CAPITOLO V:
CANTI E BACI
 
Scendiamo al garage che funge da sala prove e mi avverte che saremo solo noi perchè gli altri hanno pensato che bastano le basi registrate per farmi imparare le canzoni.
Alzo le spalle.
- Non gli piaccio proprio per un cazzo, eh? - Lui cerca di rabbonirmi, credo sia nel suo DNA, io rido per questo alzando le spalle. Non me ne fotte.
- No è solo che hanno bisogno di conoscerti meglio, organizzerò una bella serata e vedrai che si ricrederanno... tu... tu devi cercare di aprirti un po', se vedono che sei un essere umano come tutti allora sarà diverso... -
Penso che potrebbe andare avanti tutta la vita se non lo interrompo con un'alzata di spalle.
- Non me ne fotte, davvero... sono qua e sarò il vostro cantante, il resto non conta. Non dobbiamo andare tutti d'accordo per forza, eh? -
Lui sospira ma mi sa che non si arrenderà finchè non ci avrà fatti andare d'accordo.
Staremo a vedere chi la spunterà.
- Allora, Chez... che musica ti piace? Ok, lo immagino... -
Rido, questo è un argomento migliore.
- Sì quella che immagini... robaccia insomma! -
- No a me piace tutta la musica, non esiste robaccia! Voglio mettere insieme i due generi principali che mi piacciono di più però la trovo sempre tutta valida. Ok, che ne pensi del progetto, comunque? Pensi che potrebbe funzionare l'idea di fare canzoni hip hop con un po‘ di rock? -
Mi faccio serio e ripenso ai pezzi che ho ascoltato, cantati da un altro cantante.
- Penso che dovremmo essere fottutamente bravi per farlo andare ma che non è impossibile. E poi che cazzo ne so, mi sono buttato in sto progetto come un idiota, giuro che se è un fallimento mi butto in un fiume e tu mi segui! - Lo minaccio come per dirgli 'vedi di farlo andare bene, cazzo, c'è in gioco il mio futuro!'
Lui ride e mi rilassa, quindi mi batte la mano sulla schiena e risponde tranquillo ed allegro:
- Mi impegnerò al massimo! -
Dopo di che mi supera, si sistema il cappellino con la visiera all'indietro e prende la chitarra elettrica, l'attacca all'amplificatore e accende tutto. Io lo guardo nei suoi vestiti larghi da rapper. Sta dannatamente bene in quei panni. Anche se ha una faccia da bambino è figo. A me piace, cazzo.
- Che strumento sai suonare? - Dà per scontato che lo sappia suonare, del resto ha ragione...
- Ho imparato un po' da solo la chitarra.... cioè me la cavo ma insomma, preferisco cantare. -
- Ti viene dannatamente bene del resto... -
Il mio ego lo ringrazia.
- Tu suoni solo la chitarra? - Per me sarebbe abbastanza ma per lui evidentemente no.
- Suono anche il pianoforte. Pensa che ho iniziato studiando classica, poi sono passato al rapping... passando per il rock ed un sacco di altre cose. -
- Solo? - Lo prendo per il culo. Quante cose sa fare? Canta, reppa, suona la chitarra ed il piano... mi sembra assurdo che una persona sappia fare tante cose...
- Bè no... mi occupo anche del mixaggio insieme a Joe... e degli effetti speciali... monto le canzoni, le rifinisco, modifico... cioè quelle cose tecniche... sono un perfezionista, dopo aver fatto una canzone passo tutta la notte a rifinirla e capire se è perfetta. Gli altri dicono che sono matto... - Si prende in giro da solo, è auto ironico e mi piace. (*)
Comunque non posso credere che faccia tutte queste fottute cose...
- Fammi sentire un po' qualcosa? - Glielo chiedo svelto e senza rifletterci, quindi alza la testa e mi fissa stranito, non se l'aspettava? Bè, siamo qua per cantare, no?
