vostro cantante, il
resto non conta. Non dobbiamo andare tutti d'accordo per forza, eh? -
Lui
sospira ma mi sa che non si arrenderà finchè non ci avrà fatti
andare d'accordo.
Staremo
a vedere chi la spunterà.
-
Allora, Chez... che musica ti piace? Ok, lo immagino... -
Rido,
questo è un argomento migliore.
-
Sì quella che immagini... robaccia insomma! -
-
No a me piace tutta la musica, non esiste robaccia! Voglio mettere
insieme i due generi principali che mi piacciono di più però la
trovo sempre tutta valida. Ok, che ne pensi del progetto, comunque?
Pensi che potrebbe funzionare l'idea di fare canzoni hip hop con un
po‘ di rock? -
Mi
faccio serio e ripenso ai pezzi che ho ascoltato, cantati da un altro
cantante.
-
Penso che dovremmo essere fottutamente bravi per farlo andare ma che
non è impossibile. E poi che cazzo ne so, mi sono buttato in sto
progetto come un idiota, giuro che se è un fallimento mi butto in un
fiume e tu mi segui! - Lo minaccio come per dirgli 'vedi di farlo
andare bene, cazzo, c'è in gioco il mio futuro!'
Lui
ride e mi rilassa, quindi mi batte la mano sulla schiena e risponde
tranquillo ed allegro:
-
Mi impegnerò al massimo! -
Dopo
di che mi supera, si sistema il cappellino con la visiera
all'indietro e prende la chitarra elettrica, l'attacca
all'amplificatore e accende tutto. Io lo guardo nei suoi vestiti
larghi da rapper. Sta dannatamente bene in quei panni. Anche se ha
una faccia da bambino è figo. A me piace, cazzo.
-
Che strumento sai suonare? - Dà per scontato che lo sappia suonare,
del resto ha ragione...
-
Ho imparato un po' da solo la chitarra.... cioè me la cavo ma
insomma, preferisco cantare. -
-
Ti viene dannatamente bene del resto... -
Il
mio ego lo ringrazia.
-
Tu suoni solo la chitarra? - Per me sarebbe abbastanza ma per lui
evidentemente no.
-
Suono anche il pianoforte. Pensa che ho iniziato studiando classica,
poi sono passato al rapping... passando per il rock ed un sacco di
altre cose. -
-
Solo? - Lo prendo per il culo. Quante cose sa fare? Canta, reppa,
suona la chitarra ed il piano... mi sembra assurdo che una persona
sappia fare tante cose...
-
Bè no... mi occupo anche del mixaggio insieme a Joe... e degli
effetti speciali... monto le canzoni, le rifinisco, modifico... cioè
quelle cose tecniche... sono un perfezionista, dopo aver fatto una
canzone passo tutta la notte a rifinirla e capire se è perfetta. Gli
altri dicono che sono matto... - Si prende in giro da solo, è auto
ironico e mi piace. (*)
Comunque
non posso credere che faccia tutte queste fottute cose...
-
Fammi sentire un po' qualcosa? - Glielo chiedo svelto e senza
rifletterci, quindi alza la testa e mi fissa stranito, non se
l'aspettava? Bè, siamo qua per cantare, no?
-
Bè vediamo... c'è un pezzo al pianoforte che non si adatta al
nostro stile e che non incideremo mai, forse... e poi ho solo la
musica, mi mancano le parole... - Ha pensato subito al piano,
dev'essere il suo strumento preferito, quello con cui va forte. Mi
accomodo sul divano sgangherato che hanno sistemato in un angolo e lo
vedo posizionarsi dietro alla tastiera che accende, schiaccia qualche
tasto e poi comincia.
Cazzo,
la musica è subito malinconica. Ma che dico. È dilaniante. (*)
Mi
vedo la neve che scende in un inverno bianco e freddissimo.
Chiudo
gli occhi e mi lascio avvolgere dalle immagini che mi evoca.