- Bè vediamo... c'è un pezzo al pianoforte che non si adatta al nostro stile e che non incideremo mai, forse... e poi ho solo la musica, mi mancano le parole... - Ha pensato subito al piano, dev'essere il suo strumento preferito, quello con cui va forte. Mi accomodo sul divano sgangherato che hanno sistemato in un angolo e lo vedo posizionarsi dietro alla tastiera che accende, schiaccia qualche tasto e poi comincia.
Cazzo, la musica è subito malinconica. Ma che dico. È dilaniante. (*)
Mi vedo la neve che scende in un inverno bianco e freddissimo.
Chiudo gli occhi e mi lascio avvolgere dalle immagini che mi evoca.
Non mi era mai successo, specie perchè è davvero un genere lontano anni luce dal mio.
Non si grida, qua, si sussurra, si soffre, ci si dispera.
Quando si ferma dopo la prima strofa e quello che potrebbe essere il ritornello, io, ancora con la testa all'indietro e gli occhi chiusi, l'aria fottutamente rapita, dico bisognoso di sentirlo ancora.
- Ripetila... - Ne sarà colpito?
Non lo so, penso di sì.
Allora ricomincia, fa le stesse note piane e tristi, è la cosa più bella che abbia mai sentito, mi smuove dentro cose che... alla terza volta che gliela faccio ripetere ho memorizzato le note e comincio a cantilenarla a mezza voce, alla quarta ci vocalizzo con una voce delicata che penso di non aver mai usato e lui... sento i suoi occhi colpirmi, emozionarsi. Eccolo che si innamora della mia voce.
Cazzo, spero non smetta mai di amarla... almeno una parte di me... l'unica che amo anche io...
Alla quinta mi affiorano delle parole nella testa e le butto fuori così, solo parole, solo versi, solo qualcosa, non tutto, non sempre, qualcosa manca, qualcosa è da modificare... sono piccoli incisi sulle sue note struggenti.
- Questo è il mio dicembre ... il mio periodo ... così chiaro... la mia casa coperta di neve... questo sono io da solo. Ed io... - Qua non so andare avanti, lui continua e ripete il pezzo, vuole che prosegua, io rifaccio 'Ed io...' ma non so proprio che metterci, la testa vuota. Così lui continua e usa una voce che non gli avevo sentito. Quando abbiamo fatto la prova lui reppava, quando parla non sembra così... oddio, è profondissima e bassa... e delicata... sussurra... è da orgasmo... cazzo mi sto eccitando... ma poi ascolto.
- Desidero solo non pensare. - Questo è quello che vorrebbe lui...
- Ed io... - Ripeto allo stesso modo delicato e malinconico di prima. E lui continua ancora.
- Ritiro le cose che ho detto... - che ha pensato, che ha fatto, che non vorrebbe mai aver provato. Questo discorso è così chiaro che mi fa rabbrividire. Non mi era mai capitato di comunicare con qualcuno cantando.
- Ed io... -
- Desidero solo non sentire... - Arriviamo a leggerci nel pensiero, ha percepito quello che pensavo e l'ha detto, è vero, è tutto vero.
- Ed io... -
- Ritiro le cose che ti ho detto... - Rido amaro, lo sapevo... non ha avuto bisogno di dire nulla, è come se l'avesse fatto, quando si è fatto una sega pensandomi, quando poi l'ha fatta a me... è come se mi avesse detto che gli piaccio, ora lo ritira? Gli piacerebbe... però non si può ritirare niente. Rimane tutto.
- Ed io darei via tutto per avere un posto... per avere qualcuno a casa... - Ciò che sento io glielo sto dicendo ed è la prima fottutissima volta che lo faccio con qualcuno, che lo faccio cantando. Mi sembra di non avere niente, di non avere nessuno. Ed è vero, cazzo. Non ho una fottuta casa, non ho un fottuto qualcuno da cui vorrei veramente tornare, perchè non è Sam, cazzo, non è lei.. e non ho niente... niente che mi appartenga. Ed anche se non ho niente darei via tutto, anche la mia pelle, per avere qualcosa... una casa... una persona... lo capisce? Non apro gli occhi, non oso... e le note proseguono fino a sfumarsi lievi.