Non
mi era mai successo, specie perchè è davvero un genere lontano anni
luce dal mio.
Non
si grida, qua, si sussurra, si soffre, ci si dispera.
Quando
si ferma dopo la prima strofa e quello che potrebbe essere il
ritornello, io, ancora con la testa all'indietro e gli occhi chiusi,
l'aria fottutamente rapita, dico bisognoso di sentirlo ancora.
-
Ripetila... - Ne sarà colpito?
Non
lo so, penso di sì.
Allora
ricomincia, fa le stesse note piane e tristi, è la cosa più bella
che abbia mai sentito, mi smuove dentro cose che... alla terza volta
che gliela faccio ripetere ho memorizzato le note e comincio a
cantilenarla a mezza voce, alla quarta ci vocalizzo con una voce
delicata che penso di non aver mai usato e lui... sento i suoi occhi
colpirmi, emozionarsi. Eccolo che si innamora della mia voce.
Cazzo,
spero non smetta mai di amarla... almeno una parte di me... l'unica
che amo anche io...
Alla
quinta mi affiorano delle parole nella testa e le butto fuori così,
solo parole, solo versi, solo qualcosa, non tutto, non sempre,
qualcosa manca, qualcosa è da modificare... sono piccoli incisi
sulle sue note struggenti.
-
Questo è il mio dicembre ... il mio periodo ... così chiaro... la
mia casa coperta di neve... questo sono io da solo. Ed io... - Qua
non so andare avanti, lui continua e ripete il pezzo, vuole che
prosegua, io rifaccio 'Ed io...' ma non so proprio che metterci, la
testa vuota. Così lui continua e usa una voce che non gli avevo
sentito. Quando abbiamo fatto la prova lui reppava, quando parla non
sembra così... oddio, è profondissima e bassa... e delicata...
sussurra... è da orgasmo... cazzo mi sto eccitando... ma poi
ascolto.
-
Desidero solo non pensare. - Questo è quello che vorrebbe lui...
-
Ed io... - Ripeto allo stesso modo delicato e malinconico di prima. E
lui continua ancora.
-
Ritiro le cose che ho detto... - che ha pensato, che ha fatto, che
non vorrebbe mai aver provato. Questo discorso è così chiaro che mi
fa rabbrividire. Non mi era mai capitato di comunicare con qualcuno
cantando.
-
Ed io... -
-
Desidero solo non sentire... - Arriviamo a leggerci nel pensiero, ha
percepito quello che pensavo e l'ha detto, è vero, è tutto vero.
-
Ed io... -
-
Ritiro le cose che ti ho detto... - Rido amaro, lo sapevo... non ha
avuto bisogno di dire nulla, è come se l'avesse fatto, quando si è
fatto una sega pensandomi, quando poi l'ha fatta a me... è come se
mi avesse detto che gli piaccio, ora lo ritira? Gli piacerebbe...
però non si può ritirare niente. Rimane tutto.
-
Ed io darei via tutto per avere un posto... per avere qualcuno a
casa... - Ciò che sento io glielo sto dicendo ed è la prima
fottutissima volta che lo faccio con qualcuno, che lo faccio
cantando. Mi sembra di non avere niente, di non avere nessuno. Ed è
vero, cazzo. Non ho una fottuta casa, non ho un fottuto qualcuno da
cui vorrei veramente tornare, perchè non è Sam, cazzo, non è lei..
e non ho niente... niente che mi appartenga. Ed anche se non ho
niente darei via tutto, anche la mia pelle, per avere qualcosa... una
casa... una persona... lo capisce? Non apro gli occhi, non oso... e
le note proseguono fino a sfumarsi lievi.
Ed
una canzone si crea da sola al primo contatto serio musicale fra noi,
noi due e basta.
Questo
non annuncia niente di buono.