Ed una canzone si crea da sola al primo contatto serio musicale fra noi, noi due e basta.
Questo non annuncia niente di buono.
Apro gli occhi e lo fisso, lui mi sta già guardando e fortuna che siamo lontani perchè lo bacerei e non come per divorarmelo ma come per... per farlo mio... con dolcezza... è confuso e spaventato, anche lui sta provando qualcosa di così grande da non aver nome, ne è terrorizzato perchè finchè si trattava di istinti e attrazione era un conto, ma questo non è solo sesso.
Questo è trovarsi ad un livello talmente interiore e grande che non è possibile... non è possibile ignorare.
Mi alzo, sono fottutamente spaventato anche io ma dopo una cosa simile non posso stare fermo e fingere che sia solo sesso, che non sia nulla o che possa farne a meno.
Non voglio solo provocarlo e farlo diventare scemo, non voglio solo divertirmi, non voglio solo farlo venire allo scoperto, non voglio solo farmi uno carino... voglio bagnarmi di lui, immergermi intimamente e vedere ogni sua sfumatura. Voglio possedere la sua anima, oltre che il suo corpo.
- Hai una voce incredibile se canti... - mormoro una volta davanti a lui, oltre la tastiera che ci separa lui rimane immobile, si appoggia sopra, è rigido e mi guarda fisso. È emozionato ma non imbarazzato, non sa cosa fare, non sa cosa farò, spera che lo baci ma vuole sia io a prendere l'iniziativa, per lui sarebbe traumatico.
Io vorrei però ho come l’impressione che diventerebbe troppo seria la situazione e non voglio. Finchè era tutta una fottuta questione di sesso era diverso ma con lui è successo qualcosa, ora. Suonando e cantando insieme.
E se succederà ogni dannata volta non posso aver sempre voglia di baciarlo. Baciarlo senza sesso dietro. In modo tanto serio.
L’intreccio di sguardi è fottutamente forte, sto per cedere.
- Sei… splendido anche tu… mentre canti in quel modo… - Dice faticosamente. Mi spiazza, il fiato mi arriva sulla bocca, siamo così vicini che parlare ora è follia eppure lui l’ha fatto ed io sto per finire i centimetri a disposizione. Lui sta fermo, si farebbe fare, è troppo incuriosito. Incuriosito? Mi pare altro…
- Anche tu… - Ma non certo sul piano canoro. Per quello gli ho già fatto i cazzo di complimenti. Io parlo di un altro tipo di splendore. Quello che mi sta rincoglionendo.
Arrossisce, capisce a cosa mi riferisco, quindi con sincerità lo dico. Tanto a questo cazzo di punto… - Voglio baciarti. Baciarti seriamente. Non solo per divertirmi. Però poi potrebbe sfuggirmi tutto di mano e cazzo… non sarebbe più sesso… sarebbe un casino. Se io vado oltre il sesso faccio casino… finisce tutto in merda. Pensavo di volerti solo scopare ma dopo aver cantato con te… voglio anche quello che c’è sotto la tua fottuta pelle. - (*) Sembra sciogliersi, poi non so che cazzo gli succeda, sono occupato a guardargli gli occhi e la bocca come se fossi una pallina di ping pong che rimbalza. Non so su cosa fermarmi, non voglio perdermi nessuna delle due.
Ma poi per una volta potrei lasciar decidere a qualcun altro… per una cazzo di volta…”
 
 
Sono semplicemente innamorato della sua voce. Al telefono era stato un flash, un pugno allo stomaco. (*) Anche alle prove preliminari di ieri era stato bello. La sua potenza distruttiva, quella bestia che ha dentro di sé da estirpare.
Ma ora… ora mi ha fatto sentire la sua anima… vederla… là, innevata, a Dicembre… e la nostra fusione è stata la prima vera degna di questo nome… ma Dio… se saranno tutte così non resisterò.
Amo la sua voce in qualunque modo la usi ma se lo fa in questo modo, così sommesso ed angosciato… pura… io penso che non resisterò più.
Mi dici che vuoi baciarmi seriamente e che non è più per sesso. Mi dici che poi le cose oltre il sesso le incasini sempre. Mi dici che hai paura che tutto si rovini.
Dio Santo ci siamo appena incontrati. Sono due giorni che stiamo insieme ed è già così?
Non è possibile!
Ma forse scatta subito, se deve scattare. Non aspetta anni, non aspetta una vita, non aspetta i comodi di nessuno.
Se deve essere la scintilla arriva subito.
Per noi è stato sesso, sesso non ancora sfogato grazie a Dio, ma ora sta arrivando qualcos’altro perché anche io voglio baciarlo in questo modo.
Però ho più paura di lui, sarebbe la prima volta con un ragazzo, cosa pretende da me?
Sono fidanzato con la donna che ho sempre pensato di sposare, sono cresciuto con dei valori e dei principi, una fede, che non mi permettono di fare una vita dissoluta e non perché non posso ma perché non voglio.
Non voglio essere quel tipo di uomo ma Chester mi annulla completamente, mi devasta, mi spiazza… mi trasforma.
E se deve essere parte subito. Non aspetta nessun treno.
Ma cosa devo fare?
Sono gay e voglio baciare un ragazzo quindi lo faccio?
È tutto così semplice?
Lui sta fermo dopo che mi si è avvicinato in questo modo, mi guarda, è a un soffio, perché non può fare tutto lui?
Finisce che gli fisso il piercing al labbro, insistentemente, così rialzo lo sguardo sui suoi occhi, gli occhiali mi danno fastidio e senza più riflettere glieli tolgo. Ha due occhi molto intensi. Mi penetrano.
Quanto dolore qua dentro.
Quanta confusione.
Ed è così che apro bocca per rispondergli.
- Ho una dannata paura anche io… non ho mai baciato un ragazzo nemmeno per gioco… figurati seriamente… - Ma poi paura di che? Cazzo, quanto siamo idioti… un bacio dovrebbe essere bello… un bacio è sempre bello se nessuno dei due è costretto. E qua meno di sempre nessuno lo è.
- Non sai cosa ti sei perso… - Mi risponde piano. Il suo fiato. Ricordo il suo sapore sulla lingua tutte le volte che ieri sono riuscito ad averlo indirettamente.
Questo è il terzo giorno che lo vedo, che sto con lui, e sono qua a pensare di baciarlo davvero.
Un bacio può durare tanto?
La voglia di farlo?
Mi mordo il labbro e poi rispondo.
- Allora vediamo di cosa si tratta. -
Ed è così che scollego completamente la mia testa lasciando libero il mio istinto, come quando creo arte… la musica ricomincia nella mia mente, Dio, finalmente le sue labbra sulle mie.
Sono morbide e sottili, combaciamo, timidamente mi faccio strada col labbro inferiore fra le sue, gli succhio quello superiore per poi passare al piercing, lo prendo fra le mie, poi lo lecco ed è quasi deleterio.
Che sensazione stordente.
Gli occhi chiusi mi mostrano un pianoforte e noi che cantiamo insieme.
Con le mani mi stacco dalla tastiera e risalgo sulle sue braccia, lui a questo punto apre la bocca e tira fuori la lingua, io faccio altrettanto e l’accolgo, gli vado incontro e gliela ricopro, l’accarezzo, lo solletico, ci giro intorno e lui si lascia fare per poi… per poi, una volta con le salive mescolate nelle nostre bocche unite, sentirlo muoversi.