Apro
gli occhi e lo fisso, lui mi sta già guardando e fortuna che siamo
lontani perchè lo bacerei e non come per divorarmelo ma come per...
per farlo mio... con dolcezza... è confuso e spaventato, anche lui
sta provando qualcosa di così grande da non aver nome, ne è
terrorizzato perchè finchè si trattava di istinti e attrazione era
un conto, ma questo non è solo sesso.
Questo
è trovarsi ad un livello talmente interiore e grande che non è
possibile... non è possibile ignorare.
Mi
alzo, sono fottutamente spaventato anche io ma dopo una cosa simile
non posso stare fermo e fingere che sia solo sesso, che non sia nulla
o che possa farne a meno.
Non
voglio solo provocarlo e farlo diventare scemo, non voglio solo
divertirmi, non voglio solo farlo venire allo scoperto, non voglio
solo farmi uno carino... voglio bagnarmi di lui, immergermi
intimamente e vedere ogni sua sfumatura. Voglio possedere la sua
anima, oltre che il suo corpo.
-
Hai una voce incredibile se canti... - mormoro una volta davanti a
lui, oltre la tastiera che ci separa lui rimane immobile, si appoggia
sopra, è rigido e mi guarda fisso. È emozionato ma non imbarazzato,
non sa cosa fare, non sa cosa farò, spera che lo baci ma vuole sia
io a prendere l'iniziativa, per lui sarebbe traumatico.
Io
vorrei però ho come l’impressione che diventerebbe troppo seria la
situazione e non voglio. Finchè era tutta una fottuta questione di
sesso era diverso ma con lui è successo qualcosa, ora. Suonando e
cantando insieme.
E
se succederà ogni dannata volta non posso aver sempre voglia di
baciarlo. Baciarlo senza sesso dietro. In modo tanto serio.
L’intreccio
di sguardi è fottutamente forte, sto per cedere.
-
Sei… splendido anche tu… mentre canti in quel modo… - Dice
faticosamente. Mi spiazza, il fiato mi arriva sulla bocca, siamo così
vicini che parlare ora è follia eppure lui l’ha fatto ed io sto
per finire i centimetri a disposizione. Lui sta fermo, si farebbe
fare, è troppo incuriosito. Incuriosito? Mi pare altro…
-
Anche tu… - Ma non certo sul piano canoro. Per quello gli ho già
fatto i cazzo di complimenti. Io parlo di un altro tipo di splendore.
Quello che mi sta rincoglionendo.
Arrossisce,
capisce a cosa mi riferisco, quindi con sincerità lo dico. Tanto a
questo cazzo di punto… - Voglio baciarti. Baciarti seriamente. Non
solo per divertirmi. Però poi potrebbe sfuggirmi tutto di mano e
cazzo… non sarebbe più sesso… sarebbe un casino. Se io vado
oltre il sesso faccio casino… finisce tutto in merda. Pensavo di
volerti solo scopare ma dopo aver cantato con te… voglio anche
quello che c’è sotto la tua fottuta pelle. - (*) Sembra
sciogliersi, poi non so che cazzo gli succeda, sono occupato a
guardargli gli occhi e la bocca come se fossi una pallina di ping
pong che rimbalza. Non so su cosa fermarmi, non voglio perdermi
nessuna delle due.
Ma
poi per una volta potrei lasciar decidere a qualcun altro… per una
cazzo di volta…”
“Sono
semplicemente innamorato della sua voce. Al telefono era stato un
flash, un pugno allo stomaco. (*) Anche alle prove preliminari di
ieri era stato bello. La sua potenza distruttiva, quella bestia che
ha dentro di sé da estirpare.
Ma
ora… ora mi ha fatto sentire la sua anima… vederla… là,
innevata, a Dicembre… e la nostra fusione è stata la prima vera
degna di questo nome… ma Dio… se saranno tutte così non
resisterò.
Amo
la sua voce in qualunque modo la usi ma se lo fa in questo modo, così
sommesso ed angosciato… pura… io penso che non resisterò più.