Aggira lo strumento che ci separa, mi prende per i fianchi e mi fa camminare. Sono distratto, fermo la lingua, potrei cadere ed è questo che succede, ma cado nel divano, mi si siede sopra a cavalcioni e penso sia più forte di lui. Finisce che la gestisce tutto e di questo ne sono lieto.
Una volta giù mi prende il viso fra le mani e mi piega la testa più di lato, poi apre la sua bocca e sospende il contatto, ritira la lingua e rimaniamo così. Io apro gli occhi faticosamente, due fessure agganciate dalle sue, carichi di desiderio.
Non abbiamo bisogno di parlare.
Tira di nuovo fuori la lingua e prima di combaciare le bocche di nuovo, mi ritrovo a leccargliela. Dopo di che ci riuniamo, ci fondiamo e l’intensità aumenta, diventa tutto lentamente veloce, come una giostra che gira a rotta di collo. Finirà con noi che ci schiantiamo da qualche parte, ma per ora fermarsi è impossibile.
Quindi lo prendo per i fianchi, sono sottili, si sentono le ossa. I suoi vestiti sono così attillati che mi fanno sentire quasi la sua stessa pelle… oddio, la sua pelle… mi ci perderei…
Sono così dannatamente perso?
È davvero l’idea di ciò che rappresenta oppure è veramente lui?
Dio, non capisco più niente ma questo è davvero il bacio più bello della mia vita e non potevo certo perdermelo. Oh no, cazzo…
Non so cos’è, se è lui o se per il fatto che sono gay e me ne sta facendo accorgere ora… oppure perché in realtà ho una voglia matta di cose proibite e deviate e lui è la tentazione dannata.
Non so cosa cazzo sia ma è la cosa più bella che abbia mai fatto.
Non so nemmeno quanto stiamo a baciarci così nel divano, non facciamo altro, lui non tenta di spogliarmi e saltarmi addosso, mi sta seduto sopra e basta. Io lo tengo ma non esagero… ci baciamo, prendiamo fiato e torniamo a baciarci, ci riposiamo pochi secondi e riprendiamo a baciarci, aspettiamo e torniamo a baciarci. Potremmo stare ore. Forse stiamo ore.
Forse niente.
È il telefono che suona con una canzoncina idiota delle mie. (*)
- Mm… - non ho l’intenzione di staccarmi. Nemmeno lui di lasciarmi andare.
Il telefono continua a suonare ed alla fine è lui che infastidito si separa imprecando pesantemente.
- O rispondi o lo spacco. - Sussurra roco a due centimetri dalle mie labbra gonfie.
Mi separo e mi strofino il viso con le mani, dannazione, sono stralunato.
Prendo il telefono poco più in là, fortunatamente è Rob… forse si è pentito d’avermi piantato in asso con lui… Chester non si alza, quindi io rispondo appoggiando la nuca all’indietro, mi toglie il cappellino e se lo mette così mi strofino anche i capelli corti, guardo il soffitto e lui guarda me. Che due. Non finirà mai questa cosa.
- Sì? -
- Tutto bene? Di solito rispondi subito… - La sua voce arriva leggermente ansiosa. Si sente in colpa, lo sapevo.
- Sì… che… che ore sono? - sono confuso, non riesco a capire un cazzo.
- E’ mezzogiorno! -
- COSA?! - La voce mi esce alta e stridula e lui non sa se ridere o preoccuparsi, Chester lo sa. Ride.
- Perché? -
- Perché è più di un‘ora che… - mi fermo e mi tappo la bocca alzando la testa di nuovo, quell’altro coglione continua a ridere e mi alza la maglia. Ha finito il momento serio!
Schizzo come un invasato cercando di fermargli le mani ma essendo che una è occupata con il telefono è dura.
- Più di un’ora che fai cosa? - Che mi bacio con lui!
- Niente… che proviamo… -
- Solo un’ora? - Ecco e ora che gli dico? Merda…
- No abbiamo iniziato prima però è un’ora che lo facciamo seriamente! - mi invento stronzate e questo deficiente continua a ridere e cercare di alzarmi la maglia. Non trova molta resistenza, vorrei tirarmi su in piedi ma è un’impresa con lui sopra così finisce che alla fine con una mi tiene ferma la mano e l’altra alza i vestiti.
Cazzo… ed ora a parlare con Rob che si accorge sempre di tutto.
- Ma va tutto bene? -
La sua bocca sul mio capezzolo.
- E come no! - Devo avere un tono talmente isterico che capisce al volo.
- Va così male? - Il suo è basso di chi è colpevole di un grave reato, quello di avermi lasciato solo con Chester. In effetti… se loro ci fossero stati…
- Eh… - Fatico a non sfociare in un gemito. Mi mordicchia il capezzolo e ci passa ora la lingua ora il piercing. Quel cazzo di piercing.
Rabbrividisco mentre mi inarco verso di lui. Altro che scappare… potrei anche dirgli ‘prendimi sono tuo!’
Sono andato…
- Dai scusa… siamo stati egoisti è che volevamo spingerti a cacciarlo. Non vogliamo veramente obbligarti a mandarlo via se lo vuoi tenere però… -
- Cos’è, mobbing? - Dico senza ragionare. Non riesco nemmeno a prendermela… ora Chester scende a succhiarmi il fianco. Come diavolo fa a sapere che è un punto sensibile?
Questa volta mi scappa un gridolino da checca e Rob deve per forza chiedere cosa stia combinando.
- Niente perché? -
- Come perché! Sembra che stai facendo qualcosa di strano… -
Risata isterica che glielo conferma. - No ma che dici! - Sì certo che sì! Te ne dovevo parlare prima di farlo ma ormai…
E questo stronzo scende giù per aprirmi le gambe e i pantaloni larghissimi. Mi ha mollato la mano. Ok, posso mandarlo via… sono libero… e allora perché rimango qua?
Inchiodato come se mi obbligasse.
Bè, semplice. Perché lo voglio anche io.
Torno ad appoggiare la testa all’indietro e mi prendo il viso con la mano libera, stringo sulla fronte e chiudo gli occhi.
Eccola la sua lingua sul mio cazzo… oddio, finalmente… oddio… potevo morire se non l’avesse fatto… sognarlo, immaginarlo, usare la mia mano… ma lui ed il suo fottuto piercing sono sul mio inguine e mi stanno leccando, succhiando, solleticando, torturando.
Cosa diavolo sta dicendo Rob?
Non devo gemere. Non gemere Mike, non gemere.
- Mike? Ma insomma, va bene o male? -
- Oh… ah… - questo però somigliava tanto ad un gemito… - bene… alla grande… però… devo parlarti urgentemente… oggi… oggi pomeriggio poss… ah… possiamo? - Cazzo, ho fatto un altro gemito. Rob non è scemo…
- Mike… tu stai combinando qualcosa… -
- Dav… davvero? -
- Sì hai una voce strana e parli in un modo… - Cazzo non ci vuole un genio.
Oddio ora pompa e succhia come uno stronzo.
Senti come stringe la bocca sul mio cazzo, tirando come per inghiottire.
Inghiottire… oh Dio no… oh Dio lo farebbe… oh Dio no Mike resisti…
- Sì bè te ne parlo dopo. Ti richiamo. - Alla fine non posso evitarlo e mettendo giù la comunicazione butto il telefono in parte aggrappandomi ai cuscini sotto il mio sedere. Stringo per qualche istante, poi teso abbasso lo sguardo e lo vedo.
La sua testa si muove fra le mie gambe, è inginocchiato a terra, mi tiene le cosce aperte e mi sta divorando il cazzo.
Oh merda quanto è bravo.