Mi
dici che vuoi baciarmi seriamente e che non è più per sesso. Mi
dici che poi le cose oltre il sesso le incasini sempre. Mi dici che
hai paura che tutto si rovini.
Dio
Santo ci siamo appena incontrati. Sono due giorni che stiamo insieme
ed è già così?
Non
è possibile!
Ma
forse scatta subito, se deve scattare. Non aspetta anni, non aspetta
una vita, non aspetta i comodi di nessuno.
Se
deve essere la scintilla arriva subito.
Per
noi è stato sesso, sesso non ancora sfogato grazie a Dio, ma ora sta
arrivando qualcos’altro perché anche io voglio baciarlo in questo
modo.
Però
ho più paura di lui, sarebbe la prima volta con un ragazzo, cosa
pretende da me?
Sono
fidanzato con la donna che ho sempre pensato di sposare, sono
cresciuto con dei valori e dei principi, una fede, che non mi
permettono di fare una vita dissoluta e non perché non posso ma
perché non voglio.
Non
voglio essere quel tipo di uomo ma Chester mi annulla completamente,
mi devasta, mi spiazza… mi trasforma.
E
se deve essere parte subito. Non aspetta nessun treno.
Ma
cosa devo fare?
Sono
gay e voglio baciare un ragazzo quindi lo faccio?
È
tutto così semplice?
Lui
sta fermo dopo che mi si è avvicinato in questo modo, mi guarda, è
a un soffio, perché non può fare tutto lui?
Finisce
che gli fisso il piercing al labbro, insistentemente, così rialzo lo
sguardo sui suoi occhi, gli occhiali mi danno fastidio e senza più
riflettere glieli tolgo. Ha due occhi molto intensi. Mi penetrano.
Quanto
dolore qua dentro.
Quanta
confusione.
Ed
è così che apro bocca per rispondergli.
-
Ho una dannata paura anche io… non ho mai baciato un ragazzo
nemmeno per gioco… figurati seriamente… - Ma poi paura di che?
Cazzo, quanto siamo idioti… un bacio dovrebbe essere bello… un
bacio è sempre bello se nessuno dei due è costretto. E qua meno di
sempre nessuno lo è.
-
Non sai cosa ti sei perso… - Mi risponde piano. Il suo fiato.
Ricordo il suo sapore sulla lingua tutte le volte che ieri sono
riuscito ad averlo indirettamente.
Questo
è il terzo giorno che lo vedo, che sto con lui, e sono qua a pensare
di baciarlo davvero.
Un
bacio può durare tanto?
La
voglia di farlo?
Mi
mordo il labbro e poi rispondo.
-
Allora vediamo di cosa si tratta. -
Ed
è così che scollego completamente la mia testa lasciando libero il
mio istinto, come quando creo arte… la musica ricomincia nella mia
mente, Dio, finalmente le sue labbra sulle mie.
Sono
morbide e sottili, combaciamo, timidamente mi faccio strada col
labbro inferiore fra le sue, gli succhio quello superiore per poi
passare al piercing, lo prendo fra le mie, poi lo lecco ed è quasi
deleterio.
Che
sensazione stordente.
Gli
occhi chiusi mi mostrano un pianoforte e noi che cantiamo insieme.
Con
le mani mi stacco dalla tastiera e risalgo sulle sue braccia, lui a
questo punto apre la bocca e tira fuori la lingua, io faccio
altrettanto e l’accolgo, gli vado incontro e gliela ricopro,
l’accarezzo, lo solletico, ci giro intorno e lui si lascia fare per
poi… per poi, una volta con le salive mescolate nelle nostre bocche
unite, sentirlo muoversi.
Aggira
lo strumento che ci separa, mi prende per i fianchi e mi fa
camminare. Sono distratto, fermo la lingua, potrei cadere ed è
questo che succede, ma cado nel divano, mi si siede sopra a
cavalcioni e penso sia più forte di lui. Finisce che la gestisce
tutto e di questo ne sono lieto.
Una
volta giù mi prende il viso fra le mani e mi piega la testa più di
lato, poi apre la sua bocca e sospende il contatto, ritira la lingua
e rimaniamo così. Io apro gli occhi faticosamente, due fessure
agganciate dalle sue, carichi di desiderio.
Non
abbiamo bisogno di parlare.
Tira
di nuovo fuori la lingua e prima di combaciare le bocche di nuovo, mi
ritrovo a leccargliela. Dopo di che ci riuniamo, ci fondiamo e
l’intensità aumenta, diventa tutto lentamente veloce, come una
giostra che gira a rotta di collo. Finirà con noi che ci schiantiamo
da qualche parte, ma per ora fermarsi è impossibile.
Quindi
lo prendo per i fianchi, sono sottili, si sentono le ossa. I suoi
vestiti sono così attillati che mi fanno sentire quasi la sua stessa
pelle… oddio, la sua pelle… mi ci perderei…
Sono
così dannatamente perso?
È
davvero l’idea di ciò che rappresenta oppure è veramente lui?
Dio,
non capisco più niente ma questo è davvero il bacio più bello
della mia vita e non potevo certo perdermelo. Oh no, cazzo…
Non
so cos’è, se è lui o se per il fatto che sono gay e me ne sta
facendo accorgere ora… oppure perché in realtà ho una voglia
matta di cose proibite e deviate e lui è la tentazione dannata.
Non
so cosa cazzo sia ma è la cosa più bella che abbia mai fatto.
Non
so nemmeno quanto stiamo a baciarci così nel divano, non facciamo
altro, lui non tenta di spogliarmi e saltarmi addosso, mi sta seduto
sopra e basta. Io lo tengo ma non esagero… ci baciamo, prendiamo
fiato e torniamo a baciarci, ci riposiamo pochi secondi e riprendiamo
a baciarci, aspettiamo e torniamo a baciarci. Potremmo stare ore.
Forse stiamo ore.
Forse
niente.
È
il telefono che suona con una canzoncina idiota delle mie. (*)
-
Mm… - non ho l’intenzione di staccarmi. Nemmeno lui di lasciarmi
andare.
Il
telefono continua a suonare ed alla fine è lui che infastidito si
separa imprecando pesantemente.
-
O rispondi o lo spacco. - Sussurra roco a due centimetri dalle mie
labbra gonfie.
Mi
separo e mi strofino il viso con le mani, dannazione, sono
stralunato.
Prendo
il telefono poco più in là, fortunatamente è Rob… forse si è
pentito d’avermi piantato in asso con lui… Chester non si alza,
quindi io rispondo appoggiando la nuca all’indietro, mi toglie il
cappellino e se lo mette così mi strofino anche i capelli corti,
guardo il soffitto e lui guarda me. Che due. Non finirà mai questa
cosa.
-
Sì? -
-
Tutto bene? Di solito rispondi subito… - La sua voce arriva
leggermente ansiosa. Si sente in colpa, lo sapevo.
-
Sì… che… che ore sono? - sono confuso, non riesco a capire un
cazzo.
-
E’ mezzogiorno! -
-
COSA?! - La voce mi esce alta e stridula e lui non sa se ridere o
preoccuparsi, Chester lo sa. Ride.
-
Perché? -
-
Perché è più di un‘ora che… - mi fermo e mi tappo la bocca
alzando la testa di nuovo, quell’altro coglione continua a ridere e
mi alza la maglia. Ha finito il momento serio!
Schizzo
come un invasato cercando di fermargli le mani ma essendo che una è
occupata con il telefono è dura.
-
Più di un’ora che fai cosa? - Che mi bacio con lui!
-
Niente… che proviamo… -
-
Solo un’ora? - Ecco e ora che gli dico? Merda…
-
No abbiamo iniziato prima però è un’ora che lo facciamo
seriamente! - mi invento stronzate e questo deficiente continua a
ridere e cercare di alzarmi la maglia. Non trova molta resistenza,
vorrei tirarmi su in piedi ma è un’impresa con lui sopra così
finisce che alla fine con una mi tiene ferma la mano e l’altra alza
i vestiti.