Ed è la sua forma maschile che mi fa impazzire… è un ragazzo… e mi sta facendo un pompino.
Ma poi è solo questo?
Oddio…
- Chester… - Lo dico e lo capisco ora.
È lui il punto.
Niente altro.
Non ciò che rappresenta.
Ma esistono i colpi di fulmine?
Forse esiste la predestinazione.
Magari eravamo destinati.
Che stronzate… sono romantico ma fino a questo punto… alla fine gli metto le mani sulla nuca e gli muovo la testa più velocemente ed ecco qua che sto per venire…
- Ah… Chez… sto per… -
Non si stacca. Ma gli devo venire in bocca?
Non faccio nemmeno in tempo a pensarlo che succede davvero, non c’è tempo per niente altro.
Vengo con un’ondata interiore impressionante che mi uccide, non capisco un cazzo ma è un piacere talmente grande che muoio.
Sono un fascio di nervi, spingo il bacino verso la sua bocca, la testa all’indietro e la mia bocca aperta senza respiro, cerco aria, non vedo niente, non sento niente.
Ed ecco che qualcosa arriva, in effetti, nella mia bocca.
La sua.
La sua lingua, prima di tutto, poi le labbra ed il suo sapore. Il mio.
Il mio.
Lo prendo per i fianchi e lo spingo, mi lascia respirare ma mi fissa da vicino ed io ho paura di aprire gli occhi.
Non lo faccio e parlo così in questo modo.
- Mi stai facendo impazzire… ho bisogno di respirare, di pensare, di capire… io non so buttarmi… io devo… - Però non è nemmeno vero perché sono lo sperimentatore più fottuto di tutti i tempi, me lo dicono sempre.
Non so che altro dire.
A questo punto apro gli occhi e lui mi sta fissando ghignante e sadico come sempre. Mi fa venire caldo di nuovo.
- Fa quel cazzo che ti pare. Lo farò anche io. - Questo non dice proprio niente, io a cosa mi appiglio ora per riflettere?
- Ma… ma… - Cerco di fargli qualche domanda ma non me ne dà il tempo ed alzandosi mi fa l’occhiolino e se ne va così.
- L… le prove dopo cena! - Ho bisogno di più tempo per pensare o divento scemo…
Una volta solo mi stendo a pancia in giù sul divano e mi allaccio i pantaloni.
Quanto resisterò?
Sto tradendo Anna, dannazione.
E che dovrei fare?”
 
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Per chi non sa…
Mike fa davvero un sacco di cose, come da me elencato. Ed ha davvero iniziato col pianoforte classico per poi passare a studiare il rapping. Suona praticamente tutti gli strumenti, ora, e fa anche mixaggio ed effetti speciali. In pratica tutto.
La canzone che fanno è My December. E’ contenuta in un lato B di uno dei singoli di Hybrid Theory, il primo album. L’hanno cantata pochissimo in live però merita molto perché oltre ad essere diversissima dal loro genere, è la prima volta in cui si sentono davvero le voci di Chester e Mike. Chester non urla ed usa una voce di cui mi sono innamorata e Mike canta da far venire i brividi. Non so la storia dietro questa canzone ma rileggendo il testo ora mi sembra parli chiaramente di loro così come ne ho parlato io nel capitolo.
In realtà è leggermente diversa da come la cantano qua perché sarebbe la prima versione.
Il primo colloquio di Chester è stato per telefono, lui e Mike hanno cantato una delle canzoni registrate che Mike gli aveva spedito per cassetta, Chester dopo aver sentito il gruppo l’ha chiamato ed hanno provato a cantare insieme ed è andata così bene che poi Chester è stato preso. Prima di questo, Chester era stato suggerito a Mike da un suo amico che lavora in quell’ambiente musicale, Mike l’ha sentito ed ha pensato che fosse perfetto per loro.
Mike adora davvero le suonerie sceme. Se pensate a qualcosa di idiota, lui ce l’ha nel cellulare!