Cazzo…
ed ora a parlare con Rob che si accorge sempre di tutto.
-
Ma va tutto bene? -
La
sua bocca sul mio capezzolo.
-
E come no! - Devo avere un tono talmente isterico che capisce al
volo.
-
Va così male? - Il suo è basso di chi è colpevole di un grave
reato, quello di avermi lasciato solo con Chester. In effetti… se
loro ci fossero stati…
-
Eh… - Fatico a non sfociare in un gemito. Mi mordicchia il
capezzolo e ci passa ora la lingua ora il piercing. Quel cazzo di
piercing.
Rabbrividisco
mentre mi inarco verso di lui. Altro che scappare… potrei anche
dirgli ‘prendimi sono tuo!’
Sono
andato…
-
Dai scusa… siamo stati egoisti è che volevamo spingerti a
cacciarlo. Non vogliamo veramente obbligarti a mandarlo via se lo
vuoi tenere però… -
-
Cos’è, mobbing? - Dico senza ragionare. Non riesco nemmeno a
prendermela… ora Chester scende a succhiarmi il fianco. Come
diavolo fa a sapere che è un punto sensibile?
Questa
volta mi scappa un gridolino da checca e Rob deve per forza chiedere
cosa stia combinando.
-
Niente perché? -
-
Come perché! Sembra che stai facendo qualcosa di strano… -
Risata
isterica che glielo conferma. - No ma che dici! - Sì certo che sì!
Te ne dovevo parlare prima di farlo ma ormai…
E
questo stronzo scende giù per aprirmi le gambe e i pantaloni
larghissimi. Mi ha mollato la mano. Ok, posso mandarlo via… sono
libero… e allora perché rimango qua?
Inchiodato
come se mi obbligasse.
Bè,
semplice. Perché lo voglio anche io.
Torno
ad appoggiare la testa all’indietro e mi prendo il viso con la mano
libera, stringo sulla fronte e chiudo gli occhi.
Eccola
la sua lingua sul mio cazzo… oddio, finalmente… oddio… potevo
morire se non l’avesse fatto… sognarlo, immaginarlo, usare la mia
mano… ma lui ed il suo fottuto piercing sono sul mio inguine e mi
stanno leccando, succhiando, solleticando, torturando.
Cosa
diavolo sta dicendo Rob?
Non
devo gemere. Non gemere Mike, non gemere.
-
Mike? Ma insomma, va bene o male? -
-
Oh… ah… - questo però somigliava tanto ad un gemito… - bene…
alla grande… però… devo parlarti urgentemente… oggi… oggi
pomeriggio poss… ah… possiamo? - Cazzo, ho fatto un altro gemito.
Rob non è scemo…
-
Mike… tu stai combinando qualcosa… -
-
Dav… davvero? -
-
Sì hai una voce strana e parli in un modo… - Cazzo non ci vuole un
genio.
Oddio
ora pompa e succhia come uno stronzo.
Senti
come stringe la bocca sul mio cazzo, tirando come per inghiottire.
Inghiottire…
oh Dio no… oh Dio lo farebbe… oh Dio no Mike resisti…
-
Sì bè te ne parlo dopo. Ti richiamo. - Alla fine non posso evitarlo
e mettendo giù la comunicazione butto il telefono in parte
aggrappandomi ai cuscini sotto il mio sedere. Stringo per qualche
istante, poi teso abbasso lo sguardo e lo vedo.
La
sua testa si muove fra le mie gambe, è inginocchiato a terra, mi
tiene le cosce aperte e mi sta divorando il cazzo.
Oh
merda quanto è bravo.
Ed
è la sua forma maschile che mi fa impazzire… è un ragazzo… e mi
sta facendo un pompino.
Ma
poi è solo questo?
Oddio…
-
Chester… - Lo dico e lo capisco ora.
È
lui il punto.
Niente
altro.
Non
ciò che rappresenta.
Ma
esistono i colpi di fulmine?
Forse
esiste la predestinazione.
Magari
eravamo destinati.
Che
stronzate… sono romantico ma fino a questo punto… alla fine gli
metto le mani sulla nuca e gli muovo la testa più velocemente ed
ecco qua che sto per venire…
-
Ah… Chez… sto per… -
Non
si stacca. Ma gli devo venire in bocca?
Non
faccio nemmeno in tempo a pensarlo che succede davvero, non c’è
tempo per niente altro.
Vengo
con un’ondata interiore impressionante che mi uccide, non capisco
un cazzo ma è un piacere talmente grande che muoio.
Sono
un fascio di nervi, spingo il bacino verso la sua bocca, la testa
all’indietro e la mia bocca aperta senza respiro, cerco aria, non
vedo niente, non sento niente.
Ed
ecco che qualcosa arriva, in effetti, nella mia bocca.
La
sua.
La
sua lingua, prima di tutto, poi le labbra ed il suo sapore. Il mio.
Il
mio.
Lo
prendo per i fianchi e lo spingo, mi lascia respirare ma mi fissa da
vicino ed io ho paura di aprire gli occhi.
Non
lo faccio e parlo così in questo modo.
-
Mi stai facendo impazzire… ho bisogno di respirare, di pensare, di
capire… io non so buttarmi… io devo… - Però non è nemmeno
vero perché sono lo sperimentatore più fottuto di tutti i tempi, me
lo dicono sempre.
Non
so che altro dire.
A
questo punto apro gli occhi e lui mi sta fissando ghignante e sadico
come sempre. Mi fa venire caldo di nuovo.
-
Fa quel cazzo che ti pare. Lo farò anche io. - Questo non dice
proprio niente, io a cosa mi appiglio ora per riflettere?
-
Ma… ma… - Cerco di fargli qualche domanda ma non me ne dà il
tempo ed alzandosi mi fa l’occhiolino e se ne va così.
-
L… le prove dopo cena! - Ho bisogno di più tempo per pensare o
divento scemo…
Una
volta solo mi stendo a pancia in giù sul divano e mi allaccio i
pantaloni.
Quanto
resisterò?
Sto
tradendo Anna, dannazione.
E
che dovrei fare?”
________________________________
Per
chi non sa…
Mike
fa davvero un sacco di cose, come da me elencato. Ed ha davvero
iniziato col pianoforte classico per poi passare a studiare il
rapping. Suona praticamente tutti gli strumenti, ora, e fa anche
mixaggio ed effetti speciali. In pratica tutto.
La
canzone che fanno è My December. E’ contenuta in un lato B di uno
dei singoli di Hybrid Theory, il primo album. L’hanno cantata
pochissimo in live però merita molto perché oltre ad essere
diversissima dal loro genere, è la prima volta in cui si sentono
davvero le voci di Chester e Mike. Chester non urla ed usa una voce
di cui mi sono innamorata e Mike canta da far venire i brividi. Non
so la storia dietro questa canzone ma rileggendo il testo ora mi
sembra parli chiaramente di loro così come ne ho parlato io nel
capitolo.
In
realtà è leggermente diversa da come la cantano qua perché sarebbe
la prima versione.
Il
primo colloquio di Chester è stato per telefono, lui e Mike hanno
cantato una delle canzoni registrate che Mike gli aveva spedito per
cassetta, Chester dopo aver sentito il gruppo l’ha chiamato ed
hanno provato a cantare insieme ed è andata così bene che poi
Chester è stato preso. Prima di questo, Chester era stato suggerito
a Mike da un suo amico che lavora in quell’ambiente musicale, Mike
l’ha sentito ed ha pensato che fosse perfetto per loro.
Mike
adora davvero le suonerie sceme. Se pensate a qualcosa di idiota, lui
ce l’ha nel cellulare!